LE CELLULE STAMINALI NEURALI La complessità del sistema nervoso Per comprendere appieno le problematiche relative all'utilizzo delle cellule staminali nel nostro sistema nervoso, occorre prima studiarne le caratteristiche e le complessità. Il sistema nervoso è un insieme di organi che contribuiscono a svolgere le funzioni sensoriali, motorie e di relazione del nostro organismo. E' diviso in Sistema Nervoso Centrale (SNC – composto da cervello, cervelletto e midollo spinale) e in Sistema Nervoso Periferico (composto dai nervi). Il SNC contiene da 10 a 100 miliardi di cellule nervose, i neuroni, che sono in grado di condurre ad altissima velocità stimoli di tipo elettrico. Possono dunque raccogliere informazioni e generarne di nuove da trasmettere ad altri neuroni attraverso le sinapsi. La complessità del sistema nervoso Oltre ai neuroni, nel SNC vi sono diversi tipi di cellule: Astrociti → Danno sostegno fisico e metabolico ai neuroni. Oligodendrociti → Formano un rivestimento isolante intorno agli assoni. Microglia → Cellule di tipo immunitario. L'insieme delle diverse caratteristiche anatomiche e funzionali rendono il SNC un esempio di estrema complessità. Il vero problema sta nel fatto che il tessuto nervoso è perenne, cioè non è in grado di rinnovare le sue cellule. Sono possibili solo alcune piccole variazioni, che consentono di adattare il SNC alle sfide ambientali a cui l'organismo è sottoposto. Questo fenomeno è detto plasticità neuronale. La neurogenesi adulta Nel 1994 è stato scoperto che anche in un cervello adulto vengono generate nuove cellule celebrali. Questo fenomeno, che prende il nome di neurogenesi adulta, ha luogo in due piccole aree celebrali: la zona sottoventricolare (SVZ) e la zona sottogranulare (SGZ) dell'ippocampo. Questa rigenerazione permette al cervello di garantire la plasticità dei circuiti legati all'apprendimento, alla memoria e all'olfatto, funzioni indispensabili per la sopravvivenza. Quindi, la neurogenesi adulta è stata sviluppata dall'evoluzione. In altre specie animali, come negli invertebrati, nei pesci e negli anfibi, la neurogenesi adulta persiste in varie zone del SNC In ogni caso, la scoperta di questa possibilità del cervello umano ci garantisce che è possibile generare nuove cellule celebrali con successo. Le cellule staminali neurali Le cellule staminali neurali sono state scoperte nel 1992. Sono state prelevate da zone neurogeniche e messe in coltura. Il forte problema è, però, che queste cellule tendono a comportarsi in maniera completamente diversa in vivo rispetto al loro comportamento in vitro. Innanzitutto, mentre in vivo queste cellule danno origine soprattutto a neuroni, in vitro producono in prevalenza astrociti. Il tessuto del SVZ viene messo in coltura con fattori trofici (ovvero molecole in grado di supportarne la sopravvivenza), che permettono alle cellule staminali in esso contenute di formare neurosfere, piccoli gomitoli cellulari. Questi gomitoli vengono poi dissociati e rimessi in altre colture, formando così nuove neurosfere. Se poi si spostano le neurosfere in capsule prive di fattori trofici se ne osserverà il differenziamento, testimone della loro multipotenzialità. Le prospettive terapeutiche L'esistenza di cellule staminali neuronali e la loro multipotenzialità rendono possibile un loro utilizzo terapeutico. Vediamo ora le prospettive terapeutiche oggetto di studio nella ricerca: Indagare i meccanismi che impediscono la riparazione del SNC nei mammiferi. Indagare sull'esistenza di progenitori neurali in altre zone del cervello. Studi su possibili trapianti, anche se sembrano inefficaci a causa della loro invasività. Studi sulla possibilità di trapiantare non cellule staminali, ma progenitori neurali già in stato di differenziamento. Le prospettive terapeutiche Ricerca su cellule staminali neurali iniettate per via endovenosa, che possono entrare nel SNC colpito da patologie con infiammazione e formare nicchie perivascolari. Qui esse possono esercitare un effetto benefico, detto bystander, che consiste in un effetto trofico che limita i danni al tessuto nervoso. Vengono impiegate cellule staminali meseschimali con lo stesso effetto bystander del punto precedente. Filippo Cumoli, Matteo Rossi, Gabriel Storai IV A Liceo Scientifico Caduti della Direttissima