Sound and Music - Novità discografiche FEBBRAIO 2010 Matsuev Gergiev Il celebre direttore russo incontra il giovane pianista Matsuev in uno dei capisaldi della letteratura pianistica del ‘900: il Rach 3. Sentiremo ancora parlare di loro. MAR0505 MAR0505 0 Columns - FEBBRAIO 2010 In questo numero… Hyperion CPO Telarc Chandos Gimell LSO Mariinsky Wigmore Hall Live Testament Tactus Supraphon Urania Palya Sound Pneuma Fim Hi-Q Supercuts OMR ORG Reference Recordings Stockfish Speakers Corner Pure Pleasure Name L’intervista: Marzio Conti 2 5 11 11 14 14 15 16 17 18 19 20 21 21 23 24 24 25 25 26 28 28 29 6 di Giovanni Tasso I più premiati 30 Primo piano 14 The Tallis Scholars sing Flemish Master LOUIS SPOHR SINFONIE N. 3 E 6 Orchestra della Svizzera Italiana, Howard Shelley CDA67788 (CD alto prezzo) Il primo volume dell’integrale delle sinfonie di Louis Spohr varata da Howard Shelley ha avuto il merito di suscitare l’interesse del grande pubblico nei confronti di un compositore ingiustamente dimenticato, un fatto veramente inspiegabile, se si pensa che nel 1828 – anno in cui scrisse la Sinfonia n. 3 – Spohr era considerato uno dei compositori più importanti d’Europa. Rispetto alle due sinfonie precedenti, quest’opera presenta una struttura formale molto più complessa e un’ispirazione decisamente romantica, come si può facilmente notare sia nella sua ricca orchestrazione sia nel notevole grado di elaborazione dei temi, dai quali traspare una fantasia sbrigliata e intrisa di un delicato lirismo. Sotto il profilo stilistico, la Sinfonia n. 3 di Spohr si distacca dall’algida eleganza del Classicismo per avvicinarsi alla libertà formale propria del Romanticismo. La Sinfonia n. 6 fu invece concepita secondo principi del tutto nuovi – con ciascun movimento basato su uno stile diverso – che causarono nel pubblico dell’epoca non poco sconcerto. Se oggi tutti abbiamo imparato ad amare opere basate su stili arcaici come Mozartiana di Ciaikovsky, la Holberg Suite di Grieg, Pulcinella di Stravinsky e la Suite su danze di Couperin di Richard Strauss, quando Spohr diede inizio al genere delle “sinfonie storiche” con questo lavoro sia il pubblico sia la critica si rivelarono del tutto incapaci di apprezzarne il significato. Nonostante questo, nessuno oggi può negare che la Sinfonia n. 6 di Spohr sia un’opera di grandissimo spessore artistico. I diversi stili vengono filtrati attraverso la fervida fantasia di Spohr, un fatto che contribuisce a conferire a questa sinfonia un fascino duraturo e la capacità di rinascere dalle proprie ceneri come la mitica fenice. Howard Shelley dirige Spohr su HYPERION: LOUIS SPOHR 4E5 Orchestra della Svizzera Italiana, Howard Shelley CDA67622 (CD alto prezzo) SINFONIE N. 2 Columns - FEBBRAIO 2010 WILLIAM BYRD – VOLUME 13 The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore INTEGRALE DELLE OPERE SACRE CDA67779 (CD alto prezzo) retoriche, questo mottetto esprime come pochi altri le emozioni di un’anima tormentata, spaziando con impressionante realismo dal senso di colpa, al terrore, alla vergogna all’umiliazione per concludersi nella serena accettazione della salvezza proveniente da Cristo. In questo senso, Infelix ego può essere considerato uno dei vertici assoluti della produzione sacra di Byrd e il degno coronamento di uno dei più illuminanti progetti discografici dell’ultimo decennio. PAUL HINDEMITH INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA Lawrence Power, viola – VOLUME 2 CDA67769 (CD alto prezzo) W. Byrd: Venite, exsultemus Domino; Domine, non sum dignus; Visita quaesumus, Domine; Domine, salva nos; Haec dies; Cunctis diebus; Proprio per la Festa di Ognissanti; Deo gratias; Afflicti pro peccatis nostris; Cantate Domino; Laudate Dominum, omnes gentes; Infelix ego Dopo aver fatto incetta dei premi più prestigiosi assegnati dalla stampa specializzata di tutto il mondo, la strepitosa integrale delle opere sacre di William Byrd curata dall’ensemble Cardinall’s Musick di Andrew Carwood si chiude con un meraviglioso disco comprendente alcune delle opere più sublimi e innovative del capofila del Rinascimento inglese, per la maggior parte tratte dalla raccolta Cantiones Sacrae pubblicata nel 1591. Le numerose opere presentate in questa serie – alcune delle quali in prima registrazione mondiale – dimostrano più di qualsiasi parola la straordinaria varietà e la insuperabile qualità artistica della produzione liturgica di Byrd, ritenuta da molti musicologi uno dei vertici assoluti della musica sacra di ogni tempo. Nelle note di copertina, Carwood definisce Byrd il compositore più importante della sua epoca, spingendosi ad affermare che «se esiste un compositore inglese in grado di avvicinarsi a Shakespeare nel talento puro, nella capacità di trattare con la stessa abilità generi molto diversi tra loro e di parlare al cuore del pubblico, quello è sicuramente William Byrd». Infelix ego, il brano che dà il titolo a quest’ultimo volume, può essere considerato la prova definitiva della grandezza di Byrd nel conferire una degna veste musicale ai più grandi testi della liturgia e della devozione cristiana e una delle opere sacre più toccanti del XVI secolo. Strutturato in una sequenza alternata di affermazioni e di domande P. Hindemith: Sonata per viola op. 11 n. 5; Sonata per viola op. 25 n. 1; Sonata per viola op. 31 n. 4; Sonata per viola Unanimemente considerato il più grande violista inglese in circolazione, Lawrence Power prosegue la sua esplorazione della produzione per viola di Paul Hindemith, con un nuovo volume dedicato alle sonate. Hindemith eseguì personalmente questi quattro lavori di grande significato, che possono così essere considerati quasi un testamento spirituale e un intimo soliloquio, ammesso che nella variegata produzione del compositore austriaco esistano opere di questo genere. È opinione diffusa che su ogni sonata solistica per archi aleggi lo spirito di Johann Sebastian Bach, un’opinione condivisibile soprattutto nel caso della Passacaglia della Sonata op. 11 n. 5, per la quale Hindemith trasse sicuramente inspirazione dalla Ciaccona della Sonata n. 2 del sommo Cantor lipsiense, filtrandola attraverso sonorità e strutture dal sapore inconfondibilmente brahmsiano, che conferiscono all’opera un aspetto del tutto contemporaneo. Questo brillante (e difficilissimo) movimento rappresenta il primo esempio di una forma che sarebbe diventata uno degli elementi più caratteristici dello stile di Hindemith, al punto che molti studiosi considerano questa sonata un vero e proprio manifesto delle ambizioni del grande compositore tedesco. Nelle opere composte nell’ultima fase della parabola creativa di Hindemith emerge uno stile più austero, che in questi lavori viene però mitigato dallo sbrigliato virtuosismo che si celava nel suo lato di violista, dando vita a una musica brillante ed estremamente coinvolgente. Già disponibile: PAUL HINDEMITH INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA Lawrence Power, viola CDA67621 (CD alto prezzo) – VOLUME 1 3 Columns - FEBBRAIO 2010 IGOR STRAVINSKY INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLINO E PIANOFORTE Anthony Marwood, violino - Thomas Adès, pianoforte CDA67723 (2 CD al prezzo di 1) I. Stravinsky: Suite d’après des thèmes, fragments et morceaux de Giambattista Pergolesi; Pastorale; Airs du rossignol et Marche chinoise; Duo concertant; Berceuse; Prélude et Ronde des princesses; Scherzo; Chanson russe; Divertimento; Danse russe; Tango; Ballata; Scherzino R. de Lisle: La Marseillaise La collaborazione tra Stravinsky e il celebre violinista Samuel Dushkin si rivelò molto proficua sotto il profilo artistico e si concretizzò in una serie di opere nuove e in alcuni arrangiamenti dei brani più melodiosi e popolari del compositore russo. A proposito di questi arrangiamenti, Dushkin scrisse che Stravinsky sembrava «essere tornato all’essenza della musica, riscrivendo e ricreando ogni brano secondo le possibilità tecniche ed espressive dello strumento». Parlando dei protagonisti di questo disco, il critico dell’Independent Bayan Northcott ha scritto: «Queste opere non sono semplici trascrizioni. Nell’arrangiare brani conosciutissimi dall’Uccello di fuoco e da Le baiser de la fée per violino e pianoforte, Stravinsky ripensò in maniera radicale ogni accordo». Nel collaudato sodalizio tra Anthony Marwood e Thomas Adès la Hyperion ha trovato due interpreti in grado di riattizzare le baluginanti fiamme creative e ricreative del compositore russo. AA.VV. BALTIC EXCHANGE The Choir of Trinity College, Cambridge, Stephen Layton CDA67747 (CD alto prezzo) U. Praulińs: Missa Rigensis; Laudibus in sanctis M. Einfelde: Cikls ar Friča Bārdas dzeju (Ciclo di poesie di Fricis Bārda) U. Sisask: Benedictio V. Miškinis: Angelis suis Deus; Pater Noster Il relativo isolamento in cui furono costretti a vivere per molti anni stimolò i migliori musicisti baltici a elaborare una scrittura molto originale e profondamente diversa rispetto agli stili che 4 si erano imposti oltre la Cortina di Ferro dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sebbene questo stato di cose non abbia favorito la nascita di un vero e proprio stile panbaltico – questo disco consente di dare solo uno sguardo fuggevole ad alcune delle meravigliose opere corali composte negli ultimi anni in questi tre piccoli paesi – non si può nemmeno negare che i quattro compositori protagonisti di questa nuova gemma del catalogo Hyperion condividano diverse caratteristiche, tra cui una assoluta padronanza della scrittura corale, una rara lucidità sotto il profilo strutturale, un utilizzo molto pragmatico degli “effetti d’avanguardia” provenienti dal loro bagaglio ideologico, una spiccata propensione per i cluster accordali e le armonie diatoniche e il frequente ricorso agli ostinati. Nel corso degli anni, Stephen Layton ha eseguito davanti ai pubblici occidentali parecchie opere corali di questi compositori e il suo entusiastico apostolato ha contribuito a creare un sempre maggiore interesse per questo incantevole repertorio. Con il suo brillante e giovanissimo coro – che, come ha scritto il critico di BBC Music Magazine, canta «con intensità e profonda partecipazione» – Layton ci conduce per mano alla scoperta di opere di insospettabile bellezza. Il Choir Of Trinity College Cambridge su HYPERION: PAWEL LUKASZEWSKI OPERE SACRE CDA67639 (CD alto prezzo) AA.VV. THE SERVICE OF VENUS AND MARS Andrew Lawrence-King, arpa medievale Gothic Voices, Christopher Page CDH55290 (CD medio prezzo) Columns - FEBBRAIO 2010 P. de Vitry: Gratissima virginis / Vos qui admiramini / Gaude gloriosa / Contratenor Anonimo: Singularis laudis digna; Lullay, lullay; Ther is no rose of swych virtu; Le gay playsir; Le grant pleyser; The Agincourt Carol P. des Molins: De ce que fol pense Anonimo (da Molins): De ce que fol pense Pycard: Gloria L. Power: Sanctus F. Lebertoul: Las, que me domanderoye J. Pyamour: Quam pulchra es J. Dunstable: Speciosa facta es Soursby: Sanctus R. Loqueville: Je vous pri que j’aye un baysier «Un altro disco di straordinaria bellezza dell’ensemble Gothic Voices» (Hi-Fi News) «Un vero tesoro» (Fanfare, Stati Uniti) «Una musica di grandissimo fascino. I lettori interessati ad avvicinarsi al repertorio medievale non potrebbero trovare un punto di partenza migliore di questo disco» (The Penguin Guide to Compact Discs) VINCITORE DEL GRAMOPHONE AWARD 1988 GIAN FRANCESCO MALIPIERO OPERE ORCHESTRALI Damiana Pinti, mezzosoprano - Paolo Carlini, fagotto Camerata Strumentale Città di Prato, Marzio Conti CPO777322 (CD alto prezzo) GIUSEPPE TARTINI CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA Elizabeth Wallfisch, violino The Raglan Baroque Players, Nicholas Kraemer CDH55334 (CD medio prezzo) G. Tartini: Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 3 n. 12 (attribuzione incerta); Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 1 D85; Concerto per violino e orchestra; Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 5 D58; Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 4 D15 «Questo disco è superiore a tutte le altre registrazioni tartiniane che ho ascoltato fino a questo momento sotto tutti i punti di vista. In particolare, la solista dimostra di essere in forma davvero smagliante […] Nei passaggi più delicati dei movimenti lenti la Wallfisch e i membri del basso continuo sfoggiano un’eloquenza semplicemente impareggiabile. Uno dei dischi più belli che mi è capitato di ascoltare nell’ultimo mese» (Early Music Review) «La solista Elizabeth Wallfisch riesce a trovare l’equilibrio ideale tra un brillante virtuosismo e una raffinata cantabilità, due qualità che vengono sorrette da un suono di rara dolcezza» (The Evening Standard) «Elizabeth Wallfisch si accosta ai concerti di Tartini con quel virtuosismo e quell’immediatezza quasi improvvisata che costituiscono l’essenza della tradizione esecutiva barocca […] Un ascolto davvero appassionante […] Questi splendidi concerti riescono sempre a cogliere nel segno» (San Francisco Chronicle) «Sia la musica di Tartini sia la qualità dell’interpretazione della Wallfisch sapranno suscitare l’entusiasmo di chiunque nutra interesse per il repertorio violinistico» (The Irish Times). G.F. Malipiero: Gabrieliana; Serenata per fagotto e dieci strumenti; Madrigali Interpretazioni Sinfoniche; Cinque favole per voce e piccola orchestra; Sette Canzonette veneziane Gian Francesco Malipiero ci ha lasciato in eredità una produzione talmente vasta da poter essere quasi paragonata a quella dei grandi compositori barocchi, comprendente tra le altre cose una quindicina di sinfonie con e senza numero, sei concerti per pianoforte e orchestra di straordinaria bellezza, otto quartetti per archi, e un gran numero di lavori vocali di ogni genere e dimensione. Malipiero diede anche un contributo fondamentale alla riscoperta dei grandi autori del Rinascimento e del Barocco italiano svolgendo una intensa attività musicologica e realizzando un gran numero di edizioni critiche di opere del Sei-Settecento. Oltre ad aver riportato letteralmente alla luce i capolavoro monteverdiani, Malipiero curò numerosi volumi dell’edizione delle opere di Vivaldi. La sua profonda conoscenza del patrimonio musicale italiano ebbe una grande importanza anche nella sua attività di compositore, come si può notare dal fatto che all’età di 90 anni scrisse l’ultima delle sue opere caratterizzate dal suffisso “iana”, dedicata a Giovanni Gabrieli. Gabrieliana costituisce l’ultimo capitolo di una lunga missione che il musicologo 5 Columns - FEBBRAIO 2010 L’intervista: Marzio Conti Maestro Conti, in un’epoca in cui i compositori italiani vissuti nella prima metà del Novecento stanno attraversando una giusta rivalutazione, Gianfrancesco Malipiero continua a essere conosciuto soprattutto per la sua attività di riscopritore del repertorio barocco. A Suo modo di vedere, come si colloca la sua produzione nel repertorio del Novecento italiano? «Malipiero fa parte di quella schiera di autori (ultimo in senso cronologico e, per la verità, anche nelle mie preferenze…) che vengono fatti rientrare nel Novecento storico italiano. A mio parere, questa definizione musicologica, basata sul termine “storico”, dà l’idea di un periodo musicale pachidermico, ampolloso e sotto alcuni aspetti anche superato. In realtà, questo periodo riunisce una serie di compositori di altissimo livello come Ottorino Respighi, Alfredo Casella e Riccardo Zandonai che sono stati – per questioni anche politiche e di “politica musicale” – accantonati o considerati di secondo piano. Purtroppo, questo avviene soprattutto in Italia. Personalmente, sono del tutto convinto che nel caso di Respighi ci troviamo di fronte a uno dei giganti della musica del XX secolo. Grande compositore, grande orchestratore, affascinante nei temi e nei colori, con un senso della struttura sempre efficace sia nel fastoso e ridondante sia nella semplicità. Nel loro insieme, li ritengo compositori “veri”, che meriterebbero una considerazione e un rispetto di gran lunga maggiori. Malipiero fa parte a pieno diritto di questo gruppo di musicisti, anche se la sua produzione è già proiettata verso un Novecento, diciamo così, successivo». A Suo parere, Malipiero – come gli altri compositori suoi contemporanei a cui ha fatto riferimento – sono ancora in grado di suscitare l’interesse del pubblico italiano? «A questa domanda posso risponderle con estrema concretezza. Un anno fa al Teatro Comunale di Bologna diressi un programma interamente incentrato sul Novecento storico italiano, comprendente tra le altre cose Pini di Roma e Fontane di Roma 6 Columns - FEBBRAIO 2010 di Giovanni Tasso di Respighi, il poema sinfonico Italia e La giara di Casella. La serata ebbe un successo straordinario, con un pubblico entusiasta di scoprire che anche noi italiani abbiamo un sinfonismo degno di essere riscoperto. Ricordo che molti si chiedevano perché nessuno si impegni per valorizzare maggiormente un repertorio così bello. La risposta sta forse nel fatto che molti addetti ai lavori non “vogliono” allargare le loro conoscenze e hanno difficoltà a essere sinceri con i propri sentimenti e le proprie emozioni. Questo mi puzza un po’ di regime musicale...» – Veniamo al disco pubblicato questo mese dalla CPO. Si inizia come un brano dal sapore antico come Gabrieliana. In che modo Malipiero riesce ad armonizzare la sua personalità di uomo moderno con un autore che in quegli anni doveva apparire davvero remoto? «Non credo che a Malipiero importasse molto di apparire remoto. Lui, penso, ci credeva e quindi componeva così. In ogni caso Gabrieliana fa parte di quelle orchestrazioni di pezzi strumentali d’epoca che rappresentano, se così si può dire, un primo embrione di approccio alla musica antica, che in seguito sarebbe diventato filologia». L’atmosfera cambia decisamente nella Serenata per fagotto e dieci strumenti. Quali sono le caratteristiche salienti di questo brano? «È il pezzo che meglio identifica lo stile di Malipiero, vicino a quella sintassi che lui stesso sfrutta in tutta la sua musica strumentale e da camera. In questo brano si mette in grande evidenza Paolo Carlini, un fagottista dotato di un’ottima tecnica e di grande espressività». Nelle Favole e nelle Canzonette veneziane si mette in grande evidenza Damiana Pinti, un mezzosoprano che con Lei ha già interpretato Rossini. Ci può dire cosa le ha chiesto per eseguire brani particolari come le Favole? «Collaboro spesso con Damiana, una cantante che ho sempre apprezzato moltissimo. Eseguendo le Favole di Malipiero abbiamo fatto semplicemente quello che fanno due musicisti quando rispettano il proprio mestiere. Abbiamo provato e studiato insieme cercando di capire cosa diceva la musica. Tutto qui». Quale è – ammesso che esista – il fil rouge con cui ha interpretato un programma così variegato? «Il fil rouge era solo quello di dare al grande pubblico l’idea più variegata possibile della musica di Malipiero». Il catalogo della CPO conta già un altro Suo disco dedicato a Ottorino Respighi. Esiste un autore e o una o più opere che Lei desidera dirigere più di tutte? «Il mio grande amore per la musica mi rende molto difficile dirle cosa preferisco. Dirigo e ho diretto di tutto, dal repertorio sinfonico, all’opera, al balletto. Ho la fortuna di trovarmi spesso di fronte a partiture che sono opere d’arte assolute e quando questo mi capita è come se avessi con me, in casa mia o in albergo, un quadro di Monet se dirigo Debussy, una tela di Friedrich se dirigo Beethoven e così via. Penso di essere davvero fortunato a poter eseguire capolavori simili. Vallo a spiegare ai politici che non hanno mai ascoltato la musica che noi definiamo – limitandone il valore – “classica”». Per finire, Le chiedo quali sono i Suoi futuri progetti discografici. «Nei prossimi mesi usciranno, ancora per CPO, un CD dedicato a Respighi con la Boutique Fantasque e Gli uccelli e , per Naxos, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa». 7 Columns - FEBBRAIO 2010 e studioso Malipiero aveva portato avanti con inesauribile passione e grande amore per tutta la durata della sua vita. Le altre opere di questo meraviglioso disco interpretato dal soprano Damiana Pinti, dal fagottista Paolo Carlini e dalla Camerata Strumentale Città di Prato diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato Marzio Conti rappresentano un omaggio all’arte di un compositore degno di essere rivalutato ai massimi livelli e alla grande tradizione musicale del nostro paese. Gian Francesco Malipiero nei cataloghi SOUND AND MUSIC: Negli anni Trenta Berg scrisse così un secondo movimento, che trasformò il poema sinfonico originario in un’opera molto più elaborata che venne immediatamente ribattezzata Uomo-Donna. «Quest’opera parla dei due protagonisti del nostro mondo – l’uomo e la donna – non mettendone in evidenza le reciproche relazioni, ma raffigurandoli come entità a sé stanti, padroni della propria vita e in grado di misurarsi con il fato […] Alla fine l’Uomo cede e la Donna trionfa». Con questa splendida opera Berg compose uno dei primi manifesti musicali per l’emancipazione femminile, che oggi ci viene riproposto nella splendida interpretazione della Norrkoeping Symphony Orchestra diretta da un ispiratissimo Ari Rasilainen. I SEI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Sandro Ivo Bartoli, pianoforte Rundfunk-Sinfonieorchester Saarbrücken Michele Carulli, direttore CPO777287 (2 SACD alto prezzo) INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE Luca Paccagnella, Sabrina Alberti TC881301 NATANAEL BERG OPERE ORCHESTRALI Norrkoeping Symphony Orchestra, Ari Rasilainen CPO777325 (CD alto prezzo) N. Berg: Reverenza; Suite Hertiginnans friare; Sinfonia n. 3 Makter Il primo disco dedicato dalla CPO alla produzione orchestrale del compositore svedese Natanael Berg ha suscitato un notevole interesse sia nel pubblico sia nella stampa specializzata, dimostrando per l’ennesima volta che è possibile fare scoperte di grande importanza anche nel superinflazionato mercato discografico odierno. Questo fatto trova una nuova conferma in questo disco, che consente di continuare l’esplorazione dell’affascinante microcosmo espressivo di uno dei portabandiera del Tardo Romanticismo scandinavo. Sebbene fosse considerato uno dei massimi esponenti del sinfonismo svedese, Berg svolse per molti anni la professione di veterinario. In un primo tempo la sua Terza Sinfonia venne concepita come un poema sinfonico in un solo movimento intitolato “Libero è l’uomo!”. Questa sinfonia fu eseguita per la prima volta in questa forma nel 1918 riscuotendo un buon successo, tuttavia qualche anno più tardi Berg si rese conto che nelle sua opera mancava qualcosa, per la precisione una presenza femminile. 8 JOSEF SUK OPERE CAMERISTICHE Martin von der Nahmer, viola Atos Trio CPO777470 (CD medio prezzo) J. Suk: Trio per archi e pianoforte op. 2; Quattro Pezzi per violino e pianoforte op. 17; Elegia per trio con pianoforte op. 23; Ballata e Serenata op. 25; Quartetto n. 1 per archi e pianoforte Dopo aver rivelato al mondo il suo straordinario talento nella prima registrazione mondiale dei trii per archi e pianoforte di Heinrich von Herzogenberg pubblicata qualche mese fa dalla CPO, il giovane ed elettrizzante Atos Trio debutta nella splendida integrale delle opere di Josef Suk varata dalla casa discografica tedesca con un disco che ribadisce la sua indiscutibile grandezza in una serie di opere dal taglio quasi sinfonico. Analogamente a quanto si può notare nella vasta produzione orchestrale del compositore ceco, anche questi lavori cameristici presentano tutte le caratteristiche dello stile di Suk (che, detto per inciso, era genero di Antonín Dvorák): una inesauribile fantasia, una serie di effetti sonori molto efficaci, una buona dose di arguzia e un pizzico di malinconia. Più in particolare, il Quartetto per archi e pianoforte è un’opera molto interessante, nella quale la tipica scrittura dei grandi concerti virtuosistici degli ultimi trent’anni del XIX secolo coesiste armoniosamente con le logiche proprie del repertorio cameristico, l’ampia Ballata per violino e pianoforte ha in serbo numerosi spunti sorprendenti, mentre le Serenata – come sottolinea Eckhardt van der Hoogen, autore delle note di copertina di questo disco – potrebbe essere definita una danza boema scritta da Claude Debussy. Columns - FEBBRAIO 2010 Josef Suk su CPO: JOSEF SUK THE RIPENING. TALE OF A WINTER EVENING Orchester der Komischen Oper Berlin Kirill Petrenko, direttore CPO777364 (CD alto prezzo) Heinrich Schütz su CPO: HISTORIA DER AUFERSTEHUNG JESU CHRISTI Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes CPO777027 (CD alto prezzo) CANTIONES SACRAE OP. 4 Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes CPO405 (2 CD alto prezzo) JOSEF SUK / ANATOLI LIADOV RACCONTO D’ESTATE / IL LAGO INCANTATO Orchester der Komischen Oper Berlin Kirill Petrenko, direttore CPO777174 (CD alto prezzo) GEISTLICHE CHOR-MUSIC JOSEF SUK KLEINE GEISTLICHE KONZERTE SINFONIA ASRAEL Orchester der Komischen Oper Berlin Kirill Petrenko, direttore CPO777001 (CD alto prezzo) HEINRICH SCHÜTZ Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes CPO546 (2 CD alto prezzo) Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes CPO675 (3 CD alto prezzo) OPERE PROFANE Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes CPO518 (CD alto prezzo) MUSIKALISCHE EXEQUIEN Weser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes JOSEF MYSLIVECEK INTEGRALE DEGLI OTTETTI E DEI QUINTETTI PER FIATI CPO777410 (CD alto prezzo) H. Schütz: Musikalische Exequien SWV 279-281; Salmi penitenziali n. 6, 51, 102, 130 e 143 Nel 1997 la CPO pubblicò il primo volume dell’integrale delle opere di Heinrich Schütz nella intensa interpretazione dell’ensemble di strumenti originali Weser-Renaissance diretto da Manfred Cordes. Sebbene siano ormai trascorsi diversi anni, questa collana – che con questo splendido disco taglia il traguardo del sesto volume – continua a essere considerata un punto di riferimento ineludibile nella discografia del compositore tedesco, come si può notare dalle entusiastiche recensioni pubblicate dalla stampa specializzata di tutto il mondo. Composta per il funerale del principe Heinrich Posthumus Reuss, la Musikalische Exequien è un’opera per voci e basso continuo concepita su misura per la liturgia luterana, in sostituzione del sino ad allora consueto rito cattolico in latino. Oltre a questo lavoro di grande suggestione, il programma comprende anche sette commoventi salmi penitenziali tratti dal Salterio Becker e dai Psalmen Davids. Anche in questo caso l’ensemble Weser-Renaissance diretto da Cordes riesce a individuare il giusto mix tra fedeltà alla prassi esecutiva e immediatezza espressiva in grado di riportare alla vita questi meravigliosi lavori. L’Orfeo Bläserensemble, Carin van Heerden CPO777377 (CD medio prezzo) Nato da una costola della Orfeo Barockorchester, formazione di strumenti originali che sotto la guida della violinista Michi Gaigg ha realizzato per la CPO diversi dischi dedicati al repertorio settecentesco accolti con grande favore dalla stampa specializzata di tutto il mondo, L’Orfeo Wind Ensemble diretto da Carin van Heerden propone in prima registrazione mondiale gli incantevoli ottetti e quintetti per strumenti a fiato del compositore boemo Josef Myslivecek, che nel corso del suo lungo soggiorno a Napoli sviluppò un grande entusiasmo per la brillantezza e la melodiosità delle opere italiane. Questa sincera passione appare evidente dalla vivacità ritmica e dall’accorta strumentazione dei suoi ottetti, ai quali manca soltanto l’apporto dei cantanti. A proposito di questi lavori, il celebre critico Gerhard Pätzig ha scritto: «componendo queste opere sembra che Myslivecek si sia lasciato ispirare da testi di sua fantasia, dando vita a continui colpi di scena ora buffi ora drammatici. Le parti degli strumenti a fiato rappresentano i tipici personaggi delle opere italiane del XVIII secolo». Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, Myslivecek scrisse parti incredi9 Columns - FEBBRAIO 2010 bilmente complesse per le possibilità tecniche ed espressive degli strumenti a fiato dell’epoca. I sei Quintetti per due oboi, due corni e fagotto sono veri e propri gioielli in miniatura composti durante il suo soggiorno a Roma, le cui caratteristiche principali – melodie intrise di malinconia, ritmi garbati e passaggi virtuosistici affidati soprattutto ai corni – sembrano riecheggiare le sonorità tipiche della sua patria lontana. PIERRE RODE CAPRICES EN FORME D’ÉTUDES Elizabeth Wallfisch, violino CPO777129 (2 CD medio prezzo) Esponente più giovane della scuola violinistica fiorita in Francia negli ultimi decenni del XVIII secolo che tra gli altri comprendeva anche i celebri Rodolphe Kreutzer e Pierre Baillot, Pierre Rode compose quasi esclusivamente per il suo strumento. Fatta eccezione per alcune opere vocali, la produzione di Rode comprende infatti concerti per violino e orchestra, un gran numero di variazioni per violino accompagnato da diversi strumenti e dieci quartetti per archi. Pubblicati per la prima volta intorno al 1815, i Caprices en forme d’études costituiscono l’opera solistica più famosa di Rode e nel giro di pochissimo tempo si conquistarono un posto di grande rilevanza nella letteratura violinistica. A differenza dei quaranta Études ou Caprices di Kreutzer, i capricci di Rode richiedono all’interprete un fraseggio ricco di nuances molto lontano dalla tipica scrittura dei lavori didattici del genere. Da notare che i capricci di Rode sono ordinati secondo la loro tonalità per quinte, senza tenere conto dei diversi aspetti della tecnica violinistica. Unanimemente considerata tra le interpreti più autorevoli del repertorio violinistico preromantico, Elizabeth Wallfisch si accosta a queste incantevoli pagine con la sua consueta maestria. Un disco veramente da non perdere. JOHN IRELAND INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO Stefan Kagl, organo dell’Herforder Münster CPO777481 (SACD alto prezzo) Un grande talento permise a John Ireland di impadronirsi della tecnica organistica con incredibile rapidità, al punto che all’età di 18 anni il compositore originario di Manchester venne ammesso nell’esclusivo Royal College of Organists, diventandone il membro più giovane di sempre. 10 In seguito Ireland ottenne una cattedra di composizione e la carica di organista e di direttore del coro della St Luke’s Church di Chelsea. Date queste premesse, non si può che rimanere sorpresi dal fatto che nella vasta produzione di Ireland le opere per organo costituiscano sotto l’aspetto quantitativo una parte quasi trascurabile, appena sufficiente per riempire il programma di un CD. In ogni caso, questi lavori sono caratterizzati da una scrittura assolutamente irreprensibile, che affonda le sue radici nelle grandi tradizioni classica e romantica. L’incantevole Elegiac Romance è caratterizzata da un’espressività intensamente brahmsiana, mentre gli altri brani presentano un’ampia varietà di toni, spaziando da un intimismo lirico e meditativo, a potenziali grandi successi (Cavatina), al puro divertimento. Organista e direttore del coro della Hertford Minster, Stefan Kagl si accosta a queste splendide opere con il dichiarato obiettivo di far conoscere un aspetto inedito della produzione di Ireland. Da parte nostra, siamo pronti a scommettere che ce la farà! ANTONIO VIVALDI LE CINQUE STAGIONI Quintessence Saxophone Quintet CPO777535 (DVD alto prezzo) Sebbene le Quattro Stagioni di Vivaldi rientrino sicuramente nel novero delle opere più eseguite e incise del panorama classico di ogni tempo, gli appassionati di classica non si sono ancora stancati di ascoltarle. Il Quintessence Saxophone Quintet trasfigura il capolavoro vivaldiano in una sorta di “concerto grosso”, nell’ambito del quale tutti e cinque gli strumenti assurgono a turno a solisti, in una formazione decisamente insolita che comprende due sax soprano, un sax contralto, un sax tenore e un sax basso. E, dal momento che anche a distanza di quasi tre secoli la musica di Vivaldi continua a suscitare spunti di riflessione, Uli Lettermann ha pensato bene di aggiungere una “quinta stagione”, che trae chiaramente la propria struttura melodica dallo stile del Prete Rosso. Nel complesso questo disco ci offre la possibilità di ascoltare sonorità del tutto innovativa che trovano il loro punto di partenza nella musica barocca di Vivaldi. Il programma di questo disco è disponibile anche su CD (CPO777366). Columns - FEBBRAIO 2010 WOLFGANG AMADEUS MOZART LUDWIG VAN BEETHOVEN – JOHANNES BRAHMS ARIE PER SOPRANISTA OPERE ORCHESTRALI Michael Maniaci, sopranista Boston Baroque, Martin Pearlman TELCD31827 (CD alto prezzo) W.A. Mozart: Idomeneo re di Creta: Ouverture; Ah qual gelido orror... Il padre adorato; Lucio Silla: Dunque sperar poss’io… Il tenero momento; Ah se a morir mi chiama; La clemenza di Tito: Ouverture; Deh, per questo istante solo; Parto, ma tu ben mio; Exsultate, jubilate K.165 La Telarc e il Concord Group sono orgogliosi di presentare un disco interamente dedicato a Mozart dei Boston Baroque di Martin Pearlman, una delle formazioni di strumenti originali più acclamate del mondo e nominata per ben tre volte ai Grammy Awards. Nel loro ventesimo disco pubblicato dalla Telarc, i Boston Baroque sono affiancati da Michael Maniaci, un sopranista americano in possesso di incredibili mezzi tecnici ed espressivi, che ha già iniziato a far parlare molto di sé. Questo imperdibile disco offre la possibilità di ascoltare per la prima volta alcune arie scritte da Mozart per castrato eseguite secondo le intenzioni del grande compositore salisburghese, vale a dire non da un soprano donna ma con l’affascinante tavolozza sonora, la brillante coloritura e la potenza di un genere di cantante che non esiste (quasi) più. Ascoltando le arie dell’Idomeneo re di Creta, del Lucio Silla e della Clemenza di Tito, il celeberrimo mottetto Exsultate, jubilate – composto da Mozart a 17 anni per il famoso castrato Venanzio Rauzzini – e le ouvertures dell’Idomeneo e della Clemenza di Tito avrete la possibilità di immergervi in un mondo dal fascino intramontabile. Trio Poseidon Gothenburg Symphony Orchestra, Neeme Järvi CHAN10564 (CD medio prezzo) L. van Beethoven: Triplo Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56 J. Brahms: Doppio Concerto per violino, violoncello e orchestra op. 102 La Chandos è orgogliosa di presentare due delle opere concertanti più famose del XIX secolo nella sapiente lettura della Gothenburg Symphony Orchestra diretta da Neeme Järvi. Sebbene siano state composte a distanza di molti anni, queste due opere vedono protagonisti due o tre strumenti solisti accompagnati da un’orchestra, una struttura non molto diversa da quella del concerto grosso di epoca barocca. Il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra op. 56 di Beethoven venne composto nel 1804 in uno dei periodi più delicati dell’esistenza del compositore di Bonn. In quei mesi Beethoven aveva infatti iniziato a superare il trauma della sordità e aveva ripreso a esprimersi con la musica dopo un terribile momento di crisi che lo aveva portato alle soglie della disperazione. Sotto il profilo strutturale, quest’opera matura e pervasa da una meravigliosa vena melodica potrebbe essere descritta come un trio per pianoforte e archi accompagnato dall’orchestra. Al contrario, l’imponente Doppio Concerto di Brahms andrebbe definito come un trio con pianoforte, con la parte di questo strumento affidata all’orchestra. In questo disco 11 Columns - FEBBRAIO 2010 le parti solistiche sono state affidate al Trio Poseidon, una raffinata formazione cameristica fondata nel 2002 da Sara Trobäck Hesselink, Claes Gunnarsson (rispettivamente primo violino e primo violoncello della Gothenburg Symphony Orchestra) e dal pianista Per Lundberg, insegnante al Royal College of Music di Stoccolma. SIR ARTHUR SULLIVAN IVANHOE Solisti, Adrian Partington Singers BBC National Orchestra of Wales, David Lloyd-Jones CHAN10578(3) (3 CD medio prezzo) BERNARD HERRMANN COLONNE SONORE Orla Boylan, Martin Roscoe, BBC Philharmonic, Rumon Gamba CHAN10577 (CD alto prezzo) B. Herrmann: Hangover Square; Quarto potere Brillante sia come direttore sia come compositore, Bernard Herrmann è considerato da molti uno degli autori di colonne sonore più innovativo degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. La sua produzione conta ben 47 colonne sonore scritte tra il 1941 e il 1976 per film diventati veri e proprio cult movie del calibro di Quarto potere, Psycho, Taxi Driver. Nonostante i grandi successi ottenuti in ambito cinematografico, Herrmann rifiutò sempre l’etichetta di “autore di colonne sonore”, preferendo essere definito un compositore che collaborava con i registi del grande schermo. Considerato da molti critici cinematografici il film più importante della storia, Quarto potere rappresentò il battesimo di Herrmann come autore di colonne sonore. Se tutti conoscono la straordinaria influenza esercitata da Orson Welles sulla storia del cinema, ancora oggi solo un numero relativamente limitato di appassionati si rende conto che una parte non marginale del successo ottenuto da Quarto potere va attribuita alla colonna sonora, che fece vincere a Herrmann una nomination agli Oscar per la migliore colonna sonora drammatica. Basato sull’omonimo romanzo di Patrick Hamilton, il film noir Hangover Square vanta una colonna sonora dai toni altrettanto tenebrosi che riecheggia il celebre Warsaw Concerto di Richard Addinsell. Nella scena finale, il protagonista Bone esegue rapito il concerto scritto da Herrmann senza curarsi dell’incendio che divampa intorno a lui. La Chandos è orgogliosa di accogliere questo nuovo disco diretto da Rumon Gamba nella prestigiosa collana Chandos Movie, per la gioia non solo dei cinefili più nostalgici, ma anche degli appassionati più esigenti della grande musica. 12 «L’opera storica che sto scrivendo rappresenta il sogno della mia vita. Non ho mai creduto nelle opere liriche basate su dèi e miti. Quello che desidero più di ogni altra cosa è un libretto che veda protagonisti personaggi fatti di carne e di sangue, che provano passioni ed emozioni umane. Sono del tutto convinto che la musica dovrebbe parlare al cuore e non al cervello». Nel 1885 Sir Arthur Sullivan descrisse in questi termini le idee che si sarebbero concretizzate in Ivanhoe. Romanzo più famoso di Sir Walter Scott, Ivanhoe rappresentava il soggetto ideale per Sullivan e costituì anche uno straordinario trampolino di lancio per la English Royal Opera di D’Oyly Carte, uno dei teatri più grandi ed eleganti di Londra, dove quest’opera romantica della durata di tre ore venne messa in scena con due cast distinti per ben 155 serate consecutivi, un traguardo mai eguagliato da nessun altro teatro londinese. Nel 1891 gli appassionati di musica londinesi potevano contare su una scelta che non aveva confronti con nessuna altra capitale europea, con Ivanhoe in programma alla Royal English Opera, The Gondoliers che continuava ad attirare schiere di spettatori al Savoy e The Golden Legend in cartellone al Covent Garden. Fatta eccezione per Georg Friedrich Händel, la storia del teatro londinese non annovera nessun musicista in grado di monopolizzare l’attenzione degli appassionati d’opera come Sullivan. La straordinaria varietà dei temi toccati dal romanzo di Scott consentì a Sullivan di comporre una delle opere più significative mai scritte in Gran Bretagna. La Chandos è orgogliosa di presentare Ivanhoe in prima registrazione mondiale con uno strepitoso cast di cantanti comprendente tra gli altri Columns - FEBBRAIO 2010 Janice Watson, Toby Spence, Catherine Wyn-Rogers e Geraldine McGreevy, guidato con polso e molto buon gusto da David Lloyd-Jones, al debutto con la prestigiosa etichetta inglese. Sir Arthur Sullivan su CHANDOS: SIR ARTHUR SULLIVAN COX AND BOX. TRIAL BY JURY Solisti, Chamber Choir of the Royal Welsh College of Music and Drama BBC National Orchestra of Wales, Richard Hickox CHAN10321 (CD alto prezzo) cercato per molti anni i musicisti più adatti per registrare i due quartetti per archi e pianoforte, che alla fine ha individuato nei componenti dell’Hermitage String Trio, con i quali si è esibita di recente in una serie di concerti che ha suscitato l’unanime entusiasmo del pubblico e della critica. A proposito di questa formazione, lo Strad ha recentemente scritto: «Questo ensemble ha fatto moltissimo per portare il repertorio per trio d’archi nelle sale da concerti». Il programma di questo disco è completato dal Notturno n. 4 per pianoforte, che viene valorizzato al massimo dalla calda acustica Chandos. Kathryn Stott su CHANDOS: SIR ARTHUR SULLIVAN GABRIEL FAURÉ IN MEMORIAM OPERE ORCHESTRALI BBC Philharmonic Orchestra, Richard Hickox CHAN9859 (CD alto prezzo) Kathryn Stott, Peter Dixon, Richard Davis, BBC Philharmonic Orchestra Yan Pascal Tortelier, direttore CHAN9416 (CD alto prezzo) GABRIEL FAURÉ OPERE CAMERISTICHE Kathryn Stott, pianoforte The Hermitage String Trio CHAN10582 (CD alto prezzo) G. Fauré: Quartetto n. 1 per archi e pianoforte op. 15; Quartetto n. 2 per archi e pianoforte op. 45; Notturno n. 4 Accogliendo l’invito di Camille Saint-Saëns, nel 1871 Gabriel Fauré entrò a far parte dell’esclusiva Société Nationale de Musique, dove ebbe la possibilità di conoscere e frequentare alcuni dei principali musicisti francesi dell’epoca come Franck, D’Indy e Bizet. La Société era stata costituita con l’obiettivo di promuovere la diffusione della musica francese e di creare una rete che consentisse l’esecuzione di opere sia cameristiche sia orchestrali. Nonostante questi eccellenti propositi, la Société non ebbe una particolare influenza su Fauré. In un’intervista rilasciata nel 1922 Fauré affermò: «La verità è che prima del 1870 non mi sarei mai sognato di scrivere una sonata o un quartetto. Solo quando Saint-Saëns fondò la Société mi decisi a occuparmi di questo ambito repertoriale», una dichiarazione che trova conferma nel fatto che quasi tutte le opere cameristiche di Fauré vennero eseguite per la prima volta grazie all’impegno della Société Nationale de Musique. Kathryn Stott è oggi considerata una delle migliori interpreti delle opere pianistiche di Fauré in circolazione, un’opinione del tutto condivisa dal critico di BBC Music Magazine, che qualche tempo fa ha scritto: «Kathryn Stott ribadisce di essere una delle più autorevoli interpreti di Fauré della sua generazione». La Stott ha GABRIEL FAURÉ OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE Kathryn Stott, Christian Poltéra, Priya Mitchell CHAN10447 (CD alto prezzo) CAMILLE SAINT-SAËNS OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE Kathryn Stott, Christian Poltéra CHAN10552 (CD alto prezzo) AA.VV. TENDER IS THE NORTH – MUSICA PER ORGANO DI AUTORI NORDICI Iain Quinn, organo CHAN10581 (CD alto prezzo) J. Sibelius: Intrada op. 111a; Surusoitto op. 111b N.W. Gade: Tre Tonestykker op. 22; Tre Choralforspil Palmgren: Due Preludi Nystedt: Med Jesus vil eg fara Másson: Larghetto Olsson: Sonata per organo op. 38 Il variegato programma di Tender is the North consente di dare un’occhiata in quell’autentico pozzo di san Patrizio che è il repertorio per organo dei paesi scandinavi. Questa affascinante silloge di opere provenienti dalla Danimarca, dalla Finlandia, dall’Islanda, dalla Norvegia e dalla Svezia e registrata nella Cattedrale di Coventry da un Iain Quinn in forma smagliante comprende due prime registrazioni mondiali – Med Jesus vil eg fara di Nystedt e il Larghetto di Másson, composti 13 Columns - FEBBRAIO 2010 appositamente per questo disco – e opere virtualmente sconosciute come l’Intrada op. 111a di Sibelius e i Preludi di Palmgren. Considerato uno degli organisti migliori del Regno Unito, Iain Quinn ha realizzato per la Chandos tre dischi di grande interesse accolti con entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. «Come ho già avuto modo di sottolineare, l’esecuzione di questo giovane musicista è impeccabile sotto tutti gli aspetti e molto musicale. La scelta dei registri è sempre azzeccata e il fraseggio delle diverse voci preciso e molto gradevole. Nel complesso si tratta di un’antologia di opere molto rare, registrata in maniera mirabile e curata fin nei minimi dettagli anche sotto l’aspetto grafico che merita di essere presa in seria considerazione» (International Record Review, a proposito di Czech Music for Organ, CHAN10463). Gimell AA.VV. THE TALLIS SCHOLARS SING FLEMISH MASTER Tallis Scholars, Peter Phillips, direttore tori come Josquin Desprez, Heinrich Isaac e Cipriano de Rore. Per celebrare nel migliore dei modi i 30 anni di attività dell’ensemble diretto da Peter Phillips la Gimell ripropone in un cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD cinque messe dei maggiori autori del Rinascimento fiammingo, tutti legati in qualche modo al nostro paese. Come sempre, questo cofanetto è corredato da un booklet molto corposo, che aiuta a calarsi nella realtà del mondo rinascimentale e ad apprezzare pienamente queste splendide opere. RICHARD STRAUSS SINFONIA DELLE ALPI London Symphony Orchestra, Bernard Haitink LSO0689 (SACD medio prezzo) CDGIM211 (2 CD al prezzo di 1) Heinrich Isaac (ca 1450-1517): Missa de Apostolis Johannes Ockeghem (ca 1425-1497): Missa Au travail suis Orlando di Lasso (1532-1594): Missa Osculetur me Cipriano de Rore (ca 1515-1565): Missa Praeter rerum seriem Antoine Brumel (ca 1460-ca 1520): Missa et ecce terrae motus Oltre a Thomas Tallis – compositore da cui hanno preso il nome – e a Giovanni Pierluigi da Palestrina, i Tallis Scholars hanno dato un contributo determinante alla riscoperta e alla valorizzazione dei grandi maestri franco-fiamminghi, realizzando una serie di straordinari dischi dedicati ad au14 Nella Sinfonia delle Alpi Richard Strauss descrive con toni epici l’ascesa a una vetta alpina, facendo ricorso a un gran numero di strumenti e di combinazioni strumentali per evocare le impressioni e gli eventi di cui fu testimone. I critici e i musicologi sono concordi nel sostenere che questo lavoro di ampie dimensioni rappresenta uno dei massimi capolavori dell’ultimo grande maestro del Tardo Romanticismo tedesco, ormai giunto al culmine della sua arte. «Un’esecuzione di straordinaria potenza espressiva della Sinfonia delle Alpi. Solo in pochissimi altri casi mi ricordo di aver sentito una ascesa verso la vetta così tesa ed emozionante. Il sapiente modo con cui Haitink sa dosare le ricche sfumature della London Symphony Orchestra sia all’alba sia al tramonto, con Columns - FEBBRAIO 2010 SERGEI RACHMANINOV OPERE ORCHESTRALI Denis Matsuev, pianoforte Orchestra del Teatro Mariinsky, Valery Gergiev MAR0505 (SACD alto prezzo) Denis Matsuev PRIMA SCELTA i migliori a prezzo speciale €14,90 (prezzo consigliato - fino al 31.03.2010) S. Rachmaninov: Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra op. 30; Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43 Il quarto titolo della Mariinsky Live vede il giovane ma acclamatissimo pianista russo Denis Matsuev e il carismatico Valery Gergiev alla testa dell’Orchestra del Teatro Mariinsky alle prese con due caposaldi della letteratura orchestrale del XX secolo come il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra e la Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninov. Si tratta di una registrazione di alto profilo, che va ad aggiungersi a un catalogo numericamente ancora ridotto ma che vanta due titoli nominati per due Grammy ciascuno, Il naso di Shostakovich come Miglior disco classico dell’anno e Miglior disco di opera dell’anno e le sinfonie n. 1 e n. 15 di Shostakovich come Miglior disco orchestrale dell’anno e Disco classico dalla qualità sonora migliore dell’anno. Da notare che Il naso si è confermato un vero e proprio asso pigliatutto, aggiudicandosi un gran numero di riconoscimenti internazionali tra cui lo Choc de l’année della rivista Classica e il prestigioso Midem Classical Award per la categoria opera. Se di Valery Gergiev gli appassionati italiani sanno ormai quasi tutto, vale la pena di spendere due parole su Denis Matsuev, nome di cui si sentirà parlare sempre più spesso. Dopo essersi aggiudicato nel 1998 il primo premio nel Corso Ciaikovsky di Mosca, Matsuev ha iniziato una intensa attività concertistica, che lo ha visto in molti casi accompagnato dall’Orchestra del Teatro Mariinsky e dalla London Symphony Orchestra dirette da Valery Gergiev, con i quali nel prossimo futuro realizzerà diversi dischi. Da notare che Matsuev ha avuto l’onore di essere stato scelto dalla Fondazione Sergei Rachmaninov per eseguire e incidere una serie di brani del compositore russo sul pianoforte conservato a Villa Senar a Lucerna, un fatto che la dice davvero lunga sul conto del giovane pianista. 15 Columns - FEBBRAIO 2010 i colori della natura che prima emergono dall’oscurità per poi sfumare negli incerti contorni del crepuscolo, esprimono fino in fondo la strenua lotta metafisica e il trionfo del grande capolavoro straussiano» (The Times) «Haitink rifugge dalla tentazione di eseguire questa vasta partitura con l’ironia postmoderna che oggi va di gran moda presso molti direttori, conferendogli la sua vera identità, quella di uno dei caposaldi più rappresentativi del Tardo Romanticismo tedesco» (The Guardian). cantanti di maggior talento». Sebbene questa disamina si riferisca a un’antologia di arie d’opera, questi giudizi possono essere estesi anche a questo meraviglioso recital pubblicato dalla Wigmore Hall Live, nel quale Keenlyside si allontana dal cliché del cantante narcisistico disposto a sacrificare sull’altare del proprio ego le opere che esegue e il pubblico che lo ascolta, per rivelarsi un vero e proprio poeta della musica, sempre pronto a mettersi al servizio dei versi e delle note. FRANZ JOSEPH HAYDN QUARTETTI PER ARCHI Doric String Quartet WHLive032 (CD medio prezzo) AA.VV. OPERE VOCALI Simon Keenlyside, baritono - Malcolm Martineau, pianoforte WHLive031 (CD medio prezzo) F. Schubert: An Silvia; Einsiedelei; Verklärung; Die Sterne; Himmelsfunken; Ständchen H. Wolf: Der Knabe und das Himmelein; Gesang Weilas; An die Geliebte; Auf eine Christblume II; Lied eines Verliebten; Lied vom Winde G. Fauré: Aubade; En sourdine; Green; Notre amour; Fleur jetée; Spleen; Madrigal; Le papillon et la fleur M. Ravel: Histoires naturelles (Le paôn; Le grillon, Le cygnet; Le martin-pêcheur; La pintade) F. Poulenc: Hôtel In un’intervista rilasciata al Guardian, il baritono Simon Keenlyside ha dichiarato: «Tutto ciò che accade nel mondo – sia il bene sia il male – è contenuto in qualche modo nel mio repertorio di Lieder tedeschi e di mélodies francesi», In questa splendida registrazione live che lo vede accompagnato da Malcolm Martineau, Keenlyside propone agli amanti del canto da camera un ampio ventaglio di spunti musicali, temi drammatici ed emozioni. Il programma si apre con sei pagine di Schubert, altrettanti brani tratti dai Mörike-Lieder di Wolf, una bella silloge di mélodies di Fauré su testi di Hugo, Verlaine e altri poeti francesi e cinque incantevoli raffigurazioni di animali dai tratti vagamente umani tratte dalle Histoires naturelles di Ravel. Recensendo un suo disco, il BBC Music Magazine ha definito Keenlyside: «il più grande baritono lirico in circolazione e uno dei migliori di ogni tempo. La sua spiccata personalità artistica gli consente di immergersi in tutti i personaggi che interpreta con una profondità espressiva e un’intelligenza musicale che trovano pochi confronti. Ogni interpretazione di Keenlyside è basata su un perfetto controllo dell’emissione, su una eccellente varietà timbrica e su un impeccabile legato, tre qualità che appartengono solo ai 16 F.J. Haydn: Quartetto per archi op. 9 n. 4; Quartetto per archi op. 50 n. 2; Quartetto per archi op. 76 n. 1; Quartetto per archi op. 50 n. 1 Fondato nel 1998 al Pro Corda, la prestigiosa scuola del Suffolk specializzata nel repertorio cameristico, il Doric String Quartet si è esibito ben quattro volte nella stagione 2008-09 della Wigmore Hall, ottenendo in occasione dell’ultimo concerto un vero e proprio trionfo. Registrato il 15 gennaio del 2009, questo CD rappresenta il debutto discografico di un gruppo che farà sicuramente parlare molto di sé. Il programma comprende tre quartetti di Franz Joseph Haydn, uno – il Quartetto op. 76 n. 1 – appartenente all’empireo della letteratura settecentesca e gli altri composti nelle prime fasi della lunghissima carriera del grande maestro di Rohrau. Scegliendo di eseguire queste opere, i componenti del Doric String Quartet hanno voluto da un lato garantire l’ascolto più gradevole possibile e dall’altro dimostrare quanto sia varia la produzione di un compositore che riserva ancora molte sorprese al grande pubblico. Da notare che il Doric String Quartet si è già esibito in Columns - FEBBRAIO 2010 Italia in occasione del Premio Paolo Borciani di Reggio Emilia, dove la sua interpretazione dei quartetti di Haydn ottenne il secondo premio e una menzione speciale, che si aggiunsero al trionfo riportato il mese prima alla Osaka Chamber Music Competition. Parlando del concorso di Reggio Emilia, la rivista The Strad sottolineò «la spiccata musicalità e la grande fantasia sonora» dei quattro componenti del gruppo. Dopo aver definito “magica” l’interpretazione del Quartetto op. 76 n. 1 di Haydn, il recensore descrive le interpretazioni del Doric String Quartet come «le più fantasiose, appassionanti, commoventi e brillanti» del concorso. Un disco davvero da non perdere. TESTAMENT RICHARD WAGNER PARSIFAL Karl Liebel, Gerda Lammers, Gottlob Frick, Otakar Kraus, Eberhard Wächter. Covent Garden Opera Chorus, Covent Garden Orchestra, Rudolf Kempe TES1455 (4 CD alto prezzo) versione quasi completa del terzo atto diretta dallo specialista wagneriano Karl Muck, in catalogo dal lontano 1928. Purtroppo, verso la metà del secolo scorso Parsifal non godeva ancora della fama di tutte le altre opere di Wagner, in quanto continuava a essere considerato un lavoro monolitico, dal carattere troppo religioso e dall’incedere insopportabilmente lento. Nel 1952 la Decca mise in commercio la prima incisione integrale del Parsifal realizzata l’anno precedente da Hans Knappertsbusch in occasione della riapertura del Festival di Bayreuth. Dopo aver raccolto l’eredità di Muck, Knappertsbusch diresse Parsifal a Bayreuth per ben 55 volte dal 1951 al 1964, un anno prima della sua scomparsa. Questo disco suscitò una grande sensazione, in parte per una qualità sonora che era riuscita a ricreare alla perfezione le caratteristiche acustiche della Festspielhaus e in parte perché, ascoltato a casa tenendo sotto gli occhi il libretto venduto separatamente dalla Decca, Parsifal si rivelò anche agli occhi degli scettici più irriducibili per quello che è, un’opera di sublime profondità e umanità. Parsifal gode da sempre dell’incondizionata ammirazione di musicisti e compositori – compresi molti di quelli che si dichiararono sempre ostili a Wagner e alle ideologie che rappresentava come Debussy e Stravinsky – per le sue ricchissime architetture armoniche e per la stupefacente originalità della sua scrittura, due caratteristiche che – come scrive giustamente The Record Guide – esaltano al massimo grado «gli ultimi, strani e profondi pensieri di Wagner» (dalle note di copertina di Michael Tanner). CARLO MARIA GIULINI IN CONCERTO Berliner Philharmoniker, Carlo Maria Giulini TES1438 (CD alto prezzo) Ultima opera scritta da Richard Wagner, Parsifal venne eseguito al Covent Garden di Londra per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1951 sotto la direzione di Karl Rankl, con un cast di altissimo livello guidato da Kirsten Flagstad (Kundry) e Ludwig Weber (Gurnemanz) e la stessa regia del primo allestimento londinese del 1914. Vale la pena di ricordare che alla fine degli anni Quaranta non era ancora disponibile alcuna edizione discografica del capolavoro di Wagner a parte alcune selezioni di brani, tra le quali spiccava una 17 Columns - FEBBRAIO 2010 G. Rossini: Ouverture da Semiramide F. Schubert: Sinfonia n. 4 D.417 Tragica C. Franck: Psyché et Éros C. Debussy: La mer Nel febbraio del 1969 Giulini presentò un programma di particolare interesse, comprendente l’ouverture dalla Semiramide di Rossini, la Quarta Sinfonia di Schubert, Psyché et Éros di Franck e La Mer di Debussy. Con queste quattro opere legate in qualche modo l’una all’altra, il grande direttore italiano desiderava sottolineare le tappe salienti del passaggio dal Classicismo dei primi anni del XIX secolo all’Impressionismo. Il 15 febbraio del 1969 sull’autorevole quotidiano Die Welt apparve un articolo di Joachim Matzner intitolato «Dramma e spiccata sensibilità», nel quale il celebre critico metteva in evidenza la capacità di Giulini di far coesistere una melodia delicata con una insostenibile tensione drammatica». Il 21 febbraio del 1969 il critico del Frankfurter Rundschau Rudolph Ganz iniziò la sua recensione lodando gli eccellenti abbinamenti del programma. A proposito dell’ouverture della Semiramide di Rossini Ganz affermò che non si trattava di un brano allegro e chiassoso, ma di un capolavoro di precisione, mentre la Quarta Sinfonia di Schubert – battezzata dallo stesso compositore Tragica – esprime esattamente l’essenza del suo titolo, non essendo un’opera né pomposa né patetica, ma nervosa e ricca di tensione. Il culmine romantico venne raggiunto con la breve Psyché et Éros di Franck e l’elettrizzante finale con La Mer di Debussy, che secondo Ganz fu eseguita «con un incedere estremamente vivo e animato. Anche in questo caso l’assoluta precisione che consentiva a Giulini di non farsi sfuggire nemmeno il più piccolo dettaglio della partitura raggiunse nuove vette, con i Berliner Philharmoniker autori di una performance assolutamente strepitosa» (dalle note di copertina di Helge Grünewald). (ASOT, IV, 64-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, V, 62-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, III, 17-21); Toccata in do maggiore (ASOT, III, 96-9); Fuga in fa minore; Toccata Terza in sol minore (ASOT, IV, 126-32) Con questo terzo CD, dedicato a varie composizioni di Alessandro Scarlatti destinate precipuamente all’organo, continua il progetto che prevede la registrazione degli «Opera Omnia per tastiera» del grande compositore palermitano. Questo progetto è scaturito dallo studio e dal piano di pubblicazione dell’ampio corpus di fonti manoscritte contenenti musiche per tastiera dell’autore intrapreso circa una decina di anni fa; in effetti, la pubblicazione degli «Opera Omnia per strumento a tastiera» di Alessandro Scarlatti presso le «Ut Orpheus Edizioni» di Bologna (a cura di A. Macinanti e di F. Tasini) è iniziata nel 2000 ed è giunta ora al quinto volume. Per la registrazione di questo terzo CD è stato scelto l’organo costruito nel 1854 da Antonio Sangalli (1820-1901) per la Chiesa Parrocchiale di San Paolo Apostolo di Ziano Piacentino e restaurato da Daniele Giani nel 2004. Pur risalendo al XIX secolo, questo strumento offre un ventaglio di sonorità timbriche (dolcezza e cantabilità del Principale e della Voce Umana, Ripieno cristallino e “sodo”, Ance [Fagotto reale ne’ bassi e Trombe soprani] pronte ed omogenee nella tessitura, Flauti ‘spiccati’) pienamente in consonanza con la tradizione organaria del XVIII secolo. Già disponibili: – VOLUME I Francesco Tasini, clavicembalo TC661911 (CD alto prezzo) OPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME II Francesco Tasini, clavicembalo TC661912 (CD alto prezzo) OPERA OMNIA PER TASTIERA ANNIBALE PADOVANO – BERTOLDO SPERINDIO OPERE PER ORGANO ALESSANDRO SCARLATTI OPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME 3 Francesco Tasini, organo Baldassarre Malamini (1580) TC661913 (CD alto prezzo) A. Scarlatti: Fuga in re minore (ASOT, II, 96-8); Toccata per organo e per cembalo in la maggiore (ASOT, I, 15-26); Fuga in do maggiore; Toccata per organo in do maggiore (ASOT, IV, 50-63); Toccata per cembalo in do maggiore (ASOT, IV, 80-8); Toccata aperta d’organo in la minore 18 Marco Ghirotti, organo TC526601 (CD alto prezzo) A. Padovano: Toccata del Sesto Tono; Ricercar del Sesto Tono alla Terza; Toccata del Primo Tono; Ricercar del Duodecimo Tono; Toccata dell’Ottavo Tono B. Sperindio: Toccata Seconda; Ricercar del Primo Tuono; Canzon Francese (Un gai berger); Canzon Francese; Ricercar del sesto Tuono; Canzon Francese (Hor vienza vien); Canzon Francese (Petit fleur); Ricer- Columns - FEBBRAIO 2010 car del Terzo Tuono; Canzon Francese (Frais et gagliard); Toccata Prima Annibale Padovano nacque a Padova nel 1527. Il 30 novembre 1553, il ventiseienne Padovano fu nominato organista presso la Basilica di San Marco di Venezia, dove rimase fino al 2 agosto 1565. Annibale Padovano entrò così in quello che era considerato il tempio della musica per eccellenza in qualità di primo organista, mentre al secondo organo si alternavano Girolamo Parabosco (1551-1557) e Claudio Merulo (1557-1584). Bertoldo Sperindio nacque a Modena intorno al 1530. Il 1° gennaio 1552 “maestro Sperandio” venne nominato organista della Cattedrale di Padova e nel 1557 ottenne un contratto decennale per lo stesso incarico con un incremento di stipendio. Nel 1567 gli fu rinnovato il contratto per altri 16 anni, ma nello stesso anno venne sospeso dal servizio per insubordinazione. Non sappiamo esattamente il motivo di tale sospensione, ma con ogni probabilità fu conseguenza di un fatto rilevante, che spinse i suoi superiori a trovare addirittura un sostituto. A riprova delle sue capacità artistiche, Sperindio fu però reintegrato nell’agosto dello stesso anno. Sperindio morì a Padova il 15 agosto 1570 e, in segno di benemerenza, i membri del Consiglio della Cattedrale decisero di trasferire il salario di Bertoldo alla moglie e ai suoi figli. Marco Ghirotti su TACTUS: DOMENICO SCARLATTI – LORENZO DE ROSSI OPERE PER ORGANO Marco Ghirotti, organo TC681907 GIROLAMO DIRUTA TOCCATE, RICERCARI, CANZONI E INNI DI AUTORI VARIDA IL TRANSILVANO Marco Ghirotti, clavicembalo TC555401 B. Smetana: La Moldava A. Dvorák: Sinfonia n. 9 op. 95 Dal Nuovo Mondo Questa novità della Supraphon costituisce un disco assolutamente irrinunciabile per chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze del grande repertorio ceco, proponendo due delle opere più amate ed eseguite sia in disco sia nelle sale da concerto di tutto il mondo. Inoltre questo splendido disco vede protagonista la Czech Philharmonic Orchestra – la compagine che più di ogni altra fu legata a Smetana e a Dvorák – e il direttore che per tutta la sua carriera si impegnò per far conoscere la musica del suo paese, Karel Ančerl. Composta due mesi prima che Smetana perdesse l’udito, La Moldava è considerata da molti appassionati la risposta più perentoria ai molti che temevano che questa disgrazia avesse posto definitivamente fine alla carriera del compositore ceco. In breve tempo l’“Epopea del fiume ceco” divenne il simbolo di ogni persona originaria di questo paese e un meraviglioso inno che celebrava la terra, il popolo e le tradizioni della Boemia. D’altro lato, il trionfale soggiorno americano di Dvorák – coronato dallo strepitoso successo della Sinfonia n. 9 Dal Nuovo Mondo – dimostrò anche ai più scettici la portata internazionale della musica ceca. In questo senso, questo disco della Supraphon costituisce una sorta di summa del repertorio orchestrale boemo, con il poema sinfonico di Smetana che rappresenta lo sbocciare della scuola nazionale boema e la sinfonia di Dvorák che ne segna la piena consacrazione in ogni parte del mondo. AA.VV. CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA David Oistrakh, violino Czech Philharmonic Orchestra, K. Ančerl, A. Pedrotti ERCOLE PASQUINI OPERE PER ORGANO Marco Ghirotti, organo TC564401 BEDRICH SMETANA – ANTONÍN DVORÁK OPERE ORCHESTRALI Czech Philharmonic Orchestra, Karel Ančerl SU4016 (CD basso prezzo) SU4015 (CD medio prezzo) W.A. Mozart: Concerto n. 3 per violino e orchestra K.216 L. van Beethoven: Romanza n. 2 per violino e orchestra op. 50 J. Brahms: Concerto per violino e orchestra op. 77 Nato a Odessa nel 1908, David Oistrakh è considerato insieme a Jascha Heifetz e a Yehudi Menuhin uno dei violinisti più carismatici del XX secolo. A partire dal 1946 – anno in cui la Cecoslovacchia entrò a far parte del Patto di Varsavia – Praga fu una delle città in cui Oistrakh si esibì più spesso sia come violinista sia come direttore d’orchestra. Dotato di una tecnica irreprensibile e di un suono meravigliosamente caldo, Oistrakh divenne ben presto uno degli interpreti migliori dei capolavori del Romanticismo, come si può notare nella splendida versione del Concerto in re maggiore di Brahms registrata a Praga con la Czech Philharmonic Orchestra diretta da Antonio Pedrotti. 19 Columns - FEBBRAIO 2010 In ogni caso, va detto che la classe cristallina del violinista russo diede risultati eccelsi anche nei lavori – solo apparentemente più facili – dei grandi maestri del Classicismo viennese, la cui struttura lineare e la cui intensa melodiosità richiedono sia al solista sia al direttore un approccio stilistico misurato, un assoluto equilibrio e una attenzione alla qualità del suono ai limiti del maniacale. Queste qualità sono evidenti nel Concerto n. 3 di Mozart e nella Romanza n. 2 di Beethoven, che vedono Oistrakh accompagnato dalla Czech Philharmonic Orchestra diretta da Karel Ančerl nel 1954, quando il violinista russo era già considerato uno dei solisti migliori del mondo. Per garantire l’ascolto più realistico possibile, queste leggendarie registrazioni sono state sottoposte dai tecnici della Supraphon a una accurata opera di rimasterizzazione. AA.VV. CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA Sviatoslav Richter, pianoforte Czech Philharmonic Orchestra, Prague Symphony Orchestra, K. Ančerl, V. Talich, SU4014 (CD medio prezzo) P.I. Ciaikovsky: Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 23 S. Prokofiev: Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 10 J.S. Bach: Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra BWV 1052 Nel 1950 il trentacinquenne Sviatoslav Richter tenne il suo primo concerto al di fuori dell’Unione Sovietica 20 a Praga, la splendida capitale della Cecoslovacchia in cui in seguito avrebbe fatto ritorno molte altre volte. I tre concerti proposti in questo disco vennero registrato al Rudolfinum tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 1954, quando Richter era già considerati tra i pianisti migliori del mondo. In queste tre opere il grande virtuoso russo è accompagnato da due delle migliori orchestre cecoslovacche dirette da due vere e proprie leggende, Václav Talich, ormai giunto alla fine delle sua luminosissima carriera, e Karel Ančerl, che stava muovendo i primi passi come direttore principale della Czech Philharmonic Orchestra. Nel giro di appena due settimane Richter eseguì in concerto e registrò in maniera mirabile il romanticissimo Concerto in si bemolle minore di Ciaikovsky, il Concerto in re bemolle maggiore di Prokofiev, opera dai tratti inconfondibilmente neoclassici, e il Concerto in re minore di Bach, unanimemente considerato tra i vertici del repertorio barocco e tra le pietre miliari della letteratura pianistica di ogni tempo. Se il fatto che i concerti per pianoforte e orchestra dei compositori russi Ciaikovsky e Prokofiev abbiano trovato in Richter l’interprete ideale può sembrare quasi scontato, la superba e intensissima lettura del capolavoro bachiano permette di scrivere una nuova pagina della biografia di uno dei pianisti più carismatici del XX secolo. DMITRI SHOSTAKOVICH – SAMUEL BARBER OPERE ORCHESTRALI NBC Symphony Orchestra, Arturo Toscanini URN409 (CD medio prezzo) D. Shostakovich: Sinfonia n. 7 op. 60 Leningrado S. Barber: Adagio per archi In questo CD della durata di 80 minuti sono contenute due prime mondiali nell’interpretazione del grande Arturo Toscanini, due opere la cui fortuna discografica ha avuto poi, e continua ad avere, una grande rilevanza in ogni parte del mondo. Pubblicati diverse volte dalla RCA, questi due importanti lavori strumentali hanno sempre sofferto della loro origine remota – il 1942 – e delle tecniche di incisione tutt’altro che precise utilizzate in quel periodo. Questa è dunque la prima volta che vengono pubblicate con una qualità sonora adeguata che, per quanto non possa essere paragonata alle registrazioni moderne, offre un livello d’ascolto sino a qualche anno fa assolutamente inimmaginabile per testimonianze storiche risalenti a quasi settant’anni fa. Columns - FEBBRAIO 2010 ZANZIBAR SENTEURS D’ÉPICES Artisti vari NUOVA ZELANDA LEAVE HER JOHNNY – CANTI DEI MARINAI Rudy Sunde, John Jones, John McGowan, Gavin Asher, Greg Whitcombe, Nigel Champion, Martin Blackman, John Walton e “Spirit of Adventure” PSSA141192 (CD basso prezzo) Leave her Johnny; South Australia; Orpheus; 10000 Miles away; Nick Young; Trumpet Hornpipe; Donkey Riding; Across The Line; Philomena D; Drunken Sailor; Captain Matheson; Talcajuano Girls; Liverpool Joddles; Auckland to the bluff; Tom’s Gone To Hilo; Dead Horse Shanty; PSSA141191 (CD basso prezzo) Hornpiples; Shore Whalers Il mare ha sempre esercitato un invincibile fascino sugli artisti, sugli scrittori e sui musicisti. In particolare, le canzoni che narrano di traversate perigliose, storie d’amore e avventure straordinarie legate in qualche maniera al mare sono talmente tante che si è finito per perderne il conto. Si tratta di una tradizione estremamente suggestiva, come si può notare dai brani della tradizione neozelandese proposti in questo splendido disco. Bashraf; Mapenzi Yako Matamu; Waridi Lisilomiba; Bashraf 2; Zawadi Ahmed; Usijigambe; Bashraf 3 Scoperta all’epoca dei primi grandi navigatori, l’isola di Zanzibar ha visto passare nel corso dei secoli tutti i popoli più importanti del mondo antico, tuttavia l’impronta più netta e duratura fu lasciata dalla cultura islamica e dalle tradizioni swahili giunte dal continente africano, come si può notare dai canti polifonici e dagli strumenti a corda, ai quali si aggiungono percussioni indiane e ritmi lancinanti dal chiaro sapore arabo. Il genere musicale più diffuso a Zanzibar è il taraab, una musica dolce eseguita anche in sede di concerto che trae il suo nome da un’espressione araba traducibile come “essere trascinato dalla gioia”. Tutte le canzoni sono basate su testi in swahili e nella loro musica è possibile riconoscere influenze arabe, indiane e africane. I musicisti suonano strumenti antichi come il qânûn (una cetra di forma trapezoidale), l’oud (liuto), il nay (flauto) accanto ai più consueti violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, harmonium, fisarmoniche e percussioni come il doumbak, la rika e i borghi. Un vecchio adagio arabo dice: «Quando a Zanzibar sui suona il nay, l’Africa balla fino ai Grandi Laghi». ALFONSO X EL SABIO (1221-1284) CANTIGAS DE FLANDES Música Antigua, Eduardo Paniagua PN1150 (CD alto prezzo) Alfonso X El Sabio (1221-1284): Marvellous and Pious; De muitas guisas; Sempr’ aos seus val; Quen loar podia; O que en Santa Maria de coraçon confia; Quen JesuCrist’e ssa Madre veer quiser; A de que Deus pres; Macar ome per folia Eduardo Paniagua prosegue spedito nel suo ambizioso progetto di registrazione delle Cantigas de Santa Maria di Alfonso X El Sabio con un nuovo disco comprendente otto lavori ambientati nelle Fiandre, regione cristianizzata dai re merovingi nel VI secolo e che 21 Columns - FEBBRAIO 2010 all’epoca del monarca-compositore spagnolo stava attraversando un periodo di grande prosperità. Da notare che il primo brano è ispirato al racconto di Gualterius di Cluny che sette secoli più tardi sarebbe diventato famoso grazie al film Marcellino pane e vino. Per rendere l’ascolto più piacevole possibile, Paniagua fa ricorso in questo disco a un gran numero di strumenti, tra cui viole da gamba, flauti di diverse taglie, chitarre medievali, strumenti arabi e africani e percussioni di ogni genere. Un’interpretazione davvero spettacolare, che lascerà a bocca aperta anche chi credeva di non aver più nulla da scoprire. AA.VV. TROVADORES IN CASTILLA Música Antigua, Eduardo Paniagua PN1010 (CD alto prezzo) La poesia provenzale e occitana iniziò a mettersi in evidenza in Castiglia durante il regno di Alfonso VII, figlio di Raimondo di Borgogna e di Urraca, figlia di Alfonso VI, passato alla storia per aver riconquistato Toledo. In ogni caso, la letteratura occitana conobbe il suo momento di gloria con suo figlio Alfonso VIII (1158-1214), che non solo accolse alla sua corte numerosi trovatori e menestrelli, ma sposò anche Eleonora di Aquitania, discendente di Guglielmo, primo trovatore della storia. Questi grandi poeti-musicisti rivestirono un ruolo di grande importanza anche in ambito politico, perché fu anche grazie al loro contributo che Alfonso VIII decise di vendicare la terribile sconfitta subita ad Alarcos nel 1195 per mano degli Almohadi, dando inizio a una guerra senza quartiere che culminò nel 1212 nella grande vittoria di Las Navas de Tolosa. Questo splendido disco consente di rivivere un appassionante capitolo di storia medievale in tutta la sua vivacità e la sua suggestione. 22 Columns - FEBBRAIO 2010 AA.VV. SOMEWHERE IN TIME Steve Siu, pianoforte FIMDXD080 (DXD 352.8 KHz 24 bit) Chariots of Fire (Vangelis); A Time for Us (Larry Kusik, Eddie Snyder, Nino Rota); Somewhere My Love (Maurice Jarre); Somewhere in Time (Joe Barry); Don’t Cry for Me Argentina (Andrew Lloyd Webber, Tim Rice); Moon River (Henry Mancini); Music of the Night (Andrew Lloyd Webber, Charles Hart, Richard Stilgoe); The Summer Knows from Summer 42’ (Michel Legrand, Marilyn Bergman, Alan Bergman); Love is a Many-Splendored Thing (Sammy Fain, Paul Francis Webster); My Funny Valentine (Richard Rodgers, Lorenz Hart); Can’t Help Falling in Love (George David Weiss, Hugo Peretti, Luigi Creatore); Hong Kong Medley (Steve Siu) Nel 2003 il celebre producer e proprietario della FIM Winston Ma ricevette una lettera da un fedele acquirente dei suoi dischi che gli parlava di Steve Siu, un pianista ventitreenne di grande talento. Incuriosito da questa missiva, Ma decise di andare ad ascoltarlo, rimanendo letteralmente a bocca aperta di fronte alla cascata di note e alla spiccata espressività del giovane pianista. Da questo incontro nacque una solida amicizia e un disco di grandissimo interesse, che Siu e Ma portarono a termine in un solo giorno. Il risultato è semplicemente eccezionale, spaziando da conosciutissimi evergreen come Love Is a Many-Splendored Thing (L’amore è una cosa meravigliosa) e My Funny Valentine a hit di Broadway come Don’t Cry for Me Argentina (Evita) e Music of the Night (Il fantasma dell’Opera) a un brano dal fascinoso sapore esotico come Hong Kong Medley. La FIM ripresenta in una veste sonora di grandissimo pregio Lost World di Michael Stearns, un album dalle sonorità molto suggestive che evocano l’infanzia del nostro pianeta. Sebbene la qualità sonora dell’album originale fosse già più che buona, Bruce, il mastering engineer della FIM, convinse Winston Ma che era possibile definire meglio il contorno dello spettro sonoro, un fatto che avrebbe reso assai più gradevole e fedele l’ascolto. Come prevedibile, il risultato è stato spettacolare: per convincersene, basta ascoltare Volcano (track n. 7), un brano di dirompente energia che farà sobbalzare dalla poltrona anche gli audiofili più smaliziati. AA.VV. BLUES FOR THE SAXOPHONE CLUB Jeremy Monteiro, pianoforte; Eldee Young, contrabbasso e voce; Isaac “Redd” Holt, batteria, Ernie Watts, sax tenore, sax contralto; O’Donel Levy, chitarra FIMGSDXD004 (CD alto prezzo) MICHAEL STEARNS THE LOST WORLD Michael Stearns and Friends FIMDXD037 (CD alto prezzo) Kama Meru; Lost World Theme; Imu Paru; Maripak: The Last Pterodactyl; Matawi: Killer of Men; Sabana; Volcano; Auyan; Warao; St. Francis; Crystal Canyon; Lost World Reprise Falling in Love with Love; Myth Blues; My Foolish Heart; Surrey with a Fringe on Top; What a Wonderful World; Blues for the Saxophone Club Blues for the Saxophone Club costituisce il settimo tassello di una proficua collaborazione iniziata all’inizio degli anni Novanta tra la FIM e Jeremy Monteiro, un pianista dallo stile morbido ma naturale, vigoroso ma poetico e fluido, che incarna l’essenza del jazz contemporaneo. Ascoltando questo magnifico disco, 23 Columns - FEBBRAIO 2010 non potrete fare a meno di rimanere conquistati dal coinvolgente sound della band di Jeremy, che riesce a rendere indimenticabili i sei brani in programma. Un disco veramente da non perdere. SIR ARTHUR SULLIVAN PINEAPPLE POLLS Royal Philharmonic Orchestra, Charles Mackerras, direttore HIQLP001 (LP da 180 grammi) Questo delizioso disco propone gli arrangiamenti di brani di opere della premiata ditta Gilbert & Sullivan realizzati da Sir Charles Mackerras per un balletto comico curato dal coreografo John Cranko e andato in scena per la prima volta al Sadler’s Wells Theatre di Londra nel 1951. Pineapple Poll è basata sulla The Bumboat Woman’s Story scritta nel 1870 da W.S. Gilbert per le Bab Ballads. La stessa vicenda venne utilizzata in seguito per la commedia H.M.S. Pinafore, uno dei massimi capolavori di Gilbert & Sullivan, tuttavia per Pineapple Poll Cranko decise di sviluppare ulteriormente la storia narrata nella Bab Ballad, dandole anche un lieto fine. Sebbene siano ormai passati 50 anni, la prima registrazione stereofonica riproposta in questo vinile da 180 grammi dalla HI-Q Supercuts continua a essere considerata la migliore edizione disponibile sia sotto il punto di vista interpretativo sia sotto l’aspetto della qualità sonora. Registrato il 20 novembre del 1960 presso lo Studio 1 di Abbey Road dal leggendario producer Peter Andry, questo disco è stato tagliato ad Abbey Road utilizzando il master originale della EMI e stampato su vinile da 180 grammi con i torchi della EMI alla Vinyl Factory di Hayes, in Inghilterra. Recensito in termini molto positivi da Gramophone nel 1962 («Questa elettrizzante opera di Sullivan […] viene eseguita da Charles Mackerras con incontenibile slancio […] registrazione destinata a rimanere insuperata»), questo disco è stato inserito da Harry Pearson nella sua mitica lista. EDVARD GRIEG PEER GYNT Ilse Hollweg, soprano Royal Philharmonic Orchestra, Beecham Choral Society, Sir Thomas Beecham, direttore HIQLP002 (LP da 180 grammi) 24 Registrata dalla EMI tra il 1955 e il 1957, questa vera e propria pietra miliare dei primi anni dell’era stereofonica è stata ‘tagliata’ ad Abbey Road utilizzando il master originale della EMI e stampata su vinile da 180 grammi alla Vinyl Factory di Hayes, in Inghilterra, mantenendo la copertina originale. «Ho apprezzato molto la notevole ampiezza del palcoscenico sonoro e i secchi attacchi della Royal Philharmonic Orchestra diretta da Sir Thomas Beecham» (Gramophone, 1959) «Quando cerchiamo di spiegare ai nostri nipoti per quale motivo consideravamo Beecham quasi un dio della musica […] dovremmo mettere sul piatto del nostro giradischi questo LP» (Gramophone, 1959). ELVIS COSTELLO MY AIM IS TRUE Elvis Costello MFSL1-329 (LP da 180 grammi) Welcome to the Working Week; Miracle Man; No Dancing; Blame It On Cain; Alison, Sneaky Feelings; (The Angels Wanna Wear My) Red Shoes; Less Than Zero; Mystery Dance; Pay It Back; I’m Not Angry; Waiting For the End of the World My Aim Is True di Elvis Costello annuncia l’arrivo di un singolare talento della storia del rock e ben presto viene considerato uno dei più grandi album debutto mai registrati. Corre l’anno 1977 e il ciclone punk infuria. Un’onda che Elvis Costello cavalca con furbizia con la sua aria insolente e il suo look anni Cinquanta. Mescolando motivi punk con rock da pub e rock americano Costello dà vita a brani che saranno amati come “Alison”. “Watching the Detectives”, “(The Angels Wanna to Wear My) Red Shoes” e “Mystery Dance”. In tutto l’album non c’è nemmeno una nota fuori posto. La rivista Rolling Stone lo ha incluso tra i 500 più grandi album di tutti i tempi. Masterizzata con il metodo half-speed dal nastro master ori- Columns - FEBBRAIO 2010 ginale e meticolosamente stampata su vinile da 180 grammi, questa versione sorpassa di gran lunga tutte le numerose precedenti ristampe su vinile. ORG DIANA KRALL LOVE SCENES Diana Krall, voce e pianoforte; Russell Malone, chitarra; Christian McBride, basso AA.VV. DANZE ESOTICHE DA OPERE Minnesota Orchestra, Eiji Oue RR71SA (SACD alto prezzo) ORGLP0005 (2 LP da 180 grammi) All or Nothing at All; Peel Me a Grape; I Don’t Know Enough About You; I Miss You So; They Can’t Take That Away from Me; Lost Mind; I Don’t stand a Ghost of a Chance With You; You’re Getting to be a Habit with Me; Gentle Rain; How Deep Is the Ocean (How High Is the Sky); My Love Is; Garden in the Rain Un altro grande album della cantante-pianista Diana Krall, questa volta dedicato all’amore, non solo quello romantico ma anche all’amore per la famiglia e per gli amici. Tutte le liriche sono interpretate con il suo stile personale e praticamente reinventate. Quest’album nominato per il Grammy Award vede la partecipazione del chitarrista Russell Malone e di Christian McBride al contrabbasso. Questa versione su doppio LP è sicuramente la versione definitiva di questo album e una magnifica opportunità per tutti gli audiofili che potranno apprezzare la voce di questa incredibile cantante ad un livello di veridicità che ha dell’incredibile. N. Rimsky-Korsakov: Danza degli acrobati (La fanciulla di neve) R. Strauss: Danza dei sette veli (Salome) P.I. Ciaikovsky: Danza dei cosacchi (Mazeppa) M. Mussorgsky: Danza degli schiavi persiani (Khovanscina) H. Rabaud: Danze da Mârouf, savetier du Caire A. Rubinstein: Suite di balletto da I demoni A. Dvorák: Polonaise (Rusalka) C. Saint-Saëns: Baccanale (Samson et Dalila) Discepolo di Seiji Ozawa e di Leonard Bernstein, il direttore Eiji Oue ha letteralmente infiammato Minneapolis con questa sua prima registrazione a capo della rinnovata Minnesota Orchestra, che oggi la Reference Recording ripropone con la straordinaria qualità sonora del SACD. Il programma propone alcuni dei brani più spettacolari della letteratura orchestrale di tutti i tempi: dalla famosissima Danza degli acrobati di Nikolai Rimsky-Korsakov alla sensuale Danza dei sette veli della Salome di Richard Strauss, alla sfrenata Danza dei cosacchi di Mazeppa di Ciaikovsky, questo disco propone una sarabanda di colori orchestrali che saprà sicuramente conquistare anche gli audiofili più compassati, oltre agli appassionati dai gusti più difficili e raffinati. Da notare che lo stesso titolo è disponibile anche nei formati HDCD e HRx DVD-R. 25 Columns - FEBBRAIO 2010 BENJAMIN BRITTEN OPERE ORCHESTRALI Kansas City Symphony Orchestra, Michael Stern RR120CD (CD alto prezzo) B. Britten: Guida del giovane all’orchestra; Sinfonia da requiem; Quattro Interludi marini e Passacaglia da Peter Grimes La Guida del giovane all’orchestra di Benjamin Britten è uno dei brani più spettacolari della letteratura sinfonica del XX secolo che vede protagoniste tutte le famiglie strumentali dell’orchestra, sia da sole sia nel loro insieme, in una geniale elaborazione del tema principale dell’Abdelazer di Purcell che sfocia in un sensazionale finale, dove la gamma dinamica raggiunge il parossismo. Da sempre contrario agli orrori della guerra, nel 1940 il compositore inglese espresse il suo profondo desiderio di pace con la Sinfonia da requiem, un’opera che si apre con drammatici colpi di timpano che metteranno a dura prova anche gli impianti migliori e tocca vertici di insostenibile drammaticità. Da notare che questa opera giovanile è considerata da molti uno dei massimi capolavori sinfonici di Britten. Opera più eseguita di Britten, Peter Grimes è stata resa famosa in tutto il mondo dagli Interludi marini e dalla Passacaglia, brani caratterizzati da una musica di maliosa bellezza e da un’orchestrazione magistrale. La trasparente resa sonora del Professor Johnson consente di “guardare all’interno” di queste splendide opere come in precedenza non era mai stato possibile, In ogni caso, non si può sottacere l’eccezionale interpretazione della Kansas City Symphony Orchestra, diretta con piglio e molto buon gusto da un ispiratissimo Michael Stern. Questo nuovo disco è stato prodotto dal grandissimo David Frost, vincitore di ben quattro Grammy Award, che si è detto onorato di aver potuto collaborare per la prima volta con un ingegnere del calibro di Keith Johnson e non ha nascosto il suo entusiasmo per la qualità sonora del master. E in effetti, tra le numerose incisione della RR dedicate al repertorio sinfonico, questa è sicuramente una delle migliori. AA.VV. - SAMPLER Dallas Wind Symphony Orchestra, Howard Dunn, Frederick Fennell, Jerry Junkin, direttori DALLAS WIND SYMPHONY RRS9CD (CD alto prezzo) 26 H. Owen Reed: La Fiesta Mexicana (Preludio e Danza Azteca) G. Holst: Suite n. 2 (brani scelti) R. Goldmark: Rustic Wedding Symphony (Scherzo) I. Albéniz: Festa a Siviglia J. Weinberger: Schwanda il pifferaio (Polka e Fuga) M. Gould: Pavana L. Jessel: Parata dei soldatini di legno M. Arnold: Scottish Dance R. Nelson: Rocky Point Holiday J.P. Sousa: Nobles of the Mystic Shrine P. Hindemith: Kammermusik n. 7 (Finale) P. Grainger: Gumsuckers March D. Maslanka: Sinfonia n. 4 (Finale) A grande richiesta, la Reference Recordings pubblica finalmente un disco comprendente le tracce migliori dei 13 dischi realizzati per la RR dalla Dallas Wind Symphony Orchestra, l’unica banda di fiati professionale degli Stati Uniti diretta dai leggendari Jerry Junkin, Frederick Fennell e Howard Dunn. Eseguiti nella spettacolare acustica del Meyerson Symphony Center di Dallas, questi brani di grande bellezza sono stati registrati come meglio non si potrebbe desiderare dal celebre team della RR, l’ingegnere del suono Keith Johnson e il producer Tam Henderson. Un disco che riuscirà a esaltare anche gli audiofili dai gusti più difficili. PAUL O’BRIEN WALK BACK HOME Paul O’Brien, Uli Klingler, Lea Morris, Hrólfur Vagnsson, Annida Lückebergfeld, Lucile Chaubard, Martin Grosskurth, Lars Hansen, Hans-Jörg Maucksch, Noah, Rubén, Julen, Elián, Samuel SFSA4064 (SACD alto prezzo) In un mondo come quello in cui viviamo c’è più che mai bisogno di persone in grado di comunicare energia. Persone come Paul O’Brien, artista di origine irlandese che vanta al suo attivo una carriera di tutto rispetto. Dopo aver raggiunto un livello di matu- Columns - FEBBRAIO 2010 rità artistica tale da permettergli di proporsi alla Stockfisch Records, O’Brien ha dimostrato di possedere anche un grandissimo coraggio. Il coraggio di lasciarsi tutto dietro le spalle e di iniziare una nuova vita sulle propaggini costiere più occidentali del Canada, nella quale la musica non avrebbe più dovuto ricoprire un ruolo fondamentale. Nonostante i propositi più seri, un artista come O’Brien non poteva vivere facilmente senza musica, come confida in “He Can Dance”, una splendida canzone incentrata su un artista che sogna e danza. Il sogno e la danza possono aiutare a cambiare vita come la fede, una realtà che viene presa in esame in “Romero”, un brano che narra la storia di un vescovo che decide di cambiare radicalmente il suo mondo. In questa canzone O’Brien viene accompagnato da un coro di bambini. Ma in un attimo i bambini crescono, diventando ben presto vecchi incapaci di comprendere il mondo in cui vivono, pur desiderando di renderlo migliore. Dare e ricevere: «Non sforzarti di capire e lasciati condurre nella vita». Questo è il modo in cui un musicista come O’Brien guarda al mondo, un cantante che sotto le sue robuste spalle cela un’anima molto sensibile. Canzoni dai tempi piacevolmente mossi aprono e chiudono un programma molto eterogeneo, in cui coesistono armoniosamente il folk, il country e il jazz. Eh sì, c’è sempre bisogno di persone in grado di comunicare energia! creative di Taylor si materializzano quasi per magia «in quel luogo sublime in cui le canzoni prendono forma». Gli artefici sono il regista belga Patrick Ferrin, il cameraman Michel Baudour e la Stockfisch, che hanno dato vita a una pellicola in cui gli spunti lirici e le immagini di bellezza urbana evocati da Taylor «diventano sempre più belli, come le coppie di amanti allo scorrere del vino». La musica di Taylor si diffonde così in un mondo che non è abitato da santi ma è pervaso da un’eleganza sensuale e da una intensa spiritualità. EWEN CARRUTHERS ONE RED SHOE Ewen Carruthers, Ian Melrose, Martin Huch, Lutz Möller, Johanna Single, Anika Lückebergfeld, Siard de Jong, Beo Brockhausen, Johanna Gödecke, Udo Weihrauch, Lea Morris, Margaret Fiellin, Thomas Biller, Grishka Zepf, Hans-Jörg Maucksch SFSA4048 (SACD alto prezzo) ALLAN TAYLOR THE ENDLESS HIGHWAY Allan Taylor SFB7063 (Blu Ray + DVD Video) Alcuni fan di Allan Taylor hanno definito la musica del loro beniamino come un film per l’anima e il cuore. Il protagonista è un giovanotto dal carattere sensibile e piuttosto introverso, che preferisce i versi dei poeti del XVII secolo alle belle ragazze che passeggiano sul lungomare di Brighton, la città in cui ha vissuto fin da ragazzo. Tuttavia il suo immenso amore per la musica lo spinge a trasferirsi in America, dove trova il successo, ma alla fine si rende conto che il suo posto è in Europa. La location principale è la spiaggia di Brighton, una sorta di Atlantide mai dimenticata che ospita pub che servono Guinness alla spina e il classico tè all’inglese e conserva gelosamente il ricordo dei miti del jazz e dei poeti beat, a cui si aggiungono alcuni poetici scorci di Amsterdam, Bruxelles e Parigi e lo studio di registrazione della Stockfisch di Northeim, dove le vibrazioni Il nuovo attesissimo disco di Ewen Carruthers propone un affascinante caleidoscopio di esperienze umane, storie narrate da un grande artista per affrontare quella cosa al tempo stesso intima, universale e meravigliosa che è la vita, sempre in bilico tra il dolore per le terribili disgrazie che attanagliano il mondo in cui viviamo come i terremoti e l’Uragano Katrina e una inesauribile creatività che non fa mai perdere la speranza in un domani migliore. La strepitosa qualità sonora di questo SACD della Stockfisch Records consente di apprezzare anche le più piccole sfumature della voce e della mitica slide guitar di Carruthers, regalando ai suoi innumerevoli estimatori emozioni incancellabili. 27 Columns - FEBBRAIO 2010 AA.VV. BALALAIKA FAVORITES Osipov State Russian Folk Orchestra SC-MER90310 (LP da 180 grammi) AA.VV. ENCORE Byron Janis, pianoforte SC-MER90305 (LP da 180 grammi) Nelle sale da concerto di tutto il mondo vige una regola non scritta, in base alla quale, di fronte all’incessante applauso di un pubblico entusiasta, nessun interprete può lasciare il palcoscenico senza concedere (almeno) un bis. Ovviamente, sta a lui decidere se si tratterà di un brano di sfrenato virtuosismo o di una pagina dai toni elegiaci, di un pezzo lirico o di una esplosione di vitalità. Qualunque sia la scelta, il bis deve essere sempre di breve durata e molto conosciuto, in modo da costituire la classica ciliegina sulla torta di un concerto memorabile. Per il programma di questo disco, Byron Janis ha scelto dodici brani famosissimi e molto diversi tra loro, spaziando dai toni virtuosistici della Rapsodia n. 6 alla deliziosa musicalità del Valse oubliée di Franz Liszt e dalla impalpabile leggerezza della Romanza in fa diesis maggiore alla incontenibile cascata di accordi delle Novellette di Robert Schumann. Per concludere, Byron Janis sfoggia la sua straordinaria tecnica pianistica nella brillantissima Toccata di Sergei Prokofiev e dimostra di essere in possesso di una insospettabile tenerezza sentimentale nel Lied ohne Worte di Felix Mendelssohn. Nel complesso, si tratta di un disco di grande bellezza, che piacerà sicuramente sia agli appassionati del repertorio pianistico, sia agli audiofili più esigenti. 28 Fantasia su due canti popolari russi; At Sunrise; The Linden Tree; Kamarinskaya; Fantasia su melodie del Volga; In the Moonlight; Midnight in Moscow; Under the Apple Tree; Works, Dance of the Comedians; The Living Room; The Evening Bells; My Dear Old Friend; Waltz of the Faun; Il volo del calabrone Questo disco dedicato allo strumento principe del folklore russo è entrato giustamente nella storia della discografia, in quanto fu la prima registrazione assoluta realizzata da una casa discografica americana in Unione Sovietica, un evento di grande importanza non solo per gli appassionati di musica, che contribuì a stemperare le tensioni esistenti tra le due superpotenze del pianeta durante la Guerra Fredda. Questo splendido disco – il cui programma comprende alcune pagine conosciutissime come Mezzanotte a Mosca, Le campane della sera e lo spiritato Volo del calabrone – viene riproposto dalla Speakers Corner in una nuova rimasterizzazione, che offre la possibilità di apprezzare in tutta la sua spettacolarità l’inconfondibile sound della Mercury. JIM HALL & ART FARMER BIG BLUES Whiusper Not; A Child Is Born; Big Blues; Pavane For A Dead Princess PPCTI7083 (LP da 180 grammi) Il flicornista Art Farmer ed il chitarrista Jim Hall formarono –nella metà degli anni ‘60 - una formazione stabile per un certo periodo di tempo, ma dopo lo scioglimento del gruppo non suonarono più insieme sino all’uscita di quest’album Columns - FEBBRAIO 2010 nel 1978. La formazione proposta in questo disco è abbastanza insolita per l’etichetta CTI (che ricordiamo fu fondata dal produttore Creed Taylor) infatti non contiene ne tastiere, ne fiati; i due leader sono infatti affiancati dal vibrafonista Mike Mainieri, dal contrabbasista Michael Moore e dal batterista Steve Gadd per due standard, il brano che da il titolo, e per un arrangiamento su un pezzo del compositore classico Maurice Ravel. I due leader hanno degli stili decisamente complementari (lirici, armonicamente avanzati, e riflessivi nelle loro improvvisazioni), per cui non fu una grande sorpresa il fatto che l’album riscosse subito un grande successo tra gli appassionati di jazz. La Pure Pleasure ce ne offre una versione particolarmente accurata (anche se il nastro analogico originale era già qualitativamente molto buono) grazie alla rigorosa remasterizzazione effettuata a Londra da Ray Staff al Air Mastering Studio, e alla splendida stampa della tedesca Pallas. Un titolo da non perdere assolutamente. JUMP SHIT WHATISTHISANDWHY Jump Ship NACD107 (CD alto prezzo) EMPIRICAL OUT’N’IN Empirical NACD139 (CD alto prezzo) Out But In; Hat & Beard; A Conversation; So He Left; A Bitter End to a Tender Giant; Dolphynus Morphynus; Interlude; Gazzelloni; Syndacalism; Another Conversation; Bowden Out Prodotto da Jason Yarde e impreziosito dalla partecipazione di una guest star del calibro di Julian Siegel, Out’n’In è l’attesissimo secondo album di Empirical, facendo seguito al disco d’esordio pubblicato nel 2007 dall’etichetta Destin-E di Courtney Pine. Out’n’In rende omaggio a Eric Dolphy con nove brani originali ispirati a questo grande artista e a due splendidi arrangiamenti delle sue canzoni “Hat and Beard” e “Gazzelloni”. Per chi non lo sapesse, Dolphy è stato un eclettico jazzista scomparso nel 1964 a soli 36 anni che si mise in grande evidenza al fianco di John Coltrane, Ornette Coleman e Oliver Nelson. Oggi è possibile apprezzare il grande talento di Dolphy in questo splendido disco, che vanta la proverbiale qualità sonora della Naim. Wishing Our Lives Away; Good For Me; Bumble Bees; Still The Enemy; Breathe It In; What We Sow; Home Soon; Sweetness; This Too Shall Pass In questo disco dal titolo chilometrico una voce femminile dalle affascinanti sfumature scure viene accompagnata da un sorprendente mix di ritmi elettronici e di melodie acustiche eseguite da un violoncello e una chitarra. Questo album propone un viaggio molto stimolante in una molteplicità di elementi musicali quali strumenti acustici, incalzanti trip hop, voci celestiali, archi morbidissimi e arrangiamenti vigorosi e di grande originalità. Dalle armonie trascinanti di “Bumble Bees” alla coinvolgente vena melodica di “Still the Enemy”, dalla chitarra acustica e dai ritmi sottolineati con il battito delle mani di “Good For Me” ai riff pop di “Sweetness”, Jump Ship riesce a far coesistere nella sua vulcanica creatività sia stile sia sostanza, senza mai dimenticare quanto sia importante una bella melodia. Da non perdere. 29 Columns - FEBBRAIO 2010 I più premiati I dischi del catalogo Sound and Music che hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali Premiati con 5 Stelle dalla rivista MUSICA FEBBRAIO 2010 HOLST –BRITTEN OPERE ORCHESTRALI Cincinnati Symphony Orchestra, Paavo Järvi TELCD80743 (CD alto prezzo) MALIPIERO GABRIELIANA - SERENATA MADRIGALI - FAVOLE - CANZONETTE Camerata Strumentale “Città di Prato”, Marzio Conti CPO777322 (CD alto prezzo) BACEWICZ EMIL GILELS CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA N. 1, 3 E 7. OUVERTURE IN CONCERTO Joanna Kurkowicz, violino Polish Radio Symphony Orchestra, ¸Ukasz Borowicz CHAN10533 (1 CD alto prezzo) ROSTROPOVICH ESEGUE BRAHMS, GRIEG VILLA-LOBOS AA.VV. INTEGRALE DELLE SINFONIE L’ETÀ D’ORO E SHOSTAKOVICH Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR, Carl St. Clair CPO777516 (7 CD basso prezzo) Sviatoslav Richter e Benjamin Britten, pianoforte BBCL4263 (CD alto prezzo) 30 DELLA POLIFONIA INGLESE The Sixteen, Harry Christophers, direttore CDS44401/10 (10 CD a prezzo speciale) BBCL4261 (CD alto prezzo) BRENTNER MUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY PRAGUE Hana Blažíková, soprano Collegium Marianum, Jana Semerádová SU3970 (CD alto prezzo) Columns - FEBBRAIO 2010 GRAMOPHONE Editor’s Choice GENNAIO e FEBBRAIO 2010 ELGAR SAINT-SAËNS NED ROREM HAYDN THE CROWN OF INDIA SONATE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE ON AN ECHOING ROAD MUSICA VOCALE QUARTETTI PER ARCHI Solisti, Christian Poltéra, violoncello Sheffi eld Philharmonic Chorus Kathryn Stott, pianoforte BBC Philharmonic Orchestra, CHAN10552 (CD alto prezzo) Sir Andrew Davis CHAN 10570(2) (2 CD al prezzo di 1) Prince Consort LINNCKD342 (SACD alto prezzo) Doric String Quartet WHLive032 (CD medio prezzo) MIGLIORE OPERA E ARTISTA DELL’ANNO JACOB MUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY PRAGUE Capella Regia Praha, Robert Hugo SU3971 (CD alto prezzo) SHOSTAKOVICH ANGELA HEWITT IL NASO Solisti, coro e orchestra del Teatro Mariinsky Valery Gergiev, direttore MAR0501 (2 SACD a prezzo speciale) 31 Columns C Col Co olu lumn lumn mnss - FE FEBB FEBBRAIO BBRA BB RAIO RA IO 2 201 2010 010 01 0 32 Sound and Music Columns - FEBBRAIO 2010