Un campo aperto per una possibile cura di malattie neurodegenerative L’unità fondamentale del tessuto nervoso è il neurone. Il neurone è costituito da un corpo centrale detto pirenoforo,da una serie di ramificazioni del citoplasma brevi e sottili detti dendriti e da un prolungamento più lungo e più spesso detto assone. Questo termina con delle ramificazioni,dette terminazioni nervose,che a loro volta terminano con i bulbi sinaptici,le zone di contatto tra il neurone e la cellula bersaglio dove viene trasmesso l’impulso. L’impulso nervoso viaggia in modo unilaterale: i dendriti captano le informazioni provenienti dall’ambiente interno o esterno dell’organismo e le trasmettono al corpo centrale (input) ;qui vengono rielaborate e trasmesse attraverso l’assone ai bulbi sinaptici(output). Per evitare che ci siano interferenze tra le informazioni che percorrono gli assoni,questi sono avvolti da una guaina mielinica che li isola gli uni dagli altri. Esistono tre tipi di cellule gliali: Gli astrociti: danno sostegno fisico e metabolico ai neuroni. Gli oligodendrociti: sono i costituenti della guaina mielinica. La microglia: rappresenta le cellule di tipo immunitario all’interno del SNC. b. Astrociti e oligodendrociti. a. neurone. Da cosa dipende la complessità del tessuto nervoso? La complessità morfologica del tessuto nervoso dipende dal fatto che non è formato da unità ripetitive,ha cioè una struttura NON MODULARE. Il tessuto nervoso viene in genere paragonato a diversi tipi di vegetazione(il pioppeto regolare e la foresta amazzonica). Sarà infatti impossibile sostituire alcuni alberi di pioppeto ma non la complessa nicchia ecologica di una porzione di foresta. conseguenza di questa caratteristica del tessuto nervoso è che una lesione di tale tessuto sarà difficilmente riparabile. Il tessuto nervoso è ‘perenne’ non è cioè in grado di rinnovare le sue cellule. Nel 1994 si attesta la possibilità della genesi di nuovi neuroni in alcune aree celebrali del SNC. Per giungere a questo traguardo ci sono voluti 34 anni e ciò testimonia che la scienza prima di avvalorare determinate teorie le sottopone a numerose analisi e verifiche. Ad agevolare questa scoperta fu l’utilizzo di nuove tecniche di indagine. Ad esempio è stata introdotta una tecnica molecolare che consiste nell’iniettare nel sangue un analogo delle basi azotate legato ad un marcatore fluorescente che viene incorporato durante la duplicazione del DNA rendendo ‘visibile’ il nucleo delle cellule figlie. È stato dimostrato che alcuni neuroni vengono continuamente generati in due aree celebrali: La zonasottoventricolare (SVZ),vicino ai ventricoli; e la zona sottogranulare(SGZ) dell’ippocampo responsabile dei fenomeni di apprendimento e di memoria. La neurogenesi adulta può essere stimolata con l’attività fisica e intellettuale. Se noi mettiamo nella gabbia di un topo delle giostre per cui inizia a muoversi e in seguito andiamo a controllare il numero dei neuroni generati nell’ippocampo, sarà 10 volte maggiore rispetto a quello del topo che nella sua gabbia non ha le giostre. Come è possibile che in un tessuto statico e complesso e da sempre considerato incapace di rigenerarsi la genesi di nuovi neuroni possa avvenire? È possibile in quanto nelle due aree neurogeniche esiste una nicchia staminale di derivazione embrionale attiva per tutta la vita. Quali conseguenze sono derivate da tale scoperta? 1. Ha aperto nuove prospettive per la cura delle malattie neurodegenerative. 2. Ha scardinato un dogma della neurobiologia: la convinzione che tutti i nostri neuroni sono stati generati durante lo sviluppo embrionale e che dopo la nascita non ne possono nascere di nuovi. Quali limiti sono stati riscontrati in tale scoperta? Il fenomeno di genesi avviene solo nelle due aree neurogeniche,quindi in caso di perdita di neuroni le cellule della SVZ e SGZ non sono in grado di provvedere alla loro sostituzione. Nelle due aree neurogeniche esiste una nicchia staminale di derivazione embrionale attiva per tutta la vita. Qui c’è la presenza di una grande quantità di astrociti,identificabili con cellule staminali. Questi pochi ‘astrociti-staminali’ ogni tanto si dividono e generano progenitori in grado di proliferare velocemente aumentando in modo clonale la popolazione delle cellule figlie. Queste cellule generano altre cellule con caratteri di precursore neuronale(cioè di giovani neuroni). Come si può verificare che il tessuto nervoso contiene cellule staminali? Per questa operazione è necessario il saggio delle neurosfere che dimostra l’esistenza di elementi all’interno del tessuto di elementi dotati delle due proprietà caratteristiche delle staminali: la multipotenzialità e l’auto mantenimento delle cellule che costituiscono il tessuto prelevato in partenza. N.B. Le cellule completamente differenziate non sopravvivono a questo saggio,quelle staminali invece proliferano intensamente e generano dei gruppetti sferici di cellule(le neurosfere). Prelievo di una porzione di tessuto dalla zona SVZ dell’encefalo. Il tessuto della SVZ viene dissociato e messo in coltura con fattori trofici(molecole in grado di supportare la sopravvivenza delle cellule nervose Le staminali cominceranno a proliferare formando le neurosfere primarie Le neurosfere primarie vengono dissociate. Le cellule dissociate vengono messe in coltura e si osserverà una grande proliferazione Si ottengono nuove neurosfere generate dagli elementi dotati della proprietà staminale di automantenimento. Le cellule vengono messe in coltura senza fattori trofici Differenziamento nei tre tipi cellulari del sistema nervoso,è stata dimostrata la multipotenzialità. Le staminali neurali sono molto studiate in coltura tanto che il fatto di poter ottenere una grande quantità di staminali neurali ha alimentato la fantasia di molti ricercatori che stanno cercando di utilizzarle per trapianti intracerebrali a fini terapeutici. Ma molto si sa del comportamento delle staminali in vitro,e molto poco del loro comportamento in vivo,all’interno del cervello. Strumento terapeutico che potrebbe curare alcune malattie neurodegenerative. Consente di studiare come l’ambiente influenza il funzionamento delle staminali L’iniezione di cellule staminali nel tessuto,a diversi stadi di maturazione,in aree diverse e in condizioni diverse.. Fa capire qual è la capacità di sopravvivenza o proliferazione,di differenziamento e integrazione delle cellule nel tessuto ospite Le cellule staminali e i progenitori si ottengono dissociando o dissezionando le aree dove si trovano Le cellule vengono espanse in coltura Trapianto intracerebrale Trapianto diretto EFFETTO BAYSTANDER. mediante iniezioni Le cellule vengono iniettate locali. Non ha dato per vi endovenosa,non risultati vanno a sostituire le cellule soddisfacenti. danneggiate,ma formano ‘nicchie apatiche Le cellule perivascolari’ e rilasciano Si non si sostanze che rallentano il sviluppano adattano e corso della malattia. tumori muoiono Realizzato da: Procopio Giulia,Trotta Federica, Kabba Fatima, Samà Caterina, D’Aguì Francesca, Piroso Pasquale, Albanese Gaia,Valentino Maria Classe IV C Liceo Scientifico A.Guarasci, Soverato