Schiarita per le banche (con la nube della crescita debole)

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Schiarita
per le banche
(con la nube
della crescita
debole)
SOFFERENZE E IMPIEGHI
di Marco Onado
1 peggio sembra passato per
le banche italiane e la ripresa
economica, per quanto fragile, prevale finalmente sul pessimismo dei mercati che ha dominato negli ultimi mesi. Ma molto
rimane ancora da fare per consolidare questo importante risultato. Il Bollettino economico della
B.anca d'Italia pubblicato ieri dipinge un sistema bancario che,
se proprio non scoppia ancora di
salute, sembra muovere i primi
passi verso il superamento della
fase più acuta della crisi.
Il dato più importante è che il
problema principale, cioè il flusso di nuove sofferenze (e mai termine tecnico fu più appropriato)
continua a rallentare ed è oggi al
livello più basso dall'inizio della
crisi. Dopo aver toccato punte
annuali del 5,9 per cento rispetto
alla consistenza complessiva degli impieghi (10 per cento per il
settore delle imprese) è sceso al
2,9 per cento (4,4 cioè più che dimezzato perle imprese). È un segno anche che l'operazione di
pulizia dei bilanci mostra finalmente i suoi frutti e comporta
l'emersione di nuovi rischi su valori senonancorafisiologici.certo lontani dai momenti peggiori.
Su questo punto, il Bollettino
fornisce un'indicazione ancora
più importante perché ricorda
che i crediti deteriorati iscritti a
bilancio e non coperti da accantonamenti (per un. totale di 87
miliardi) hanno garanzie reali
per 50 miliardi; inoltre, le valutazioni utilizzate nei bilanci sono
in linea con quelle effettivamente osservate in passato. Dunque
il problema residuo non solo è
tutto sommato gestibile, ma quel
che più conta, il pessimismo cosmico di certi operatori che intravvedono chissà quali perdite
occulte nei bilanci delle banche
italiane, non ha giustificazione
oggcttiva.EsiccomeTafazzinon
detta ancora i principi contabili,
che rimangono saldamente in
mano allo Iasb, si può essere ragionevolmente ottimisti.
A completare il quadro positivo, si aggiunge che è ripreso il
flusso dinuovi crediti, soprattutto alle imprese e al settore manifatturiero, che guida la ripresa: il
settore industriale ha infatti
messo a segno l'incremento del
valore aggiunto più accentuato
dal 2010.
g ' "» egno che anche il credit crunch è alle spalle e se i
^ \ prestiti alle famiglie mostrano una leggera flesv J sione non c'è da stracciarsi le vesti: la ripresa dei
consumi è in un certo senso più fisiologica e diversa da
quella trainata dai debiti che in tanti paesi ha prodotto
solo frutti avvelenati.
Tutto bene quindi? A gettare acqua sul fuoco di facili
entusiasmi provvede lo stesso Bollettino ricordando
almeno due motivi di prudenza. Il primo è di carattere
macroeconomico: la ripresa è ancora fragile e modesta, soprattutto inltalia, che è ancora lontana dall'aver
recuperato i livelli di reddito pre-crisi, al contrario di
Francia e Germania. Nei confronti di questi paesi abbiamo accumulato un ritardo dell'ordine di grandezza, rispettivamente, di 10 e quasi s p u n t i di pil. Un abisso;che spiega anche perché la qualità del credito è peggiorata così vistosamente e che ovviamente potrà essere c o l m a t o ^ ^ f i e l lungo periodo se il paese riuscirà
a crescere più Velocemente della media dell'Eurozona. Il che non è ancora avvenuto.
Il secoriéjó motivo £*SSM§£er uscire veramente dalla
crisi, le banche devono essere in grado di camminare
sulle proprie gambe e fare a meno del generoso supporto oggi fornito dalle banche centrali. Il Bollettino
documenta che le nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine che hanno preso l'avvio alla
fine di giugno possono offrire un sostegno importante alle banche e all'economia reale. Ipotizzando un ricorso per l'Italia di poco superiore ai 100 miliardi al
netto del rimborso dei prestiti precedenti, si stima
che il costo medio della provvista si riduca di circa 20
punti base entro marzo del 2017 e trasmettendosi ai
tassi applicati alla clientela. Il tutto dovrebbe favorire un aumento sia della domanda aggregata, sia dei
prezzi, contribuendo così anche a riportare l'inflazione verso il livello fisiologico implicito nell'obiettivo del 2 per cento.
Questo contributo della politica monetaria alla ripresa non deve far dimenticare quanto è importante il
sostegno offerto da condizioni estremamente generose: i tassi di interesse come è noto possono diventare
negativi, cioè le banche riceveranno un premio per essersi indebitate con Francoforte.
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