Sound and Music - Novità discografiche FEBBRAIO 2010
Matsuev
Gergiev
Il celebre direttore russo incontra
il giovane pianista Matsuev in uno dei capisaldi
della letteratura pianistica del ‘900: il Rach 3.
Sentiremo ancora parlare di loro.
MAR0505
MAR0505
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Columns - FEBBRAIO 2010
In questo numero…
Hyperion
CPO
Telarc
Chandos
Gimell
LSO
Mariinsky
Wigmore Hall Live
Testament
Tactus
Supraphon
Urania
Palya Sound
Pneuma
Fim
Hi-Q Supercuts
OMR
ORG
Reference Recordings
Stockfish
Speakers Corner
Pure Pleasure
Name
L’intervista: Marzio Conti
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di Giovanni Tasso
I più premiati
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Primo piano
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The Tallis Scholars sing Flemish Master
LOUIS SPOHR
SINFONIE N. 3 E 6
Orchestra della Svizzera Italiana, Howard Shelley
CDA67788 (CD alto prezzo)
Il primo volume dell’integrale delle sinfonie di
Louis Spohr varata da Howard Shelley ha avuto il
merito di suscitare l’interesse del grande pubblico
nei confronti di un compositore ingiustamente dimenticato, un fatto veramente inspiegabile, se si
pensa che nel 1828 – anno
in cui scrisse la Sinfonia n. 3 – Spohr era considerato uno dei
compositori più importanti d’Europa. Rispetto alle due sinfonie precedenti, quest’opera presenta una struttura formale
molto più complessa e un’ispirazione decisamente romantica, come si può facilmente notare sia nella sua ricca orchestrazione sia nel notevole grado di elaborazione dei temi, dai
quali traspare una fantasia sbrigliata e intrisa di un delicato
lirismo. Sotto il profilo stilistico, la Sinfonia n. 3 di Spohr si
distacca dall’algida eleganza del Classicismo per avvicinarsi
alla libertà formale propria del Romanticismo. La Sinfonia n.
6 fu invece concepita secondo principi del tutto nuovi – con
ciascun movimento basato su uno stile diverso – che causarono nel pubblico dell’epoca non poco sconcerto. Se oggi tutti
abbiamo imparato ad amare opere basate su stili arcaici come
Mozartiana di Ciaikovsky, la Holberg Suite di Grieg, Pulcinella di Stravinsky e la Suite su danze di Couperin di Richard
Strauss, quando Spohr diede inizio al genere delle “sinfonie
storiche” con questo lavoro sia il pubblico sia la critica si rivelarono del tutto incapaci di apprezzarne il significato. Nonostante questo, nessuno oggi può negare che la Sinfonia n. 6
di Spohr sia un’opera di grandissimo spessore artistico. I diversi stili vengono filtrati attraverso la fervida fantasia di
Spohr, un fatto che contribuisce a conferire a questa sinfonia
un fascino duraturo e la capacità di rinascere dalle proprie
ceneri come la mitica fenice.
Howard Shelley dirige Spohr su HYPERION:
LOUIS SPOHR
4E5
Orchestra della Svizzera Italiana, Howard Shelley
CDA67622 (CD alto prezzo)
SINFONIE N.
2
Columns - FEBBRAIO 2010
WILLIAM BYRD
– VOLUME 13
The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore
INTEGRALE DELLE OPERE SACRE
CDA67779 (CD alto prezzo)
retoriche, questo mottetto esprime come pochi altri le emozioni
di un’anima tormentata, spaziando con impressionante realismo
dal senso di colpa, al terrore, alla vergogna all’umiliazione per
concludersi nella serena accettazione della salvezza proveniente
da Cristo. In questo senso, Infelix ego può essere considerato
uno dei vertici assoluti della produzione sacra di Byrd e il degno coronamento di uno dei più illuminanti progetti discografici
dell’ultimo decennio.
PAUL HINDEMITH
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA
Lawrence Power, viola
– VOLUME 2
CDA67769 (CD alto prezzo)
W. Byrd: Venite, exsultemus Domino; Domine, non sum dignus; Visita quaesumus, Domine; Domine, salva nos; Haec
dies; Cunctis diebus; Proprio per la Festa di Ognissanti; Deo
gratias; Afflicti pro peccatis nostris; Cantate Domino; Laudate
Dominum, omnes gentes; Infelix ego
Dopo aver fatto incetta dei premi più prestigiosi assegnati dalla
stampa specializzata di tutto il mondo, la strepitosa integrale delle opere sacre di William Byrd curata dall’ensemble Cardinall’s
Musick di Andrew Carwood si chiude con un meraviglioso disco comprendente alcune delle opere più sublimi e innovative
del capofila del Rinascimento inglese, per la maggior parte tratte
dalla raccolta Cantiones Sacrae pubblicata nel 1591. Le numerose opere presentate in questa serie – alcune delle quali in prima
registrazione mondiale – dimostrano più di qualsiasi parola la
straordinaria varietà e la insuperabile qualità artistica della produzione liturgica di Byrd, ritenuta da molti musicologi uno dei
vertici assoluti della musica sacra di ogni tempo. Nelle note di
copertina, Carwood definisce Byrd il compositore più importante della sua epoca, spingendosi ad affermare che «se esiste
un compositore inglese in grado di avvicinarsi a Shakespeare
nel talento puro, nella capacità di trattare con la stessa abilità
generi molto diversi tra loro e di parlare al cuore del pubblico,
quello è sicuramente William Byrd». Infelix ego, il brano che dà
il titolo a quest’ultimo volume, può essere considerato la prova
definitiva della grandezza di Byrd nel conferire una degna veste
musicale ai più grandi testi della liturgia e della devozione cristiana e una delle opere sacre più toccanti del XVI secolo. Strutturato in una sequenza alternata di affermazioni e di domande
P. Hindemith: Sonata per
viola op. 11 n. 5; Sonata per
viola op. 25 n. 1; Sonata
per viola op. 31 n. 4; Sonata per viola
Unanimemente considerato
il più grande violista inglese in circolazione, Lawrence Power prosegue la sua
esplorazione della produzione per viola di Paul Hindemith, con un nuovo volume dedicato alle sonate. Hindemith
eseguì personalmente questi quattro lavori di grande significato,
che possono così essere considerati quasi un testamento spirituale e un intimo soliloquio, ammesso che nella variegata produzione del compositore austriaco esistano opere di questo genere.
È opinione diffusa che su ogni sonata solistica per archi aleggi
lo spirito di Johann Sebastian Bach, un’opinione condivisibile
soprattutto nel caso della Passacaglia della Sonata op. 11 n. 5,
per la quale Hindemith trasse sicuramente inspirazione dalla
Ciaccona della Sonata n. 2 del sommo Cantor lipsiense, filtrandola attraverso sonorità e strutture dal sapore inconfondibilmente brahmsiano, che conferiscono all’opera un aspetto del tutto
contemporaneo. Questo brillante (e difficilissimo) movimento
rappresenta il primo esempio di una forma che sarebbe diventata uno degli elementi più caratteristici dello stile di Hindemith,
al punto che molti studiosi considerano questa sonata un vero
e proprio manifesto delle ambizioni del grande compositore
tedesco. Nelle opere composte nell’ultima fase della parabola
creativa di Hindemith emerge uno stile più austero, che in questi
lavori viene però mitigato dallo sbrigliato virtuosismo che si celava nel suo lato di violista, dando vita a una musica brillante ed
estremamente coinvolgente.
Già disponibile:
PAUL HINDEMITH
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA
Lawrence Power, viola
CDA67621 (CD alto prezzo)
– VOLUME 1
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Columns - FEBBRAIO 2010
IGOR STRAVINSKY
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLINO E PIANOFORTE
Anthony Marwood, violino - Thomas Adès, pianoforte
CDA67723 (2 CD al prezzo di 1)
I. Stravinsky: Suite
d’après des thèmes, fragments et morceaux de
Giambattista Pergolesi;
Pastorale; Airs du rossignol et Marche chinoise;
Duo concertant; Berceuse;
Prélude et Ronde des princesses; Scherzo; Chanson
russe; Divertimento; Danse
russe; Tango; Ballata;
Scherzino R. de Lisle: La Marseillaise
La collaborazione tra Stravinsky e il celebre violinista Samuel Dushkin si rivelò molto proficua sotto il profilo artistico
e si concretizzò in una serie di opere nuove e in alcuni arrangiamenti dei brani più melodiosi e popolari del compositore
russo. A proposito di questi arrangiamenti, Dushkin scrisse
che Stravinsky sembrava «essere tornato all’essenza della
musica, riscrivendo e ricreando ogni brano secondo le possibilità tecniche ed espressive dello strumento». Parlando dei
protagonisti di questo disco, il critico dell’Independent Bayan
Northcott ha scritto: «Queste opere non sono semplici trascrizioni. Nell’arrangiare brani conosciutissimi dall’Uccello di
fuoco e da Le baiser de la fée per violino e pianoforte, Stravinsky ripensò in maniera radicale ogni accordo». Nel collaudato
sodalizio tra Anthony Marwood e Thomas Adès la Hyperion
ha trovato due interpreti in grado di riattizzare le baluginanti
fiamme creative e ricreative del compositore russo.
AA.VV.
BALTIC EXCHANGE
The Choir of Trinity College, Cambridge, Stephen Layton
CDA67747 (CD alto prezzo)
U. Praulińs: Missa Rigensis; Laudibus in sanctis M. Einfelde: Cikls ar
Friča Bārdas dzeju (Ciclo
di poesie di Fricis Bārda)
U. Sisask: Benedictio V.
Miškinis: Angelis suis
Deus; Pater Noster
Il relativo isolamento in
cui furono costretti a vivere per molti anni stimolò
i migliori musicisti baltici a elaborare una scrittura molto originale e profondamente diversa rispetto agli stili che
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si erano imposti oltre la Cortina di Ferro dopo la fine della
seconda guerra mondiale. Sebbene questo stato di cose non
abbia favorito la nascita di un vero e proprio stile panbaltico
– questo disco consente di dare solo uno sguardo fuggevole ad alcune delle meravigliose opere corali composte negli
ultimi anni in questi tre piccoli paesi – non si può nemmeno
negare che i quattro compositori protagonisti di questa nuova
gemma del catalogo Hyperion condividano diverse caratteristiche, tra cui una assoluta padronanza della scrittura corale,
una rara lucidità sotto il profilo strutturale, un utilizzo molto
pragmatico degli “effetti d’avanguardia” provenienti dal loro
bagaglio ideologico, una spiccata propensione per i cluster
accordali e le armonie diatoniche e il frequente ricorso agli
ostinati. Nel corso degli anni, Stephen Layton ha eseguito davanti ai pubblici occidentali parecchie opere corali di questi
compositori e il suo entusiastico apostolato ha contribuito a
creare un sempre maggiore interesse per questo incantevole
repertorio. Con il suo brillante e giovanissimo coro – che,
come ha scritto il critico di BBC Music Magazine, canta «con
intensità e profonda partecipazione» – Layton ci conduce per
mano alla scoperta di opere di insospettabile bellezza.
Il Choir Of Trinity College Cambridge su HYPERION:
PAWEL LUKASZEWSKI
OPERE SACRE
CDA67639 (CD alto prezzo)
AA.VV.
THE SERVICE OF VENUS AND MARS
Andrew Lawrence-King, arpa medievale
Gothic Voices, Christopher Page
CDH55290 (CD medio prezzo)
Columns - FEBBRAIO 2010
P. de Vitry: Gratissima virginis / Vos qui admiramini /
Gaude gloriosa / Contratenor Anonimo: Singularis laudis
digna; Lullay, lullay; Ther is no rose of swych virtu; Le gay
playsir; Le grant pleyser; The Agincourt Carol P. des Molins: De ce que fol pense Anonimo (da Molins): De ce que
fol pense Pycard: Gloria L. Power: Sanctus F. Lebertoul:
Las, que me domanderoye J. Pyamour: Quam pulchra es J.
Dunstable: Speciosa facta es Soursby: Sanctus R. Loqueville: Je vous pri que j’aye un baysier
«Un altro disco di straordinaria bellezza dell’ensemble Gothic Voices» (Hi-Fi News) «Un vero tesoro» (Fanfare, Stati
Uniti) «Una musica di grandissimo fascino. I lettori interessati ad avvicinarsi al repertorio medievale non potrebbero
trovare un punto di partenza migliore di questo disco» (The
Penguin Guide to Compact Discs) VINCITORE DEL GRAMOPHONE AWARD 1988
GIAN FRANCESCO MALIPIERO
OPERE ORCHESTRALI
Damiana Pinti, mezzosoprano - Paolo Carlini, fagotto
Camerata Strumentale Città di Prato, Marzio Conti
CPO777322 (CD alto prezzo)
GIUSEPPE TARTINI
CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA
Elizabeth Wallfisch, violino
The Raglan Baroque Players, Nicholas Kraemer
CDH55334 (CD medio prezzo)
G. Tartini: Concerto per
violino e orchestra op. 1 libro 3 n. 12 (attribuzione incerta); Concerto per violino
e orchestra op. 1 libro 1 n. 1
D85; Concerto per violino e
orchestra; Concerto per
violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 5 D58; Concerto
per violino e orchestra op. 1
libro 1 n. 4 D15
«Questo disco è superiore a tutte le altre registrazioni tartiniane che ho ascoltato fino a questo momento sotto tutti i punti di
vista. In particolare, la solista dimostra di essere in forma davvero smagliante […] Nei passaggi più delicati dei movimenti
lenti la Wallfisch e i membri del basso continuo sfoggiano
un’eloquenza semplicemente impareggiabile. Uno dei dischi
più belli che mi è capitato di ascoltare nell’ultimo mese»
(Early Music Review) «La solista Elizabeth Wallfisch riesce
a trovare l’equilibrio ideale tra un brillante virtuosismo e una
raffinata cantabilità, due qualità che vengono sorrette da un
suono di rara dolcezza» (The Evening Standard) «Elizabeth
Wallfisch si accosta ai concerti di Tartini con quel virtuosismo
e quell’immediatezza quasi improvvisata che costituiscono
l’essenza della tradizione esecutiva barocca […] Un ascolto
davvero appassionante […] Questi splendidi concerti riescono sempre a cogliere nel segno» (San Francisco Chronicle)
«Sia la musica di Tartini sia la qualità dell’interpretazione
della Wallfisch sapranno suscitare l’entusiasmo di chiunque
nutra interesse per il repertorio violinistico» (The Irish Times).
G.F. Malipiero: Gabrieliana; Serenata per fagotto e dieci
strumenti; Madrigali Interpretazioni Sinfoniche; Cinque
favole per voce e piccola orchestra; Sette Canzonette veneziane
Gian Francesco Malipiero ci ha lasciato in eredità una produzione talmente vasta da poter essere quasi paragonata a
quella dei grandi compositori barocchi, comprendente tra le
altre cose una quindicina di sinfonie con e senza numero, sei
concerti per pianoforte e orchestra di straordinaria bellezza,
otto quartetti per archi, e un gran numero di lavori vocali di
ogni genere e dimensione. Malipiero diede anche un contributo fondamentale alla riscoperta dei grandi autori del Rinascimento e del Barocco italiano svolgendo una intensa attività musicologica e realizzando un gran numero di edizioni
critiche di opere del Sei-Settecento. Oltre ad aver riportato
letteralmente alla luce i capolavoro monteverdiani, Malipiero
curò numerosi volumi dell’edizione delle opere di Vivaldi.
La sua profonda conoscenza del patrimonio musicale italiano
ebbe una grande importanza anche nella sua attività di compositore, come si può notare dal fatto che all’età di 90 anni
scrisse l’ultima delle sue opere caratterizzate dal suffisso
“iana”, dedicata a Giovanni Gabrieli. Gabrieliana costituisce l’ultimo capitolo di una lunga missione che il musicologo
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Columns - FEBBRAIO 2010
L’intervista:
Marzio Conti
Maestro Conti, in un’epoca in cui i compositori italiani vissuti nella prima metà del Novecento stanno attraversando una
giusta rivalutazione, Gianfrancesco Malipiero continua a essere conosciuto soprattutto per la sua attività di riscopritore
del repertorio barocco. A Suo modo di vedere, come si colloca
la sua produzione nel repertorio del Novecento italiano?
«Malipiero fa parte di quella schiera di autori (ultimo in senso
cronologico e, per la verità, anche nelle mie preferenze…) che
vengono fatti rientrare nel Novecento storico italiano. A mio
parere, questa definizione musicologica, basata sul termine
“storico”, dà l’idea di un periodo musicale pachidermico, ampolloso e sotto alcuni aspetti anche superato. In realtà, questo
periodo riunisce una serie di compositori di altissimo livello
come Ottorino Respighi, Alfredo Casella e Riccardo Zandonai
che sono stati – per questioni anche politiche e di “politica musicale” – accantonati o considerati di secondo piano. Purtroppo, questo avviene soprattutto in Italia. Personalmente, sono
del tutto convinto che nel caso di Respighi ci troviamo di fronte
a uno dei giganti della musica del XX secolo. Grande compositore, grande orchestratore, affascinante nei temi e nei colori,
con un senso della struttura sempre efficace sia nel fastoso
e ridondante sia nella semplicità. Nel loro insieme, li ritengo
compositori “veri”, che meriterebbero una considerazione e un
rispetto di gran lunga maggiori. Malipiero fa parte a pieno diritto di questo gruppo di musicisti, anche se la sua produzione
è già proiettata verso un Novecento, diciamo così, successivo».
A Suo parere, Malipiero – come gli altri compositori suoi
contemporanei a cui ha fatto riferimento – sono ancora in
grado di suscitare l’interesse del pubblico italiano?
«A questa domanda posso risponderle con estrema concretezza. Un anno fa al Teatro Comunale di Bologna diressi un programma interamente incentrato sul Novecento storico italiano,
comprendente tra le altre cose Pini di Roma e Fontane di Roma
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Columns - FEBBRAIO 2010
di Giovanni Tasso
di Respighi, il poema sinfonico Italia e La giara di Casella. La
serata ebbe un successo straordinario, con un pubblico entusiasta di scoprire che anche noi italiani abbiamo un sinfonismo
degno di essere riscoperto. Ricordo che molti si chiedevano
perché nessuno si impegni per valorizzare maggiormente un
repertorio così bello. La risposta sta forse nel fatto che molti
addetti ai lavori non “vogliono” allargare le loro conoscenze
e hanno difficoltà a essere sinceri con i propri sentimenti e
le proprie emozioni. Questo mi puzza un po’ di regime musicale...»
– Veniamo al disco pubblicato questo mese dalla CPO. Si
inizia come un brano dal sapore antico come Gabrieliana.
In che modo Malipiero riesce ad armonizzare la sua personalità di uomo moderno con un autore che in quegli anni
doveva apparire davvero remoto?
«Non credo che a Malipiero importasse molto di apparire remoto. Lui, penso, ci credeva e quindi componeva così. In ogni caso
Gabrieliana fa parte di quelle orchestrazioni di pezzi strumentali d’epoca che rappresentano, se così si può dire, un primo
embrione di approccio alla musica antica, che in seguito sarebbe diventato filologia».
L’atmosfera cambia decisamente nella Serenata per fagotto e dieci strumenti. Quali sono le caratteristiche salienti
di questo brano?
«È il pezzo che meglio identifica lo stile di Malipiero, vicino
a quella sintassi che lui stesso sfrutta in tutta la sua musica
strumentale e da camera. In questo brano si mette in grande
evidenza Paolo Carlini, un fagottista dotato di un’ottima tecnica
e di grande espressività».
Nelle Favole e nelle Canzonette veneziane si mette in grande evidenza Damiana Pinti, un mezzosoprano che con Lei
ha già interpretato Rossini. Ci può dire cosa le ha chiesto
per eseguire brani particolari come le Favole?
«Collaboro spesso con Damiana, una cantante che ho sempre apprezzato moltissimo. Eseguendo le Favole di Malipiero
abbiamo fatto semplicemente quello che fanno due musicisti
quando rispettano il proprio mestiere. Abbiamo provato e studiato insieme cercando di capire cosa diceva la musica. Tutto
qui».
Quale è – ammesso che esista – il fil rouge con cui ha
interpretato un programma così variegato?
«Il fil rouge era solo quello di dare al grande pubblico l’idea più
variegata possibile della musica di Malipiero».
Il catalogo della CPO conta già un altro Suo disco dedicato
a Ottorino Respighi. Esiste un autore e o una o più opere
che Lei desidera dirigere più di tutte?
«Il mio grande amore per la musica mi rende molto difficile
dirle cosa preferisco. Dirigo e ho diretto di tutto, dal repertorio
sinfonico, all’opera, al balletto. Ho la fortuna di trovarmi spesso
di fronte a partiture che sono opere d’arte assolute e quando
questo mi capita è come se avessi con me, in casa mia o in
albergo, un quadro di Monet se dirigo Debussy, una tela di Friedrich se dirigo Beethoven e così via. Penso di essere davvero
fortunato a poter eseguire capolavori simili. Vallo a spiegare ai
politici che non hanno mai ascoltato la musica che noi definiamo – limitandone il valore – “classica”».
Per finire, Le chiedo quali sono i Suoi futuri progetti discografici.
«Nei prossimi mesi usciranno, ancora per CPO, un CD dedicato
a Respighi con la Boutique Fantasque e Gli uccelli e , per Naxos,
Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa».
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Columns - FEBBRAIO 2010
e studioso Malipiero aveva portato avanti con inesauribile
passione e grande amore per tutta la durata della sua vita.
Le altre opere di questo meraviglioso disco interpretato dal
soprano Damiana Pinti, dal fagottista Paolo Carlini e dalla
Camerata Strumentale Città di Prato diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato Marzio Conti rappresentano un
omaggio all’arte di un compositore degno di essere rivalutato
ai massimi livelli e alla grande tradizione musicale del nostro
paese.
Gian Francesco Malipiero
nei cataloghi SOUND AND MUSIC:
Negli anni Trenta Berg scrisse così un secondo movimento, che trasformò il poema sinfonico originario in un’opera
molto più elaborata che venne immediatamente ribattezzata
Uomo-Donna. «Quest’opera parla dei due protagonisti del
nostro mondo – l’uomo e la donna – non mettendone in evidenza le reciproche relazioni, ma raffigurandoli come entità
a sé stanti, padroni della propria vita e in grado di misurarsi
con il fato […] Alla fine l’Uomo cede e la Donna trionfa».
Con questa splendida opera Berg compose uno dei primi manifesti musicali per l’emancipazione femminile, che oggi ci
viene riproposto nella splendida interpretazione della Norrkoeping Symphony Orchestra diretta da un ispiratissimo Ari
Rasilainen.
I SEI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Sandro Ivo Bartoli, pianoforte
Rundfunk-Sinfonieorchester Saarbrücken
Michele Carulli, direttore
CPO777287 (2 SACD alto prezzo)
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
Luca Paccagnella, Sabrina Alberti
TC881301
NATANAEL BERG
OPERE ORCHESTRALI
Norrkoeping Symphony Orchestra, Ari Rasilainen
CPO777325 (CD alto prezzo)
N. Berg: Reverenza; Suite
Hertiginnans friare; Sinfonia n. 3 Makter
Il primo disco dedicato
dalla CPO alla produzione
orchestrale del compositore svedese Natanael Berg
ha suscitato un notevole
interesse sia nel pubblico
sia nella stampa specializzata, dimostrando per
l’ennesima volta che è possibile fare scoperte di grande importanza anche nel superinflazionato mercato discografico
odierno. Questo fatto trova una nuova conferma in questo
disco, che consente di continuare l’esplorazione dell’affascinante microcosmo espressivo di uno dei portabandiera del
Tardo Romanticismo scandinavo. Sebbene fosse considerato uno dei massimi esponenti del sinfonismo svedese, Berg
svolse per molti anni la professione di veterinario. In un primo tempo la sua Terza Sinfonia venne concepita come un
poema sinfonico in un solo movimento intitolato “Libero è
l’uomo!”. Questa sinfonia fu eseguita per la prima volta in
questa forma nel 1918 riscuotendo un buon successo, tuttavia
qualche anno più tardi Berg si rese conto che nelle sua opera
mancava qualcosa, per la precisione una presenza femminile.
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JOSEF SUK
OPERE CAMERISTICHE
Martin von der Nahmer, viola
Atos Trio
CPO777470 (CD medio prezzo)
J. Suk: Trio per archi e
pianoforte op. 2; Quattro
Pezzi per violino e pianoforte op. 17; Elegia per
trio con pianoforte op. 23;
Ballata e Serenata op. 25;
Quartetto n. 1 per archi e
pianoforte
Dopo aver rivelato al
mondo il suo straordinario talento nella prima
registrazione mondiale dei trii per archi e pianoforte di
Heinrich von Herzogenberg pubblicata qualche mese fa
dalla CPO, il giovane ed elettrizzante Atos Trio debutta
nella splendida integrale delle opere di Josef Suk varata
dalla casa discografica tedesca con un disco che ribadisce
la sua indiscutibile grandezza in una serie di opere dal taglio quasi sinfonico. Analogamente a quanto si può notare
nella vasta produzione orchestrale del compositore ceco,
anche questi lavori cameristici presentano tutte le caratteristiche dello stile di Suk (che, detto per inciso, era genero
di Antonín Dvorák): una inesauribile fantasia, una serie di
effetti sonori molto efficaci, una buona dose di arguzia e
un pizzico di malinconia. Più in particolare, il Quartetto
per archi e pianoforte è un’opera molto interessante, nella quale la tipica scrittura dei grandi concerti virtuosistici
degli ultimi trent’anni del XIX secolo coesiste armoniosamente con le logiche proprie del repertorio cameristico, l’ampia Ballata per violino e pianoforte ha in serbo
numerosi spunti sorprendenti, mentre le Serenata – come
sottolinea Eckhardt van der Hoogen, autore delle note di
copertina di questo disco – potrebbe essere definita una
danza boema scritta da Claude Debussy.
Columns - FEBBRAIO 2010
Josef Suk su CPO:
JOSEF SUK
THE RIPENING. TALE OF A WINTER EVENING
Orchester der Komischen Oper Berlin
Kirill Petrenko, direttore
CPO777364 (CD alto prezzo)
Heinrich Schütz su CPO:
HISTORIA DER AUFERSTEHUNG JESU CHRISTI
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
CPO777027 (CD alto prezzo)
CANTIONES SACRAE OP.
4
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
CPO405 (2 CD alto prezzo)
JOSEF SUK / ANATOLI LIADOV
RACCONTO D’ESTATE / IL LAGO INCANTATO
Orchester der Komischen Oper Berlin
Kirill Petrenko, direttore
CPO777174 (CD alto prezzo)
GEISTLICHE CHOR-MUSIC
JOSEF SUK
KLEINE GEISTLICHE KONZERTE
SINFONIA ASRAEL
Orchester der Komischen Oper Berlin
Kirill Petrenko, direttore
CPO777001 (CD alto prezzo)
HEINRICH SCHÜTZ
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
CPO546 (2 CD alto prezzo)
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
CPO675 (3 CD alto prezzo)
OPERE PROFANE
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
CPO518 (CD alto prezzo)
MUSIKALISCHE EXEQUIEN
Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes
JOSEF MYSLIVECEK
INTEGRALE DEGLI OTTETTI E DEI QUINTETTI PER FIATI
CPO777410 (CD alto prezzo)
H. Schütz: Musikalische
Exequien SWV 279-281;
Salmi penitenziali n. 6, 51,
102, 130 e 143
Nel 1997 la CPO pubblicò
il primo volume dell’integrale delle opere di Heinrich Schütz nella intensa
interpretazione dell’ensemble di strumenti originali Weser-Renaissance
diretto da Manfred Cordes. Sebbene siano ormai trascorsi
diversi anni, questa collana – che con questo splendido disco
taglia il traguardo del sesto volume – continua a essere considerata un punto di riferimento ineludibile nella discografia
del compositore tedesco, come si può notare dalle entusiastiche recensioni pubblicate dalla stampa specializzata di tutto
il mondo. Composta per il funerale del principe Heinrich
Posthumus Reuss, la Musikalische Exequien è un’opera per
voci e basso continuo concepita su misura per la liturgia luterana, in sostituzione del sino ad allora consueto rito cattolico
in latino. Oltre a questo lavoro di grande suggestione, il programma comprende anche sette commoventi salmi penitenziali tratti dal Salterio Becker e dai Psalmen Davids. Anche
in questo caso l’ensemble Weser-Renaissance diretto da Cordes riesce a individuare il giusto mix tra fedeltà alla prassi
esecutiva e immediatezza espressiva in grado di riportare alla
vita questi meravigliosi lavori.
L’Orfeo Bläserensemble, Carin van Heerden
CPO777377 (CD medio prezzo)
Nato da una costola della
Orfeo Barockorchester,
formazione di strumenti
originali che sotto la guida
della violinista Michi
Gaigg ha realizzato per la
CPO diversi dischi dedicati al repertorio settecentesco accolti con grande
favore dalla stampa specializzata di tutto il mondo, L’Orfeo Wind Ensemble diretto da Carin van Heerden
propone in prima registrazione mondiale gli incantevoli ottetti e quintetti per strumenti a fiato del compositore boemo
Josef Myslivecek, che nel corso del suo lungo soggiorno a
Napoli sviluppò un grande entusiasmo per la brillantezza e la
melodiosità delle opere italiane. Questa sincera passione appare evidente dalla vivacità ritmica e dall’accorta strumentazione dei suoi ottetti, ai quali manca soltanto l’apporto dei
cantanti. A proposito di questi lavori, il celebre critico
Gerhard Pätzig ha scritto: «componendo queste opere sembra
che Myslivecek si sia lasciato ispirare da testi di sua fantasia,
dando vita a continui colpi di scena ora buffi ora drammatici.
Le parti degli strumenti a fiato rappresentano i tipici personaggi delle opere italiane del XVIII secolo». Per raggiungere
questo ambizioso obiettivo, Myslivecek scrisse parti incredi9
Columns - FEBBRAIO 2010
bilmente complesse per le possibilità tecniche ed espressive
degli strumenti a fiato dell’epoca. I sei Quintetti per due oboi,
due corni e fagotto sono veri e propri gioielli in miniatura
composti durante il suo soggiorno a Roma, le cui caratteristiche principali – melodie intrise di malinconia, ritmi garbati e
passaggi virtuosistici affidati soprattutto ai corni – sembrano
riecheggiare le sonorità tipiche della sua patria lontana.
PIERRE RODE
CAPRICES EN FORME D’ÉTUDES
Elizabeth Wallfisch, violino
CPO777129 (2 CD medio prezzo)
Esponente più giovane della scuola violinistica fiorita
in Francia negli ultimi decenni del XVIII secolo che
tra gli altri comprendeva
anche i celebri Rodolphe
Kreutzer e Pierre Baillot,
Pierre Rode compose quasi
esclusivamente per il suo
strumento. Fatta eccezione
per alcune opere vocali, la
produzione di Rode comprende infatti concerti per violino e orchestra, un gran numero di variazioni per violino accompagnato
da diversi strumenti e dieci quartetti per archi. Pubblicati per la
prima volta intorno al 1815, i Caprices en forme d’études costituiscono l’opera solistica più famosa di Rode e nel giro di pochissimo tempo si conquistarono un posto di grande rilevanza
nella letteratura violinistica. A differenza dei quaranta Études ou
Caprices di Kreutzer, i capricci di Rode richiedono all’interprete
un fraseggio ricco di nuances molto lontano dalla tipica scrittura
dei lavori didattici del genere. Da notare che i capricci di Rode
sono ordinati secondo la loro tonalità per quinte, senza tenere
conto dei diversi aspetti della tecnica violinistica. Unanimemente considerata tra le interpreti più autorevoli del repertorio violinistico preromantico, Elizabeth Wallfisch si accosta a queste incantevoli pagine con la sua consueta maestria. Un disco veramente da non perdere.
JOHN IRELAND
INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO
Stefan Kagl, organo dell’Herforder Münster
CPO777481 (SACD alto prezzo)
Un grande talento permise a John Ireland di impadronirsi della
tecnica organistica con incredibile rapidità, al punto che all’età
di 18 anni il compositore originario di Manchester venne ammesso nell’esclusivo Royal College of Organists, diventandone
il membro più giovane di sempre.
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In seguito Ireland ottenne
una cattedra di composizione e la carica di organista e
di direttore del coro della St
Luke’s Church di Chelsea.
Date queste premesse, non
si può che rimanere sorpresi dal fatto che nella vasta
produzione di Ireland le
opere per organo costituiscano sotto l’aspetto quantitativo una parte quasi trascurabile, appena sufficiente per riempire il programma di un CD. In ogni caso, questi lavori sono
caratterizzati da una scrittura assolutamente irreprensibile, che
affonda le sue radici nelle grandi tradizioni classica e romantica.
L’incantevole Elegiac Romance è caratterizzata da un’espressività intensamente brahmsiana, mentre gli altri brani presentano
un’ampia varietà di toni, spaziando da un intimismo lirico e meditativo, a potenziali grandi successi (Cavatina), al puro divertimento. Organista e direttore del coro della Hertford Minster,
Stefan Kagl si accosta a queste splendide opere con il dichiarato
obiettivo di far conoscere un aspetto inedito della produzione di
Ireland. Da parte nostra, siamo pronti a scommettere che ce la
farà!
ANTONIO VIVALDI
LE CINQUE STAGIONI
Quintessence Saxophone Quintet
CPO777535 (DVD alto prezzo)
Sebbene le Quattro Stagioni di
Vivaldi rientrino sicuramente
nel novero delle opere più eseguite e incise del panorama classico di ogni tempo, gli appassionati di classica non si sono ancora stancati di ascoltarle. Il Quintessence Saxophone Quintet trasfigura il capolavoro vivaldiano
in una sorta di “concerto grosso”, nell’ambito del quale tutti e
cinque gli strumenti assurgono a
turno a solisti, in una formazione
decisamente insolita che comprende due sax soprano, un sax
contralto, un sax tenore e un sax basso. E, dal momento che anche a distanza di quasi tre secoli la musica di Vivaldi continua a
suscitare spunti di riflessione, Uli Lettermann ha pensato bene di
aggiungere una “quinta stagione”, che trae chiaramente la propria struttura melodica dallo stile del Prete Rosso. Nel complesso questo disco ci offre la possibilità di ascoltare sonorità del
tutto innovativa che trovano il loro punto di partenza nella musica barocca di Vivaldi. Il programma di questo disco è disponibile anche su CD (CPO777366).
Columns - FEBBRAIO 2010
WOLFGANG AMADEUS MOZART
LUDWIG VAN BEETHOVEN – JOHANNES BRAHMS
ARIE PER SOPRANISTA
OPERE ORCHESTRALI
Michael Maniaci, sopranista
Boston Baroque, Martin Pearlman
TELCD31827 (CD alto prezzo)
W.A. Mozart: Idomeneo re di Creta: Ouverture; Ah qual gelido
orror... Il padre adorato; Lucio Silla: Dunque sperar poss’io…
Il tenero momento; Ah se a morir mi chiama; La clemenza di
Tito: Ouverture; Deh, per questo istante solo; Parto, ma tu ben
mio; Exsultate, jubilate K.165
La Telarc e il Concord Group sono orgogliosi di presentare un
disco interamente dedicato a Mozart dei Boston Baroque di
Martin Pearlman, una delle formazioni di strumenti originali più
acclamate del mondo e nominata per ben tre volte ai Grammy
Awards. Nel loro ventesimo disco pubblicato dalla Telarc, i Boston Baroque sono affiancati da Michael Maniaci, un sopranista
americano in possesso di incredibili mezzi tecnici ed espressivi,
che ha già iniziato a far parlare molto di sé. Questo imperdibile
disco offre la possibilità di ascoltare per la prima volta alcune
arie scritte da Mozart per castrato eseguite secondo le intenzioni
del grande compositore salisburghese, vale a dire non da un soprano donna ma con l’affascinante tavolozza sonora, la brillante
coloritura e la potenza di un genere di cantante che non esiste
(quasi) più. Ascoltando le arie dell’Idomeneo re di Creta, del
Lucio Silla e della Clemenza di Tito, il celeberrimo mottetto Exsultate, jubilate – composto da Mozart a 17 anni per il famoso
castrato Venanzio Rauzzini – e le ouvertures dell’Idomeneo e
della Clemenza di Tito avrete la possibilità di immergervi in un
mondo dal fascino intramontabile.
Trio Poseidon
Gothenburg Symphony Orchestra, Neeme Järvi
CHAN10564 (CD medio prezzo)
L. van Beethoven: Triplo Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56 J. Brahms: Doppio
Concerto per violino, violoncello e orchestra op. 102
La Chandos è orgogliosa di presentare due delle opere concertanti più famose del XIX secolo nella sapiente
lettura della Gothenburg Symphony Orchestra diretta da
Neeme Järvi. Sebbene siano state composte a distanza di
molti anni, queste due opere vedono protagonisti due o tre
strumenti solisti accompagnati da un’orchestra, una struttura non molto diversa da quella del concerto grosso di
epoca barocca.
Il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e
orchestra op. 56 di Beethoven venne composto nel 1804 in
uno dei periodi più delicati dell’esistenza del compositore
di Bonn. In quei mesi Beethoven aveva infatti iniziato a
superare il trauma della sordità e aveva ripreso a esprimersi con la musica dopo un terribile momento di crisi che lo
aveva portato alle soglie della disperazione. Sotto il profilo strutturale, quest’opera matura e pervasa da una meravigliosa vena melodica potrebbe essere descritta come un
trio per pianoforte e archi accompagnato dall’orchestra.
Al contrario, l’imponente Doppio Concerto di Brahms andrebbe definito come un trio con pianoforte, con la parte
di questo strumento affidata all’orchestra. In questo disco
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Columns - FEBBRAIO 2010
le parti solistiche sono state affidate al Trio Poseidon, una
raffinata formazione cameristica fondata nel 2002 da Sara
Trobäck Hesselink, Claes Gunnarsson (rispettivamente
primo violino e primo violoncello della Gothenburg Symphony Orchestra) e dal pianista Per Lundberg, insegnante
al Royal College of Music di Stoccolma.
SIR ARTHUR SULLIVAN
IVANHOE
Solisti, Adrian Partington Singers
BBC National Orchestra of Wales, David Lloyd-Jones
CHAN10578(3) (3 CD medio prezzo)
BERNARD HERRMANN
COLONNE SONORE
Orla Boylan, Martin Roscoe,
BBC Philharmonic, Rumon Gamba
CHAN10577 (CD alto prezzo)
B. Herrmann: Hangover Square; Quarto potere
Brillante sia come direttore sia come compositore, Bernard Herrmann
è considerato da molti
uno degli autori di colonne sonore più innovativo
degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. La sua
produzione conta ben 47 colonne sonore scritte tra il 1941
e il 1976 per film diventati veri e proprio cult movie del
calibro di Quarto potere, Psycho, Taxi Driver. Nonostante i grandi successi ottenuti in ambito cinematografico,
Herrmann rifiutò sempre l’etichetta di “autore di colonne
sonore”, preferendo essere definito un compositore che
collaborava con i registi del grande schermo. Considerato da molti critici cinematografici il film più importante della storia, Quarto potere rappresentò il battesimo di
Herrmann come autore di colonne sonore. Se tutti conoscono la straordinaria influenza esercitata da Orson Welles sulla storia del cinema, ancora oggi solo un numero
relativamente limitato di appassionati si rende conto che
una parte non marginale del successo ottenuto da Quarto
potere va attribuita alla colonna sonora, che fece vincere
a Herrmann una nomination agli Oscar per la migliore colonna sonora drammatica. Basato sull’omonimo romanzo
di Patrick Hamilton, il film noir Hangover Square vanta
una colonna sonora dai toni altrettanto tenebrosi che riecheggia il celebre Warsaw Concerto di Richard Addinsell.
Nella scena finale, il protagonista Bone esegue rapito il
concerto scritto da Herrmann senza curarsi dell’incendio
che divampa intorno a lui.
La Chandos è orgogliosa di accogliere questo nuovo disco
diretto da Rumon Gamba nella prestigiosa collana Chandos Movie, per la gioia non solo dei cinefili più nostalgici, ma anche degli appassionati più esigenti della grande
musica.
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«L’opera storica che sto scrivendo rappresenta il sogno della
mia vita. Non ho mai creduto nelle opere liriche basate su dèi
e miti. Quello che desidero più di ogni altra cosa è un libretto
che veda protagonisti personaggi fatti di carne e di sangue, che
provano passioni ed emozioni umane. Sono del tutto convinto
che la musica dovrebbe parlare al cuore e non al cervello». Nel
1885 Sir Arthur Sullivan descrisse in questi termini le idee che si
sarebbero concretizzate in Ivanhoe. Romanzo più famoso di Sir
Walter Scott, Ivanhoe rappresentava il soggetto ideale per Sullivan e costituì anche uno straordinario trampolino di lancio per la
English Royal Opera di D’Oyly Carte, uno dei teatri più grandi
ed eleganti di Londra, dove quest’opera romantica della durata
di tre ore venne messa in scena con due cast distinti per ben 155
serate consecutivi, un traguardo mai eguagliato da nessun altro
teatro londinese. Nel 1891 gli appassionati di musica londinesi potevano contare su una scelta che non aveva confronti con
nessuna altra capitale europea, con Ivanhoe in programma alla
Royal English Opera, The Gondoliers che continuava ad attirare
schiere di spettatori al Savoy e The Golden Legend in cartellone
al Covent Garden. Fatta eccezione per Georg Friedrich Händel,
la storia del teatro londinese non annovera nessun musicista in
grado di monopolizzare l’attenzione degli appassionati d’opera
come Sullivan. La straordinaria varietà dei temi toccati dal romanzo di Scott consentì a Sullivan di comporre una delle opere
più significative mai scritte in Gran Bretagna. La Chandos è
orgogliosa di presentare Ivanhoe in prima registrazione mondiale con uno strepitoso cast di cantanti comprendente tra gli altri
Columns - FEBBRAIO 2010
Janice Watson, Toby Spence, Catherine Wyn-Rogers e Geraldine McGreevy, guidato con polso e molto buon gusto da David
Lloyd-Jones, al debutto con la prestigiosa etichetta inglese.
Sir Arthur Sullivan su CHANDOS:
SIR ARTHUR SULLIVAN
COX AND BOX. TRIAL BY JURY
Solisti, Chamber Choir of the Royal Welsh College
of Music and Drama
BBC National Orchestra of Wales, Richard Hickox
CHAN10321 (CD alto prezzo)
cercato per molti anni i musicisti più adatti per registrare i due
quartetti per archi e pianoforte, che alla fine ha individuato nei
componenti dell’Hermitage String Trio, con i quali si è esibita
di recente in una serie di concerti che ha suscitato l’unanime
entusiasmo del pubblico e della critica. A proposito di questa
formazione, lo Strad ha recentemente scritto: «Questo ensemble
ha fatto moltissimo per portare il repertorio per trio d’archi nelle
sale da concerti». Il programma di questo disco è completato dal
Notturno n. 4 per pianoforte, che viene valorizzato al massimo
dalla calda acustica Chandos.
Kathryn Stott su CHANDOS:
SIR ARTHUR SULLIVAN
GABRIEL FAURÉ
IN MEMORIAM
OPERE ORCHESTRALI
BBC Philharmonic Orchestra, Richard Hickox
CHAN9859 (CD alto prezzo)
Kathryn Stott, Peter Dixon, Richard Davis,
BBC Philharmonic Orchestra
Yan Pascal Tortelier, direttore
CHAN9416 (CD alto prezzo)
GABRIEL FAURÉ
OPERE CAMERISTICHE
Kathryn Stott, pianoforte
The Hermitage String Trio
CHAN10582 (CD alto prezzo)
G. Fauré: Quartetto n. 1
per archi e pianoforte op.
15; Quartetto n. 2 per archi
e pianoforte op. 45; Notturno n. 4
Accogliendo l’invito di Camille Saint-Saëns, nel 1871
Gabriel Fauré entrò a far
parte dell’esclusiva Société
Nationale de Musique,
dove ebbe la possibilità di
conoscere e frequentare alcuni dei principali musicisti francesi
dell’epoca come Franck, D’Indy e Bizet. La Société era stata
costituita con l’obiettivo di promuovere la diffusione della musica francese e di creare una rete che consentisse l’esecuzione di
opere sia cameristiche sia orchestrali. Nonostante questi eccellenti propositi, la Société non ebbe una particolare influenza su
Fauré. In un’intervista rilasciata nel 1922 Fauré affermò: «La
verità è che prima del 1870 non mi sarei mai sognato di scrivere una sonata o un quartetto. Solo quando Saint-Saëns fondò la
Société mi decisi a occuparmi di questo ambito repertoriale»,
una dichiarazione che trova conferma nel fatto che quasi tutte le
opere cameristiche di Fauré vennero eseguite per la prima volta
grazie all’impegno della Société Nationale de Musique. Kathryn
Stott è oggi considerata una delle migliori interpreti delle opere
pianistiche di Fauré in circolazione, un’opinione del tutto condivisa dal critico di BBC Music Magazine, che qualche tempo
fa ha scritto: «Kathryn Stott ribadisce di essere una delle più
autorevoli interpreti di Fauré della sua generazione». La Stott ha
GABRIEL FAURÉ
OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
Kathryn Stott, Christian Poltéra, Priya Mitchell
CHAN10447 (CD alto prezzo)
CAMILLE SAINT-SAËNS
OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
Kathryn Stott, Christian Poltéra
CHAN10552 (CD alto prezzo)
AA.VV.
TENDER IS THE NORTH – MUSICA PER ORGANO DI AUTORI NORDICI
Iain Quinn, organo
CHAN10581 (CD alto prezzo)
J. Sibelius: Intrada op.
111a; Surusoitto op. 111b
N.W. Gade: Tre Tonestykker op. 22; Tre Choralforspil Palmgren: Due Preludi Nystedt: Med Jesus vil
eg fara Másson: Larghetto
Olsson: Sonata per organo
op. 38
Il variegato programma di
Tender is the North consente di dare un’occhiata in quell’autentico pozzo di san Patrizio
che è il repertorio per organo dei paesi scandinavi. Questa affascinante silloge di opere provenienti dalla Danimarca, dalla
Finlandia, dall’Islanda, dalla Norvegia e dalla Svezia e registrata nella Cattedrale di Coventry da un Iain Quinn in forma
smagliante comprende due prime registrazioni mondiali – Med
Jesus vil eg fara di Nystedt e il Larghetto di Másson, composti
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Columns - FEBBRAIO 2010
appositamente per questo disco – e opere virtualmente sconosciute come l’Intrada op. 111a di Sibelius e i Preludi di Palmgren. Considerato uno degli organisti migliori del Regno Unito,
Iain Quinn ha realizzato per la Chandos tre dischi di grande interesse accolti con entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il
mondo. «Come ho già avuto modo di sottolineare, l’esecuzione
di questo giovane musicista è impeccabile sotto tutti gli aspetti e molto musicale. La scelta dei registri è sempre azzeccata e
il fraseggio delle diverse voci preciso e molto gradevole. Nel
complesso si tratta di un’antologia di opere molto rare, registrata
in maniera mirabile e curata fin nei minimi dettagli anche sotto
l’aspetto grafico che merita di essere presa in seria considerazione» (International Record Review, a proposito di Czech Music
for Organ, CHAN10463).
Gimell
AA.VV.
THE TALLIS SCHOLARS SING FLEMISH MASTER
Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore
tori come Josquin Desprez, Heinrich Isaac e Cipriano de
Rore. Per celebrare nel migliore dei modi i 30 anni di attività
dell’ensemble diretto da Peter Phillips la Gimell ripropone in
un cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD cinque
messe dei maggiori autori del Rinascimento fiammingo, tutti
legati in qualche modo al nostro paese. Come sempre, questo
cofanetto è corredato da un booklet molto corposo, che aiuta
a calarsi nella realtà del mondo rinascimentale e ad apprezzare pienamente queste splendide opere.
RICHARD STRAUSS
SINFONIA DELLE ALPI
London Symphony Orchestra, Bernard Haitink
LSO0689 (SACD medio prezzo)
CDGIM211 (2 CD al prezzo di 1)
Heinrich Isaac (ca 1450-1517): Missa de Apostolis Johannes Ockeghem (ca 1425-1497): Missa Au travail suis Orlando di Lasso (1532-1594): Missa Osculetur me Cipriano
de Rore (ca 1515-1565): Missa Praeter rerum seriem Antoine Brumel (ca 1460-ca 1520): Missa et ecce terrae motus
Oltre a Thomas Tallis – compositore da cui hanno preso il
nome – e a Giovanni Pierluigi da Palestrina, i Tallis Scholars hanno dato un contributo determinante alla riscoperta
e alla valorizzazione dei grandi maestri franco-fiamminghi,
realizzando una serie di straordinari dischi dedicati ad au14
Nella Sinfonia delle Alpi Richard Strauss descrive con toni
epici l’ascesa a una vetta alpina, facendo ricorso a un gran
numero di strumenti e di combinazioni strumentali per evocare le impressioni e gli eventi di cui fu testimone. I critici e
i musicologi sono concordi nel sostenere che questo lavoro
di ampie dimensioni rappresenta uno dei massimi capolavori
dell’ultimo grande maestro del Tardo Romanticismo tedesco,
ormai giunto al culmine della sua arte. «Un’esecuzione di
straordinaria potenza espressiva della Sinfonia delle Alpi.
Solo in pochissimi altri casi mi ricordo di aver sentito una
ascesa verso la vetta così tesa ed emozionante. Il sapiente
modo con cui Haitink sa dosare le ricche sfumature della
London Symphony Orchestra sia all’alba sia al tramonto, con
Columns - FEBBRAIO 2010
SERGEI RACHMANINOV
OPERE ORCHESTRALI
Denis Matsuev, pianoforte
Orchestra del Teatro Mariinsky, Valery Gergiev
MAR0505 (SACD alto prezzo)
Denis Matsuev
PRIMA SCELTA
i migliori a prezzo speciale
€14,90
(prezzo consigliato - fino al 31.03.2010)
S. Rachmaninov: Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra op. 30; Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43
Il quarto titolo della Mariinsky Live vede il giovane
ma acclamatissimo pianista russo Denis Matsuev e il
carismatico Valery Gergiev alla testa dell’Orchestra del
Teatro Mariinsky alle prese con due caposaldi della letteratura orchestrale del XX secolo come il Concerto n.
3 per pianoforte e orchestra e la Rapsodia su un tema di
Paganini di Rachmaninov. Si tratta di una registrazione di alto profilo, che va ad aggiungersi a un catalogo
numericamente ancora ridotto ma che vanta due titoli
nominati per due Grammy ciascuno, Il naso di Shostakovich come Miglior disco classico dell’anno e Miglior
disco di opera dell’anno e le sinfonie n. 1 e n. 15 di
Shostakovich come Miglior disco orchestrale dell’anno
e Disco classico dalla qualità sonora migliore dell’anno.
Da notare che Il naso si è confermato un vero e proprio
asso pigliatutto, aggiudicandosi un gran numero di riconoscimenti internazionali tra cui lo Choc de l’année
della rivista Classica e il prestigioso Midem Classical
Award per la categoria opera. Se di Valery Gergiev gli
appassionati italiani sanno ormai quasi tutto, vale la
pena di spendere due parole su Denis Matsuev, nome
di cui si sentirà parlare sempre più spesso. Dopo essersi
aggiudicato nel 1998 il primo premio nel Corso Ciaikovsky di Mosca, Matsuev ha iniziato una intensa attività
concertistica, che lo ha visto in molti casi accompagnato dall’Orchestra del Teatro Mariinsky e dalla London
Symphony Orchestra dirette da Valery Gergiev, con i
quali nel prossimo futuro realizzerà diversi dischi. Da
notare che Matsuev ha avuto l’onore di essere stato scelto dalla Fondazione Sergei Rachmaninov per eseguire
e incidere una serie di brani del compositore russo sul
pianoforte conservato a Villa Senar a Lucerna, un fatto
che la dice davvero lunga sul conto del giovane pianista.
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Columns - FEBBRAIO 2010
i colori della natura che prima emergono dall’oscurità per poi
sfumare negli incerti contorni del crepuscolo, esprimono fino in
fondo la strenua lotta metafisica e il trionfo del grande capolavoro straussiano» (The Times) «Haitink rifugge dalla tentazione
di eseguire questa vasta partitura con l’ironia postmoderna che
oggi va di gran moda presso molti direttori, conferendogli la sua
vera identità, quella di uno dei caposaldi più rappresentativi del
Tardo Romanticismo tedesco» (The Guardian).
cantanti di maggior talento». Sebbene questa disamina si riferisca a un’antologia di arie d’opera, questi giudizi possono essere
estesi anche a questo meraviglioso recital pubblicato dalla Wigmore Hall Live, nel quale Keenlyside si allontana dal cliché del
cantante narcisistico disposto a sacrificare sull’altare del proprio
ego le opere che esegue e il pubblico che lo ascolta, per rivelarsi
un vero e proprio poeta della musica, sempre pronto a mettersi
al servizio dei versi e delle note.
FRANZ JOSEPH HAYDN
QUARTETTI PER ARCHI
Doric String Quartet
WHLive032 (CD medio prezzo)
AA.VV.
OPERE VOCALI
Simon Keenlyside, baritono - Malcolm Martineau, pianoforte
WHLive031 (CD medio prezzo)
F. Schubert: An Silvia;
Einsiedelei; Verklärung;
Die Sterne; Himmelsfunken; Ständchen H. Wolf:
Der Knabe und das Himmelein; Gesang Weilas;
An die Geliebte; Auf eine
Christblume II; Lied eines
Verliebten; Lied vom Winde G. Fauré: Aubade; En
sourdine; Green; Notre
amour; Fleur jetée; Spleen; Madrigal; Le papillon et la fleur
M. Ravel: Histoires naturelles (Le paôn; Le grillon, Le
cygnet; Le martin-pêcheur; La pintade) F. Poulenc: Hôtel
In un’intervista rilasciata al Guardian, il baritono Simon Keenlyside ha dichiarato: «Tutto ciò che accade nel mondo – sia il
bene sia il male – è contenuto in qualche modo nel mio repertorio di Lieder tedeschi e di mélodies francesi», In questa splendida registrazione live che lo vede accompagnato da Malcolm
Martineau, Keenlyside propone agli amanti del canto da camera
un ampio ventaglio di spunti musicali, temi drammatici ed emozioni. Il programma si apre con sei pagine di Schubert, altrettanti
brani tratti dai Mörike-Lieder di Wolf, una bella silloge di mélodies di Fauré su testi di Hugo, Verlaine e altri poeti francesi e
cinque incantevoli raffigurazioni di animali dai tratti vagamente
umani tratte dalle Histoires naturelles di Ravel. Recensendo un
suo disco, il BBC Music Magazine ha definito Keenlyside: «il
più grande baritono lirico in circolazione e uno dei migliori di
ogni tempo. La sua spiccata personalità artistica gli consente
di immergersi in tutti i personaggi che interpreta con una profondità espressiva e un’intelligenza musicale che trovano pochi
confronti. Ogni interpretazione di Keenlyside è basata su un perfetto controllo dell’emissione, su una eccellente varietà timbrica
e su un impeccabile legato, tre qualità che appartengono solo ai
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F.J. Haydn: Quartetto per archi op. 9 n. 4; Quartetto per archi
op. 50 n. 2; Quartetto per archi op. 76 n. 1; Quartetto per archi
op. 50 n. 1
Fondato nel 1998 al Pro Corda, la prestigiosa scuola del Suffolk specializzata nel repertorio cameristico, il Doric String
Quartet si è esibito ben quattro volte nella stagione 2008-09
della Wigmore Hall, ottenendo in occasione dell’ultimo concerto un vero e proprio trionfo. Registrato il 15 gennaio del
2009, questo CD rappresenta il debutto discografico di un
gruppo che farà sicuramente parlare molto di sé. Il programma
comprende tre quartetti di Franz Joseph Haydn, uno – il Quartetto op. 76 n. 1 – appartenente all’empireo della letteratura
settecentesca e gli altri composti nelle prime fasi della lunghissima carriera del grande maestro di Rohrau. Scegliendo di
eseguire queste opere, i componenti del Doric String Quartet
hanno voluto da un lato garantire l’ascolto più gradevole possibile e dall’altro dimostrare quanto sia varia la produzione di un
compositore che riserva ancora molte sorprese al grande pubblico. Da notare che il Doric String Quartet si è già esibito in
Columns - FEBBRAIO 2010
Italia in occasione del Premio Paolo Borciani di Reggio Emilia, dove la sua interpretazione dei quartetti di Haydn ottenne
il secondo premio e una menzione speciale, che si aggiunsero
al trionfo riportato il mese prima alla Osaka Chamber Music
Competition. Parlando del concorso di Reggio Emilia, la rivista The Strad sottolineò «la spiccata musicalità e la grande fantasia sonora» dei quattro componenti del gruppo. Dopo aver
definito “magica” l’interpretazione del Quartetto op. 76 n. 1 di
Haydn, il recensore descrive le interpretazioni del Doric String
Quartet come «le più fantasiose, appassionanti, commoventi
e brillanti» del concorso. Un disco davvero da non perdere.
TESTAMENT
RICHARD WAGNER
PARSIFAL
Karl Liebel, Gerda Lammers, Gottlob Frick,
Otakar Kraus, Eberhard Wächter.
Covent Garden Opera Chorus,
Covent Garden Orchestra, Rudolf Kempe
TES1455 (4 CD alto prezzo)
versione quasi completa del terzo atto diretta dallo specialista wagneriano Karl Muck, in catalogo dal lontano 1928.
Purtroppo, verso la metà del secolo scorso Parsifal non
godeva ancora della fama di tutte le altre opere di Wagner, in quanto continuava a essere considerato un lavoro
monolitico, dal carattere troppo religioso e dall’incedere
insopportabilmente lento. Nel 1952 la Decca mise in commercio la prima incisione integrale del Parsifal realizzata
l’anno precedente da Hans Knappertsbusch in occasione
della riapertura del Festival di Bayreuth. Dopo aver raccolto l’eredità di Muck, Knappertsbusch diresse Parsifal a
Bayreuth per ben 55 volte dal 1951 al 1964, un anno prima della sua scomparsa. Questo disco suscitò una grande
sensazione, in parte per una qualità sonora che era riuscita
a ricreare alla perfezione le caratteristiche acustiche della
Festspielhaus e in parte perché, ascoltato a casa tenendo
sotto gli occhi il libretto venduto separatamente dalla Decca, Parsifal si rivelò anche agli occhi degli scettici più
irriducibili per quello che è, un’opera di sublime profondità e umanità. Parsifal gode da sempre dell’incondizionata
ammirazione di musicisti e compositori – compresi molti
di quelli che si dichiararono sempre ostili a Wagner e alle
ideologie che rappresentava come Debussy e Stravinsky
– per le sue ricchissime architetture armoniche e per la stupefacente originalità della sua scrittura, due caratteristiche
che – come scrive giustamente The Record Guide – esaltano al massimo grado «gli ultimi, strani e profondi pensieri
di Wagner» (dalle note di copertina di Michael Tanner).
CARLO MARIA GIULINI IN CONCERTO
Berliner Philharmoniker, Carlo Maria Giulini
TES1438 (CD alto prezzo)
Ultima opera scritta da Richard Wagner, Parsifal venne
eseguito al Covent Garden di Londra per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1951
sotto la direzione di Karl Rankl, con un cast di altissimo
livello guidato da Kirsten Flagstad (Kundry) e Ludwig
Weber (Gurnemanz) e la stessa regia del primo allestimento londinese del 1914. Vale la pena di ricordare che
alla fine degli anni Quaranta non era ancora disponibile
alcuna edizione discografica del capolavoro di Wagner a
parte alcune selezioni di brani, tra le quali spiccava una
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Columns - FEBBRAIO 2010
G. Rossini: Ouverture da Semiramide F. Schubert: Sinfonia n. 4
D.417 Tragica C. Franck: Psyché et Éros C. Debussy: La mer
Nel febbraio del 1969 Giulini presentò un programma di particolare interesse, comprendente l’ouverture dalla Semiramide
di Rossini, la Quarta Sinfonia di Schubert, Psyché et Éros di
Franck e La Mer di Debussy. Con queste quattro opere legate
in qualche modo l’una all’altra, il grande direttore italiano
desiderava sottolineare le tappe salienti del passaggio dal
Classicismo dei primi anni del XIX secolo all’Impressionismo. Il 15 febbraio del 1969 sull’autorevole quotidiano
Die Welt apparve un articolo di Joachim Matzner intitolato
«Dramma e spiccata sensibilità», nel quale il celebre critico metteva in evidenza la capacità di Giulini di far coesistere una melodia delicata con una insostenibile tensione
drammatica». Il 21 febbraio del 1969 il critico del Frankfurter Rundschau Rudolph Ganz iniziò la sua recensione
lodando gli eccellenti abbinamenti del programma. A proposito dell’ouverture della Semiramide di Rossini Ganz
affermò che non si trattava di un brano allegro e chiassoso, ma di un capolavoro di precisione, mentre la Quarta
Sinfonia di Schubert – battezzata dallo stesso compositore
Tragica – esprime esattamente l’essenza del suo titolo, non
essendo un’opera né pomposa né patetica, ma nervosa e
ricca di tensione. Il culmine romantico venne raggiunto
con la breve Psyché et Éros di Franck e l’elettrizzante finale con La Mer di Debussy, che secondo Ganz fu eseguita
«con un incedere estremamente vivo e animato. Anche in
questo caso l’assoluta precisione che consentiva a Giulini di non farsi sfuggire nemmeno il più piccolo dettaglio della partitura raggiunse nuove vette, con i Berliner
Philharmoniker autori di una performance assolutamente
strepitosa» (dalle note di copertina di Helge Grünewald).
(ASOT, IV, 64-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, V,
62-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, III, 17-21);
Toccata in do maggiore (ASOT, III, 96-9); Fuga in fa minore;
Toccata Terza in sol minore (ASOT, IV, 126-32)
Con questo terzo CD, dedicato a varie composizioni di Alessandro Scarlatti destinate precipuamente all’organo, continua il
progetto che prevede la registrazione degli «Opera Omnia per
tastiera» del grande compositore palermitano. Questo progetto
è scaturito dallo studio e dal piano di pubblicazione dell’ampio corpus di fonti manoscritte contenenti musiche per tastiera
dell’autore intrapreso circa una decina di anni fa; in effetti, la
pubblicazione degli «Opera Omnia per strumento a tastiera» di
Alessandro Scarlatti presso le «Ut Orpheus Edizioni» di Bologna (a cura di A. Macinanti e di F. Tasini) è iniziata nel 2000 ed è
giunta ora al quinto volume. Per la registrazione di questo terzo
CD è stato scelto l’organo costruito nel 1854 da Antonio Sangalli (1820-1901) per la Chiesa Parrocchiale di San Paolo Apostolo
di Ziano Piacentino e restaurato da Daniele Giani nel 2004. Pur
risalendo al XIX secolo, questo strumento offre un ventaglio di
sonorità timbriche (dolcezza e cantabilità del Principale e della
Voce Umana, Ripieno cristallino e “sodo”, Ance [Fagotto reale
ne’ bassi e Trombe soprani] pronte ed omogenee nella tessitura,
Flauti ‘spiccati’) pienamente in consonanza con la tradizione organaria del XVIII secolo.
Già disponibili:
– VOLUME I
Francesco Tasini, clavicembalo
TC661911 (CD alto prezzo)
OPERA OMNIA PER TASTIERA
– VOLUME II
Francesco Tasini, clavicembalo
TC661912 (CD alto prezzo)
OPERA OMNIA PER TASTIERA
ANNIBALE PADOVANO – BERTOLDO SPERINDIO
OPERE PER ORGANO
ALESSANDRO SCARLATTI
OPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME 3
Francesco Tasini, organo Baldassarre Malamini (1580)
TC661913 (CD alto prezzo)
A. Scarlatti: Fuga in re minore (ASOT, II, 96-8); Toccata per organo e per cembalo in la maggiore (ASOT,
I, 15-26); Fuga in do maggiore; Toccata per organo
in do maggiore (ASOT, IV,
50-63); Toccata per cembalo in do maggiore (ASOT,
IV, 80-8); Toccata aperta
d’organo in la minore
18
Marco Ghirotti, organo
TC526601 (CD alto prezzo)
A. Padovano: Toccata
del Sesto Tono; Ricercar
del Sesto Tono alla Terza; Toccata del Primo
Tono; Ricercar del Duodecimo Tono; Toccata
dell’Ottavo Tono B. Sperindio: Toccata Seconda; Ricercar del Primo
Tuono; Canzon Francese
(Un gai berger); Canzon
Francese; Ricercar del sesto Tuono; Canzon Francese
(Hor vienza vien); Canzon Francese (Petit fleur); Ricer-
Columns - FEBBRAIO 2010
car del Terzo Tuono; Canzon Francese (Frais et gagliard); Toccata Prima
Annibale Padovano nacque a Padova nel 1527. Il 30 novembre 1553, il ventiseienne Padovano fu nominato organista presso la Basilica di San Marco di Venezia, dove rimase fino al 2 agosto 1565. Annibale Padovano entrò così
in quello che era considerato il tempio della musica per
eccellenza in qualità di primo organista, mentre al secondo
organo si alternavano Girolamo Parabosco (1551-1557) e
Claudio Merulo (1557-1584). Bertoldo Sperindio nacque
a Modena intorno al 1530. Il 1° gennaio 1552 “maestro
Sperandio” venne nominato organista della Cattedrale di
Padova e nel 1557 ottenne un contratto decennale per lo
stesso incarico con un incremento di stipendio. Nel 1567
gli fu rinnovato il contratto per altri 16 anni, ma nello stesso anno venne sospeso dal servizio per insubordinazione.
Non sappiamo esattamente il motivo di tale sospensione,
ma con ogni probabilità fu conseguenza di un fatto rilevante, che spinse i suoi superiori a trovare addirittura un
sostituto. A riprova delle sue capacità artistiche, Sperindio
fu però reintegrato nell’agosto dello stesso anno. Sperindio morì a Padova il 15 agosto 1570 e, in segno di benemerenza, i membri del Consiglio della Cattedrale decisero di
trasferire il salario di Bertoldo alla moglie e ai suoi figli.
Marco Ghirotti su TACTUS:
DOMENICO SCARLATTI – LORENZO DE ROSSI
OPERE PER ORGANO
Marco Ghirotti, organo
TC681907
GIROLAMO DIRUTA
TOCCATE, RICERCARI, CANZONI
E INNI DI AUTORI VARIDA IL TRANSILVANO
Marco Ghirotti, clavicembalo
TC555401
B. Smetana: La Moldava
A. Dvorák: Sinfonia n. 9
op. 95 Dal Nuovo Mondo
Questa novità della Supraphon costituisce un disco
assolutamente irrinunciabile per chiunque desideri
approfondire le proprie
conoscenze del grande repertorio ceco, proponendo
due delle opere più amate
ed eseguite sia in disco sia nelle sale da concerto di tutto il
mondo. Inoltre questo splendido disco vede protagonista la
Czech Philharmonic Orchestra – la compagine che più di
ogni altra fu legata a Smetana e a Dvorák – e il direttore che
per tutta la sua carriera si impegnò per far conoscere la musica del suo paese, Karel Ančerl. Composta due mesi prima che
Smetana perdesse l’udito, La Moldava è considerata da molti
appassionati la risposta più perentoria ai molti che temevano
che questa disgrazia avesse posto definitivamente fine alla
carriera del compositore ceco. In breve tempo l’“Epopea del
fiume ceco” divenne il simbolo di ogni persona originaria di
questo paese e un meraviglioso inno che celebrava la terra, il
popolo e le tradizioni della Boemia. D’altro lato, il trionfale
soggiorno americano di Dvorák – coronato dallo strepitoso
successo della Sinfonia n. 9 Dal Nuovo Mondo – dimostrò
anche ai più scettici la portata internazionale della musica
ceca. In questo senso, questo disco della Supraphon costituisce una sorta di summa del repertorio orchestrale boemo, con
il poema sinfonico di Smetana che rappresenta lo sbocciare
della scuola nazionale boema e la sinfonia di Dvorák che ne
segna la piena consacrazione in ogni parte del mondo.
AA.VV.
CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA
David Oistrakh, violino
Czech Philharmonic Orchestra, K. Ančerl, A. Pedrotti
ERCOLE PASQUINI
OPERE PER ORGANO
Marco Ghirotti, organo
TC564401
BEDRICH SMETANA – ANTONÍN DVORÁK
OPERE ORCHESTRALI
Czech Philharmonic Orchestra, Karel Ančerl
SU4016 (CD basso prezzo)
SU4015 (CD medio prezzo)
W.A. Mozart: Concerto n. 3 per violino e orchestra K.216 L.
van Beethoven: Romanza n. 2 per violino e orchestra op. 50 J.
Brahms: Concerto per violino e orchestra op. 77
Nato a Odessa nel 1908, David Oistrakh è considerato insieme a Jascha Heifetz e a Yehudi Menuhin uno dei violinisti più
carismatici del XX secolo. A partire dal 1946 – anno in cui la
Cecoslovacchia entrò a far parte del Patto di Varsavia – Praga
fu una delle città in cui Oistrakh si esibì più spesso sia come
violinista sia come direttore d’orchestra. Dotato di una tecnica
irreprensibile e di un suono meravigliosamente caldo, Oistrakh
divenne ben presto uno degli interpreti migliori dei capolavori
del Romanticismo, come si può notare nella splendida versione
del Concerto in re maggiore di Brahms registrata a Praga con la
Czech Philharmonic Orchestra diretta da Antonio Pedrotti.
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Columns - FEBBRAIO 2010
In ogni caso, va detto che la classe cristallina del violinista russo diede risultati eccelsi anche nei lavori – solo apparentemente
più facili – dei grandi maestri del Classicismo viennese, la cui
struttura lineare e la cui intensa melodiosità richiedono sia al
solista sia al direttore un approccio stilistico misurato, un assoluto equilibrio e una attenzione alla qualità del suono ai limiti
del maniacale. Queste qualità sono evidenti nel Concerto n. 3 di
Mozart e nella Romanza n. 2 di Beethoven, che vedono Oistrakh accompagnato dalla Czech Philharmonic Orchestra diretta da
Karel Ančerl nel 1954, quando il violinista russo era già considerato uno dei solisti migliori del mondo. Per garantire l’ascolto
più realistico possibile, queste leggendarie registrazioni sono
state sottoposte dai tecnici della Supraphon a una accurata opera
di rimasterizzazione.
AA.VV.
CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Sviatoslav Richter, pianoforte
Czech Philharmonic Orchestra,
Prague Symphony Orchestra, K. Ančerl, V. Talich,
SU4014 (CD medio prezzo)
P.I. Ciaikovsky: Concerto
n. 1 per pianoforte e orchestra op. 23 S. Prokofiev:
Concerto n. 1 per pianoforte
e orchestra op. 10 J.S. Bach:
Concerto n. 1 per pianoforte
e orchestra BWV 1052
Nel 1950 il trentacinquenne Sviatoslav Richter tenne
il suo primo concerto al di
fuori dell’Unione Sovietica
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a Praga, la splendida capitale della Cecoslovacchia in cui in seguito avrebbe fatto ritorno molte altre volte. I tre concerti proposti in questo disco vennero registrato al Rudolfinum tra la fine
di maggio e l’inizio di giugno del 1954, quando Richter era già
considerati tra i pianisti migliori del mondo. In queste tre opere
il grande virtuoso russo è accompagnato da due delle migliori
orchestre cecoslovacche dirette da due vere e proprie leggende,
Václav Talich, ormai giunto alla fine delle sua luminosissima
carriera, e Karel Ančerl, che stava muovendo i primi passi come
direttore principale della Czech Philharmonic Orchestra. Nel giro
di appena due settimane Richter eseguì in concerto e registrò in
maniera mirabile il romanticissimo Concerto in si bemolle minore di Ciaikovsky, il Concerto in re bemolle maggiore di Prokofiev,
opera dai tratti inconfondibilmente neoclassici, e il Concerto in
re minore di Bach, unanimemente considerato tra i vertici del repertorio barocco e tra le pietre miliari della letteratura pianistica
di ogni tempo. Se il fatto che i concerti per pianoforte e orchestra
dei compositori russi Ciaikovsky e Prokofiev abbiano trovato in
Richter l’interprete ideale può sembrare quasi scontato, la superba
e intensissima lettura del capolavoro bachiano permette di scrivere una nuova pagina della biografia di uno dei pianisti più carismatici del XX secolo.
DMITRI SHOSTAKOVICH – SAMUEL BARBER
OPERE ORCHESTRALI
NBC Symphony Orchestra, Arturo Toscanini
URN409 (CD medio prezzo)
D. Shostakovich: Sinfonia
n. 7 op. 60 Leningrado S.
Barber: Adagio per archi
In questo CD della durata
di 80 minuti sono contenute
due prime mondiali nell’interpretazione del grande
Arturo Toscanini, due opere la cui fortuna discografica ha avuto poi, e continua
ad avere, una grande rilevanza in ogni parte del mondo. Pubblicati diverse volte dalla
RCA, questi due importanti lavori strumentali hanno sempre
sofferto della loro origine remota – il 1942 – e delle tecniche di
incisione tutt’altro che precise utilizzate in quel periodo. Questa
è dunque la prima volta che vengono pubblicate con una qualità
sonora adeguata che, per quanto non possa essere paragonata
alle registrazioni moderne, offre un livello d’ascolto sino a qualche anno fa assolutamente inimmaginabile per testimonianze
storiche risalenti a quasi settant’anni fa.
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ZANZIBAR
SENTEURS D’ÉPICES
Artisti vari
NUOVA ZELANDA
LEAVE HER JOHNNY – CANTI DEI MARINAI
Rudy Sunde, John Jones, John McGowan, Gavin Asher,
Greg Whitcombe, Nigel Champion, Martin Blackman,
John Walton e “Spirit of Adventure”
PSSA141192 (CD basso prezzo)
Leave her Johnny; South
Australia; Orpheus; 10000
Miles away; Nick Young;
Trumpet Hornpipe; Donkey
Riding; Across The Line;
Philomena D; Drunken
Sailor; Captain Matheson;
Talcajuano Girls; Liverpool Joddles; Auckland to
the bluff; Tom’s Gone To
Hilo; Dead Horse Shanty;
PSSA141191 (CD basso prezzo)
Hornpiples; Shore Whalers
Il mare ha sempre esercitato un invincibile fascino sugli
artisti, sugli scrittori e sui musicisti. In particolare, le
canzoni che narrano di traversate perigliose, storie d’amore
e avventure straordinarie legate in qualche maniera al mare
sono talmente tante che si è finito per perderne il conto. Si
tratta di una tradizione estremamente suggestiva, come si
può notare dai brani della tradizione neozelandese proposti
in questo splendido disco.
Bashraf; Mapenzi Yako Matamu; Waridi Lisilomiba;
Bashraf 2; Zawadi Ahmed; Usijigambe; Bashraf 3
Scoperta all’epoca dei primi grandi navigatori, l’isola di
Zanzibar ha visto passare nel corso dei secoli tutti i popoli
più importanti del mondo antico, tuttavia l’impronta più
netta e duratura fu lasciata dalla cultura islamica e dalle
tradizioni swahili giunte dal continente africano, come si
può notare dai canti polifonici e dagli strumenti a corda, ai
quali si aggiungono percussioni indiane e ritmi lancinanti
dal chiaro sapore arabo.
Il genere musicale più diffuso a Zanzibar è il taraab, una
musica dolce eseguita anche in sede di concerto che trae
il suo nome da un’espressione araba traducibile come “essere trascinato dalla gioia”. Tutte le canzoni sono basate
su testi in swahili e nella loro musica è possibile riconoscere influenze arabe, indiane e africane. I musicisti suonano strumenti antichi come il qânûn (una cetra di forma
trapezoidale), l’oud (liuto), il nay (flauto) accanto ai più
consueti violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, harmonium, fisarmoniche e percussioni come il doumbak, la
rika e i borghi. Un vecchio adagio arabo dice: «Quando
a Zanzibar sui suona il nay, l’Africa balla fino ai Grandi
Laghi».
ALFONSO X EL SABIO (1221-1284)
CANTIGAS DE FLANDES
Música Antigua, Eduardo Paniagua
PN1150 (CD alto prezzo)
Alfonso X El Sabio
(1221-1284): Marvellous
and Pious; De muitas guisas; Sempr’ aos seus val;
Quen loar podia; O que
en Santa Maria de coraçon confia; Quen JesuCrist’e ssa Madre veer
quiser; A de que Deus
pres; Macar ome per folia
Eduardo Paniagua prosegue spedito nel suo ambizioso progetto di registrazione delle
Cantigas de Santa Maria di Alfonso X El Sabio con un nuovo disco comprendente otto lavori ambientati nelle Fiandre,
regione cristianizzata dai re merovingi nel VI secolo e che
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Columns - FEBBRAIO 2010
all’epoca del monarca-compositore spagnolo stava attraversando un periodo di grande prosperità. Da notare che il primo brano
è ispirato al racconto di Gualterius di Cluny che sette secoli più
tardi sarebbe diventato famoso grazie al film Marcellino pane
e vino. Per rendere l’ascolto più piacevole possibile, Paniagua
fa ricorso in questo disco a un gran numero di strumenti, tra cui
viole da gamba, flauti di diverse taglie, chitarre medievali, strumenti arabi e africani e percussioni di ogni genere. Un’interpretazione davvero spettacolare, che lascerà a bocca aperta anche
chi credeva di non aver più nulla da scoprire.
AA.VV.
TROVADORES IN CASTILLA
Música Antigua, Eduardo Paniagua
PN1010 (CD alto prezzo)
La poesia provenzale e occitana iniziò a mettersi in evidenza
in Castiglia durante il regno di Alfonso VII, figlio di Raimondo di Borgogna e di Urraca, figlia di Alfonso VI, passato
alla storia per aver riconquistato Toledo. In ogni caso, la letteratura occitana conobbe il suo momento di gloria con suo
figlio Alfonso VIII (1158-1214), che non solo accolse alla
sua corte numerosi trovatori e menestrelli, ma sposò anche
Eleonora di Aquitania, discendente di Guglielmo, primo trovatore della storia. Questi grandi poeti-musicisti rivestirono
un ruolo di grande importanza anche in ambito politico, perché fu anche grazie al loro contributo che Alfonso VIII decise
di vendicare la terribile sconfitta subita ad Alarcos nel 1195
per mano degli Almohadi, dando inizio a una guerra senza
quartiere che culminò nel 1212 nella grande vittoria di Las
Navas de Tolosa. Questo splendido disco consente di rivivere
un appassionante capitolo di storia medievale in tutta la sua
vivacità e la sua suggestione.
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Columns - FEBBRAIO 2010
AA.VV.
SOMEWHERE IN TIME
Steve Siu, pianoforte
FIMDXD080 (DXD 352.8 KHz 24 bit)
Chariots of Fire (Vangelis); A Time for Us (Larry
Kusik, Eddie Snyder, Nino
Rota); Somewhere My
Love (Maurice Jarre); Somewhere in Time (Joe
Barry); Don’t Cry for Me
Argentina (Andrew Lloyd
Webber, Tim Rice); Moon
River (Henry Mancini);
Music of the Night (Andrew Lloyd Webber, Charles Hart, Richard Stilgoe); The
Summer Knows from Summer 42’ (Michel Legrand, Marilyn
Bergman, Alan Bergman); Love is a Many-Splendored Thing
(Sammy Fain, Paul Francis Webster); My Funny Valentine
(Richard Rodgers, Lorenz Hart); Can’t Help Falling in Love
(George David Weiss, Hugo Peretti, Luigi Creatore); Hong
Kong Medley (Steve Siu)
Nel 2003 il celebre producer e proprietario della FIM Winston Ma ricevette una lettera da un fedele acquirente dei suoi
dischi che gli parlava di Steve Siu, un pianista ventitreenne
di grande talento. Incuriosito da questa missiva, Ma decise di
andare ad ascoltarlo, rimanendo letteralmente a bocca aperta di fronte alla cascata di note e alla spiccata espressività
del giovane pianista. Da questo incontro nacque una solida
amicizia e un disco di grandissimo interesse, che Siu e Ma
portarono a termine in un solo giorno. Il risultato è semplicemente eccezionale, spaziando da conosciutissimi evergreen
come Love Is a Many-Splendored Thing (L’amore è una cosa
meravigliosa) e My Funny Valentine a hit di Broadway come
Don’t Cry for Me Argentina (Evita) e Music of the Night (Il
fantasma dell’Opera) a un brano dal fascinoso sapore esotico
come Hong Kong Medley.
La FIM ripresenta in una
veste sonora di grandissimo
pregio Lost World di Michael Stearns, un album
dalle sonorità molto suggestive che evocano l’infanzia
del nostro pianeta. Sebbene
la qualità sonora dell’album
originale fosse già più che
buona, Bruce, il mastering
engineer della FIM, convinse Winston Ma che era possibile definire meglio il contorno
dello spettro sonoro, un fatto che avrebbe reso assai più gradevole e fedele l’ascolto. Come prevedibile, il risultato è stato spettacolare: per convincersene, basta ascoltare Volcano (track n. 7),
un brano di dirompente energia che farà sobbalzare dalla poltrona anche gli audiofili più smaliziati.
AA.VV.
BLUES FOR THE SAXOPHONE CLUB
Jeremy Monteiro, pianoforte; Eldee Young, contrabbasso
e voce; Isaac “Redd” Holt, batteria, Ernie Watts,
sax tenore, sax contralto; O’Donel Levy, chitarra
FIMGSDXD004 (CD alto prezzo)
MICHAEL STEARNS
THE LOST WORLD
Michael Stearns and Friends
FIMDXD037 (CD alto prezzo)
Kama Meru; Lost World Theme; Imu Paru; Maripak: The
Last Pterodactyl; Matawi: Killer of Men; Sabana; Volcano;
Auyan; Warao; St. Francis; Crystal Canyon; Lost World Reprise
Falling in Love with Love; Myth Blues; My Foolish Heart; Surrey with a Fringe on Top; What a Wonderful World; Blues for
the Saxophone Club
Blues for the Saxophone Club costituisce il settimo tassello di
una proficua collaborazione iniziata all’inizio degli anni Novanta tra la FIM e Jeremy Monteiro, un pianista dallo stile morbido
ma naturale, vigoroso ma poetico e fluido, che incarna l’essenza
del jazz contemporaneo. Ascoltando questo magnifico disco,
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Columns - FEBBRAIO 2010
non potrete fare a meno di rimanere conquistati dal coinvolgente
sound della band di Jeremy, che riesce a rendere indimenticabili
i sei brani in programma. Un disco veramente da non perdere.
SIR ARTHUR SULLIVAN
PINEAPPLE POLLS
Royal Philharmonic Orchestra, Charles Mackerras, direttore
HIQLP001 (LP da 180 grammi)
Questo delizioso disco propone gli arrangiamenti di
brani di opere della premiata ditta Gilbert & Sullivan
realizzati da Sir Charles
Mackerras per un balletto
comico curato dal coreografo John Cranko e andato
in scena per la prima volta
al Sadler’s Wells Theatre di
Londra nel 1951. Pineapple
Poll è basata sulla The Bumboat Woman’s Story scritta nel 1870
da W.S. Gilbert per le Bab Ballads. La stessa vicenda venne utilizzata in seguito per la commedia H.M.S. Pinafore, uno dei
massimi capolavori di Gilbert & Sullivan, tuttavia per Pineapple
Poll Cranko decise di sviluppare ulteriormente la storia narrata
nella Bab Ballad, dandole anche un lieto fine. Sebbene siano
ormai passati 50 anni, la prima registrazione stereofonica riproposta in questo vinile da 180 grammi dalla HI-Q Supercuts continua a essere considerata la migliore edizione disponibile sia
sotto il punto di vista interpretativo sia sotto l’aspetto della qualità sonora. Registrato il 20 novembre del 1960 presso lo Studio
1 di Abbey Road dal leggendario producer Peter Andry, questo
disco è stato tagliato ad Abbey Road utilizzando il master originale della EMI e stampato su vinile da 180 grammi con i torchi
della EMI alla Vinyl Factory di Hayes, in Inghilterra. Recensito
in termini molto positivi da Gramophone nel 1962 («Questa
elettrizzante opera di Sullivan […] viene eseguita da Charles
Mackerras con incontenibile slancio […] registrazione destinata
a rimanere insuperata»), questo disco è stato inserito da Harry
Pearson nella sua mitica lista.
EDVARD GRIEG
PEER GYNT
Ilse Hollweg, soprano
Royal Philharmonic Orchestra, Beecham Choral Society,
Sir Thomas Beecham, direttore
HIQLP002 (LP da 180 grammi)
24
Registrata dalla EMI tra il
1955 e il 1957, questa vera
e propria pietra miliare dei
primi anni dell’era stereofonica è stata ‘tagliata’ ad
Abbey Road utilizzando il
master originale della
EMI e stampata su vinile
da 180 grammi alla Vinyl
Factory di Hayes, in Inghilterra, mantenendo la
copertina originale. «Ho apprezzato molto la notevole ampiezza del palcoscenico sonoro e i secchi attacchi della Royal
Philharmonic Orchestra diretta da Sir Thomas Beecham»
(Gramophone, 1959) «Quando cerchiamo di spiegare ai nostri nipoti per quale motivo consideravamo Beecham quasi
un dio della musica […] dovremmo mettere sul piatto del
nostro giradischi questo LP» (Gramophone, 1959).
ELVIS COSTELLO
MY AIM IS TRUE
Elvis Costello
MFSL1-329 (LP da 180 grammi)
Welcome to the Working
Week; Miracle Man; No
Dancing; Blame It On
Cain; Alison, Sneaky Feelings; (The Angels Wanna
Wear My) Red Shoes; Less
Than Zero; Mystery Dance;
Pay It Back; I’m Not Angry;
Waiting For the End of the
World
My Aim Is True di Elvis
Costello annuncia l’arrivo di un singolare talento della storia
del rock e ben presto viene considerato uno dei più grandi
album debutto mai registrati. Corre l’anno 1977 e il ciclone
punk infuria. Un’onda che Elvis Costello cavalca con furbizia con la sua aria insolente e il suo look anni Cinquanta.
Mescolando motivi punk con rock da pub e rock americano
Costello dà vita a brani che saranno amati come “Alison”.
“Watching the Detectives”, “(The Angels Wanna to Wear
My) Red Shoes” e “Mystery Dance”. In tutto l’album non c’è
nemmeno una nota fuori posto. La rivista Rolling Stone lo ha
incluso tra i 500 più grandi album di tutti i tempi.
Masterizzata con il metodo half-speed dal nastro master ori-
Columns - FEBBRAIO 2010
ginale e meticolosamente stampata su vinile da 180 grammi,
questa versione sorpassa di gran lunga tutte le numerose precedenti ristampe su vinile.
ORG
DIANA KRALL
LOVE SCENES
Diana Krall, voce e pianoforte;
Russell Malone, chitarra;
Christian McBride, basso
AA.VV.
DANZE ESOTICHE DA OPERE
Minnesota Orchestra, Eiji Oue
RR71SA (SACD alto prezzo)
ORGLP0005 (2 LP da 180 grammi)
All or Nothing at All; Peel Me a Grape; I Don’t Know Enough About You; I Miss You So; They Can’t Take That Away
from Me; Lost Mind; I Don’t stand a Ghost of a Chance With
You; You’re Getting to be a Habit with Me; Gentle Rain; How
Deep Is the Ocean (How High Is the Sky); My Love Is; Garden in the Rain
Un altro grande album della cantante-pianista Diana Krall,
questa volta dedicato all’amore, non solo quello romantico
ma anche all’amore per la famiglia e per gli amici. Tutte le
liriche sono interpretate con il suo stile personale e praticamente reinventate. Quest’album nominato per il Grammy
Award vede la partecipazione del chitarrista Russell Malone
e di Christian McBride al contrabbasso. Questa versione su
doppio LP è sicuramente la versione definitiva di questo album e una magnifica opportunità per tutti gli audiofili che
potranno apprezzare la voce di questa incredibile cantante ad
un livello di veridicità che ha dell’incredibile.
N. Rimsky-Korsakov: Danza degli acrobati (La fanciulla di
neve) R. Strauss: Danza dei sette veli (Salome) P.I. Ciaikovsky: Danza dei cosacchi (Mazeppa) M. Mussorgsky: Danza
degli schiavi persiani (Khovanscina) H. Rabaud: Danze da
Mârouf, savetier du Caire A. Rubinstein: Suite di balletto da
I demoni A. Dvorák: Polonaise (Rusalka) C. Saint-Saëns:
Baccanale (Samson et Dalila)
Discepolo di Seiji Ozawa e di Leonard Bernstein, il direttore
Eiji Oue ha letteralmente infiammato Minneapolis con questa sua prima registrazione a capo della rinnovata Minnesota
Orchestra, che oggi la Reference Recording ripropone con la
straordinaria qualità sonora del SACD.
Il programma propone alcuni dei brani più spettacolari della letteratura orchestrale di tutti i tempi: dalla famosissima
Danza degli acrobati di Nikolai Rimsky-Korsakov alla sensuale Danza dei sette veli della Salome di Richard Strauss,
alla sfrenata Danza dei cosacchi di Mazeppa di Ciaikovsky,
questo disco propone una sarabanda di colori orchestrali che
saprà sicuramente conquistare anche gli audiofili più compassati, oltre agli appassionati dai gusti più difficili e raffinati. Da notare che lo stesso titolo è disponibile anche nei
formati HDCD e HRx DVD-R.
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Columns - FEBBRAIO 2010
BENJAMIN BRITTEN
OPERE ORCHESTRALI
Kansas City Symphony Orchestra, Michael Stern
RR120CD (CD alto prezzo)
B. Britten: Guida del giovane all’orchestra; Sinfonia da requiem; Quattro
Interludi marini e Passacaglia da Peter Grimes
La Guida del giovane
all’orchestra di Benjamin Britten è uno dei
brani più spettacolari
della letteratura sinfonica del XX secolo che
vede protagoniste tutte le famiglie strumentali dell’orchestra, sia da sole sia nel loro insieme, in una geniale elaborazione del tema principale dell’Abdelazer di Purcell che
sfocia in un sensazionale finale, dove la gamma dinamica
raggiunge il parossismo. Da sempre contrario agli orrori
della guerra, nel 1940 il compositore inglese espresse il
suo profondo desiderio di pace con la Sinfonia da requiem,
un’opera che si apre con drammatici colpi di timpano che
metteranno a dura prova anche gli impianti migliori e tocca
vertici di insostenibile drammaticità. Da notare che questa
opera giovanile è considerata da molti uno dei massimi capolavori sinfonici di Britten. Opera più eseguita di Britten,
Peter Grimes è stata resa famosa in tutto il mondo dagli
Interludi marini e dalla Passacaglia, brani caratterizzati
da una musica di maliosa bellezza e da un’orchestrazione
magistrale. La trasparente resa sonora del Professor Johnson consente di “guardare all’interno” di queste splendide
opere come in precedenza non era mai stato possibile, In
ogni caso, non si può sottacere l’eccezionale interpretazione della Kansas City Symphony Orchestra, diretta con
piglio e molto buon gusto da un ispiratissimo Michael
Stern. Questo nuovo disco è stato prodotto dal grandissimo David Frost, vincitore di ben quattro Grammy Award,
che si è detto onorato di aver potuto collaborare per la
prima volta con un ingegnere del calibro di Keith Johnson
e non ha nascosto il suo entusiasmo per la qualità sonora
del master. E in effetti, tra le numerose incisione della RR
dedicate al repertorio sinfonico, questa è sicuramente una
delle migliori.
AA.VV.
- SAMPLER
Dallas Wind Symphony Orchestra, Howard Dunn, Frederick Fennell, Jerry Junkin, direttori
DALLAS WIND SYMPHONY
RRS9CD (CD alto prezzo)
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H. Owen Reed: La Fiesta Mexicana (Preludio e
Danza Azteca) G. Holst:
Suite n. 2 (brani scelti)
R. Goldmark: Rustic
Wedding
Symphony
(Scherzo) I. Albéniz: Festa a Siviglia J. Weinberger: Schwanda il pifferaio (Polka e Fuga) M.
Gould: Pavana L. Jessel: Parata dei soldatini di legno M. Arnold: Scottish
Dance R. Nelson: Rocky Point Holiday J.P. Sousa: Nobles of the Mystic Shrine P. Hindemith: Kammermusik n.
7 (Finale) P. Grainger: Gumsuckers March D. Maslanka: Sinfonia n. 4 (Finale)
A grande richiesta, la Reference Recordings pubblica finalmente un disco comprendente le tracce migliori dei 13
dischi realizzati per la RR dalla Dallas Wind Symphony
Orchestra, l’unica banda di fiati professionale degli Stati
Uniti diretta dai leggendari Jerry Junkin, Frederick Fennell e Howard Dunn. Eseguiti nella spettacolare acustica
del Meyerson Symphony Center di Dallas, questi brani di
grande bellezza sono stati registrati come meglio non si
potrebbe desiderare dal celebre team della RR, l’ingegnere
del suono Keith Johnson e il producer Tam Henderson. Un
disco che riuscirà a esaltare anche gli audiofili dai gusti
più difficili.
PAUL O’BRIEN
WALK BACK HOME
Paul O’Brien, Uli Klingler, Lea Morris, Hrólfur Vagnsson, Annida Lückebergfeld, Lucile Chaubard, Martin
Grosskurth, Lars Hansen, Hans-Jörg Maucksch, Noah,
Rubén, Julen, Elián, Samuel
SFSA4064 (SACD alto prezzo)
In un mondo come quello
in cui viviamo c’è più
che mai bisogno di persone in grado di comunicare energia. Persone
come Paul O’Brien, artista di origine irlandese
che vanta al suo attivo
una carriera di tutto rispetto. Dopo aver raggiunto un livello di matu-
Columns - FEBBRAIO 2010
rità artistica tale da permettergli di proporsi alla Stockfisch Records, O’Brien ha dimostrato di possedere anche
un grandissimo coraggio. Il coraggio di lasciarsi tutto dietro le spalle e di iniziare una nuova vita sulle propaggini
costiere più occidentali del Canada, nella quale la musica
non avrebbe più dovuto ricoprire un ruolo fondamentale.
Nonostante i propositi più seri, un artista come O’Brien
non poteva vivere facilmente senza musica, come confida
in “He Can Dance”, una splendida canzone incentrata su
un artista che sogna e danza. Il sogno e la danza possono
aiutare a cambiare vita come la fede, una realtà che viene
presa in esame in “Romero”, un brano che narra la storia
di un vescovo che decide di cambiare radicalmente il suo
mondo. In questa canzone O’Brien viene accompagnato
da un coro di bambini. Ma in un attimo i bambini crescono, diventando ben presto vecchi incapaci di comprendere
il mondo in cui vivono, pur desiderando di renderlo migliore. Dare e ricevere: «Non sforzarti di capire e lasciati
condurre nella vita». Questo è il modo in cui un musicista
come O’Brien guarda al mondo, un cantante che sotto le
sue robuste spalle cela un’anima molto sensibile. Canzoni
dai tempi piacevolmente mossi aprono e chiudono un programma molto eterogeneo, in cui coesistono armoniosamente il folk, il country e il jazz. Eh sì, c’è sempre bisogno
di persone in grado di comunicare energia!
creative di Taylor si materializzano quasi per magia «in quel
luogo sublime in cui le canzoni prendono forma». Gli artefici
sono il regista belga Patrick Ferrin, il cameraman Michel
Baudour e la Stockfisch, che hanno dato vita a una pellicola
in cui gli spunti lirici e le immagini di bellezza urbana evocati da Taylor «diventano sempre più belli, come le coppie di
amanti allo scorrere del vino». La musica di Taylor si diffonde così in un mondo che non è abitato da santi ma è pervaso
da un’eleganza sensuale e da una intensa spiritualità.
EWEN CARRUTHERS
ONE RED SHOE
Ewen Carruthers, Ian Melrose, Martin Huch,
Lutz Möller, Johanna Single, Anika Lückebergfeld,
Siard de Jong, Beo Brockhausen, Johanna Gödecke,
Udo Weihrauch, Lea Morris, Margaret Fiellin,
Thomas Biller, Grishka Zepf, Hans-Jörg Maucksch
SFSA4048 (SACD alto prezzo)
ALLAN TAYLOR
THE ENDLESS HIGHWAY
Allan Taylor
SFB7063 (Blu Ray + DVD Video)
Alcuni fan di Allan Taylor
hanno definito la musica
del loro beniamino come
un film per l’anima e il
cuore. Il protagonista è un
giovanotto dal carattere
sensibile e piuttosto introverso, che preferisce i versi dei poeti del XVII secolo alle belle ragazze che
passeggiano sul lungomare di Brighton, la città in
cui ha vissuto fin da ragazzo. Tuttavia il suo immenso amore per la musica lo spinge a
trasferirsi in America, dove trova il successo, ma alla fine si
rende conto che il suo posto è in Europa. La location principale è la spiaggia di Brighton, una sorta di Atlantide mai dimenticata che ospita pub che servono Guinness alla spina e il
classico tè all’inglese e conserva gelosamente il ricordo dei
miti del jazz e dei poeti beat, a cui si aggiungono alcuni poetici scorci di Amsterdam, Bruxelles e Parigi e lo studio di
registrazione della Stockfisch di Northeim, dove le vibrazioni
Il nuovo attesissimo disco di Ewen Carruthers propone
un affascinante caleidoscopio di esperienze umane, storie narrate da un grande artista per affrontare quella cosa
al tempo stesso intima, universale e meravigliosa che è
la vita, sempre in bilico tra il dolore per le terribili disgrazie che attanagliano il mondo in cui viviamo come i
terremoti e l’Uragano Katrina e una inesauribile creatività
che non fa mai perdere la speranza in un domani migliore.
La strepitosa qualità sonora di questo SACD della Stockfisch Records consente di apprezzare anche le più piccole
sfumature della voce e della mitica slide guitar di Carruthers, regalando ai suoi innumerevoli estimatori emozioni
incancellabili.
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Columns - FEBBRAIO 2010
AA.VV.
BALALAIKA FAVORITES
Osipov State Russian Folk Orchestra
SC-MER90310 (LP da 180 grammi)
AA.VV.
ENCORE
Byron Janis, pianoforte
SC-MER90305 (LP da 180 grammi)
Nelle sale da concerto di tutto il mondo vige una regola non
scritta, in base alla quale, di fronte all’incessante applauso
di un pubblico entusiasta, nessun interprete può lasciare il
palcoscenico senza concedere (almeno) un bis. Ovviamente,
sta a lui decidere se si tratterà di un brano di sfrenato virtuosismo o di una pagina dai toni elegiaci, di un pezzo lirico o
di una esplosione di vitalità. Qualunque sia la scelta, il bis
deve essere sempre di breve durata e molto conosciuto, in
modo da costituire la classica ciliegina sulla torta di un concerto memorabile. Per il programma di questo disco, Byron
Janis ha scelto dodici brani famosissimi e molto diversi tra
loro, spaziando dai toni virtuosistici della Rapsodia n. 6 alla
deliziosa musicalità del Valse oubliée di Franz Liszt e dalla
impalpabile leggerezza della Romanza in fa diesis maggiore
alla incontenibile cascata di accordi delle Novellette di Robert Schumann. Per concludere, Byron Janis sfoggia la sua
straordinaria tecnica pianistica nella brillantissima Toccata
di Sergei Prokofiev e dimostra di essere in possesso di una
insospettabile tenerezza sentimentale nel Lied ohne Worte di
Felix Mendelssohn. Nel complesso, si tratta di un disco di
grande bellezza, che piacerà sicuramente sia agli appassionati del repertorio pianistico, sia agli audiofili più esigenti.
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Fantasia su due canti popolari russi; At Sunrise;
The Linden Tree; Kamarinskaya; Fantasia su melodie del Volga; In the
Moonlight; Midnight in
Moscow; Under the Apple
Tree; Works, Dance of the
Comedians; The Living
Room; The Evening Bells;
My Dear Old Friend;
Waltz of the Faun; Il volo del calabrone
Questo disco dedicato allo strumento principe del folklore
russo è entrato giustamente nella storia della discografia, in
quanto fu la prima registrazione assoluta realizzata da una
casa discografica americana in Unione Sovietica, un evento
di grande importanza non solo per gli appassionati di musica, che contribuì a stemperare le tensioni esistenti tra le due
superpotenze del pianeta durante la Guerra Fredda. Questo
splendido disco – il cui programma comprende alcune pagine conosciutissime come Mezzanotte a Mosca, Le campane
della sera e lo spiritato Volo del calabrone – viene riproposto
dalla Speakers Corner in una nuova rimasterizzazione, che
offre la possibilità di apprezzare in tutta la sua spettacolarità
l’inconfondibile sound della Mercury.
JIM HALL & ART FARMER
BIG BLUES
Whiusper Not; A Child Is Born; Big Blues;
Pavane For A Dead Princess
PPCTI7083 (LP da 180 grammi)
Il flicornista Art Farmer
ed il chitarrista Jim Hall
formarono –nella metà
degli anni ‘60 - una formazione stabile per un
certo periodo di tempo,
ma dopo lo scioglimento
del gruppo non suonarono più insieme sino
all’uscita di quest’album
Columns - FEBBRAIO 2010
nel 1978. La formazione proposta in questo disco è abbastanza insolita per l’etichetta CTI (che ricordiamo fu fondata dal produttore Creed Taylor) infatti non contiene ne
tastiere, ne fiati; i due leader sono infatti affiancati dal vibrafonista Mike Mainieri, dal contrabbasista Michael Moore e dal batterista Steve Gadd per due standard, il brano
che da il titolo, e per un arrangiamento su un pezzo del
compositore classico Maurice Ravel. I due leader hanno
degli stili decisamente complementari (lirici, armonicamente avanzati, e riflessivi nelle loro improvvisazioni),
per cui non fu una grande sorpresa il fatto che l’album riscosse subito un grande successo tra gli appassionati di
jazz. La Pure Pleasure ce ne offre una versione particolarmente accurata (anche se il nastro analogico originale era
già qualitativamente molto buono) grazie alla rigorosa remasterizzazione effettuata a Londra da Ray Staff al Air
Mastering Studio, e alla splendida stampa della tedesca
Pallas. Un titolo da non perdere assolutamente.
JUMP SHIT
WHATISTHISANDWHY
Jump Ship
NACD107 (CD alto prezzo)
EMPIRICAL
OUT’N’IN
Empirical
NACD139 (CD alto prezzo)
Out But In; Hat & Beard;
A Conversation; So He
Left; A Bitter End to a
Tender Giant; Dolphynus
Morphynus; Interlude;
Gazzelloni; Syndacalism;
Another Conversation;
Bowden Out
Prodotto da Jason Yarde
e impreziosito dalla
partecipazione di una
guest star del calibro di Julian Siegel, Out’n’In è l’attesissimo
secondo album di Empirical, facendo seguito al disco
d’esordio pubblicato nel 2007 dall’etichetta Destin-E di
Courtney Pine. Out’n’In rende omaggio a Eric Dolphy con
nove brani originali ispirati a questo grande artista e a due
splendidi arrangiamenti delle sue canzoni “Hat and Beard”
e “Gazzelloni”. Per chi non lo sapesse, Dolphy è stato un
eclettico jazzista scomparso nel 1964 a soli 36 anni che si
mise in grande evidenza al fianco di John Coltrane, Ornette
Coleman e Oliver Nelson. Oggi è possibile apprezzare il
grande talento di Dolphy in questo splendido disco, che vanta
la proverbiale qualità sonora della Naim.
Wishing Our Lives Away; Good For Me; Bumble Bees; Still The
Enemy; Breathe It In; What We Sow; Home Soon; Sweetness;
This Too Shall Pass
In questo disco dal titolo chilometrico una voce femminile
dalle affascinanti sfumature scure viene accompagnata da un
sorprendente mix di ritmi elettronici e di melodie acustiche
eseguite da un violoncello e una chitarra. Questo album
propone un viaggio molto stimolante in una molteplicità di
elementi musicali quali strumenti acustici, incalzanti trip hop,
voci celestiali, archi morbidissimi e arrangiamenti vigorosi e
di grande originalità. Dalle armonie trascinanti di “Bumble
Bees” alla coinvolgente vena melodica di “Still the Enemy”,
dalla chitarra acustica e dai ritmi sottolineati con il battito
delle mani di “Good For Me” ai riff pop di “Sweetness”,
Jump Ship riesce a far coesistere nella sua vulcanica
creatività sia stile sia sostanza, senza mai dimenticare quanto
sia importante una bella melodia. Da non perdere.
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Columns - FEBBRAIO 2010
I più premiati
I dischi del catalogo Sound and Music
che hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali
Premiati con 5 Stelle dalla rivista MUSICA FEBBRAIO 2010
HOLST –BRITTEN
OPERE ORCHESTRALI
Cincinnati Symphony
Orchestra, Paavo Järvi
TELCD80743 (CD alto prezzo)
MALIPIERO
GABRIELIANA - SERENATA
MADRIGALI - FAVOLE - CANZONETTE
Camerata Strumentale
“Città di Prato”, Marzio Conti
CPO777322 (CD alto prezzo)
BACEWICZ
EMIL GILELS
CONCERTI PER VIOLINO E
ORCHESTRA N. 1, 3 E 7. OUVERTURE
IN CONCERTO
Joanna Kurkowicz, violino
Polish Radio Symphony
Orchestra, ¸Ukasz Borowicz
CHAN10533 (1 CD alto prezzo)
ROSTROPOVICH
ESEGUE BRAHMS, GRIEG
VILLA-LOBOS
AA.VV.
INTEGRALE DELLE SINFONIE
L’ETÀ D’ORO
E SHOSTAKOVICH
Radio-Sinfonieorchester
Stuttgart des SWR,
Carl St. Clair
CPO777516 (7 CD basso prezzo)
Sviatoslav Richter e Benjamin
Britten, pianoforte
BBCL4263 (CD alto prezzo)
30
DELLA POLIFONIA INGLESE
The Sixteen,
Harry Christophers, direttore
CDS44401/10
(10 CD a prezzo speciale)
BBCL4261 (CD alto prezzo)
BRENTNER
MUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY
PRAGUE
Hana Blažíková, soprano
Collegium Marianum,
Jana Semerádová
SU3970 (CD alto prezzo)
Columns - FEBBRAIO 2010
GRAMOPHONE Editor’s Choice GENNAIO e FEBBRAIO 2010
ELGAR
SAINT-SAËNS
NED ROREM
HAYDN
THE CROWN OF INDIA
SONATE PER VIOLONCELLO
E PIANOFORTE
ON AN ECHOING ROAD
MUSICA VOCALE
QUARTETTI PER ARCHI
Solisti,
Christian Poltéra, violoncello
Sheffi eld Philharmonic Chorus
Kathryn Stott, pianoforte
BBC Philharmonic Orchestra,
CHAN10552 (CD alto prezzo)
Sir Andrew Davis
CHAN 10570(2) (2 CD al prezzo di 1)
Prince Consort
LINNCKD342 (SACD alto prezzo)
Doric String Quartet
WHLive032 (CD medio prezzo)
MIGLIORE OPERA E ARTISTA DELL’ANNO
JACOB
MUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY
PRAGUE
Capella Regia Praha,
Robert Hugo
SU3971 (CD alto prezzo)
SHOSTAKOVICH
ANGELA HEWITT
IL NASO
Solisti, coro e orchestra
del Teatro Mariinsky
Valery Gergiev, direttore
MAR0501
(2 SACD a prezzo speciale)
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Columns
C
Col
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olu
lumn
lumn
mnss - FE
FEBB
FEBBRAIO
BBRA
BB
RAIO
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