FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 13/03/2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 12/03/2013 Giornale di Monza Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito 10 13/03/2013 Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro Farmaci, consegna a casa 11 SANITÀ NAZIONALE 13/03/2013 Corriere della Sera - Nazionale Appalti nella sanità lombarda Sette arresti per corruzione 13 13/03/2013 Corriere della Sera - Nazionale «Ora le staminali anche per Federico» 14 13/03/2013 La Repubblica - Nazionale Sanità e tangenti, altri sette arresti in Lombardia 15 13/03/2013 La Stampa - Nazionale Sanità, nuovo blitz in Lombardia 17 13/03/2013 La Stampa - Nazionale Così ho donato il cuore del mio piccolo 18 13/03/2013 La Stampa - Nazionale Staminali Lo Stato non è un nemico 20 13/03/2013 La Stampa - Nazionale Lotteria staminali Viaggio dove si gioca la partita per la vita 21 13/03/2013 Il Giornale - Nazionale Giudice che vai, cura che trovi Caos sulle terapie per sentenza 23 13/03/2013 Avvenire - Nazionale «La riforma dovrà partire dai bisogni dei pazienti» 25 13/03/2013 Avvenire - Nazionale «La sanità religiosa colma le lacune del pubblico» 27 13/03/2013 Avvenire - Nazionale le assicurazioni «Ecco perché le polizze non coprono tutte le prestazioni del servizio sanitario» 29 13/03/2013 Il Mattino - Nazionale Osteoporosi, screening gratis in 50 secondi 30 13/03/2013 ItaliaOggi Il paladino dell'omeopatia 31 13/03/2013 La Nuova Ferrara - Nazionale La Farmacia Pasti resiste a lungo ma il derby va all'Icos 32 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' «Immigrati creditori dello Stato» 33 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Nuovo cocktail anti-asma 35 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Una cultura trasversale sulle differenze di genere 36 13/03/2013 Oggi PERCHÉ LO STATO RIFIUTA QUESTE NUOVE TERAPIE? 38 13/03/2013 Vanity Fair QUI E' TUTTO UN CONCLAVE 39 13/03/2013 NCF Corsa all'Africa 41 13/03/2013 NCF Pani: una proposta, tre annunci, un confronto 42 13/03/2013 NCF Annullamento delle Variazioni di tipo I: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 43 13/03/2013 NCF AIFA: Farmaci e genere 44 13/03/2013 NCF Avvio di una revisione sui beta-agonisti a breve durata d'azione 45 13/03/2013 NCF Terapia genica in Europa Ora si fa davvero 46 13/03/2013 NCF Strategie terapeutiche 51 13/03/2013 NCF Stessa formula, nuovo packaging 53 13/03/2013 NCF Una direttiva europea per contrastare la contraffazione 55 12/03/2013 AGI 17:47 Sanita': Federfarma, spesa farmaceutica Ssn cala del 9, 1% in 2012 57 13/03/2013 Corriere di Chieri Un "budget" preventivo in attesa del sì regionale 58 13/03/2013 La Provincia di Cremona - Nazionale Tensione all'Afm Sono 12 gli esuberi 59 13/03/2013 Medicina Naturale Farmaci equivalenti: qual è stato l'impatto della spending review? 60 12/03/2013 IlFarmacistaOnline.it 05:45 Spesa farmaceutica. Continua il calo: - 9,1% nel 2012. Grazie a generici, ticket, "sconti" e diretta 61 VITA IN FARMACIA 13/03/2013 Corriere della Sera - Bergamo Caso urgente, ma rianimazioni piene 64 13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia Bufera nella sanità, manette al Mellini 66 13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia Nei guai anche Pedrini, lavorò per la Rizzi 68 13/03/2013 Corriere della Sera - Milano Un altro scandalo in Regione Il «sistema» e gli intrecci dei lobbisti vicini a Pdl-Lega 69 13/03/2013 Corriere della Sera - Milano «Sanità, forniture sospette in tutta la Lombardia» 70 13/03/2013 Corriere della Sera - Roma Prosciolti Storace e Angelucci 72 13/03/2013 Corriere della Sera - Roma Uccisa dall'antibiotico Aperta l'inchiesta per omicidio colposo 73 13/03/2013 La Repubblica - Milano Maroni, stop al sistema Formigoni "Cambierò le regole della sanità" 74 13/03/2013 La Repubblica - Milano Macchinari hi-tech, appalti milionari 76 13/03/2013 La Repubblica - Torino Monferino, voci di dimissioni imminenti 77 13/03/2013 La Repubblica - Genova Pillola abortiva, percorso a ostacoli le donne liguri preferiscono Mentone 78 13/03/2013 La Repubblica - Genova Gaslini, un direttore ogni due pazienti 79 13/03/2013 La Repubblica - Bari "Il Policlinico? È come Fort Apache" 80 13/03/2013 La Repubblica - Bari Sei ore in attesa di un posto letto l'odissea di un malato di cuore 82 13/03/2013 La Repubblica - Bologna Manzoli al Rizzoli per altri 5 anni e Balduzzi lo loda 83 13/03/2013 La Stampa - Biella Tra l'Asl e farmacie l'accordo sui pagamenti 84 13/03/2013 La Stampa - Savona Ricette falsificate La Procura chiede ilprocesso per due farmacisti 85 13/03/2013 Il Messaggero - Roma Pronto soccorso a Tor Vergata una task force contro le attese 86 13/03/2013 Il Messaggero - Roma Allarme sale operatorie «Nuove ma utilizzate poco» 87 13/03/2013 Il Messaggero - Marche Ciccarelli: «Sanità, gli esuberi sono 450» 88 13/03/2013 Il Messaggero - Pesaro Nuove farmacie La carica dei trecento 89 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna «Ausl e Policlinico, 600 posti a rischio I più colpiti saranno gli infermieri» 90 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Per le farmacie le regole non sono chiare 91 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Nuove aperture, un altro ricorso al Tar 92 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola Farmaci equivalenti, il primo dei vantaggi è il calo dei costi 93 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Per i malati di Alzheimer ora le visite diventano bimestrali 94 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola A Sasso Morelli la metà delle ricette è elettronica 95 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Sanità al veleno, botta e risposta tra centrodestra e Costamagna 96 13/03/2013 Il Secolo XIX - Imperia Cambia sede la farmacia dell'ospedale 97 13/03/2013 L Unita - Bologna Fondi alle private, Pdl: «No ai seggi nelle scuole» 98 12/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari «Farmacia a S. Pio da quando il via?» 99 13/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia Farmacia visitata da rapinatori 100 12/03/2013 QN - La Nazione - Grosseto Grana legale sui concorsi «Ora il caso in Consiglio» 101 13/03/2013 QN - La Nazione - Lucca Farmacie sul piede di guerra contro il Comune: è sciopero 102 13/03/2013 Brescia Oggi I volontari consegnano le medicine a domicilio 103 13/03/2013 Brescia Oggi Anno d´oro per la farmacia pubblica che consegna medicine a domicilio 104 13/03/2013 Brescia Oggi Sulla vendita della farmacia si scatena la «guerra di cifre» 105 13/03/2013 Gazzetta del Sud - Nazionale Al borgo garantita la consegna di farmaci al domicilio degli utenti 106 13/03/2013 Gazzetta di Mantova - Nazionale Tornano i ladri di farmaci: dopo il Poma tocca a Verona 107 13/03/2013 Giornale di Brescia Condanna di un anno per la rapina in farmacia 108 13/03/2013 Il Piccolo di Trieste - Nazionale La "corsa" dei 640 aspiranti farmacisti 109 13/03/2013 Il Tirreno - Nazionale Ansia e depressione Gli italiani tendono a sminuire i sintomi 110 13/03/2013 Il Tirreno - Lucca Presidio dei lavoratori delle farmacie 111 13/03/2013 Il Tirreno - Empoli Cambia sede l'antica farmacia Castellani 112 13/03/2013 La Gazzetta di Parma La spesa a carico del Ssn cala del 9,1% 113 13/03/2013 La Gazzetta di Parma Visita oculistica 114 13/03/2013 La Sicilia - Ragusa Con l'accordo tra Asp e Federfarma costi tagliati e miglior distribuzione 115 13/03/2013 La Tribuna di Treviso - Nazionale Farmaci salvavita, via libera all'accordo 116 13/03/2013 Giornale di Sicilia - Ragusa L'Asp firma convenzione per distribuire i farmaci 117 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Vimercatese A Villanova Ancora problemi Così la farmacia rischia di chiudere 118 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del Seveso Farmacia,con i punti vai alle terme 119 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del Seveso Pistola in pugno per rapinare la farmacia 120 13/03/2013 L'Eco del Chisone - N.10 - 13 marzo 2013 Vinovo: la farmacia comunale apre a Garino 121 PROFESSIONI 13/03/2013 Gazzetta di Reggio - Nazionale «L'azienda ospedaliera ignora i medici di base» 123 13/03/2013 La Prealpina - Nazionale Massacra di botte il figlio perché lo pensa gay 125 13/03/2013 NCF Antidepressivi e rischio di aritmia ventricolare 126 13/03/2013 NCF Nuovo medical director 127 13/03/2013 NCF Un anno ricco di iniziative e di investimenti 128 12/03/2013 For Men Magazine LA TUA FINANZIARIA 129 12/03/2013 For Men Magazine DISINNESCA LA BOMBA 132 PERSONAGGI 13/03/2013 QN - La Nazione - Viareggio La scommessa: un porticciolo per incentivare l'utenza familiare 136 13/03/2013 Il Tirreno - Viareggio Le nuove cariche di Assonautica: c'è anche Migliorini 137 12/03/2013 Giornale di Monza Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito 138 IN PRIMO PIANO 2 articoli 12/03/2013 Giornale di Monza Pag. 14 (diffusione:23316, tiratura:28912) Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito (cdi) Dopo cinque anni di silenzio, il consigliere comunale del Pdl Domenico Riga ha cambiato registro decidendo di rendere noto il suo reddito. Pur essendo un obbligo per gli eletti presentare in Comune il 730, Riga non l'aveva mai fatto nemmeno sotto la passata legislatura (non erano mai state previste multe). «Non lo trovo giusto », aveva spiegato al Giornale di Monza. Sarà un caso, ma adesso che si prospettano multe per gli inadempienti per via di una modifica normativa che porterà l'Assise a decidere gli importi, Riga ha deciso di sciogliere gli indugi: la sua attività (l'ottica in via Segantini) gli frutta un reddito lordo di 35.843 euro, ha due immobili e una «Chrysler jeep». Anche Andrea Mandelli (Pdl), presidente dei farmacisti italiani, ha presentato il reddito in settimana e si è dimostrato il «Paperone» di tutto il Consiglio: ha dichiarato nel 2011 233.331 euro e possiede otto immobili (solo due però in piena pro - prietà) e l'8,33% dell'industria imbal laggi «Fratelli Mandelli Snc». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 13/03/2013 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANCHE ANDREA MANDELLI L'HA RESO NOTO: È IL PAPERONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 13/03/2013 Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro Pag. 29 Farmaci, consegna a casa «La mia richiesta avviene all'interno della sede di pertinenza» BADOLATO - Dopo le polemiche dei giorni scorsi su un eventuale trasferimentodella farmaciadalBorgo aBadolato Marina, dove esiste già un'altra farmacia, su richiesta motivata della farmacista Carla Ceccotti, hanno fatto seguito una serie di iniziative contrari al trasferimento: Una raccolta di firme del comitato di lotta; La presa di posizione dei partiti e delle associazioni; Inoltre nei giorni scorsi si è tenuta un'assem blea pubblica con lapresenza del presidente provinciale deifarmacisti d Vitaliano Corapi. Oggi dobbiamo registrare la lettera aperta della dottoressa Ceccotti, ai cittadini di Badolato Questo il testo: «Carissimi, considerata la richiesta di trasferimento della farmacia di cui sono titolare, avente sede nel Comune di Badolato in Corso Umberto I n° 154 in altra sede, considerati i clamori mediatici suscitati dalla stessa domanda, nel timore della perdita di un servizio essenziale per i pochi cittadini ancora residenti nel Borgo di Badolato Superiore, è mia intenzioneoggi chiarire lamia posizione. In particolare voglio precisare le miemotivazioni a coloro chein questi giorni hanno pensato ad attaccarmi, avendo a cuore solo i propri interessi personali e non il bene della comunità di Badolato. La mia richiesta di trasferimento avviene all'interno della mia sededipertinenza, cosìcomechiaramente riportato dalla delibera n. 583 del 23/12/2011 - legge 8 della Regione Calabria. È mia ferma intenzione dichiarare pubblicamente, come già comunicato verbalmente e per iscritto al sindaco Giuseppe Nicola Parretta, che una volta ottenuta l'autorizzazione al suddetto trasferimento, garantirò la consegna a domicilio deifarmaci airesidenti diBadolatoSuperioreche nefarannorichiesta, secondo quantoprevisto dal codice deontologico dei farmacisti. Ricordo a tutti che in base all'esiguo numero dei residenti del Borgo, che è andato progressivamente decrescendo negli ultimi anni (dati Istat), non ci sono concrete prospettive di poter garantire a lungo la sussistenza dell'attività stessa, così come già recentemente verificatosi nella vicina Isca Superiore». E ancora la farmacista prosegue: «Faccio inoltre presente che ormai già da tempo i corrieri si rifiutano di recapitare i medicinali a BadolatoSuperiore, perl'esigua quantità degli ordinativi, costringendomi al ritiro degli stessi due volte al giorno a Badolato Marina -prosegue - Stando così le cose, con l'inevitabile cessazione dell'at tività della farmacia di cui sono titolare, gli abitanti del Borgo perderanno comunque non solo la sede ma anche il servizio prestato dallastessa farmacia. Purtroppo le dichiarazioni che in questi giorni ho letto sui giornali e su numerosi siti di informazione, mi hanno particolarmente ferita e amareggiata, in quanto da quando sono diventata titolare della farmacia del Borgo, ho dimostrato da subito la mia disponibilità ed il mio attaccamento neiconfronti di tutta la popolazione,che miha accoltosin da subito come "una di famiglia"». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 13/03/2013 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Badolato. La farmacista Ceccotti spiega le ragioni del trasferimento SANITÀ NAZIONALE 33 articoli 13/03/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1.19 (diffusione:619980, tiratura:779916) Appalti nella sanità lombarda Sette arresti per corruzione Nei guai l'ex consigliere Guarischi. La difesa: io estraneo L. Fer. G. Gua. MILANO - «Bisognerà fare un bel bucato nella magistratura...»: Silvio Berlusconi 2013? No, Silvio Berlusconi tuonante da Parigi nel settembre 2000 all'indirizzo dei magistrati che avevano appena arrestato, per associazione a delinquere e 17 turbative d'asta negli appalti post-alluvione, l'allora segretario provinciale di Forza Italia, Gianluca Massimo Guarischi. La condanna in primo grado nel 2004 non inibì il presidente della Regione, Roberto Formigoni, dall'inserire Guarischi l'anno dopo nel proprio «listino bloccato» e farlo eleggere in Consiglio regionale. E la condanna a 5 anni (3 indultati) in Cassazione nel 2009 - come risulta dall'inchiesta San Raffaele-Maugeri su Formigoni - non ha sconsigliato il governatore dal farsi organizzare negli ultimi due anni proprio da Guarischi (dopo la forzata indisponibilità dell'arrestato Daccò) safari di Capodanno in Sudafrica o vacanze su un caicco in Croazia. Così ieri il nuovo arresto di Guarischi, ancora per l'ipotesi di corruzione ma stavolta quale intermediario di tangenti destinate a manager della sanità regionale per conto della società privata di cui era «consulente», coglie il neosenatore pdl (e commissario in carica all'Expo) appena rientrato da una settimana di vacanza nel sultanato dell'Oman proprio con Guarischi, la cui sorella Monica era delegata di Formigoni a Tutela dei consumatori e Pari Opportunità. Nell'operazione di ieri della Dia (7 arresti, 13 indagati, 50 perquisizioni) sulle tangenti pagate o promesse dalla «Hermex Italia srl» dei Lo Presti (Giuseppe e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca), Guarischi sarebbe l'apri-porte verso i manager sanitari regionali targati pdl. Per quelli in quota leghista, invece, l'intermediario individuato dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, con gli aggiunti Alfredo Robledo e Ilda Boccassini, è il 66enne giornalista Leonardo «Dodo» Boriani, prima vice di Gianluigi Paragone e poi direttore de la Padania dal dicembre 2006 al dicembre 2011. Il gip Fabio Antezza, che ha negato altri 6 arresti, gli contesta di aver intermediato la promessa corruttiva di mezzo milione di euro («spese vive da spalmare negli anni») e l'anticipo di 5.000 euro dai Lo Presti al direttore generale dell'Azienda ospedaliera della Valtellina, Luigi Gianola, per avvicinarsi a una commessa da 8,9 milioni. Nel caso di Guarischi, invece, 85.000 euro il 25 luglio e 2 agosto 2012 dovevano aprire la strada all'acquisto, da parte dell'Asl di Cremona e dell'Istituto dei Tumori (che si dichiara «del tutto estraneo ai fatti»), di un macchinario diagnostico commercializzato dai Lo Presti. Di altri 33.000 euro dei Lo Presti «quale parte di una maggiore somma pattuita», avrebbe beneficiato l'ex direttore amministrativo dell'ospedale San Paolo di Milano, Pierluigi Sbardolini. «Guarischi non ha intascato tangenti nè pagato vacanze ad alcuno», riferisce il suo legale Michele Apicella. Maroni, al quale Boriani era vicino all'epoca della direzione del quotidiano leghista, si dice «sorpreso» dall'arresto: «Ho l'obbligo, da governatore, di fare luce su queste vicende e garantire sulla sanità una gestione limpida e trasparente oltre che efficiente. Combatterò senza tregua il malaffare». RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: In carcere A sinistra, Massimo Guarischi (Newpress) e sotto Leonardo Boriani (LaPresse) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta In cella l'ex direttore della «Padania». Maroni: combatterò il malaffare 13/03/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Ora le staminali anche per Federico» Il caso Il trattamento era stato autorizzato a Brescia: una sentenza lo ha bloccato Mario Pappagallo Cure con le staminali della Stamina. Adesso il governatore delle Marche le chiede anche per il piccolo Fausto. Prima un discorso scientifico, poi un discorso di sentenze, infine mediatico-politico. Ma resta una domanda a cui non sembra per ora si possa dare risposta: queste staminali funzionano o non funzionano? Sono una cura compassionevole o una vera cura? Dopo il caso della piccola Sofia, raccontato dalla trasmissione Le Iene e su cui è intervenuto anche Adriano Celentano sul Corriere, e dopo una serie di sentenze dei giudici del lavoro con esiti diversi per i ricorrenti, il ministro della Salute Renato Balduzzi ha trovato una soluzione pilatesca per il caso di Sofia (il giudice aveva detto «no»): continuino le infusioni con il metodo Stamina nei laboratori, bocciati dall'agenzia del farmaco ( Aifa). Basta che i genitori firmino un consenso informato. I risvolti di tale decisione possono essere molteplici, a cominciare dalla credibilità scientifica. Il primo però riguarda la possibilità, da oggi, che tutti i casi, anche quelli bocciati dai giudici, possano adottare la via di Sofia. Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca ha subito rivolto un appello al ministro Balduzzi perché anche il piccolo Federico, il bambino fanese di 26 mesi affetto dal morbo di Krabbe, possa essere curato con il metodo Stamina come chiedono i genitori, nonostante una sentenza contraria del giudice del lavoro di Pesaro. «Mi appello alla sua sensibilità e compassione umana - scrive Spacca al ministro - per comprendere la situazione e intervenire al più presto per consentire a Federico di avere le cure che la sua famiglia desidera per lui». È necessario trovare «una soluzione che rispetti le norme ma ancor prima i principi basilari della solidarietà umana. Vanno tutelati i diritti del bambino e della sua famiglia» spiega il governatore. Il caso è esploso a inizio marzo: un'ordinanza emessa dopo un ricorso d'urgenza della famiglia aveva consentito al padre del bambino di avviare le pratiche per il metodo Stamina presso gli Ospedale Riuniti di Brescia. Poi però la sentenza di merito ha bloccato questo percorso (sulla scorta dei rilievi sulla metodica di infusione delle staminali mossi dall'Aifa e dall'Iss) e indirizzato il bimbo presso un'altra delle 13 Cell-Factory autorizzate in Italia. Disperati, il padre e la madre hanno presentato ricorso e dato vita a una serie di iniziative di protesta, compreso un sit-in a Pesaro, per chiedere che Federico venga trattato come Sofia e gli altri pazienti per i quali l'infusione con il metodo Stamina è stato autorizzato. «Nostro figlio peggiora di giorno in giorno - ripetono -, non possiamo aspettare ancora». RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cure Spacca, governatore delle Marche, a Balduzzi 13/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) In carcere anche l'ex direttore della Padania, sospetti su vacanze pagate a Formigoni Venti dirigenti sono stati indagati per "un sistema delle forniture opaco" Il nome dell'ex governatore non compare, ma il coinvolgimento sembra diretto DAVIDE CARLUCCI EMILIO RANDACIO MILANO - Le elezioni erano ormai alle porte ma in Lombardia, nonostante gli scandali e le inchieste, il sistema degli appalti per la sanità funzionava ancora a suon di tangenti. Il dato, clamoroso, emerge dall'operazione della Direzione investigativa antimafia che ieri ha portato all'arresto di sette persone, tra le quali l'ex consigliere regionale di Forza Italia Massimo Guarischi, vicinissimo all'ex governatore Roberto Formigoni e già condannato nel 2009 in via definitiva a cinque anni di carcere per le tangenti del dopo alluvione in Lombardia. In manette, su richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, anche l'ex direttore del quotidiano " La Padania ", Leonardo Boriani, e tre imprenditori della sanità, Giuseppe Lo Presti e i due figli Salvo Massimiliano e Gianluca. Sarebbero stati loro a corrompere - con l'intermediazione di Guarischi e Boriani - i due manager pubblici Pierluigi Sbardolini e Luigi Gianola per ottenere appalti milionari. Coinvolti altri venti dirigenti sanitari indagati - tra i quali l'ex direttore generale della Sanità Carlo Lucchina - i cui uffici ieri sono stati perquisiti. Un «sistema delle forniture opaco» - come lo definisce il colonnello Alfonso Di Vita - nel quale è centrale la figura di Guarischi, accusato di «influire sul contenuto e sui tempi degli atti discrezionali assunti in sede di Giunta regionale» per i finanziamenti da far arrivare, attraverso gli ospedali, alle società. IL CONVITATO DI PIETRA Il nome del neosenatore del Pdl Roberto Formigoni non viene mai citato nell'ordinanza, ma il suo coinvolgimento appare diretto. È l'ex governatore (non indagato), che Guarischi incontra dopo aver ritirato il 2 agosto scorso la seconda tranche di una mazzetta complessiva da 85 mila euro per lo sblocco di un appalto regionale. «Sono dal presidente», garantisce Guarischi intercettato alla cornetta con la figlia. E seguono telefonate al segretario personale dell'ex governatore per fissare altri appuntamenti. Quando le società ottengono l'appalto tanto desiderato, chiedono pure se «i pubblici ufficiali sono soddisfatti (della mazzetta, ndr )». E ricevono da Guarischi, ricorda il gip, «risposta affermativa». Che l'ex rappresentante di Forza Italia fosse un habitué in Regione, lo dimostrano tantissimi tasselli: la sua segretaria risulta essere dipendente del Pirellone, la sorella di Guarischi ha «ricevuto diversi incarichi dal presidente per consulenze in materia di difesa dei consumatori». E che Formigoni non avesse problemi nel frequentare un pregiudicato, lo dimostra il fatto che solo il 31 gennaio scorso, da quanto riscontrato dalla Dia, era a cena al ristorante "il Pirandello" di Milano, proprio con Guarischi e «un gruppo di dirigenti regionali». IL MECCANISMO Tra il 26 e il 28 luglio scorso, Salvo Lo Presti e Carlo Barbieri, due manager medicali coinvolti nell'inchiesta, fanno rientrare dall'estero 120 mila euro. «Almeno 85 mila euro lo Presti li consegna a Guarischi nella sua abitazione in due occasioni. Ufficialmente il denaro è il compenso per l'attività di consulenza che Guarischi effettua per le società riconducibili a Lo Presti, ma per l'accusa i contributi risultano «esorbitanti», rispetto all'effettivo ruolo. Questi soldi, per l'accusa, sono destinati «non solo a favorire atteggiamenti preferenziali verso la società Hermex Italia da parte di responsabili di istituti ospedalieri, ma anche per ottenere informazioni per condizionare i tempi di scelte regionali e in particolare per l'erogazione di finanziamenti della giunta per la successiva acquisizione di apparecchiature da parte di singole aziende ospedaliere». IL 20 PER CENTO Lo Presti padre parla invece di 500mila euro da versare al direttore generale di Sondrio Luigi Gianola come «spesa viva» da «spalmare negli anni», tenendone conto nella ripartizione degli utili con le altre aziende partecipanti all'associazione temporanea di imprese. Con molto senso pratico, la mazzetta viene dunque contabilizzata. Ma per questo, in caso di aggiudicazione dovranno «spuntare un venti per cento SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità e tangenti, altri sette arresti in Lombardia 13/03/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato in più... «per giustificare un'operazione commerciale». DALLA PADANIA ALLE MAZZETTE A fare da intermediario tra Lo Presti e Gianola è l'ex direttore de "La Padania" Leonardo Boriani. Ad agosto del 2012 «Gianola - scrive il gip Roberto Antezza - avanza tramite Boriani un'ulteriore richiesta di denaro agli imprenditori in vista di spese da affrontare per l'imminente periodo estivo». Dice Boriani a Lo Presti: «Mi ha fatto una strana richiestina che ti mando via messaggino... «. Poi commenta: «Gianola abbiam comprato!» LE VACANZE In questa ragnatela di intermediari, il più vicino di tutti al potere è Guarischi, amico personale di Roberto Formigoni. Come si intuisce da alcuni passaggi delle indagini sul caso Maugeri, l'ex consigliere, dopo l'arresto di Pierangelo Daccò sembra svolgere, nei confronti del governatore, un ruolo simile a quello del faccendiere, organizzandogli safari in Sudafrica e viaggi in barca in Croazia tra il 2011 e il 2012. Il senatore Pdl smentisce - «Non ho mai avuto bisogno di organizzatori» ammettendo, però, di aver trascorso vacanze con l'ex consigliere arrestato. © RIPRODUZIONE RISERVATA I punti SAN RAFFAELE Nel novembre del 2011, l'inchiesta sul crac miliardario del San Raffaele porta all'arresto dell'uomo vicino a Formigoni Pierangelo Daccò MAUGERI Lo scandalo dei rimborsi regionali gonfiati da 70 milioni porta nuovamente in carcere Daccò e l'ex politico di Cl Antonio Simone TELESANITÀ Nel gennaio scorso la procura chiude l'inchiesta sulle mazzette pagate in Regione per l'assegnazione dell'appalto di una televisione in corsia I protagonisti GUARISCHI Ex consigliere regionale di Forza Italia, molto vicino a Formigoni, era già stato condannato nel 2009 per le tangenti del dopo alluvione in Lombardia LUCCHINA Ex direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina è uno dei dirigenti indagati: ieri è stato perquisito il suo ufficio FORMIGONI Il suo nome non compare nell'ordinanza, ma l'ex governatore è un po' ovunque dalle telefonate agli appuntamenti 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) Sanità , nuovo blitz in Lombardia [P. COL.] Arrestati il giornalista Boriani ex direttore della Padania e l'ex assessore Guarischi Paolo Colonnello A PAGINA 19 MILANO È la prima vera tegola per il nuovo presidente della Lombardia Roberto Maroni anche se la vicenda riguarda ovviamente la passata gestione del «Celeste»: tangenti in cambio di appalti nei grandi ospedali. Con un dettaglio non da poco: uno dei cosiddetti «facilitatori», ovvero intermediatori tra i dirigenti della sanità corrotti e imprenditori corruttori era nientemeno che l'ex direttore della Padania, Leonardo Boriani, al vertice del foglio leghista fino al 2011 e da pochi mesi direttore del quotidiano Nord Ovest di Torino. Secondo le accuse, avrebbe tenuto i contatti tra gli imprenditori della famiglia Lo Presti, titolari della società Hermex e capofila di un cartello di aziende come la Bs Biotecnologie e la Medical System, e il direttore generale degli ospedali della Valtellina e Valchiavenna, Luigi Gianola, destinatario di una mazzetta di 500 mila euro di cui versati in anticipo solo 5000, per un appalto di oltre 9 milioni di euro in cambio di un sistema integrato di servizi diagnostici. L'inchiesta, condotta dalla Divisione Investigativa Antimafia e coord i n at a d a i p m G i t t a rd i , D'Alessio e Robledo, prende le mosse dalla vecchia indagine sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia e sul ruolo di capo cosca svolta dall'ex dirigente della Asl di Pavia Carlo Antonio Chiriaco e si è estesa fino a individuare diversi episodi di corruzione in tutta la regione, grazie alla complicità di diversi funzionari del Pirellone e vecchi arnesi della politica passati a fare i faccendieri. Come Massimo Guarischi, ex consigliere regionale e comunale di Forza Italia, arrestato per tangenti agli inizi del 2000 e con una condanna a 5 anni sulle spalle che però non gli ha impedito di ricevere dai Lo Presti, di cui formalmente era consulente, circa 85 mila euro per manovrare su appalti dell'Istituto dei Tumori di Milano (che smentisce decisamente) e degli ospedali di Cremona. In carcere, con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta, sono finite sette persone: gli imprenditori Giuseppe Lo Presti e i figli Massimiliano e Gianluca, il direttore amministrativo dell'Asl di Chiari (Brescia) Pierluigi Sbardolini (ma in qualità di ex dirigente del San Paolo di Milano) e il direttore dell'azienda ospedaliera di Sondrio, Gianola. Nonché i «facilitatori» Boriani e Guarischi. Almeno 13 gli indagati, tra il cui il potente direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina, già coinvolto in altre due inchieste tra cui quella sulla Maugeri. Guarischi, secondo le accuse, era uomo in grado di arrivare «ai piani alti» della Regione. La sorella Monica lavora al Pirellone con funzioni «delegatele direttamente dalla Giunta», mentre la sua segretaria personale era stipendiata dalla Regione. Gli investigatori documentano almeno due incontri diretti con Formigoni. E annotano che l'ex consigliere «era in continui e costanti rapporti con i vertici politici e amministrativi lombardi», «frequentava con ruoli operativi gli uffici» del Pirellone, era «ben informato e addirittura partecipe delle dinamiche sull'erogazione di finanziamenti o gli avvicendamenti nei ruoli apicali delle aziende ospedaliere, in particolare nell'estate 2012». A lui si appoggia Lo Presti, che ha una reputazione da difendere: «Io in settimana devo accelerare i tumori» lamentando il fatto che il direttore generale dell'istituto oncologico di via Venezia, il dottor Corno, tarda a riceverlo. «Tanto quello lì, tra un po' lo spostiamo», lo tranquillizza Guarischi. In carcere Boriani, l'ex direttore della Padania Leonardo Boriani, 66 anni, nato a Varese. Già giornalista de «L'indipendente» e «Il Giornale», ha diretto il quotidiano leghista Guarischi, ex consigliere di Forza Italia Massimo Guarischi, 50 anni, entrato in consiglio regionale nel 2000 come berlusconiano, era già stato condannato a 5 anni di reclusione Foto: Lo scandalo La nuova inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda ha visto coinvolto anche l'Istituto nazionale tumori che però smentisce di aver avuto contatti con gli arrestati SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In cella politici e imprenditori 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) Così ho donato il cuore del mio piccolo CRISTINA ZIGLIOLI Due grandi occhi celesti ed intensi che incantavano chiunque li incrociasse, questa era la cosa che colpiva di più di Cesare. Un bel visino con un'espressione dolce che trasmetteva tenerezza. Era un bambino buono di carattere, Cesare, un po' capriccioso, a volte, come lo sono i bambini della sua età (cinque anni e mezzo), ma estremamente solare. «Tuo figlio ha sempre il sorriso», mi diceva spesso chi ci incontrava durante le nostre passeggiate. PAGINA Epoi era vivace, esuberante, sempre di corsa, pieno di gioia di vivere.Eppure ne aveva passate tante quel piccolino, era già stato male altre volte, la prima volta che era finito in rianimazione non aveva ancora sei mesi. Ma aveva combattuto come un leone e ne era uscito. Per ben tre volte era riuscito a sconfiggere il suo nemico, una malattia tanto rara quanto sconosciuta, causata da una mutazione genetica che lo predisponeva a pericolose reazioni autoimmuni in presenza del virus anche più banale. Aveva sempre vinto le sue battaglie ed era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle, tornando a essere un bambino felice, sereno. Questa volta no, questa volta non è riuscito a contrastare l'attacco subdolo ed incredibilmente aggressivo del suo nemico, che in pochi giorni se l'è portato via, strappandolo impietosamente ai suoi affetti più cari. Non ce l'ha fatta, Cesare, nonostante i medici abbiano tentato l'impossibile per salvare la sua piccola e preziosa vita. I giornali hanno scritto che, quando ci hanno chiesto se eravamo disposti a donare i suoi organi, non abbiamo avuto esitazioni nel dare il consenso. Non è vero. Per me mamma è stata una decisione sofferta. All'inizio ho detto un no secco, categorico. Mi avevano appena comunicato che il mio bambino non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stata solo questione di tempo, forse addirittura di poche ore. Ormai l'attività elettrica del suo cervello era cessata. Difficile descrivere le emozioni che si sovrappongono nell'animo di una mamma a una notizia del genere. Disperazione, strazio e rabbia, tanta tanta rabbia. E poi il mio piccolino ne aveva già subite troppe in quei giorni, persino un intervento alla testa, una «derivazione» che doveva servire a diminuire la pressione intracranica. Anche questo si era rivelato inutile. Non volevo che lo toccassero più il mio bambino, volevo solo che lo lasciassero stare in pace. Poi è subentrata la rassegnazione, la consapevolezza che, una volta staccato il respiratore, tutto sarebbe finito e il suo cuoricino avrebbe cessato di battere per sempre. Così, mio marito e io ne abbiamo parlato con calma e abbiamo pensato che forse quello di donare i suoi organi era l'unico modo per dare un senso alla nostra enorme tragedia, l'unico modo per non perdere Cesare totalmente e permettere che una o più parti di lui continuassero a vivere, n o n o s t a n t e t u t t o . Abbiamo ripensato a un articolo che solo un paio di giorni prima avevamo letto sul giornale, mentre eravamo nella sala d'aspetto della Rianimazione. Parlava di una bimba, non ricordavamo né il nome né dove era ricoverata, ma ricordavamo perfettamente che viveva attaccata a un cuore artificiale e che aveva ancora poco tempo a disposizione. Abbiamo pensato a quanti bambini potevano essere in quel momento nella stessa situazione e a quanti genitori stavano vivendo il nostro stesso dramma. Abbiamo deciso di dire sì. Il nostro Cesare non c'era più e non sarebbe più tornato, ma grazie a lui altri bambini altrettanto sfortunati avrebbero potuto avere almeno una possibilità. Perché negargliela? In fondo il nostro bambino nella sua breve vita ha avuto la possibilità di essere felice; è stato immensamente amato, ha potuto assaporare la gioia di correre, giocare, divertirsi, essere libero. Ora il nostro pensiero va a quei bambini che hanno ricevuto i suoi piccoli ma importantissimi doni. Ci auguriamo di cuore che grazie a Cesare possano cominciare una nuova vita, una vita che permetta loro di correre verso la felicità, proprio come faceva lui. Emma, tre anni e mezzo, ha vissuto per quasi un anno legata a un cuore artificiale in una camera di isolamento nella Cardiochirurgia dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Affetta da una cardiomiopatia dilatativa, patologia incurabile se non con un trapianto, aveva chiesto nei giorni scorsi di poter giocare nella stanza d'ospedale con il suo cane Black, uno spinone di 24 chili, suo inseparabile compagno di giochi prima di entrare in ospedale. I medici hanno esaudito il desiderio e poche ore dopo è giunta anche la notizia di un cuore compatibile, donato da Cesare, cinque anni e mezzo, morto a Genova per un'encefalite. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA LETTERA 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Qui sotto pubblichiamo la lettera inviata a «La Stampa» dalla mamma del piccolo. Foto: Emma, tre anni e mezzo, ha ricevuto il cuore del piccolo Cesare Donatore Cesare Pantè aveva cinque anni e mezzo 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) Staminali Lo Stato non è un nemico UMBERTO VERONESI Le cellule staminali sono un tipico caso di "overpromising" della scienza: l'entusiasmo a seguito di una scoperta può essere tale da far nascere troppe aspettative, o far sottostimare i tempi di applicazione. Quando le staminali furono isolate per la prima volta negli anni '90, ci rendemmo conto di trovarci di fronte a cellule con una potenzialità unica e straordinaria: il loro immenso spettro di capacità evolutiva fa sì che si possono trasformare in tessuti di organi diversi. PAGINA Pensammo allora di essere ad una svolta per tutte le malattie degenerative - per cui avevamo trovato una sorta di serbatoio di cellule di ricambio - e addirittura ipotizzammo di poter sostituire i trapianti d'organo. Dopo 15 anni siamo ancora lontani da tutto questo, anche se nella comunità scientifica la fiducia nelle possibilità di queste cellule rimane intatta. La ragione sta nella difficoltà e nella complessità delle procedure per ottenerle e utilizzarle. In realtà le staminali vanno divise in due famiglie: quelle di un organismo in formazione, l'embrione, sono totipotenti cioè in grado di trasformarsi in ogni cellula o tessuto, mentre quelle ottenute da cellule adulte per essere utilizzate devono essere sottoposte a processi complessi che permettano poi la trans-differenziazione, vale a dire creare tessuti diversi da quelli da cui provengono. Per ragioni etiche le cellule embrionali non possono essere utilizzate in Italia e in molti altri Paesi, per cui la ricerca si è dovuta concentrare sulle staminali adulte, con le loro difficoltà. Attualmente alcune applicazioni delle terapie con staminali sono: la creazione di cute, ad esempio per riparare ustioni gravi; la creazione di tessuto adiposo utilizzato nella chirurgia ricostruttiva; le cure di strutture dell'occhio, come la cornea, o dell'orecchio. Va anche specificato che esistono staminali allogeniche (che provengono da un altro individuo), singeniche (che provengono da un gemello) e autologhe (che provengono dalla stessa persona). Le staminali autologhe sono usate nella terapia anticancro per ripopolare il midollo osseo dopo dosi elevate di chemioterapia. Le sperimentazioni, anche in Italia, sono numerose e promettenti, nel campo delle malattie cardiache, neurologiche ed alcune malattie genetiche. Ma per l'applicazione clinica su ampia scala dobbiamo saper aspettare che la ricerca, seguendo i suoi parametri universali e rigorosi per la tutela dei malati, faccia il suo corso. Nel caso delle cellule staminali questo è tanto più vero perché se non sono prodotte in base a metodologie certificate, vi sono rischi per la sicurezza dei malati. In questi giorni i casi di Sofia, la bimba affetta da leucodistrofia metacromatica e degli altri bimbi trattati agli Spedali Civili di Brescia, e poi dei fratelli affetti dalla malattia di Niemann-Pick hanno angosciato e commosso la pubblica opinione. E soprattutto hanno drammaticamente confuso chi sta seguendo sperimentazioni cliniche sulle staminali, chi è in attesa di una cura che pare non arrivare in tempo, e in generale tutte le famiglie che hanno casi di malattie molto gravi. Si chiedono se è giusto o no seguire le indicazioni dei medici e delle istituzioni. Personalmente capisco molto bene che nelle situazioni più tragiche, anche un tentativo giudicato inutile dalla scienza, appare comunque preferibile alla perdita della speranza. Inoltre come padre e come uomo capisco come la malattia di un figlio possa legittimare a compiere qualsiasi tentativo e a battere qualsiasi strada per guadagnare un'aspettativa per il futuro, anche se di pochi giorni soltanto. Tuttavia come medico e ricercatore rimango convinto che i pazienti debbano seguire le terapie sperimentali certificate dagli enti di sorveglianza, come l' Aifa e l'Istituto Superiore di Sanità, e che gli ospedali debbano seguire le indicazioni di questi organismi che hanno omologhi in ogni Paese civile. Le regole della scienza non sono asettiche e spietate. Sono semplicemente regole, studiate per garantire la massima efficacia e trasparenza, e per evitare abusi da parte di qualche scellerato che tenti di sfruttare commercialmente la disperazione delle famiglie. La Sanità pubblica non lavora per il male della popolazione. Lo Stato non è un nemico. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:309253, tiratura:418328) I medici di Brescia: "Qui applichiamo solo le sentenze" ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA Qui trattati moltissimi casi per i quali le nuove terapie potrebbero rivelarsi decisive DAVIDE VANNONI «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto 8000 richieste da persone in pericolo di vita» FABIO POLETTI INVIATO A BRESCIA L'ultima speranza di Sofia è qui dentro. Tra le mura rosse e bianche degli Spedali Civili dove questa bambina fiorentina di 3 anni e mezzo affetta da Leucodistrofia metacromatica, una malattia degenerativa che la sta rendendo cieca e paralizzata, entro pochi giorni sarà s o t t o p o s t a a u n nuovo ciclo di cure. L'ultima parola su cosa sia meglio per lei l'hanno avuta un giudice, il ministro della Salute Renato Balduzzi e l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. Il ciclo di infusione di cellule staminali provenienti da un famigliare consanguineo non sarebbe nemmeno una terapia. Cure compassionevoli le chiamano giuristi, burocrati e scettici. Ma per quelle cure si spera e si fa la fila. Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation di Torino, l'uomo che ha inventato il metodo che tanti fa sperare, giura che la domanda è di gran lunga superiore all'offerta: «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto 8000 richieste da persone senza cure e in pericolo di vita. Trattando 150 casi l'anno, ci vorrebbero 53 anni e quattro mesi per finire». Alcune centinaia di quelle richieste piovono qui a Brescia, in questo ospedale vicino allo stadio dove molti pazienti giocano l'ultima partita per la vita. «A tutti rispondiamo che non c'è nemmeno una lista di attesa. Noi possiamo intervenire solo se lo decide un giudice», raccontano dall'Urp, l'ufficio rapporti con il pubblico, la front-line dell'istituto dove arrivano le richieste. Non possono muoversi prima, ma qui è tutto pronto da almeno un anno. Quando iniziarono le sperimentazioni su 12 pazienti, adulti e bambini di mezza Italia, con patologie gravissime. A maggio ci fu lo stop perchè questa cura non è una cura riconosciuta e dopo la piccola Celeste e il piccolo Gioele si è dovuta aspettare l'ennesima sentenza per far sperare i genitori di Sofia. Sua madre Caterina C., che solo da un giorno a ripreso a respirare un po' di ottimismo, non vuole pensare che sia troppo tardi: «La situazione è drammatica. La seconda infusione a Sofia andava fatta entro il 3 febbraio. Fino al 10 è stata bene. Poi il tracollo. Un tracollo che si poteva evitare». Perchè alla fine queste cure sono un po' come la lotteria. La comunità scientifica è divisa. Davide Vannoni che l'ha ideata giura che non ci sarà mai nè un farmaco da commerciare nè un tentativo di lucrare. Ma a parte questo di Brescia, una delle eccellenze mondiali per l'Oncoematologia pediatrica, ci sono solo altre 12 cell factory in tutta Italia, tra l'Ospedale Maggiore di Milano e il resto del Paese. Oltre alla piccola Sofia il Tar di Brescia ha deciso di concedere il diritto alla cura ad altri 14 pazienti, ma solo fino a novembre di quest'anno. Poi si vedrà. Altri otto pazienti sono in attesa, sparsi un po' ovunque. Ma per i pochi che ce la fanno, altri si fermano davanti al muro della burocrazia. A una donna di Torino affetta dalla sindrome di Niemann Pick, un giudice ha detto no lo stesso giorno che un altro giudice di Firenze ha detto sì a Sofia. Luigi B. il padre della donna torinese non si capacita: «La patologia è la stessa. Evidentemente c'è chi ha diritto alle cure e chi no». Evidentemente ci vorrà tempo prima che si stabilisca una volta per tutte se la manipolazione delle cellule staminali da un soggetto sano a un consanguineo malato sia lecita o no, prima che efficace. Agli Spedali Civili di Brescia non si pongono nemmeno il problema. Sono attrezzati per farlo. Sono sempre pronti a farlo. Lo faranno presto su Sofia, autorizzata da un giudice con la toga nera, più decisivo di un medico con il camice bianco. Gli interrogativi Che cosa sono le cellule staminali? Sono cellule «jolly» che non si sono ancora specializzate, ossia non si sono ancora differenziate in una specifica funzione e in un particolare tessuto Che malattie si curano oggi con le staminali? Si fanno trapianti di staminali per alcuni tipi di tumore, come linfomi e leucemie, e per le terapie dell'infarto miocardico Come si manipolano per scopi terapeutici? Riprogrammando le cellule già differenziate si ottengono le Ips (staminali pluripotenti indotte), che sono in grado di svilupparsi in diversi tipi di tessuti: dal sangue ai muscoli sino ai neuroni SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lotteria staminali Viaggio dove si gioca la partita per la vita 13/03/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:309253, tiratura:418328) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Erika La più giovane dei due fratelli Bonavita, 35 anni, è costretta all'immobilità da questa malattia degenerativa Disparità Nonostante la patologia sia la stesse, il giudice di Torino non ha autorizzato l'utilizzo delle staminali per la ragazza Foto: Trattamento Foto: È rappresentato dal ciclo di infusione di cellule provenienti da un famigliare 13/03/2013 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:192677, tiratura:292798) Giudice che vai, cura che trovi Caos sulle terapie per sentenza Il caso più recente: i magistrati di Torino negano a una donna affetta da un raro morbo il rimedio concesso al fratello. Ma sono centinaia i destini di malati appesi a un verdetto METODO DI BELLA Tra i pazienti con un tumore c'è chi ottiene sostegno gratis e chi no Gioia Locati La vita appesa a un giudice. Succede quando si è affetti da malattie rare, valutate incurabili dalla medicina ufficiale. Come la piccola Sofia, tre anni e mezzo, affetta da leucodistrofia metacromatica, che porta a progressiva paralisi e cecità. Su di lei la cura Vannoni - iniezioni di cellule staminali mesenchimali - messa a punto nei laboratori Stamina di Brescia, aveva portato a sorprendenti miglioramenti. Ma dopo il primo trattamento, un giudice di Firenze aveva imposto di interrompere la terapia. Troppe le perplessità dell'Aifa e del ministero, su Stamina è stata aperta un'inchiesta. Il caso è arrivato in televisione, alla trasmissione Le Iene , ne ha scritto pure Celentano. E lunedì un altro giudice ha dato il via libera alla terapia per Sofia: la piccola potrà curarsi con il metodo Vannoni negli Spedali di Brescia. Altra malattia, stessa richiesta, sentenza opposta. Ieri, a Torino, la corte d'Appello ha rifiutato il metodo Vannoni a una donna colpita dal morbo di Niemann Pick. E pensare che soltanto pochi giorni prima, lo stesso tribunale, l'aveva autorizzata al fratello della donna. Il padre, Luigi Bonavita, si dice «esterrefatto». Tribunale che vai, cura che trovi. Il motto vale anche per i malati di tumore che scelgono di curarsi con il metodo Di Bella. In questo caso, dopo la sperimentazione del 1998 che ne decretò l'inefficacia (e dunque la non rimborsabilità da parte del sistema sanitario), nelle aule di giustizia si discute se concedere o meno i soldi spesi per i farmaci. Fra provvedimenti d'urgenza, sentenze passate in giudicato, appelli e ricorsi in Cassazione, sono centinaia i casi arrivati nelle aule di giustizia. E sono quindici anni che la legge non è uguale per tutti. C'è chi ottiene la terapia gratis subito, chi la «vince» in appello, chi deve sudare fino alla Cassazione. Al contrario, chi deve pagare tutto di tasca propria, nonostante il reddito basso. Clamorosa e recentissima la vicenda di Flora Nardelli, 49 anni. La corte d'Appello di Bologna (sentenza di pochi giorni fa) ha richiesto alla donna 113mila euro, i soldi spesi per curarsi da un mieloma con la cura Di Bella, dopo che una sentenza del 2006 aveva invece stabilito che aveva diritto alle cure. Nei vari gradi di giudizio i «giudici oncologi» sono uno contro l'altro. «C'è chi prende in considerazione una legge del 1996 che ammette le prescrizioni off label, ossia fuori prontuario - spiega l'avvocato bolognese Cristina Bergamini - e c'è chi proprio non la considera (Di Bella prescrive medicine off label)». E ancora: ci sono togati che si affidano a periti medici per valutare se il paziente effettivamente ha avuto un miglioramento con la terapia discussa e chi invece la boccia tout court , improvvisandosi oncologo. A Cosenza, il 16 luglio scorso, un malato ha ottenuto il rimborso della terapia in appello, dopo che la richiesta gli era stata rigettata in primo grado. L'uomo, colpito da un tumore del naso e della gola inoperabile, aveva presentato, come prova di riduzione del tumore, gli esami eseguiti allo Ieo, l'Istituto oncologico di Umberto Veronesi. Nel caso del metodo Di Bella può essere determinante risiedere in Puglia. Per risparmiare le spese dei ricorsi in tribunale, la Asl di Taranto, dal 2007 al 2012, ha diramato una circolare ai distretti sanitari chiedendo di distribuire gratuitamente i farmaci «ai cittadini che ne facciano regolare nonché certificata e appropriata richiesta, visto che «la questione della cura Di Bella è per questa azienda una problematica non ancora risolta». E a Foggia, Myriam Infede, 37 anni, ha ottenuto il risarcimento della terapia, perché «i farmaci utilizzati sono approvati dall'Aifa e regolarmente in commercio». E quando le sentenze dei malati di tumore arrivano in Cassazione? Le più recenti, del 2011, affermano che «non compete ai giudici interferire con le decisioni prese dagli organi tecnicoscientifici dello Stato». E così, anche davanti a remissioni da metastasi, i giudici scrivono che «il signor tal dei tali non avrebbe dovuto curarsi con la cura Di Bella perché nel '98 si decise che non funzionava». 113 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA E GIUSTIZIA Nei tribunali decisioni contraddittorie 13/03/2013 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:192677, tiratura:292798) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mila Il costo di sette anni di cura Di Bella. Per la corte di Bologna una paziente dovrà versarli alla Asl Foto: A SOFIA SÌ AD ALTRI NO Il sì del giudice alla cura con le staminali è arrivato per un ragazzo affetto da morbo di Niemann Pick ma non per sua sorella 13/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) «La riforma dovrà partire dai bisogni dei pazienti» Liste d'attesa, ticket, carenza di servizi territoriali: le ipotesi di rivedere il servizio sanitario si scontrano con vecchie inefficienze. Bonati (Mario Negri): dopo i tagli serve un approccio qualitativo Ricciardi (Cattolica): è stato ridotto l'accesso a visite ed esami DAMILANO ENRICO NEGROTTI uardare alla sanità con gli occhi del cittadino riserva non poche sgradite sorprese. Liste d'attesa, ticket, carenza dei servizi territoriali rendono sempre più difficile l'accesso a prestazioni che dovrebbero essere garantite. E la riduzione delle risorse a disposizione sembra prefigurare difficoltà ulteriori (qualcuno ipotizza la necessità di un intervento di fondi assicurativi), se non si inverte una tendenza culturale ad anteporre le valutazioni economiche a quelle sanitarie. Forse il compito principale per una futura riforma della sanità. «Negli ultimi anni - sottolinea Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Università Cattolica di Roma - si è ridotto l'accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie, anche tenendo presenti le differenze regionali. Non a caso l'ultimo rapporto del Tribunale per i diritti del malato presenta in copertina un ospedale con un lucchetto e una lunga fila di cittadini davanti. Così come nell'ultima graduatoria sull'Europa, l'Ocse ha collocato l'Italia al 24° posto per il contesto dei servizi sanitari forniti ai propri cittadini. E non per problematiche di carattere tecnico: medici e strutture buone esistono, quanto per l'organizzazione del sistema». Un deficit segnalato anche da Maurizio Bonati, direttore del dipartimento Sanità pubblica dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di Milano: «Complice la regionalizzazione, in sanità continua a mancare una strategia comune. Come confermano alcuni indicatori: per esempio, non si riescono ad abbattere i flussi di migrazione sanitaria, tipicamente dal Sud al Nord. Penso soprattutto a quella pediatrica, che si ferma un po' al Bambino Gesù, ma poi guarda al Gaslini (Genova) o al Burlo Garofolo ( Trieste) o al San Gerardo (Monza) per l'oncologia. E anche per i tumori dell'adulto, pur essendoci quattro Irccs oncologici al Centrosud, gli spostamenti verso il nord sono una costante». Differenze si registrano anche sul consumo di farmaci: «A dispetto del clima - rileva Antonio Clavenna, farmacologo ricercatore presso il Laboratorio materno-infantile del "Negri" - il consumo pediatrico di antibiotici è maggiore al Sud rispetto al Nord, i bambini che ne assumono almeno uno in un anno sono il 36% in Lombardia, quasi il 70% in Puglia». I servizi territoriali, il presidio più vicino al cittadino, continuano a recitare il ruolo della cenerentola, vittime di disorganizzazione, mancati finanziamenti e cattive abitudini: «Anche certe auspicate riforme vanno finanziate - ricorda Ricciardi -. Penso agli studi associati di medici di famiglia aperti sulle 24 ore: se non hanno a disposizione infermieri e attrezzature, il paziente con un dolore toracico si recherà sempre al pronto soccorso». E se le spese per la sanità territoriale sono maggiori di quelle ospedaliere (con eccezioni, vedi Lazio), «il problema resta il raccordo tra le due realtà - aggiunge Ricciardi - con il cittadino che dopo le dimissioni non trova quel continuum di assistenza di cui avrebbe bisogno. La realtà è che il sistema è disegnato secondo criteri arcaici, e non guardando ai bisogni di salute della popolazione». Come conferma il fatto, aggiunge Bonati, che azienda ospedaliera e azienda sanitaria locale, presenti su uno stesso territorio, guardano ciascuna solo ai propri bilanci: «Del resto, e lo dimostra la recente classifica dei direttori generali in Lombardia, i dirigenti sono valutati per il raggiungimento degli obiettivi, che sono in massima parte di budget. Senza dimenticare che i medici di famiglia non mettono piede nell'ospedale. Così come non si capisce perché le sale operatorie non possano funzionare al pomeriggio, come succede nel privato». Rare sono le operazioni che coordinino bene l'offerta sanitaria: «Anche la chiusura dei piccoli ospedali, spesso osteggiata dalle popolazioni, può essere realizzata - spiega Ricciardi - se si offrono servizi più efficienti. Penso all'esempio virtuoso dell'ospedale della Versilia, collocato in posizione baricentrica rispetto a quattro piccoli presidi che sono stati chiusi». Migliorare omogeneamente l'offerta sanitaria è reso difficile anche dal contenzioso StatoRegioni: «Nella riduzione dei posti letto ospedalieri - aggiunge Ricciardi - il ministero aveva dato criteri e requisiti minimi per organizzare i reparti ospedalieri, ma sono stati rifiutati dalle Regioni». Nella sanità si SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ DA GUARIRE / 5 13/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato rispecchiano i problemi del Paese, sostiene Ricciardi: «Fuori dalle ideologie, continua a essere necessaria una collaborazione tra pubblico e privato (anche in Svezia stanno elaborando modelli), ma servono regole chiare per tutti, con le regioni che le fanno rispettare. La frammentazione e le liti Stato-Regioni non portano benefici: il primo distribuisce (poche) risorse ma non controlla, le seconde hanno diritto di veto, ma non i fondi per operare bene». Se vogliamo mantenere la qualità del nostro sistema sanitario, conclude Bonati, «occorre ottimizzare le risposte proprio guardando alla domanda, alle necessità di salute. E non limitarsi a valutare i costi immediati, ma al guadagno di salute complessivo della popolazione. Anche se questo richiede più tempo di quanto solitamente i politici siano disposti ad attendere». L'INCHIESTA Le puntate precedenti dell'inchiesta sono uscite il 31 gennaio, il 14, il 21 e il 24 febbraio Foto: Walter Ricciardi 13/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) Don Arice (Cei): i tagli hanno colpito anche le strutture convenzionate e rimborsare agli ospedali non profit le prestazioni effettuate non rappresenta un "favore" DI PAOLO VIANA a riforma del Servizio sanitario nazionale è una priorità per la Chiesa italiana? Occorre stare molto attenti all'evoluzione dell'intero quadro sanitario - risponde don Carmine Arice, Direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Cei -. I tagli da un lato e l'invecchiamento della popolazione dall'altro rendono necessario un ripensamento da parte del legislatore perché la crisi del sistema non sfugga di mano. Mi sembra importante ricordare quanto ha detto il Presidente della Cei, cardinale Bagnasco, nella prolusione all'ultimo Consiglio permanente del gennaio scorso: «Chiediamo che la politica dei tagli sia compensata e guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente: quale che sia la sua età e condizione, va prioritariamente salvaguardata». È questo un criterio-guida irrinunciabile. La Chiesa non può non essere attenta alle vicende degli uomini, soprattutto alle loro fatiche, conscia che la promozione umana è inseparabile dall'evangelizzazione e la cura assistenziale e pastorale dei malati ne è un luogo privilegiato. La crisi in atto rischia di travolgere gli ospedali religiosi? La sanità cattolica ha una storia plurisecolare e molte anime, figlie di vocazioni antiche e di ca rismi ancora vitali. Gli ospedali religiosi - di norma inseriti nella rete del servizio sanitario nazionale, con un preciso ruolo pubblico che si traduce nell'impegno di erogare prestazioni in convenzione, cioè gratuite per il cittadino esente o che richiedono solo il versamento del ticket sta soffrendo le conseguenze di questa crisi e la Chiesa italiana non manca occasione per farlo presente anche alle autorità competenti. Su questo punto però vorrei essere chiaro: per ragioni storiche e sociali, nella maggior parte dei casi, i nostri ospedali classificati rispondono a una domanda di assistenza sul territorio che non troverebbe altra risposta, o perché in quella zona non esiste un altro presidio o per insufficienza quantitativa o qualitativa dell'ospedalità pubblica. Sono dunque degli ospedali "privati" non profit che svolgono un ruolo pubblico e i rimborsi delle loro prestazioni non rappresentano una "concessione" o un favoritismo, ma il pagamento del dovuto, che spesso ritarda o che la pubblica amministrazione decide di "tagliare", talvolta con effetto retroattivo. In altre parole, quando ricordiamo queste ragioni, stiamo difendendo le ragioni del cittadino, del malato e della sua famiglia e soprattutto le ragioni delle fasce di popolazione più fragili e sofferenti, che facilmente resterebbero prive di un'assistenza necessaria e, i l più delle volte, anche di qualità. San Raffaele prima e Idi poi: due casi che fanno riflettere? Sono questioni complesse delle quali talvolta non conosciamo tutti gli elementi per una corretta valutazione. Sottolineo solo che occorre una quotidiana e vigile consapevolezza di quanto sia necessario essere attenti e responsabili nella gestione di opere che, in qualche modo, sono viste come espressione della carità della comunità ecclesiale. Sappiamo infatti che le conseguenze del nostro agire, nel bene e nel male, si ripercuotono sempre su tutta la comunità cristiana e sull'opinione pubblica. Per la Cei cosa dovrebbe cambiare nella sanità cattolica? La sanità cattolica è un tesoro prezioso da tutelare e sostenere. Occorrono però, da parte nostra alcune attenzioni. Per esempio occorre competenza e trasparenza nella gestione delle opere, nonché una chiara distinzione amministrativa tra le attività della famiglia religiosa o dell'ente e quelle destinate all'attività sanitaria. È necessaria inoltre una maggiore sinergia tra le istituzioni ecclesiali coinvolte nella cura assistenziale e sanitaria, e questo di concerto anche con le rispettive autorità ecclesiali di competenza che hanno il diritto/dovere di vigilanza, a servizio di tutta la comunità ecclesiale. Questa sinergia è la risposta a un'emergenza economica? Non è solo un discorso economico. La soluzione di ogni crisi è possibile solo nel rispetto di valori fondamentali quali quelli ricordati dal nostro amato papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate : la fraternità, la gratuità e la cultura del dono. Inoltre la sinergia è importante anche e soprattutto perché non si affievolisca l'attenzione alla cura pastorale che deve permeare tutta l'azione dell'istituzione sanitaria di ispirazione cristiana. Malati, operatori sanitari, famiglie, volontari: gli ospedali e le case di cura sono luoghi privilegiati per l'evangelizzazione. In SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «La sanità religiosa colma le lacune del pubblico» 13/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato questo senso, tutta la pastorale della salute, in tutte le sue espressioni, si sente coinvolta in prima fila a dare il suo contributo alla Nuova Evangelizzazione. Foto: don Carmine Arice 13/03/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) L'Ania: fondi in crescita e spazio per l'assistenza complementare nei contratti integrativi (P. V.) ual è il peso della sanità integrativa? Ogni anno - risponde Roberto Manzato, direttore "vita e danni non auto" dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) - i privati finanziano più del 20% della spesa sanitaria. L'80% esce dalle tasche dei cittadini soprattutto per interventi specialistici, diagnostica, cure odontoiatriche e farmaci; il restante 20% è intermediato da fondi integrativi e polizze malattia. Negli ultimi 10 anni, la quota pubblica è cresciuta del 4,1%, quella privata del 2,3. Perché tante aspettative per strumenti che coprono una quota esigua delle prestazioni sanitarie? Perché il numero di soggetti aderenti ai fondi, casse e società di mutuo soccorso è cresciuto dai 650mila iscritti del 1998 ai 6,4 milioni del 2008 grazie ai rinnovi dei contratti collettivi di lavoro, mentre il ramo malattia è arrivato a coprire 2,3 milioni di persone. Cosa impedisce alle assicurazioni di erogare tutte le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale? Manca una cultura della pianificazione, si promette tutto a tutti, confidando nel fatto che chi può ci metta la differenza di tasca propria. Il cortocircuito Stato-Regioni si è appena riproposto con i Lea. Ma le assicurazioni "selezionano"... Vengono assicurate preferibilmente, ma non solo, le patologie meno frequenti ma più gravi perché su quelle si incrocia bene la domanda degli assistiti e l'offerta di copertura. Difficile coprire con convenienza reciproca, anche in base a un meccanismo di antiselezione, spese "ordinarie", come l'acquisto dei farmaci per l'influenza... ...né ad assicurarsi per i malanni della vecchiaia. Vero. I prodotti assicurativi per la non autosufficienza esistono, ma non c'è una forte domanda. Che ruolo possono avere i fondi integrativi in una riforma della sanità? Per i prossimi anni è prevista una crescita della domanda di prestazioni e della spesa privata e i fondi integrativi possono contribuire ma si deve incentivare l'assistenza complementare nei contratti collettivi. Prima, però, la riforma deve chiarire cosa copre il pubblico e cosa il privato. (P. V.) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato le assicurazioni «Ecco perché le polizze non coprono tutte le prestazioni del servizio sanitario » 13/03/2013 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 44 (diffusione:79573, tiratura:108314) Emanuela Sorrentino In farmacia per prevenire l'osteoporosi, con uno screening gratuito che dura 50 secondi. Sono 41 le farmacie della rete Eufarma (30 in Campania)che dai prossimi giorni consentiranno di prenotare ed effettuare la densiometria calcaneare ossea. Ed è stato presentato ieri a Napoli il progetto dallo slogan «Non lasciarti spezzare dall'osteoporosi», un'attività di prevenzione messa a punto grazie alla sinergia tra Eufarma, Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli, facoltà di Medicina della Federico II e azienda Lilly con il patrocinio della Regione. «L'osteoporosi? È una patologia pediatrica, un'epidemia silenziosa spiega Annamaria Colao, responsabile scientifico del progetto -. Le ossa si formano fino ai 30 anni e la frattura osteoporotica è la principale causa di morte negli ultraottantenni». «Con questa iniziativa - precisa Vincenzo Santagada, presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli - si unisce il privato al pubblico, puntando sulla prevenzione: le farmacie saranno in contatto con il Policlinico della Federico II dove i pazienti effettueranno la visita specialistica di secondo livello». «L'obiettivo - dice Maurizio Guidi di Eli Lilly Italia - è ridurre il rischio di fratture osteoporotiche e costi correlati». Per Raffaele Marzano, presidente Eufarma «si tratta di un' alleanza terapeutica al servizio dei pazienti». A febbraio saranno presentati i risultati del progetto. «Bisogna imparare a difendere la propria salute sin da giovani - conclude la professoressa Carla Riganti - e in quest'ottica la campagna di sensibilizzazione nei confronti dell'osteoporosi è importante». Saranno effettuati circa 6mila esami in tutta Italia, basta prenotarsi al numero gratuito 800910610 o consultare l'elenco delle farmacie su www.eufarma.eu. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Osteoporosi, screening gratis in 50 secondi 13/03/2013 ItaliaOggi Pag. 22 (diffusione:88538, tiratura:156000) Il paladino dell' omeopatia Nella nostra azienda non brevettiamo mai innovazioni di prodotto o molecole: prevale la condivisione del sapere «Per avere successo nel business occorrono idee chiare, i partner giusti, intuizione e un pizzico di spregiudicatezza. Io credo di aver creato con mia moglie Adriana Carluccio un'azienda capace di affermarsi in Italia e all'estero nel complesso ma vitale settore della medicina omeopatica». Alessandro Pizzoccaro, biellese di origine, è l'esempio di come si possa creare partendo dal nulla un'impresa di successo come Guna. Laureatosi in economia e commercio a Torino, attraverso una borsa di studio messa a disposizione dell'Istituto per il commercio estero si trasferisce nei Paesi Arabi. «Qui mi occupavo di import export, ma soprattutto facevo scounting di imprese che potevano essere d'interesse per il nostro paese», racconta dalla originalissima e pluripremiata sede milanese della società, realizzata dall'architetto Ivo Pellegri.Trent'anni fa, con la moglie Adriana Carluccio, giovane ricercatrice in Farmitalia, decidono di lanciarsi nel difficile business dell'omeopatia, dando luogo a Guna, il cui nome «è un termine sanscrito con il quale si identificano le energie che pervadono esseri viventi e oggetti». Il loro incontro, sul piano professionale, portò all'integrazione delle due competenze permeate dalla convinzione di impegnarsi in un'attività d'importante valenza sociale. «La nostra mission è di ideare, produrre e commercializzare farmaci efficaci, innovativi e senza effetti collaterali, in grado di guarire e prevenire le malattie, migliorando le difese immunitarie», sottolinea. Tutto questo, inoltre, adottando una decisione di fondo per certi versi sbalorditiva per chi operi nel settore life science. «Noi non brevettiamo mai alcuna innovazione di prodotto o molecole. È una scelta di cui vado molto fiero in quanto credo che nell'era di internet e della globalizzazione debba prevalere la condivisione del sapere. Con le risorse risparmiate per ottenere la brevettazione dei nostri oltre 80 prodotti abbiamo potuto sostenere la ricerca che è la nostra vera energia vitale», aggiunge il co-fondatore. Guna è oggi una realtà da oltre 50 milioni di euro di fatturato, con una quota del 25% del mercato nazionale.Recentemente Alessandro Pizzoccaro, mai soddisfatto dei pur importanti risultati conseguiti, ha promosso nuovi ingenti investimenti, realizzando a Milano il più innovativo stabilimento farmaceutico al mondo per la ricerca scientifica e la produzione di medicine naturali. È stato tra i fondatori dell'Aiot, l'Associazione medica italiana di omotossicologia nata nel 1983, che oggi è la più importante a livello nazionale nella medicina omeopatica ed è impegnata in particolare nella ricerca e nella formazione nel campo della medicina biologica, contribuendo fino a oggi alla formazione di oltre 15 mila medici e 5 mila farmacisti italiani. Nel giugno 2010, per aver «contribuito in modo significativo alla crescita del sistema economico milanese e alla diffusione della cultura d'impresa», Pizzoccaro è stato insignito, nel corso di una cerimonia al Teatro alla Scala di Milano, del Premio «Piazza dei Mercanti». Un riconoscimento assegnato alle imprese più innovative. L'azienda sta progressivamente allargandosi, avendo recentemente ottenuto la registrazione di 70 prodotti presso la Food and drug administration americana. «In Italia il nostro settore deve anche affrontare una disciplina regolamentare diversa rispetto a quella dei farmaci tradizionali. Una disparità di trattamento contro la quale ci battiamo e che costituisce anche la molla a fare sempre meglio e di più nel nostro lavoro». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La vita, la carriera e le passioni di Alessandro Pizzoccaro, co-fondatore di Guna 13/03/2013 La Nuova Ferrara - Ed. nazionale Pag. 33 (diffusione:10740, tiratura:14040) FERRARA Dura lo spazio dei primissimi istanti della gara, il derby della Farmacia Pasti contro l'Icos più forte, avanti 11-19 alla prima mini pausa (bene Busacca, certamente il migliore e il più continuo dei vissini), il tutto prima dell'allungo firmato Campi (11-21 all'11') e Lodi (18-28 al 17'), ma Motelica e Marabini non ci stanno e, all'intervallo lungo, riportano i padroni di casa a -4 (26-30, bomba da oltre metà campo di Marabini). A metà del terzo parziale, la Farmacia Pasti è ancora in gara (30-36 al 25'), ma Bolognesi, Mennitti e, soprattutto, Busacca la ricacciano indietro (32-46). Durante gli ultimi 10', l'Icos respinge ogni tentativo di recupero Audax (47-54 al 38'), conquistando con grande merito il successo (50-57). Farmacia Pasti: S. Bianchi 1, Marabini 10, Bani 2, Bertazza 7, D'Angelo 5, N. Bianchi 8, Motelica 8, Fioresi 5, Lanzoni 1, Ferraresi 3. All. Mancin. Icos: F. Malaguti 8, Benetti 3, Bolognesi 10, Ricci, Busacca 15, G. Malaguti, Mennitti 6, Rossi 1, Lodi 10, Campi 4. All. Cesaretti. (l.m.) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Farmacia Pasti resiste a lungo ma il derby va all'Icos 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Pag. 8 (tiratura:40000) «Immigrati creditori dello Stato» Spesi 72 euro a testa contro i 97 degli italiani - Consumi sovrapponibili Poche prescrizioni farmaceutiche e largo uso di medicinali a basso costo, soprattutto off patent. È così che il Servizio sanitario nazionale garantisce assistenza farmaceutica ai cittadini extracomunitari regolarmente presenti e assistiti in Italia, spendendo il 2,6% della farmaceutica totale, per un totale di 72 euro a paziente, contro i 97 euro degli assistiti di nazionalità italiana. Il dato - aggiornato a 2011 - è contenuto nel Rapporto « Farmaci e immigrati: la prescrizione farmaceutica in un Paese multietnico» realizzato da Istituto superiore di Sanità, Società italiana di farmacia ospedaliera, Società italiana di medicina delle migrazioni, Cineca e Consorzio Mario Negri Sud che offre in via definitiva «una risposta (attesa, ma rilevante per la possibilità di una sua quantificazione) alla generica ma ridondante domanda sul se e quanto la popolazione immigrata deve essere considerata un "peso" per il sistema sanitario». «La risposta è molto netta - scrivono gli esperti che hanno compilato il rapporto (Margherita Andretta ed Enrico Costa della Sifo; Elisa Ciconze ed Elisa Rossi del Cineca; Roberto Da Cas e Giuseppe Traversa dell'Iss; Salvatore Geraci della Società italiana di Medicina delle migrazioni; Gianni Tognoni del Consorzio Mario Negni Sud) - non solo la frequenza delle prescrizioni è bassa, ma i farmaci prevalenti sono nelle fasce di più basso costo ("tipicamente equivalenti")». Almeno una ricetta l'anno per il 50% degli assistiti. Il Rapporto - presentato la settimana scorsa all'Istituto superiore di Sanità - prende in esame un campione di circa 710mila immigrati residenti in Italia su un totale di quattro milioni e mezzo, ovvero il 16% dei residenti nel 2011, con età media 33 anni e di sesso femminile nel 53% dei casi. Dal confronto, compiuto con un campione italiano di pari età e sesso, emerge che nel 2011 la spesa farmaceutica della popolazione immigrata è stata di 330 milioni di euro, pari al 2,6% della spesa farmaceutica complessiva a fronte di una popolazione immigrata che nel 2011 rappresentava il 7,5% dei residenti in Italia. Il 52% della popolazione immigrata e il 59% di quella italiana hanno ricevuto in quell'anno almeno una prescrizione di farmaci, per una spesa farmaceutica a carico del Ssn che è stata di 72 euro per l'immigrato e 97 per l'italiano. In un quadro di già bassa incidenza sulla spesa farmaceutica pubblica, cinesi e kosovari sono all'ultimo posto nella classifica dei maggiori utilizzatori di farmaci: solo il 36% di essi ha ricevuto almeno una prescrizione da parte del Ssn nel corso del 2011. Dall'analisi tra i due campioni emergono peraltro numerose similitudini. Anche tra gli immigrati, a esempio, come per gli italiani, sono le donne a consumare più farmaci: nel 2011 hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica il 58% delle immigrate e il 65% delle italiane per trattamenti di durata sovrapponibile (232 e 237 dosi di farmaco per persona, rispettivamente). Stesso trend per i pazienti pediatrici: nel 2011 il 54% dei 134mila bambini inclusi nel campione ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci durante l'anno, a fronte del 60% dei bambini italiani, con una media di 2,4 e 2,6 confezioni a testa, rispettivamente. Dal punto di vista delle categorie terapeutiche, gli immigrati usano più antidiabetici (1,6% rispetto all'1,1% degli italiani), antinfiammatori (11,3% contro 8,3%), gastroprotettivi (10,3% contro 8,7%). Più gettonati dagli italiani antipertensivi e anticolesterolemici, antibiotici e prodotti contro Asma e Bpco. Addirittura doppio, infine, l'uso degli antidepressivi: vi fa ricorso il 3,9% degli italiani contro il 2% degli immigrati. L'effetto "migrante sano". I risultati dello studio - si legge nel rapporto - corrispondono sostanzialmente alle attese. In particolare - osservano - una complessiva minore intensità di trattamento rispetto alla popolazione italiana è espressione coerente dell'"effetto migrante sano", derivante dall'"healthy workers effect" ben noto nelle popolazioni lavorative. Ovvero: il migrante regolare e occupato è in genere giovane e in buona salute, mentre le malattie croniche gravi - peraltro rare nella fascia d'età sotto esame - vengono più facilmente affrontate dalla popolazione migrante con un rientro nel Paese d'origine (cosiddetto "effetto salmone"). Da non trascurare nelle conclusioni del Rapporto due aspetti particolarmente sottolineati dagli autori. «Il gettito fiscale di questa popolazione "regolare" è certamente superiore al loro consumo, e fa di questi cittadini dei creditori netti dello Stato e dei loro concittadini italiani», sottolineano. E poi avvertono: «La disponibilità di dati "rassicuranti" sulla popolazione migrante "regola#re" fa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le prestazioni per farmaci agli extracomunitari regolari pesano sul Ssn meno della media nazionale 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Pag. 8 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato apparire ancor più anomala l'assenza di informazioni sistematiche sulle popolazioni di "irrego#la#ri" per cui è atteso uno spettro di situazioni più a rischio». Per questo, concludono: «Le reti di monitoraggio devono trovare il modo di assicurare a queste popolazioni almeno una visibilità per quanto riguarda i loro diritti di salute». © RIPRODUZIONE RISERVATA di Sara Todaro Prescriz. farm. nella coorte immigrata e italiana Coorte immigrati (n = 710.879) Coorte italiani (n = 710.879) Utilizzatori 369.112 417.907 - prevalenza d'uso (%) 52 59 - età mediana utilizzatori 35 34 - rapporto M/F 0,84 0,84 Confezioni - pro capite 5,3 6,6 - per utilizzatore 10,2 11,2 Spesa lorda (euro) - pro capite 72 97 - per utilizzatore 138 164 Ddd - Ddd/1.000 abitanti die 273 331 - Ddd per utilizzatore 192 205 Farmaci equivalenti - spesa pro capite 22 28 - % su spesa totale 39 37 - Ddd/1.000 abitanti die 150 174 - % su Ddd totali 55 53 I diritti sanitari garantiti per alcune tipologie di immigrato Straniero regolare con permesso di soggiorno - pds (o visto) che richiama lavoro (anche in fase di disoccupazione; stagionali), famiglia (anche se per gravidanza o per accompagnamento minore) o protezione sociale (compresi richiedenti asilo, rifugiati, sfollati e profughi temporanei) - Iscrizione obbligatoria Ssn (Lea) Straniero regolare con pds per studio, motivi religiosi, residenza elettiva; ricongiungimento familiare per over 65enni - Assicurazione privata (solo urgenze) o iscrizione volontaria Ssn (Lea; per gli over-65 solo in alcune Regioni) Straniero detenuto indipendentemente da pds - Iscrizione temporanea Ssn (Lea) Straniero regolare con visto breve (es. turismo) - Assicurazione privata (solo urgenze) Straniero con visto e/o pds per cure - in proprio o con sponsor (solo cure autorizzate) Straniero in condizione di irregolarità giuridica - Codice Stp (Straniero temporaneamente presente - cure urgenti ed essenziali, interventi medicina preventiva e riabilitativa) Comunitario per soggiorni brevi - Team (Tessera europea di assicurazione malattia - cure urgenti e necessarie in relazione alla durata del soggiorno allo stato di salute del titolare) Comunitario lavoratore in Italia (anche disoccupati o stagionali) - Iscrizione al Ssn (Lea) Comunitario familiare di lavoratore in Italia o a carico di cittadino italiano o in possesso di "attestazione di soggiorno permanente" - Iscrizione al Ssn (Lea) Comunitario studente in Italia - Assicurazione privata (solo urgenze) o Iscrizione volontaria Ssn (Lea) Comunitario con residenza elettiva - Assicurazione privata (solo urgenze) o iscrizione volontaria Ssn (Lea; solo in alcune Regioni) Comunitario senza Team e con fragilità sociale - Codice Eni (europeo non iscritto prestazioni urgenti - forte diversificazione regionale) Comunitario presente per cure mediche non garantite da Team - Formulario E112-S2 (solo cure per cui è stato effettuato il trasferimento) 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Pag. 22 (tiratura:40000) Nuovo cocktail anti-asma L'utilizzo dello spray riduce le crisi del 36% e i ricoveri di un terzo Il 4 marzo 2013 sono stati pubblicati sul primo numero di Lancet Respiratory Medicine, rivista della famiglia Lancet, i risultati di uno studio di disegno tutto italiano su un nuovo schema terapeutico contro l'asma. Una ricerca condotta in 183 centri di 14 Paesi europei, su oltre 1.700 pazienti, che ha dimostrato come l'associazione fissa beclometasone-formoterolo in formulazione spray extrafine, indicata nel trattamento regolare dell'asma, possa essere somministrata con successo anche ai primi sintomi di una crisi, evitando il loro ulteriore peggioramento. Il lavoro, reso possibile grazie a un educational grant di Chiesi Farmaceutici, si è incentrato quindi sulla gestione delle riacutizzazioni della patologia e non sul mantenimento di fondo. Rappresenta la "via italiana" a un modo innovativo di controllare l'asma. I due farmaci sono impiegati infatti da tempo, ma vengono assunti come terapia quotidiana. È stata invece analizzata la loro efficacia al momento del bisogno. Con risultati sorprendenti. Dopo 48 settimane di osservazione, le crisi si sono ridotte del 36% e i ricoveri ospedalieri di un terzo. Grazie alla nuova modalità di somministrazione, una formulazione spray extrafine in un erogatore ad alta tecnologia (modulite), si potrebbero far risparmiare al Servizio sanitario ben 30 milioni di euro l'anno. Il costo aggiuntivo di ogni dose di farmaco, già approvato dall'Aifa in fascia A, è infatti stimabile intorno ai 40 centesimi. È evidente la possibilità di limitare le complicanze e i costi, sia diretti che indiretti, di una patologia in forte crescita. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, i nuovi casi aumentano del 50% ogni 10 anni. L'asma colpisce nel nostro Paese circa 3,7 milioni di persone (il 6,1% della popolazione). Grazie ai progressi della ricerca, però, siamo riusciti a ridurre in Italia il numero di decessi sotto i 700 l'anno. Ma la gestione della patologia è resa ancora più difficile dalla comorbidità con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e allergie. Soprattutto in un periodo come quello primaverile, in cui esplodono le crisi respiratorie dovute ai pollini. In Italia vivono 10 milioni di allergici. Nell'80% dei casi le riniti portano all'attacco d'asma. Numeri e dati che mostrano con chiarezza la criticità della patologia e i suoi costi, socio-economici e di salute. Soprattutto se non viene trattata in maniera adeguata. Cinque giorni di ospedalizzazione e 10 giorni di lavoro persi costano 3.557 euro; l'accesso al pronto soccorso e una settimana di assenza lavorativa 1.114 euro. Il metodo impiegato durante lo studio, oltre a rappresentare per il paziente un miglioramento in termini di praticità d'uso, si è basato su un importante ragionamento fisiopatologico: il salbutamolo somministrato al bisogno riduce solo lo spasmo della muscolatura bronchiale. Invece la combinazione di broncodilatatore e steroide inalatorio, oltre a intervenire su questo aspetto, spegne anche le altre componenti del processo patologico: la formazione di edema e l'infiltrazione di cellule infiammatorie. Naturalmente, nel quadro di una adeguata compliance da parte del paziente. La gestione della crisi asmatica rappresenta un fattore importante per migliorare la qualità di vita. I farmaci a disposizione, nella maggior parte dei casi, riducono ma non aboliscono completamente i sintomi di fondo. Per riuscire a eliminare del tutto questi disturbi dovremmo utilizzare dosaggi che comporterebbero poi effetti collaterali importanti. Questo non è ovviamente accettabile e non è il percorso seguito. Nella ricerca di una terapia contro l'asma si applica un ragionamento di costi-benefici, rapportato alla sicurezza del paziente, che attenui i sintomi cronici. Ma l'impossibilità di eliminare completamente questo "fondo" può scatenare poi degli attacchi acuti: gli allergeni di stagione o una stanza piena di fumo rappresentano alcuni dei classici motivi di una crisi asmatica. Questi aspetti della malattia venivano combattuti con il farmaco sintomatico, il broncodilatatore. Adesso invece, grazie al nostro lavoro, abbiamo dimostrato la possibilità di somministrare al paziente l'associazione fissa di farmaci (broncodilatatore e steroide inalatorio) in sostituzione. Leonardo Fabbri Direttore della Clinica di malattie respiratorie dell'Università di Modena-Reggio Emilia Alberto Papi Direttore della Clinica di malattie respiratorie dell'Università di Ferrara © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pubblicato su Lancet Respiratory Medicine uno studio tutto italiano su uno schema innovativo 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Pag. 22 (tiratura:40000) Una cultura trasversale sulle differenze di genere Sesso e riproduzione, ma anche cuore e circolazione, metabolismo della più giovane delle ghiandole endocrine (l'osso), fino a quegli aspetti che più di altri interessano il quotidiano del clinico: quelli relativi ai farmaci di genere e alle Agenzie che ne regolano l'uso. Sono alcuni degli argomenti affrontati dai massimi esperti della medicina di genere in occasione del congresso «Gender and Science», svoltosi recentemente a Roma. Prima però di soffermarci sui farmaci e le terapie, dobbiamo partire dal rapporto medico/paziente e dai cambiamenti nella gestione del malato che vengono richiesti al clinico. Sul piano della formazione universitaria, nei corsi di laurea in Medicina e chirurgia e anche nelle scuole di specializzazione, nella cultura dei docenti e degli studenti si deve inserire la convinzione che la differenza di genere non è neutra rispetto a quello che si va studiando. Al di là delle conoscenze anatomiche, fisiologiche, ormonali e della medicina in generale, bisogna insegnare agli studenti le differenze psicosociali e organiche che condizionano i dosaggi, le qualità e le tipologie delle terapie che devono essere somministrate al paziente. Una cultura trasversale deve essere inserita nell'intero asse delle facoltà di medicina, delle scuole di specializzazione e delle professioni sanitarie, spiegando nei corsi specialistici le differenze specifiche tra i due generi. Questo deve valere anche per la ricerca scientifica, dove è decisamente scarsa la sperimentazione sulle donne. Nei laboratori, nell'ambito della farmacologia preclinica, le cellule femminili o gli animali di sesso femminile rappresentano soltanto il 10 per cento dei casi studiati. E quando la sperimentazione arriva alla fase clinica il punto debole è ancora lo scarso reclutamento delle donne, soprattutto nelle fasi precoci della ricerca, dove le donne rappresentano soltanto il 30 per cento. Per fortuna qualcosa in questo settore si sta muovendo. Recentemente l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha pubblicato un documento in cui «ritiene utile sensibilizzare le aziende farmaceutiche nell'ambito della presentazione di documentazione regolatoria (inclusi i dossier di registrazione) a effettuare anche l'elaborazione dei dati disaggregati per genere, in maniera tale da evidenziare le eventuali differenze». L'Agenzia è convinta che quanto sopra indicato possa consentire una conoscenza sempre più approfondita delle nuove terapie, nell'obiettivo di offrire a tutti i pazienti terapie farmacologiche sempre migliori e sicure. È un passo significativo verso la disponibilità di terapie di genere, e anche se sarà necessario ancora tempo per superare le difficoltà pratiche, tecniche e di investimenti, la strada è tracciata. La raccomandazione dell'Aifa è evidentemente un segno di attenzione che indica all'industria farmaceutica, allo sperimentatore, al medico, che la differenza di genere non è un problema da trascurare. Del resto, sembra perlomeno curioso che in patologie ad altra prevalenza tra le donne, come per esempio l'osteoporosi, nelle quali le donne rappresentano l'80 per cento dei malati, le ricerche sui farmaci vengano condotte in grande maggioranza su soggetti di sesso maschile. Ma le incongruenze non finiscono qui. L'osteoporosi è considerata una patologia al femminile, ma ci si dimentica che ottocentomila maschi italiani sono colpiti da questa malattia. Di questo dobbiamo cominciare a farci carico, perché gli studi sull'osteoporosi sono stati fino a oggi sviluppati prevalentemente nel sesso femminile, mentre il sesso maschile è stato trascurato. Eppure nel caso si verifichi una frattura, risulta più pericolosa nell'uomo, nel quale sono più frequenti le complicanze. Le differenze di genere sono fondamentali anche quando si identificano le cause dell'infertilità, un disastro sociale che sta assumendo le proporzioni di un'epidemia, e perfino nello studio delle strategie biologiche di seduzione fra sessi. Trent'anni fa la differenziazione di genere si riferiva alle patologie maschili o femminili, ma ben presto abbiamo realizzato quanto fosse indispensabile allargare alla coppia ogni ragionamento fisiopatologico e terapeutico sulla riproduzione e la sessualità. Le tematiche relative alla sessualità, tra l'altro, si intrecciano significativamente con quelle cardio-circolatorie. Basti pensare alla genesi del Viagra, inizialmente concepito per l'angina pectoris e successivamente utilizzato sfruttando un positivo "effetto collaterale" relativo alla disfunzione erettile. Oggi il farmaco torna alle origini, con studi promettenti riguardanti il suo utilizzo contro lo scompenso cardiaco. Il primo trial, condotto alla SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SERVONO INTERVENTI FORMATIVI A PARTIRE DALLE UNIVERSITÀ 12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita' Pag. 22 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 37 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scuola di Endocrinologia all'Università Sapienza di Roma e pubblicato dalla rivista Circulation, è stato condotto negli uomini: nei diabetici, anche scompensati, il farmaco migliora la funzionalità del cuore già danneggiato dalla malattia e lo conserva in buono stato per tutto il tempo che viene assunto. Ora i ricercatori romani vogliono osservare quali effetti avrà il farmaco sulle donne. Il nuovo studio, che durerà 5-6 mesi e fornirà i primi risultati per la fine dell'anno, dovrebbe confermare che la "pillola blu" fa bene anche al cuore delle donne, nelle quali i problemi cardiovascolari sono stati fino a oggi sottovalutati, nonostante le malattie cardiovascolari da trombosi siano la prima causa di morte e disabilità. In Italia, le donne che ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari sono circa centoventimila: nonostante questa evidenza, rimane la tendenza a considerare tale condizione specifica del genere maschile. Per questo motivo la diagnosi è spesso sottostimata o avviene in uno stadio più avanzato, la prognosi è più severa ed è maggiore il tasso di esiti fatali. Inoltre tra i due sessi esistono importanti differenze sia nell'età sia nelle caratteristiche di presentazione delle malattie cardiovascolari. Le donne con un'età maggiore di 75 anni hanno un rischio aumentato di sviluppare fibrillazione atriale, sono più sintomatiche, hanno più ipertensione arteriosa, valvulopatia e scompenso cardiaco. Per quanto riguarda la fibrillazione atriale il genere femminile costituisce un fattore di rischio indipendente per ictus e tromboembolia. Con queste premesse, uno dei nostri obiettivi futuri sarà di evitare che nell'arco di pochi decenni il genere femminile sia maggiormente colpito da malattie cardiovascolari, con pesanti costi economici e sociali. Flavia Franconi Professore di Farmacologia Università di Sassari Andrea Lenzi Professore di Endocrinologia Università Sapienza di Roma © RIPRODUZIONE RISERVATA 13/03/2013 Oggi - N.12 - marzo 2013 Pag. 10 (diffusione:559282, tiratura:748139) PERCHÉ LO STATO RIFIUTA QUESTE NUOVE TERAPIE? SCOPPIA IL CASO DI SOFIA, GRAVEMENTE MALATA. MA C'È UN MOTIVO SE LE AUTORITÀ OSTEGGIANO LA CURA: NON È SCIENTIFICAMENTE ACCERTATA RISPONDE Umberto Veronesi direttore Istituto Europeo di Oncolog Sofa, la bimba di tre anni e mezzo colpita da una gravissima malattia genetica degenerativa, la leucodistrofa metacromatica, fno a poco tempo fa è stata curata presso gli Spedali Civili di Brescia con una terapia a base di cellule staminali somministrate dal laboratorio di Stamina Foundation . Poi la cura è stata interrotta per intervento della magistratura, che in base alle ispezioni e agli accertamenti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco (massimo organo di sorveglianza), l'ha considerata pericolosa per la salute della bambina. I genitori, disperati, hanno chiesto la ripresa della cura, e si sono rivolti al ministro della Salute. Il caso ha emozionato e angosciato l'Italia, ed è diventato ancora più clamoroso quando il cantante Adriano Celentano ha scritto sul Corriere della Sera , stigmatizzando quello che sembra un rifuto dello Stato a curare la bimba. Infne, il ministro Balduzzi ha autorizzato il proseguimento della cura, ma non con le staminali del laboratorio di Brescia, su cui resta il giudizio dubitativo dell'Aifa. Confesso che mi è pesante esprimere un giudizio su questo caso, che innanzitutto mi colpisce come uomo e come padre. Capisco l'emozione dell'opinione pubblica: in tali situazioni anche un tentativo giudicato inutile dalla scienza può apparire preferibile alla perdita di tutte le speranze. Però, secondo me, è un dovere affancare alla compassione la razionalità. Perché bisogna ricordare che c'è una enorme differenza tra somministrare le «cure compassionevoli» a un paziente gravissimo, e curarlo con una terapia che non è stata validata da risultati scientifci riconosciuti a livello internazionale. Nel caso di Sofia, purtroppo, non ci sono terapie sperimentate. La terapia genica con le staminali è una delle strade più promettenti, ma è una via ancora lunga e la scienza (e lo Stato con le istituzioni preposte alla salvaguardia della salute di tutti) non può promettere cure "miracolose" se queste non si sono dimostrate sicure ed effcaci. A garanzia dei malati bisogna seguire regole rigorose. Se i controlli effettuati dall'Agenzia italiana del farmaco hanno disegnato per ora una situazione non completamente adeguata, è stata giusta sia la decisione del giudice che aveva bloccato la cura, sia la nuova decisione di farla riprendere in un altro Centro specializzato. La terapia genica con cellule staminali è la frontiera su cui si stanno schierando i migliori esponenti della ricerca scientifica, ed è sicuramente una delle nuove speranze della medicina. Occorre però che sia le famiglie coinvolte nel dramma, sia l'opinione pubblica recuperino un equilibrio di giudizio che deve rifuggire dal considerare che l'applicazione di regole di garanzia sia persecutoria. Le regole non sono «fredde», come sostiene Celentano. Sono semplicemente regole. Fatte per garantire a tutti la massima effcacia e trasparenza. L'Istituto superiore di sanità, di cui l'Aifa è emanazione, non lavora per il nostro male. E lo Stato non è un nemico. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOMANDE DI OGGI IL DILEMMA DELLE STAMINALI 13/03/2013 Vanity Fair - N.11 - 20 marzo 2013 Pag. 61 (diffusione:362550, tiratura:275938) QUI E' TUTTO UN CONCLAVE In Vaticano 115 cardinali sono chiamati a scegliere il nuovo Pontefice. In Italia si insediano Camera e Senato: è il primo atto di una legislatura che non si sa quanto durerà. Né come finirà Giorgio Dell'Arti PAPA Scelta tra due «partiti» II Conclave è cominciato martedì 12 marzo, prima fumata intorno alle sette di sera, e non possiamo sapere se è stata bianca: chiudiamo queste pagine, come i lettori ormai sanno, di lunedì. I porporati si sono ridotti a 115, da 117 che erano, per la malattia del cardinale di Giacarta e la rinuncia del cardinale O'Brien, accusato di molestie. Per eleggere il Pontefice ci vogliono (o ci sono volute) 77 preferenze, i due terzi dell'assemblea. Secondo le ricostruzioni dei vaticanisti più accreditati, si scontrano due partiti: quello dei romani, riuniti in una cosiddetta «cordata della curia» (quelli che avrebbero reso insopportabile il sacro soglio a Ratzinger inducendolo alle dimissioni per sfinimento) e una «cordata dei ratzingeriani», fautori del rinnovamento. I capi della prima cordata sarebbero gli italiani Bertone e Sodano e il loro candidato Odilo Pedro Scherer, 64 anni. Frecce all'arco di Scherer: è brasiliano, quindi rappresenta la più grande comunità di cattolici al mondo; è stato in curia per molti anni, conosce bene l'ambiente e l'ambiente lo conosce; la regola è che quando il Pontefice non è italiano, le posizioni chiave di governo, come la segreteria di Stato, restano in mano agli italiani. Sull'altro fronte, la porpora più accreditata è Timothy Michael Dolan, 63 anni, americano e arcivescovo di New York. Fatto cardinale da Ratzinger, è uomo di straordinaria cordialità e simpatia, ben sostenuto dagli altri dieci eminenti Usa, dai latini e dal canadese Ouellet. Proprio Ouellet potrebbe rappresentare una soluzione di compromesso: meno profilato di Dolan, ritenuto più mite, o più debole, la sua nomina lascerebbe ai voraci curialisti la possibilità di non cessare dalle loro scorrerie. Altro punto possibile di mediazione potrebbe essere Angelo Scola. BREVE O LUNGO? Cardinali comodi, ma blindati Alla vigilia si sono tutti affannati ad assicurare che il Conclave sarà breve. Qualche dubbio c'è, viste le divisioni nella Chiesa, e i problemi relativi: rapporti con l'Isiam, rapporti con la modernità, pedofilia, riciclaggio eccetera. Agli eminenti, per aiutarli a non sbagliare, sarebbero state fornite all'ultimo momento le carte dell'inchiesta disposta da Benedetto XVI sul malaffare interno, inizialmente destinate in esclusiva al nuovo Pontefice. Per il resto: un tempo i cardinali stavano scomodi e non vedevano l'ora di finirla, questo pungolo stavolta manca. I porporati sono alloggiati nella Casa di Santa Marta, una stanza a testa (tranne la 201, riservata al futuro Papa) con tutte le comodità. Impressionante il lavoro per rendere impossibile qualunque comunicazione all'esterno. La Sistina è stata immersa in una gabbia elettrorespingente, che dovrebbe vanificare anche i bip delle eventuali cimici piazzate da qualche servizio all'interno, nel tragitto da Santa Marta alla Cappella due auto munite di antenne antichiacchiera scorteranno ciascuna delle macchine cardinalizie. Qualcuno dovrebbe comunque tentare una foto dall'alto: un corteo di 300 auto in uno spazio tanto ristretto sarebbe da vedere. Sorveglianza ugualmente potente per i porporati che volessero coprire il tragitto in bici o a piedi (l'età media però è di 72 anni, ce ne sono solo cinque che ne hanno meno di 60). Chi, nonostante tutto, riuscisse a comunicare con l'esterno sarebbe in ogni caso scomunicato all'istante. GOVERNO Ma chi avrà questo incarico? Analoghe complicazioni sul fronte politico italiano, il cui Conclave, per dir così, comincia il 15 marzo con l'insediamento di Camera e Senato. Posto che Grillo non è disposto ad allearsi con nessuno e che domenica 10 ha annunciato il ritiro dalla politica se il Movimento 5 Stelle desse la fiducia a qualcuno, la partita in corso va letta come l'ultima fase del duello tra Bersani e Renzi, cioè tra l'anima radicale e l'anima moderata del Pd. Bersani punta a trovare qualche appoggio tra i grillini, fidando prima di tutto nel fatto che molti di loro vengono dalla sinistra e sull'altro fatto, più umano, che dopo il fallimento del suo tentativo si andrebbe alle elezioni e i poveri figli di mamma finiti niente di meno che deputati e senatori se ne tornerebbero a casa dopo cento giorni. Questo piano trova un ostacolo obiettivo in Napolitano: il presidente, a quanto s'è capito, darà l'incarico solo se si sentirà garantire dai capigruppo il voto di fiducia. Altrimenti potrebbe limitarsi a un incarico limitato, cioè esplorativo, utile per prendere tempo e arrivare al 15 aprile, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dal lunedi al lunedì il senso delle cose capitate in Italia e nel mondo La settimana in cinque minuti 13/03/2013 Vanity Fair - N.11 - 20 marzo 2013 Pag. 61 (diffusione:362550, tiratura:275938) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quando comincerà la battaglia per il Quirinale (il nuovo presidente, a differenza di quello in carica, potrà sciogliere il Parlamento). Napolitano ha ribadito domenica 10, a fronte di un editoriale di Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, che non intende essere riconfermato. La strategia di Renzi, tornato in campo con un'intervista a Che tempo che fa, è imperniata sul fallimento del tentativo di Bersani e sulla riconquista prima del partito, attraverso nuove primarie, e poi di Palazzo Chigi, attraverso la nomina a candidato premier delle prossime elezioni. Il sindaco di Firenze è deciso a correre da solo, senza allearsi né con Monti né con Vendola, ed è sicuro di poter rimettere insieme non solo quasi tutti i voti di sinistra, ma anche quelli dei moderati delusi da Berlusconi. Il centrodestra appare al momento fuori gioco. Berlusconi, terrorizzato dalle sentenze che iniziano ad arrivare (è stato condannato a un anno per aver permesso al Giornale la pubblicazione della telefonata Fassino-Consorte ancora secretata), vuole adesso le elezioni, sicuro a sua volta di vincerle. Qualunque cosa accada nelle prossime settimane, dunque, l'esito più probabile adesso appare quello di un nuovo voto a giugno con questa legge elettorale. MONTEPASCHI Un suicidio nello scandalo David Rossi, 51 anni, responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, s'è buttato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni, nell'antico palazzo della banca, la sera di mercoledì 6 marzo, poco prima delle nove. Aveva appena concluso una lunghissima telefonata sul cellulare. Biglietto alla moglie (non finito): «Sto morendo, ho appena fatto una cavoiata». Non era indagato, ma il suo ufficio era stato perquisito nell'inchiesta sulle malversazioni in Mps. Era amicissimo del principale imputato, Giuseppe Mussari. FITCH Italia di nuovo declassata Venerdì 8 marzo Fitch, la più piccola delle agenzie di rating intemazionali, ha declassato l'Italia da A- a BBB+ (ovvero adeguata capacità di rimborso che potrebbe però peggiorare), abbassando così di un livello il giudizio sul debito sovrano del nostro Paese. La decisione, arrivata a mercati europei chiusi, è legata alla recessione (confermata dai dati di gennaio di Bankitalia sui minori prestiti a famiglie e imprese) e all'incertezza dopo il voto sul futuro governo. STAMINALI La «bambina farfalla» Un'ispezione dell'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, blocca le cure con le cellule staminali della Stamina Foundation per irregolarità e mette a rischio i pazienti. Il caso eclatante, una bambina di 3 anni, Sofia, la «bambina farfalla» (crudele metafora: che vive una stagione sola) malata gravissima: per lei fa appello Adriano Celentano alle Iene e poi sul Corriere perché prosegua la terapia. Dopo le polemiche, qualcosa si sblocca: il ministro della Salute Renato Balduzzi, dopo giorni drammatici per la famiglia di Sofia, comunica una soluzione: il trattamento potrà proseguire con il consenso informato dei genitori, con cellule prodotte nel laboratorio autorizzato all'Ospedale Maggiore di Milano. DJ RICORDO DI FUKUSHIMA L'URLO DI CANDELE DI GREENPEACE A BUCAREST SCOTT DUNCAN NIGERIA ANSARU SILVANO TREVISAN KATE, UN LAPSUS DA MAMMA Un piccolo lapsus, e Kate Middleton si tradisce: «Grazie, lo darò a mia fi...», avrebbe detto la duchessa di Cambridge accettando un peluche in una visita nel Lincolnshire il 6 marzo. Ma svelato il sesso (sempre con punto di domanda: dalla Casa reale tutto tace) resta incerta la data di nascita: molti dicono 1° luglio, la stessa di Diana.1,1 miliardi 8 miliardi $ Jack Dorsey 36 anni, americano miliardi S Eduardo Saverin 30 anni, brasiliano Yoshikazu Tanaka 36 anni, giapponese 11,7 miliardi $ 1,8 miliardi S Albert von Thurn und Taxis 29 anni, tedesco Alejandro Santo Domingo Davila 36 anni, colombiano/americano E VOI, A QUALE PUNTERESTE? Il più giovane è Albert von Thurn, principe che per professione corre in auto, il più ricco il rampollo della dinastia della birra. Forbes ha selezionato, nella lista degli uomini più ricchi del mondo, quelli ancora da sposare. Sono dodici gli scapoli d'oro, età media: 39 anni, per un patrimonio complessivo di 40,5 miliardi. Ecco gli under 40. 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 8 (tiratura:6500) Corsa all'Africa a cura di Giuliano Zirulia L'economia africana sta crescendo, nel continente cambia l'impatto delle malattie, cioè non si vendono più solo medicine contro morbi infettivi, e quindi le Big Pharma guardano sempre più attentamente a questo promettente mercato, anche pensando che certi altri, come Europa e Nord America, stanno avvicinandosi alla maturità, ovvero alla saturazione. Giocano a favore della nuova attenzione, in molti casi, anche gli storici precedenti coloniali, com'è per la francese Sanofi, la farmaceutica con il più alto fatturato in Africa, che sta completando un nuovo impianto in Algeria, da affiancare ai due già esistenti, secondo una strategia in cui crede molto l'AD Chris Viehbacher. Qualche cifra: entro il 2016 la spesa farmaceutica in Africa dovrebbe arrivare a 30 miliardi di dollari, crescendo del 10,6% all'anno, un tasso inferiore solo a quello dell'Asia e simile a quello dell'America Latina. Per il 2020 si prevede un mercato più che raddoppiato, a livello di 45 miliardi. Secondo Novartis, così almeno parlò l'AD Joe Jimenez, l'Africa agirà come copertura del rallentamento della crescita a lungo termine che dobbiamo aspettarci nei mercati emergenti consolidati. Che cosa succederà infatti quando anche questi mercati cominceranno a segnare il passo? Per fortuna dei venditori il mercato africano crescerà non solo perché ci sarà in generale più ricchezza, ma anche per l'aumento di domanda terapeutica per malattie croniche, specie nella classe media della popolazione, sempre più urbanizzata: entro il 2030 le malattie non trasmissibili (cardiovascolari, polmonari, diabete, cancro) copriranno il 46% dei decessi nell'Africa subsahariana, contro il 28% del 2008. Finora, in quell'area, si fornivano soprattutto farmaci per malattie infettive come malaria, TBC e HIV, sovente anche a solo scopo umanitario e senza lucro. L'espansione in Africa comporterà comunque per le aziende occidentali diversi problemi, che si chiamano burocrazia, corruzione, mancanza di regolamentazione e di infrastrutture. Ha detto l'esperto legale Christof Spennemann, alla Conferenza ONU per commercio e sviluppo, che spesso in Africa mancano competenze, formazione, rapporti UniversitàIndustria, norme. Inoltre le multinazionali d'Occidente dovranno affrontare la concorrenza, già penetrata e raddoppiata negli ultimi anni, dei medicinali cinesi e indiani a basso prezzo. Gli indiani vendono bene ne paesi anglofoni, i cinesi in qualsiasi paese dove si erano introdotti finanziando progetti sanitari. GlaxoSmithKline punterà sui volumi, che vuole quintuplicare in cinque anni mantenendo prezzi bassi. Promuoverà però anche i prodotti da banco e aumenterà la partecipazione finanziaria nel suo sito in Nigeria, dove fabbrica l'antidolorifico Panadol e il dentifricio Sensodyne. Il mercato africano è ancora molto diversificato: nelle grandi città cresce una classe media benestante che può comprare anche farmaci costosi, in campagna c'è grande povertà e scarseggiano i servizi sanitari. In Angola, per esempio, due terzi del mercato farmaceutico stanno dentro Luanda, la capitale. Al di fuori della Repubblica Sudafricana, dove oltre ai neri c'è una diffusa componente bianca, i centri urbani con ottima potenzialità sono per esempio il Cairo, Lagos, Algeri. Per quest'ultima, e per tutta l'Algeria in generale, abbiamo già accennato alla grande attenzione di Sanofi, impiantata nel paese addirittura dal 1953, i tempi d'oro dei pieds noirs. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmazoom 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 10 (tiratura:6500) Pani: una proposta, tre annunci, un confronto Giuliano Zirulia Fondo farmaceutico nazionale Interessante proposta del direttore generale dell'AIFA, Luca Pani, alla vigilia delle elezioni politiche di febbraio, per rispondere alla domanda "che cosa chiedere alla politica?". Ha detto: «Servono politiche stabili su orizzonti temporali almeno triennali. L'ideale sarebbe creare un Fondo farmaceutico nazionale, con parte territoriale e parte ospedaliera, distinto dal Fondo della Sanità. Gli interventi annuali, semestrali o estemporanei consentono solo voli radenti che non portano impatti strutturali di cui la Sanità ha bisogno». Si era all'incontro romano organizzato dalla Public Affairs Association sulle prospettive della sanità italiana. Coalizione delle Agenzie Ha poi annunciato Pani: «Si sta lavorando su una coalizione mondiale degli organismi regolatori del farmaco, Cina, Sud Africa, Giappone, Stati Uniti, Italia e altri, una sorta di IATA (l'organizzazione delle compagnie aeree n.d.r.): vogliamo armonizzare procedure e regole. A maggio-giugno, magari a Roma dove ci sarà un incontro sull'argomento, crediamo si possa arrivare a una prima bozza. Il mondo è globalizzato, la situazione richiede, anche da parte delle agenzie del farmaco, l'impegno a far fronte con informazioni globali». Cittadini nel processo regolatorio Un altro annuncio il direttore di AIFA l'ha pronunciato al convegno "Farmaci, Diritto di Parola", organizzato dalla stessa agenzia del farmaco che, come Pani ha detto, ha avviato il Gruppo di lavoro "Monitoraggio per l'accesso ai farmaci" con il compito di proporre risposte concrete all'esigenza, sollevata da diverse associazioni di cittadini, di monitorare costantemente le eventuali difficoltà di erogazione dei farmaci a livello territoriale e ospedaliero. Questo significa che nasceranno in AIFA nuove modalità d'interazione e coinvolgimento dei cittadini nel processo regolatorio. Si vogliono attuare anche in Italia forme concrete di partecipazione sulle tematiche di accesso al farmaco. Revisione del Prontuario Un terzo positivo annuncio è venuto da Pani durante la conferenza sul ruolo e il futuro dell'industria farmaceutica americana in Italia. Nella sede dell'Ambasciata USA si è da lui appreso che si sarebbe riunita di lì a pochi giorni la Commissione Tecnico-scientifica Aifa per cominciare a parlare della Task Force incaricata della revisione del Prontuario Farmaceutico e che sta già lavorando. È dal 1994 che non si revisiona il Prontuario e AIFA mira a completare il lavoro entro il 30 giugno, come previsto dal decreto Balduzzi. Procedure più o meno toste Infine, commentando l'eccezionale numero di farmaci, ben 37, autorizzati dalla FDA americana nel 2012, e molti con elevato tasso di innovazione, Pani ha ricordato che si tratta di un livello mai verificato dopo il 1977, un 40% in più di quello degli ultimi due anni. Alcuni di questi farmaci sono già stati approvati in Europa, ma anche per altri si arriverà al via libera. «Da noi ci sono procedure un po' più toste che negli USA - ha concluso Pani - diciamo che gli americani approvano prima ma poi ritirano più velocemente; noi approviamo più lentamente ma poi ritiriamo più lentamente». Foto: Luca Pani, direttore generale dell'AIFA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmazoom 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 14 (tiratura:6500) Annullamento delle Variazioni di tipo I: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ida Caramazza L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che gli atti di annullamento delle Variazioni di tipo I soggette alla procedura di silenzio-assenso ai sensi della Determina AIFA del 25 agosto 2011, saranno notificati dall'Agenzia alle Aziende. Sarà successivo onere delle Aziende provvedere alla pubblicazione dei suddetti atti di annullamento sulla parte II della Gazzetta Ufficiale, riportando il contenuto dell'Atto di annullamento e richiedendo la pubblicazione entro 10 giorni dalla data di ricezione o dalla data di notifica di tale Atto. Sito web AIFA: http://www. agenziafarmaco.gov.it/it/content/atti-diannullamento-delle-variazioni-di-tipo-isoggetteal-silenzio-assenso-12022013 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Focus regolatorio 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 16 (tiratura:6500) AIFA : Farmaci e genere Ida Caramazza In un recente comunicato l'Agenzia Italiana del Farmaco ha invitato le aziende farmaceutiche, nell'ambito della presentazione di documentazione regolatoria, inclusi i dossier di registrazione, a effettuare anche l'elaborazione dei dati preclinici e clinici disaggregati per genere, in maniera tale da evidenziare le eventuali differenze. La richiesta si basa sulla constatazione che la letteratura scienti ca internazionale sta sempre più mettendo in evidenza le differenti risposte terapeutiche e di sicurezza in relazione al genere. In aggiunta si ritiene utile, nell'analisi della popolazione femminile, una ulteriore strati cazione per classi di età, essendo queste ultime fonte di ampia variabilità di risposta alle terapie. Sito web AIFA: http://www.agenziafarmaco. gov.it/it/content/farmaci-e-genere SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Focus regolatorio 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 18 (tiratura:6500) Avvio di una revisione sui beta-agonisti a breve durata d'azione a cura di Giovanni Polimeni L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato un avviso per comunicare che l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha iniziato una revisione dei "beta-agonisti a breve durata d'azione" per valutare la loro sicurezza ed efficacia quando sono usati per impedire il parto pretermine. I beta-agonisti a breve durata d'azione sono ampiamente utilizzati in Europa per il trattamento dell'asma e sono solitamente somministrati per inalazione. Agiscono determinando il rilassamento della muscolatura liscia presente in molti organi, comprese le pareti interne delle vie aeree, in modo da dilatarle e rendere più agevole la respirazione. Tuttavia, in alcuni Paesi europei, alcuni beta-agonisti a breve durata d'azione sono anche approvati come "tocolitici", ossia bloccanti le contrazioni del parto con l'obiettivo di impedire il parto pretermine, poiché causano il rilassamento della muscolatura liscia uterina. Quando sono usati per tale scopo sono solitamente somministrati per iniezione , in compresse o suppositori e a dosaggi maggiori rispetto a quelli normalmente utilizzati nel trattamento dell'asma. È noto il rischio cardiovascolare associato a questi farmaci , quando usati per impedire il parto pretermine, a causa del loro dosaggio più alto. Di conseguenza, essi non devono essere utilizzati nelle pazienti con storia o rischio di malattia cardiovascolare. Inoltre, vi è incertezza sull'efficacia dell'uso prolungato di questi medicinali (per >48 ore) nella prevenzione del parto pretermine. Pertanto, sono stati sollevati dei dubbi in merito al vantaggio terapeutico dell'utilizzo di questi farmaci come tocolitici rispetto al rischio di insorgenza di reazioni avverse di tipo cardiovascolare. AIFA, novembre 2012 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 45 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacovigilanza 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 38 (tiratura:6500) Terapia genica in Europa Ora si fa davvero Eros Fabrizi Ci abbiamo girato intorno per molto tempo. Ci siamo andati vicinissimi per poi allontanarci nuovamente. Stavolta però il dado è stato tratto. Per davvero. La terapia genica in Europa è realtà. Non senza diffi coltà e con un iter quanto meno tortuoso , Glybera ha avuto il bene placito dell'EMA e della Commissione Europea e potrà aiutare un sottogruppo di persone che, per una defi cienza genetica, non è in grado di metabolizzare i grassi. Ora che il masso è stato spostato dall'ingresso della caverna , sono in molti a sperare che per i prossimi approcci di terapia genica la strada possa essere percorsa con più rapidità. Una speranza che dovrà comunque fare i conti con la necessità di avere terapie che siano quanto più possibile sicure. Un compromesso che, alla luce delle attuali regole per l'immissione in commercio , faremo fatica ad avere È uno dei sogni della biotecnologia applicata alla medicina. La terapia genica. La capacità di manipolare il codice della vita con lo scopo di spegnere, accendere o modifi care funzionalità genetiche altrimenti malandate o patologiche. Un sogno che dalla metà degli anni Settanta è passato sempre di più dalla dimensione onirica a quella della sperimentazione. Numerose le esperienze precliniche, quelle cliniche, svariati e inevitabili gli insuccessi poi , nel luglio del 2012, qualcuno sposta "l'enorme sasso davanti al sepolcro". Il Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP), quell'organo che, in seno all'EMA, ha il compito di raccomandare o meno l'immissione in commercio di nuovi farmaci, proprio nell'estate dello scorso anno, ha detto il suo fatidico sì. Salvo poi dover aspettare fi no l'autunno successivo (precisamente il 25 ottobre 2012), perché la Commissione Europea, l'Ente che in concreto autorizza la commercializzazione, ratifi casse la raccomandazione e spianasse la strada (almeno dal punto di vista burocratico) a Glybera. Come tutti i farmaci anche Glybera ha un International Non Proprietary Name (INN): Alipogene Tiparvovec. Un nome univoco e di proprietà pubblica che ne identifi ca il principio attivo. Eppure Glybera è un farmaco particolare. È diffi cile che possa essere accomunato a un'aspirina o anche a un più recente anticorpo monoclonale. Glybera è composto da un virus modifi cato che contiene la sequenza e gli elementi regolatori di un gene umano. E forse, è proprio il voler applicare le regole della sperimentazione dei farmaci alla terapia genica , anche se con qualche lieve modifi ca , che ne ha frenato il fi orire . Almeno in Occidente, perché in Oriente, segnatamente in Cina , il mercato della terapia genica si è aperto già dal 16 Ottobre del 2003, quando la State Food and Drug Administration (SFDA) ha spianato la strada a Gendicine , per poi ripetersi nel Novembre di due anni dopo , permettendo l'immissione in commercio di Oncorine Box a pag. 40) . glybera e l'insostenibile (e rara) pesantezza dei grassi Per la prima volta nel Vecchio Continente è stato dunque autorizzato il commercio di una procedura di modifi cazione genica che, in questo caso, andrà ad aiutare i pazienti colpiti da defi cienza di Lipoproteina Lipasi (LPLD, malattia anche chiamata iperlipoproteinemia di tipo 1). L'LPLD ha ereditarietà autosomica recessiva ed è estrematemene rara. In Europa , ogni anno , colpisce infatti una persona ogni milione e per questo ha ricevuto lo status di malattia orfana . I suoi segni sono evidenti già dall'infanzia (com'è tipico di numerose malattie su base genetica): l'organismo non è in grado di metabolizzare i grassi e questo conduce a ipertrigliceridemia con frequenti episodi di dolore addominale e pancreatiti acute ricorrenti, xantomi cutanei, epatomegalia e splenomegalia. Il rischio maggiore è quello che i frequenti insulti infi ammatori compromettano la funzionalità pancreatica (sia esocrina che endocrina) e portino a diabete, steatorrea e calcifi cazioni pancreatiche. Complicazioni che sono comunque relativamente rare e ancor più raramente insorgono prima della mezza età. La clearance dei chilomicroni dal plasma è alterata portando il plasma stesso ad avere aspetto lattescente. Considerato tutto ciò , chi soffre di questa malattia è costretto a ristrettissimi regimi alimentari in cui l'apporto giornaliero di grassi non deve superare i 20 grammi. Alipogene tiparvovec (Glybera) contiene la variante LPL S447X del gene della lipasi lipoproteica umana (LPL), inserita in un vettore virale. Il vettore comprende l'involucro proteico derivato dal virus adeno-associato sierotipo 1 (AAV1), il promotore del citomegalovirus (CMV), un elemento di regolazione SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inchiesta 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 38 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato post-trascrizionale del virus dell'epatite di marmotta e sequenze terminali invertite derivanti dal virus adenoassociato sierotipo 2 (AAV2). Glybera è prodotto utilizzando la tecnologia ricombinante baculovirus/ cellule di insetto. È lo stesso Jörn Aldag , CEO di UniQure società olandese che ha ideato il trattamento, a descriverci le peculiarità del sistema di produzione di Glybera: «Il vantaggio del nostro approccio è la modularità. Questo ci permette di avere creato il corretto scheletro per la trasduzione del gene LPL. Ma questo stesso vettore potrà essere facilmente ottimizzato per traghettare altri geni in altri contesti di patologia (emofi lia, porfi ria acuta intermittente ecc). Bisogna soltanto scegliere quale gene si vuol far esprimere ma la piattaforma per veicolare la modifi cazione genica (entro certi limiti) può rimanere la stessa. Questo ti consente di utilizzare un sistema già validato risparmiando tempo ed energie». Autorizzato sì, ma non per tutti Ma non tutti i pazienti affetti da LPLD potranno ricevere Glybera . L'indicazione approvata ne restringe la somministrazione ai soli "pazienti adulti in cui la malattia è complicata da pancreatiti severe o multiple." Il trattamento è dunque ristretto a una sottocasistica di una malattia che è già rarissima. L'approvazione è arrivata , come si dice , "sotto circostanze spe ciali" . Queste ci sono quando non si può fare sperimentazione di fase III e l'autorizzazione è soggetta all'istituzione di un registro post marketing per l'accumulo di una casistica più corposa . Per capire come mai si sia deciso di vietare l'utilizzo di Glybera in tutti i pazienti affetti da LPLD , bisogna ripercorrere la storia che ci ha condotti fino a questo risultato . Na vigando a vista e in acque quanto mai agitate , l'iter di approvazione di Glybera non poteva non essere uno dei più lunghi e tortuosi mai registrati. Fu Amsterdam Molecular Therapeu tics (AMT) a presentare per la prima volta il dossier autorizzativo all'EMA nel Gennaio del 2010. La prima opinione del CAT, il Commitee for Advanced Therapies, struttura dell'EMA deputata alla valutazione di terapie particolar mente avanzate, fu di non raccomandare l'autorizzazione di Glybera. Bocciatura ripresa dal CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) e quindi dall'EMA stessa. AMT rispose al risultato negativo chiedendo che il dossier fosse esaminato nuovamente e in questa seconda lettura, suffragata da nuovi dati sulla clearance dei chilomicroni e sulla riduzione del rischio di sviluppo di pancrea titi , il CAT stavolta propese per la raccomandazione del trattamento. Purtroppo il CHMP rimase sulla decisione precedente , asserendo (siamo ormai nell'ottobre del 2011) che: "Il dossier non forniva comunque sufficienti evidenze rispetto a una persistente e clinicamente significativa diminuzione della quota ematica dei grassi e che fino a quel momento il numero di pazienti in cui si aveva un'efficacia sufficientemente duratura era troppo esiguo". A seguito di questa seconda porta sbattuta in faccia , AMT non ha retto il colpo ed è af fondata a causa di problemi finanziari. Salvo poi risorgere dalle proprie ceneri dopo poco tempo grazie a capitali privati, con un nuovo nome (UniQure), ma con un gruppo dirigente sostanzialmente immutato . A questo punto (gennaio 2012) è successo qualcosa che non ha precedenti. La Commissione Europea ha deciso di chiedere al CHMP di rivedere la propria posizione riguardo Glybera , riesaminando il dossier alla luce di un'autorizzazione all'immissione in commercio ristretta a un sottogruppo di pazienti con sintomi della malattia più esacerbati. Una mossa, quella della Commissione, probabilmente nata da un'intensa attività lobbistica e di pressione politica e/o dal disaccordo tra CAT e CHMP nella raccomandazione precedente e/o spinta da nuove analisi che dimostravano come i pazienti trattati con Glybera godevano di una riduzione significativa nel numero di pancreatiti. Qualunque sia stata la ragione, il CHMP ha riaperto il dossier giungendo a una nuova votazione in cui 16 componenti del Comitato su 31 totali si sono espressi in favore di Glybera. Anche qui però un nulla di fatto, in quanto le racco mandazioni positive sono il frutto di votazioni a maggioranza assoluta che, in questo caso, sarebbe stata di 17 voti (si consideri anche che quel giorno uno dei membri del CHMP era assente per malattia)! Riconoscendo che , la valutazione del trattamento ristretta alla po polazione di pazienti con frequenti attacchi di pancreatite aveva, se possibile, ridotto ulteriormente la casistica da analizzare (solo 12 pazienti) e riconoscendo, dunque, "la difficoltà di ottenere dati in questo particolare contesto" stavolta il CHMP ha invitato UniQure a richie dere, per la quarta volta, di riaprire il caso. Il 19 luglio dello scorso anno , la maggioranza dei componenti del CHMP si è espressa in favore della raccomandazione all'immissione in commercio di Glybera, raccomandazione finalmente ratificata dalla Commissione Eu ropea in ottobre. Jörn Aldag commenta così l'accaduto: «Prima di 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 38 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 48 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tutto bisogna aver chiaro in mente che stiamo parlando di terapia genica e che prima di Glybera nulla di simile è mai stato autorizzato al commercio in Europa. Proprio l'assenza di esperienza pratica (sia nostra che delle Agenzie Regolatorie) ha indotto tutti alla massima cautela nel valutare ogni possibile e minimo rischio. La sicurezza del trattamento non è comunque mai stata messa in discussione. Tutti i dati presentati all'EMA hanno da sem pre evidenziato l'ottimo profilo di sicurezza di Glybera. Ma dimostrare che il trattamento fosse anche efficace è stato il punto dolente per molto tempo! Ben inteso, non che i pazienti trattati negli studi clinici non abbiano riportato benefici! Il problema è che l'efficacia deve essere dimostrata sia a livello clinico ma anche a livello statistico e farlo con un basso numero di pazienti è un lavoro assai arduo. Noi eravamo convinti dell'efficacia, ma provarlo avendo a disposizione solo 27 pazienti trattati non è stato facile». Tempo di considerazioni Secondo Fulvio Mavilio direttore scientifico di Genethon e professore ordinario di Biologia Molecolare presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, Modena: «Nonostante una prima reazione di soddisfazione, quasi di gioia, per questa autorizzazione che, in buona sostanza è un tentativo di aprire il mercato del Vecchio Continente alla terapia genica, il bicchiere resta comunque mezzo vuoto. Purtroppo l'iter di approvazione è stato molto controverso, così controverso da far chiedere se il finale positivo non sia derivato da considerazioni di opportunità generale, di politica per cercare di favorire per quanto possibile lo sviluppo di questi farmaci, uno sviluppo reso complicatissimo, costosissimo e difficilissimo. Il processo è stato lungo e difficile Amsterdam Molecolar Therapeutics è morta per mancan za di fondi, è stata rifinanziata come uniQure con lo stesso gruppo dirigente, questo dimostra quanto sia rischioso per il capitale privato portare avanti questo tipo di operazioni. Le probabilità di successo sono poche e le tempistiche sono spaventosamente lunghe. Quindi , se è vero com'è vero che abbiamo raggiunto un bel traguardo, ora dobbiamo an che pensare a rendere meno aspra e punitiva la strada per lo sviluppo di questa classe di terapie. Sono tante le sperimentazioni cliniche che hanno dimostrato, su più fronti, l'efficacia della terapia genica, ma manca un modello di commercializzazione che sia concretamente percorribile. La gran parte di queste sperimen tazioni ha inizio in ospedali, centri di ricerca (pubblici o privati) ed è condotta da importanti scienziati , ma al termine delle fasi precoci (I, II) nessuno di questi ha le risorse (umane e di capitali) per percorrere la strada dell'autorizza zione all'immissione in commercio, questo è un mestiere che solo l'industria sa fare. Il punto è che l'industria non si imbarca in progetti se non ha la certezza di regole chiare, semplici e soprattutto applicabili all'attività che si sta portando avanti. Quelli di cui stiamo parlando sono farmaci estremamente atipici. È molto più corretto parlare di agenti biologici, per di più estremamente sofisticati. Di fatto all'interno della vial non troviamo un semplice principio attivo arricchito con eccipienti vari, nella bottiglina troviamo derivati di virus geneticamente modificati ed è complessissimo incasellare questo tipo di prodotto nella regolamentazione per lo sviluppo del farmaco. Il fatto vero è che la terapia genica non può essere trattata alla stregua di un farmaco. Non è un farmaco, ma neanche un vaccino e molto spesso (se si pensa all'ex-vivo) richiede pro cedure simili al trapianto. Dov'è il prodotto? Qual è il principio attivo? Cosa va regolamentato? Approvato? Quando in un dossier registrativo va identificato il principio attivo cosa ci scriviamo sopra? È vero, sono state create delle apposite strutture di valutazione come il CAT , ma ciò non toglie che tutto l'iter registrativo resta lo stesso. Il protocollo di terapia genica deve comunque fare fase I, II, III per poi arrivare alla sottomissione del dossier. Nel campo delle malattie orfane (come con Glybera) non arriverai mai a raccogliere un bacino di pazienti tale da avviare una sperimentazione di fase III. Con terapia genica, poi, definiamo un argomento che può essere declinato in molteplici modi, anche molto differenti tra loro. Se vogliamo, Glybera è la forma più semplice: prendo un virus, lo modifico, lo carico con il gene che mi interesse e infetto il paziente. Ma moltissimi successi sperimentali sono arrivati mediante protocolli ex-vivo. In quel contesto come facciamo ad applicare il concetto di manufacturing a cellule del paziente, prese, modificate e inoculate nuovamente? Ci siamo detti che qualunque cosa vada somministrata a un uomo deve essere prodotta secondo le pratiche GMP. Che va benissimo, quando devi produrre un farmaco! Il farmaco deve essere lo stesso nella farmacia di Helsinki e di Caltanissetta, deve rimanere lì per un dato numero di mesi sapendo qual è la sua emivita. Bene, come applichiamo tutto questo alla terapia genica? Produrre in 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 38 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato uno stabilimento GMP una cellula per il trapian to ex vivo comporta complessità impossibili da risolvere! Chi lo fa? L'ospedale? Non può! Perché in Europa abbiamo detto che serve un'officina farmaceutica per far queste cose. L'officina farmaceutica è un'azienda di produzione che per rilasciare un lotto di farmaci deve fare dei controlli. E cosa vogliamo rilasciare qui? Le cellule del paziente! Ma quando facciamo una trasfusione di sangue noi rilasciamo il lotto? I trapianti di midollo, gli emoderivati, le sacche di sangue vengono processati utilizzando le migliori pratiche e i dovuti controlli di sicurezza , ci mancherebbe, ma non vengono prodotti in un'officina farmaceutica, sono fatti nel centro trasfusionale. Questa è semplicemente una struttura autorizzata a fare una manipolazione, che ha dei controlli , un certificato di qualità , etc. ma cosa centrano le GMP? Stiamo adoperando un criterio per l'oggetto sbagliato! Di fatto, e non è un caso, nessuna terapia genica ex vivo non solo non è mai arrivata al mercato, ma non è neanche stata inoltrata nessuna richiesta di autorizza zione al commercio. Quindi il problema principale sta nel voler identificare e regolare la terapia genica come si fa per un prodotto farmaceutico. In realtà non c'è nulla da vendere. Non troveremo Glybera in farmacia! Piuttosto bisognerebbe pensare a un iter autorizzativo ad-hoc , focalizzato sulla procedura e non sul prodotto. Ovviamente la procedura in questione prenderà in considerazione una serie di prodotti e servizi forniti dall'azienda farmaceutica e dall'ente sanitario responsabile di somministrare il trattamento. Tutto questo sta frenando lo sviluppo della terapia genica. Le aziende farmaceutiche non vogliono entrare in un pasticcio di questo tipo e investire denaro in un campo in cui non c'è certezza. Non c'è certezza normativa e pro duttiva. L'azienda può anche decidere di guadagnare poco, è già successo con i farmaci orfani di tipo più tradizionale, ma non decide di suicidarsi». Jörn Aldage e UniQure sono comunque ottimisti e sono convinti che l'esperienza acquisita con Glybera possa essere d'aiuto sia alle aziende che agli Enti Regolatori europei per spianare la strada verso nuovi approcci che prendano le mosse da ciò che sin qui si è imparato. Un altro punto da sottolineare, secondo Al dag , è quello delle trattative per i rimborsi: «In USA ti siedi al tavolo una volta sola, con un unico decisore (l'FDA) con il quale dovrai contrattare quanto il tuo prodotto o la tua procedura verrà rimborsato dal Sistema Sanitario o dalle assicurazioni. In Europa no. Una volta che hai ottenuto l'approvazione ti devi sedere a 27 tavoli differenti e contrattare. Anche que sto rallenta (e di molto) l'innovazione. Una volta che si è deciso che il tuo trattamento può stare nel mercato non ha senso perdere altro (tanto) tempo iniziando ogni volta e in ogni Paese dell'Unione il tira e molla sul prezzo» . Considerato ciò è forse prematuro chieder si quanto costerà il trattamento con Glybera. Ragionando però su quanto la Compagnia ha investito nella produzione (al momento circa cento milioni di Euro) e il basso numero di pa zienti aspettati, Glybera non avrà un prezzo nazional-popolare. Il costo, conferma Aldag, sarà comunque in linea con quelli che sono gli standard per le malattie orfane (tra i 250.000 e i 500.000 Euro). «Una delle cose che dovrà essere presa in considerazione - continua Al dag - è che Glybera, potenzialmente, pone un rimedio definitivo all'incapacità di metabolizzare i grassi, e questo con un singolo inoculo. Il paziente cronico , che deve ricevere cure sistematiche ha un costo pari se non maggiore, senza pensare al fatto che quello resta comunque un paziente malato!». Per quanto tempo durerà l'espressione proteica del gene veicolato sarà dunque di fondamentale importanza per capire quanto Glybera sia efficace e quali siano i suoi vantaggi effettivi. Al momento i risultati sulla sperimentazione umana dimostrano che la proteina viene rintracciata anche dopo cinque anni dal trattamento , ma ovviamente questo non è il dato definitivo. TerApiA genicA nel mondo, il primATo cinese Sarebbe forse troppo facile indicarlo come lo specchio dei tempi, ma se si parla di terapia genica non si può non rivolgere lo sguardo all'estremo oriente. È stata, infatti, la State Food And Drug Administration (SFDA) di Pechino a consentire per la prima volta al Mondo, il commercio di protocolli di terapia genica. La prima volta nel 2003 con Gendicine® (Shenzhen SiBiono GeneTech) e poi nel 2005 con Oncorine® (Shanghai Sunway Biotech). Il primo approccio, approvato in Cina per il trattamento del tumore testa-collo si basa su un vettore adenovirale modificato e caricato per far esprimere nelle cellule tumorali l'oncosppressore p53. Il secondo trattamento è piuttosto simile (in relazione alla scelta del vettore e del gene trasdotto), ma in più è capace di replicarsi selettivamente nelle cellule in cui p53 non funziona (Oncorine è infatti il capostipite dei cosiddetti virus oncolitici). In verità studi su Gendicine e 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 38 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oncorine sono stati condotti (soprattutto per il secondo trattamento) anche in Europa e USA). In questi Continenti, però, l'idea della restituzione di p53 non ha mai trovato grande seguito, come ci spiega il Prof. Mavilio: " Le basi teoriche che sostengono Gendicine non sono solidissime. Primo perché la terapia si basa sul presupposto di raggiungere tutte le cellule di un tumore. Cosa impossibile. È possibile che il virus raggiunga la gran parte di un tumore (il ché non è molto diverso da un intervento chirurgico) ma non tutte le cellule neoplastiche. Correggere una malattia genetica correggendo il 5% delle cellule è possibile, trattare un tumore uccidendo il 70% delle cellule, nel lungo perido, non è efficace. Quindi c'è un primo problema filosofico, non è pensabile basarsi sulla terapia genica di un tumore ripristinando un gene sbagliato, perché non riusciamo a farlo in tutte le cellule. p53 è importante perché manda la cellula a morte in caso di danni non riparabili al DNA, di fatto in questo modo la cellula non accumula mutazioni maligne. Rimettere p53 quando tutto questo è già successo è inutile. È come richiudere il cancello quando i buoi sono scappati. Non c'è mai stato un grande interesse per questo trattamento che, sostanzialmente, si è sviluppato solo in Cina. Diversa è la considerazione di Oncorine. L'uccisione condizionale delle cellule tumorali deficienti per p53 è sicuramente più brillante. L'infezione poi si autoalimenta poiché ogni cellula neoplastica, una volta lisata dal virus, libererà altri virioni. Anche qui la possibilità che tutte le cellule neoplastiche vengano infettate è minima. Certamente, però, Oncorine è in grado di rallentare la progressioneVical uniQure celladon Genzyme ProSavin Alipogene (Glybera) ceregene shenzhen siBiono Genetech oxford BioMedica Bluebird Bio Advantagene Applied Genetic technologies Virus dell'anemia infetiva equina Deficienza di Lipoproteina lipasi Severe Combined Immunodeficiency (SCID) Deficienza di Alfa-l antitripsina Virus Adeno-Associato Malattia di Parkinson Fase 2 AGTC-0106 Virus Adeno-Associato GlaxosmithKline 2696273 Retrovirus Allovectin DNA plasmidico Melanoma Fase 3 Lenti-D Lentivirus Adrenoleucodistrofia Fase 2 Lentiglobin Lentivirus Beta talassemia Fase 2 Mydicar Virus Adeno-Associato Cardiomiopatia Fase 2 Cere-120 Virus Adeno-Associato Malattia di Parkinson Fase 2 Cere-110 Malattia di Alzheimer Fase 2 AAV-hAADC-2 Virus Adeno-Associato Malattia di Parkinson Fase 2 Gendicine Adenovirus Cancro del plomone Fase 2 AMT-060 Virus Adeno-Associato Emofilia B Fase 1/2 ProstAtak Adenovirus Cancro prostatico Fase 3 Glioma Fase 2 Cancro pancreatico Fase 1/2 Tabella 1- Protocolli di terapia genica attualmente in studio AziendA Prodotto Vettore indicAzione FAse di studio Foto: Jörn Aldag, ceo di uniQure Foto: Fulvio Mavilio, direttore scientifico di Genethon (Evry, Francia) e professore ordinario di Biologia Molecolare presso l'Università di Modena e Reggio Emilia 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 58 (tiratura:6500) Strategie terapeutiche Smettere di fumare, liberarsi dalla dipendenza del fumo di tabacco è pratica particolarmente complessa e spesso la "buona volontà" del fumatore non è sufficiente. Il tasso di successo delle terapie di supporto è notevole, ma il rischio di ricadute è elevato ed è quindi indispensabile associarle a cure farmacologiche. A che punto è la ricerca in questo campo? Approcci chimico-farmaceutici pensati per altre patologie legate alla stimolazione dei circuiti limbici della ricompensa possono trovare applica Gabriele Costantino Il tabacco, prodotto ottenuto dall'essiccazione delle foglie della pianta del genere Nicotiana (comunemente nota come "pianta del tabacco") è usato, per scopi enteogeni e ricreazionali, da secoli. Prima della colonizzazione delle Americhe, il tabacco fumato ad alte dosi veniva utilizzato a scopi ri tuali e religiosi, in virtù delle sue proprietà allucinogene. Dopo la colonizzazione, l'abitudine al fumo del tabacco si è diffusa rapidamente nel mondo occidentale a scopo ricreazionale. Il fumo di tabacco genera rapidamente dipendenza e tolleranza. Il potenziale tossicomanigeno del fumo di tabacco è legato all'attività biologica del suo principale principio attivo, la nicotina. La nicotina è un agonista di una particolare famiglia di recettori per l'acetilcolina (denominati, appunto, recettori nicotinici), e la stimolazione a livello centrale dei recettori nicotinici determina un rilascio di dopamina, con conseguente attivazione dei circuiti cerebrali del piacere e della ricompensa. Generalmente, sono sufficienti poche assunzioni di nicotina attraverso il fumo del tabacco per generare una forte dipendenza dalla sostanza. Sebbe ne l'uso del fumo di tabacco sia legale in moltissimi paesi, e sia stato per molto tempo anche un comportamento socialmente del tutto accettato, la capacità di indurre dipendenza da parte della nicotina non è certo minore di quella di molte altre sostanze d'abuso, anche illegali. Negli ultimi decenni, in molti paesi oc cidentali, negli Stati Uniti e in Europa in particolare, si è acquisita consapevolezza che il fumo di tabacco è associato a un gran numero di malattie, e che esso costituisce un rischio per la salute pubblica. In particolare, gli oltre 1,3 miliardi di fumatori che si stima siano pre senti nel mondo sono a rischio di cancro (al polmone, alla gola, alla cavità orale, ma non solo), malattie coronariche, infarto, e malattie polmonari croniche. Si stima che circa sei milioni di persone muoiano prematuramente nel mondo a causa di malattie direttamente legate al consumo di tabacco. Approcci farmacologici Nonostante vi sia oramai consapevolezza abbastanza diffusa sulla pericolosità del fumo di tabacco, la cessazione dall'abitudine è pratica particolarmente complessa, e spesso l'atteggiamento positivo del fumatore verso la cessazione non è sufficiente a vincere la forte dipendenza generata dalla nicotina. Vi è pertanto un grande interesse verso lo sviluppo di presidii, ma anche di farmaci, che possano supportare il percorso di cessazione dal fumo di tabacco. Si stima che il mercato per le terapie di supporto alla cessazione dal fumo si avvicina ai due miliardi di dollari per anno, con una crescita stimata di circa il 3,8% almeno fino al 2016. Quali sono dunque gli approcci farmacologici più impiegati? Il problema principale associato alla cessazione è l'ansia e l'irritabilità che col piscono l'ex-fumatore. L'approccio più produttivo è quello che consente di limitare l'impatto di ansia e irritabilità. Questo si può ottenere attraverso due meccanismi, uno basato sul rimpiazzo di nicotina, l'altro sull'impiego di farmaci che agiscono sul tono dell'umore. Le terapie di rimpiazzo di nicotina sono basate sull'assunto che la somministrazione controllata di nicotina attraverso dispositivi quali cerotti transdermici, chewing-gum, inalatori e spray nasali, consente di eliminare i rischi associati alla pratica del fumo senza incorrere nella crisi di astinenza. L'eliminazione della ritualità della sigaretta, e dei suoi aspetti ricreazionali e so ciali, dovrebbe aiutare il paziente collaborativo a disintossicarsi e cessare completamente l'assunzione di nicotina. I trattamenti di rimpiazzo di nicotina consentano di aumentare il tasso di successo nella cessazione del 5070%, rispetto al placebo o all'essenza di trattamento. Tuttavia, il rischio di ricaduta è molto alto. Il 93% di coloro che fanno uso di prodotti sostitutivi della nicotina da banco, senza diretto supporto medico, ricade entro sei mesi dalla cessazione. Le terapie di rimpiazzo sono quindi molto efficaci quando inserite in un protocollo medico e associate ad altre terapie farmacologiche. Quali sono queste possibili terapie? Tra quelle approvate, il trattamento con bupropione è quello più SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 51 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Chimica farmaceutica Combattere la dipendenza da fumo di tabacco 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 58 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 52 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato conosciuto. Il bupropione è un farmaco antidepressivo atipico, strutturalmente simile agli psicostimolanti amfetamina-simili, introdotto in clinica già dal 1985. Usato in soggetti motivati alla cessazione dal fumo, il bupropione è efficace in circa il 50% dei casi dopo tre mesi di trattamento. Il meccanismo con cui agisce non è noto, ma al pari di molti stabilizzanti dell'umore, il brupopione agisce sui meccanismi di ricaptazione sinaptica del la noradrenalina e della dopamina. L'azione su questi due neurotransmettitori, entrambi coinvolti nei circuiti di ricompensa, dovrebbe diminuire il "carving" per la nicotina nel soggetto che si astiene dal fumo. La vareniclina è un altro farmaco approvato per il supporto alla cessazione dal fumo. La vareniclina agisce come agonista parziale a un particolare sottotipo di recettore nicotinico, denominato 4 2. Il meccanismo d'azione della vareniclina è noto in maniera un po' più approfondita di quello del bupoprione. Infat ti, la vareniclina agisce stimolando lo stesso recettore che viene stimolato dalla nicotina assunta attraverso il fumo di tabacco. L'efficacia ridotta (la vareniclina è un agonista parziale) impedisce però un rilascio sostenuto di dopamina, non consentendo quindi l'attivazione dei circuiti della ricompensa, e non provocando, perciò, dipendenza. Contemporaneamente, le caratteristiche di agonista parziale della vareniclina fanno si che il farmaco competa con la nicotina stessa al recettore 4 2, impedendone il legame e bloccando l'attivazione del sistema di ricompensa mesolimbico. Purtroppo la vareniclina presenta effetti collaterali particolarmente gravi, potendo in soggetti predisposti, favorire pensieri suicidi e, talvolta, completare il proposito suicida. Ragionevolmente, questo è un effetto 'off-target', legato alla capacità della vareniclina di interagire con alcuni recettori per la serotonina, anche se non può esser escluso che sia legato all'astinenza da nicotina. In ogni caso, la vareniclina deve esser assunto dietro rigoroso controllo medico, e ogni cambiamento nel tono dell'umore va rapidamente segnalato. Tra gli approcci in fase di sperimentazione, segnaliamo il Taranabant (Merck). Non perché sia particolarmente promettente, anzi, recenti studi di fase II indicano una man canza di efficacia nell'animale in astinenza da nicotina, ma perché il Taranabant è un agonista inverso dei recettori dei cannabinoidi di tipo CB1, ed è un analogo strutturale con il Rimonabant, con cui condivide largamente il meccanismo d'azione Rimonabant fu intro dotto e poi ritirato dall'uso clinico come agente anti-obesità. Il motivo del ritiro, anche qui, è legato ai serissimi effetti collaterali di natura psichiatrica, tra cui aggressività e tendenza la suicidio. È interessante osservare, qui, che si propone lo stesso meccanismo d'azione per trattare due condizioni apparentemente molto diverse, quali la dipendenza da nico tina e l'obesità. Ma evidentemente, a livello molecolare, le similarità sono invece molte, ed entrambe la patologie sono legate alla stimolazione dei circuiti libici della ricompensa. Non è sorprendente quindi che approcci chimico-farmaceutici pensati per una patologia possano trovare applicazione, per lo meno a livello sperimentale, anche sull'altra. Foto: Nicotiana tabacum Foto: Afferenze dell'autore Gabriele Costantino - Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi di Parma, [email protected] 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 68 (tiratura:6500) Stessa formula, nuovo packaging È questa in sintesi la scelta intrapresa dal produttore di un noto farmaco di automedicazione della categoria degli antifebbrili e antidolorifi ci: mantenere i principi attivi di comprovata effi cacia per puntare su un look più moderno e in linea con le aspettative del consumatore che ai medicinali da banco riserva un'attenzione nuova Pierluigi Altea Prendete un farmaco di automedicazione con ampi margini di crescita. Mantenete inalterate le sue formule, rinnovando però la veste gra ca del suo packaging. Otterrete un prodotto in grado di competere con i concorrenti più agguerriti. È quanto ha fatto Pharmaidea con neoNisidina, ben noto farmaco di automedicazione della categoria degli antifebbrili e antidolori ci (disponibile in due formulazioni: l'antin uenzale, in versione effervescente, con Vitamina C, e l'antidolori co, in versione compresse, con caffeina): con il contributo dell'agenzia di corporate design RBA di Milano ha dato una nuova veste gra ca ai due prodotti conservando gli stessi principi attivi. Gabriele Braggion e Domenico Stragapede, creativi di rilevanza internazionale, sono invece gli autori della campagna di comunicazione - approvata dal Ministero della Salute - che ha accompagnato il lancio dei nuovi packaging. Ecco come hanno operato i designer di RBA e gli esperti di comunicazione per dare una nuova immagine a neoNisidina . Un linguaggio nuovo La richiesta formulata da Pharmaidea a RBA design è stata chiara e semplice: realizzare un restyling importante del packaging per dare al prodotto una veste gra ca diversa, più attuale. «Per questa ragione abbiamo operato un restyling del logotipo - spiega Stefano Randone Fabrucci , amministratore delegato e socio di RBA design, l'agenzia di Milano che si occupa ormai da quasi vent'anni di branding e identità di marca nel settore speci co della corporate identity e del packaging design - rivisitando anche il packaging del prodotto nei suoi aspetti più generali». Aggiunge Randone Fabrucci: «Abbiamo utilizzato un codice colore speci co, diverso dalla precedente immagine packaging che era tutta bianca e molto differenziante rispetto al panorama dei competitor presenti sul mercato». Il pack metallizzato è stato il colpo nale per dare al prodotto una «immagine moderna, con connotati di chiarezza, ef cienza ed ef cacia. Attraverso quest'effetto metallizzato continua Randone Fabrucci - i colori e una gra ca innovativa, abbiamo creato un packaging di impatto per una categoria di farmaci che sempre più deve fare i conti con l'evoluzione del canale distributivo - farmacia, dove la visibilità sullo scaffale è prioritaria, poiché ormai anche nelle farmacie il self-service è un comportamento diffuso». Perché gli elementi strutturali del packaging sono rimasti inalterati? Dice l'AD di RBA design: «Credo che sia un percorso corretto in quanto il linguaggio in questo settore era rimasto fermo a lungo e sovente non è più coerente con il cambiamento che si è veri cato in termini di rapporto, anche commerciale e di vendita, con il consumatore. Una volta colmato il gap sul linguaggio e la comunicazione, si potrà lavorare attuando differenziazioni e innovazioni più strutturali». Sì, ma al di là di tutto, quanto pesa davvero il packaging per un prodotto farmaceutico dal quale il consumatore si aspetta ef cacia più che seduzione? «Nel mass market e nel largo consumo - risponde l'esperto - il 60-70% della decisione d'acquisto avviene nel momento in cui si è nel punto vendita, per cui l'aspetto emotivo ed emozionale della confezione ha un risalto molto importante. Nell'ambito farmaceutico l'importanza dell' impatto emotivo è decisamente mitigata dalla rilevanza degli aspetti funzionali del prodotto, oltre che dalle prescrizioni e dalle raccomandazioni del medico. Credo che mass market e largo consumo debbano parlare quindi con modalità differenti. Tuttavia, in entrambi i casi, il packaging ha oggi una funzione condizionante, perché se rappresenta in maniera chiara, semplice e credibile le caratteristiche del prodotto, facilita la relazione con il farmacista e il consumatore». Se per lungo tempo si è detto che il settore farmaceutico, nell'ambito del packaging, avrebbe dovuto ispirarsi maggiormente agli altri comparti merceologici, oggi forse è vero il contrario? «La comunicazione packaging sta assumendo un trend dove l'aspetto della chiarezza e della semplicità sono diventati prioritari - dice Randone Fabrucci - e se questo è vero nel mass market, lo è ancora di più nel prodotto farmaceutico. Penso che un packaging non debba essere solo bello, ma debba anche riuscire a SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 53 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Packaging & Design Design 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 68 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 54 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato esprimere le caratteristiche del prodotto in maniera corretta. In questo, il mass market può imparare dal mondo farmaceutico a comunicare in modo veritiero, semplice e immediato, perché le persone oggi vogliono essere informate correttamente e perché questi sono valori trasversali a tutti i settori». 45 MILIONI DI CONTATTI La campagna di comunicazione lanciata lo scorso gennaio da Pharmaidea per neoNisidina raggiungerà entro pochi mesi oltre 45 milioni di contatti attraverso periodici nazionali, settimanali e mensili e altri strumenti di promozione nei centri storici delle città. A realizzare il progetto di comunicazione sono stati Gabriele Braggion e Domenico Stragapede , creativi ed esperti di comunicazione, attivi in ambito healthcare da oltre vent'anni. Gabriele Braggion, com'è stata concepita la campagna di comunicazione di neoNisidina? È nata con l'idea di presentare un prodotto, già noto al pubblico, con una veste nuova. I tre principi attivi presenti nella neoNisidina li abbiamo resi visibili, trasformandoli in tre simpatici e ottimisti "supereroi" in calzamaglia gialla, azzurra e rosa, in una posa assertiva e con il volto sorridente, messaggeri di una promessa, quella di essere tre volte attivi contro i sintomi dell'in uenza. L'annuncio risulta immediato e rassicurante, volto a far cogliere al grande pubblico e ai farmacisti le modalità di funzionamento del farmaco con un linguaggio semplice, intuitivo, ma anche scientifi camente corretto. A suo avviso, quanto è importante oggi per un'azienda farmaceutica riuscire a veicolare messaggi in questa forma? È fondamentale, sebbene non si possa neppure più parlare di una scelta strategica di comunicazione. Il costume odierno oggi ci impone di essere sempre attivi: guarire subito è diventato un imperativo. Pertanto, anche i messaggi relativi a questo tema devono essere coerenti con questa visione. C'è tuttavia il rischio di superare la soglia oltre la quale la comunicazione potrebbe apparire non veritiera? No, se parliamo di farmaci destinati a risolvere malesseri passeggeri, malanni stagionali vissuti più come un impedimento a continuare la propria attività quotidiana che non come malattie vere e proprie. In tutti gli altri casi la comunicazione seguirebbe regole diverse. Per concludere, che dire invece dell'uso dei nuovi media? Possono rappresentare un buono strumento di comunicazione? Certo, non c'è dubbio. Oggi i farmaci di automedicazione continuano a essere pubblicizzati soprattutto attraverso la stampa e la televisione, ma in futuro le aziende si serviranno sempre più dei nuovi media, come per esempio i social media che i consumatori utilizzano in modo crescente. Gabriele Braggion , autore della campagna di comunicazione che ha accompagnato il lancio dei nuovi packaging di neoNisidinaLa confezione di neoNisidina Compresse mantiene coerentemente lo stesso family feeling (è del tutto simile all'altra), solo il fascio di luce che nell'altra confezione è in giallo, qui è in rosso, colore simbolico del dolore, che il farmaco promette di sconfiggere repentinamente. Foto: La scatola è in un blu autorevole, con logo, composizione e indicazioni terapeutiche in bianco; sul lato frontale a destra, l'immagine di tre fasci di luce centrifughi partono da una stella bianca, in modo da affermare il ruolo centrale di neoNisidina per il "ritorno alla luce", metafora del "traguardo salute". Nel riquadro la vecchia confezione di neoNisidina Foto: Sulla scatola del prodotto effervescente i tre fasci di luce sono in blu, azzurro e giallo: associazione cromatica suggerita dalla massiccia presenza degli agrumi del gruppo vitaminico C. Stefano Randone Fabrucci, amministratore delegato e socio di RBA design 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 70 (tiratura:6500) Una direttiva europea per contrastare la contraffazione Entrerà in vigore nel 2016 e si applicherà a tutti gli Stati membri la direttiva 2011/62/EU (FMD) a tutela dei pazienti e delle aziende produttrici contro la falsifi cazione dei farmaci . Una scadenza che sembra lontana, ma per le aziende farmaceutiche è già tempo di organizzarsi e di pensare a come adeguare le proprie linee di confezionamento Lauro Stagni Suscita grande allarme il forte aumento della produzione e commercializzazione di farmaci contraffatti, fenomeno criminoso che costituisce un grave rischio per la salute delle persone e un danno economico per l'industria farmaceutica. In tutto il mondo i governi stanno predisponendo nuove misure legislative per rendere più dif cile la contraffazione dei medicinali, misure basate principalmente su soluzioni di tracciabilità che consentano di veri care l'autenticità della singola unità di vendita. La maggior parte dei provvedimenti legislativi allo studio nei vari Paesi prevede che, ai ni della tracciabilità, su ogni singolo astuccio venga stampato un codice bidimensionale ECC 200 Datamatrix contenente un numero seriale. In Europa questo tipo di codi ca è reso obbligatorio dalla Falsi ed Medicines Directive (FMD), che entrerà in vigore nel 2016 e si applicherà a tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, sostituendo le eventuali norme nazionali esistenti a tutela dell'autenticità dei farmaci. La direttiva FMD si distingue dalle soluzioni messe a punto in altre parti del mondo perché associa il codice ECC 200 Datamatrix a un numero seriale generato in modo casuale. L'adeguamento alla direttiva FMD richiede alle industrie farmaceutiche uno sforzo signi cativo: le linee di confezionamento e i relativi sistemi di gestione dovranno infatti essere adattati alla nuova codi ca con una serie di interventi tecnici coordinati. È quindi consigliabile rivolgersi a partner che abbiano grande esperienza in materia di norme anticontraffazione con installazioni conformi alle legislazioni speci che di diversi Paesi. Fra questi spicca Domino che ha affrontato il tema della FMD creando un gruppo di esperti a livello europeo, specialisti di varie discipline, incaricati di studiare il problema in tutti i suoi aspetti, di monitorare l'evoluzione della normativa e di fornire consulenza ai clienti e ai distributori. Il gruppo svolge anche un'intensa attività di divulgazione tecnica rivolta a tutte le aziende farmaceutiche europee, attraverso una serie di seminari. In Italia le competenze di Domino sul tema della FMD sono divulgate da Nimax, distributore esclusivo nazionale, che , in occasione di Pharmintech , condurrà un seminario tecnico-informativo (vedi BOX) . Cosa prevede la direttiva FMD La Falsi ed Medicines Directive 2011/62/ EU (FMD) si applica a tutti i farmaci che richiedono la prescrizione medica - e anche una parte degli OTC - e riguarda tutti i soggetti della liera farmaceutica: produttori (compresi i generalisti), confezionatori e importatori. La direttiva comprende misure che riguardano diversi aspetti della produzione e distribuzione dei farmaci, tra cui il rafforzamento dei controlli e delle ispezioni sui principi attivi, nuove prescrizioni per le modalità di distribuzione, un albo delle farmacie online autorizzate alla vendita di farmaci via Internet ecc. La normativa prescrive inoltre che gli astucci siano dotati di un sigillo che renda evidenti eventuali manomissioni e, come detto, di un codice identi cativo univoco. Per quanto riguarda la codi ca, i dettagli della norma non sono ancora stati completamente de niti, ma alcuni elementi sono già noti con certezza: 1. il numero seriale dovrà essere univoco per ciascuna confezione e generato tramite algoritmo in modo casuale e non prevedibile; 2. il numero seriale e le altre informazioni (data di scadenza, numero di lotto ecc.) dovranno essere stampate sia in chiaro, per la lettura umana, sia sotto forma di codice ECC 200 Datamatrix, per identi cazione automatica tramite un lettore matriciale; 3. la codi ca con numero seriale sarà applicata anche agli imballi secondari; 4. a partire dal 1 gennaio 2016, in Europa non potranno più essere venduti farmaci che non rispettino la direttiva FMD. Ricordiamo che il codice ECC 200 Datamatrix, nella sua massima estensione, presenta numerosi vantaggi: consente di veicolare no a 3116 digit numerici e no a 2335 caratteri alfanumerici; impiega un algoritmo per la correzione degli errori che ne permette la leggibilità anche se parzialmente danneggiato e consente, in ne, la lettura omnidirezionale. Le caratteristiche della particolare codi ca utilizzata in ambito farmaceutico saranno determinate da tre tipi di prescrizioni: lo standard ISO/IEC 15415 (che descrive appunto il codice ECC 200 Datamatrix), le ulteriori SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 55 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Normativa Falsified Medicines Directive 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 70 (tiratura:6500) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 56 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato speci che de nite dallo standard GS1 (General Speci cation) e i requisiti speci ci de niti dalla FMD. Le problematiche connesse all'adeguamento L'adeguamento alla FMD porrà all'industria farmaceutica una serie di problemi tecnici non banali, la cui soluzione richiederà investimenti signi cativi; la spesa totale stimata a livello europeo è compresa tra 6,8 e 11 miliardi di euro. Le criticità sono legate in primo luogo alla stampa del codice ECC 200 Datamatrix, che richiede una risoluzione e una precisione dif cili da ottenere su una linea di packaging - cioè su cartoncini di qualità non sempre ottimale, che sono movimentati su nastri trasportatori ad alta velocità. Saranno quindi necessarie varie modi che alle linee di confezionamento, tra cui: la sostituzione delle stampanti utilizzate per la codi ca, con l'installazione di modelli capaci di stampare il codice ECC 200 Datamatrix sul particolare supporto utilizzato, nel rispetto dei parametri de niti dallo standard ISO/IEC 15415, dalle speci che GS1 e dalla FMD (de nizione, contrasto, colore, posizionamento del codice per lettura umana ecc.); nel caso delle stampanti inkjet, occorrerà anche scegliere il giusto tipo di inchiostro, in grado di resistere alla luce senza sbiadire, mentre per le stampanti laser potrà essere necessario valutare l'adeguatezza dell'astuccio (qualità del cartoncino, colore di fondo); l'aggiunta di sistemi di visione per veri care in linea la leggibilità del codice stampato (il ricorso alle telecamere è indispensabile nel caso di codici bidimensionali come ECC 200 Datamatrix e anche perché ogni astuccio riporta un codice diverso); eventuali miglioramenti meccanici ai nastri trasportatori degli astucci, per garantire un moto regolare (ricordiamo che il margine massimo di tolleranza sulla posizione dell'astuccio, durante la stampa, è pari alla metà delle dimensioni di un dot di stampa; ad esempio, una stampa con risoluzione di 180 dpi (dot di stampa = 0,14 mm) ammette una tolleranza massima sulla posizione pari a 0,07 mm. Oltre agli interventi legati direttamente alla stampa, sarà necessaria anche la creazione di un sistema informatico per la generazione casuale dei numeri seriali, la gestione del relativo database e lo scambio dei dati con gli altri soggetti della liera in conformità a GAMP 5 e 21-CFR 11. Come prepararsi Anche se la scadenza di gennaio 2016 può apparire lontana, è importante che le aziende farmaceutiche affrontino subito il problema dell'adeguamento alla FMD perché gli interventi da programmare ed eseguire sulle linee di confezionamento possono richiedere più tempo del previsto. L'approccio al problema dovrà essere olistico e multidisciplinare, per considerare nel loro insieme tutti i diversi aspetti precedentemente descritti: materiali, codi ca, visione, trasporto, gestione dei dati ecc. Per la singola azienda farmaceutica, però, riunire e coordinare così tante diverse competenze specialistiche potrebbe rivelarsi un compito dif cile ed oneroso; è quindi senz'altro consigliabile avvalersi dell'aiuto di un partner che abbia investito risorse per sviluppare un centro di competenza appositamente dedicato alla FMD. La prima realtà di questo tipo è nata nel 2011 in seno a Domino, produttore britannico di stampanti inkjet e codi catori laser, che ha accumulato una grande esperienza in materia di norme anticontraffazione con installazioni conformi alle legislazioni francese (CIP13), turca (ITS regulations) e italiana tramite Nimax (bollino farmaceutico). Domino, inoltre, sta mettendo a punto nuove stampanti capaci di generare autonomamente i numeri seriali casuali e non prevedibili, grazie a una tecnologia che l'azienda detiene in esclusiva per il settore farmaceutico. Va in ne ricordato che la gamma delle stampanti inkjet, degli inchiostri e dei codi catori laser Domino comprende prodotti adatti a ogni tipo di supporto (ad esempio anche al cartoncino non poroso), quindi la società è in grado di consigliare la migliore soluzione di codi ca senza dover necessariamente promuovere una speci ca tecnologia. In Italia le competenze di Domino sul tema della FMD sono disponibili attraverso il distributore esclusivo Nimax, che ha a sua volta intrapreso un'attività di divulgazione tecnica rivolta alle aziende farmaceutiche tramite seminari tecnici. PER APPROFONDIRE Per illustrare la complessità di questa tematica, Nimax ha organizzato un seminario tecnico-informativo il 18 aprile alle ore 14,30 a Bologna, in occasione di Pharmitech, che vedrà fra gli oratori Craig Stobie, Life Sciences Sector Manager di Domino UK; Giada Necci, New Solution Specialist di GS1 Italy/Indico-Ecr porterà un paio di testimonianze di come si stiano muovendo i leader del mercato. Informazioni e accredito gratuito: www.nimax.it/convegnofmd Foto: Afferenze dell'autore Ing. Lauro Stagni - Direttore Tecnico Nimax spa 12/03/2013 17:47 AGI Sito Web Sanita' : Federfarma , spesa farmaceutica Ssn cala del 9, 1% in 2012 (AGI) - Roma, 12 mar. - Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata SSN, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. "Con questo dato - commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce del bilancio sanita', a livelli inferiori a quelli del 2001". La riduzione della spesa farmaceutica convenzionata e' dovuta alla diminuzione del valore medio delle ricette (-9,3%), legata a vari fattori: i ripetuti tagli dei prezzi dei medicinali, le trattenute imposte alle farmacie, il progressivo aumento del numero di medicinali equivalenti e la distribuzione diretta o per conto di medicinali acquistati dalle ASL. Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa continua ad essere rilevante: nel 2012 e' stato, complessivamente, di circa 800 milioni di euro. Oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, le farmacie concorrono a limitare la spesa con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2012 un risparmio di oltre 536 milioni di euro, e con la quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, che vale oltre 73 milioni di euro. A tali pesanti oneri va aggiunta la trattenuta dell'1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile in circa 186 milioni di euro per il 2012. "Tutto cio' - spiega Annarosa Racca - rende sempre piu' difficile la situazione economica delle farmacie, specialmente nelle Regioni come Campania, Calabria, Lazio, ma anche Piemonte, nelle quali si verificano ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. La difficolta' del momento e' confermata anche dalle notizie del fallimento di alcune farmacie in Friuli e in Campania". Anche i cittadini, con i ticket, contribuiscono sostanzialmente nella stessa misura delle farmacie al contenimento della spesa. Le quote di partecipazione a carico dei cittadini crescono a seguito degli aumenti dei ticket a livello regionale, ma anche a causa del ricorso dei cittadini a medicinali di marca piu' costosi, con pagamento della differenza di prezzo rispetto all'equivalente meno costoso. "Quest'ultimo fenomeno - osserva il presidente di Federfarma e' alimentato dalle polemiche sull'efficacia dei generici e sulla sostituzione da parte del farmacista". Dall'analisi della composizione dei consumi di farmaci in regime di SSN emerge che nel 2012 i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria a maggior spesa pur facendo segnare, a parita' di consumi, un calo del -13,5% rispetto al 2011, a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo piu' basso. Da segnalare il forte calo della spesa (-14,5%) per farmaci antimicrobici, cui corrisponde una riduzione dei consumi: i cittadini hanno utilizzato quindi meno antibiotici, grazie anche alle varie campagne informative per promuoverne il corretto utilizzo. Per quanto riguarda le categorie di farmaci piu' prescritte, anche nel 2012 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che fanno segnare un sensibile aumento dei consumi rispetto al 2011 (+7,1%). All'interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori e aumenta quello ai betabloccanti. I dati sono in corso di pubblicazione sul sito www.federfarma.it, nella sezione 'Spesa farmaceutica'. (AGI) . SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 57 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ricerca e sviluppo 13/03/2013 Corriere di Chieri Pag. 15 La cifra autorizzata sfiora i 450 milioni di euro «Si possono fare programmi e monitorare la spesa» Un "budget preventivo" in attesa del "sì" della Regione. L'Asl To 5 si è portata avanti con i lavori e ha assegnato il fondo cassa 2013 ai centri di spesa dell'azienda: logistica e amministrazione, risorse limane e personale, i quattro distretti sanitari, i servizi di prevenzione, il comparto tecnico e l'ufficio di coordinamento delle attività territoriali. La cifra totale autorizzata dalla direzione sfiora i 450milioni di euro, ma ai settori verrà erogata con un con 10 % in meno: una sorta di assegnazione provvisoria che servirà ad andare avanti in attesa del "via libera della Regione". «Abbiamo cambiato modalità di lavoro - introduce Maurizio Dorè, direttore generale dell'Asl To 5 - In precedenza il budget veniva erogato a fine anno, ma questo limitava la gestione delle attività. Così abbiamo pensato di stanziarli adesso, affinchè sia possibile una corretta programmazione, monitorando comunque la spesa». L'entità delle risorse sarà infatti soggetta al controllo della struttura complessa di contabilità dell'azienda sanitaria, e potrà essere modificata ed eventualmente integrata alla luce dei «finanziamenti effettivamente riconosciuti», cioè i soldi che verranno stanziati direttamente ali'Asl To 5. Le somme assegnate sono il risultato delle previsioni degli stessi responsabili dei centri di spesa, in base all'andamento delle uscite dell'ultimo trimestre 2012. «Sono comunque da considerarsi provvisori - avverte Dorè - II lavoro di rivisitazione e verifica della Regione non è ancora terminato: va dipari passo con la riorganizzazione delle attività iniziate dalle Federazioni sovra zonali che, si prospetta, potranno garantire una migliore ottimizzazione». La quota più alta, 169milioni di, va per gli stipendi del personale: di questi, 66milioni ai dipendenti del comparto, 23 per le convenzioni con i medici di base, 5,4 per i pediatri di libera scelta e 1,7 per le guardie mediche. Un grossa fetta è dedicata all'Ucat, ufficio di coordinamento delle attività territoriali. L'azienda ha previsto una spesa di 77,9 milioni: per ora ne sono stati autorizzati 70. All'Ucat fanno riferimento tutte le attività e gli organismi territoriali per garantire, in particolar modo, i processi derivanti dalle dimissioni ospedaliere, interne ed esterne all'Asl To5, che necessitano di continuità assistenziale domiciliare o in residenze convenzionate, dunque pazienti anziani, disabili, affetti da alzheimer. La spesa maggiore, circa di 47milioni, è infatti destinata ai ricoveri in strutture ospedaliere private accreditate e case di cura. Mentre meno della metà, 17milion,i è dedicata all'assistenza residenziale. Una quota intorno ai 12milioni di euro è stata prevista per la riabilitazione. «I responsabili dei centri di spesa sono comunque autorizzati a un gestione dinamica delle risorse - precisa il direttore - E possono effettuare una diversa ripartizione fra le voci, restando comunque all'interno del budget che gli è stato assegnato e rimanendo coerenti con le attività programmate». Per la prevenzione oncologica è stato previsto circa un milione, mentre per l'acquisto di prestazioni di assistenza residenziale e semi residenziale delle tossicodipendenze, cioè le attività del Sert, sono stati assegnati 3,2 milioni. "L'assistenza farmaceutica erogata da farmacie", cioè i farmaci delle ricette mutuabili, costa all'Asl quasi 43 milioni, a cui si aggiungono 9 milioni per i farmaci distribuiti ai pazienti direttamente dall'Asl. «La spesa farmaceutica è in effetti una delle vocipiù dispendiose - soppesa Dorè - Con l'andar del tempo, grazie al maggior controllo sulla prescrizione dei farmaci e alla scadenza di alcuni brevetti, andrà diminuendo». Potrebbero invece aumentare i fondi destinati ad altri servizi: «Ad aprile dovremmo inaugurare la nuova ala dell'ospedale, quindi libereremo diversi immobili - prospetta Dorè - Palazzo Capra e palazzo Diverio, per esempio. Chiudendo anche i contratti di affitto andremo a risparmiare almeno 200mila euro che potremo reinvestire altrove». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 58 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un "budget" preventivo in attesa del sì regionale 13/03/2013 La Provincia di Cremona - Ed. nazionale Pag. 18 (diffusione:22748, tiratura:28110) Tensione all'Afm Sono 12 gli esuberi Tensione all'Azienda Farmaceutica Municipalizzata, (Afm) a partecipazione pubblica: 22 per cento del Comune di Cremona e 78 per cento di proprietà di Admenta, multinazionale tedesca del farmaco. I dipendenti si sono riuniti in assemblea per valutare la situazione occupazionale con la dichiarazione di esubero di 12 dipendenti. Da diversi anni l'Azienda chiude con bilanci molto positivi e fino al primo trimestre 2012 si è sempre contraddistinta per la correttezza delle relazioni sindacali, rispetto delle norme e del contratto e per la grande attenzione ad avere un buon rapporti con i propri dipendenti. Dal mese di aprile dello scorso anno Admenta ha radicalmente cambiato il modo di affrontare i problemi legati alla riduzione della spesa, alla crisi montante e presente anche in questi settori, incrementata dall'aumento della concorrenza (parafarmacie). Si è arrivati a oggi, dove appunto si dichiarano in esubero 12 dipendenti, tutti i commessi-coadiutori che non sono più funzionali alla nuova organizzazione del lavoro che Afm intende inserire nelle Farmacie, esclusivamente perché non possono per legge vendere farmaci. Non è previsto e richiesto l'intervento della cassa integrazione (ammortizzatore sociale) in quanto l'Azienda non ha bilanci in negativo. A fronte di questa situazione, l'assemblea dei dipendenti Afm unitamente alle organizzazioni sindacali di categoria Fisascat-Cisl e Filcams-Cgil 'esprimono forte preoccupazione per la messa in discussione dei posti di lavoro in conseguenza della nuova organizzazione del lavoro'. Inoltre 'non prevede l'azzeramento delle loro mansioni, ma lo spostamento sulle spalle dei farmacisti dei compiti prima assegnati ai commessi-coadiutori'. Il sindacato unitamente alla Rsu aziendale ha fatto svariate proposte all'Azienda con l'intento di azzerare o drasticamente ridurre il numero degli esuberi, ma ha ricevuto solo 'risposte negative o ampiamente insufficienti'. L'assemblea dei dipendenti, la Rsu e le organizzazioni sindacali chiedono che 'ci sia un deciso cambiamento di atteggiamento al tavolo della trattativa da parte dell'Azienda più conciliante e partecipativo, che possa consentire alle parti di raggiungere un accordo soddisfacente'. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 59 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 18 Farmaceutica . Dipendenti, sindacati e Rsu chiedono un ripensamento 13/03/2013 Medicina Naturale - N.1 - febbraio 2013 Pag. 9 (tiratura:5000) Farmaci equivalenti: qual è stato l'impatto della spending review? Franco Travaglini Un'indagine realizzata dall'Istituto di Ricerca Medi-Pragma dal titolo "Farmaci Equivalenti: l'impatto della Spending Review" ha analizzato per la prima volta i comportamenti, le opinioni e i trend di chi effettivamente utilizza i farmaci equivalenti: Medici di Medicina Generale, Farmacisti e popolazione over65. La maggioranza assoluta di medici (83%) e farmacisti (61,3%) mostra scetticismo verso il reale impatto, in termini di riduzione della spesa farmaceutica, della norma contenuta nella spending review. Due medici su tre non intendono modifi care il proprio atteggiamento prescrittivo verso gli equivalenti, e l'82% ritiene che la norma rappresenti una limitazione della propria libertà prescrittiva. D'altro canto i farmacisti hanno sensibilmente aumentato negli ultimi mesi le operazioni di sostituzione da farmaco di marca a equivalente (+11,3%), ma oltre la metà dei pazienti in farmacia chiede il prodotto di marca. Per quanto riguarda la popolazione generale, aumenta la conoscenza della norma, ma diminuisce il consenso: otto italiani su dieci conoscono le novità introdotte dalla spending review, ma dopo un'iniziale adesione alle innovazioni introdotte, si riduce sensibilmente il consenso nei confronti dei contenuti relativi alla prescrizione e dispensazione dei farmaci generici. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 60 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato attualità / In pillole 12/03/2013 05:45 IlFarmacistaOnline.it Sito Web Il livello della convenzionata scende così sotto quello registrato nel 2001. Diminuisce il costo per ricetta (9,3%). Tra i motivi l'aumento del ticket, il taglio dei prezzi, le trattenute imposte alle farmacie , la crescita dei generici e della distribuzione diretta e per conto. I dati di Federfarma . 12 MAR - Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata SSN, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. "Con questo dato - commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce del bilancio sanità, a livelli inferiori a quelli del 2001". La riduzione della spesa farmaceutica convenzionata è dovuta alla diminuzione del valore medio delle ricette (-9,3%), legata a vari fattori: i ripetuti tagli dei prezzi dei medicinali, le trattenute imposte alle farmacie, il progressivo aumento del numero di medicinali equivalenti e la distribuzione diretta o per conto di medicinali acquistati dalle ASL. Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa sottolinea Federfarma - continua ad essere rilevante: nel 2012 è stato, complessivamente, di circa 800 milioni di euro. Oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, le farmacie concorrono a limitare la spesa con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2012 un risparmio di oltre 536 milioni di euro, e con la quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, che vale oltre 73 milioni di euro. A tali pesanti oneri va aggiunta la trattenuta dell'1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile in circa 186 milioni di euro per il 2012. "Tutto ciò - spiega Annarosa Racca - rende sempre più difficile la situazione economica delle farmacie, specialmente nelle Regioni come Campania, Calabria, Lazio, ma anche Piemonte, nelle quali si verificano ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. La difficoltà del momento è confermata anche dalle notizie del fallimento di alcune farmacie in Friuli e in Campania". Anche i cittadini, con i ticket, contribuiscono sostanzialmente nella stessa misura delle farmacie al contenimento della spesa. Le quote di partecipazione a carico dei cittadini crescono a seguito degli aumenti dei ticket a livello regionale, ma anche a causa del ricorso dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con pagamento della differenza di prezzo rispetto all'equivalente meno costoso. "Quest'ultimo fenomeno - osserva il presidente di Federfarma - è alimentato dalle polemiche sull'efficacia dei generici e sulla sostituzione da parte del farmacista". L'incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è passata dal 10,7% del 2011 al 12% del 2012. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un'incidenza sulla spesa lorda tra il 13% e il 15,2%. L'aumento dell'onere a carico dei cittadini è legato agli interventi sui ticket adottati a livello regionale, ma soprattutto al ricorso da parte dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con conseguente pagamento della differenza di prezzo rispetto all'equivalente di prezzo più basso, in misura rilevante a seguito delle polemiche sull'efficacia dei medicinali generici e sulla sostituzione da parte del farmacista, polemiche che creano diffidenza nei cittadini. Nelle Regioni che non applicano ticket sui farmaci, la quota dovuta al pagamento del differenziale rispetto al medicinale di marca più costoso ha un'incidenza sulla spesa lorda che va dal 5,6% all'8,4%. Se si considerano le sole quote relative ai ticket sui farmaci introdotte a livello regionale (escludendo, quindi, gli importi relativi alla differenza di prezzo tra farmaco di marca più costoso ed equivalente), emerge che i cittadini e le farmacie contribuiscono in misura pressoché equivalente al contenimento della spesa farmaceutica convenzionata. Dall'analisi della composizione dei consumi di farmaci in regime di SSN emerge che nel 2012 i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria a maggior spesa pur facendo segnare, a parità di consumi, un calo del -13,5% rispetto al 2011, a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso. Da segnalare il forte calo della spesa (14,5%) per farmaci antimicrobici, cui corrisponde una riduzione dei consumi: i cittadini hanno utilizzato quindi meno antibiotici, grazie anche alle varie campagne informative per promuoverne il corretto utilizzo. Per quanto riguarda le categorie di farmaci più prescritte, anche nel 2012 si collocano al primo posto gli inibitori SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 61 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spesa farmaceutica . Continua il calo: - 9,1% nel 2012. Grazie a generici, ticket, "sconti" e diretta 12/03/2013 05:45 IlFarmacistaOnline.it Sito Web SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013 62 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che fanno segnare un sensibile aumento dei consumi rispetto al 2011 (+7,1%). All'interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori e aumenta quello ai betabloccanti. VITA IN FARMACIA 53 articoli 13/03/2013 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) Caso urgente, ma rianimazioni piene Manca disponibilità e l'elicottero non può volare per nebbia Paziente dirottato in ambulanza dalla Val Brembana a Cremona Due ore di strada non sono la causa della morte, ma sono un fattore di rischio Stefano Zenoni direttore sanitario Il caso Omar è morto a Cremona, ma le sue condizioni erano già molto gravi Simone Bianco Quando i posti letto nelle terapie intensive della provincia di Bergamo sono tutti pieni, l'ospedale più vicino può diventare quello di Cremona. E se quel giorno l'elicottero del 118 non può volare, arrivare in un ospedale fuori provincia può richiedere anche due ore. È successo sabato scorso a un paziente ricoverato a San Giovanni Bianco: Omar Carrara aveva 24 anni, le sue condizioni apparivano già molto critiche ai medici del presidio brembano, che pure hanno tentato di trasferirlo in una struttura con terapia intensiva; negli ospedali bergamaschi non c'era posto, il trasferimento fuori provincia è stato l'unica strada da percorrere. Omar è morto a Cremona sabato pomeriggio per l'occlusione intestinale che aveva in corso da ore, ieri nel suo paese natale, Serina, si è tenuto un funerale pieno di gente che ha testimoniato l'affetto verso il ragazzo e la sua famiglia. Omar, che è sulla sedia a rotelle per una disabilità dalla nascita, arriva al pronto soccorso di San Giovanni Bianco sabato mattina, lamentando forti dolori all'addome. Un primo trattamento farmacologico sembra dare risultati positivi, poi la situazione si aggrava e i medici considerano necessario un intervento chirurgico. A San Giovanni Bianco non si può fare, perché manca la struttura di terapia intensiva necessaria alla fase postoperatoria: i sanitari si attaccano al telefono cercando la disponibilità nelle altre strutture bergamasche. La risposta è la stessa per tutti gli ospedali: la terapia intensiva non ha posti letto liberi, né a Bergamo, al Papa Giovanni XXIII e alle Cliniche Gavazzeni, né a Seriate e Treviglio. La ricerca di un letto in rianimazione porta a Cremona, si scopre però che l'elicottero non potrà effettuare il trasferimento, perché nella città di destinazione ci sono condizioni meteo non adeguate: nebbia. Il tentativo, pur sapendo che per Omar le speranze sono molto poche, viene fatto comunque e si parte per Cremona in ambulanza, un viaggio che dura due ore. All'arrivo i medici fanno il possibile, senza risultati. «Questo ospedale ci ha messo tutto l'impegno possibile per aiutare Omar», dice il direttore sanitario del presidio di San Giovanni Bianco, Stefano Zenoni. E di questo impegno sono convinti anche gli stessi familiari di Omar. Ma, se è vero che il caso del giovane di Serina era molto particolare, quello che è successo interroga sulla capacità della rete ospedaliera bergamasca di rispondere a un'emergenza, proprio quando si verificano condizioni particolari. La distanza di 120 chilometri tra San Giovanni Bianco e Cremona, anziché i 27 km da Bergamo, possono fare la differenza per un paziente. È lo stesso Zenoni ad ammetterlo: «Se non possiamo dire che due ore di ambulanza sono la causa di una morte, di sicuro sono un fattore che aumenta i rischi per un paziente. Il nostro ospedale è un avamposto in un territorio montano, che ha bisogno di lavorare in rete con il resto degli ospedali del territorio: un meccanismo che funziona se esiste una vera "filiera corta". Interrogarsi sull'efficienza della rete, di fronte a casi come questo, è legittimo. Sappiamo però, ad esempio, che una grande struttura come il Papa Giovanni XXIII è sotto pressione per il recente trasferimento e proprio in terapia intensiva ha dovuto affrontare situazioni come la presenza dell'aspergillo, che ne ha rallentato l'attività». I problemi di una struttura come quella di San Giovanni Bianco possono diventare gravi quando i collegamenti non sono rapidi ed efficaci. L'elicottero che non può intervenire, come è successo sabato, trasforma una distanza relativamente breve, da coprire in volo, in un viaggio lungo in ambulanza. «Purtroppo, quando c'è nebbia o ci sono altre condizioni meteo avverse, non c'è elicottero che possa alzarsi - spiega Oliviero Valoti, responsabile provinciale del 118 -, nemmeno quelli abilitati per il volo notturno». Il 118 ha tra i propri compiti proprio quello dello smistamento delle emergenze: «La possibilità di non trovare posti letto necessari per un intervento o per il decorso postoperatorio esiste, non capita frequentemente ma capita. In VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 64 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I guai della sanità 13/03/2013 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 65 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quel caso però, trasferire un paziente fuori provincia non richiede tempi troppo lunghi, purché sia possibile usare l'elicottero». [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA 27 Foto: i chilometri che dividono San Giovanni Bianco da Bergamo dove si trova l'ospedale più vicino a quello presente nel comune della val Brembana. Quando si verificano emergenze particolarmente gravi, i pazienti sono dirottati in altre strutture 13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia Pag. 1.5 (diffusione:619980, tiratura:779916) Bufera nella sanità , manette al Mellini In cella il direttore amministrativo, indagato il direttore generale Intercettati Nel luglio 2012 filmata la consegna di una busta da 33 mila euro Wilma Petenzi L'onda della nuova bufera che colpisce la sanità lombarda ha raggiunto anche il «Mellino Mellini» di Chiari. Il direttore amministrativo Pier Luigi Sbardolini, 62 anni, milanese è finito in manette ieri mattina con l'accusa di corruzione: avrebbe preso 33 mila euro per agevolare un raggruppamento di imprese nell'aggiudicazione di un appalto quando era tra i manager dell'azienda ospedaliera San Paolo di Milano (è rimasto in carica dal 16 gennaio al 31 gennaio 2011). Nell'ambito della stessa inchiesta, che ha portato in carcere sette persone, è indagato anche Danilo Gariboldi, attuale direttore generale dell'azienda ospedaliera di Chiari, pure lui manager dell'ospedale milanese. La bufera ha scosso non poco il «Mellino Mellini». Per l'intera mattinata gli uomini della Dia di Milano sono rimasti negli uffici dell'ospedale a verificare e acquisire documentazione. Non avevano segnalato la loro presenza, erano in abiti civili e con le auto senza contrassegni tanto che i vigili hanno multato le vetture lasciate davanti all'ospedale. E proprio all'ospedale «Mellino Mellini» di Chiari è stata effettuata la telefonata in cui è stato concordato l'incontro per il pagamento della tangente. Il versamento di 33 mila euro che, per l'accusa, è solo «quota parte di una maggior somma pattuita per aver compiuto e per aver fatto compiere atti contrari al dovere di ufficio in relazione ai contenuti del bando di gara, alla valutazione delle offerte e alla conseguente aggiudicazione al raggruppamento di imprese G.E. Medical System Italia Spa-Tesi srl-Hermez Italia srl-Revi srl nel dicembre 2009 per il servizio di manutenzione (dal primo marzo 2010 al 28 febbraio 2015) delle attrezzature elettromedicali dell'azienda ospedaliera San Paolo per un importo complessivo netto di aggiudicazione pari a euro 8.884.400». Per l'accusa, c'è una precisazione firmata di pugno da Sbardolini l'8 agosto del 2008 («correggere e vedere le mie annotazioni») che è finita agli atti, nel bando di gara sarebbe stato inserito un meccanismo di calcolo del punteggio che ha penalizzato l'offerta economicamente più vantaggiosa: una maggior spesa per l'ospedale, e quindi per la sanità pubblica, pari a 242mila euro. Una decisione che non convince i membri esterni della commissione aggiudicatrice degli appalti (in cui sedeva anche Gariboldi), che fanno mettere a verbale la loro perplessità e che, interrogati dalla Dia, ribadiscono il loro stupore per le modalità di aggiudicazione. La chiamata per fissare l'incontro tra Sbardolini e Giuseppe Lo Presti, titolare della Hermex, operante per conto del raggruppamento di imprese aggiudicatario dell'appalto, è del 9 luglio scorso. Lo Presti ha già sentito in precedenza Sbardolini rassicurandolo «non mi sono dimenticato» e facendo riferimento ad «alcuni esami» da portare. Per i procuratori milanesi il riferimento è alla provvista di denaro, la tangente promessa per la vincita dell'appalto del 2009 e non ancora incassata. Lo Presti cerca Sbardolini al cellulare inutilmente e allora chiama il centralino dell'ospedale e chiede di parlare con il direttore amministrativo: la segretaria non lo trova e invita a richiamare più tardi. Ma alle 16.20 è Sbardolini a richiamare Lo Presti dicendo di voler ricevere «buone notizie». Anche in questo caso, per l'accusa, è chiaro il riferimento al pagamento. Sbardolini e Lo presti si accordano per incontrarsi due giorni dopo a Milano, al termine della giornata di lavoro, quando il manager rientra nella città di residenza. Nel frattempo Lo Presti prende contatto con gli altri referenti della cordata per raccogliere i soldi promessi. E prega di non perdere tempo «gli ho detto mercoledì, se adesso chiamo e gli dico giovedì... mi salta tutto». Le telefonate sono tutte intercettate dalla Dia, così come la consegna di denaro è ripresa con una telecamera. L'11 luglio 2012 alle 16.50 Sbardolini chiama Lo Presti e lo avvisa che sarà a Milano alle 17.30: dieci minuti dopo l'orario indicato il direttore amministrativo dell'ospedale di Chiari arriva al binario 16 della stazione Centrale e raggiunge via Filzi, luogo dell'incontro. Il manager ha VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 66 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta Tangenti per appalti al S. Paolo. I soldi consegnati a Milano, ma la telefonata per l'accordo partita da Chiari 13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia Pag. 1.5 (diffusione:619980, tiratura:779916) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 67 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato una valigetta color marrone chiaro e una copia de Il Sole 24Ore, sale sull'auto di Lo Presti che con la busta bianca in mano gira attorno alla macchina per salire al posto di guida. Quando Sbardolini scende dall'auto - ci sono le riprese - infilata nel giornale ha la busta bianca in cui l'accusa ha le prove che Lo Presti abbia infilato 33 mila euro. Il pagamento della tangente è registrato. Ma per l'accusa esiste un vero e proprio metodo Sbardolini: il manager della sanità «incontra altri imprenditori del settore con modalità sostanzialmente sovrapponibili e dispone abitualmemte di somme di denaro in contanti occultate in buste e all'interno della propria abitazione». Di questa abitudine parlano anche la moglie e il figlio di Sbardolini, sono in auto, ma le cimici della Dia non perdono nemmeno uno scambio di battute: «Non abbiamo ancora scoperto dove ha nascosto i suoi soldi... e pure ieri mattina li ha presi da lì in camera». Un metodo che ha fatto scattare le manette. Per il giudice c'è il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Perquisizioni e arresti Foto: I protagonisti Qui a fianco: la sede amministrativa dell'azienda ospedaliera Mellino Mellini visitata ieri dagli agenti della Dia (Fotogramma/Campanelli). Sopra: il direttore amministrativo Pier Luigi Sbardolini finito in manette a Milano e il direttore generale, Danilo Gariboldi indagato per la medesima vicenda (Foto Stefano Cavicchi) 13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia Pag. 5 (diffusione:619980, tiratura:779916) Nei guai anche Pedrini, lavorò per la Rizzi Tra i 13 indagati finiti nell'inchiesta «Cueva» oltre a Danilo Gariboldi, attuale direttore generale dell'azienda ospedaliera di Chiari, c'è anche Alessandro Pedrini (nella foto), figlio di Renato, attuale direttore generale dell'Asl di Valle Camonica. Pedrini è stato capo della segreteria dell'assessore regionale allo Sport Monica Rizzi (Lega), e proprio la nomina del padre, ex sindaco Pd di Bormio, a direttore generale dell'Asl camuna venne vista come un «regalo» da parte della leghista a un parente di un prezioso collaboratore. Illazioni che non piacquero all'assessore, nè tantomeno al diretto interessato. Immediata la replica: la scelta era dettata dalle competenze di Renato Pedrini, esperto di tematiche e di problemi legati alle persone che vivono nei luoghi montani. Tornando all'inchiesta non sono mancate reazioni alla nuova vicenda che coinvolge la sanità lombarda. «Trasparenza e correttezza nella gestione della sanità lombarda» è chiesta da Gian Antonio Girelli, consigliere regionale e responsabile della Sanità del Pd lombardo. «L'ennesima iniziativa giudiziaria che ha coinvolto in modo pesante la sanità lombarda fa molto riflettere su quanto vada fatto per riportare trasparenza e correttezza nella gestione di un settore socialmente ed economicamente tanto rilevante - scrive in una nota Girelli - I cittadini lombardi hanno dato a Maroni la responsabilità di guidare la regione, a noi il compito di proporre e controllare. Chiedo con fermezza al presidente Maroni di mettere in atto tutte le azioni volte a rimuovere ogni situazione di scorretta e dubbia gestione». E la Funzione pubblica della Cgil chiede alla nuova giunta a al governatore Maroni di «aprire un confronto tra le parti sociali per ricostruire un rapporto di fiducia ormai totalmente compromesso». RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 68 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli indagati 13/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) Un altro scandalo in Regione Il «sistema» e gli intrecci dei lobbisti vicini a Pdl-Lega La corruzione In cella Luigi Gianola, manager della Valtellina. Indagati Mariani e Corno Simona Ravizza Nel nuovo scandalo per corruzione della sanità lombarda stavolta sono coinvolti personaggi che appartengono al Pdl e alla Lega. Ma lo schema è molto simile quello emerso nelle recenti indagini sul San Raffaele e la Maugeri, che hanno visto come lobbista Piero Daccò e hanno coinvolto uomini legati a Comunione e liberazione. Questa volta gli intermediari incriminati sono due. Uno è Leonardo Boriani, ex direttore della Padania (il quotidiano del Carroccio). L'altro è l'ex consigliere regionale di Forza Italia, Massimo Guarischi. Boriani è accusato di aver fatto da tramite tra l'imprenditore Giuseppe Lo Presti e il direttore generale Luigi Gianola (Valtellina), come lui in quota Lega. L'obiettivo era di fare ottenere a Lo Presti un appalto per forniture ospedaliere da 8 milioni e 950 mila euro «con un indebito trattamento di favore» in cambio di una tangente a Gianola. Tutti e tre adesso sono in carcere. Poco diversa è la vicenda di Guarischi, che si muoveva, secondo la Procura, per fare avere un canale preferenziale negli appalti - sempre per conto di Lo Presti - con manager vicini al Pdl, come Simona Mariani (Cremona) e Gerolamo Corno (Istituto dei tumori), entrambi indagati (precisa in una nota stampa l'Istituto dei tumori: «La società Hermex qui non ha mai vinto nessun bando di gara»). Gli altri protagonisti della Sanità coinvolti sono Pierluigi Sbardolini (arrestato) e Danilo Gariboldi (indagato): tutti e due sono stati contemporaneamente ai vertici dell'ospedale San Paolo, uno come direttore amministrativo, l'altro come direttore sanitario (poi Gariboldi ha fatto carriera ed è diventato direttore generale a Chiari, dove s'è portato Sbardolini). Attenzione: il San Paolo non è un ospedale qualunque. Da lì ha fatto il salto nel vuoto Pasquale Libri, un funzionario guarda caso proprio del settore appalti, legato a un manager compromesso con la 'ndrangheta come Carlo Antonio Chiriaco (condannato a 13 anni di carcere). Altro strano legame: al momento dell'arresto, Antonio Chiriaco era direttore sanitario dell'Asl di Pavia, dov'era contemporaneamente direttore generale Simona Mariani, ora indagata nel nuovo filone d'indagini. I manager degli ospedali sono accusati di avere truccato (o di avere avuto contatti per truccare) le gare d'appalto. Ma il tutto non sarebbe potuto avvenire - come emerge sempre dalle carte della Procura - senza i giusti «ganci» in Regione. Ecco allora finire sotto inchiesta anche il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina (Pdl, al suo quarto avviso di garanzia) e Alessandro Pedrini, ex capo di gabinetto dell' assessore leghista allo Sport, Monica Rizzi. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 69 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dopo i casi San Raffaele e Maugeri 13/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) « Sanità , forniture sospette in tutta la Lombardia» Mazzette: sette arresti dell'Antimafia. Tredici gli indagati, anche l'ex dg Lucchina Cesare Giuzzi C'è un salto nel vuoto ancora avvolto nel mistero. Il suicidio di Pasquale Libri, funzionario del settore appalti del San Paolo, morto il 19 luglio di tre anni fa dopo un volo di 8 piani lungo una scala antincendio dell'ospedale. Libri aveva rapporti stretti con il padre-padrone della sanità pavese Carlo Antonio Chiriaco, condannato per i suoi rapporti con la 'ndrangheta a 13 anni di carcere. E nelle carte dell'inchiesta Infinito del 13 luglio 2010 c'erano diverse telefonate tra i due nelle quali si parlava anche di 'ndrangheta, affari e business della sanità in Lombardia. Dall'inchiesta sul (presunto) suicidio del 37enne Libri, aperta inizialmente per omicidio, gli investigatori della Direzione investigativa antimafia sono arrivati al procedimento «La Cueva» che ha portato ai sette arresti di ieri per tangenti nelle forniture di macchinari ospedalieri agli ospedali lombardi. Esempio di eccellenza, la sanità lombarda, ma non solo, come ha sottolineato il capocentro della Dia, il colonnello Alfonso Di Vito assieme al direttore nazionale, Arturo De Felice: «Il quadro generale che emerge è quello dell'opacità complessiva nel settore delle forniture sanitarie lombarde». Il caso rischia di trasformarsi in un terremoto politico, ancora prima dell'insediamento della giunta Maroni. Il neogovernatore ha garantito la massima trasparenza: «Il mio impegno prioritario è mettere in sicurezza il sistema sanitario lombardo e le sue eccellenze, combattendo senza tregua il malaffare». Umberto Ambrosoli, ha chiesto a Roberto Maroni un «chiaro segnale di discontinuità» rispetto alla gestione Formigoni. Per il Carroccio c'è anche il contraccolpo dell'arresto dell'ex direttore della Padania Leonardo Boriani. Il «collettore» delle tangenti insieme all'ex consigliere regionale Massimo Guarischi, secondo le accuse dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio. Nel luglio 2012 Boriani viene intercettato al telefono con l'imprenditore Giuseppe Lo Presti (anche lui arrestato): «Poi dopo mi fai incontrare... grande Roberto?», chiede Lo Presti. «Yes detto anche "Bob one". Invece di Bobo lo abbiamo nominato "Bobo numero uno"». La conversazione prosegue, si parla della Lega Nord in quel periodo alle prese con l'affaire Belsito: «Casini su casini dentro, ogni giorno che aprono un cassetto scoprono cose nuove...», dice Boriani. «Bossi ha detto che comanda ancora lui», sottolinea Lo Presti. Se il ruolo dell'ex direttore della Padania viene delineato dagli investigatori con filmati e intercettazioni, nelle 321 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabio Antezza ci sono molti punti ancora da chiarire. Nei capi d'imputazione si parla di «ignoti pubblici ufficiali dell'assessorato regionale alla Sanità e della giunta regionale» come destinatari delle tangenti. Gli investigatori, oltre ai sette arresti e ai 13 avvisi di garanzia (uno anche per il direttore uscente della Sanità regionale Carlo Lucchina), hanno eseguito cinquanta perquisizioni: gli ospedali di Chiari, Sondrio, Cremona, Como, il San Gerardo di Monza e l'Istituto dei tumori. Dall'analisi dei documenti, oltre che da quella dei conti bancari, potrebbero emergere chiarimenti sulle «tangenti» pagate dagli imprenditori. Un sistema che - stando alle accuse della Procura - l'ex direttore amministrativo del San Paolo Pier Luigi Sbardolini aveva «esportato» anche dopo il passaggio alla guida dell'ospedale di Chiari. L'indagine parte proprio da un appalto anomalo dell'ospedale milanese che era passato anche sulla scrivania del funzionario morto suicida. Il costo delle «dazioni» veniva recuperato facendo «lievitare» i costi dell'appalto: «Ora dovranno spuntare un 20% in più», dicevano gli imprenditori intercettati. RIPRODUZIONE RISERVATA PIER LUIGI SBARDOLINI (D.A. OSPEDALE DI CHIARI) LUIGI GIANOLA (D.G. A.O. VALTELLINA) GEROLAMO CORNO (D.G ISTITUTO NAZIONALE TUMORI) SIMONA MARIANI (D.G. OSPEDALE DI CREMONA) DANILO GARIBOLDI (D.G. OSPEDALE DI CHIARI) CARLO LUCCHINA (D.G. SANITA' REGIONE LOMBARDIA) ALESSANDRO PEDRINI (EX CAPO GABINETTO ASSESSORE MONICA RIZZI) GIUSEPPE BARTESELLI (DIRIGENTE SAN GERARDO DI MONZA) OSPEDALE SAN VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 70 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lo scandalo Inchiesta partita dal suicidio di Libri, legato a Chiriaco, il boss del sistema pavese condannato per rapporti con la 'ndrangheta 13/03/2013 Corriere della Sera - Milano Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PAOLO OSPEDALE DI SONDRIO VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 71 13/03/2013 Corriere della Sera - Roma Pag. 4 (diffusione:619980, tiratura:779916) Prosciolti Storace e Angelucci Francesco Storace e l'imprenditore della Sanità Giampaolo Angelucci sono stati prosciolti dalle accuse di corruzione per una vicenda legata ad un finanziamento da 7 milioni di euro in seguito al riconoscimento di carattere scientifico concesso al centro ospedaliero San Raffaele. Lo ha stabilito il gup Giacomo Ebner, che ha prosciolto i due con la formula «perché il fatto non sussiste». Il pm aveva chiesto la prescrizione delle contestazioni. Secondo l'accusa, caduta oggi, Storace quando era ministro della Salute aveva firmato un decreto che prevedeva un investimento di diversi miliardi nella ricerca scientifica. Tra i destinatari dei finanziamenti c'era anche la clinica della Pisana, di proprietà della Tosinvest. «Chi mi chiederà scusa adesso», ha commentato l'ex governatore. RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 72 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Corruzione 13/03/2013 Corriere della Sera - Roma Pag. 5 (diffusione:619980, tiratura:779916) Uccisa dall'antibiotico Aperta l'inchiesta per omicidio colposo La donna, allergica, non è stata curata Francesco Di Frischia La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulla morte di Linda Sabatini, la donna di 36 anni morta il 9 marzo scorso (come scritto ieri dal Corriere della Sera): la donna, che viveva al Salario con la famiglia, soffriva da anni di «sensibilità chimica multipla» (Mcs), cioè una gravissima e rarissima forma di intolleranza, simile a un'allergia, a molte sostanze chimiche (detersivi, disinfettanti, profumi, farmaci, ma anche superfici plastiche per ingestione, contatto e inalazione, anche in minime quantità). Queste sostanze infatti causano crisi respiratorie fino allo shock anafilattico. A ottobre scorso, per affrontare una grave problema ai denti, le era stato prescritto un antibiotico, ma la paziente dopo un primo periodo nel quale sembrava essere riuscita a tollerare il farmaco, ha iniziato a debilitarsi, giorno dopo giorno. Inutili si sono rivelati gli allarmi lanciati dai familiari e dall'associazione Anchise, che segue i malati di Mcs, per chiedere agli ospedali romani di assistere Linda: «Nelle ultime settimane di vita mia sorella non riusciva neanche a camminare - ha raccontato Paola Sabatini, 40 anni - e aveva ematomi in tutto il corpo. Abbiamo chiesto aiuto a tutti, ma nessun ospedale è stato in condizioni di aiutarla». L'associazione Anchise ha voluto denunciare «l'inaccettabile indifferenza nei confronti dei malati di Mcs a livello istituzionale e sanitario - attacca la presidente Ester Lupo -. Anche noi abbiamo diritto alla tutela della salute». Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha ipotizzato contro ignoti il reati di omicidio colposo ed ora le indagini saranno indirizzate all'identificazione di chi ha disposto il metodo di cura che poi è sfociato nella morte della paziente. Secondo il risultato dei primi accertamenti i famigliari non avrebbero trovato negli ospedali capitolini aree attrezzate: infatti per ricoverare un paziente con Mcs è necessario effettuare prima una «bonifica degli ambienti» che nessuna struttura ha pensato di eseguire. Perchè? RIPRODUZIONE RISERVATA 75 Foto: giorni L'agonia di Linda Sabatini, tra rabbia e speranze, è durata due mesi e mezzo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 73 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Malasanità Verifiche sull'odissea nei pronto soccorso 13/03/2013 La Repubblica - Milano Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ambrosoli: "Stacchi la spina alle vecchie consorterie" L'annuncio dopo gli ultimi arresti "Modificherò la legge 31 per rendere impossibile l'infiltrazione del malaffare" Ancora tensioni nel Pdl per la composizione della giunta Santanchè "Io voglio una donna" ANDREA MONTANARI RODOLFO SALA SARÀ il primo atto della nuova giunta del Pirellone: avviare la riforma della legge regionale 31, quella che dal 1997 "regola" la sanità lombarda. E che costituisce l'architrave del quasi ventennio di dominio formigoniano. Bobo Maroni ha rotto gli indugi, e anche sull'onda dell'ultimo scandalo, ha deciso che qualcosa di quella legge va cambiato. Non tutto, perché la normativa del 1997 continua a garantire «l'eccellenza» e il diritto dei lombardi di scegliere dove farsi curare, nel pubblico o nel privato. Ma lì, nelle pieghe della "31", si può annidare la corruzione; quindi si tratta - come ha confidato Maroni ai suoi più stretti collaboratori - di «modificare il sistema vigente per rendere semplicemente impossibile l'infiltrazione del malaffare nella sanità: io sono in grado di farlo». Il presidente della Regione fa capire qualcosa già in mattinata, quando risponde così a chi gli chiede di commentare il blitz della Dia (in carcere, tra l'altro, è finito pure l'ex direttore della Padania Leonardo Boriani): «Bisogna fare luce e garantire una gestione della sanità limpida e trasparente, oltre che efficiente». L'idea che gli balena in testa è dare subito il via a una commissione («non chiamiamola d'inchiesta, le inchieste le fa la magistratura») nominata dalla giunta. Per sottoporre a verifica il sistema della sanità, e per procedere «all'aggiornamento» della legge 31. «Nessuna indulgenza - promette - verso comportamenti scorretti, neppure se venissero dalla Lega». Non è poco per chi è stato appena eletto grazie all'alleanza con il Pdl, e con la benedizione - tardiva, di pura convenienza e forse un po' forzata - di Formigoni. Ma il dado è tratto e "Bobo" sembra deciso ad andare avanti come un treno, con buona pace di quella «continuità» sbandierata in campagna elettorale. Il neogovernatore vuole «liberarsi dalle ombre del passato, accendere tutti i fari su un sistema che pure continuo a considerare di eccellenza». E, soprattutto, vuole farlo separando i propri destini da quelli dei suoi predecessori: «Rispondo di quello che faccio io, non di ciò che altri hanno fatto». Dall'opposizione, Umberto Ambrosoli gli chiede «un gesto di massima discontinuità e di verità», e sembra incoraggiarlo: «Siamo pronti a spronarlo perché resista a tutte le pressioni che gli stanno scaricando addosso i signori della sanità». Certo che il governatore deve «staccare la spina alle vecchie consorterie». «Garantisca il totale ricambio della giunta», gli chiede Chiara Cremonesi, di Sel. «Dia un taglio netto alla gestione della sanità targata Lega e Pdl», aggiunge Sara Valmaggi, del Pd. Più tranchant la grillina Silvana Carcano: «Maroni non riuscirà a fare pulizia perché rappresenta la continuità con il sistema di potere creato da Formigoni». Nel frattempo, nel Pdl sale la tensione sui nomi della delegazione nella squadra di Maroni che il coordinatore regionale Mario Mantovani proporrà nelle prossime ore a Silvio Berlusconi. Prima del faccia a faccia definitivo con il neo governatore leghista: Maroni e il Cavaliere si vedranno tra oggi e domani. Tra le molte conferme, nel totoassessore del Pdl, una possibile novità. L'ipotesi della conduttrice della Domenica Sportiva, la giornalista Paola Ferrari, vicina a Daniela Santanchè che commenta: «Non confermo e non smentisco, ma di sicuro proporrò una donna». Gli altri nomi, oltre allo stesso senatore Mantovani, sono Maurizio Del Tenno, Alberto Cavalli, Valentina Aprea, Viviana Beccalossi, più il nome di un ciellino che non sarebbe più, però, Giulio Boscagli, cognato di Roberto Formigoni e indagato sia per i rimborsi facili che per gli appalti truccati per il progetto Telemedicina. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: L'ACCUSA Umberto Ambrosoli «Maroni faccia un gesto di verità e discontinuità Stop alle consorterie del passato» VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 74 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Maroni, stop al sistema Formigoni "Cambierò le regole della sanità " 13/03/2013 La Repubblica - Milano Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 75 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: IL GOVERNATORE Ieri Maroni ha assicurato che modificherà la legge per rendere impossibili le infiltrazioni mafiose 13/03/2013 La Repubblica - Milano Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Macchinari hi-tech, appalti milionari Apparecchi all'avanguardia per la radioterapia sarebbero stati destinati a via Venezian Ma ieri il presidente della Fondazione negava i contatti ALESSANDRA CORICA ÈUNA storia lunga, quella degli appalti alla Hermex Italia al centro dell'inchiesta che ieri ha scosso, per l'ennesima volta, la sanità lombarda, e che a Milano scuote il San Paolo e l'Istituto dei Tumori. In via Antonio di Rudinì inizia nella primavera del 2009, quando l'amministrazione del San Paolo, all'epoca guidata dal calabrese Giuseppe Catarisano (in quota Pdl, vicino al re della sanità pavese Abelli: le mogli dei due sono state socie in affari negli anni Novanta) indice un bando per affidare la manutenzione delle attrezzature elettromedicali della struttura (ecografi ed ecocardiografi). L'appalto nel dicembre 2009 viene vinto dalla Hermex di Giuseppe Lo Presti con la General Electrics. La seconda, la Biomedica Santa Lucia, presenta un ricorso al Tar, a seguito del quale l'aggiudicazione viene parzialmente annullata: l'ospedale nomina una nuova commissione nell'estate del 2010, che però conferma la vittoria di Hermex e Ge, e fa partire un nuovo giro di ricorsi, prima al Tar e poi al Consiglio di stato. Nel frattempo, l'appalto rimane praticamente fermo: nel 2011 cambia la direzione del San Paolo, che va dal Pdl alla Lega, con la nomina di Andrea Mentasti, che dopo qualche mese lascia il posto all'attuale dg Enzo Brusini. La nuova gestione preferisce temporeggiare, e attendere che vi sia il pronunciamento definitivo dei giudici. Che arriva nel 2012, quando il Consiglio di stato con la sentenza 1409 conferma l'aggiudicazione alla Hermex. Molto più vaghi i contorni della vicenda all'Istituto nazionale dei Tumori: il dg Gerolamo Corno è uno degli indagati eccellenti dell'inchiesta aperta ieri. In via Venezian c'è chi assicura che ci siano in gioco apparecchi all'avanguardia per la radioterapia, del valore multimilionario, che sarebbero dovuti arrivare a breve nella struttura, forniti dalla Hermex. Una voce che però il presidente della Fondazione, Giuseppe De Leo, ieri ha smentito categoricamente: «La società non ha mai vinto nessun bando di gara né ha mai fornito ad alcun titolo alcuna apparecchiatura sanitaria o servizi di alcun tipo all'istituto. Non sono neppure in corso procedure di appalto per prodotti commercializzati dalla medesima società». © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ hermex.net www.istitutotumori.mi.it Foto: IL SISTEMA VERO L'apparecchiatura per radioterapia "Vero", già in dotazione al Sant'Anna di Como La Hermex voleva fornirla anche all'Istituto dei Tumori VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 76 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La ricostruzione La Hermex e le nuove tecnologie che cercava di piazzare all'ospedale San Paolo e all'Istituto dei Tumori 13/03/2013 La Repubblica - Torino Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Monferino, voci di dimissioni imminenti Per il rimpasto il Pdl aveva pensato di mettere Ugo Cavallera al suo posto SARA STRIPPOLI L'ASSESSORE Paolo Monferino e il mistero della lettera. È di lunedì sera il primo giro di telefonate nel mondo della sanità: «Questa volta vuole dimettersi sul serio, la lettera è pronta». Agli sfoghi con annesso annuncio di dimissioni in corso Regina Margherita e in piazza Castello sono abituati e quindi l'allarme mantiene un ragionevole tasso di dubbio. Le voci tuttavia si sono rincorse per tutto il giorno, sono rimbalzate fuori e dentro Palazzo Lascaris. «Monferino non si è dimesso», chiariva però in tarda serata la responsabile del bilancio Giovanna Quaglia. Certo è che la situazione diventa ogni giorno più complessa, il puzzle del rimpasto sfodera nuove e vecchie tessere e, se ancora non bastasse, si aggiunge pure la ritrosia del responsabile della sanità a pubblicare i suoi redditi come gli chiede l'anagrafe degli eletti. Un motivo che fa crescere l'intolleranza di alcuni leghisti nei confronti dell'ingegnere e anima le richieste degli alleati del Pdl. I quali contavano sullo scambio che avrebbe portato Monferino al bilancio e rimesso un Pdl alla sanità dopo Caterina Ferrero. Fino a pochi giorni fa sembrava Ugo Cavallera il predestinato, con Monferino a far quadrare i conti. Così non è. Sulla sedia del bilancio ieri è tornato virtualmente Gilberto Pichetto Fratin, escluso dal Parlamento se Angelino Alfano dovesse scegliere il Piemonte. «La Regione non è fra i miei interessi», replica per ora l'interessato. Ma le vere ragioni delle insofferenze crescenti dell'assessore alla sanità, dicono i maligni, sarebbero gli esiti dell'incontro a Roma fissato il 4 aprile con i ministeri, dell'economia e della salute, per il piano di rientro. Monferino e Cota potrebbero tornare a casa con l' "invito" irrifiutabile ad aumentare Irpef e Irap, sorte toccata ad altre regioni come la Campania. Meglio prevenire che curare? © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: ASSESSORE Paolo Monferino assessore alla sanità della Regione VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 77 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il retroscena L' assessore alla salute lascerebbe prima di essere obbligato ad aumentare l'Irpef dal ministero 13/03/2013 La Repubblica - Genova Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) Pillola abortiva, percorso a ostacoli le donne liguri preferiscono Mentone MARCO PREVE SE SI eccettua La Spezia, che da sola registra la metà dei casi liguri collocandosi anche in vetta alla classifica italiana, in Liguria la Ru486, la cosiddetta pillola abortiva continua ad essere poco utilizzata come alternativa all'interruzione di gravidanza chirurgica. Una situazione che genera anche un fenomeno di "pendolarismo" molto diffuso nel Ponente, ovvero di decine di donne che passano la frontiera e raggiungono Mentone dove con 250 euro possono ottenere la pillola in studi medici ed assumerla sotto il controllo di specialisti. Anche di questo controverso argomento si discuterà venerdì e sabato all'hotel Nh Marina del Porto Antico, in occasione del III Congresso Regionale Aogoi, gli ostetrici e i ginecologi della Liguria che si confronteranno in una due giorni intitolata "Pianeta Donna: Nuove Latitudini", organizzata dai ginecologi Sandro Viglino (vicepresidente nazionale dell'Associazione) e Vincenzo Maritati. Gli specialisti approfondiranno temi legati alla pratica quotidiana, agli aspetti ambulatoriali, all'etica e alla tutela legale. «La popolazione femminile - spiegano gli organizzatori - necessità di attenzione sempre più documentata su patologie socialmente di grande impatto: il cervicocarcinoma e l'Hpv ( Papilloma virus, ndr ), oltremodo importanti e di quotidiana prevalenza dell'operatività del Ginecologo del territorio sono: la contraccezione e la sterilizzazione». Ad alcuni anni di distanza dalla burrascosa introduzione del farmaco Ru486, quando alcuni medici, in particolare di ospedali a matrice religiosa, rifiutavano di somministrare la pillola abortiva, la situazione è ancora altalenante e sarà Evio Righi, ginecologo di Spezia ad illustrarlo. Gli ultimi dati si riferiscono al 2011 e riferiscono di 3380 interruzioni di gravidanza volontaria. Circa 600 sono quelle avvenute con la Ru486 ma di queste ben 320 sono state effettuate a La Spezia (dove sono state 576 le interruzioni complessive), e questo significa che nel resto della Liguria la pillola non trova particolare entusiasmo fra i medici. Sicuramente non è un problema di forniture visto che tutti gli ospedali ne sono dotati e considerato l'intervento, nel 2007, dell'assessore regionale Claudio Montaldo che sollecitavai medicia non nasconderla. Vari i fattori che determinano questa situazione che vede l'Italia in ritardo rispetto ad altri paesi europei (a Parigi è il medico di famiglia che porta la pillola a domicilio e segue la paziente) tra i quali l'orientamento religioso del medico, la scarsa capacità di dialogo con le pazienti. Attualmente sono le donne nella fascia d'età compresa fra i 25 e i 35 anni a farne maggior uso. Aumenta l'utilizzo anche da parte delle minorenni dove sono più numerose le straniere. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 78 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Solo alla Spezia utilizzo massiccio, a ponente è ormai fuga verso la Francia dove si può ottenere il farmaco negli studi medici Il caso 13/03/2013 La Repubblica - Genova Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) Denuncia dei sindacati: 180 "capi" guadagnano da cento a 160mila euro La riorganizzazione già decisa ma non ancora esecutiva In attesa, proroghe degli incarichi GIUSEPPE FILETTO UN DIRETTORE ogni due posti letto al "Gaslini". Qualcosa come 180 tra capi dipartimento e di aree dipartimentali, di Unità Operativa Complessa (gli ex primari) e responsabili di Unità Operative Semplici Dipartimentali (gli ex vice primari), più una quarantina di incarichi di alta specialità. Tutti con stipendi che con le indennità vanno dai 100mila euro fino a 160mila. Secondo quanto sostengono (e documentano con le delibere) le organizzazioni sindacali, tutto ciò è scritto nei provvedimenti che il consiglio di amministrazione dell'istituto pediatrico ha adottato lo scorso 14 gennaio, nello stesso giorno in cui è stato approvato il piano con il quale l'ospedale pediatrico si impegna a dimezzare i dipartimenti, passando da 11 ad appena 5. La proroga degli incarichi ai direttori "sino alla conclusione della relativa riorganizzazione", è denunciata dalle Rsu delle sigle (tutte) sindacali (Cgil-Fp, CislFp, Uil-Fpl, Fials e Fsi) rappresentate all'interno dell'ospedale. La delibera solleva qualcosa di più di un mal di pancia, rimarcato in un documento che in queste ore circola tra i 1750 dipendenti. «È una situazione che non sta nella realtà, in un momento in cui si predica di risparmiare - sentenzia Sandro Alloisio, della Cgil - questo consiglio di amministrazione ed il vertice continuanoa tenere in piedi una struttura che non ha senso, mentre tagliano posti letto e dicono di voler ridurre i costi». E giù con i numeri: undici capi dipartimento, dieci direttori di aree dipartimentali, più 42 capi di Unità Operative Complesse (ruoli apicali corrispondenti ai vecchi primari), ancora 21 responsabili delle Unità Operative Semplici Dipartimentali (vice primari); infine 40 (ne erano stati chiesti 60) incarichi di alta specialità che si sommano agli attuali 36, tutti come voce stipendiale alla pari livello vice primari. Circa 180 apicali su un organico complessivo di 303 tra medici e biologi. «Ma non abbiamo alcun doppione di funzione dirigenziale - ricorda il direttore sanitario, Silvio Delbuono - anche se ci rendiamo conto che occorre rivedere la riorganizzazione dipartimentale e passare ad una forte riduzione, come peraltro già deliberato. La risposta è scritta nel documento adottato, il resto per noi rappresenta il passato». Dichiarazioni che, però, non sono sufficientia quietare gli animi. «Molto difficile passare al taglio dei dipartimenti - scrivono i sindacalisti nel loro documento - più facile spostare una struttura da un dipartimento all'altro, mentre se ne crea una nuova, tanto i soldi crescono». «Manca una approfondita analisi di quali sono le realtà nelle quali contrarre e quali in cui si deve invece investire - aggiungono le Rsu - . Questo ci porterà, inevitabilmente, ad altri taglie ad altre contrazioni». Negli ultimi 10 anni l'ospedale è passato da 480 letti agli attuali 328, più 45 di day hospital ed i 22 di day surgery. Inoltre, la Regione per il 2013 prevede il taglio di circa 6 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.gaslini.org www.asl3.liguria.it Foto: L'OSPEDALE L'Istituto Giannina Gaslini alle prese con la riorganizzazione VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 79 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gaslini, un direttore ogni due pazienti 13/03/2013 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Carenza di personale, viaggio nell'ospedale. "Quasi tutti i reparti a rischio" Mancano 400 infermieri e un centinaio di medici Dattoli: "Speriamo nella deroga" ANTONELLO CASSANO «QUI è peggio di Fort Apache, una fortezza assediata e con pochi soldati a disposizione». La caposala del pronto soccorso del Policlinico di Bari non trova un'immagine migliore per descrivere le condizioni di uno dei più grandi ospedali del Sud. Un'azienda costretta a utilizzare metà della sua potenza effettiva per carenza di personale. Mancano circa 400 infermieri e un centinaio di medici nei trenta padiglioni che compongono il Policlinico. Una situazione difficile che rischia di diventare esplosiva fra meno di 50 giorni, quando scadranno i contratti di 250 di infermieri. «Eppure - è il coro unanime dei dipendenti - lottiamo ogni giorno facendo turni massacranti per garantire la salute dei cittadini». Nel pronto soccorso mancano 15 infermieri. Il personale è stremato da nove, dieci turni consecutivi di lavoro. Pesante come sempre la quotidianità del reparto di rianimazione, alle prese con una carenza di 30 infermieri e circa 7 medici. In attesa dell'inaugurazione della nuova struttura, nel vecchio reparto non c'è un solo posto letto libero. I pazienti sono dislocati nelle sale operatorie. «Gravissima» la situazione in neuroradiologia: «La carenza di personale è enorme - dice il medico e rappresentante della Cgil, Stefano Andresciani - ci manca il 50 per cento della rotazione organica. Del resto abbiamo perso negli ultimi tre anni il 16 per cento della forza lavoro in tutto il comparto sanitario pugliese». I medici nel reparto attualmente sono dieci, ma ne servono almeno il doppio tra le tre unità operative che hanno anche bisogno di 30 infermieri in più. «Il Policlinico è al limite dice ancora Andresciani - non può andare avanti così, perché rischia di scoppiare. Ma sembra che non interessi a nessuno». Problemi anche nei tre reparti di ginecologia, dove ci sono difficoltà a mantenere gli standard di rendimento «perché ci mancano almeno 6 ostetriche», dice Massimo Marucci, anestesista interno al reparto diviso su tre piani «che lavora con una carenza del 50 per cento del personale» afferma il primario Luigi Selvaggi. L'elenco dei padiglioni in difficoltà è lungo e comprende chirurgia toracica, malattie infettive, pneumologia e urologia. Quest'ultimo è caratterizzato da una pesante carenza di organico. In nefrologia e nei due reparti di medicina servono al più presto trenta infermieri. Altri reparti in agonia sono chirurgia generale, neurologia ospedaliera e neurochirurgia. «Ma non dimentichiamoci che anche il Giovanni XXIII fa parte del Policlinico - dice il responsabile provinciale della Fp Cgil, Giuseppe Monno - Il pronto soccorso pediatrico è assediato da un improvviso incremento di prestazioni. Gli infermieri hanno accumulato una media di 80 giorni di ferie». Dal primo maggio la situazione nel "Fort Apache" potrebbe addirittura peggiorare. Se da Roma non arriveranno le deroghe per l'assunzione di 250 infermieri scatterà il "piano B" presentato un mese fa dal direttore generale Vitangelo Dattoli all'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini. Un piano di riduzione del 40 per cento dell'intera offerta sanitaria dell'ospedale. Solo così si riuscirebbe a redistribuire il personale per garantire almeno il funzionamento dei servizi di emergenza-urgenza come i pronto soccorso e le terapie intensive. Ma Dattoli è fiducioso: «Speriamo di ottenere le deroghe entro le prossime 48 ore». © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri L'ORGANICO Sono 400 gli infermieri e un centinaio i medici che mancano all'appello all'interno dei 30 dipartimenti del Policlinico IN SCADENZA Sono 250 i contratti degli infermieri che scadranno a fine aprile aggravando ancora più la situazione nei reparti del Policlinico IL PIANO B Il direttore generale Dattoli ha presentato un mese fa un piano che prevede una riduzione del 40 per cento dell'intero offerta sanitaria VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 80 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Il Policlinico? È come Fort Apache" 13/03/2013 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 81 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: IL PRONTO SOCCORSO Assieme a Rianimazione, è il reparto più assediato: nel solo pronto soccorso mancano 15 infermieri. In alto, Vitangelo Dattoli 13/03/2013 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sei ore in attesa di un posto letto l'odissea di un malato di cuore MARA CHIARELLI SEI ore in attesa per un letto, per poi tornarsene a casa, nonostante una trombosi in atto. L'episodio si è consumato lunedì scorso al Policlinico di Bari dove un barese di 71 anni ha vissuto una lunga odissea, senza neppure riuscire, infine, ad essere sottoposto alla necessaria terapia. L'uomo, cardiopatico, è arrivato alle 18 al pronto soccorso con alcuni sintomi gravi, tali da impedirgli di sollevare la testa dalla barella con la quale l'ambulanza lo ha trasportato. Dopo essere stato sottoposto alle analisi del sangue, il malato ha dovuto attendere tre ore prima di essere accompagnato nel reparto di chirurgia dove è stato finalmente sottoposto a ecodoppler. Il medico che lo ha visitato, ha quindi diagnosticato una trombosi in atto e ne ha consigliato il ricovero in Medicina. Ma qui sono iniziati i veri problemi. Di posti letto nemmeno l'ombra, nonostantei tenaci tentativi del medico di turno al pronto soccorso per trovarne uno. Per un'ora, attaccato al telefono, ha chiesto a tutti gli ospedali cittadini, incluso le cliniche private convenzionate col servizio sanitario regionale, ricevendo risposte negative. Ha quindi esteso la ricerca anche ai nosocomi di Bitonto, Bisceglie, Molfetta, e al Miulli di Acquaviva delle Fonti, senza purtroppo alcun esito. Era ormai notte quando il malato, ormai stremato da tanta inutile attesa, ha preferito metter firma e tornarsene a casa. «Abbiamo barelle in quasi tutti i reparti di interesse medico - spiega il direttore generale del Policlinico, Vitangelo Dattoli - Nel caso specifico, che non conosco, evidentemente non era possibile aggiungerne ancora. Ed evidentemente, non si trattava di un caso grave. Per quanto possibile, diamo risposta a tutti, oltre a dare piena e assoluta risposta, in ciascun reparto, alle emergenze». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: IL RICOVERO Il Policlinico: il paziente si è presentato lunedì scorso con una trombosi in atto VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 82 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La denuncia Il paziente ha poi firmato per essere dimesso 13/03/2013 La Repubblica - Bologna Pag. 13 (diffusione:556325, tiratura:710716) Manzoli al Rizzoli per altri 5 anni e Balduzzi lo loda ROSARIO DI RAIMONDO FRANCESCO Antonio Manzoli è stato riconfermato per altri cinque anni direttore scientifico dell'Istituto ortopedico Rizzoli, carica che ricopre dal 2008. Lo ha deciso il ministro della Sanità Renato Balduzzi, d'intesa col presidente della Regione Vasco Errani dopo che Manzoli, 74 anni, è risultato vincitore del concorso bandito dal ministero della Salute. La sua è stata «l'unica candidatura regolarmente pervenuta» per uno dei posti di maggior prestigio dell'istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, dove il professore di anatomia arrivò per la prima volta nel 1982 prima di approdare alla guida dell'Istituto superiore di Sanità, nel 1989. La commissione che ha avallato la sua riconferma ha spiegato che Manzoli «presenta una produzione scientifica di altissimo profilo espressa nella carriera nonché eccellente esperienza e capacità manageriali», ed è «in possesso di eccellente capacità di organizzazione della ricerca e di lavoro di equipe, ha acquisito esperienza lavorativa all'estero ed ha dimostrato un'eccellente capacità di relazioni con gruppi nazionali ed internazionali». Dopo i successi degli ultimi anni - non ultimo lo "sbarco" in Sicilia del Rizzoli con una sede a Bagheria - a Manzoli, al direttore generale Giovanni Baldi e ai vertici dello Ior toccherà il non semplice compito di traghettare l'istituto nella tempesta dei tagli che si abbattono anche sulla sanità bolognese e che non risparmiano nessuna azienda sanitaria: dai costi di beni e servizi a quelli per il personale sanitario e amministrativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Francesco Antonio Manzoli VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 83 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La nomina Il direttore scientifico scelto dal ministro 13/03/2013 La Stampa - Biella Pag. 43 (diffusione:309253, tiratura:418328) Federfarma e Asl di Biella hanno raggiunto l'accordo sui pagamenti ritardati dei farmaci alle farmacie biellesi. L'azienda sanitaria si è impegnata a rimborsare regolarmente i soldi anticipati dai farmacisti per le ricette rosse. Ieri in Prefettura si è riunito il tavolo di conciliazione (richiesto da Federfarma) presieduto dal prefetto Demetrio Messineo. Presenti: Gianfranco Zulian ed Eugenio Zamperone (direttori generale e amministrativo dell'Asl), Lelia Capozza (ufficio legale Asl), i farmacisti Renzo Friolotto, Massimo Mana e Piero Zantonelli e il presidente dell'Associazione distributori farmaci Aldo Pesenti. Nei pagamenti l'Asl era in ritardo di un mese, equivalente a un debito di circa 4 milioni di euro. Non è un segreto che l'azienda non riesca più a pagare regolarmente i fornitori (non solo le farmacie) a causa della mancanza di liquidità, che dipende anche dai tempi lunghi con cui la Regione invia i trasferimenti. «Siamo costretti a fare delle scelte cercando ogni volta di onorare alcuni pagamenti dilazionandone altri dice Zulian -. Ho apprezzato l'intervento decisivo ed efficace del Prefetto». Per i farmacisti, che avevano messo in mora l'Asl, la situazione era diventata insostenibile: a loro volta non riuscivano a pagare i distributori di farmaci e rischiavano il blocco della fornitura. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 84 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tra l'Asl e farmacie l'accordo sui pagamenti 13/03/2013 La Stampa - Savona Pag. 49 (diffusione:309253, tiratura:418328) Ricette falsificate: la Procura ha chiuso l'inchiesta. È stata fissata, infatti, al prossimo 16 maggio davanti al giudice Donatella Aschero l'udienza preliminare che vede imputati (le accuse sono di truffa all'Asl e falso) due farmacisti: Maurizio Zappia, l'ex direttore e socio di Spazio Salute della famiglia Saettone (a cui facevano capo le due farmacie di via Montenotte e Lavagnola dove si sarebbero verificate le irregolarità), e Barbara Pessano. Claudio Saettone, il terzo farmacista che era stato indagato, è invece uscito dalla vicenda giudiziaria: per lui, infatti, è stata disposta l'archiviazione. Secondo la ricostruzione della Procura (ma erano stati gli uffici Asl, verificato il volume abnorme di medicinali rimborsati alle farmacie savonesi a sollevare i primi dubbi), su una ricetta regolare che riportava ad esempio la prescrizione di una confezione del farmaco richiesto, veniva corretta la quantità portandola a due confezioni. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 85 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ricette falsificate La Procura chiede ilprocesso per due farmacisti 13/03/2013 Il Messaggero - Roma Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) Pronto soccorso a Tor Vergata una task force contro le attese Chiara Acampora Una squadra alla E.R. per il pronto soccorso di Tor Vergata. Il policlinico si affida a una task force per affrontare una delle principali criticità di una delle più grandi strutture ospedaliere della Capitale. A lavorare in team, proprio come nella celebre serie televisiva statunitense, medici e infermieri affiancati dal personale della direzione sanitaria. La task force è stata istituita dalla Direzione con una delibera per far fronte al sovraffollamento del pronto soccorso. Dagli ultimi dati dell'ospedale, risulta che l'attesa per un ricovero in reparto arriva fino a 10 giorni e il numero di pazienti che attende in pronto soccorso oscilla dai 40 ai 70. La task force ha tra i suoi compiti quello di valutare le condizioni dei pazienti in attesa al pronto soccorso, velocizzare i loro ricoveri in reparto o le dimissioni, e facilitare i trasferimenti in altre strutture. Si tratta di un gruppo di lavoro composto da 7/8 operatori dell'area della medicina d'urgenza e interna, che quotidianamente deve inoltre comunicare alla direzione quale è stato il flusso di accessi al pronto soccorso e le eventuali criticità. «La task force ha una funzione utilissima sia in termini di raccolta dati sia perché migliora la sinergia tra reparti e pronto soccorso, ma sicuramente non può fare un miracolo - ha spiegato il direttore sanitario del policlinico di Tor Vergata, Isabella Mastrobuono - Solo l'Asl RmB conta quasi 700mila abitanti e noi siamo l'hub di riferimento per la cardiochirurgia, l'ictus, la cardiologia, ma abbiamo circa 80 posti letto in meno rispetto a quanto previsto dalla Spending review oltre a una carenza di personale medico e infermieristico. E' un problema di sistema: il rapporto tra cittadini e posti letto dovrebbe essere del 3,7 per mille abitanti, da noi è dell'1,7. In questo quadrante, inoltre, i servizi territoriali come le Rsa e l'assistenza domiciliare integrata sono praticamente inesistenti. Proprio recentemente abbiamo comunicato alla Regione che servirebbero 100 infermieri e 30 medici«. Per Duccio Prosperi, segretario Confsal università di Tor Vegata «la task force è un palliativo per cercare di risolvere in parte un problema insormontabile, ma servirebbero più risorse. Il policlinico di Tor Vergata serve un territorio molto ampio e il numero dei posti letto, come anche del personale che ci lavora, non è congruo». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 86 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato EMERGENZE 13/03/2013 Il Messaggero - Roma Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) Allarme sale operatorie «Nuove ma utilizzate poco» La denuncia di un sindacato di base dell'ospedale S. Eugenio LA DIREZIONE SANITARIA SPIEGA CHE SI LAVORA PER USARE AL MEGLIO TUTTE E TRE LE STANZE Camilla Mozzetti Avere a disposizione delle moderne sale operatorie e utilizzarle pochissimo. E' il caso dell'ospedale Sant'Eugenio dove, nel 2008, sono terminati i lavori di ristrutturazione di tre sale chirurgiche. Furono spesi circa cinque milioni di euro per impiantare anche tecnologie di ultima generazione che permettevano, ad esempio, interventi di videolaparoscopia senza la necessità di incidere l'addome, ma utilizzando semplici telecamere collegate a monitor. «Dal 2008 a oggi, invece di compiere migliaia di interventi ne sono stati fatti cento l'anno», dice Rocco Truglia, infermiere e rappresentante del Sindacato unitario di base dell'Asl Roma C, di cui fa parte il Sant'Eugenio. «Parlano di contenere i costi della sanità - prosegue il sindacalista - ma chi doveva controllare non l'ha fatto, permettendo di investire ingenti somme di denaro in riqualificazioni destinate a morire». RISTRUTTURAZIONE All'ospedale Sant'Eugenio quelle sale operatorie furono chiuse nel 2006 quando si decise di ristrutturarle. Poi fu realizzato anche un nuovo blocco di cinque sale operatorie con annessa terapia intensiva. Ora, però, si hanno otto sale operatorie di cui tre sono utilizzate «quando capita». «Se quelle sale fossero utilizzate seriamente - spiega Truglia - si potrebbero compiere circa 4mila interventi l'anno riducendo di molto le liste d'attesa e, invece, assistiamo alla continua diminuzione di posti letto e di lavoratori». A gravare su questo anche il blocco del turn-over. Per rendere funzionanti le sale serve personale medico e infermieristico. Ma i problemi dell'ospedale romano non finiscono qui: il sindacato fa anche sapere che il centro oncologico del nosocomio sta per essere chiuso. LA REPLICA «Non è vero che tutte e 3 le sale operatorie sono sottoutilizzate», spiega il dg dell'Asl Roma C, Antonio Paone. «Una di loro sarà riconvertita in sala parto dopo la ristrutturazione del reparto di ginecologia nel quale non è stata reinserita una sala operatoria, necessaria. Per le altre stiamo lavorando per poterle usare, ma dobbiamo anche fare i conti con quello che ci impongono dalla regione Lazio, se non abbiamo il personale come si fa a metterle a regime? Qua si parla di ridurre e mai di riorganizzare», dice il direttore, che aggiunge: «Per quanto riguarda l'oncologia medica, questa sta funzionando regolarmente, ma nel piano, rimasto appeso, della programmazione regionale era stata paventata la possibilità di sopprimere l'unità operativa complessa lasciando attiva solo quella semplice». Foto: L'ingresso dell'ospedale Sant'Eugenio, nella zona dell'Eur VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 87 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 13/03/2013 Il Messaggero - Marche Pag. 38 (diffusione:210842, tiratura:295190) Ciccarelli: «Sanità, gli esuberi sono 450» «Con 188 milioni in meno ai sindacati chiediamo massima collaborazione»«I PICCOLI OSPEDALI TRASFORMATI IN CASE DELLA SALUTE AVRANNO UN PRESIDIO MEDICO APERTO 24 ORE SU 24» L'INTERVISTA ANCONA I sindacati sono in rotta con la Regione per la riforma sanitaria che fatica a vedere la luce. Hanno indetto una manifestazione di piazza per il 25 marzo dove rivendicheranno le proprie ragioni. Il direttore generale Asur Piero Ciccarelli interviene a difesa di una riorganizzazione che lo ha visto in prima linea negli ultimi anni. Ciccarelli, i sindacati affermano che non avete un progetto d'insieme per il comparto. Cosa replica? «Ce n'è più di uno, di progetto. I sindacati lo sanno bene. Sono stati coinvolti nell'intero percorso di riforma, che ha portato a definire le linee generali della nuova rete di emergenza, della riconversione dei piccoli ospedali, del taglio dei posti letto». Cgil, Cisl e Uil protestano proprio perché sul tavolo ci sono solo principi generali e non si sa dove si andranno a tagliare i 551 posti letto indicati dalla Regione. «Mettiamoci d'accordo. I sindacati confederali protestano, ma le loro Rsu sul territorio ci dicono che non possiamo decidere tutto sul tavolo regionale. Infatti noi sul tavolo regionale abbiamo trattato i principi generali, i dettagli li definiremo negli incontri nelle Aree Vaste che cominceranno a breve». Intanto avete varato la lista dei 13 piccoli ospedali da riconvertire. Quali diventeranno strutture diurne e quali presìdi h24? «Tutti i piccoli ospedali avranno un medico che opera dalle 8 alle 20 e una guardia medica che opera in orario notturno. Queste strutture saranno Case della salute con medici di medicina generale chiamati ad assistere le patologie croniche dell'anziano come broncopatie, scompensi cardiaci, asma e diabete». Che altre funzioni avranno? «Manterranno le funzioni specialistiche, sia ambulatoriali che ospedaliere. Potranno essere effettuati interventi programmati, ma non di urgenza. Inoltre, in aggiunta alla guardia medica, ci sarà un medico dipendente. E ogni presidio avrà una Msa, vale a dire un mezzo di soccorso con medici e infermieri». La lungodegenza sarà presente in tutti e 13 gli ospedali? «No. Solamente in alcuni. Non posso ancora dire in quali». A quando le scelte nero su bianco e il via libera al riassetto? «Il prima possibile. Dobbiamo chiudere in equilibrio finanziario il 2013, è necessario partire presto. Siamo già in ritardo, il Governo rispetto al 2011 trasferisce 188 milioni in meno. Per questo chiedo ai sindacati la massima collaborazione. Abbiamo molte proposte in campo. Come il potenziamento della rete di emergenza sul territorio e delle novità sulle guardie mediche». Sarebbe? «Le guardie mediche verranno spostate dalle loro sedi periferiche ai 118, garantendo una maggior efficienza del sistema di soccorso. Le Marche hanno proposto per prime questo modello. La Conferenza Stato-Regioni ci ha seguito». I sindacati sono preoccupati per ulteriori tagli al personale. Quanti lavoratori del comparto rischiano nel 2013? «Il Governo ci obbliga a tagliare 18 reparti, o unità operative complesse equivalenti. Ognuna di queste ha 1 primario, 5 medici, 12 infermieri, 6 operatori sociosanitari e 1 capo sala». Sono 25 dipendenti. Moltiplicati per 18 reparti fanno 450 lavoratori da mandare a casa nel 2013. «Purtroppo i numeri sono suppergiù quelli. Ma dovendo risparmiare 18 milioni, se si fanno uscire più primari il computo risulta molto più basso. Comprendo le preoccupazioni dei sindacati, ma loro devono capire che remiamo tutti dalla stessa parte e che nella riorganizzazione i lavoratori verranno utilizzati in maniera più adeguata». Altra richiesta dei sindacati: conoscere gli obiettivi della Regione per contenere liste di attesa e mobilità passiva. «Sono temi da trattare in maniera approfondita, che trarranno comunque giovamento dalla riorganizzazione. Ma vorrei precisare che le liste di attesa sono causate soprattutto dalla domanda inappropriata di prestazioni, che in alcuni casi supera il 50%. E' un problema culturale sul quale dobbiamo lavorare tutti insieme». Gianluca Cionna © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 88 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ciccarelli: « Sanità , gli esuberi sono 450» 13/03/2013 Il Messaggero - Pesaro Pag. 37 (diffusione:210842, tiratura:295190) Nuove farmacie La carica dei trecento Una marea di domande per il bando che prevede l'apertura di 17 punti vendita IN PROVINCIA Settore farmaceutico in rinascita? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dalle candidature presentate in occasione del concorso straordinario per l'apertura di nuove farmacie stabilita dall'articolo 11 del decreto Salva Italia. Alla scadenza del 25 febbraio le richieste per assicurarsi una delle 17 nuove sedi farmaceutiche assegnate alla provincia di Pesaro-Urbino superavano abbondantemente le 300 unità: più della metà, come consentiva dal regolamento, sono state presentate in forma associata da parte di due o più professionisti. Non semplice sapere quanti siano i pesaresi in lizza, anche perché le domande potevano essere presentate in più regioni italiane. Secondo il presidente dell'Ordine provinciale dei farmacisti, Romeo Salvi, sono certamente diverse decine, ma sempre troppo poche per andare incontro all'esigenza di dare spazio ai giovani: «Non c'è da meravigliarsi di un numero così alto di richieste. Si tratta infatti di un dato che, da un lato, rispecchia la relativa facilità di partecipazione al concorso, e dall'altro, fotografa il particolare momento di crisi che vive il mondo del lavoro». Il boom di aspiranti farmacisti è peraltro in linea con il dato marchigiano: secondo la statistica stilata su scala nazionale dall'Utifar (Unione Tecnica Italiana Farmacisti), le Marche sono la regione nella quale sono state presentate più domande in proporzione alle sedi disponibili (in media 19,68 richieste ogni nuovo esercizio di vendita), seguita dall'Emilia-Romagna (18,59) e Toscana (15,80). Eppure lo scenario in cui si inseriranno i nuovi titolari non sembra del tutto favorevole, poiché le nuove farmacie risultano collocate in zone e comuni di ridotta appetibilità commerciale, in aree prevalentemente collinari o montane del territorio. L'altra incognita, per chi ambisce alla vittoria, è l'investimento iniziale: da un minimo di 200mila euro fino a 300mila euro e oltre. Si.Spa. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 89 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuove farmacie La carica dei trecento 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 4 (diffusione:165207, tiratura:206221) «Ausl e Policlinico, 600 posti a rischio I più colpiti saranno gli infermieri» «LA SANITÀ bolognese? Versa già in una situazione drammatica - sbotta Pino Chiarelli, responsabile sanità di Fp-Cgil -. Ed è su queste premesse che vorrebbero tagliare ancora, indiscriminatamente». È uno stato di crisi in piena regola quello convocato ieri nella sede regionale della Cgil, per fare il punto sulla sanità bolognese in vista dei nuovi piani di tagli previsti per il 2013. I dati forniti dal sindacato, d'altronde, non sono per nulla entusiasmanti: dei 260 milioni di euro di risparmi che la spending review vorrebbe in tutta la regione per il 2013, circa 60 milioni sono pronti a colpire città e provincia. Di questi, 6 milioni riguarderebbero il personale, con una perdita di posti di lavoro che in via Marconi stimano in 600 su 14 mila dipendenti totali di Ausl e Policlinico Sant'Orsola. «Con un'aggravente - aggiunge Michele Vannini, segretario di Fp-Cgil -. A sparire saranno soprattutto i posti per infermieri (meno 75 unità nel 2012; ndr) e per il personale assistenziale». Ed è proprio tra gli Oss (operatori socio sanitari), che si riscontrerebbe la vera emorragia: meno 75 operatori nel triennio 2009-2011 e altri 106 nel 2012. «Cifre a cui vanno sommate anche gli oltre 400 posti di lavoro che si sono volatilizzati durante l'anno a fronte delle 142mila 834 ore di lavoro saltate per maternità, malattia e aspettative». Veri buchi in un sistema su cui «già da 4 anni grava il blocco del turnover». IN UN contesto del genere, osserva Mario Iavazzi (Fp-Cgil), «molti servizi ai pazienti semplicemente spariranno per inerzia. Peccato che la stessa cosa non avverrà nei piani alti. Visto che al Sant'Orsola a fronte a 33 dirigenti andati in pensione nel 2012, ne sono subentrati 38». Altro fronte 'caldo' è poi quello delle consulenze. «È vero, sono state tagliate - ammette Marco Baldo, rappresentante sindacale in Ausl - eppure dei 3 milioni e 200 mila euro che ogni anno diamo ancora a professionisti esterni, ben 2 milioni coprono consulenze superiori ai 30mila euro. Qualche caso eclatante? Abbiamo dato 68mila euro a un esperto incaricato di ridurre le spese, e altri 98mila a un responsabile per la formazione. Ma se sono tutti docenti universitari...». Situazioni critiche anche all'Istituto ortopedico Rizzoli e nelle cliniche convenzionate, che vedranno ridurre il loro budget del 25%. «Chiediamo un piano economico-organizzativo - dice Danilo Gruppi, segretario provinciale Cgil -, su cui ragionare per il futuro della sanità bolognese. Che vogliamo resti un'eccellenza». Simone Arminio Image: 20130312/foto/1061.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 90 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME DELLA CGIL 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) Per le farmacie le regole non sono chiare TELECAMERE PARTITE, problemi fermi. Da ieri mattina alle otto non è cambiato nulla rispetto alle preoccupazioni sollevate da commercianti e associazioni. Da una parte il Comune che ha deciso di "sbarrare" la ztl col telecontrollo dopo anni di indifferenza alle regole. Dall'altra chi non manca mai di ripetere che serviva un inizio più "gentile" con fasce orarie ad accesso libero per non bloccare il centro storico. Le due posizioni non si sono incontrare (lo faranno?), tuttavia ad accensione avvenuta si scopre che il vero ostacolo (il primo) sembra arrivare da un altro fronte. LA SCARSA conoscenza dell'ordinanza sindacale. Gli automobilisti in piazza ieri chiedevano da che parte passare e come muoversi per non incorrere in sanzioni. «La maggior parte - spiega un vigile - sono coloro ai quali l'autorizzazione è stata solo rinnovata». Quelli insomma che dovrebbe sapere meglio che cosa è permesso è che cosa non lo è. Dietro a questo ci sono poi gli aspetti più tecnici ancora da limare. Come le urgenze e i numeri utili da contattare. Le prime osservazioni fatte vertono sulle farmacie di turno e sull'accesso dei non autorizzati. Un caso che sembrava risolto presentando la ricetta medica in Comune il giorno successivo. E che adesso, alla luce delle norme sulla privacy dei pazienti, necessitano di un altro modo di procedere, come la verifica presso il farmacista da parte degli uffici comunali, già giudicata una soluzione poco pratica. MA NON è l'unico dei piccoli dubbi che potrebbero sorgere. C'è infatti anche la richiesta dei bar di estendere alla categoria il permesso di accesso nei giorni festivi, al momento limitato ai soli ristoratori. Misura ritenuta più giusta e più compatibile con la liberalizzazione degli orari di negozi e attività. e. m. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 91 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PROBLEMI COME DEVONO FARE COLORO CHE HANNO URGENZA? 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 4 (diffusione:165207, tiratura:206221) La titolare della sede di via Mattei contro Regione e Comune QUELLO della farmacia di viale Mattei è solo l'ultimo di una serie di ricorsi al Tar messi in atto dai titolari di farmacie private contro la delibera della giunta che ha recepito la nuova pianta organica e quindi indicato le sedi delle nuove farmacie che potrebbero insediarsi nel nostro territorio a seguito del decreto sulle liberalizzazioni. A Ravenna sono ormai una mezza dozzina i ricorsi al Tar depositati. Saranno 8 le farmacie che potranno aprire nel nostro comune: il 'concorsone' per titoli assegnerà le nuove sedi. Domenico Dal Re, presidente dell'ordine dei farmacisti, perché questi ricorsi al Tar? Il concorsone fa così paura? «Diciamo che in un momento difficile per tutte le attività, le farmacie non è che facciano eccezione. Ed è comprensibile come, nuove aperture, possano allarmare chi già ha una farmacia avviata e magari deve fare i conti con tutte le difficoltà del periodo. Però non conosco il contenuto dei ricorsi e preferisco non entrare nel merito». È stato stabilito quando si terrà il concorso che assegnerà le nuove sedi? «Le domande di partecipazione potevano essere presentate, per l'Emilia Romagna, entro il 26 febbraio. Non è ancora stata stabilita la data ma io ipotizzo circa 6-8 mesi per l'espletamento». A quel punto i farmacisti che attualmente lavorano in città faranno bene a preoccuparsi. Le farmacie apriranno? «In realtà credo che diverse preoccupazioni svaniranno. A mio avviso le nuove farmacie, quelle le cui sedi saranno assegnate col concorsone, non saranno aperte nel breve periodo e forse non verranno nemmeno tutte aperte. Il nostro settore soffre, come gli altri. E l'investimento per aprire un'attività è importante: certamente dell'ordine delle centinaia di migliaia di euro. Visti i bilanci attuali non vedo la corsa di privato ad investire. O almeno ci si pensa bene. Specialmente se non ci sono le richieste dal mercato, che è già ampiamente coperto». Ma al concorso per la farmacia di Santerno, la scorsa estate, hanno partecipato in centinaia. L'appeal resiste? «Certo ma partecipare non vuol dire essere disposti ad aprire nel giro di breve tempo. Santerno era una zona 'appetibile' ma, ad esempio ancora non è stata aperta quella farmacia». La liberalizzazione delle licenze che è stata prevista dal decreto governativo arriva in un periodo di difficoltà, che registra anche il calo della spesa farmaceutica ad esempio. Come vedete il futuro? «Le farmacie offrono un servizio pubblico ed è chiaro che se non riescono a sostenersi per qualche motivo sarà necessario intervenire. A Ravenna abbiamo investito molto, offendo diverse nuove possibilità: dalla prenotazione al Cup alla distribuzione dei farmaci, al farsi carico di servizi, anche ionerosi, ma importanti per i cittadini». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 92 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuove aperture, un altro ricorso al Tar 12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola Pag. 12 (diffusione:165207, tiratura:206221) Farmaci equivalenti, il primo dei vantaggi è il calo dei costi UN FARMACO equivalente (o 'generico' come erano denominati in passato) è un medicinale assolutamente intercambiabile con il farmaco di marca di riferimento, ma costa meno. «Il medicinale equivalente contiene un principio attivo non più coperto da brevetto - spiega la dottoressa Silvia Gambetti, farmacista e direttore della Unità operativa Assistenza Farmaceutica dell'Ausl di Imola -. È esattamente sovrapponibile al prodotto 'griffato' da cui deriva, si assume alle stesse dosi, con le stesse modalità e per le stesse indicazioni terapeutiche. La qualità dei medicinali equivalenti è garantita dall'ente nazionale deputato: l'AIFA (Agenzia italiana del Farmaco). Il vantaggio degli 'equivalenti' consiste sia nel poter disporre di farmaci con profilo di sicurezza ed efficacia consolidato nel tempo, sia nel risparmio economico, compreso tra il 20 e il 50 per cento rispetto alla specialità da cui deriva». Il minor costo è motivato dal fatto che le aziende produttrici di farmaci generici/equivalenti non devono recuperare le spese sostenute per la ricerca effettuata dalle Industrie farmaceutiche che hanno creato il farmaco di marca. Considerando che la sola Ausl di Imola, nel 2012 ha sostenuto una spesa di oltre 18 milioni di euro per le prescrizioni erogate dalle farmacie aperte al pubblico e oltre 14 milioni di euro per i medicinali erogati in Ospedale e strutture convenzionate, si può facilmente comprendere come, per il Servizio sanitario regionale, il minor costo del medicinale equivalente si traduce in un migliore utilizzo delle risorse. Il recupero economico sulla spesa di alcuni gruppi di farmaci, potrebbe essere reinvestito, ad esempio in migliori servizi erogati a tutta la popolazione per assicurare ai cittadini maggiori benefici per la salute. SAPPIAMO BENE che, fin dal 2001, la differenza del costo della prescrizione di un farmaco 'di marca' rispetto all'equivalente a brevetto scaduto è a carico dei cittadini. Poiché utilizzare gli equivalenti garantisce efficacia e sicurezza a un costo inferiore per l'individuo e la società possiamo affermare con convinzione che «equivalente è meglio». «Ogni volta che assumiamo un medicinale - continua la dottoressa Gambetti - dobbiamo considerare, oltre ai benefici, gli inevitabili rischi che esso comporta. I farmaci devono essere utilizzati solo in caso di effettiva necessità e secondo le precise indicazioni del prescrittore che conosce tutta la nostra storia clinica e il nostro stato di salute». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 93 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CARLINO SALUTE 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Pag. 13 (diffusione:165207, tiratura:206221) Per i malati di Alzheimer ora le visite diventano bimestrali UNA NUOVA complicazione per le famiglie con malati di Alzheimer a carico. Con il nuovo anno, infatti, è entrata in vigore una novità burocratica. L'aggiornamento del Piano Tariffario che negli ultimi anni era già passato da "ogni 12 mesi" a "ogni 6" ora è calato ulteriormente ed ha validità bimestrale. Ciò significa che i malati di Alzheimer residenti in tutti i comuni dell'Area Vasta devono essere portati, ogni 60 giorni, al centro Uva di Fano (Unità di Valutazione Alzheimer) per la visita specialistica che gli consente di poter avere gratuitamente la cura. Altrimenti dovranno provvedere a proprie spese all'acquisto dei farmaci, abbastanza costosi ma soprattutto difficili da trovare. «DA GENNAIO per le persone affette da Alzheimer e da demenza senile il Piano Terapeutico non va più aggiornato ogni sei mesi ma ogni due. Ciò crea notevole disagio al malato e alle famiglie, oltre ad essere un aggravio dal punto di vista economico». E' la denuncia dell' assessore ai Servizi Sociali di San Costanzo Gabriella Gioli, che il disagio lo conosce sulla propria pelle avendo un padre 88enne malato di Alzheimer. «La prescrizione di alcuni farmaci ad alto costo per malati cronici richiede la redazione di un Piano Terapeutico da parte dei medici specialisti del centro Uva di Fano spiega -. Questo piano terapeutico autorizza i medici di famiglia a rilasciare agli assistiti le ricette per ritirare in farmacia i medicinali idonei ad effettuare le cure a domicilio con onere a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il paziente, quindi, ora deve essere accompagnato ogni due mesi a Fano con un notevole disagio per la famiglia. Sono infatti disabili al 100% e devono essere accompagnati con mezzo idoneo (l'ambulanza sarebbe ottimale): immaginatevi i pazienti da Pergola, San Lorenzo in Campo, Piagge, San Costanzo... solo chi ha in casa una persona anziana affetta da questa patologia sa cosa significa prepararla, lavarla, vestirla e accudirla per farla uscire». Le visite per il rinnovo del Piano terapeutico poi, generalmente, durano pochi minuti. «A me spiace dirlo - conclude - però siccome sono andata diverse volte e mi sono lamentata del disagio, mi sono sentita rispondere "signora, se non vuole portare suo padre... il farmaco costa poco". Ecco, io infatti ora l'ho trovato in farmacia e l'ho comprato, però non è giusto perché ci sono famiglie che non se lo possono permettere in questo momento di crisi. In più nelle farmacie non si trova tanto facilmente». Una confezione di pillole che ostacolano la perdita di memoria costa dai 12 in su. Alcuni pazienti ne prendono anche tre al giorno. Tiziana Petrelli Image: 20130313/foto/7105.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 94 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITA' UN DISAGIO CHE STA PROVOCANDO PROTESTE. SE NE FA PORTAVOCE L' ASSESSORE DI SAN COSTANZO GABRIELLA GIOLI 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola Pag. 3 (diffusione:165207, tiratura:206221) A Sasso Morelli la metà delle ricette è elettronica A una sola settimana dalla sua introduzione, sono già «confortanti» i dati relativi alla ricetta elettronica. Nell'Antica Farmacia Mongardi di Sasso Morelli, che assieme alla comunale Cavour di Imola e a quella Dell'Ospedale di Castel San Pietro aderisce alla sperimentazione, solo la metà delle prescrizioni arrivano infatti sul tradizionale foglio bianco e rosso. Il resto degli utenti si è già fatto coinvolgere dalla novità. A dirlo è Alessandro Magnani, referente imolese di Federfarma, che in una nota sottolinea come i medici siano «già a buon punto con il recepimento delle nuove modalità prescrittive». Dal canto loro, dalla farmacia Mongardi fanno sapere che «ci sono tante piccole criticità che rallentano il procedere dell'esitazione del farmaco, ma considerando che siamo nella fase iniziale era prevedibile». Come noto, sono attualmente tre le farmacie sul territorio dell'Azienda sanitaria imolese a procedere con tale sperimentazione. «A queste va la riconoscenza di Federfarma per aver fatto da testa di ponte per questo cambiamento epocale», aggiunge Magnani. In totale, sono 20 i punti vendita sparsi lungo tutto il Paese che al momento stanno sperimentando la ricetta elettronica. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 95 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN FARMACIA 13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) Sanità al veleno, botta e risposta tra centrodestra e Costamagna SI TIRA fuori dal tavolo comunale sulla sanità il centrodestra e recepisce il dictat di Ottavio Brini (Popolo della libertà) che aveva pronunciato il de profundis per l'iniziativa istituzionale voluta da Ivo Costamagna, presidente del consiglio comunale. L'opposizione elenca quelle che ritiene 'pecche' della sanità civitanovese: «Il pronto soccorso è inefficiente e senza primario. La chirurgia e l'urologia stanno in locali inadeguati mentre altri spazi sono inutilizzati. La pediatria non ha ancora iniziato l'attività h. 24. Il servizio di anestesia è senza primario e in difficoltà per la mancata riorganizzazione. A queste problematiche e ad altre ancora - attacca l'opposizione - vogliamo risposte subito. Se sindaco e giunta sono in grado di darle insieme agli interlocutori che contano, politici e funzionari della Regione, allora chiamateci e saremo presenti altrimenti non perdiamo tempo». Costamagna non ha dubbi: «Vedremo se l'ordine dato da Brini verrà accettato passivamente dai consiglieri del centrodestra che avevano dato la loro adesione ai tavoli istituzionali. Ma quello dell'ex presidente delle Farmacie è un atto grave che indebolisce la politica civitanovese e finisce per colpire gli interessi dei cittadini di Civitanova sulla difesa dell'ospedale. Se lo faranno - conclude il presidente del consiglio comunale civitanovese - se ne assumeranno la responsabilità». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 96 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLITICA/1 13/03/2013 Il Secolo XIX - Imperia Pag. 21 (diffusione:103223, tiratura:127026) Cambia sede la farmacia dell'ospedale SANREMO. A partire da domani, giovedì 14 marzo, lo sportello di distribuzione di farmaci dell'ospedale di Sanremo, attualmente collocato nella farmacia situata sotto il reparto di Rianimazione, sarà trasferito al piano -1, sotto la portineria. Lo rende noto l'ufficio relazioni con il pubblico dell'Asl 1 Imperiese. Lo spostamento dello sportello della farmacia si è reso necessario a causa dei lavori, tuttora in corso, per la realizzazione del nuovo pronto soccorso del Borea, e per rendere più semplice e agevole l'accesso ai cittadini che ritirano regolarmente i farmaci all'ospedale di Sanremo. La distribuzione diretta dei farmaci avverrà tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 14. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 97 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AL BOREA 13/03/2013 L Unita - Bologna Pag. 27 (diffusione:54625, tiratura:359000) Fondi alle private, Pdl: «No ai seggi nelle scuole» Niente seggi nelle scuole, per far votare i Bolognesi al referendum del 26 maggio sui finanziamenti pubblici alle materne private. È quanto chiede il Pdl a Palazzo d'Accursio. «Spero che le scuole non chiudano il lunedì successivo al referendum», dice la presidente della commissione Affari generali in Comune, Valentina Castaldini. «Visto che si tratta di una consultazione sulle scuole sarebbe folle penalizzarle ulteriormente aggiunge la consigliera -, sono già rimaste chiuse per le elezioni». Castaldini chiede allora di usare per i seggi «uffici comunali e altre sedi, come fu fatto nel 1997» in occasione del referendum sulle farmacie comunali e il progetto di Bofill per la stazione Fs. Per il resto, confida la berlusconiana, «mi rassicurano le parole del sindaco. A questo punto c'è una indicazione chiara anche sul dopo-referendum. Se l'idea è "non uno di meno", non vedo come si possano diminuire le convenzioni». Peraltro, il «referendum ci costa già 500mila euro, cioè la metà di un anno di convenzioni con le paritarie». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 98 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA 12/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Pag. 6 (diffusione:48275, tiratura:63756) « Farmacia a S. Pio da quando il via?» n Con l'istituzione di una nuova farmacia nel quartiere S. Pio si realizza un servizio essenziale che sicuramente migliorerà la qualità di vita dei residenti. Il consigliere comunale Massimo Maiorano (Pd), in commissione qualità dei servizi ha chiesto di conoscere i tempi previsti per l'insediamento di tale servizio tenuto conto che la giunta comunale ha da tempo approvato la delibera che individua la Nuova Farmacia proprio nel territorio di S. Pio. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 99 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CONSIGLIERE MAIORANO 13/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia Pag. 9 (diffusione:48275, tiratura:63756) Farmacia visitata da rapinatori Colpo alla «Giuliani» in via Minuziano, ad agire in pieno giorno due malviventi l SAN SEVERO. Nuovo raid dei rapinatori. Questa volta, nel mirino di una coppia di malviventi è finita la farmacia Giuliani in via Minuziano, in pieno centro e in un orario in cui pedoni e automobilisti affollano l'arteria. È successo lunedì, alle 17.40 circa, quando due malviventi, con il volto travisato e armati di pistola, hanno fatto irruzione all'interno del locale intimando alla titolare di consegnare l'incasso della giorn at a . Uno dei due rapinatori con un balzo è arrivato nei pressi del registratore di cassa puntando l'arma contro la vittima: sono seguiti secondi di paura con la pistola puntata sulla faccia della farmacista. Da un tatuaggio prettamente femminile sulla schiena del malvivente che ha saltato sul bancone c'è da pensare che ad agire sia stata una rappresentante del gentil sesso. Tesi comunque al vaglio degli investigatori. Presi i 150 euro contenuti, la coppia si è data alla fuga dileguandosi nelle stradine limitrofe alla farmacie. Subito dopo sul psoto è intervenuta una "vo l a n t e " del locale commissariato che ha avviato le indagini nel tentativo di identificare i rapinatori. Un aiuto potrebbe essere fornito dai filmati dell'impianto di videosorveglianza della farmacia che hanno immortalato ogni istante del colpo. Riprese ora al vaglio degli inquire n t i . VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 100 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IRRUZIONE RIPRESA DALL'IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA, SUL CASO INDAGA LA POLIZIA 12/03/2013 QN - La Nazione - Grosseto Pag. 5 (diffusione:136993, tiratura:176177) Grana legale sui concorsi «Ora il caso in Consiglio» SI AGGIUNGE un nuovo capitolo alla vicenda della farmacia comunale di via Civitella Paganico, nata tre anni fa e che, a differenza delle altre del territorio comunale che sono gestite dalla società Farmacie comunali riunite, è l'unica gestita dal Comune. Una realtà nell'ultimo periodo sotto i riflettori e al centro del dibattito politico. La querelle è legata alla scadenza dei tre contratti a tempo determinato (fino al 31 gennaio), all'esito dei concorsi per direttore e per dipendente e all'intero iter di selezione. Adesso la vicenda si fa ancora più intricata. Ieri il capogruppo consiliare di Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale e presidente della V commissione consiliare, Pier Francesco Angelini, ha spiegato le novità. «Domenica pomeriggio ho ricevuto per conoscenza da uno studio legale di Perugia una mail che aveva come destinatario principale il sindaco Bonifazi. Uno dei partecipanti, risultato poi escluso alla prova del due febbraio, si è affidato allo studio legale che ha chiesto l'annullamento in autotutela e la sospensione della graduatoria dei concorsi del 15 gennaio e del 2 febbraio, pena il ricorso all'autorità giudiziaria. Dopo questa mail di diffida al Comune, in qualità di presidente della V commissione, ritengo sia opportuno fermare i lavori relativi alla farmacia: mi adopererò ricorda Pier Francesco Angelini - affinché la questione sia portata in Consiglio comunale». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 101 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FARMACIA COMUNALE 13/03/2013 QN - La Nazione - Lucca Pag. 11 (diffusione:136993, tiratura:176177) Farmacie sul piede di guerra contro il Comune: è sciopero PIÙ ORE di lavoro, meno salario uguale sciopero. Questa mattina i lavoratori dell'azienda «Alliance Farmacie Comunali di Lucca» costituiranno un presidio contro un regolamento unilaterale che andrebbe a peggiorare le condizioni economiche e normative dei dipendenti. «Gli incontri in prefettura, a cui erano state convocate tutte le amministrazioni comunali, si è rivelato una vittoria per il sindacato e per i lavoratori - sottolineano Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil Lucca, Giampiero Guidi della Fisascat Cisl e Giovanni Sgro della Uiltucs Uil -. Un successo quasi pieno in quanto le istanze da noi proposte sono state accolte da quasi tutte le amministrazioni che hanno deciso di differire l'applicazione del regolamento unilaterale che Assofarm propone continuando ad applicare il CCNL. Di dieci amministrazioni solo due si sono tirate indietro: il Comune di Lucca e quello di Altopascio, dove oggi si terrà lo sciopero». I sindacati prevedono la 'serrata' pressoché totale ad eccezione della farmacia 24 ore della stazione. «La situazione vede l'azienda lucchese nel panorama delle farmacie comunali essere la più indisponibile insieme a quella del Comune di Altopascio ribadiscono le organizzazioni - rispetto ai diritti dei lavoratori ed al trattamento degli organici. Dopo la privatizzazione fatta dalla giunta Fazzi abbiamo registrato una forte riduzione occupazionale ed una gestione dove il ruolo del Comune non si è fatto sentire». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 102 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PROTESTA OGGI LA SERRATA: «DIRITTI DEI LAVORATORI, L'AMMINISTRAZIONE SI E' TIRATA INDIETRO» 13/03/2013 Brescia Oggi Pag. 20 (diffusione:16000) I volontari consegnano le medicine a domicilio L´amministrazione comunale di Gottolengo con il «Gruppo Impegno Cultura e Sport Anziani», forti dell´esperienza di un rapporto consolidato di iniziative solidaristiche di volontariato, rivolte in particolare alla fascia anziana della popolazione, grazie anche alla disponibilità della Farmacia Benazzi di Gottolengo, hanno sottoscritto un progetto chiamato «Pillole di Solidarietà». «L´iniziativa - spiegano in Comune - è rivolta ad anziani ultrasettantenni non autosufficienti e privi di parenti prossimi in grado di provvedere alla loro assistenza. Il supporto pratico operativo che concretizza il Progetto può essere esteso a cittadini non ultrasettantenni affetti da gravi patologie invalidanti e/o gravati da serie problematiche, valutate dall´assistente sociale del Comune. Il Gruppo è la parte attiva dell´iniziativa progettuale, e garantirà la disponibilità organizzativa di volontari reperibili e contattabili telefonicamente». L´Amministrazione comunale da parte sua, si fa carico di fornire i mezzi necessari (automezzi, telefono cellulare) e di pubblicizzare l´iniziativa tra la cittadinanza, informando direttamente i medici di base. In pratica, il volontario incaricato si attiva per il ritiro della ricetta al domicilio dell´utente o del medico curante e, dopo aver reperito i medicinali alla Farmacia Benazzi provvede alla consegna. Nulla è dovuto dall´utente per il servizio svolto, se non il denaro contante, necessario all´acquisto del farmaco e/o per il pagamento del ticket, consegnato al volontario all´atto del ritiro della ricetta. L´assessore ai servizi sociali Alberto Agazzi e l´assistente sociale sono le figure di riferimento a cui rivolgersi nel periodo di «rodaggio» nel caso insorgano problematiche o controversie.G.B.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 103 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GOTTOLENGO. Progetto «Pillole di solidarietà» 13/03/2013 Brescia Oggi Pag. 21 (diffusione:16000) Anno d´oro per la farmacia pubblica che consegna medicine a domicilio Davide Cornacchione con lo staff La «prima farmacia comunale» di Carpenedolo, a un anno dalla sua inaugurazione, ha già conquistato le abitudini delle famiglie. Voluta fortemente dall´amministrazione comunale guidata da Gianni Desenzani e gestita dalla Carpenedolo Servizi, grazie al direttore di farmacia Davide Cornacchione e al suo staff di collaboratori, si tratta ormai di una realtà sociale ed economica ben radicata nella cittadina dei carpini. «Il merito di questo successo - sottolinea Cornacchione - è da attribuire soprattutto ai servizi che proponiamo: un ampio orario di apertura, compresa l´intera giornata del sabato, la consegna gratuita a domicilio dei farmaci, la misurazione della pressione o del colesterolo e uno sconto del 10% su tutti i farmaci da banco». Oltre all´importante contributo economico per le casse comunali derivante dal canone di concessione e dall´affitto, la farmacia svolge anche un ruolo sociale di rilievo. Il 25 marzo alle 20.30 è previsto un incontro sulle «riniti allergiche e pollinosi». L.CAST. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 104 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CARPENEDOLO. Benefici per il Comune grazie a concessione e affitto 13/03/2013 Brescia Oggi Pag. 23 (diffusione:16000) Sulla vendita della farmacia si scatena la «guerra di cifre» Il Comune di Iseo: fa ancora discutere la vendita della farmacia La Fondazione Guerini, acquistando per 290mila euro la farmacia comunale, ha contribuito a salvare il Patto di stabilità di Iseo: ma quali soldi ha utilizzato? Forse parte del mutuo trentennale di 3.581.533 euro garantito dal Comune e in larghissima parte a suo carico? «Chiedetelo al suo presidente, Fabio Volpi, non a noi», ha tagliato corto il sindaco Riccardo Venchiarutti, rispondendo in aula alle domande dei consiglieri comunali di «Patto per Iseo» e di «Yseo nel cuore». Più pacata la replica dell´assessore al Bilanco Pier Franco Savoldi: «La Fondazione dice di aver utilizzato parte dei 510mila euro che aveva investito in titoli di Stato». Ma non è stato creduto. Enrico Pernigotto e Gabriele Gatti, consiglieri di minoranza, hanno sollevato dubbi di legittimità sulla discussa compravendita, citando una lettera inviata in municipio dalla «Guerini» il 19 dicembre scorso, giusto il giorno successivo a quello in cui essa aveva depositato l´offerta d´acquisto della farmacia. NELLA LETTERA la «Guerini» dichiara che, avendo comprato per un importo di 210mila euro due aree adiacenti alla Cacciamatta per costruirvi 12 alloggi protetti, ha quasi azzerato la sua liquidità e «pertanto serve ricostuirla per esigenze gestionali». Chiede anzi di destinare a questo scopo 210mila euro del mutuo di 3.581.533 euro da lei stessa stipulato (fideiussore il Comune) per pagare la realizzazione della Casa di riposo integrata con la Rsa Cacciamatta, e al contempo si impegna ad accollarsi le rate dei 210mila. A un passo dall´infrangere il Patto di stabilità, il 28 dicembre, la Guerini firma il rogito per l´acquisto della farmacia, mentre la Giunta municipale prende atto che il finanziamento da garantire è di 3.581.533 euro, di cui 210mila a carico della Fondazione e 3.371.533 a carico del Comune. «Illegittimo estendere la fidejussione a interventi non previsti dall´accordo siglato per l´ampiamento della Cacciamatta», ha tuonato Pernigotto. Gatti ha domandato se le opere realizzate con quei 210euro diventeranno, estinto il mutuo trentennale, proprietà comunale. Nessuna risposta. «Il 19 dicembre la Fondazione dice di essere a secco, nove giorni dopo compra la farmacia: c´è qualcosa che non torna», ha sintetizzato Gatti. Venchiarutti ha definito il passaggio di mano della farmacia «un´operazione trasparente e positiva: ne siamo convinti noi, ne sono convinti gli iseani». © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 105 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ISEO. Acceso dibattito in Consiglio sul passaggio dell´immobile dal Comune alla Fondazione 13/03/2013 Gazzetta del Sud - Ed. nazionale Pag. 33 (diffusione:49872, tiratura:67738) Al borgo garantita la consegna di farmaci al domicilio degli utenti Francesco Ranieri SANT'ANDREA JONIO Tende la mano e propone una possibile soluzione al problema sorto in queste ultime settimane dopo la richiesta di trasferire la farmacia dal centro storico di Badolato alla Marina. La titolare dell ' esercizio commerciale, la dottoressa Carla Ceccotti, affida a una lettera aperta la sua posizione ufficiale, dalla quale si evince sì la volontà di trasferire la farmacia ma anche, e soprattutto, di non abbandonare al proprio destino i residenti del borgo badolatese, che, dal canto loro, hanno cercato di opporsi con raccolta firme e assemblee pubbliche a questa eventualità. Il timore è che perdendo un servizio così importante, è emerso da incontri e dichiarazioni di forze politiche, sociali e istituzionali, il centro storico vada sempre più impoverendosi e spopolandosi ancor più. Da quanto spiega Ceccotti la sua richiesta di trasferimento avviene nella sede di pertinenza ma «come già comunicato verbalmente e per iscritto al sindaco Nicola Parretta, una volta ottenuta - spiega - l ' autorizzazione al trasferimento, garantirò la consegna a domicilio dei farmaci ai residenti di Badolato Superiore che ne faranno richiesta, secondo quanto previsto dal codice deontologico dei farmacisti». Si tratta di una battaglia per la sopravvivenza del servizio, è il ragionamento della farmacista, VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 106 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BADOLATO Lo comunica Carla Ceccotti 13/03/2013 Gazzetta di Mantova - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:33451, tiratura:38726) L'azione messa a segno sabato notte, una porta forzata in modo chirurgico, la sparizione dei farmaci ospedalieri più costosi per centinaia di migliaia di euro. Sembra la descrizione del furto messo a segno alla farmacia dell'ospedale Carlo Poma la notte dello scorso 23 febbraio. Non è così. È accaduto la notte di sabato a poche decine di chilometri, a Verona, al Policlinico di Borgo Roma. Un colpo fotocopia, forse portato a termine dalla stessa banda che ha già fatto bottino, oltre a Mantova, anche a Chieti, Modena, Bari e Brindisi. Opera di una gang affiliata al racket internazionale del farmaco che ricetta costosi medicinali ospedalieri e li rivende fuori dall'Italia, in mercati dove i costi imposti dalle case farmaceutiche risultano proibitivi. Nel caso di Verona nella lista dei medicinali trafugati ci sono farmaci per curare la sclerosi multipla, l'emofilia e alcune forme di cancro. Il colpo è avvenuto nella serata di sabato. I ladri hanno forzato una porta antipanico e rubato confezioni di pastiglie, fiale e preparati oncologici. Il furto è stato scoperto poco dopo che i ladri se n'erano andati: i sensori d'allarme hanno avvertito il centralino dell'ospedale veronese che in uno dei frigoriferi dove vengono conservati i medicinali c'era stata una dispersione di temperatura. Se al Carlo Poma il valore del bottino era stato stimato in 700mila euro, a Verona si attesterebbe su quasi un milione e duecentomila euro. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 107 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tornano i ladri di farmaci : dopo il Poma tocca a Verona 13/03/2013 Giornale di Brescia Pag. 12 (diffusione:48023, tiratura:59782) Il giorno indicato dai Maya come quello della fine del mondo, ovvero il 12 dicembre del 2012, tre mesi fa, aveva commesso una rapina in farmacia in via San Polo 212. Si era messo in coda e poi, una volta arrivato davanti al bancone, invece di presentare una ricetta, aveva preteso che la dottoressa gli consegnasse l'incasso, prendendoselo poi da solo e portandosi via poco più di 500 euro. Era poi fuggito su un pick up bianco (una Fiat Strada) che era stato notato dalle dipendenti della farmacia e subito segnalato alla centrale operativa del 112. Poco dopo era stato intercettato all'altezza della rotonda dell'Alfa acciai da una pattuglia dei carabinieri e per lui, un 45enne di Nuvolento, G.G., era scattato l'arresto. Ieri i militari di San Zeno lo hanno portato in carcere perchè condannato in via definitiva per quell'episodio a un anno, tre mesi e 23 giorni. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 108 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Condanna di un anno per la rapina in farmacia 13/03/2013 Il Piccolo di Trieste - Ed. nazionale Pag. 18 (diffusione:44247, tiratura:212000) Boom di domande per le 49 nuove sedi previste in Friuli Venezia Giulia. La selezione affidata a un comitato ad hoc di Gianpaolo Sarti wTRIESTE Valanga di domande in Friuli Venezia Giulia per l'apertura di nuove farmacie. Sono 640, complessivamente, le richieste avanzate nelle ultime settimane alla Regione per poter partecipare al concorso nazionale. Di queste 276 sono in forma associata. Il termine ultimo per la consegna dei documenti era stato fissato al primo marzo dopo che, a metà gennaio, una delibera del vice- presidente Luca Ciriani aveva dato ufficialmente il via all'iter con bando pubblico per l'assegnazione delle sedi in cui collocare le future attività. Sono 49, in tutto, le strutture autorizzate e che entro luglio sorgeranno sull'intero territorio regionale. La Regione si trova ora a selezionare 640 domande per 49 posti. Quattro sono i siti individuati nella provincia di Trieste: a Muggia, nei rione di Campi Elisi, Borgo San Sergio-piazzale Cagni e piazza Foraggi-viale Ippodromo. Stesso numero a Gorizia, distribuito tra Gradisca, Ronchi, San Canzian e Staranzano. Una ventina, invece, in vari Comuni della provincia di Udine e Pordenone. Si tratta di una farmacia ogni 3 mila e 300 abitanti, così come regolamentato dall'articolo 11del decreto Salva Italia del governo Monti. Sarà una commissione regionale ad hoc a esaminare tutte le 640 domande recapitate negli uffici di piazza Oberdan. La commissione, in un secondo momento, sottoporrà i possibili idonei alla valutazione della giunta. Se in Fvg sono 49 le sedi possibili, in Veneto, ad esempio, sono 224, mentre in Lombardia 343, in Piemonte 147 e in Emilia Romagna 178. Il concorso, che riguarda quindi l'intero Paese è stato effettuato per soli titoli e con modalità telematica concordata a livello centrale: alla Regione il compito di sovrintendere a tutti gli aspetti tecnici e amministrativi, dall'approvazione della graduatoria dei candidati, all'assegnazione delle sedi. Un concorso che, nei mesi scorsi, aveva sollevato le critiche di Federfarma Fvg. Il presidente Alessandro Fumaneri ricordando che il provvedimento era frutto «di una legge dello Stato che prevedeva una revisione in quei Comuni in cui erano state ravvisate zone di carenza», evidenziava la mancanza di una reale urgenza nel settore. «Secondo il nostro punto di vista non c'è affatto alcuna carenza obbiettava il presidente - perché le farmacie, anzi, sono già in sofferenza e nuove aperture peggiorano ulteriormente la situazione, dal momento che la redditività sui farmaci del sistema sanitario nazionale è diminuita del 40%, con picchi del 20% nelle zone più periferiche del Friuli Venezia Giulia». A questo proposito le domande inviate in Fvg «sono in linea con le altre regioni - afferma ancora Fumaneri, ma sono comunque tantissime. Mi auguro che tra chi ha fatto domanda non si creai l'illusione di dare inizio a un'attività redditizia. Un tempo lo era - riflette - ma adesso, purtroppo non lo è più». A preoccupare Federfarma non è però la quantità di richieste, quanto piuttosto il mercato potenziale. Fumaneri porta l'esempio di una farmacia di Amaro, in Carina, che la scorsa settimana ha dovuto chiudere i battenti «portando i libri in Tribunale». «In Friuli Venezia Giulia ci sono paesi in cui non c'è assolutamente la sostenibilità per una nuova attività, dobbiamo renderci conto di questo. In un Comune che conta su 300 abitanti un'attività imprenditoriale è decisamente impossibile. In alcune zone della regione le farmacie potranno sicuramente sopravvivere perché il lavoro è garantito dall'aumento della popolazione - conclude il presidente di Federfarma Fvg - mentre per altre lo escudo totalmente». In Regione, confermano dagli uffici dell'assessorato alla Sanità, presto partirà l'iter di valutazione delle documentazione consegnata per le procedure di selezione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 109 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La "corsa" dei 640 aspiranti farmacisti 13/03/2013 Il Tirreno - Ed. nazionale Pag. 26 (diffusione:80832, tiratura:102004) Federico Sanjust Molta inquietudine, malesseri fisici e psicologici sottovalutati, poche persone che vanno in cerca di un aiuto efficace. Così sono gli italiani secondo una recente ricerca sul disagio psichico, condotta dalla società Sinopia in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dinamica e clinica dell'Università Sapienza di Roma. Ansia, depressione, mal di testa, insonnia, colite interessano più del 60 per cento degli italiani, come anche le difficoltà di vita inerenti salute, lavoro e relazioni familiari. Due tipi di disagio, quello fisico e psicologico, coincidono nell'83 per cento dei casi. Nonostante una così ampia diffusione di malessere, si scopre una forte resistenza degli italiani a prendersene cura. Chiede aiuto infatti solo il 41 per cento di chi ne ha realmente bisogno. Difficoltà a esporsi, paura di stigma sociale, incapacità di trovare l'aiuto necessario, inconsapevolezza della relazione tra eventi di vita e malattia sono tra i motivi principali. Inoltre la tendenza è interpretare il disagio prettamente in termini fisici, ignorando quelli emotivi. Oggi buona parte del malessere psichico si riversa negli ambulatori di medicina generale ed è sostanzialmente il medico di base che se ne occupa. D'altra parte i servizi pubblici di assistenza psicologica risultano insufficienti e solo il 36 per cento degli italiani che li ha frequentati se ne dichiara soddisfatto. Psicologi e psicoterapeuti sono consultati appena nel 19 per cento dei casi. È poi preoccupante l'atteggiamento rispetto al disagio dei giovanissimi (18-24 anni). Questa fascia di età, delicata e critica dal punto di vista evolutivo, durante la quale più frequentemente si manifestano i primi disturbi e sarebbe più utile intervenire, risulta totalmente incapace di esprimere le proprie difficoltà e di chiedere sostegno. Comunque gli italiani per il 90% sono favorevoli alla presenza di uno "psicologo di base" negli studi medici: così molti preconcetti e paure scompaiono. Tra l'altro, come alcuni esperimenti confermano, la doppia presenza medico-psicologo non solo si rivela più efficace a livello terapeutico ma fa anche risparmiare sulla spesa farmaceutica e diagnostica. I numerI del dIsagIo 60% la percentuale della popolazione che denuncia problemi di salute, lavoro e relazioni familiari. 67% la quota che esprime sintomi fisici e psicologici (mal di testa, colite, ansia e depressione). 64% delle persone che provano disagio psicologico sono consapevoli che questo incide sulla qualità di vita. 41% la quota dei casi in cui si chiede aiuto per superare il disagio psicologico. 57% della popolazione si rivolge al medico di base o medici specialisti. Lo psicologo è consultato nel 19% dei casi e lo psichiatra nel 17% . 10% la percentuale che chiede aiuto ad altre figure (farmacisti, counselor, sacerdoti). 20% la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che dichiara di avere difficoltà di vita. 80% la percentuale dei giovani tra i 25 e i 34 anni che avverte problemi esistenziali. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 110 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ansia e depressione Gli italiani tendono a sminuire i sintomi 13/03/2013 Il Tirreno - Lucca Pag. 19 (diffusione:80832, tiratura:102004) LUCCA Lo sciopero provinciale contro l'applicazione del regolamento unilaterale con peggioramento delle condizioni economiche e normative al posto di un contratto nazionale collettivo si è ridotto a due o tre amministrazioni rispetto alle circa 10 coinvolte in provincia di Lucca. Negli incontri in prefettura erano state convocate tutte le amministrazioni comunali che hanno farmacie municipali direttamente o tramite aziende private a proprietà pubblica. «Dopo la discussione - dicono Cgil Cisl Uil - si è registrata una vittoria per il sindacato e i lavoratori in quanto quasi tutte le amministrazioni hanno differito l'applicazione del regolamento unilaterale che Assofarm propone e continuato ad applicare il contratto nazionale. Pertanto lo sciopero riguarderà solo il Comune di Lucca, dove però l'azienda è a maggioranza privata ed Altopascio». Stamani si terrà un presidio dei lavoratori in sciopero dell'azienda Alliance Farmacie Comunali Lucca. « Ai lavoratori dicono i sindacati - con questo regolamento vengono aumentate le ore lavorative, ridotto il salario con meccanismi che apparentemente non toccano lo stipendio, ma che si traducono in buste paga più leggere anche di qualche centinaio di euro. Saranno distribuiti volantini ai clienti ed i lavoratori stazioneranno con alcuni striscioni. Dovrebbero essere chiuse tutte le altre farmacie comunali di Lucca in quanto l'adesione allo sciopero è totale. La farmacia 24 ore resta aperta perché i lavoratori sono precettati». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 111 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Presidio dei lavoratori delle farmacie 13/03/2013 Il Tirreno - Empoli Pag. 14 (diffusione:80832, tiratura:102004) Si sposta di pochi metri, sempre in via del Papa. L'inaugurazione in programma sabato pomeriggio EMPOLI La notizia era nell'aria già da un po' ma adesso è ufficiale. Dopo più di due secoli e mezzo la farmacia Castellani si trasferisce dalla storica sede che fa angolo tra via Ridolfi e via Del Papa, per spostarsi di qualche metro, è proprio il caso di dirlo, sempre in via del Papa. Un cambio epocale per la geografia del centro storico di Empoli, visto che l'antica Farmacia è uno dei maggiori punti di riferimento del giro. La Castellani è una delle tre farmacie del circondario classificate come storiche. L'inizio della sua attività, proprio nella sede occupata fino a qualche giorno fa, risale addirittura al lontano 1752, anche se come drogheria probabilmente era già in funzione dal 1735. Nella sua storia ha grande importanza l'agosto del 1944, quando durante la guerra fu completamente saccheggiata e poi fatta saltare in aria dai soldati tedeschi. In quella occasione andarono persi diversi documenti, ma si salvò un antichissimo mortaio con pestello. Nel 1948 venne ricostruito il palazzo e la farmacia tornò a occupare il suo posto accogliendo al suo interno l'arredamento attuale, che all'epoca fu disegnato dalla signora Lami di origini russe, madre del dottor Castellani. E proprio l'antico arredamento sarà trasportato nella nuova sede di via del Papa che sarà inaugurata sabato pomeriggio. «Anche se abbandoniamo lo storico edificio, vogliamo rimanere un punto di riferimento per il centro storico» spiega il dottor Francesco Pieroni, nipote del dottor Castellani che insieme al fratello Alessandro si occuperà della gestione della nuova farmacia. «Ci spostiamo per razionalizzare gli spazi - prosegue - per avere locali un po' meno dispersivi. Cercheremo di portare avanti la tradizione di famiglia, ma allo stesso tempo di rinnovare l'attività aggiungendo diversi servizi per i nostri clienti». Alessandro Marmugi ©RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 112 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cambia sede l'antica farmacia Castellani 13/03/2013 La Gazzetta di Parma Pag. 41 (diffusione:42090, tiratura:51160) La spesa a carico del Ssn cala del 9,1% Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata con il Sistema sanitario nazionale, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. Lo rende noto Federfarma. «Con questo dato - commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce del bilancio sanità, a livelli inferiori a quelli del 2001». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 113 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FEDERFARMA 13/03/2013 La Gazzetta di Parma Pag. 54 (diffusione:42090, tiratura:51160) Visita oculistica Egregio direttore, alcuni giorni fa mi son recato da un oculista per una visita specialistica a seguito della quale mi è stato prescritto un esame diagnostico: una tomografia retinica (OCT). Ho cercato di prenotare l'esame presso una farmacia, come faccio solitamente, ma mi è stato detto che dovevo necessariamente contattare telefonicamente la clinica oculistica dell'ospedale Maggiore di Parma. Ho telefonato al numero indicatomi ma l'esame diagnostico non poteva essere prenotato telefonicamente, dovevo necessariamente recarmi alla clinica oculistica per prenotarlo. Il giorno 4 marzo mi reco alla clinica oculistica e finalmente mi prenotano l'esame per il 10/12/2013!!! Cioè oltre nove mesi per un esame!!! Non ci potevo credere, mi sembrava una cosa ridicola, non mi era mai accaduto prima. Ho chiesto se c'era uno sbaglio, un mal funzionamento del sistema di prenotazione... invece era tutto purtroppo regolare: nove mesi per un esame di tomografia retinica... e pensare che l'oculista mi aveva detto di ritornare al massimo dopo sei mesi per il controllo. Tutto ciò mi sembra assurdo fa pensare a sistemi sanitari da terzo mondo... i miei più sentiti complimenti al direttore dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma Nicola Fusco Parma, 7 marzo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 114 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lettere al direttore 13/03/2013 La Sicilia - Ragusa Pag. 32 (diffusione:64550, tiratura:80914) Con l'accordo tra Asp e Federfarma costi tagliati e miglior distribuzione Scaffali di una farmacia Risparmio ed efficienza sembrano i due punti alla base della convenzione stipulata tra l'Azienda Sanitaria di Ragusa e la Federfarma di Ragusa. L'accordo prevede la distribuzione delle forniture mediche, a cui precedentemente provvedeva in maniera diretta l'Asp, attraverso varie farmacie convenzionate. Questa modalità assicura al malato il vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di punti distributivi. Attualmente le farmacie convenzionate sono 78, con orari di apertura più ampi che garantiscono una migliore fruizione ai pazienti. La convenzione è il frutto di una ricerca interna, condotta dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, sui costi generali della gestione diretta dei farmaci. L'esito ha mostrato come sia possibile migliorare il servizio ed abbattere alcuni costi di gestione attraverso l'affidamento della distribuzione alla rete delle farmacie. Dal canto loro le farmacie della provincia di Ragusa si impegnano ad applicare sulle forniture di ossigeno liquido uno sconto pari al 30% sul prezzo praticato; a distribuire presidi ed ausili per stomizzati al prezzo di rimborso del nomenclatore tariffario vigente. Ancora, a distribuire farmaci antipsicotici ATC N05A con piano terapeutico al costo di euro 3,50 a pezzo consegnato. La convenzione, inoltre, prevede che i farmacisti provvedano a loro onere e cura al prelievo degli stessi presso le strutture del servizio farmaceutico dell'Asp, mentre l'Azienda sanitaria provinciale provvederà ad attivare il collegamento informatico per la gestione di tale distribuzione. Inoltre si potranno effettuare prenotazioni di prestazioni specialistiche, secondo criteri di priorità clinica, sul CUP on line, già attivo dal 1 marzo. Ovviamente questo servizio è garantito senza alcun onere aggiuntivo per l'ASP o per il cittadino. A. L. M. 13/03/2013 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 115 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato forniture mediche 13/03/2013 La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale Pag. 68 (diffusione:19022, tiratura:23555) MONTEBELLUNA Via libera da Federfarma Treviso al nuovo accordo con la Usl 8 circa la farmaceutica territoriale e in particolare i farmaci salvavita. L'assemblea dei farmacisti ha votato all'unanimità l'applicazione nel territorio di competenza dell'azienda sanitaria del nuovo accordo tra Federfarma e Regione Veneto su quella che si chiama "distribuzione per conto". Il precedente accordo tra Federfarma e Usl 8 era scaduto nell'agosto scorso e prevedeva che l'azienda sanitaria potesse distribuire direttamente alcune tipologie di farmaci con uno sconto del cinquanta per cento anche attraverso le farmacie. Con il mancato rinnovo dell'accordo nulla cambiava per i pazienti in termini di spesa (a seconda dei casi e delle patologie, questi farmaci sono distribuiti anche gratuitamente), ma l'acquisto avvenuto in farmacia, e non il ritiro presso le strutture sanitarie, veniva poi addebitato a prezzo pieno all'Usl, con conseguenti costi maggiori. Un argomento alquanto importante per l'economia dell'Usl 8, tanto da essere indicato dal nuovo direttore generale Bortolo Simoni pochi giorni dopo la nomina quale principale "area di aggressione" per conseguire un risparmio di risorse. L'ok dato l'altro ieri dai farmacisti apre dunque la strada alla firma ufficiale di un nuovo accordo tra Federfarma e Usl 8. Davide Nordio VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 116 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmaci salvavita, via libera all'accordo 13/03/2013 Giornale di Sicilia - Ragusa Pag. 15 «La distribuzione di farmaci tramite le farmacie è più agevole per il malato e la sua famiglia e meno costosa per il Sistema Sanitario Nazionale di quella effettuata tramite le strutture pubbliche». E' quanto affermano il Commissario Straordinario dell'Asp, Angelo Aliquò, e il Presidente di Federfarma, Luigi Bianculli, dopo la firma della convenzione tra le parti. La distribuzione in farmacia assicura innegabilmente al malato il vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di punti distributivi (78 farmacie convenzionate) e con orari di apertura più ampi - grazie alla continuità degli orari di distribuzione - attraverso i turni. Con la convenzione le farmacie della provincia di Ragusa si impegnano ad applicare sulle forniture di ossigeno liquido uno sconto pari al 30% sul prezzo praticato; a distribuire presidi ed ausili per stomizzati (enterostomizzati, colostomizzati, urostomizzati) al prezzo di rimborso del nomenclatore tariffario vigente. Ancora, a distribuire farmaci antipsicotici Atc N05A con piano terapeutico al costo di euro 3,50 a pezzo consegnato, (tali farmaci saranno acquistati dall'ASP ai prezzi di gara). I frmacisti provvederanno a loro onere e cura al prelievo degli stessi presso le strutture del Servizio Farmaceutico dell' Asp. Quest'ultima provvederà ad attivare il collegamento informatico per la gestione di tale distribuzione. Si potranno effettuare prenotazioni di prestazioni specialistiche, secondo criteri di priorità clinica, sul Cup on-line già attivo dal primo marzo, senza alcun onere aggiuntivo per l'Asp o per il cittadino; infatti l'Asp si impegna a fornire l'accesso attraverso internet al sistema di prenotazione, a effettuare la relativa formazione ed a fornire supporto telefonico sulle eventuali problematiche. È in fase di predisposizione, da parte dell'Asp la possibilità di un servizio di riscossione ticket nelle Farmacie mediante modalità on line. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 117 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Asp firma convenzione per distribuire i farmaci 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Vimercatese Pag. 34 A Villanova Ancora problemi Così la farmacia rischia di chiudere «Ci sono dei problemi di carattere normativo». È questa la posizione ufficiale del Comune di Bernareggio per quanto riguarda la questione della farmacia a Villanova che rischia di chiudere dal momento che la giunta ha deciso di non rinnovare il contratto di gestione alla «Farmacie comunali vimercatesi», la municipalizzata del Comune di Vimercate che ha in carico il polo farmaceutico di Villanova. La minoranza di «Con Bernareggio» però vuole vederci chiaro: «L'amministrazione cita una sentenza della corte dei conti della Puglia che non permetterebbe la prosecuzione del contratto - ha detto Andrea Esposito -. Abbiamo però in mano altre sentenze che permetterebbero di suffragare l'ipotesi contraria. La realtà è che non si capisce cosa si voglia fare: per questo è pronta un'interrogazione». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 118 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BERNAREGGIO 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del seveso Pag. 13 Nei negozi comunali gestiti da Assp la Pharmacard dà diritto al percorso benessere Idea in collaborazione con un centro di Saronno: vinci relax con la raccolta bollini Si apre una nuova frontiera per gli amanti delle raccolte punti. Non soltanto la tesserina magnetica è arrivata in farmacia, ma dal primo marzo tra i premi in palio ci sono tre ore gratuite in un centro benessere, un perfetto connubio tra salute e relax. L'idea è di Pino Bacino , vulcanico direttore della farmacia Comunale 1 di piazza Procaccini, ma coinvolge tutte le farmacie comunali gestite da Assp ossia le quattro di Cesano (piazza Procaccini, via Battisti alla Sacra Famiglia, via Santa Lucia a Cascina Gaeta e via Viganò a San Bernardo) e quella di Varedo. Raccogliere punti è semplice. Innanzitutto basta richiedere la Pharmacard, che in molti già hanno, e tagliare il traguardo dei 200 punti, allora si spalancheranno le porte della spa "Exit" di via Ungaretti 52 a Saronno. Aperta a settembre 2011, offre ai clienti delle farmacie comunali «un percorso benessere gratuito di tre ore - spiega la direttrice Serena Auletta - Ci sono bagni turco, la sauna, la stanza del sale, particolarmente apprezzata dai genitori per i loro bambini, e poi non manca il percorso kneipp per la circolazione». «La scelta d'includere nella raccolta punti anche la possibilità di entrare in un centro benessere - spiega Bacino - nasce da una duplice motivazione: i ritmi di vita di oggi sono decisamente stressanti, può essere così l'occasione per staccare la spina, e poi alcuni trattamenti sono terapeutici, penso alle vasche idromassaggio e ai percorsi per la circolazione». Fino ad oggi la Pharmacard dava diritto solo a uno sconto di 5 euro, ossia ogni 100 punti il cliente poteva fare acquisti e beneficiare di uno scontro di 5 euro. Il regolamento della raccolta punti prevede l'assegnazione di un punto per ogni euro speso, ma è escluso l'acquisto di farmaci. Nel 2012 grazie alla tesserina gli utenti di tutte e cinque le farmacie hanno beneficiato in totale di 21mila euro di sconto. «Le nostre farmacie sono anche tanto altro - prosegue Bacino - Da noi è possibile l'analisi per la densiometria ossea, non manca l'holter pressorio, ci sono poi servizi diagnostici quali l'emoglobina e tra le grandi novità rientra anche la crioconservazione del sangue cordonale». Chi decide di usufruire di questo servizio, grazie all'accordo con una società svizzera, riceverà un kit a pagamento da consegnare all'ospedale al momento del parto. La struttura sanitaria si metterà direttamente a contatto con la società svizzera. La conservazione del cordone ombelicale è a pagamento. Cri.Marz. Foto: NOVITÀ Pino Bacino con la direttrice del centro saronnese VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 119 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacia ,con i punti vai alle terme 09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del seveso Pag. 33 Pistola in pugno per rapinare la farmacia MISINTO (cri.marz.) I rapinatori non si riposano nemmeno il giorno di festa. L'ultimo colpo ai danni di una farmacia si è consumato domenica sera,quando qualche minuto prima delle 19 un bandito solitario è entrato alla farmacia «San Siro» in via Saronno 1 a Misinto a due passi dal municipio, straordinariamente aperta per turno domenicale.Armato di pistola il malvivente, al massimo ventenne, volto nascosto sotto il cappuccio della felpa di colore grigio e sciarpa nera attorno al collo, ha puntato l'arma contro la farmacista e una dipendente,gridando alle due donne,in perfetto italiano, d'infilare subito il contante in un sacchetto. Loro hanno eseguito e lui è scappato con un bottino di 300 euro.Testimoni l'hanno visto fuggire a piedi verso il centro di Misinto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Lentate sul Seveso e militari del radiomobile di Seregno. Molto probabilmente il furfante è un bandito solitario che nulla ha da spartire con i rapinatori seriali in azione nelle scorse settimane a Cesano e Seveso. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 120 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MISINTO COGLIATE - LAZZATE - MISINTO 13/03/2013 L'Eco del Chisone - N.10 - 13 marzo 2013 Pag. 32 Vinovo: la farmacia comunale apre a Garino A inizio aprile aprirà la farmacia comunale in frazione Garino, nel centro realizzato inŒ via Europa. Sarà gestita dall'Azienza speciale multiservizi di Venaria. « Un altro traguardo che raggiungiamo - dice il sindaco Maria Teresa Mairo -. Diamo un servizio primario richiesto fortemente dai cittadini: la risposta che si aspettavano dopo che la farmacia privata si era spostata in zona Cavalieri». Il centro è stato realizzato su terreno comunale ceduto ad un privato, al Comune sono andati anche parte dei locali realizzati e successivamente destinati a questo utilizzo. L'Azienda speciale pagherà 1.700 euro di canone mensile più il 4,5 per cento del fatturato.Œ Nella parte restante del centro polivalente troverà spazio un centro medico privato. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013 121 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Brevi PROFESSIONI 7 articoli 13/03/2013 Gazzetta di Reggio - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:13244, tiratura:16908) Euro Grassi, direttore provinciale della Fimmg, interviene sui recenti tagli «Se le risorse fossero ripartite con spirito manageriale sarebbero sufficienti» di Chiara Cabassa «La situazione è drammatica. Il calo dei finanziamenti è un dato di fatto. Il buco c'è e anche la sanità reggiana è in rosso. Ma quello che manca è un approccio manageriale: i soldi a disposizione sarebbero sufficienti se si partisse dalla domanda "quali sono le priorità dei cittadini?". Euro Grassi, segretario provinciale della Fimmg (federazione italiana medici di famiglia) non ha alcuna intenzione di arrendersi docilmente alle richieste della Regione e ancora meno di allinearsi alle posizioni «di un'azienda ospedaliera mette subito in chiaro Euro Grassi - che non si rapporta assolutamente con i medici di base». Partiamo dai tagli. Cosa vi chiede la Regione ? «Ci vengono a mancare oltre 15 milioni di euro senza tenere in minima considerazione alcuni dati di fatto: i medici di base della provincia di Reggio forniscono 99 milioni di euro al servizio sanitario nazionale costando un terzo rispetto ai medici ospedalieri. Quale medico ospedaliero si paga l'ambulatorio? La verità è che siamo dei benefattori e nessuno ce lo riconosce. La Regione ci ha presentato una bozza di rientro per i medici generali che come federazione abbiamo bocciato: la richiesta era quella di risparmiare sui farmaci per creare un fondo con il quale finanziare le cure primarie. Quando le cure primarie sono da considerare fondamentali per salvare il sistema sanitario. Senza dimenticare che la Regione finisce con le sue scelte per ostacolare l'associazionismo dei medici così come l'H24 richiesti dal decreto Balduzzi». Vi sentite puniti? «Ci è stato detto, in sede regionale, che il settore dei medici di base ha avuto meno tagli rispetto ad altri settori. Peccato che, da sempre, siamo i più penalizzati». Se la Regione non riconosce la vostra importanza, qual è il rapporto con l'Azienda ospedaliera? «Non esiste. Non c'è nessun coinvolgimento dei medici di base da parte dell'Azienda ospedaliera che ignora le nostre richieste che sono poi quelle dei pazienti. E finché le direzioni generali non decideranno di avvalersi degli esperti al fronte, che siamo noi medici di base, continueremo a piangere sui tagli». E con la direzione dell'Ausl come va? «Tra i direttori generali difendo e apprezzo solo Fausto Nicolini che sta lavorando bene. Ma penso che Nicolini deve essere messo in condizione di fare scelte anche non popolari come occupare il personale amministrativo in mansioni diverse ma anche chiudere ospedali che sono solo una spesa. Perché bisognerà prima o poi mettere mano a una riorganizzazione ospedaliera che prescinda dalle Province: troppi ospedali rubano risorse alla medicina generale. Penso agli ospedali di Reggio, Carpi, Sassuolo, Baggiovara, Scandiano e Correggio: almeno tre vanno chiusi. Non esiste in nessun paese europeo che tanti ospedali operino su un territorio così ridotto». I direttori generali dell'Ausl e dell'Azienda ospedaliera sono d'accordo nel fare confluire i tagli sui farmaci, con prescrizioni mediche adeguate, e sugli esami diagnostici e di laboratori, oggi eccessivi. E i medici di base? «Sono convinto che si possa risparmiare prescrivendo farmaci generici ma non dobbiamo essere noi a dirlo ai nostri pazienti. Deve essere la Regione a informare i cittadini e i medici sia di base che ospedalieri attraverso i media, presentando questa decisione come una direttiva regionale. Altrimenti noi medici di famiglia ci troviamo schiacciati tra gli specialisti e la popolazione. E può capitare che un paziente, dopo che gli è stato prescritto un farmaco generico, non lo vediamo mai più. Quanto alla diagnostica è vero che ci sono ampi margini di risparmio ma non si capisce come mai a livello ospedaliero non si prendano decisioni in questo senso». Tutti sono però d'accordo, dall'Ausl all'Azienda ospedaliera a voi medici di base nel dire che margini di risparmio ci sono... «Noi diciamo anche qualcosa di diverso. Sosteniamo che i soldi a disposizione sarebbero sufficienti se la locazione delle risorse avvenisse in maniera manageriale tenendo conto che non siamo più nel 1979 dove a Reggio gli extracomunitari erano i meridionali e non c'era una badante, ma confrontandoci con la realtà che abbiamo davanti. Pensiamo solo che siamo una delle province più "vecchie" , ma anche in questo caso i medici di base si sono potenziati da soli...». La federazione dei medici di famiglia avrebbe altre proposte da mettere sul tavolo? «Di progetti ne abbiamo presentati tanti e altri PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 123 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «L'azienda ospedaliera ignora i medici di base» 13/03/2013 Gazzetta di Reggio - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:13244, tiratura:16908) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 124 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ne presenteremo, ma fino ad oggi sono rimasti sulla carta. Io sono per esempio favorevole alle "case della salute" ma per realizzarle servirebbe investire sul territorio invece di ridurre i finanziamenti. La stessa cosa per l'H24. Uno dei progetti che presenterò a breve ha a che fare con la telemedicina che nel giro di due anni potrebbe trasformare l'assistenza: se i medici fossero connessi direttamente con l'ospedale ci sarebbero innanzitutto meno ricoveri e anche meno esami diagnostici e di laboratorio dal momento che quando un paziente arriva all'ospedale e mostra gli esami appena fatti non sarà sottoposto, come accade oggi, agli stessi esami per una seconda o una terza volta. Dovrebbero invece essere chiusi i vari Centri da quello della menopausa a quello dell'osteoporosi che rubano solo risorse». In conclusione, anche questo taglio dei finanziamenti è un'occasione per sottolineare la "non visibilità" dei medici di base... «Diciamo solo che non siamo mai coinvolti nelle decisioni, noi che abbiamo mediamente 115 contatti giornalieri, e questo va a scapito di una buona sanità. Negli ultimi trent'anni il Comune ci ha chiamato a rapporto due volte, l'ultima volta il 7 gennaio 2007. Quanto alla più recente riunione sulla sanità convocata dalla Provincia, non siamo nemmeno stati invitati. E se vogliamo essere completi, un medico di base guadagna un euro e 52 centesimi per visita ambulatorio. E uno stipendio netto annuo di 46mila euro». 13/03/2013 La Prealpina - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:38000) È una storia raccapricciante quella che coinvolge un sottouficiale della caserma Nato di Solbiate Olona nelle vesti di imputato: l'uomo - che è tutt'ora agli arresti domiciliari a Salerno - per dodici anni avrebbe massacrato di botte il figlio e la moglie, il primo per "rieducarlo" rispetto a una presunta omosessualità, la seconda per un'assurda gelosia. Episodi così violenti, umilianti e dolorosi da indurre le vittime - costituite parte civile attraverso l'avvocato Andrea Febbraro - a chiedere che l'udienza davanti al giudice monocratico Luisa Bovitutti venisse celebrata a porte chiuse. Ciò che è ancor più agghiacciante è che il ragazzino - oggi diciannovenne - nel corso del tempo tentò addirittura due volte il suicidio. DOPING E PUGNI - L'attenzione delle forze dell'ordine si concentrò sul militare - difeso dall'avvocato Giovanni Caccamo - nel 2006 quando in casa gli trovarono quarantatré fiale di vari farmaci a effetto anabolizzante come la carnetina, ventisei compresse di un farmaco antitumorale, tre ricettari del servizio sanitario nazionale e uno con il logo dell'ospedale di Legnano. C'erano anche tre timbri con dati fiscali, identificativi per comprare farmaci che in Italia non sono di libera vendita e l'indirizzo di tre studi medici realmente esistenti ma i cui sanitari erano assolutamente ignari di tutto. A quanto pare quei medicinali erano per uso personale e questo potrebbe forse in parte spiegare tutta l'aggressività sfogata contro la famiglia: i bugiardini dei farmaci, in effetti, parlano di effetti collaterali di questa natura. Sta di fatto però che per arrivare alla denuncia dei maltrattamenti, la moglie - un'insegnante di scuola superiore - attese fino a maggio dell'anno scorso, quando cioè il marito la mandò al pronto soccorso con ecchimosi diffuse e lesioni provocate da calci e pugni nella pancia. La ragione? L'aveva vista al supermercato, dove lei non avrebbe dovuto andare da sola e per di più - a detta sua - in compagnia di un uomo. «Ma io non ho mai avuto una relazione extraconiugale», ribadisce da sempre la donna. La sua - stando almeno all'accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Elisabetta Brusa - era una vita di vera segregazione: le era vietato frequentare amiche o colleghe, non poteva scambiare chiacchiere con i vicini, non poteva uscire senza di lui. E lei da quell'uomo, che con l'esercito era stato in Somalia e in Afghanistan, era terrorizzata. PEDAGOGIA MARZIALE - Un incubo anche l'esistenza del figlio, cresciuto - stando alla versione delle parti offese - a denigrazioni e sberle. Il ragazzo veniva percosso perché a tavola non assumeva la postura giusta, per esempio, o perché non si comportava come il padre avrebbe desiderato. Ma era soprattutto il sospetto che l'imputato covava di aver generato un figlio poco macho a farlo imbestialire, al punto da trascinare l'adolescente dallo psichiatra per andare a fondo di quello che il militare considerava un problema. L'apice del sopruso lo raggiunse però decidendo di attuare una vera e propria forma di controllo sul ragazzo: gli piazzò infatti una videocamera nella stanza da letto, così da poterlo monitorare anche quando si chiudeva nella sua stanza per studiare, per ascoltare musica, per riposare. Uno degli amici del giovane, che ne era a conoscenza, in quella camera non ci voleva mai entrare, proprio per non sentirsi spiato. Quando sul tavolo del pubblico ministero Nadia Calcaterra approdò il caso, il magistrato non ebbe dubbi: chiese la misura cautelare. Sarah Crespi PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 125 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Massacra di botte il figlio perché lo pensa gay 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 18 (tiratura:6500) Antidepressivi e rischio di aritmia ventricolare Giovanni Polimeni Gli autori di uno studio osservazionale di recente pubblicato sul British Medical Journal hanno trovato che gli antidepressivi citalopram, escitalopram, e amitriptilina sono associati a un allungamento dell'intervallo QT corretto dell'elettrocardiogramma. Gli autori ipotizzano l'esistenza di differenze di rischio nella diverse classi di antidepressivi, di cui è bene tenere conto al momento della scelta del trattamento. Citalopram, in particolare, era già stato oggetto di un allarme diramato nell'agosto 2011 dalla Food and Drug Administration in cui si diceva che vi era un'associazione tra i dosaggi più alti del farmaco e un prolungamento dell'intervallo QT e torsioni di punta. L'Agenzia aveva fissato in 40 mg la dose massima giornaliera e aveva fatto inserire la sindrome congenita del QT lungo tra le controindicazioni. L'Fda ha poi chiarito meglio la questione lo scorso anno, rimuovendo tale controindicazione, ma affermando che il farmaco non è raccomandato in questa popolazione di pazienti e ha inoltre fissato in 20 mg la dose massima giornaliera per alcuni gruppi di pazienti, tra cui i soggetti al di sopra dei 60 anni e quelli in terapia con un inibitore del citocromo P450 2C19. Queste misure a carico dell'antidepressivo più prescritto negli Stati Uniti (quasi 40 milioni le prescrizioni nel solo 2011) hanno però lasciato i medici nell'incertezza sul farmaco da scegliere a causa della mancanza di dati di confronto tra citalopram e altri antidepressivi. Per risolvere il problema, gli autori dello studio citato hanno analizzato la relazione tra uso di antidepressivi e l'intervallo QT in una popolazione clinica generale utilizzando le cartelle cliniche elettroniche del sistema Partners HealthCare, che comprende il Massachusetts General Hospital, Brigham and Women's Hospital e svariati ambulatori. Lo studio ha incluso 38.397 pazienti adulti (età media 58,3 anni) ai quali era stato fatto un elettrocardiogramma nel periodo compreso tra i 14 e i 90 giorni dopo la prescrizione di un antidepressivo o di metadone, che notoriamente ha un effetto di prolungamento del tratto QT, tra il febbraio 1990 e l'agosto 2011. Nel complesso, il 20,4% dei pazienti aveva un intervallo QT corretto anormale o allungato (definito come un cQT pari ad almeno 451 millisecondi negli uomini e 471 ms nelle donne). Dosi crescenti di citalopram, escitalopram, e amitriptilina sono risultate associate a un prolungamento dell'intervallo QT corretto, sebbene modesto . Non sono state osservate associazioni simili per altri antidepressivi, tra cui uoxetina, paroxetina, sertralina, duloxetina, mirtazapina, nortriptilina e venlafaxina. In un sottogruppo di 467 pazienti che avevano fatto diversi elettrocardiogrammi eseguiti dopo cambiamenti dei dosaggi, un incremento della dose di citalopram compreso tra i 10 e i 20 mg al giorno è risultato associato a un allungamento medio dell'intervallo QT corretto di 7,8 ms (P < 0,05), mentre un aumento della dose da 20 a 40 mg a un allungamento di 10,3 ms (P < 0,01). QT interval and antidepressant use: a cross-sectional study of electronic health records. BMJ 2013; doi: 10.1136/bmj.f288 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 126 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacovigilanza 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 61 (tiratura:6500) Nuovo medical director Elena Giuliani Fabio Presutti assume il ruolo di Medical Director di Teva Italia, tra le prime aziende nel settore farmaceutico, da sempre impegnata nel rendere accessibili cure di alta qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione sia di medicinali equivalenti sia di farmaci innovativi, specialità farmaceutiche e principi attivi. Laureato in Medicina e specialista in Chirurgia Generale, il Presutti ha maturato un'esperienza ventennale nell'industria farmaceutica, lavorando per aziende multinazionali sia in Italia che all'estero (Servier, Eli Lilly e Merck Sharp & Dohme) con ruoli di crescente responsabilità (R&D preclinico e clinico, Affari Regolatori, Farmacovigilanza, Market Access e Medical Affairs) con esperienza consolidata in tutte le principali aree terapeutiche. Membro di numerose società scientifiche nazionali e internazionali, Presutti risponderà direttamente all'Amministratore Delegato di Teva Italia, Hubert Puech d'Alissac. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 127 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fatti e persone 13/03/2013 NCF - N.2 - marzo 2013 Pag. 61 (tiratura:6500) Un anno ricco di iniziative e di investimenti Elena Giuliani Nel commentare i positivi risultati consolidati di Recordati, che hanno fatto registrare nel 2012 ricavi in crescita dell'8,7% rispetto all'anno precedente (per un totale di € 828,3 milioni), utile operativo pari a € 167,0 milioni (+ 2,1%) e utile netto di € 118,5 milioni (+1,8%), il suo presidente e amministratore delegato Giovanni Recordati ha affermato: «Nell'anno appena trascorso sono state concluse importanti transazioni e ottenuti significativi risultati per la crescita e l'internazionalizzazione del Gruppo. Innanzitutto, nel mese di aprile sono state acquisite le autorizzazioni all'immissione in commercio, i marchi e altre attività di sei farmaci OTC in Germania. In agosto è stata conclusa con successo l'acquisizione del 100% del capitale di Farma-Projekt Sp. z o.o., società farmaceutica polacca con sede a Cracovia ed è stato acquisito un portafoglio prodotti per il mercato polacco da Labormed. In ottobre è stata acquisita la linea di prodotti per l'igiene orale a marchio Dentosan in Italia. Nel mese di novembre è stata conclusa con successo l'acquisizione di tutti i diritti relativi a cinque linee di prodotto commercializzati in Russia. Sempre in novembre la filiale Orphan Europe ed Erytech Pharma, società biofarmaceutica francese, hanno firmato un accordo di licenza esclusiva per la commercializzazione e distribuzione in Europa di Graspa farmaco per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta (LLA) e della leucemia mieloide acuta (LMA). Nel mese di dicembre è stato firmato un accordo per l'acquisizione di tutti i diritti riguardanti un portafoglio di prodotti per il trattamento di malattie rare e altre patologie, commercializzati principalmente negli Stati Uniti d'America, da Lundbeck LLC. La transazione si è conclusa con successo nel mese di gennaio ed è stata costituita Recordati Rare Diseases Inc.. Per il 2013 prevediamo di realizzare ricavi di oltre € 920 milioni, un utile operativo di oltre € 185 milioni e un utile netto di oltre € 128 milioni. Il nostro piano triennale prevede per il 2015 di ottenere ricavi tra € 1.025 e € 1.075 milioni, un utile operativo tra € 210 e € 220 milioni e un utile netto tra € 140 e € 150 milioni». PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 128 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fatti e persone 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 86 (diffusione:145338, tiratura:405000) LA TUA FINANZIARIA Questa volta, decidi di usare i TUOI soldi come vuoi TU... seguendo tutti i nostri consigli per risparmiare PAOLA SCACCABAROZZI CURE MEDICHE E, IGIENE PERSONALE Dalla pulizia dei denti al massaggio, alla visita oculistica, i social shopping (Groupon, Groupalia, LetsBonus) offrono prezzi scontatissimi, a volte addirittura dell'80%. • «Nell'ambito della salute, però, bisogna informarsi sulla serietà delle strutture attraverso siti Internet oppure telefonando e pretendendo informazioni dettagliate» spiega Massimiliano Dona, segretario generale dell'Unione nazionale consumatori. «È bene anche verificare il numero di coupon venduti (alcuni siti danno questa possibilità) per evitare il rischio di non riuscire a usufruire del servizio per eccesso di richieste (overbooking)». • Per quanto riguarda il dentista, che costituisce sicuramente una spesa sostanziosa, "il consiglio è di non cadere nella trappola del turismo odontoiatrico verso i Paesi dell'Est» spiega il professor Franco Santoro, direttore Clinica odontoiatrica Università di Milano. «I danni possono essere anche molto gravi e, a volte, irreversibili. Spesso, infatti, si finisce nello studio di un odontoiatra che non ha neppure la qualifica e le competenze necessarie per esercitare le professione. Nella maggior parte dei casi, infatti, i lavori vengono eseguiti in maniera frettolosa e con materiali scadenti. Poi, in caso di problemi, a chi ti rivolgerai? • Per risparmiare scegli piuttosto soluzioni temporanee ma effettuate con serietà e professionalità. Si può, per esempio, rinunciare all'impiantologia, se ritenuta eccessivamente costosa, per una soluzione temporanea (lo scheletrato, cioè una protesi mobile)». MEDICINE Per risparmiare, scegli il farmaco generico. «Cioè un farmaco che viene chiamato con il nome del suo principio attivo, ossia con il nome della sostanza chimica che esplica l'attività terapeutica» spiega il professor Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. • È equivalente al medicinale di marca, ma con l'enorme vantaggio che ti permette di risparmiare il 20 - 30%, se non addirittura la metà, rispetto al farmaco "griffato". I farmaci generici costano meno perché vengono prodotti alla scadenza del brevetto del farmaco di marca. TELEFONO Ma sarà proprio necessario il telefono fisso se hai già il cellulare? Ricordati, per esempio, che puoi chiamare gratuitamente tramite Skype cioè un'applicazione che permette di effettuare chiamate audio e video gratuite su Internet a qualunque altro utente Skype nel mondo. Lo puoi fare attraverso il tuo smartphone o un Pc collegato al Web. • E se proprio al fisso non vuoi rinunciare «E modo più semplice per risparmiare è di farti un'idea precisa circa l'utilizzo reale della tua linea telefonica: chiami verso telefoni fissi o i cellulari, usi Internet?» dice Marco Bulfon, responsabile di prezzi e tariffe per Altroconsumo. «Leggi attentamente le ultime bollette e digita "tariffe telefonia fissa" su un motore di ricerca. Inserendo i dati relativi alla tua bolletta media, un calcolatore sarà in grado di stabilire qual è l'operatore più conveniente per te. • E per i cellulari? Anche qui non esiste una tariffa migliore in assoluto. In generale, se usi poco il telefono la convenienza sta nello scegliere tariffe senza scatto alla risposta e calcolate in base ai secondi di conversazione effettivi (tariffe al secondo). Quando invece il traffico telefonico è elevato, per risparmiare scegli l'offerta con il costo al minuto più basso. • Se poi il tuo traffico telefonico è davvero molto intenso orientati verso i pacchetti, ovvero tariffe e opzioni che ti danno una quantità di minuti e di messaggi a un prezzo fisso mensile, anche in abbonamento. Per quanto concerne invece Internet, a prescindere dalle tue abitudini, fai sempre attenzione agli effettivi lìmiti messi a disposizione per la connessione. Anche le offerte che parlano di "navigazione illimitata" hanno in realtà una soglia oltre la quale la connessione viene talmente rallentata da rendere la navigazione impossibile. Quando poi l'offerta prevede un determinato consumo di megabyte, una volta superata la soglia i costi aumentano tantissimo». AUTOMOBILE Risparmiare sul costo dell'assicurazione si può. Oltre ai siti specializzati, come cercassicurazioni.it, per trovare la polizza più conveniente, l'authority del settore (www.isvap.it) e il governo (www.sviluppoeconomico.gov.it) mettono a disposizione del cittadino un profilo personale per ricevere, via e-mail, il confronto tra le tariffe applicate da tutte le imprese assicurative. • Considera che c'è anche la possibilità di usare un'auto senza doverla per forza PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 129 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I TUOI SOLDI 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 86 (diffusione:145338, tiratura:405000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 130 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato acquistare. Il car sharing è un sistema che ti permette di avere a disposizione un'auto in qualsiasi momento, anche solo per un'ora. Pagherai così solo l'uso effettivo della vettura, senza i costi fissi di manutenzione, rifornimento, tasse e assicurazione legati a un'auto di proprietà. Nel noleggio dell'auto sono inclusi carburante, assistenza stradale, assicurazione, copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia. • In Italia, la rete nazionale ICS (Iniziativa Car Sharing, www.icscarsharing.it/main/) coordina le realtà locali del car sharing attualmente attive a Milano, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Palermo, Parma, Roma, Savona, Torino e Venezia. • Per viaggiare in compagnia e risparmiare c'è anche una moderna forma di autostop: www.carpooling.it, che propone più di 750mila viaggi nazionali e internazionali. BANCA «Se hai già un conto corrente e non hai intenzione di cambiare banca, cerca di risparmiare sulle operazioni bancarie che spesso non sono incluse nel pacchetto offerto (prelievi al Bancomat e allo sportello, bonifici e operazioni varie)» dice Anna Vizzari, esperto banca e credito di Altroconsumo. • «Dunque scegli, se puoi, di effettuare le operazioni (bonifici, pagamento imposte eccetera) on line; effettua il prelievo Bancomat allo sportello della banca da cui è stata emessa la tessera Bancomat (il prelievo sarà gratuito) e chiedi che l'estratto conto non ti venga inviato via posta, ma di visualizzarlo on line. Evita inoltre di trovarti con il conto "in rosso": lo scoperto ha un costo non indifferente. • E se vuoi guadagnare qualcosa in più senza correre rischi, scegli un conto vincolato. Funziona in maniera molto semplice: consegni alla banca una somma di denaro che ti impegni a non toccare per un tempo prestabilito (in genere da 1 a 3 anni) e ciò garantisce interessi più alti rispetto al conto corrente "tradizionale". • Se, invece, devi ancora scegliere dove aprire il conto, la regola numero uno è di non basarti esclusivamente sull'offerta della banca sotto casa. Valuta anche la possibilità di un conto corrente on line. Non lasciarti intimorire da problemi di sicurezza: esistono conti on line che ti forniscono di volta in volta codici usa e getta che servono per una singola operazione, poi vengono sostituiti». ENERGIA Le bollette di luce e gas nel nostro Paese sono sempre più care. «Per risparmiare, fino al 10%» spiega Marco Bulfon «scegli un contratto digitando "trova offerta" su www.autorita.energia.it. Un calcolatore individuerà la soluzione più adatta a te in base alle tue esigenze personali». • Se invece vai su efficienza. eneldistribuzione.it, troverai tutte le informazioni sul risparmio energetico (installazione di doppi vetri, collettori solari, isolamento termico, installazione di caldaie e pompe di calore). ELETTRODOMESTICI Riparare gli elettrodomestici costa una cifra ed è spesso reso necessario dalle incrostazioni di calcare. Dunque, visto che è meglio prevenire, il consiglio dei centri di assistenza è di usare costantemente un buon preparato anticalcare, oppure di installare un filtro anticalcare all'entrata della conduttura principale dell'acqua. • «Un altro consiglio per risparmiare è di acquistare elettrodomestici di classe A o superiore che consumano meno energia (quelli di classe inferiore sono, in genere, avanzi di magazzino)» spiega Primo Mastrantoni, segretario nazionale Aduc. E per un risparmio ulteriore, fai funzionare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico e negli orari in cui la corrente costa meno: dalle 19 alle 20 e prima delle 8 la mattina. «La spesa al supermercato incide sul bilancio familiare quasi per il 20%, ma risparmiare è possibile» spiegano gli esperti di Altroconsumo. «Scegli il punto vendita meno caro della tua città, ma anche i prodotti "primo prezzo" o quelli che hanno il marchio del supermercato, piuttosto che le marche più note. Fai la spesa presso i discount e risparmierai addirittura il 60% rispetto ai "tradizionali" super». • Un altro modo per risparmiare è di "unire le forze" nei Gas (gruppi di acquisto solidale). Sono gruppi di persone che si accordano per fare acquisti insieme, aumentando così il potere d'acquisto perché sulle quantità si può contrattare il prezzo. Per trovare il Gas più vicino a te vai su www.retegas.org. INTERNET E L'USATO CONVENGONO Acquistare on line permette di risparmiare praticamente su tutto, e in modo anche notevole: «Si può arrivare addirittura a spendere la metà di quello che si spenderebbe in negozio» spiega Primo Mastrantoni, segretario nazionale Aduc. «La ragione è ovvia: si salta la catena di passaggi e intermediari (dalla fabbrica al grossista, al distributore, al negozio) che fa lievitare i prezzi. Attenzione però ai siti che hanno la loro sede al di fuori degli Usa o dell'Unione Europea, a volte sono siti fantasma. Per non rischiare, verifica la serietà del sito, attraverso una lettura attenta del suo contenuto (c'è un numero di telefono di riferimento, una sede, un'iscrizione alla Camera di commercio, una partita Iva?)». In 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 86 (diffusione:145338, tiratura:405000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 131 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tempo di crisi proliferano anche mercatini e negozi dell'usato dove trovi di tutto, dall'arredamento al vestiario, notevolmente scontato. La mercé viene, in genere, acquistata in contovendita: se viene vendu- ta entro 60 giorni, chi vende percepisce il 50-65% del prezzo di vendita pattuito. Ecco qualche sito utile: www.mercatopoli.it ; www.mercatinousato.com ; www. mercatiniditalia.it ; www.yeslife.it, www. cosedaaltrecase.it 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 102 (diffusione:145338, tiratura:405000) DISINNESCA LA BOMBA Lo stomaco è un organo fondamentale per la digestione. Ansia, stress e cattive abitudini a tavola, però, possono ostacolarne il lavoro. Per farlo funzionare al top, e non dover fare i conti con bruciori, gonfiori e nausee, bisogna rivedere il proprio stile di vita e aiutarsi con dieta e farmaci mirati CHIARA DALL'ANESE Tutto ciò che mangiamo, dalla caramella agli spaghetti al pomodoro, si trasforma in carburante per il nostro organismo. Ma perché questo succeda, è indispensabile che il cibo venga prima scomposto in parti più piccole. Il processo che trasforma un alimento in benzina per le nostre cellule si chiama digestione. La prima tappa di questo vitale processo avviene nello stomaco. Come un palloncino Lo stomaco è un organo che ha la forma di un piccolo sacchetto. È lungo circa 25 centimetri e normal mente è in grado di contenere circa un litro e mezzo di liquidi. Tuttavia, è in grado di espandersi e, una volta riempito, può contenere fino a quattro litri di liquidi. Il suo compito è iniziare a suddividere un alimento completo in tante molecole: zuccheri, grassi e proteine. Un po' come se si dovesse smontare una costruzione realizzata con i mattoncini Lego. Sistema di termoregolazione Ciò che mangiamo subisce piccole modifiche prima di arrivare nello stomaco. Dopo essere stato messo in bocca, il cibo viene triturato, masticato e impastato con la saliva. Il boccone, o bolo, attraversa quindi l'esofago, un tubo lungo circa 35 centimetri che regola anche la temperatura di ciò che ingeriamo, per evitare allo stomaco lo shock termico causato da cibi o bevande troppo caldi o troppo freddi. Un'attività frenetica Una volta che il bolo raggiunge lo stomaco, inizia la digestione vera e propria. Il cibo viene attaccato dall'acido clorìdrico e dalla pepsina, i succhi gastrici che lo stomaco ha iniziato a produrre in gran quantità nel momento in cui ci siamo seduti a tavola, abbiamo visto le pietanze o ne abbiamo sentito il profumo. Ogni giorno, il nostro organismo produce da uno a tre litri circa di succo gastrico. La funzione degli acidi è avviare la digestione degli alimenti e mettere fuori combattimento gli eventuali germi presenti nel cibo. Per farsi un'idea delle capacità "distruttive" di tali acidi, basti pensare che le pareti interne dello stomaco devono essere rivestite di muco: sostanza che ha la funzione di proteggere le cellule gastriche, impedendo ai succhi di distruggerle. Velocità diverse Mentre i succhi attaccano il cibo, i tre strati di muscoli che formano lo stomaco rimestano il bolo. A seconda di ciò che abbiamo ingerito, la digestione sarà più o meno veloce: quando mangiamo pietanze ricche di grassi (es. fritti, sughi, panna, burro), l'organismo produce alcuni ormoni che fanno rallentare i movimenti dello stomaco, in modo tale che i succhi gastrici abbiamo più tempo a disposizione per corrodere tali alimenti. Altre sostanze, invece, entrano direttamente in contatto con le pareti dello stomaco e, per diffusione, si immettono nel flusso sanguigno: è il caso di alcolici e zucchero. Per questo, un loro consumo eccessivo può sovraccaricare di lavoro e, con il tempo, danneggiare e corrodere le cellule dello stomaco. Dal piatto al capillare Nello stomaco, vengono scomposte le molecole delle proteine. Grassi e carboidrati vengono invece scissi nel duodeno, che è il primo tratto dell'intestino. Quando il cibo rimestato nello stomaco arriva all'interno di quest'organo, il fegato iiiizia a produrre la bile (sostanza che scompone i grassi) e il pancreas gli enzimi in grado di scomporre proteine, grassi e zuccheri. Le particelle di cibo vengono sminuzzate in particelle così piccole che, una volta assorbite dall'intestino, possono passare nel sangue. Gastrite vera e falsa In alcuni casi, tuttavia, lo stomaco non riesce a funzionare bene: «Ma quella che comunemente chiamiamo gastrite, e che di solito provoca bruciore o gonfiore allo stomaco e difficoltà a digerire, non ha nulla a che vedere con la gastrite vera e propria» spiega Renato Cannizzaro, membro del comitato direttivo Associazione Italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) e responsabile dell'Unità di gastroenterologia del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (PN). «La gastrite è l'infiammazione della mucosa dello stomaco. Può essere dovuta all'uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (es. aspirina), oppure all'attacco di un batterio chiamato Helicobacter pylori. Questo PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 132 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 102 (diffusione:145338, tiratura:405000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 133 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato microrganismo, che vive in ambienti molto acidi, è il responsabile di patologie come l'ulcera gastrica». È in grado, infatti, di ridurre lo strato protettivo che riveste lo stomaco, esponendo così le pareti interne di quest'organo a erosioni e lesioni. «L'infezione da Helicobacter pylori si cura con antibiotici, eventualmente in associazione con altri farmaci (inibitori di pompa protonica). Ma va diagnosticata attraverso un apposito esame, la gastroscopia, che oggi permette di rilevare non solo l'infezione, ma anche eventuali lesioni precancerose, oppure di asportare polipi. In caso di dolore persistente allo stomaco, è meglio eseguirla se si ha più di 45 anni, o anche prima se c'è familiarità per i tumori allo stomaco». I campanelli d'allarme Ci sono altri sintomi cui fare attenzione: «Non vanno mai sottovalutati la perdita di peso e l'espulsione di sangue (dalla bocca o per via rettale), le difficoltà a deglutire e il dolore allo stomaco che persiste anche dopo aver preso un farmaco per l'automedicazione: in questi casi, è bene rivolgersi al proprio medico o allo specialista, perché si correrebbe il rischio di aggravare, non curandola tempestivamente, un'eventuale patologia» spiega Attilio Giacosa, gastroenterologo del Centro diagnostico italiano di Milano. Stop alla fretta Nelle persone giovani, la gastrite è poco frequente. In presenza di digestione lenta e laboriosa, o bruciore di stomaco frequente, è consigliabile esaminare lo stile di vita: «Si calcola che, nell'arco della vita adulta, quattro persone su 10 vadano incontro almeno una volta a difficoltà digestive. Ma una cattiva digestione spesso è dovuta a cattive abitudini : alimentazione sregolata, fumo, stress. Mangiando in maniera frettolosa si ingerisce più aria, che gonfia lo stomaco e rallenta la digestione. Anche l'acqua, che fa benissimo, se bevuta in quantità eccessive durante un pasto riduce l'azione dei succhi gastrici. Cibi troppo conditi e speziati, bevande gassate, superalcolici, • snack e pasti veloci sono nemici dello stomaco» dice Giacosa. Curalo così Dedicare più tempo ai pasti è la prima regola, masticare lentamente la seconda, evitare o limitare cibi e bevande che sottopongono quest'organo a un superlavoro la terza. ìn caso di pasti abbondanti, ci vengono incontro tisane e farmaci: «Le tisane di finocchio, anice e coriandolo riducono il gonfiore all'addome, quelle alla liquirizia l'acidità, quelle allo zenzero sono utili per il peso sullo stomaco» continua Giacosa. «Tra i farmaci, acquistabili senza ricetta medica, sono utili gli antiacidi, i procinetici e gli antisecretivi». • Mangiando meno lo stomaco si rimpicciolisce? Secondo uno studio del St. LukesRoosevelt Hospital della Columbio. University, sì. Gli autori della ricerca hanno visto che, dopo un periodo di dieta ipocalorica, la capacità dello stomaco si riduce di circa un terzo. Ma secondo uno studio precedente, tale capacità può anche aumentare: lo stomaco dei mangiatori compulsivi (che si abbuffano anche se non hanno fame e che non riescono a smettere di mangiare) con il tempo si allarga e risce a contenere più cibo del normale L'ansia rema contro Stress, tensione e preoccupazioni peggiorano la digestione. «Ogni forma di pressione nervosa, sia essa lavorativa o familiare, causa disturbi digestivi. La tensione, infatti, modifica profondamente l'attività dei muscoli dello stomaco, indispensabile per avviare bene la digestione» spiega Attilio Giacosa. Il legame tra stomaco e cervello è strettissimo. Basta osservare l'immagine di un alimento che amiamo perché lo stomaco inizi a produrre più succhi gastrici: la vista del cibo, infatti, stimola il cervello, che inizia a mandare segnali a quest'organo. A quel punto, lo stomaco si comporta proprio come farebbe quando ci sediamo a tavola: inizia ad aumentare la produzione di succhi gastrici. Proprio come gli alimenti, anche l'ansia e le preoccupazioni stimolano il cervello, che mette in allerta l'intero organismo, stomaco e inte- stino inclusi. Gli effetti si notano soprattutto dopo mangiato, ma anche nelle ore successive. Per questo, chi è ansioso o attraversa un periodo stressante deve fare i conti con gonfiore, senso di pienezza, malessere e nausea per molti giorni. Per migliorare la digestione, è importante prima di tutto rallentare i ritmi di vita e, dove possibile, migliorare l'organizzazione delle proprie giornate per non essere sempre affannati. Fondamentale l'attività fisica: «Basta una passeggiata di un quarto d'ora dopo pranzo, un po' di yoga o, se si preferiscono gli sport più intensi, il calcio. Il pasto serale deve essere leggero, mentre a pranzo ci si può concedere qualcosa in più, a patto di camminare dopo che ci si è alzati da tavola. E, in ogni caso, masticare lentamente per non 12/03/2013 For Men Magazine - N.121 - marzo 2013 Pag. 102 (diffusione:145338, tiratura:405000) PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013 134 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato rallentare la digestione. Lalcol e lo zucchero ono gli alimenti che impiegano meno tempo per transitare dallo stomaco al sangue. Seguono verdure, pane e pasta, carne. I cibi più impegnativi per lo stomaco sono i grassi. (Fonte: II cibo: istruzioni per l'uso) Fino a 30 minuti Da 30 a 60 minuti 1-2 ore 2-3 ore 3-4 ore 4-5 ore 6 ore 8 ore ALIMENTI Zucchero, miele, alcol Té, caffè, latte scremato Latte, formaggio magro, pane bianco, pesce cotto, purè di patate, olive Carne magra, pasta, riso, frutta, aglio, pomodoro Formaggio, insalata, prosciutto, filetto ai ferri, noci, nocciole Bistecca ai ferri, torte, arrosti Tonno sott'olio, cetrioli^fritture, funghi Cavoli, sardine sott'olio Lo stomaco è un organo importantissimo, eppure in alcuni casi possiamo vivere senza di esso. Fino ad alcuni anni fa, il tumore allo stomaco si curava infatti asportando l'organo. «Oggi l'approccio è diverso, si tende a optare per la chemio e la radioterapia per ridurre la massa tumorale e assicurare anche una maggiore sopravvivenza al paziente» spiega Renato Cannizzaro, Vivere senza lo stomaco è più difficile, ma possibile, con alcuni indispensabili accorgimenti: «Masticare molto lentamente e seguire una dieta equilibrata, ricca di cibi sani come la frutta e la verdura». Lavoratore instancabile Nel corso della nostra vita, attraverso lo stomaco transitano enormi quantità di cibo. Ecco ciò che digerisce in media quest'organo: 8 tonnellate di frutta 6 tonnellate di latte 4 tonnellate di pomodoro 3 tonnellate di patate 2 tonnellate di zucchero 1 tonnellata di pesce carne: l'equivalente di 10 mucche, 20 maiali, 1000 polli 800 litri d'olio 15mila uova 400 chili di burro 30 mila tazzine di caffè PEPERONCINO: aumenta la motilità dello stomaco e stimola la produzione di succhi gastrici ZENZERO: rende più digeribili le proteine PEPE: facilita la digestione della carne CURCUMA: riduce l'acidità del pomodoro PERSONAGGI 3 articoli 13/03/2013 QN - La Nazione - Viareggio Pag. 9 (diffusione:136993, tiratura:176177) La scommessa: un porticciolo per incentivare l'utenza familiare NELLA SEDE di via Rèpaci a Viareggio, si è tenuta l'assemblea dei soci di Assonautica Lu-Versilia. All'ordine del giorno numerosi temi che sono stati illustrati dal vice-presidente vicario, Alessandro Cinquini. L'esercizio 2013 presenta molti impegnativi programmi, tenuto conto che l'associazione intende promuovere con maggiore impegno quello spirito di servizio verso gli associati, che è uno dei valori di fondo del sodalizio. Assonautica, emanazione della Camera di Commercio di Lucca per i temi legati al diporto, alla cantieristica minore e al turismo nautico, opera dal 1987 per la difesa e la promozione della cultura del mare; ha anche in gestione l'area balneare prospiciente piazza Castracani a Lido di Camaiore, dove si trova il porto-spiaggia "Campus Maior", una infrastruttura vocata all'uso di imbarcazioni a vela e a motore a favore di una utenza familiare. Assonautica sottolinea la valenza di un servizio che, con la concessione avuta dal Comune di Camaiore, va a favore di un'utenza familiare e sociale di grande significato. Senza dimenticare il fattore turistico per l'opportunità offerta a chi possiede una imbarcazione, di poterla usare senza troppi problemi. DOPO un dibattito nel quale sono state approfondire le tematiche all'ordine del giorno, sono stati eletti il nuovo direttivo e gli organi collegati. Sono risultati eletti a maggioranza dell'assemblea: Pier Antonio Tomellini, presidente; Alessandro Cinquini, vice-presidente vicario; Claudio Guerrieri (presidente CCIAA di Lucca), Alessandro Del Dotto (sindaco di Camaiore), Renzo Migliorini, Alessandro Maiolini, Marco Bonuccelli, Freddie Cecchini, Gabriele Elisei, Andrea Giacomelli e Gianni Giampaoli, consiglieri; Marco Bonuccelli, Freddie Cecchini e Sandro Mainardi, sindaci revisori; Stefano Ceccatelli, Sandro Mainardi e Alessandro Pagliuca, probiviri. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013 136 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ASSONAUTICA PROGETTI 13/03/2013 Il Tirreno - Viareggio Pag. 15 (diffusione:80832, tiratura:102004) VIAREGGIO Assonautica, emanazione della Camera di commercio di Lucca, ha rinnovato le proprie cariche, per il nuovo direttivo gli organi collegati. Sono risultati eletti a maggioranza dell'assemblea: Pier Antonio Tomellini, presidente; Alessandro Cinquini, vice-presidente vicario; Claudio Guerrieri (presidente Camera di commercio), consigliere;Alessandro Del Dotto (sindaco di Camaiore), consigliere; Renzo Migliorini, consigliere; Alessandro Maiolini, consigliere; Marco Bonuccelli , consigliere ; Freddie Cecchini, consigliere; Gabriele Elisei, consigliere; Andrea Giacomelli, consigliere; Gianni Giampaoli, consigliere. I sindaci revisori sono: Marco Bonuccelli, Freddie Cecchini, Sandro Mainardi. Il Collegio dei probiviri risulta così composto: Stefano Ceccatelli, Sandro Mainardi, Alessandro Pagliuca. Assonautica opera fino dal 1987 con rinnovato impegno per la difesa e la promozione della cultura del mare. Tra le altre opportunità, Assonautica ha in gestione l'area balneare prospiciente la piazza Castracani (zona Arlecchino a Lido di Camaiore), dove è collocato il porto-spiaggia "Campus Maior. ©RIPRODUZIONE RISERVATA PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013 137 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le nuove cariche di Assonautica: c'è anche Migliorini 12/03/2013 Giornale di Monza Pag. 14 (diffusione:23316, tiratura:28912) Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito (cdi) Dopo cinque anni di silenzio, il consigliere comunale del Pdl Domenico Riga ha cambiato registro decidendo di rendere noto il suo reddito. Pur essendo un obbligo per gli eletti presentare in Comune il 730, Riga non l'aveva mai fatto nemmeno sotto la passata legislatura (non erano mai state previste multe). «Non lo trovo giusto », aveva spiegato al Giornale di Monza. Sarà un caso, ma adesso che si prospettano multe per gli inadempienti per via di una modifica normativa che porterà l'Assise a decidere gli importi, Riga ha deciso di sciogliere gli indugi: la sua attività (l'ottica in via Segantini) gli frutta un reddito lordo di 35.843 euro, ha due immobili e una «Chrysler jeep». Anche Andrea Mandelli (Pdl), presidente dei farmacisti italiani, ha presentato il reddito in settimana e si è dimostrato il «Paperone» di tutto il Consiglio: ha dichiarato nel 2011 233.331 euro e possiede otto immobili (solo due però in piena pro - prietà) e l'8,33% dell'industria imbal laggi «Fratelli Mandelli Snc». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013 138 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANCHE ANDREA MANDELLI L'HA RESO NOTO: È IL PAPERONE DEL CONSIGLIO COMUNALE