GHIANDOLE SALIVARI: QUADRI PATOLOGICI
SCIALOADENITE-PAROTITE
Le infiammazioni acute delle ghiandole salivari (viralibatteriche) presentano, di solito, segni ecografici
aspecifici ( aumento volumetrico con DAP oltre i 15mm e
20mm rispettivamente per la sottomandibolare e la
parotide, aumento della vascolarizzazione, ipoecogenicità
legata alla ipercellularità infiammatoria)
PAROTITE
ACUTA
Clinicamente vi sono dolore, aumento di volume della ghiandola, spesso bilaterale. La
sua causa è spesso virale nei bambini: Parotite epidemica, Citomegalovirus; mentre è
più spesso batterica negli adulti: Stafilococco aureus, la flora orale
Reperti ecografici:
dimensioni
aumentate,
ipoecogena, con
accentuata
vascolarizzazione
all’esame
color/power Doppler.
La presenza di
linfoadenopatie
associate è molto
frequente. Possibile il
riscontro di aree
ipo/anecogene, a
margini irregolari,
confluenti ed
interpretabili come
ascessi
intraghiandolari
SCIALOADENITE CRONICA
• I reperti ecografici non sono sempre evocativi:
• la ghiandola può avere dimensioni normali o anche
ridotte
• L’ecostruttura si presenta generalmente ipoecogena
ma disomogenea e spesso accompagnata dalla
presenza di multiple formazioni ipoecogene,
pseudonodulari, intraghiandolari
• La valutazione mediante color Doppler mostra una
vascolarizzazione normale o lievemente accentuata
• Frequente, il riscontro di ectasie duttali spesso con
aspetto sacciforme accompagnate o meno dalla
presenza di calcoli
SCIALOADENITE CRONICA
• Parenchima ghiandolare ipoecogeno
rispetto a controlaterale
• Dilatazione dotti salivari
SCIALECTASIA
SINDROME DI SJOGREN
• La malattia è caratterizzata dall’infiltrazione cronica della
ghiandola da parte di linfociti e plasmacellule
• alterazione strutturale e funzionale delle ghiandole salivari
e lacrimali con conseguente secchezza degli occhi e della
bocca
• Colpisce prevalentemente il sesso femminile e la quarta
decade. E’ spesso associata a malattie linfoproliferative
• Ghiandola di dimensioni normali o ridotte con ecostruttura
disomogenea spesso caratterizzata dalla presenza di
multiple formazioni pseudonodulari ipoecogene
• Quando le formazioni raggiungono un diametro di due
centimetri la biopsia con ago sottile è necessaria per
escludere la degenerazione linfomatosa (Gritzmann N, et
Al. Eur Radiol 2003; 13: 964)
• La presenza di ectasie duttali associate è infrequente
• L’esame color/power Doppler mostra una modesta
accentuazione della vascolarizzazione.
LITIASI SALIVARE
• La scialolitiasi interessa prevalentemente le ghiandole
sottomandibolari (60-90% dei casi) mentre le parotidi
sono interessate in percentuale minore (10-20% dei casi)
• Il quadro clinico è caratterizzato da ostruzione duttale
ricorrente con conseguente aumento di dimensioni della
ghiandola spesso scatenata dalla masticazione di cibi
•
La possibilità d’infezioni batteriche associate non è
infrequente.
L'ecografia individua i segni diretti della
scialolitiasi, identificando il calcolo salivario
(formazione lenticolare intensamente
iperecogena con o senza sbarramento
acustico posteriore), e quelli indiretti
(dilatazione dotti escretori)
SCIALOLITIASI
LITIASI SOTTOMANDIBOLARE
LESIONI FOCALI
• I tumori delle ghiandole salivari sono
relativamente rari, prevalentemente benigni
(70-80%) ed interessano soprattutto la
ghiandola parotide (80-90%)
• L’interessamento della ghiandola
sottomandibolare è presente nel 10-20% dei
casi ma la frequenza di lesioni maligne sale ad
oltre il 50% ( più la ghiandola è piccola più
frequentemente le lesioni saranno maligne)
• Le masse delle ghiandole sublinguali sono
quasi costantemente maligne L’accrescimento
dei tumori delle ghiandole salivari è lento e le
masse sono normalmente indolenti (Silvers AR.
RadiolClin Nord Am 1998; 36: 941)
• L’ESAME ECOGRAFICO NON CONSENTE LA
DIAGNOSI, ma orienta l’iter diagnostico e la
caratterizzazione citoistologica
LESIONI FOCALI
• L’Adenoma pleomorfo e il Tumore di Warthin rappresentano da sole oltre
il 98% delle lesioni focali benigne
• L’adenoma pleomorfo, più spesso parotideo, è la più frequente lesione
neoplastica delle ghiandole salivarie, sia benigne che non
• Più frequente nel sesso femminile generalmente solitario e unilaterale, può
subire trasformazione maligna
• La diagnosi differenziale rispetto ad altre lesioni maligne ( ca.
mucoepidermoide ed il carcinoma adenoido-cistico , linfomi, ascessi) è
ecograficamente non possibile
ADENOMA
Il trattamento è chirurgico e di tipo conservativo. L’aspetto ecografico è vario:
solitamente si presenta come una massa ipoecogena a limiti netti,
rotondeggiante o ovalare scarsamente vascolarizzata all’esame color/power
Doppler. La lesione può tuttavia presentare un’ecostruttura ipoecogena
disomogenea con tralci fibrosi intra-nodulari e, in casi più rari, mostrare aree
centrali necrotiche di aspetto fluido
Tumore di Warthin
• Noto anche come adenolinfoma, cistoadenolinfoma,
cistoadenoma papillare linfomatoso
• Rappresenta il 5-10% delle neoplasie salivari, colpisce
prevalentemente nella 5-6 decade con prevalenza per il sesso
maschile sul femminile
• La lesione è tipicamente singola ma può essere multifocale. In
casi rari può subire trasformazione maligna
• Il trattamento è chirurgico e consiste nella semplice
enucleazione
• L’aspetto ecografico è vario: solitamente si presenta come una
massa ipoecogena a limiti netti, rotondeggiante o ovalare
modestamente vascolarizzata all’esame color/power Doppler
• La lesione può tuttavia presentare un’ecostruttura ipoecogena
disomogenea con tralci fibrosi intra-nodulari.
CISTI SEMPLICE E COMPLESSA
LESIONI FOCALI MALIGNE
• Infrequenti ma possono avere
differenti origini
• Carcinoma muco-epidermoide
• Carcinoma Adenoido-cistico
(frequentemente doloroso per il precoce
coinvolgimento di strutture nervose)
• Carcinoma a cellule squamose
• Carcinoma a cellule aciniche –
adenocarcinoma primario – Trasformazione
maligna dell’adenoma pleomorfo e del
tumore di Warthin
• Linfoma (normalmente come
localizzazione salivare di lesioni
linfomatose)
• Metastasi
Quaderni ecografici SIUMB 2015
• «Perché nonostante l’ecografia permetta di identificare facilmente le lesioni
delle ghiandole salivari il ricorso alla biopsia con ago sottile non è
normalmente evitabile?
• Perché, indipendentemente da quello che si può dire o leggere sui libri e le
riviste, molte lesioni tumorali benigne e maligne presentano caratteristiche
ecografiche pressoché indistinguibili
• L’ecografia non è normalmente in grado di differenziare le lesioni benigne da
quelle maligne e altrettanto è spesso impossibile distinguere le diverse lesioni
nell’ambito delle lesioni benigne come fra quelle maligne
• Poiché molte lesioni non richiedono un intervento chirurgico poiché di origine
infiammatoria o infettiva ed altrettanto non richiedono la chirurgia i linfomi o le
metastasi la necessità di una diagnosi accurata che permetta una accurata scelta
della terapia, sia essa chirurgica o medica, impone l’uso frequente della
biopsia ecoguidata con ago sottile»