LO SPAZIO AMERICANO L’America, continente o “doppio continente”, è costituita da due estensioni di terra, America del Nord e America del Sud, unite da uno stretto istmo, l’America Centrale; ha un’estensione di 16.000 km di longitudine, e comprende entrambi gli emisferi, quello settentrionale e quello meridionale. I rilievi I due subcontinenti e l’istmo che li unisce presentano delle caratteristiche orografiche molto simili. Ad ovest, parallela alla costa del pacifico, corre una un’alta catena di montagne di formazione recente, con cime superiori ai 5.000 metri; ad est è presente un sistema di montagne di antica formazione, le cui cime non raggiungono i 3.000 metri di altezza. Tra questi due sistemi si estendono ampie pianure alluvionali attraversate da fiumi di grande portata. a. I rilievi dell’America Centrale L’America Centrale presenta una serie di altipiani elevati racchiusi tra due cordigliere, una costiera, la Sierra Madre Occidentale, e una interna, la Sierra Madre Orientale; questi due sistemi si uniscono dando origine alla Cordigliera Centroamericana, zona a forte attività vulcanica. Le isole delle Antille, resti di un antico sistema di montagne sommerso dalle acque, congiungono la costa atlantica dei due subcontinenti. b. I rilievi dell’America del Sud Ad est si estendono il massiccio del Brasile e quello delle Guayane, separati dal letto del Rio delle Amazzoni. Al centro si estendono tre grandi pianure: le pianure dell’Orinoco, tra le Ande e il massiccio delle Guayane; la depressione delle Amazzoni, delimitata dai monti della Guayana e l’altipiano del Brasile; il Gran Chaco e la Pampa, situati a sud del massiccio del Brasile. Ad est si trova la Cordigliera delle Ande, che si estende per tutto il subcontinente, occupando una superficie di 1.800.000 km²; ha un’altitudine media di 3.500 m, alcuni picchi toccano i 5.000 e uno addirittura, l’Aconcagua, il punto piú alto d’America, raggiunge i 6.999, 70 m. Come succede con le Montagne Rocciose nel Nord, le Ande, quando arrivano al sud del continente, si inabissano nel mare andando a formare un rosario di isole e arcipelaghi. Idrografia In America sono presenti nove dei venticinque fiumi più lunghi del mondo, cinque dei quali si trovano nel subcontinente latinoamericano: Rio delle Amazzoni (6.280 km di lunghezza). Nasce sulle Ande e attraversa il Sud America da ovest a est, ricevendo lungo il tragitto le acque di numerosi affluenti. Plata-Paraná (4.700 km di lunghezza). Il Rio de la Plata si forma a partire dai fiumi Uruguay e Paraná, il quale a sua volta riceve le acque del Paraguay. Rio Bravo del Nord (3.034 km di lunghezza). Ha origine nelle montagne rocciose, e costituisce la frontiera tra Messico e Stati Uniti; sbocca nel Golfo del Messico. Orinoco (3.000 km di lunghezza), il cui bacino si collega, attraverso il Casiquiare, a quello del Rio delle Amazzoni. San Fransisco (2.900 km di corso). Nasce dal Paraná. Nel subcontinente latinoamericano sono presenti numerosi laghi. Ricordiamo, in Messico il Chalapa, il Pátzcuaro e lo Xochimilco; in America Centrale il Managua, il Nicaragua e l’Atitlán; in America del Sud il Maracaibo e Titicaca; sono inoltre da menzionare gli splendidi sistemi lacustri della Patagonia (Buenos Aires, Argentino, Nahuel Huapi, etc). Una caratteristica particolare di quello che gli europei chiamarono “Nuovo Mondo” sono le cascate di grande bellezza e inestimabile valore economico; le più note sono le Cascate Angel, in Venezuela, e le Cascate dell’Iguazú, al confine tra Brasile e Argentina. I Climi La grande estensione dell’America e le sue caratteristiche orografiche rendono possibile, nel continente, la presenza di tutte le fasce climatiche. a. Climi dell’America Centrale Nella parte del Messico situata al nord del Tropico del Cancro dominano i climi delle steppa e desertico, dovuti alla presenza della catena montuosa dell’ovest, che impedisce il passaggio dei venti marini umidi. Nel resto del paese, invece, si presentano tutte le variazioni del clima tropicale, dovute alla differenza di altitudine: cosí, ad esempio, in Yucatan si trova un clima tropicale puro, mentre nell’Altopiano del Messico domina un clima subtropicale. Nelle Antille e nell’Istmo centroamericano il calore tropicale e le forti piogge che lo accompagnano si manifestano in tutto il loro vigore, per questo la popolazione si concentra nelle vertenti occidentali meno piovose e con la presenza di una stagione secca. b. Climi dell’America del Sud 1. La zona intertropicale comprende la maggior parte del subcontinente. In essa si trovano quattro tipi climatici: Equatoriale (conca del Rio delle Amazzoni, litorale pacifico di Colombia ed Ecuador), caratterizzato da una temperatura mite e costante e da piogge abbondanti durante tutto l’anno. Tropicale (dominante nell’America del Sud), con una stagione secca che diventa sempre più preponderante quanto più si scende di latitudine o si sale di altitudine. Di alta montagna (sulle Ande); a partire dai 5.000 metri si trova un clima freddo, che raggiunge temperature al di sotto dello zero. Desertico costiero (fascia litoranea del sudamerica che va dal sud dell’Ecuador al nord del Cile), si origina a partire dall’azione combinata di due fattori, ossia la prossimità del tropico del capricorno e la presenza della corrente fredda di Humboldt. 2. La zona temperata si estende nel Brasile meridionale e nei paesi del Cono Sud (Uruguay, Argentina, Cile). Anche qui si riscontrano quattro tipi climatici: Di tipo cinese, nel sud del Brasile, sud-est dell’Argentina e Uruguay. Presenta un’estate umida e di tipo tropicale e un inverno mite e piovoso. Mediterraneo, nel centro del Cile, simile al precedente, ma più secco durante l’estate. Oceanico, sud del Cile, mostra poche differenze pluviometriche e termiche tra l’estate e l’inverno. Continentale secco (Patagonia), dovuto alla barriera che le Ande oppongono alla penetrazione nel continente dei venti umidi e temperati provenienti dall’oceano pacifico. Popolazione Nonostante si tratti di un continente scarsamente popolato, l’alto livello di disomogeneità nella concentrazione della popolazione determina la presenza di numerosi spazi scarsamente abitati (zone desertiche del Messico settentrionale, Ande centrali e meridionali, conca del Rio delle Amazzoni ed estremo sud del continente), con densità inferiori ad un abitante per km², e zone ad altissima densità demografica, come le coste e le grandi città (Caracas, Montevideo, Buenos Aires, Santiago del Cile, Lima, Bogotá, Quito, Città del Messico). La popolazione latinoamericana è il frutto della mescolanza etnica che si è prodotta a partire dal XVI secolo. L’unione di bianchi, neri e asiatici con gli abitanti autoctoni, gli amerindi, ha originato nuovi gruppi etnici: i meticci (unione di bianchi e amerindi), i mulatti (unione di bianchi e neri), gli zambos (unione di amerindi e neri). Nel corso dei secoli, le fusioni tra questi gruppi hanno portato alla nascita di quella che il celebre filosofo messicano Josè Vasconcelos ha chiamato “razza cosmica”. La distribuzione dei gruppi etnici, così come quella della popolazione, non si presenta omogenea. Esistono, infatti, paesi in cui predomina la popolazione meticcia (Messico, El Salvador, Nicaragua, Honduras, Panama, Colombia, Venezuela, Cile, Repubblica Domenicana), paesi in cui il gruppo amerindio costituisce la base fondamentale della popolazione (Perú, Bolivia, Ecuador), e paesi a maggioranza bianca (Argentina, Uruguay, Costa Rica e Cuba).