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FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 13/03/2013
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INDICE
IN PRIMO PIANO
12/03/2013 Giornale di Monza
Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito
10
13/03/2013 Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro
Farmaci, consegna a casa
11
SANITÀ NAZIONALE
13/03/2013 Corriere della Sera - Nazionale
Appalti nella sanità lombarda Sette arresti per corruzione
13
13/03/2013 Corriere della Sera - Nazionale
«Ora le staminali anche per Federico»
14
13/03/2013 La Repubblica - Nazionale
Sanità e tangenti, altri sette arresti in Lombardia
15
13/03/2013 La Stampa - Nazionale
Sanità, nuovo blitz in Lombardia
17
13/03/2013 La Stampa - Nazionale
Così ho donato il cuore del mio piccolo
18
13/03/2013 La Stampa - Nazionale
Staminali Lo Stato non è un nemico
20
13/03/2013 La Stampa - Nazionale
Lotteria staminali Viaggio dove si gioca la partita per la vita
21
13/03/2013 Il Giornale - Nazionale
Giudice che vai, cura che trovi Caos sulle terapie per sentenza
23
13/03/2013 Avvenire - Nazionale
«La riforma dovrà partire dai bisogni dei pazienti»
25
13/03/2013 Avvenire - Nazionale
«La sanità religiosa colma le lacune del pubblico»
27
13/03/2013 Avvenire - Nazionale
le assicurazioni «Ecco perché le polizze non coprono tutte le prestazioni del servizio
sanitario»
29
13/03/2013 Il Mattino - Nazionale
Osteoporosi, screening gratis in 50 secondi
30
13/03/2013 ItaliaOggi
Il paladino dell'omeopatia
31
13/03/2013 La Nuova Ferrara - Nazionale
La Farmacia Pasti resiste a lungo ma il derby va all'Icos
32
12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Immigrati creditori dello Stato»
33
12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita'
Nuovo cocktail anti-asma
35
12/03/2013 Il Sole 24 Ore Sanita'
Una cultura trasversale sulle differenze di genere
36
13/03/2013 Oggi
PERCHÉ LO STATO RIFIUTA QUESTE NUOVE TERAPIE?
38
13/03/2013 Vanity Fair
QUI E' TUTTO UN CONCLAVE
39
13/03/2013 NCF
Corsa all'Africa
41
13/03/2013 NCF
Pani: una proposta, tre annunci, un confronto
42
13/03/2013 NCF
Annullamento delle Variazioni di tipo I: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
43
13/03/2013 NCF
AIFA: Farmaci e genere
44
13/03/2013 NCF
Avvio di una revisione sui beta-agonisti a breve durata d'azione
45
13/03/2013 NCF
Terapia genica in Europa Ora si fa davvero
46
13/03/2013 NCF
Strategie terapeutiche
51
13/03/2013 NCF
Stessa formula, nuovo packaging
53
13/03/2013 NCF
Una direttiva europea per contrastare la contraffazione
55
12/03/2013 AGI 17:47
Sanita': Federfarma, spesa farmaceutica Ssn cala del 9, 1% in 2012
57
13/03/2013 Corriere di Chieri
Un "budget" preventivo in attesa del sì regionale
58
13/03/2013 La Provincia di Cremona - Nazionale
Tensione all'Afm Sono 12 gli esuberi
59
13/03/2013 Medicina Naturale
Farmaci equivalenti: qual è stato l'impatto della spending review?
60
12/03/2013 IlFarmacistaOnline.it 05:45
Spesa farmaceutica. Continua il calo: - 9,1% nel 2012. Grazie a generici, ticket,
"sconti" e diretta
61
VITA IN FARMACIA
13/03/2013 Corriere della Sera - Bergamo
Caso urgente, ma rianimazioni piene
64
13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia
Bufera nella sanità, manette al Mellini
66
13/03/2013 Corriere della Sera - Brescia
Nei guai anche Pedrini, lavorò per la Rizzi
68
13/03/2013 Corriere della Sera - Milano
Un altro scandalo in Regione Il «sistema» e gli intrecci dei lobbisti vicini a Pdl-Lega
69
13/03/2013 Corriere della Sera - Milano
«Sanità, forniture sospette in tutta la Lombardia»
70
13/03/2013 Corriere della Sera - Roma
Prosciolti Storace e Angelucci
72
13/03/2013 Corriere della Sera - Roma
Uccisa dall'antibiotico Aperta l'inchiesta per omicidio colposo
73
13/03/2013 La Repubblica - Milano
Maroni, stop al sistema Formigoni "Cambierò le regole della sanità"
74
13/03/2013 La Repubblica - Milano
Macchinari hi-tech, appalti milionari
76
13/03/2013 La Repubblica - Torino
Monferino, voci di dimissioni imminenti
77
13/03/2013 La Repubblica - Genova
Pillola abortiva, percorso a ostacoli le donne liguri preferiscono Mentone
78
13/03/2013 La Repubblica - Genova
Gaslini, un direttore ogni due pazienti
79
13/03/2013 La Repubblica - Bari
"Il Policlinico? È come Fort Apache"
80
13/03/2013 La Repubblica - Bari
Sei ore in attesa di un posto letto l'odissea di un malato di cuore
82
13/03/2013 La Repubblica - Bologna
Manzoli al Rizzoli per altri 5 anni e Balduzzi lo loda
83
13/03/2013 La Stampa - Biella
Tra l'Asl e farmacie l'accordo sui pagamenti
84
13/03/2013 La Stampa - Savona
Ricette falsificate La Procura chiede ilprocesso per due farmacisti
85
13/03/2013 Il Messaggero - Roma
Pronto soccorso a Tor Vergata una task force contro le attese
86
13/03/2013 Il Messaggero - Roma
Allarme sale operatorie «Nuove ma utilizzate poco»
87
13/03/2013 Il Messaggero - Marche
Ciccarelli: «Sanità, gli esuberi sono 450»
88
13/03/2013 Il Messaggero - Pesaro
Nuove farmacie La carica dei trecento
89
12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
«Ausl e Policlinico, 600 posti a rischio I più colpiti saranno gli infermieri»
90
12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Per le farmacie le regole non sono chiare
91
12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Nuove aperture, un altro ricorso al Tar
92
12/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola
Farmaci equivalenti, il primo dei vantaggi è il calo dei costi
93
13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Per i malati di Alzheimer ora le visite diventano bimestrali
94
13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Imola
A Sasso Morelli la metà delle ricette è elettronica
95
13/03/2013 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Sanità al veleno, botta e risposta tra centrodestra e Costamagna
96
13/03/2013 Il Secolo XIX - Imperia
Cambia sede la farmacia dell'ospedale
97
13/03/2013 L Unita - Bologna
Fondi alle private, Pdl: «No ai seggi nelle scuole»
98
12/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
«Farmacia a S. Pio da quando il via?»
99
13/03/2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia
Farmacia visitata da rapinatori
100
12/03/2013 QN - La Nazione - Grosseto
Grana legale sui concorsi «Ora il caso in Consiglio»
101
13/03/2013 QN - La Nazione - Lucca
Farmacie sul piede di guerra contro il Comune: è sciopero
102
13/03/2013 Brescia Oggi
I volontari consegnano le medicine a domicilio
103
13/03/2013 Brescia Oggi
Anno d´oro per la farmacia pubblica che consegna medicine a domicilio
104
13/03/2013 Brescia Oggi
Sulla vendita della farmacia si scatena la «guerra di cifre»
105
13/03/2013 Gazzetta del Sud - Nazionale
Al borgo garantita la consegna di farmaci al domicilio degli utenti
106
13/03/2013 Gazzetta di Mantova - Nazionale
Tornano i ladri di farmaci: dopo il Poma tocca a Verona
107
13/03/2013 Giornale di Brescia
Condanna di un anno per la rapina in farmacia
108
13/03/2013 Il Piccolo di Trieste - Nazionale
La "corsa" dei 640 aspiranti farmacisti
109
13/03/2013 Il Tirreno - Nazionale
Ansia e depressione Gli italiani tendono a sminuire i sintomi
110
13/03/2013 Il Tirreno - Lucca
Presidio dei lavoratori delle farmacie
111
13/03/2013 Il Tirreno - Empoli
Cambia sede l'antica farmacia Castellani
112
13/03/2013 La Gazzetta di Parma
La spesa a carico del Ssn cala del 9,1%
113
13/03/2013 La Gazzetta di Parma
Visita oculistica
114
13/03/2013 La Sicilia - Ragusa
Con l'accordo tra Asp e Federfarma costi tagliati e miglior distribuzione
115
13/03/2013 La Tribuna di Treviso - Nazionale
Farmaci salvavita, via libera all'accordo
116
13/03/2013 Giornale di Sicilia - Ragusa
L'Asp firma convenzione per distribuire i farmaci
117
09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Vimercatese
A Villanova Ancora problemi Così la farmacia rischia di chiudere
118
09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del Seveso
Farmacia,con i punti vai alle terme
119
09/03/2013 Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del Seveso
Pistola in pugno per rapinare la farmacia
120
13/03/2013 L'Eco del Chisone - N.10 - 13 marzo 2013
Vinovo: la farmacia comunale apre a Garino
121
PROFESSIONI
13/03/2013 Gazzetta di Reggio - Nazionale
«L'azienda ospedaliera ignora i medici di base»
123
13/03/2013 La Prealpina - Nazionale
Massacra di botte il figlio perché lo pensa gay
125
13/03/2013 NCF
Antidepressivi e rischio di aritmia ventricolare
126
13/03/2013 NCF
Nuovo medical director
127
13/03/2013 NCF
Un anno ricco di iniziative e di investimenti
128
12/03/2013 For Men Magazine
LA TUA FINANZIARIA
129
12/03/2013 For Men Magazine
DISINNESCA LA BOMBA
132
PERSONAGGI
13/03/2013 QN - La Nazione - Viareggio
La scommessa: un porticciolo per incentivare l'utenza familiare
136
13/03/2013 Il Tirreno - Viareggio
Le nuove cariche di Assonautica: c'è anche Migliorini
137
12/03/2013 Giornale di Monza
Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito
138
IN PRIMO PIANO
2 articoli
12/03/2013
Giornale di Monza
Pag. 14
(diffusione:23316, tiratura:28912)
Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito
(cdi) Dopo cinque anni di silenzio, il consigliere comunale del Pdl Domenico Riga ha cambiato registro
decidendo di rendere noto il suo reddito. Pur essendo un obbligo per gli eletti presentare in Comune il 730,
Riga non l'aveva mai fatto nemmeno sotto la passata legislatura (non erano mai state previste multe). «Non
lo trovo giusto », aveva spiegato al Giornale di Monza. Sarà un caso, ma adesso che si prospettano multe
per gli inadempienti per via di una modifica normativa che porterà l'Assise a decidere gli importi, Riga ha
deciso di sciogliere gli indugi: la sua attività (l'ottica in via Segantini) gli frutta un reddito lordo di 35.843 euro,
ha due immobili e una «Chrysler jeep». Anche Andrea Mandelli (Pdl), presidente dei farmacisti italiani, ha
presentato il reddito in settimana e si è dimostrato il «Paperone» di tutto il Consiglio: ha dichiarato nel 2011
233.331 euro e possiede otto immobili (solo due però in piena pro - prietà) e l'8,33% dell'industria imbal laggi «Fratelli Mandelli Snc».
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 13/03/2013
10
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ANCHE ANDREA MANDELLI L'HA RESO NOTO: È IL PAPERONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
13/03/2013
Il Quotidiano di Calabria - Catanzaro
Pag. 29
Farmaci, consegna a casa
«La mia richiesta avviene all'interno della sede di pertinenza»
BADOLATO - Dopo le polemiche dei giorni scorsi su un eventuale trasferimentodella farmaciadalBorgo
aBadolato Marina, dove esiste già un'altra farmacia, su richiesta motivata della farmacista Carla Ceccotti,
hanno fatto seguito una serie di iniziative contrari al trasferimento: Una raccolta di firme del comitato di lotta;
La presa di posizione dei partiti e delle associazioni; Inoltre nei giorni scorsi si è tenuta un'assem blea
pubblica con lapresenza del presidente provinciale deifarmacisti d Vitaliano Corapi. Oggi dobbiamo registrare
la lettera aperta della dottoressa Ceccotti, ai cittadini di Badolato Questo il testo: «Carissimi, considerata la
richiesta di trasferimento della farmacia di cui sono titolare, avente sede nel Comune di Badolato in Corso
Umberto I n° 154 in altra sede, considerati i clamori mediatici suscitati dalla stessa domanda, nel timore della
perdita di un servizio essenziale per i pochi cittadini ancora residenti nel Borgo di Badolato Superiore, è mia
intenzioneoggi chiarire lamia posizione. In particolare voglio precisare le miemotivazioni a coloro chein questi
giorni hanno pensato ad attaccarmi, avendo a cuore solo i propri interessi personali e non il bene della
comunità di Badolato. La mia richiesta di trasferimento avviene all'interno della mia sededipertinenza,
cosìcomechiaramente riportato dalla delibera n. 583 del 23/12/2011 - legge 8 della Regione Calabria. È mia
ferma intenzione dichiarare pubblicamente, come già comunicato verbalmente e per iscritto al sindaco
Giuseppe Nicola Parretta, che una volta ottenuta l'autorizzazione al suddetto trasferimento, garantirò la
consegna a domicilio deifarmaci airesidenti diBadolatoSuperioreche nefarannorichiesta, secondo
quantoprevisto dal codice deontologico dei farmacisti. Ricordo a tutti che in base all'esiguo numero dei
residenti del Borgo, che è andato progressivamente decrescendo negli ultimi anni (dati Istat), non ci sono
concrete prospettive di poter garantire a lungo la sussistenza dell'attività stessa, così come già recentemente
verificatosi nella vicina Isca Superiore». E ancora la farmacista prosegue: «Faccio inoltre presente che ormai
già da tempo i corrieri si rifiutano di recapitare i medicinali a BadolatoSuperiore, perl'esigua quantità degli
ordinativi, costringendomi al ritiro degli stessi due volte al giorno a Badolato Marina -prosegue - Stando così
le cose, con l'inevitabile cessazione dell'at tività della farmacia di cui sono titolare, gli abitanti del Borgo
perderanno comunque non solo la sede ma anche il servizio prestato dallastessa farmacia. Purtroppo le
dichiarazioni che in questi giorni ho letto sui giornali e su numerosi siti di informazione, mi hanno
particolarmente ferita e amareggiata, in quanto da quando sono diventata titolare della farmacia del Borgo, ho
dimostrato da subito la mia disponibilità ed il mio attaccamento neiconfronti di tutta la popolazione,che miha
accoltosin da subito come "una di famiglia"».
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 13/03/2013
11
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Badolato. La farmacista Ceccotti spiega le ragioni del trasferimento
SANITÀ NAZIONALE
33 articoli
13/03/2013
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1.19
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Appalti nella sanità lombarda Sette arresti per corruzione
Nei guai l'ex consigliere Guarischi. La difesa: io estraneo
L. Fer. G. Gua.
MILANO - «Bisognerà fare un bel bucato nella magistratura...»: Silvio Berlusconi 2013? No, Silvio Berlusconi
tuonante da Parigi nel settembre 2000 all'indirizzo dei magistrati che avevano appena arrestato, per
associazione a delinquere e 17 turbative d'asta negli appalti post-alluvione, l'allora segretario provinciale di
Forza Italia, Gianluca Massimo Guarischi. La condanna in primo grado nel 2004 non inibì il presidente della
Regione, Roberto Formigoni, dall'inserire Guarischi l'anno dopo nel proprio «listino bloccato» e farlo eleggere
in Consiglio regionale. E la condanna a 5 anni (3 indultati) in Cassazione nel 2009 - come risulta dall'inchiesta
San Raffaele-Maugeri su Formigoni - non ha sconsigliato il governatore dal farsi organizzare negli ultimi due
anni proprio da Guarischi (dopo la forzata indisponibilità dell'arrestato Daccò) safari di Capodanno in
Sudafrica o vacanze su un caicco in Croazia. Così ieri il nuovo arresto di Guarischi, ancora per l'ipotesi di
corruzione ma stavolta quale intermediario di tangenti destinate a manager della sanità regionale per conto
della società privata di cui era «consulente», coglie il neosenatore pdl (e commissario in carica all'Expo)
appena rientrato da una settimana di vacanza nel sultanato dell'Oman proprio con Guarischi, la cui sorella
Monica era delegata di Formigoni a Tutela dei consumatori e Pari Opportunità.
Nell'operazione di ieri della Dia (7 arresti, 13 indagati, 50 perquisizioni) sulle tangenti pagate o promesse
dalla «Hermex Italia srl» dei Lo Presti (Giuseppe e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca), Guarischi sarebbe
l'apri-porte verso i manager sanitari regionali targati pdl. Per quelli in quota leghista, invece, l'intermediario
individuato dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, con gli aggiunti Alfredo Robledo e Ilda Boccassini, è il
66enne giornalista Leonardo «Dodo» Boriani, prima vice di Gianluigi Paragone e poi direttore de la Padania
dal dicembre 2006 al dicembre 2011. Il gip Fabio Antezza, che ha negato altri 6 arresti, gli contesta di aver
intermediato la promessa corruttiva di mezzo milione di euro («spese vive da spalmare negli anni») e
l'anticipo di 5.000 euro dai Lo Presti al direttore generale dell'Azienda ospedaliera della Valtellina, Luigi
Gianola, per avvicinarsi a una commessa da 8,9 milioni. Nel caso di Guarischi, invece, 85.000 euro il 25 luglio
e 2 agosto 2012 dovevano aprire la strada all'acquisto, da parte dell'Asl di Cremona e dell'Istituto dei Tumori
(che si dichiara «del tutto estraneo ai fatti»), di un macchinario diagnostico commercializzato dai Lo Presti. Di
altri 33.000 euro dei Lo Presti «quale parte di una maggiore somma pattuita», avrebbe beneficiato l'ex
direttore amministrativo dell'ospedale San Paolo di Milano, Pierluigi Sbardolini. «Guarischi non ha intascato
tangenti nè pagato vacanze ad alcuno», riferisce il suo legale Michele Apicella. Maroni, al quale Boriani era
vicino all'epoca della direzione del quotidiano leghista, si dice «sorpreso» dall'arresto: «Ho l'obbligo, da
governatore, di fare luce su queste vicende e garantire sulla sanità una gestione limpida e trasparente oltre
che efficiente. Combatterò senza tregua il malaffare».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: In carcere A sinistra, Massimo Guarischi (Newpress) e sotto Leonardo Boriani (LaPresse)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
13
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'inchiesta In cella l'ex direttore della «Padania». Maroni: combatterò il malaffare
13/03/2013
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 23
(diffusione:619980, tiratura:779916)
«Ora le staminali anche per Federico»
Il caso Il trattamento era stato autorizzato a Brescia: una sentenza lo ha bloccato
Mario Pappagallo
Cure con le staminali della Stamina. Adesso il governatore delle Marche le chiede anche per il piccolo
Fausto.
Prima un discorso scientifico, poi un discorso di sentenze, infine mediatico-politico. Ma resta una domanda a
cui non sembra per ora si possa dare risposta: queste staminali funzionano o non funzionano? Sono una cura
compassionevole o una vera cura?
Dopo il caso della piccola Sofia, raccontato dalla trasmissione Le Iene e su cui è intervenuto anche Adriano
Celentano sul Corriere, e dopo una serie di sentenze dei giudici del lavoro con esiti diversi per i ricorrenti, il
ministro della Salute Renato Balduzzi ha trovato una soluzione pilatesca per il caso di Sofia (il giudice aveva
detto «no»): continuino le infusioni con il metodo Stamina nei laboratori, bocciati dall'agenzia del farmaco (
Aifa). Basta che i genitori firmino un consenso informato. I risvolti di tale decisione possono essere molteplici,
a cominciare dalla credibilità scientifica. Il primo però riguarda la possibilità, da oggi, che tutti i casi, anche
quelli bocciati dai giudici, possano adottare la via di Sofia.
Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca ha subito rivolto un appello al ministro Balduzzi
perché anche il piccolo Federico, il bambino fanese di 26 mesi affetto dal morbo di Krabbe, possa essere
curato con il metodo Stamina come chiedono i genitori, nonostante una sentenza contraria del giudice del
lavoro di Pesaro. «Mi appello alla sua sensibilità e compassione umana - scrive Spacca al ministro - per
comprendere la situazione e intervenire al più presto per consentire a Federico di avere le cure che la sua
famiglia desidera per lui». È necessario trovare «una soluzione che rispetti le norme ma ancor prima i principi
basilari della solidarietà umana. Vanno tutelati i diritti del bambino e della sua famiglia» spiega il governatore.
Il caso è esploso a inizio marzo: un'ordinanza emessa dopo un ricorso d'urgenza della famiglia aveva
consentito al padre del bambino di avviare le pratiche per il metodo Stamina presso gli Ospedale Riuniti di
Brescia. Poi però la sentenza di merito ha bloccato questo percorso (sulla scorta dei rilievi sulla metodica di
infusione delle staminali mossi dall'Aifa e dall'Iss) e indirizzato il bimbo presso un'altra delle 13 Cell-Factory
autorizzate in Italia. Disperati, il padre e la madre hanno presentato ricorso e dato vita a una serie di iniziative
di protesta, compreso un sit-in a Pesaro, per chiedere che Federico venga trattato come Sofia e gli altri
pazienti per i quali l'infusione con il metodo Stamina è stato autorizzato. «Nostro figlio peggiora di giorno in
giorno - ripetono -, non possiamo aspettare ancora».
RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
14
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Cure Spacca, governatore delle Marche, a Balduzzi
13/03/2013
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 23
(diffusione:556325, tiratura:710716)
In carcere anche l'ex direttore della Padania, sospetti su vacanze pagate a Formigoni Venti dirigenti sono
stati indagati per "un sistema delle forniture opaco" Il nome dell'ex governatore non compare, ma il
coinvolgimento sembra diretto
DAVIDE CARLUCCI EMILIO RANDACIO
MILANO - Le elezioni erano ormai alle porte ma in Lombardia, nonostante gli scandali e le inchieste, il
sistema degli appalti per la sanità funzionava ancora a suon di tangenti. Il dato, clamoroso, emerge
dall'operazione della Direzione investigativa antimafia che ieri ha portato all'arresto di sette persone, tra le
quali l'ex consigliere regionale di Forza Italia Massimo Guarischi, vicinissimo all'ex governatore Roberto
Formigoni e già condannato nel 2009 in via definitiva a cinque anni di carcere per le tangenti del dopo
alluvione in Lombardia.
In manette, su richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, anche l'ex direttore del quotidiano " La
Padania ", Leonardo Boriani, e tre imprenditori della sanità, Giuseppe Lo Presti e i due figli Salvo
Massimiliano e Gianluca. Sarebbero stati loro a corrompere - con l'intermediazione di Guarischi e Boriani - i
due manager pubblici Pierluigi Sbardolini e Luigi Gianola per ottenere appalti milionari.
Coinvolti altri venti dirigenti sanitari indagati - tra i quali l'ex direttore generale della Sanità Carlo Lucchina - i
cui uffici ieri sono stati perquisiti. Un «sistema delle forniture opaco» - come lo definisce il colonnello Alfonso
Di Vita - nel quale è centrale la figura di Guarischi, accusato di «influire sul contenuto e sui tempi degli atti
discrezionali assunti in sede di Giunta regionale» per i finanziamenti da far arrivare, attraverso gli ospedali,
alle società.
IL CONVITATO DI PIETRA Il nome del neosenatore del Pdl Roberto Formigoni non viene mai citato
nell'ordinanza, ma il suo coinvolgimento appare diretto. È l'ex governatore (non indagato), che Guarischi
incontra dopo aver ritirato il 2 agosto scorso la seconda tranche di una mazzetta complessiva da 85 mila euro
per lo sblocco di un appalto regionale. «Sono dal presidente», garantisce Guarischi intercettato alla cornetta
con la figlia. E seguono telefonate al segretario personale dell'ex governatore per fissare altri appuntamenti.
Quando le società ottengono l'appalto tanto desiderato, chiedono pure se «i pubblici ufficiali sono soddisfatti
(della mazzetta, ndr )». E ricevono da Guarischi, ricorda il gip, «risposta affermativa». Che l'ex
rappresentante di Forza Italia fosse un habitué in Regione, lo dimostrano tantissimi tasselli: la sua segretaria
risulta essere dipendente del Pirellone, la sorella di Guarischi ha «ricevuto diversi incarichi dal presidente per
consulenze in materia di difesa dei consumatori». E che Formigoni non avesse problemi nel frequentare un
pregiudicato, lo dimostra il fatto che solo il 31 gennaio scorso, da quanto riscontrato dalla Dia, era a cena al
ristorante "il Pirandello" di Milano, proprio con Guarischi e «un gruppo di dirigenti regionali».
IL MECCANISMO Tra il 26 e il 28 luglio scorso, Salvo Lo Presti e Carlo Barbieri, due manager medicali
coinvolti nell'inchiesta, fanno rientrare dall'estero 120 mila euro. «Almeno 85 mila euro lo Presti li consegna a
Guarischi nella sua abitazione in due occasioni. Ufficialmente il denaro è il compenso per l'attività di
consulenza che Guarischi effettua per le società riconducibili a Lo Presti, ma per l'accusa i contributi risultano
«esorbitanti», rispetto all'effettivo ruolo. Questi soldi, per l'accusa, sono destinati «non solo a favorire
atteggiamenti preferenziali verso la società Hermex Italia da parte di responsabili di istituti ospedalieri, ma
anche per ottenere informazioni per condizionare i tempi di scelte regionali e in particolare per l'erogazione di
finanziamenti della giunta per la successiva acquisizione di apparecchiature da parte di singole aziende
ospedaliere».
IL 20 PER CENTO Lo Presti padre parla invece di 500mila euro da versare al direttore generale di Sondrio
Luigi Gianola come «spesa viva» da «spalmare negli anni», tenendone conto nella ripartizione degli utili con
le altre aziende partecipanti all'associazione temporanea di imprese. Con molto senso pratico, la mazzetta
viene dunque contabilizzata. Ma per questo, in caso di aggiudicazione dovranno «spuntare un venti per cento
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Sanità e tangenti, altri sette arresti in Lombardia
13/03/2013
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Pag. 23
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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in più... «per giustificare un'operazione commerciale».
DALLA PADANIA ALLE MAZZETTE A fare da intermediario tra Lo Presti e Gianola è l'ex direttore de "La
Padania" Leonardo Boriani. Ad agosto del 2012 «Gianola - scrive il gip Roberto Antezza - avanza tramite
Boriani un'ulteriore richiesta di denaro agli imprenditori in vista di spese da affrontare per l'imminente periodo
estivo». Dice Boriani a Lo Presti: «Mi ha fatto una strana richiestina che ti mando via messaggino... «. Poi
commenta: «Gianola abbiam comprato!» LE VACANZE In questa ragnatela di intermediari, il più vicino di tutti
al potere è Guarischi, amico personale di Roberto Formigoni. Come si intuisce da alcuni passaggi delle
indagini sul caso Maugeri, l'ex consigliere, dopo l'arresto di Pierangelo Daccò sembra svolgere, nei confronti
del governatore, un ruolo simile a quello del faccendiere, organizzandogli safari in Sudafrica e viaggi in barca
in Croazia tra il 2011 e il 2012. Il senatore Pdl smentisce - «Non ho mai avuto bisogno di organizzatori» ammettendo, però, di aver trascorso vacanze con l'ex consigliere arrestato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti SAN RAFFAELE Nel novembre del 2011, l'inchiesta sul crac miliardario del San Raffaele porta
all'arresto dell'uomo vicino a Formigoni Pierangelo Daccò MAUGERI Lo scandalo dei rimborsi regionali
gonfiati da 70 milioni porta nuovamente in carcere Daccò e l'ex politico di Cl Antonio Simone TELESANITÀ
Nel gennaio scorso la procura chiude l'inchiesta sulle mazzette pagate in Regione per l'assegnazione
dell'appalto di una televisione in corsia
I protagonisti GUARISCHI Ex consigliere regionale di Forza Italia, molto vicino a Formigoni, era già stato
condannato nel 2009 per le tangenti del dopo alluvione in Lombardia LUCCHINA Ex direttore generale della
Sanità, Carlo Lucchina è uno dei dirigenti indagati: ieri è stato perquisito il suo ufficio FORMIGONI Il suo
nome non compare nell'ordinanza, ma l'ex governatore è un po' ovunque dalle telefonate agli appuntamenti
13/03/2013
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 1
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Sanità , nuovo blitz in Lombardia
[P. COL.]
Arrestati il giornalista Boriani ex direttore della Padania e l'ex assessore Guarischi Paolo Colonnello A
PAGINA 19 MILANO È la prima vera tegola per il nuovo presidente della Lombardia Roberto Maroni anche
se la vicenda riguarda ovviamente la passata gestione del «Celeste»: tangenti in cambio di appalti nei grandi
ospedali. Con un dettaglio non da poco: uno dei cosiddetti «facilitatori», ovvero intermediatori tra i dirigenti
della sanità corrotti e imprenditori corruttori era nientemeno che l'ex direttore della Padania, Leonardo Boriani,
al vertice del foglio leghista fino al 2011 e da pochi mesi direttore del quotidiano Nord Ovest di Torino.
Secondo le accuse, avrebbe tenuto i contatti tra gli imprenditori della famiglia Lo Presti, titolari della società
Hermex e capofila di un cartello di aziende come la Bs Biotecnologie e la Medical System, e il direttore
generale degli ospedali della Valtellina e Valchiavenna, Luigi Gianola, destinatario di una mazzetta di 500
mila euro di cui versati in anticipo solo 5000, per un appalto di oltre 9 milioni di euro in cambio di un sistema
integrato di servizi diagnostici. L'inchiesta, condotta dalla Divisione Investigativa Antimafia e coord i n at a d a
i p m G i t t a rd i , D'Alessio e Robledo, prende le mosse dalla vecchia indagine sulle infiltrazioni della
'ndrangheta in Lombardia e sul ruolo di capo cosca svolta dall'ex dirigente della Asl di Pavia Carlo Antonio
Chiriaco e si è estesa fino a individuare diversi episodi di corruzione in tutta la regione, grazie alla complicità
di diversi funzionari del Pirellone e vecchi arnesi della politica passati a fare i faccendieri. Come Massimo
Guarischi, ex consigliere regionale e comunale di Forza Italia, arrestato per tangenti agli inizi del 2000 e con
una condanna a 5 anni sulle spalle che però non gli ha impedito di ricevere dai Lo Presti, di cui formalmente
era consulente, circa 85 mila euro per manovrare su appalti dell'Istituto dei Tumori di Milano (che smentisce
decisamente) e degli ospedali di Cremona. In carcere, con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta, sono
finite sette persone: gli imprenditori Giuseppe Lo Presti e i figli Massimiliano e Gianluca, il direttore
amministrativo dell'Asl di Chiari (Brescia) Pierluigi Sbardolini (ma in qualità di ex dirigente del San Paolo di
Milano) e il direttore dell'azienda ospedaliera di Sondrio, Gianola. Nonché i «facilitatori» Boriani e Guarischi.
Almeno 13 gli indagati, tra il cui il potente direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina, già
coinvolto in altre due inchieste tra cui quella sulla Maugeri. Guarischi, secondo le accuse, era uomo in grado
di arrivare «ai piani alti» della Regione. La sorella Monica lavora al Pirellone con funzioni «delegatele
direttamente dalla Giunta», mentre la sua segretaria personale era stipendiata dalla Regione. Gli investigatori
documentano almeno due incontri diretti con Formigoni. E annotano che l'ex consigliere «era in continui e
costanti rapporti con i vertici politici e amministrativi lombardi», «frequentava con ruoli operativi gli uffici» del
Pirellone, era «ben informato e addirittura partecipe delle dinamiche sull'erogazione di finanziamenti o gli
avvicendamenti nei ruoli apicali delle aziende ospedaliere, in particolare nell'estate 2012». A lui si appoggia
Lo Presti, che ha una reputazione da difendere: «Io in settimana devo accelerare i tumori» lamentando il fatto
che il direttore generale dell'istituto oncologico di via Venezia, il dottor Corno, tarda a riceverlo. «Tanto quello
lì, tra un po' lo spostiamo», lo tranquillizza Guarischi.
In carcere
Boriani, l'ex direttore della Padania Leonardo Boriani, 66 anni, nato a Varese. Già giornalista de
«L'indipendente» e «Il Giornale», ha diretto il quotidiano leghista
Guarischi, ex consigliere di Forza Italia Massimo Guarischi, 50 anni, entrato in consiglio regionale nel 2000
come berlusconiano, era già stato condannato a 5 anni di reclusione
Foto: Lo scandalo La nuova inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda ha visto coinvolto anche l'Istituto
nazionale tumori che però smentisce di aver avuto contatti con gli arrestati
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In cella politici e imprenditori
13/03/2013
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Così ho donato il cuore del mio piccolo
CRISTINA ZIGLIOLI
Due grandi occhi celesti ed intensi che incantavano chiunque li incrociasse, questa era la cosa che colpiva di
più di Cesare. Un bel visino con un'espressione dolce che trasmetteva tenerezza. Era un bambino buono di
carattere, Cesare, un po' capriccioso, a volte, come lo sono i bambini della sua età (cinque anni e mezzo), ma
estremamente solare. «Tuo figlio ha sempre il sorriso», mi diceva spesso chi ci incontrava durante le nostre
passeggiate. PAGINA Epoi era vivace, esuberante, sempre di corsa, pieno di gioia di vivere.Eppure ne aveva
passate tante quel piccolino, era già stato male altre volte, la prima volta che era finito in rianimazione non
aveva ancora sei mesi. Ma aveva combattuto come un leone e ne era uscito. Per ben tre volte era riuscito a
sconfiggere il suo nemico, una malattia tanto rara quanto sconosciuta, causata da una mutazione genetica
che lo predisponeva a pericolose reazioni autoimmuni in presenza del virus anche più banale. Aveva sempre
vinto le sue battaglie ed era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle, tornando a essere un bambino felice, sereno.
Questa volta no, questa volta non è riuscito a contrastare l'attacco subdolo ed incredibilmente aggressivo del
suo nemico, che in pochi giorni se l'è portato via, strappandolo impietosamente ai suoi affetti più cari. Non ce
l'ha fatta, Cesare, nonostante i medici abbiano tentato l'impossibile per salvare la sua piccola e preziosa vita.
I giornali hanno scritto che, quando ci hanno chiesto se eravamo disposti a donare i suoi organi, non abbiamo
avuto esitazioni nel dare il consenso. Non è vero. Per me mamma è stata una decisione sofferta. All'inizio ho
detto un no secco, categorico. Mi avevano appena comunicato che il mio bambino non ce l'avrebbe fatta, che
sarebbe stata solo questione di tempo, forse addirittura di poche ore. Ormai l'attività elettrica del suo cervello
era cessata. Difficile descrivere le emozioni che si sovrappongono nell'animo di una mamma a una notizia del
genere. Disperazione, strazio e rabbia, tanta tanta rabbia. E poi il mio piccolino ne aveva già subite troppe in
quei giorni, persino un intervento alla testa, una «derivazione» che doveva servire a diminuire la pressione
intracranica. Anche questo si era rivelato inutile. Non volevo che lo toccassero più il mio bambino, volevo solo
che lo lasciassero stare in pace. Poi è subentrata la rassegnazione, la consapevolezza che, una volta
staccato il respiratore, tutto sarebbe finito e il suo cuoricino avrebbe cessato di battere per sempre. Così, mio
marito e io ne abbiamo parlato con calma e abbiamo pensato che forse quello di donare i suoi organi era
l'unico modo per dare un senso alla nostra enorme tragedia, l'unico modo per non perdere Cesare totalmente
e permettere che una o più parti di lui continuassero a vivere, n o n o s t a n t e t u t t o . Abbiamo ripensato a
un articolo che solo un paio di giorni prima avevamo letto sul giornale, mentre eravamo nella sala d'aspetto
della Rianimazione. Parlava di una bimba, non ricordavamo né il nome né dove era ricoverata, ma
ricordavamo perfettamente che viveva attaccata a un cuore artificiale e che aveva ancora poco tempo a
disposizione. Abbiamo pensato a quanti bambini potevano essere in quel momento nella stessa situazione e
a quanti genitori stavano vivendo il nostro stesso dramma. Abbiamo deciso di dire sì. Il nostro Cesare non
c'era più e non sarebbe più tornato, ma grazie a lui altri bambini altrettanto sfortunati avrebbero potuto avere
almeno una possibilità. Perché negargliela? In fondo il nostro bambino nella sua breve vita ha avuto la
possibilità di essere felice; è stato immensamente amato, ha potuto assaporare la gioia di correre, giocare,
divertirsi, essere libero. Ora il nostro pensiero va a quei bambini che hanno ricevuto i suoi piccoli ma
importantissimi doni. Ci auguriamo di cuore che grazie a Cesare possano cominciare una nuova vita, una vita
che permetta loro di correre verso la felicità, proprio come faceva lui.
Emma, tre anni e mezzo, ha vissuto per quasi un anno legata a un cuore artificiale in una camera di
isolamento nella Cardiochirurgia dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Affetta da una
cardiomiopatia dilatativa, patologia incurabile se non con un trapianto, aveva chiesto nei giorni scorsi di poter
giocare nella stanza d'ospedale con il suo cane Black, uno spinone di 24 chili, suo inseparabile compagno di
giochi prima di entrare in ospedale. I medici hanno esaudito il desiderio e poche ore dopo è giunta anche la
notizia di un cuore compatibile, donato da Cesare, cinque anni e mezzo, morto a Genova per un'encefalite.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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LA LETTERA
13/03/2013
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Qui sotto pubblichiamo la lettera inviata a «La Stampa» dalla mamma del piccolo.
Foto: Emma, tre anni e mezzo, ha ricevuto il cuore del piccolo Cesare Donatore Cesare Pantè aveva cinque
anni e mezzo
13/03/2013
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Staminali Lo Stato non è un nemico
UMBERTO VERONESI
Le cellule staminali sono un tipico caso di "overpromising" della scienza: l'entusiasmo a seguito di una
scoperta può essere tale da far nascere troppe aspettative, o far sottostimare i tempi di applicazione. Quando
le staminali furono isolate per la prima volta negli anni '90, ci rendemmo conto di trovarci di fronte a cellule
con una potenzialità unica e straordinaria: il loro immenso spettro di capacità evolutiva fa sì che si possono
trasformare in tessuti di organi diversi. PAGINA Pensammo allora di essere ad una svolta per tutte le malattie
degenerative - per cui avevamo trovato una sorta di serbatoio di cellule di ricambio - e addirittura
ipotizzammo di poter sostituire i trapianti d'organo. Dopo 15 anni siamo ancora lontani da tutto questo, anche
se nella comunità scientifica la fiducia nelle possibilità di queste cellule rimane intatta. La ragione sta nella
difficoltà e nella complessità delle procedure per ottenerle e utilizzarle. In realtà le staminali vanno divise in
due famiglie: quelle di un organismo in formazione, l'embrione, sono totipotenti cioè in grado di trasformarsi in
ogni cellula o tessuto, mentre quelle ottenute da cellule adulte per essere utilizzate devono essere sottoposte
a processi complessi che permettano poi la trans-differenziazione, vale a dire creare tessuti diversi da quelli
da cui provengono. Per ragioni etiche le cellule embrionali non possono essere utilizzate in Italia e in molti
altri Paesi, per cui la ricerca si è dovuta concentrare sulle staminali adulte, con le loro difficoltà. Attualmente
alcune applicazioni delle terapie con staminali sono: la creazione di cute, ad esempio per riparare ustioni
gravi; la creazione di tessuto adiposo utilizzato nella chirurgia ricostruttiva; le cure di strutture dell'occhio,
come la cornea, o dell'orecchio. Va anche specificato che esistono staminali allogeniche (che provengono da
un altro individuo), singeniche (che provengono da un gemello) e autologhe (che provengono dalla stessa
persona). Le staminali autologhe sono usate nella terapia anticancro per ripopolare il midollo osseo dopo dosi
elevate di chemioterapia. Le sperimentazioni, anche in Italia, sono numerose e promettenti, nel campo delle
malattie cardiache, neurologiche ed alcune malattie genetiche. Ma per l'applicazione clinica su ampia scala
dobbiamo saper aspettare che la ricerca, seguendo i suoi parametri universali e rigorosi per la tutela dei
malati, faccia il suo corso. Nel caso delle cellule staminali questo è tanto più vero perché se non sono
prodotte in base a metodologie certificate, vi sono rischi per la sicurezza dei malati. In questi giorni i casi di
Sofia, la bimba affetta da leucodistrofia metacromatica e degli altri bimbi trattati agli Spedali Civili di Brescia, e
poi dei fratelli affetti dalla malattia di Niemann-Pick hanno angosciato e commosso la pubblica opinione. E
soprattutto hanno drammaticamente confuso chi sta seguendo sperimentazioni cliniche sulle staminali, chi è
in attesa di una cura che pare non arrivare in tempo, e in generale tutte le famiglie che hanno casi di malattie
molto gravi. Si chiedono se è giusto o no seguire le indicazioni dei medici e delle istituzioni. Personalmente
capisco molto bene che nelle situazioni più tragiche, anche un tentativo giudicato inutile dalla scienza, appare
comunque preferibile alla perdita della speranza. Inoltre come padre e come uomo capisco come la malattia
di un figlio possa legittimare a compiere qualsiasi tentativo e a battere qualsiasi strada per guadagnare
un'aspettativa per il futuro, anche se di pochi giorni soltanto. Tuttavia come medico e ricercatore rimango
convinto che i pazienti debbano seguire le terapie sperimentali certificate dagli enti di sorveglianza, come l'
Aifa e l'Istituto Superiore di Sanità, e che gli ospedali debbano seguire le indicazioni di questi organismi che
hanno omologhi in ogni Paese civile. Le regole della scienza non sono asettiche e spietate. Sono
semplicemente regole, studiate per garantire la massima efficacia e trasparenza, e per evitare abusi da parte
di qualche scellerato che tenti di sfruttare commercialmente la disperazione delle famiglie. La Sanità pubblica
non lavora per il male della popolazione. Lo Stato non è un nemico.
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IL CASO
13/03/2013
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I medici di Brescia: "Qui applichiamo solo le sentenze" ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA Qui trattati
moltissimi casi per i quali le nuove terapie potrebbero rivelarsi decisive DAVIDE VANNONI «Negli ultimi mesi
abbiamo ricevuto 8000 richieste da persone in pericolo di vita»
FABIO POLETTI INVIATO A BRESCIA
L'ultima speranza di Sofia è qui dentro. Tra le mura rosse e bianche degli Spedali Civili dove questa bambina
fiorentina di 3 anni e mezzo affetta da Leucodistrofia metacromatica, una malattia degenerativa che la sta
rendendo cieca e paralizzata, entro pochi giorni sarà s o t t o p o s t a a u n nuovo ciclo di cure. L'ultima
parola su cosa sia meglio per lei l'hanno avuta un giudice, il ministro della Salute Renato Balduzzi e l'Aifa,
l'Agenzia italiana del farmaco. Il ciclo di infusione di cellule staminali provenienti da un famigliare
consanguineo non sarebbe nemmeno una terapia. Cure compassionevoli le chiamano giuristi, burocrati e
scettici. Ma per quelle cure si spera e si fa la fila. Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation di
Torino, l'uomo che ha inventato il metodo che tanti fa sperare, giura che la domanda è di gran lunga
superiore all'offerta: «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto 8000 richieste da persone senza cure e in pericolo di
vita. Trattando 150 casi l'anno, ci vorrebbero 53 anni e quattro mesi per finire». Alcune centinaia di quelle
richieste piovono qui a Brescia, in questo ospedale vicino allo stadio dove molti pazienti giocano l'ultima
partita per la vita. «A tutti rispondiamo che non c'è nemmeno una lista di attesa. Noi possiamo intervenire
solo se lo decide un giudice», raccontano dall'Urp, l'ufficio rapporti con il pubblico, la front-line dell'istituto
dove arrivano le richieste. Non possono muoversi prima, ma qui è tutto pronto da almeno un anno. Quando
iniziarono le sperimentazioni su 12 pazienti, adulti e bambini di mezza Italia, con patologie gravissime. A
maggio ci fu lo stop perchè questa cura non è una cura riconosciuta e dopo la piccola Celeste e il piccolo
Gioele si è dovuta aspettare l'ennesima sentenza per far sperare i genitori di Sofia. Sua madre Caterina C.,
che solo da un giorno a ripreso a respirare un po' di ottimismo, non vuole pensare che sia troppo tardi: «La
situazione è drammatica. La seconda infusione a Sofia andava fatta entro il 3 febbraio. Fino al 10 è stata
bene. Poi il tracollo. Un tracollo che si poteva evitare». Perchè alla fine queste cure sono un po' come la
lotteria. La comunità scientifica è divisa. Davide Vannoni che l'ha ideata giura che non ci sarà mai nè un
farmaco da commerciare nè un tentativo di lucrare. Ma a parte questo di Brescia, una delle eccellenze
mondiali per l'Oncoematologia pediatrica, ci sono solo altre 12 cell factory in tutta Italia, tra l'Ospedale
Maggiore di Milano e il resto del Paese. Oltre alla piccola Sofia il Tar di Brescia ha deciso di concedere il
diritto alla cura ad altri 14 pazienti, ma solo fino a novembre di quest'anno. Poi si vedrà. Altri otto pazienti
sono in attesa, sparsi un po' ovunque. Ma per i pochi che ce la fanno, altri si fermano davanti al muro della
burocrazia. A una donna di Torino affetta dalla sindrome di Niemann Pick, un giudice ha detto no lo stesso
giorno che un altro giudice di Firenze ha detto sì a Sofia. Luigi B. il padre della donna torinese non si
capacita: «La patologia è la stessa. Evidentemente c'è chi ha diritto alle cure e chi no». Evidentemente ci
vorrà tempo prima che si stabilisca una volta per tutte se la manipolazione delle cellule staminali da un
soggetto sano a un consanguineo malato sia lecita o no, prima che efficace. Agli Spedali Civili di Brescia non
si pongono nemmeno il problema. Sono attrezzati per farlo. Sono sempre pronti a farlo. Lo faranno presto su
Sofia, autorizzata da un giudice con la toga nera, più decisivo di un medico con il camice bianco.
Gli interrogativi Che cosa sono le cellule staminali? Sono cellule «jolly» che non si sono ancora
specializzate, ossia non si sono ancora differenziate in una specifica funzione e in un particolare tessuto Che
malattie si curano oggi con le staminali? Si fanno trapianti di staminali per alcuni tipi di tumore, come linfomi e
leucemie, e per le terapie dell'infarto miocardico Come si manipolano per scopi terapeutici? Riprogrammando
le cellule già differenziate si ottengono le Ips (staminali pluripotenti indotte), che sono in grado di svilupparsi
in diversi tipi di tessuti: dal sangue ai muscoli sino ai neuroni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Lotteria staminali Viaggio dove si gioca la partita per la vita
13/03/2013
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Erika La più giovane dei due fratelli Bonavita, 35 anni, è costretta all'immobilità da questa malattia
degenerativa
Disparità Nonostante la patologia sia la stesse, il giudice di Torino non ha autorizzato l'utilizzo delle staminali
per la ragazza
Foto: Trattamento
Foto: È rappresentato dal ciclo di infusione di cellule provenienti da un famigliare
13/03/2013
Il Giornale - Ed. nazionale
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Giudice che vai, cura che trovi Caos sulle terapie per sentenza
Il caso più recente: i magistrati di Torino negano a una donna affetta da un raro morbo il rimedio concesso al
fratello. Ma sono centinaia i destini di malati appesi a un verdetto METODO DI BELLA Tra i pazienti con un
tumore c'è chi ottiene sostegno gratis e chi no
Gioia Locati
La vita appesa a un giudice. Succede quando si è affetti da malattie rare, valutate incurabili dalla medicina
ufficiale. Come la piccola Sofia, tre anni e mezzo, affetta da leucodistrofia metacromatica, che porta a
progressiva paralisi e cecità. Su di lei la cura Vannoni - iniezioni di cellule staminali mesenchimali - messa a
punto nei laboratori Stamina di Brescia, aveva portato a sorprendenti miglioramenti. Ma dopo il primo
trattamento, un giudice di Firenze aveva imposto di interrompere la terapia. Troppe le perplessità dell'Aifa e
del ministero, su Stamina è stata aperta un'inchiesta. Il caso è arrivato in televisione, alla trasmissione Le
Iene , ne ha scritto pure Celentano. E lunedì un altro giudice ha dato il via libera alla terapia per Sofia: la
piccola potrà curarsi con il metodo Vannoni negli Spedali di Brescia. Altra malattia, stessa richiesta, sentenza
opposta. Ieri, a Torino, la corte d'Appello ha rifiutato il metodo Vannoni a una donna colpita dal morbo di
Niemann Pick. E pensare che soltanto pochi giorni prima, lo stesso tribunale, l'aveva autorizzata al fratello
della donna. Il padre, Luigi Bonavita, si dice «esterrefatto». Tribunale che vai, cura che trovi. Il motto vale
anche per i malati di tumore che scelgono di curarsi con il metodo Di Bella. In questo caso, dopo la
sperimentazione del 1998 che ne decretò l'inefficacia (e dunque la non rimborsabilità da parte del sistema
sanitario), nelle aule di giustizia si discute se concedere o meno i soldi spesi per i farmaci. Fra provvedimenti
d'urgenza, sentenze passate in giudicato, appelli e ricorsi in Cassazione, sono centinaia i casi arrivati nelle
aule di giustizia. E sono quindici anni che la legge non è uguale per tutti. C'è chi ottiene la terapia gratis
subito, chi la «vince» in appello, chi deve sudare fino alla Cassazione. Al contrario, chi deve pagare tutto di
tasca propria, nonostante il reddito basso. Clamorosa e recentissima la vicenda di Flora Nardelli, 49 anni. La
corte d'Appello di Bologna (sentenza di pochi giorni fa) ha richiesto alla donna 113mila euro, i soldi spesi per
curarsi da un mieloma con la cura Di Bella, dopo che una sentenza del 2006 aveva invece stabilito che aveva
diritto alle cure. Nei vari gradi di giudizio i «giudici oncologi» sono uno contro l'altro. «C'è chi prende in
considerazione una legge del 1996 che ammette le prescrizioni off label, ossia fuori prontuario - spiega
l'avvocato bolognese Cristina Bergamini - e c'è chi proprio non la considera (Di Bella prescrive medicine off
label)». E ancora: ci sono togati che si affidano a periti medici per valutare se il paziente effettivamente ha
avuto un miglioramento con la terapia discussa e chi invece la boccia tout court , improvvisandosi oncologo.
A Cosenza, il 16 luglio scorso, un malato ha ottenuto il rimborso della terapia in appello, dopo che la richiesta
gli era stata rigettata in primo grado. L'uomo, colpito da un tumore del naso e della gola inoperabile, aveva
presentato, come prova di riduzione del tumore, gli esami eseguiti allo Ieo, l'Istituto oncologico di Umberto
Veronesi. Nel caso del metodo Di Bella può essere determinante risiedere in Puglia. Per risparmiare le spese
dei ricorsi in tribunale, la Asl di Taranto, dal 2007 al 2012, ha diramato una circolare ai distretti sanitari
chiedendo di distribuire gratuitamente i farmaci «ai cittadini che ne facciano regolare nonché certificata e
appropriata richiesta, visto che «la questione della cura Di Bella è per questa azienda una problematica non
ancora risolta». E a Foggia, Myriam Infede, 37 anni, ha ottenuto il risarcimento della terapia, perché «i
farmaci utilizzati sono approvati dall'Aifa e regolarmente in commercio». E quando le sentenze dei malati di
tumore arrivano in Cassazione? Le più recenti, del 2011, affermano che «non compete ai giudici interferire
con le decisioni prese dagli organi tecnicoscientifici dello Stato». E così, anche davanti a remissioni da
metastasi, i giudici scrivono che «il signor tal dei tali non avrebbe dovuto curarsi con la cura Di Bella perché
nel '98 si decise che non funzionava».
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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MEDICINA E GIUSTIZIA Nei tribunali decisioni contraddittorie
13/03/2013
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:192677, tiratura:292798)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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mila Il costo di sette anni di cura Di Bella. Per la corte di Bologna una paziente dovrà versarli alla Asl
Foto: A SOFIA SÌ AD ALTRI NO Il sì del giudice alla cura con le staminali è arrivato per un ragazzo affetto da
morbo di Niemann Pick ma non per sua sorella
13/03/2013
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:105812, tiratura:151233)
«La riforma dovrà partire dai bisogni dei pazienti»
Liste d'attesa, ticket, carenza di servizi territoriali: le ipotesi di rivedere il servizio sanitario si scontrano con
vecchie inefficienze. Bonati (Mario Negri): dopo i tagli serve un approccio qualitativo Ricciardi (Cattolica): è
stato ridotto l'accesso a visite ed esami
DAMILANO ENRICO NEGROTTI
uardare alla sanità con gli occhi del cittadino riserva non poche sgradite sorprese. Liste d'attesa, ticket,
carenza dei servizi territoriali rendono sempre più difficile l'accesso a prestazioni che dovrebbero essere
garantite. E la riduzione delle risorse a disposizione sembra prefigurare difficoltà ulteriori (qualcuno ipotizza la
necessità di un intervento di fondi assicurativi), se non si inverte una tendenza culturale ad anteporre le
valutazioni economiche a quelle sanitarie. Forse il compito principale per una futura riforma della sanità.
«Negli ultimi anni - sottolinea Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni
italiane, Università Cattolica di Roma - si è ridotto l'accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie, anche
tenendo presenti le differenze regionali. Non a caso l'ultimo rapporto del Tribunale per i diritti del malato
presenta in copertina un ospedale con un lucchetto e una lunga fila di cittadini davanti. Così come nell'ultima
graduatoria sull'Europa, l'Ocse ha collocato l'Italia al 24° posto per il contesto dei servizi sanitari forniti ai
propri cittadini. E non per problematiche di carattere tecnico: medici e strutture buone esistono, quanto per
l'organizzazione del sistema». Un deficit segnalato anche da Maurizio Bonati, direttore del dipartimento
Sanità pubblica dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di Milano: «Complice la
regionalizzazione, in sanità continua a mancare una strategia comune. Come confermano alcuni indicatori:
per esempio, non si riescono ad abbattere i flussi di migrazione sanitaria, tipicamente dal Sud al Nord. Penso
soprattutto a quella pediatrica, che si ferma un po' al Bambino Gesù, ma poi guarda al Gaslini (Genova) o al
Burlo Garofolo ( Trieste) o al San Gerardo (Monza) per l'oncologia. E anche per i tumori dell'adulto, pur
essendoci quattro Irccs oncologici al Centrosud, gli spostamenti verso il nord sono una costante». Differenze
si registrano anche sul consumo di farmaci: «A dispetto del clima - rileva Antonio Clavenna, farmacologo
ricercatore presso il Laboratorio materno-infantile del "Negri" - il consumo pediatrico di antibiotici è maggiore
al Sud rispetto al Nord, i bambini che ne assumono almeno uno in un anno sono il 36% in Lombardia, quasi il
70% in Puglia». I servizi territoriali, il presidio più vicino al cittadino, continuano a recitare il ruolo della
cenerentola, vittime di disorganizzazione, mancati finanziamenti e cattive abitudini: «Anche certe auspicate
riforme vanno finanziate - ricorda Ricciardi -. Penso agli studi associati di medici di famiglia aperti sulle 24
ore: se non hanno a disposizione infermieri e attrezzature, il paziente con un dolore toracico si recherà
sempre al pronto soccorso». E se le spese per la sanità territoriale sono maggiori di quelle ospedaliere (con
eccezioni, vedi Lazio), «il problema resta il raccordo tra le due realtà - aggiunge Ricciardi - con il cittadino che
dopo le dimissioni non trova quel continuum di assistenza di cui avrebbe bisogno. La realtà è che il sistema è
disegnato secondo criteri arcaici, e non guardando ai bisogni di salute della popolazione». Come conferma il
fatto, aggiunge Bonati, che azienda ospedaliera e azienda sanitaria locale, presenti su uno stesso territorio,
guardano ciascuna solo ai propri bilanci: «Del resto, e lo dimostra la recente classifica dei direttori generali in
Lombardia, i dirigenti sono valutati per il raggiungimento degli obiettivi, che sono in massima parte di budget.
Senza dimenticare che i medici di famiglia non mettono piede nell'ospedale. Così come non si capisce perché
le sale operatorie non possano funzionare al pomeriggio, come succede nel privato». Rare sono le operazioni
che coordinino bene l'offerta sanitaria: «Anche la chiusura dei piccoli ospedali, spesso osteggiata dalle
popolazioni, può essere realizzata - spiega Ricciardi - se si offrono servizi più efficienti. Penso all'esempio
virtuoso dell'ospedale della Versilia, collocato in posizione baricentrica rispetto a quattro piccoli presidi che
sono stati chiusi». Migliorare omogeneamente l'offerta sanitaria è reso difficile anche dal contenzioso StatoRegioni: «Nella riduzione dei posti letto ospedalieri - aggiunge Ricciardi - il ministero aveva dato criteri e
requisiti minimi per organizzare i reparti ospedalieri, ma sono stati rifiutati dalle Regioni». Nella sanità si
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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SANITÀ DA GUARIRE / 5
13/03/2013
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 12
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rispecchiano i problemi del Paese, sostiene Ricciardi: «Fuori dalle ideologie, continua a essere necessaria
una collaborazione tra pubblico e privato (anche in Svezia stanno elaborando modelli), ma servono regole
chiare per tutti, con le regioni che le fanno rispettare. La frammentazione e le liti Stato-Regioni non portano
benefici: il primo distribuisce (poche) risorse ma non controlla, le seconde hanno diritto di veto, ma non i fondi
per operare bene». Se vogliamo mantenere la qualità del nostro sistema sanitario, conclude Bonati, «occorre
ottimizzare le risposte proprio guardando alla domanda, alle necessità di salute. E non limitarsi a valutare i
costi immediati, ma al guadagno di salute complessivo della popolazione. Anche se questo richiede più
tempo di quanto solitamente i politici siano disposti ad attendere».
L'INCHIESTA Le puntate precedenti dell'inchiesta sono uscite il 31 gennaio, il 14, il 21 e il 24 febbraio
Foto: Walter Ricciardi
13/03/2013
Avvenire - Ed. nazionale
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Don Arice (Cei): i tagli hanno colpito anche le strutture convenzionate e rimborsare agli ospedali non profit le
prestazioni effettuate non rappresenta un "favore"
DI PAOLO VIANA
a riforma del Servizio sanitario nazionale è una priorità per la Chiesa italiana? Occorre stare molto attenti
all'evoluzione dell'intero quadro sanitario - risponde don Carmine Arice, Direttore dell'Ufficio Nazionale per la
pastorale della salute della Cei -. I tagli da un lato e l'invecchiamento della popolazione dall'altro rendono
necessario un ripensamento da parte del legislatore perché la crisi del sistema non sfugga di mano. Mi
sembra importante ricordare quanto ha detto il Presidente della Cei, cardinale Bagnasco, nella prolusione
all'ultimo Consiglio permanente del gennaio scorso: «Chiediamo che la politica dei tagli sia compensata e
guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente: quale che sia la sua età e condizione,
va prioritariamente salvaguardata». È questo un criterio-guida irrinunciabile. La Chiesa non può non essere
attenta alle vicende degli uomini, soprattutto alle loro fatiche, conscia che la promozione umana è
inseparabile dall'evangelizzazione e la cura assistenziale e pastorale dei malati ne è un luogo privilegiato. La
crisi in atto rischia di travolgere gli ospedali religiosi? La sanità cattolica ha una storia plurisecolare e molte
anime, figlie di vocazioni antiche e di ca rismi ancora vitali. Gli ospedali religiosi - di norma inseriti nella rete
del servizio sanitario nazionale, con un preciso ruolo pubblico che si traduce nell'impegno di erogare
prestazioni in convenzione, cioè gratuite per il cittadino esente o che richiedono solo il versamento del ticket sta soffrendo le conseguenze di questa crisi e la Chiesa italiana non manca occasione per farlo presente
anche alle autorità competenti. Su questo punto però vorrei essere chiaro: per ragioni storiche e sociali, nella
maggior parte dei casi, i nostri ospedali classificati rispondono a una domanda di assistenza sul territorio che
non troverebbe altra risposta, o perché in quella zona non esiste un altro presidio o per insufficienza
quantitativa o qualitativa dell'ospedalità pubblica. Sono dunque degli ospedali "privati" non profit che svolgono
un ruolo pubblico e i rimborsi delle loro prestazioni non rappresentano una "concessione" o un favoritismo,
ma il pagamento del dovuto, che spesso ritarda o che la pubblica amministrazione decide di "tagliare",
talvolta con effetto retroattivo. In altre parole, quando ricordiamo queste ragioni, stiamo difendendo le ragioni
del cittadino, del malato e della sua famiglia e soprattutto le ragioni delle fasce di popolazione più fragili e
sofferenti, che facilmente resterebbero prive di un'assistenza necessaria e, i l più delle volte, anche di qualità.
San Raffaele prima e Idi poi: due casi che fanno riflettere? Sono questioni complesse delle quali talvolta non
conosciamo tutti gli elementi per una corretta valutazione. Sottolineo solo che occorre una quotidiana e vigile
consapevolezza di quanto sia necessario essere attenti e responsabili nella gestione di opere che, in qualche
modo, sono viste come espressione della carità della comunità ecclesiale. Sappiamo infatti che le
conseguenze del nostro agire, nel bene e nel male, si ripercuotono sempre su tutta la comunità cristiana e
sull'opinione pubblica. Per la Cei cosa dovrebbe cambiare nella sanità cattolica? La sanità cattolica è un
tesoro prezioso da tutelare e sostenere. Occorrono però, da parte nostra alcune attenzioni. Per esempio
occorre competenza e trasparenza nella gestione delle opere, nonché una chiara distinzione amministrativa
tra le attività della famiglia religiosa o dell'ente e quelle destinate all'attività sanitaria. È necessaria inoltre una
maggiore sinergia tra le istituzioni ecclesiali coinvolte nella cura assistenziale e sanitaria, e questo di concerto
anche con le rispettive autorità ecclesiali di competenza che hanno il diritto/dovere di vigilanza, a servizio di
tutta la comunità ecclesiale. Questa sinergia è la risposta a un'emergenza economica? Non è solo un
discorso economico. La soluzione di ogni crisi è possibile solo nel rispetto di valori fondamentali quali quelli
ricordati dal nostro amato papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate : la fraternità, la gratuità e la cultura del
dono. Inoltre la sinergia è importante anche e soprattutto perché non si affievolisca l'attenzione alla cura
pastorale che deve permeare tutta l'azione dell'istituzione sanitaria di ispirazione cristiana. Malati, operatori
sanitari, famiglie, volontari: gli ospedali e le case di cura sono luoghi privilegiati per l'evangelizzazione. In
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«La sanità religiosa colma le lacune del pubblico»
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Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:105812, tiratura:151233)
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questo senso, tutta la pastorale della salute, in tutte le sue espressioni, si sente coinvolta in prima fila a dare il
suo contributo alla Nuova Evangelizzazione.
Foto: don Carmine Arice
13/03/2013
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 12
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L'Ania: fondi in crescita e spazio per l'assistenza complementare nei contratti integrativi
(P. V.)
ual è il peso della sanità integrativa? Ogni anno - risponde Roberto Manzato, direttore "vita e danni non auto"
dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) - i privati finanziano più del 20% della spesa
sanitaria. L'80% esce dalle tasche dei cittadini soprattutto per interventi specialistici, diagnostica, cure
odontoiatriche e farmaci; il restante 20% è intermediato da fondi integrativi e polizze malattia. Negli ultimi 10
anni, la quota pubblica è cresciuta del 4,1%, quella privata del 2,3. Perché tante aspettative per strumenti che
coprono una quota esigua delle prestazioni sanitarie? Perché il numero di soggetti aderenti ai fondi, casse e
società di mutuo soccorso è cresciuto dai 650mila iscritti del 1998 ai 6,4 milioni del 2008 grazie ai rinnovi dei
contratti collettivi di lavoro, mentre il ramo malattia è arrivato a coprire 2,3 milioni di persone. Cosa impedisce
alle assicurazioni di erogare tutte le prestazioni previste dal Servizio sanitario nazionale? Manca una cultura
della pianificazione, si promette tutto a tutti, confidando nel fatto che chi può ci metta la differenza di tasca
propria. Il cortocircuito Stato-Regioni si è appena riproposto con i Lea. Ma le assicurazioni "selezionano"...
Vengono assicurate preferibilmente, ma non solo, le patologie meno frequenti ma più gravi perché su quelle
si incrocia bene la domanda degli assistiti e l'offerta di copertura. Difficile coprire con convenienza reciproca,
anche in base a un meccanismo di antiselezione, spese "ordinarie", come l'acquisto dei farmaci per
l'influenza... ...né ad assicurarsi per i malanni della vecchiaia. Vero. I prodotti assicurativi per la non
autosufficienza esistono, ma non c'è una forte domanda. Che ruolo possono avere i fondi integrativi in una
riforma della sanità? Per i prossimi anni è prevista una crescita della domanda di prestazioni e della spesa
privata e i fondi integrativi possono contribuire ma si deve incentivare l'assistenza complementare nei
contratti collettivi. Prima, però, la riforma deve chiarire cosa copre il pubblico e cosa il privato. (P. V.)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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le assicurazioni «Ecco perché le polizze non coprono tutte le prestazioni
del servizio sanitario »
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Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 44
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Emanuela Sorrentino In farmacia per prevenire l'osteoporosi, con uno screening gratuito che dura 50
secondi. Sono 41 le farmacie della rete Eufarma (30 in Campania)che dai prossimi giorni consentiranno di
prenotare ed effettuare la densiometria calcaneare ossea. Ed è stato presentato ieri a Napoli il progetto dallo
slogan «Non lasciarti spezzare dall'osteoporosi», un'attività di prevenzione messa a punto grazie alla sinergia
tra Eufarma, Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli, facoltà di Medicina della Federico II e azienda
Lilly con il patrocinio della Regione. «L'osteoporosi? È una patologia pediatrica, un'epidemia silenziosa spiega Annamaria Colao, responsabile scientifico del progetto -. Le ossa si formano fino ai 30 anni e la
frattura osteoporotica è la principale causa di morte negli ultraottantenni». «Con questa iniziativa - precisa
Vincenzo Santagada, presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli - si unisce il privato al
pubblico, puntando sulla prevenzione: le farmacie saranno in contatto con il Policlinico della Federico II dove i
pazienti effettueranno la visita specialistica di secondo livello». «L'obiettivo - dice Maurizio Guidi di Eli Lilly
Italia - è ridurre il rischio di fratture osteoporotiche e costi correlati». Per Raffaele Marzano, presidente
Eufarma «si tratta di un' alleanza terapeutica al servizio dei pazienti». A febbraio saranno presentati i risultati
del progetto. «Bisogna imparare a difendere la propria salute sin da giovani - conclude la professoressa Carla
Riganti - e in quest'ottica la campagna di sensibilizzazione nei confronti dell'osteoporosi è importante».
Saranno effettuati circa 6mila esami in tutta Italia, basta prenotarsi al numero gratuito 800910610 o
consultare l'elenco delle farmacie su www.eufarma.eu. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Osteoporosi, screening gratis in 50 secondi
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ItaliaOggi
Pag. 22
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Il paladino dell' omeopatia
Nella nostra azienda non brevettiamo mai innovazioni di prodotto o molecole: prevale la condivisione del
sapere
«Per avere successo nel business occorrono idee chiare, i partner giusti, intuizione e un pizzico di
spregiudicatezza. Io credo di aver creato con mia moglie Adriana Carluccio un'azienda capace di affermarsi
in Italia e all'estero nel complesso ma vitale settore della medicina omeopatica». Alessandro Pizzoccaro,
biellese di origine, è l'esempio di come si possa creare partendo dal nulla un'impresa di successo come
Guna. Laureatosi in economia e commercio a Torino, attraverso una borsa di studio messa a disposizione
dell'Istituto per il commercio estero si trasferisce nei Paesi Arabi. «Qui mi occupavo di import export, ma
soprattutto facevo scounting di imprese che potevano essere d'interesse per il nostro paese», racconta dalla
originalissima e pluripremiata sede milanese della società, realizzata dall'architetto Ivo Pellegri.Trent'anni fa,
con la moglie Adriana Carluccio, giovane ricercatrice in Farmitalia, decidono di lanciarsi nel difficile business
dell'omeopatia, dando luogo a Guna, il cui nome «è un termine sanscrito con il quale si identificano le energie
che pervadono esseri viventi e oggetti». Il loro incontro, sul piano professionale, portò all'integrazione delle
due competenze permeate dalla convinzione di impegnarsi in un'attività d'importante valenza sociale. «La
nostra mission è di ideare, produrre e commercializzare farmaci efficaci, innovativi e senza effetti collaterali,
in grado di guarire e prevenire le malattie, migliorando le difese immunitarie», sottolinea. Tutto questo, inoltre,
adottando una decisione di fondo per certi versi sbalorditiva per chi operi nel settore life science. «Noi non
brevettiamo mai alcuna innovazione di prodotto o molecole. È una scelta di cui vado molto fiero in quanto
credo che nell'era di internet e della globalizzazione debba prevalere la condivisione del sapere. Con le
risorse risparmiate per ottenere la brevettazione dei nostri oltre 80 prodotti abbiamo potuto sostenere la
ricerca che è la nostra vera energia vitale», aggiunge il co-fondatore. Guna è oggi una realtà da oltre 50
milioni di euro di fatturato, con una quota del 25% del mercato nazionale.Recentemente Alessandro
Pizzoccaro, mai soddisfatto dei pur importanti risultati conseguiti, ha promosso nuovi ingenti investimenti,
realizzando a Milano il più innovativo stabilimento farmaceutico al mondo per la ricerca scientifica e la
produzione di medicine naturali. È stato tra i fondatori dell'Aiot, l'Associazione medica italiana di
omotossicologia nata nel 1983, che oggi è la più importante a livello nazionale nella medicina omeopatica ed
è impegnata in particolare nella ricerca e nella formazione nel campo della medicina biologica, contribuendo
fino a oggi alla formazione di oltre 15 mila medici e 5 mila farmacisti italiani. Nel giugno 2010, per aver
«contribuito in modo significativo alla crescita del sistema economico milanese e alla diffusione della cultura
d'impresa», Pizzoccaro è stato insignito, nel corso di una cerimonia al Teatro alla Scala di Milano, del Premio
«Piazza dei Mercanti». Un riconoscimento assegnato alle imprese più innovative. L'azienda sta
progressivamente allargandosi, avendo recentemente ottenuto la registrazione di 70 prodotti presso la Food
and drug administration americana. «In Italia il nostro settore deve anche affrontare una disciplina
regolamentare diversa rispetto a quella dei farmaci tradizionali. Una disparità di trattamento contro la quale ci
battiamo e che costituisce anche la molla a fare sempre meglio e di più nel nostro lavoro».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La vita, la carriera e le passioni di Alessandro Pizzoccaro, co-fondatore di Guna
13/03/2013
La Nuova Ferrara - Ed. nazionale
Pag. 33
(diffusione:10740, tiratura:14040)
FERRARA Dura lo spazio dei primissimi istanti della gara, il derby della Farmacia Pasti contro l'Icos più forte,
avanti 11-19 alla prima mini pausa (bene Busacca, certamente il migliore e il più continuo dei vissini), il tutto
prima dell'allungo firmato Campi (11-21 all'11') e Lodi (18-28 al 17'), ma Motelica e Marabini non ci stanno e,
all'intervallo lungo, riportano i padroni di casa a -4 (26-30, bomba da oltre metà campo di Marabini). A metà
del terzo parziale, la Farmacia Pasti è ancora in gara (30-36 al 25'), ma Bolognesi, Mennitti e, soprattutto,
Busacca la ricacciano indietro (32-46). Durante gli ultimi 10', l'Icos respinge ogni tentativo di recupero Audax
(47-54 al 38'), conquistando con grande merito il successo (50-57). Farmacia Pasti: S. Bianchi 1, Marabini 10,
Bani 2, Bertazza 7, D'Angelo 5, N. Bianchi 8, Motelica 8, Fioresi 5, Lanzoni 1, Ferraresi 3. All. Mancin. Icos:
F. Malaguti 8, Benetti 3, Bolognesi 10, Ricci, Busacca 15, G. Malaguti, Mennitti 6, Rossi 1, Lodi 10, Campi 4.
All. Cesaretti. (l.m.)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La Farmacia Pasti resiste a lungo ma il derby va all'Icos
12/03/2013
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«Immigrati creditori dello Stato»
Spesi 72 euro a testa contro i 97 degli italiani - Consumi sovrapponibili
Poche prescrizioni farmaceutiche e largo uso di medicinali a basso costo, soprattutto off patent. È così che il
Servizio sanitario nazionale garantisce assistenza farmaceutica ai cittadini extracomunitari regolarmente
presenti e assistiti in Italia, spendendo il 2,6% della farmaceutica totale, per un totale di 72 euro a paziente,
contro i 97 euro degli assistiti di nazionalità italiana. Il dato - aggiornato a 2011 - è contenuto nel Rapporto «
Farmaci e immigrati: la prescrizione farmaceutica in un Paese multietnico» realizzato da Istituto superiore di
Sanità, Società italiana di farmacia ospedaliera, Società italiana di medicina delle migrazioni, Cineca e
Consorzio Mario Negri Sud che offre in via definitiva «una risposta (attesa, ma rilevante per la possibilità di
una sua quantificazione) alla generica ma ridondante domanda sul se e quanto la popolazione immigrata
deve essere considerata un "peso" per il sistema sanitario». «La risposta è molto netta - scrivono gli esperti
che hanno compilato il rapporto (Margherita Andretta ed Enrico Costa della Sifo; Elisa Ciconze ed Elisa Rossi
del Cineca; Roberto Da Cas e Giuseppe Traversa dell'Iss; Salvatore Geraci della Società italiana di Medicina
delle migrazioni; Gianni Tognoni del Consorzio Mario Negni Sud) - non solo la frequenza delle prescrizioni è
bassa, ma i farmaci prevalenti sono nelle fasce di più basso costo ("tipicamente equivalenti")». Almeno una
ricetta l'anno per il 50% degli assistiti. Il Rapporto - presentato la settimana scorsa all'Istituto superiore di
Sanità - prende in esame un campione di circa 710mila immigrati residenti in Italia su un totale di quattro
milioni e mezzo, ovvero il 16% dei residenti nel 2011, con età media 33 anni e di sesso femminile nel 53% dei
casi. Dal confronto, compiuto con un campione italiano di pari età e sesso, emerge che nel 2011 la spesa
farmaceutica della popolazione immigrata è stata di 330 milioni di euro, pari al 2,6% della spesa farmaceutica
complessiva a fronte di una popolazione immigrata che nel 2011 rappresentava il 7,5% dei residenti in Italia.
Il 52% della popolazione immigrata e il 59% di quella italiana hanno ricevuto in quell'anno almeno una
prescrizione di farmaci, per una spesa farmaceutica a carico del Ssn che è stata di 72 euro per l'immigrato e
97 per l'italiano. In un quadro di già bassa incidenza sulla spesa farmaceutica pubblica, cinesi e kosovari
sono all'ultimo posto nella classifica dei maggiori utilizzatori di farmaci: solo il 36% di essi ha ricevuto almeno
una prescrizione da parte del Ssn nel corso del 2011. Dall'analisi tra i due campioni emergono peraltro
numerose similitudini. Anche tra gli immigrati, a esempio, come per gli italiani, sono le donne a consumare
più farmaci: nel 2011 hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica il 58% delle immigrate e il 65%
delle italiane per trattamenti di durata sovrapponibile (232 e 237 dosi di farmaco per persona,
rispettivamente). Stesso trend per i pazienti pediatrici: nel 2011 il 54% dei 134mila bambini inclusi nel
campione ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci durante l'anno, a fronte del 60% dei bambini italiani,
con una media di 2,4 e 2,6 confezioni a testa, rispettivamente. Dal punto di vista delle categorie terapeutiche,
gli immigrati usano più antidiabetici (1,6% rispetto all'1,1% degli italiani), antinfiammatori (11,3% contro
8,3%), gastroprotettivi (10,3% contro 8,7%). Più gettonati dagli italiani antipertensivi e anticolesterolemici,
antibiotici e prodotti contro Asma e Bpco. Addirittura doppio, infine, l'uso degli antidepressivi: vi fa ricorso il
3,9% degli italiani contro il 2% degli immigrati. L'effetto "migrante sano". I risultati dello studio - si legge nel
rapporto - corrispondono sostanzialmente alle attese. In particolare - osservano - una complessiva minore
intensità di trattamento rispetto alla popolazione italiana è espressione coerente dell'"effetto migrante sano",
derivante dall'"healthy workers effect" ben noto nelle popolazioni lavorative. Ovvero: il migrante regolare e
occupato è in genere giovane e in buona salute, mentre le malattie croniche gravi - peraltro rare nella fascia
d'età sotto esame - vengono più facilmente affrontate dalla popolazione migrante con un rientro nel Paese
d'origine (cosiddetto "effetto salmone"). Da non trascurare nelle conclusioni del Rapporto due aspetti
particolarmente sottolineati dagli autori. «Il gettito fiscale di questa popolazione "regolare" è certamente
superiore al loro consumo, e fa di questi cittadini dei creditori netti dello Stato e dei loro concittadini italiani»,
sottolineano. E poi avvertono: «La disponibilità di dati "rassicuranti" sulla popolazione migrante "regola#re" fa
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le prestazioni per farmaci agli extracomunitari regolari pesano sul Ssn meno della media nazionale
12/03/2013
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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apparire ancor più anomala l'assenza di informazioni sistematiche sulle popolazioni di "irrego#la#ri" per cui è
atteso uno spettro di situazioni più a rischio». Per questo, concludono: «Le reti di monitoraggio devono
trovare il modo di assicurare a queste popolazioni almeno una visibilità per quanto riguarda i loro diritti di
salute». © RIPRODUZIONE RISERVATA di Sara Todaro Prescriz. farm. nella coorte immigrata e italiana
Coorte immigrati (n = 710.879) Coorte italiani (n = 710.879) Utilizzatori 369.112 417.907 - prevalenza d'uso
(%) 52 59 - età mediana utilizzatori 35 34 - rapporto M/F 0,84 0,84 Confezioni - pro capite 5,3 6,6 - per
utilizzatore 10,2 11,2 Spesa lorda (euro) - pro capite 72 97 - per utilizzatore 138 164 Ddd - Ddd/1.000 abitanti
die 273 331 - Ddd per utilizzatore 192 205 Farmaci equivalenti - spesa pro capite 22 28 - % su spesa totale
39 37 - Ddd/1.000 abitanti die 150 174 - % su Ddd totali 55 53 I diritti sanitari garantiti per alcune tipologie di
immigrato Straniero regolare con permesso di soggiorno - pds (o visto) che richiama lavoro (anche in fase di
disoccupazione; stagionali), famiglia (anche se per gravidanza o per accompagnamento minore) o protezione
sociale (compresi richiedenti asilo, rifugiati, sfollati e profughi temporanei) - Iscrizione obbligatoria Ssn (Lea)
Straniero regolare con pds per studio, motivi religiosi, residenza elettiva; ricongiungimento familiare per over
65enni - Assicurazione privata (solo urgenze) o iscrizione volontaria Ssn (Lea; per gli over-65 solo in alcune
Regioni) Straniero detenuto indipendentemente da pds - Iscrizione temporanea Ssn (Lea) Straniero regolare
con visto breve (es. turismo) - Assicurazione privata (solo urgenze) Straniero con visto e/o pds per cure - in
proprio o con sponsor (solo cure autorizzate) Straniero in condizione di irregolarità giuridica - Codice Stp
(Straniero temporaneamente presente - cure urgenti ed essenziali, interventi medicina preventiva e
riabilitativa) Comunitario per soggiorni brevi - Team (Tessera europea di assicurazione malattia - cure urgenti
e necessarie in relazione alla durata del soggiorno allo stato di salute del titolare) Comunitario lavoratore in
Italia (anche disoccupati o stagionali) - Iscrizione al Ssn (Lea) Comunitario familiare di lavoratore in Italia o a
carico di cittadino italiano o in possesso di "attestazione di soggiorno permanente" - Iscrizione al Ssn (Lea)
Comunitario studente in Italia - Assicurazione privata (solo urgenze) o Iscrizione volontaria Ssn (Lea)
Comunitario con residenza elettiva - Assicurazione privata (solo urgenze) o iscrizione volontaria Ssn (Lea;
solo in alcune Regioni) Comunitario senza Team e con fragilità sociale - Codice Eni (europeo non iscritto prestazioni urgenti - forte diversificazione regionale) Comunitario presente per cure mediche non garantite da
Team - Formulario E112-S2 (solo cure per cui è stato effettuato il trasferimento)
12/03/2013
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 22
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Nuovo cocktail anti-asma
L'utilizzo dello spray riduce le crisi del 36% e i ricoveri di un terzo
Il 4 marzo 2013 sono stati pubblicati sul primo numero di Lancet Respiratory Medicine, rivista della famiglia
Lancet, i risultati di uno studio di disegno tutto italiano su un nuovo schema terapeutico contro l'asma. Una
ricerca condotta in 183 centri di 14 Paesi europei, su oltre 1.700 pazienti, che ha dimostrato come
l'associazione fissa beclometasone-formoterolo in formulazione spray extrafine, indicata nel trattamento
regolare dell'asma, possa essere somministrata con successo anche ai primi sintomi di una crisi, evitando il
loro ulteriore peggioramento. Il lavoro, reso possibile grazie a un educational grant di Chiesi Farmaceutici, si
è incentrato quindi sulla gestione delle riacutizzazioni della patologia e non sul mantenimento di fondo.
Rappresenta la "via italiana" a un modo innovativo di controllare l'asma. I due farmaci sono impiegati infatti da
tempo, ma vengono assunti come terapia quotidiana. È stata invece analizzata la loro efficacia al momento
del bisogno. Con risultati sorprendenti. Dopo 48 settimane di osservazione, le crisi si sono ridotte del 36% e i
ricoveri ospedalieri di un terzo. Grazie alla nuova modalità di somministrazione, una formulazione spray
extrafine in un erogatore ad alta tecnologia (modulite), si potrebbero far risparmiare al Servizio sanitario ben
30 milioni di euro l'anno. Il costo aggiuntivo di ogni dose di farmaco, già approvato dall'Aifa in fascia A, è
infatti stimabile intorno ai 40 centesimi. È evidente la possibilità di limitare le complicanze e i costi, sia diretti
che indiretti, di una patologia in forte crescita. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, i nuovi casi
aumentano del 50% ogni 10 anni. L'asma colpisce nel nostro Paese circa 3,7 milioni di persone (il 6,1% della
popolazione). Grazie ai progressi della ricerca, però, siamo riusciti a ridurre in Italia il numero di decessi sotto
i 700 l'anno. Ma la gestione della patologia è resa ancora più difficile dalla comorbidità con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e allergie. Soprattutto in un periodo come quello primaverile, in cui
esplodono le crisi respiratorie dovute ai pollini. In Italia vivono 10 milioni di allergici. Nell'80% dei casi le riniti
portano all'attacco d'asma. Numeri e dati che mostrano con chiarezza la criticità della patologia e i suoi costi,
socio-economici e di salute. Soprattutto se non viene trattata in maniera adeguata. Cinque giorni di
ospedalizzazione e 10 giorni di lavoro persi costano 3.557 euro; l'accesso al pronto soccorso e una settimana
di assenza lavorativa 1.114 euro. Il metodo impiegato durante lo studio, oltre a rappresentare per il paziente
un miglioramento in termini di praticità d'uso, si è basato su un importante ragionamento fisiopatologico: il
salbutamolo somministrato al bisogno riduce solo lo spasmo della muscolatura bronchiale. Invece la
combinazione di broncodilatatore e steroide inalatorio, oltre a intervenire su questo aspetto, spegne anche le
altre componenti del processo patologico: la formazione di edema e l'infiltrazione di cellule infiammatorie.
Naturalmente, nel quadro di una adeguata compliance da parte del paziente. La gestione della crisi asmatica
rappresenta un fattore importante per migliorare la qualità di vita. I farmaci a disposizione, nella maggior parte
dei casi, riducono ma non aboliscono completamente i sintomi di fondo. Per riuscire a eliminare del tutto
questi disturbi dovremmo utilizzare dosaggi che comporterebbero poi effetti collaterali importanti. Questo non
è ovviamente accettabile e non è il percorso seguito. Nella ricerca di una terapia contro l'asma si applica un
ragionamento di costi-benefici, rapportato alla sicurezza del paziente, che attenui i sintomi cronici. Ma
l'impossibilità di eliminare completamente questo "fondo" può scatenare poi degli attacchi acuti: gli allergeni di
stagione o una stanza piena di fumo rappresentano alcuni dei classici motivi di una crisi asmatica. Questi
aspetti della malattia venivano combattuti con il farmaco sintomatico, il broncodilatatore. Adesso invece,
grazie al nostro lavoro, abbiamo dimostrato la possibilità di somministrare al paziente l'associazione fissa di
farmaci (broncodilatatore e steroide inalatorio) in sostituzione. Leonardo Fabbri Direttore della Clinica di
malattie respiratorie dell'Università di Modena-Reggio Emilia Alberto Papi Direttore della Clinica di malattie
respiratorie dell'Università di Ferrara © RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Pubblicato su Lancet Respiratory Medicine uno studio tutto italiano su uno schema innovativo
12/03/2013
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 22
(tiratura:40000)
Una cultura trasversale sulle differenze di genere
Sesso e riproduzione, ma anche cuore e circolazione, metabolismo della più giovane delle ghiandole
endocrine (l'osso), fino a quegli aspetti che più di altri interessano il quotidiano del clinico: quelli relativi ai
farmaci di genere e alle Agenzie che ne regolano l'uso. Sono alcuni degli argomenti affrontati dai massimi
esperti della medicina di genere in occasione del congresso «Gender and Science», svoltosi recentemente a
Roma. Prima però di soffermarci sui farmaci e le terapie, dobbiamo partire dal rapporto medico/paziente e dai
cambiamenti nella gestione del malato che vengono richiesti al clinico. Sul piano della formazione
universitaria, nei corsi di laurea in Medicina e chirurgia e anche nelle scuole di specializzazione, nella cultura
dei docenti e degli studenti si deve inserire la convinzione che la differenza di genere non è neutra rispetto a
quello che si va studiando. Al di là delle conoscenze anatomiche, fisiologiche, ormonali e della medicina in
generale, bisogna insegnare agli studenti le differenze psicosociali e organiche che condizionano i dosaggi, le
qualità e le tipologie delle terapie che devono essere somministrate al paziente. Una cultura trasversale deve
essere inserita nell'intero asse delle facoltà di medicina, delle scuole di specializzazione e delle professioni
sanitarie, spiegando nei corsi specialistici le differenze specifiche tra i due generi. Questo deve valere anche
per la ricerca scientifica, dove è decisamente scarsa la sperimentazione sulle donne. Nei laboratori,
nell'ambito della farmacologia preclinica, le cellule femminili o gli animali di sesso femminile rappresentano
soltanto il 10 per cento dei casi studiati. E quando la sperimentazione arriva alla fase clinica il punto debole è
ancora lo scarso reclutamento delle donne, soprattutto nelle fasi precoci della ricerca, dove le donne
rappresentano soltanto il 30 per cento. Per fortuna qualcosa in questo settore si sta muovendo.
Recentemente l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha pubblicato un documento in cui «ritiene utile
sensibilizzare le aziende farmaceutiche nell'ambito della presentazione di documentazione regolatoria (inclusi
i dossier di registrazione) a effettuare anche l'elaborazione dei dati disaggregati per genere, in maniera tale
da evidenziare le eventuali differenze». L'Agenzia è convinta che quanto sopra indicato possa consentire una
conoscenza sempre più approfondita delle nuove terapie, nell'obiettivo di offrire a tutti i pazienti terapie
farmacologiche sempre migliori e sicure. È un passo significativo verso la disponibilità di terapie di genere, e
anche se sarà necessario ancora tempo per superare le difficoltà pratiche, tecniche e di investimenti, la
strada è tracciata. La raccomandazione dell'Aifa è evidentemente un segno di attenzione che indica
all'industria farmaceutica, allo sperimentatore, al medico, che la differenza di genere non è un problema da
trascurare. Del resto, sembra perlomeno curioso che in patologie ad altra prevalenza tra le donne, come per
esempio l'osteoporosi, nelle quali le donne rappresentano l'80 per cento dei malati, le ricerche sui farmaci
vengano condotte in grande maggioranza su soggetti di sesso maschile. Ma le incongruenze non finiscono
qui. L'osteoporosi è considerata una patologia al femminile, ma ci si dimentica che ottocentomila maschi
italiani sono colpiti da questa malattia. Di questo dobbiamo cominciare a farci carico, perché gli studi
sull'osteoporosi sono stati fino a oggi sviluppati prevalentemente nel sesso femminile, mentre il sesso
maschile è stato trascurato. Eppure nel caso si verifichi una frattura, risulta più pericolosa nell'uomo, nel
quale sono più frequenti le complicanze. Le differenze di genere sono fondamentali anche quando si
identificano le cause dell'infertilità, un disastro sociale che sta assumendo le proporzioni di un'epidemia, e
perfino nello studio delle strategie biologiche di seduzione fra sessi. Trent'anni fa la differenziazione di genere
si riferiva alle patologie maschili o femminili, ma ben presto abbiamo realizzato quanto fosse indispensabile
allargare alla coppia ogni ragionamento fisiopatologico e terapeutico sulla riproduzione e la sessualità. Le
tematiche relative alla sessualità, tra l'altro, si intrecciano significativamente con quelle cardio-circolatorie.
Basti pensare alla genesi del Viagra, inizialmente concepito per l'angina pectoris e successivamente utilizzato
sfruttando un positivo "effetto collaterale" relativo alla disfunzione erettile. Oggi il farmaco torna alle origini,
con studi promettenti riguardanti il suo utilizzo contro lo scompenso cardiaco. Il primo trial, condotto alla
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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SERVONO INTERVENTI FORMATIVI A PARTIRE DALLE UNIVERSITÀ
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Il Sole 24 Ore Sanita'
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Scuola di Endocrinologia all'Università Sapienza di Roma e pubblicato dalla rivista Circulation, è stato
condotto negli uomini: nei diabetici, anche scompensati, il farmaco migliora la funzionalità del cuore già
danneggiato dalla malattia e lo conserva in buono stato per tutto il tempo che viene assunto. Ora i ricercatori
romani vogliono osservare quali effetti avrà il farmaco sulle donne. Il nuovo studio, che durerà 5-6 mesi e
fornirà i primi risultati per la fine dell'anno, dovrebbe confermare che la "pillola blu" fa bene anche al cuore
delle donne, nelle quali i problemi cardiovascolari sono stati fino a oggi sottovalutati, nonostante le malattie
cardiovascolari da trombosi siano la prima causa di morte e disabilità. In Italia, le donne che ogni anno
muoiono per malattie cardiovascolari sono circa centoventimila: nonostante questa evidenza, rimane la
tendenza a considerare tale condizione specifica del genere maschile. Per questo motivo la diagnosi è
spesso sottostimata o avviene in uno stadio più avanzato, la prognosi è più severa ed è maggiore il tasso di
esiti fatali. Inoltre tra i due sessi esistono importanti differenze sia nell'età sia nelle caratteristiche di
presentazione delle malattie cardiovascolari. Le donne con un'età maggiore di 75 anni hanno un rischio
aumentato di sviluppare fibrillazione atriale, sono più sintomatiche, hanno più ipertensione arteriosa,
valvulopatia e scompenso cardiaco. Per quanto riguarda la fibrillazione atriale il genere femminile costituisce
un fattore di rischio indipendente per ictus e tromboembolia. Con queste premesse, uno dei nostri obiettivi
futuri sarà di evitare che nell'arco di pochi decenni il genere femminile sia maggiormente colpito da malattie
cardiovascolari, con pesanti costi economici e sociali. Flavia Franconi Professore di Farmacologia Università
di Sassari Andrea Lenzi Professore di Endocrinologia Università Sapienza di Roma © RIPRODUZIONE
RISERVATA
13/03/2013
Oggi - N.12 - marzo 2013
Pag. 10
(diffusione:559282, tiratura:748139)
PERCHÉ LO STATO RIFIUTA QUESTE NUOVE TERAPIE?
SCOPPIA IL CASO DI SOFIA, GRAVEMENTE MALATA. MA C'È UN MOTIVO SE LE AUTORITÀ
OSTEGGIANO LA CURA: NON È SCIENTIFICAMENTE ACCERTATA
RISPONDE Umberto Veronesi direttore Istituto Europeo di Oncolog
Sofa, la bimba di tre anni e mezzo colpita da una gravissima malattia genetica degenerativa, la leucodistrofa
metacromatica, fno a poco tempo fa è stata curata presso gli Spedali Civili di Brescia con una terapia a base
di cellule staminali somministrate dal laboratorio di Stamina Foundation . Poi la cura è stata interrotta per
intervento della magistratura, che in base alle ispezioni e agli accertamenti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del
farmaco (massimo organo di sorveglianza), l'ha considerata pericolosa per la salute della bambina. I genitori,
disperati, hanno chiesto la ripresa della cura, e si sono rivolti al ministro della Salute. Il caso ha emozionato e
angosciato l'Italia, ed è diventato ancora più clamoroso quando il cantante Adriano Celentano ha scritto sul
Corriere della Sera , stigmatizzando quello che sembra un rifuto dello Stato a curare la bimba. Infne, il
ministro Balduzzi ha autorizzato il proseguimento della cura, ma non con le staminali del laboratorio di
Brescia, su cui resta il giudizio dubitativo dell'Aifa. Confesso che mi è pesante esprimere un giudizio su
questo caso, che innanzitutto mi colpisce come uomo e come padre. Capisco l'emozione dell'opinione
pubblica: in tali situazioni anche un tentativo giudicato inutile dalla scienza può apparire preferibile alla perdita
di tutte le speranze. Però, secondo me, è un dovere affancare alla compassione la razionalità. Perché
bisogna ricordare che c'è una enorme differenza tra somministrare le «cure compassionevoli» a un paziente
gravissimo, e curarlo con una terapia che non è stata validata da risultati scientifci riconosciuti a livello
internazionale. Nel caso di Sofia, purtroppo, non ci sono terapie sperimentate. La terapia genica con le
staminali è una delle strade più promettenti, ma è una via ancora lunga e la scienza (e lo Stato con le
istituzioni preposte alla salvaguardia della salute di tutti) non può promettere cure "miracolose" se queste non
si sono dimostrate sicure ed effcaci. A garanzia dei malati bisogna seguire regole rigorose. Se i controlli
effettuati dall'Agenzia italiana del farmaco hanno disegnato per ora una situazione non completamente
adeguata, è stata giusta sia la decisione del giudice che aveva bloccato la cura, sia la nuova decisione di
farla riprendere in un altro Centro specializzato. La terapia genica con cellule staminali è la frontiera su cui si
stanno schierando i migliori esponenti della ricerca scientifica, ed è sicuramente una delle nuove speranze
della medicina. Occorre però che sia le famiglie coinvolte nel dramma, sia l'opinione pubblica recuperino un
equilibrio di giudizio che deve rifuggire dal considerare che l'applicazione di regole di garanzia sia
persecutoria. Le regole non sono «fredde», come sostiene Celentano. Sono semplicemente regole. Fatte per
garantire a tutti la massima effcacia e trasparenza. L'Istituto superiore di sanità, di cui l'Aifa è emanazione,
non lavora per il nostro male. E lo Stato non è un nemico.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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DOMANDE DI OGGI IL DILEMMA DELLE STAMINALI
13/03/2013
Vanity Fair - N.11 - 20 marzo 2013
Pag. 61
(diffusione:362550, tiratura:275938)
QUI E' TUTTO UN CONCLAVE
In Vaticano 115 cardinali sono chiamati a scegliere il nuovo Pontefice. In Italia si insediano Camera e Senato:
è il primo atto di una legislatura che non si sa quanto durerà. Né come finirà
Giorgio Dell'Arti
PAPA Scelta tra due «partiti» II Conclave è cominciato martedì 12 marzo, prima fumata intorno alle sette di
sera, e non possiamo sapere se è stata bianca: chiudiamo queste pagine, come i lettori ormai sanno, di
lunedì. I porporati si sono ridotti a 115, da 117 che erano, per la malattia del cardinale di Giacarta e la
rinuncia del cardinale O'Brien, accusato di molestie. Per eleggere il Pontefice ci vogliono (o ci sono volute) 77
preferenze, i due terzi dell'assemblea. Secondo le ricostruzioni dei vaticanisti più accreditati, si scontrano due
partiti: quello dei romani, riuniti in una cosiddetta «cordata della curia» (quelli che avrebbero reso
insopportabile il sacro soglio a Ratzinger inducendolo alle dimissioni per sfinimento) e una «cordata dei
ratzingeriani», fautori del rinnovamento. I capi della prima cordata sarebbero gli italiani Bertone e Sodano e il
loro candidato Odilo Pedro Scherer, 64 anni. Frecce all'arco di Scherer: è brasiliano, quindi rappresenta la più
grande comunità di cattolici al mondo; è stato in curia per molti anni, conosce bene l'ambiente e l'ambiente lo
conosce; la regola è che quando il Pontefice non è italiano, le posizioni chiave di governo, come la segreteria
di Stato, restano in mano agli italiani. Sull'altro fronte, la porpora più accreditata è Timothy Michael Dolan, 63
anni, americano e arcivescovo di New York. Fatto cardinale da Ratzinger, è uomo di straordinaria cordialità e
simpatia, ben sostenuto dagli altri dieci eminenti Usa, dai latini e dal canadese Ouellet. Proprio Ouellet
potrebbe rappresentare una soluzione di compromesso: meno profilato di Dolan, ritenuto più mite, o più
debole, la sua nomina lascerebbe ai voraci curialisti la possibilità di non cessare dalle loro scorrerie. Altro
punto possibile di mediazione potrebbe essere Angelo Scola. BREVE O LUNGO? Cardinali comodi, ma
blindati Alla vigilia si sono tutti affannati ad assicurare che il Conclave sarà breve. Qualche dubbio c'è, viste le
divisioni nella Chiesa, e i problemi relativi: rapporti con l'Isiam, rapporti con la modernità, pedofilia, riciclaggio
eccetera. Agli eminenti, per aiutarli a non sbagliare, sarebbero state fornite all'ultimo momento le carte
dell'inchiesta disposta da Benedetto XVI sul malaffare interno, inizialmente destinate in esclusiva al nuovo
Pontefice. Per il resto: un tempo i cardinali stavano scomodi e non vedevano l'ora di finirla, questo pungolo
stavolta manca. I porporati sono alloggiati nella Casa di Santa Marta, una stanza a testa (tranne la 201,
riservata al futuro Papa) con tutte le comodità. Impressionante il lavoro per rendere impossibile qualunque
comunicazione all'esterno. La Sistina è stata immersa in una gabbia elettrorespingente, che dovrebbe
vanificare anche i bip delle eventuali cimici piazzate da qualche servizio all'interno, nel tragitto da Santa Marta
alla Cappella due auto munite di antenne antichiacchiera scorteranno ciascuna delle macchine cardinalizie.
Qualcuno dovrebbe comunque tentare una foto dall'alto: un corteo di 300 auto in uno spazio tanto ristretto
sarebbe da vedere. Sorveglianza ugualmente potente per i porporati che volessero coprire il tragitto in bici o
a piedi (l'età media però è di 72 anni, ce ne sono solo cinque che ne hanno meno di 60). Chi, nonostante
tutto, riuscisse a comunicare con l'esterno sarebbe in ogni caso scomunicato all'istante. GOVERNO Ma chi
avrà questo incarico? Analoghe complicazioni sul fronte politico italiano, il cui Conclave, per dir così, comincia
il 15 marzo con l'insediamento di Camera e Senato. Posto che Grillo non è disposto ad allearsi con nessuno
e che domenica 10 ha annunciato il ritiro dalla politica se il Movimento 5 Stelle desse la fiducia a qualcuno, la
partita in corso va letta come l'ultima fase del duello tra Bersani e Renzi, cioè tra l'anima radicale e l'anima
moderata del Pd. Bersani punta a trovare qualche appoggio tra i grillini, fidando prima di tutto nel fatto che
molti di loro vengono dalla sinistra e sull'altro fatto, più umano, che dopo il fallimento del suo tentativo si
andrebbe alle elezioni e i poveri figli di mamma finiti niente di meno che deputati e senatori se ne
tornerebbero a casa dopo cento giorni. Questo piano trova un ostacolo obiettivo in Napolitano: il presidente, a
quanto s'è capito, darà l'incarico solo se si sentirà garantire dai capigruppo il voto di fiducia. Altrimenti
potrebbe limitarsi a un incarico limitato, cioè esplorativo, utile per prendere tempo e arrivare al 15 aprile,
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Dal lunedi al lunedì il senso delle cose capitate in Italia e nel mondo La settimana in cinque minuti
13/03/2013
Vanity Fair - N.11 - 20 marzo 2013
Pag. 61
(diffusione:362550, tiratura:275938)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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quando comincerà la battaglia per il Quirinale (il nuovo presidente, a differenza di quello in carica, potrà
sciogliere il Parlamento). Napolitano ha ribadito domenica 10, a fronte di un editoriale di Ferruccio de Bortoli,
direttore del Corriere della Sera, che non intende essere riconfermato. La strategia di Renzi, tornato in campo
con un'intervista a Che tempo che fa, è imperniata sul fallimento del tentativo di Bersani e sulla riconquista
prima del partito, attraverso nuove primarie, e poi di Palazzo Chigi, attraverso la nomina a candidato premier
delle prossime elezioni. Il sindaco di Firenze è deciso a correre da solo, senza allearsi né con Monti né con
Vendola, ed è sicuro di poter rimettere insieme non solo quasi tutti i voti di sinistra, ma anche quelli dei
moderati delusi da Berlusconi. Il centrodestra appare al momento fuori gioco. Berlusconi, terrorizzato dalle
sentenze che iniziano ad arrivare (è stato condannato a un anno per aver permesso al Giornale la
pubblicazione della telefonata Fassino-Consorte ancora secretata), vuole adesso le elezioni, sicuro a sua
volta di vincerle. Qualunque cosa accada nelle prossime settimane, dunque, l'esito più probabile adesso
appare quello di un nuovo voto a giugno con questa legge elettorale. MONTEPASCHI Un suicidio nello
scandalo David Rossi, 51 anni, responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, s'è buttato dalla
finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni, nell'antico palazzo della banca, la sera di mercoledì 6 marzo, poco
prima delle nove. Aveva appena concluso una lunghissima telefonata sul cellulare. Biglietto alla moglie (non
finito): «Sto morendo, ho appena fatto una cavoiata». Non era indagato, ma il suo ufficio era stato perquisito
nell'inchiesta sulle malversazioni in Mps. Era amicissimo del principale imputato, Giuseppe Mussari. FITCH
Italia di nuovo declassata Venerdì 8 marzo Fitch, la più piccola delle agenzie di rating intemazionali, ha
declassato l'Italia da A- a BBB+ (ovvero adeguata capacità di rimborso che potrebbe però peggiorare),
abbassando così di un livello il giudizio sul debito sovrano del nostro Paese. La decisione, arrivata a mercati
europei chiusi, è legata alla recessione (confermata dai dati di gennaio di Bankitalia sui minori prestiti a
famiglie e imprese) e all'incertezza dopo il voto sul futuro governo. STAMINALI La «bambina farfalla»
Un'ispezione dell'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, blocca le cure con le cellule staminali della Stamina
Foundation per irregolarità e mette a rischio i pazienti. Il caso eclatante, una bambina di 3 anni, Sofia, la
«bambina farfalla» (crudele metafora: che vive una stagione sola) malata gravissima: per lei fa appello
Adriano Celentano alle Iene e poi sul Corriere perché prosegua la terapia. Dopo le polemiche, qualcosa si
sblocca: il ministro della Salute Renato Balduzzi, dopo giorni drammatici per la famiglia di Sofia, comunica
una soluzione: il trattamento potrà proseguire con il consenso informato dei genitori, con cellule prodotte nel
laboratorio autorizzato all'Ospedale Maggiore di Milano. DJ RICORDO DI FUKUSHIMA L'URLO DI
CANDELE DI GREENPEACE A BUCAREST SCOTT DUNCAN NIGERIA ANSARU SILVANO TREVISAN
KATE, UN LAPSUS DA MAMMA Un piccolo lapsus, e Kate Middleton si tradisce: «Grazie, lo darò a mia fi...»,
avrebbe detto la duchessa di Cambridge accettando un peluche in una visita nel Lincolnshire il 6 marzo. Ma
svelato il sesso (sempre con punto di domanda: dalla Casa reale tutto tace) resta incerta la data di nascita:
molti dicono 1° luglio, la stessa di Diana.1,1 miliardi 8
miliardi $ Jack Dorsey 36 anni, americano miliardi S Eduardo Saverin 30 anni, brasiliano Yoshikazu Tanaka
36 anni, giapponese 11,7 miliardi $ 1,8 miliardi S Albert von Thurn und Taxis 29 anni, tedesco Alejandro
Santo Domingo Davila 36 anni, colombiano/americano E VOI, A QUALE PUNTERESTE? Il più giovane è
Albert von Thurn, principe che per professione corre in auto, il più ricco il rampollo della dinastia della birra.
Forbes ha selezionato, nella lista degli uomini più ricchi del mondo, quelli ancora da sposare. Sono dodici gli
scapoli d'oro, età media: 39 anni, per un patrimonio complessivo di 40,5 miliardi. Ecco gli under 40.
13/03/2013
NCF - N.2 - marzo 2013
Pag. 8
(tiratura:6500)
Corsa all'Africa
a cura di Giuliano Zirulia
L'economia africana sta crescendo, nel continente cambia l'impatto delle malattie, cioè non si vendono più
solo medicine contro morbi infettivi, e quindi le Big Pharma guardano sempre più attentamente a questo
promettente mercato, anche pensando che certi altri, come Europa e Nord America, stanno avvicinandosi alla
maturità, ovvero alla saturazione. Giocano a favore della nuova attenzione, in molti casi, anche gli storici
precedenti coloniali, com'è per la francese Sanofi, la farmaceutica con il più alto fatturato in Africa, che sta
completando un nuovo impianto in Algeria, da affiancare ai due già esistenti, secondo una strategia in cui
crede molto l'AD Chris Viehbacher. Qualche cifra: entro il 2016 la spesa farmaceutica in Africa dovrebbe
arrivare a 30 miliardi di dollari, crescendo del 10,6% all'anno, un tasso inferiore solo a quello dell'Asia e simile
a quello dell'America Latina. Per il 2020 si prevede un mercato più che raddoppiato, a livello di 45 miliardi.
Secondo Novartis, così almeno parlò l'AD Joe Jimenez, l'Africa agirà come copertura del rallentamento della
crescita a lungo termine che dobbiamo aspettarci nei mercati emergenti consolidati. Che cosa succederà
infatti quando anche questi mercati cominceranno a segnare il passo? Per fortuna dei venditori il mercato
africano crescerà non solo perché ci sarà in generale più ricchezza, ma anche per l'aumento di domanda
terapeutica per malattie croniche, specie nella classe media della popolazione, sempre più urbanizzata: entro
il 2030 le malattie non trasmissibili (cardiovascolari, polmonari, diabete, cancro) copriranno il 46% dei decessi
nell'Africa subsahariana, contro il 28% del 2008. Finora, in quell'area, si fornivano soprattutto farmaci per
malattie infettive come malaria, TBC e HIV, sovente anche a solo scopo umanitario e senza lucro.
L'espansione in Africa comporterà comunque per le aziende occidentali diversi problemi, che si chiamano
burocrazia, corruzione, mancanza di regolamentazione e di infrastrutture. Ha detto l'esperto legale Christof
Spennemann, alla Conferenza ONU per commercio e sviluppo, che spesso in Africa mancano competenze,
formazione, rapporti UniversitàIndustria, norme. Inoltre le multinazionali d'Occidente dovranno affrontare la
concorrenza, già penetrata e raddoppiata negli ultimi anni, dei medicinali cinesi e indiani a basso prezzo. Gli
indiani vendono bene ne paesi anglofoni, i cinesi in qualsiasi paese dove si erano introdotti finanziando
progetti sanitari. GlaxoSmithKline punterà sui volumi, che vuole quintuplicare in cinque anni mantenendo
prezzi bassi. Promuoverà però anche i prodotti da banco e aumenterà la partecipazione finanziaria nel suo
sito in Nigeria, dove fabbrica l'antidolorifico Panadol e il dentifricio Sensodyne. Il mercato africano è ancora
molto diversificato: nelle grandi città cresce una classe media benestante che può comprare anche farmaci
costosi, in campagna c'è grande povertà e scarseggiano i servizi sanitari. In Angola, per esempio, due terzi
del mercato farmaceutico stanno dentro Luanda, la capitale. Al di fuori della Repubblica Sudafricana, dove
oltre ai neri c'è una diffusa componente bianca, i centri urbani con ottima potenzialità sono per esempio il
Cairo, Lagos, Algeri. Per quest'ultima, e per tutta l'Algeria in generale, abbiamo già accennato alla grande
attenzione di Sanofi, impiantata nel paese addirittura dal 1953, i tempi d'oro dei pieds noirs.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Farmazoom
13/03/2013
NCF - N.2 - marzo 2013
Pag. 10
(tiratura:6500)
Pani: una proposta, tre annunci, un confronto
Giuliano Zirulia
Fondo farmaceutico nazionale Interessante proposta del direttore generale dell'AIFA, Luca Pani, alla vigilia
delle elezioni politiche di febbraio, per rispondere alla domanda "che cosa chiedere alla politica?". Ha detto:
«Servono politiche stabili su orizzonti temporali almeno triennali. L'ideale sarebbe creare un Fondo
farmaceutico nazionale, con parte territoriale e parte ospedaliera, distinto dal Fondo della Sanità. Gli
interventi annuali, semestrali o estemporanei consentono solo voli radenti che non portano impatti strutturali
di cui la Sanità ha bisogno». Si era all'incontro romano organizzato dalla Public Affairs Association sulle
prospettive della sanità italiana. Coalizione delle Agenzie Ha poi annunciato Pani: «Si sta lavorando su una
coalizione mondiale degli organismi regolatori del farmaco, Cina, Sud Africa, Giappone, Stati Uniti, Italia e
altri, una sorta di IATA (l'organizzazione delle compagnie aeree n.d.r.): vogliamo armonizzare procedure e
regole. A maggio-giugno, magari a Roma dove ci sarà un incontro sull'argomento, crediamo si possa arrivare
a una prima bozza. Il mondo è globalizzato, la situazione richiede, anche da parte delle agenzie del farmaco,
l'impegno a far fronte con informazioni globali». Cittadini nel processo regolatorio Un altro annuncio il direttore
di AIFA l'ha pronunciato al convegno "Farmaci, Diritto di Parola", organizzato dalla stessa agenzia del
farmaco che, come Pani ha detto, ha avviato il Gruppo di lavoro "Monitoraggio per l'accesso ai farmaci" con il
compito di proporre risposte concrete all'esigenza, sollevata da diverse associazioni di cittadini, di monitorare
costantemente le eventuali difficoltà di erogazione dei farmaci a livello territoriale e ospedaliero. Questo
significa che nasceranno in AIFA nuove modalità d'interazione e coinvolgimento dei cittadini nel processo
regolatorio. Si vogliono attuare anche in Italia forme concrete di partecipazione sulle tematiche di accesso al
farmaco. Revisione del Prontuario Un terzo positivo annuncio è venuto da Pani durante la conferenza sul
ruolo e il futuro dell'industria farmaceutica americana in Italia. Nella sede dell'Ambasciata USA si è da lui
appreso che si sarebbe riunita di lì a pochi giorni la Commissione Tecnico-scientifica Aifa per cominciare a
parlare della Task Force incaricata della revisione del Prontuario Farmaceutico e che sta già lavorando. È dal
1994 che non si revisiona il Prontuario e AIFA mira a completare il lavoro entro il 30 giugno, come previsto
dal decreto Balduzzi. Procedure più o meno toste Infine, commentando l'eccezionale numero di farmaci, ben
37, autorizzati dalla FDA americana nel 2012, e molti con elevato tasso di innovazione, Pani ha ricordato che
si tratta di un livello mai verificato dopo il 1977, un 40% in più di quello degli ultimi due anni. Alcuni di questi
farmaci sono già stati approvati in Europa, ma anche per altri si arriverà al via libera. «Da noi ci sono
procedure un po' più toste che negli USA - ha concluso Pani - diciamo che gli americani approvano prima ma
poi ritirano più velocemente; noi approviamo più lentamente ma poi ritiriamo più lentamente».
Foto: Luca Pani, direttore generale dell'AIFA
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Farmazoom
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Annullamento delle Variazioni di tipo I: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
Ida Caramazza
L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che gli atti di annullamento delle Variazioni di tipo I soggette
alla procedura di silenzio-assenso ai sensi della Determina AIFA del 25 agosto 2011, saranno notificati
dall'Agenzia alle Aziende. Sarà successivo onere delle Aziende provvedere alla pubblicazione dei suddetti
atti di annullamento sulla parte II della Gazzetta Ufficiale, riportando il contenuto dell'Atto di annullamento e
richiedendo la pubblicazione entro 10 giorni dalla data di ricezione o dalla data di notifica di tale Atto. Sito
web AIFA: http://www. agenziafarmaco.gov.it/it/content/atti-diannullamento-delle-variazioni-di-tipo-isoggetteal-silenzio-assenso-12022013
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Focus regolatorio
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AIFA : Farmaci e genere
Ida Caramazza
In un recente comunicato l'Agenzia Italiana del Farmaco ha invitato le aziende farmaceutiche, nell'ambito
della presentazione di documentazione regolatoria, inclusi i dossier di registrazione, a effettuare anche
l'elaborazione dei dati preclinici e clinici disaggregati per genere, in maniera tale da evidenziare le eventuali
differenze. La richiesta si basa sulla constatazione che la letteratura scienti ca internazionale sta sempre più
mettendo in evidenza le differenti risposte terapeutiche e di sicurezza in relazione al genere. In aggiunta si
ritiene utile, nell'analisi della popolazione femminile, una ulteriore strati cazione per classi di età, essendo
queste ultime fonte di ampia variabilità di risposta alle terapie. Sito web AIFA: http://www.agenziafarmaco.
gov.it/it/content/farmaci-e-genere
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Focus regolatorio
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Avvio di una revisione sui beta-agonisti a breve durata d'azione
a cura di Giovanni Polimeni
L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato un avviso per comunicare che l'Agenzia Europea dei
Medicinali (EMA) ha iniziato una revisione dei "beta-agonisti a breve durata d'azione" per valutare la loro
sicurezza ed efficacia quando sono usati per impedire il parto pretermine. I beta-agonisti a breve durata
d'azione sono ampiamente utilizzati in Europa per il trattamento dell'asma e sono solitamente somministrati
per inalazione. Agiscono determinando il rilassamento della muscolatura liscia presente in molti organi,
comprese le pareti interne delle vie aeree, in modo da dilatarle e rendere più agevole la respirazione.
Tuttavia, in alcuni Paesi europei, alcuni beta-agonisti a breve durata d'azione sono anche approvati come
"tocolitici", ossia bloccanti le contrazioni del parto con l'obiettivo di impedire il parto pretermine, poiché
causano il rilassamento della muscolatura liscia uterina. Quando sono usati per tale scopo sono solitamente
somministrati per iniezione , in compresse o suppositori e a dosaggi maggiori rispetto a quelli normalmente
utilizzati nel trattamento dell'asma. È noto il rischio cardiovascolare associato a questi farmaci , quando usati
per impedire il parto pretermine, a causa del loro dosaggio più alto. Di conseguenza, essi non devono essere
utilizzati nelle pazienti con storia o rischio di malattia cardiovascolare. Inoltre, vi è incertezza sull'efficacia
dell'uso prolungato di questi medicinali (per >48 ore) nella prevenzione del parto pretermine. Pertanto, sono
stati sollevati dei dubbi in merito al vantaggio terapeutico dell'utilizzo di questi farmaci come tocolitici rispetto
al rischio di insorgenza di reazioni avverse di tipo cardiovascolare. AIFA, novembre 2012
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Farmacovigilanza
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Terapia genica in Europa Ora si fa davvero
Eros Fabrizi
Ci abbiamo girato intorno per molto tempo. Ci siamo andati vicinissimi per poi allontanarci nuovamente.
Stavolta però il dado è stato tratto. Per davvero. La terapia genica in Europa è realtà. Non senza diffi coltà e
con un iter quanto meno tortuoso , Glybera ha avuto il bene placito dell'EMA e della Commissione Europea e
potrà aiutare un sottogruppo di persone che, per una defi cienza genetica, non è in grado di metabolizzare i
grassi. Ora che il masso è stato spostato dall'ingresso della caverna , sono in molti a sperare che per i
prossimi approcci di terapia genica la strada possa essere percorsa con più rapidità. Una speranza che dovrà
comunque fare i conti con la necessità di avere terapie che siano quanto più possibile sicure. Un
compromesso che, alla luce delle attuali regole per l'immissione in commercio , faremo fatica ad avere È uno
dei sogni della biotecnologia applicata alla medicina. La terapia genica. La capacità di manipolare il codice
della vita con lo scopo di spegnere, accendere o modifi care funzionalità genetiche altrimenti malandate o
patologiche. Un sogno che dalla metà degli anni Settanta è passato sempre di più dalla dimensione onirica a
quella della sperimentazione. Numerose le esperienze precliniche, quelle cliniche, svariati e inevitabili gli
insuccessi poi , nel luglio del 2012, qualcuno sposta "l'enorme sasso davanti al sepolcro". Il Committee for
Medicinal Products for Human Use (CHMP), quell'organo che, in seno all'EMA, ha il compito di raccomandare
o meno l'immissione in commercio di nuovi farmaci, proprio nell'estate dello scorso anno, ha detto il suo
fatidico sì. Salvo poi dover aspettare fi no l'autunno successivo (precisamente il 25 ottobre 2012), perché la
Commissione Europea, l'Ente che in concreto autorizza la commercializzazione, ratifi casse la
raccomandazione e spianasse la strada (almeno dal punto di vista burocratico) a Glybera. Come tutti i
farmaci anche Glybera ha un International Non Proprietary Name (INN): Alipogene Tiparvovec. Un nome
univoco e di proprietà pubblica che ne identifi ca il principio attivo. Eppure Glybera è un farmaco particolare.
È diffi cile che possa essere accomunato a un'aspirina o anche a un più recente anticorpo monoclonale.
Glybera è composto da un virus modifi cato che contiene la sequenza e gli elementi regolatori di un gene
umano. E forse, è proprio il voler applicare le regole della sperimentazione dei farmaci alla terapia genica ,
anche se con qualche lieve modifi ca , che ne ha frenato il fi orire . Almeno in Occidente, perché in Oriente,
segnatamente in Cina , il mercato della terapia genica si è aperto già dal 16 Ottobre del 2003, quando la
State Food and Drug Administration (SFDA) ha spianato la strada a Gendicine , per poi ripetersi nel
Novembre di due anni dopo , permettendo l'immissione in commercio di Oncorine Box a pag. 40) . glybera e
l'insostenibile (e rara) pesantezza dei grassi Per la prima volta nel Vecchio Continente è stato dunque
autorizzato il commercio di una procedura di modifi cazione genica che, in questo caso, andrà ad aiutare i
pazienti colpiti da defi cienza di Lipoproteina Lipasi (LPLD, malattia anche chiamata iperlipoproteinemia di
tipo 1). L'LPLD ha ereditarietà autosomica recessiva ed è estrematemene rara. In Europa , ogni anno ,
colpisce infatti una persona ogni milione e per questo ha ricevuto lo status di malattia orfana . I suoi segni
sono evidenti già dall'infanzia (com'è tipico di numerose malattie su base genetica): l'organismo non è in
grado di metabolizzare i grassi e questo conduce a ipertrigliceridemia con frequenti episodi di dolore
addominale e pancreatiti acute ricorrenti, xantomi cutanei, epatomegalia e splenomegalia. Il rischio maggiore
è quello che i frequenti insulti infi ammatori compromettano la funzionalità pancreatica (sia esocrina che
endocrina) e portino a diabete, steatorrea e calcifi cazioni pancreatiche. Complicazioni che sono comunque
relativamente rare e ancor più raramente insorgono prima della mezza età. La clearance dei chilomicroni dal
plasma è alterata portando il plasma stesso ad avere aspetto lattescente. Considerato tutto ciò , chi soffre di
questa malattia è costretto a ristrettissimi regimi alimentari in cui l'apporto giornaliero di grassi non deve
superare i 20 grammi. Alipogene tiparvovec (Glybera) contiene la variante LPL S447X del gene della lipasi
lipoproteica umana (LPL), inserita in un vettore virale. Il vettore comprende l'involucro proteico derivato dal
virus adeno-associato sierotipo 1 (AAV1), il promotore del citomegalovirus (CMV), un elemento di regolazione
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Inchiesta
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post-trascrizionale del virus dell'epatite di marmotta e sequenze terminali invertite derivanti dal virus adenoassociato sierotipo 2 (AAV2). Glybera è prodotto utilizzando la tecnologia ricombinante baculovirus/ cellule di
insetto. È lo stesso Jörn Aldag , CEO di UniQure società olandese che ha ideato il trattamento, a descriverci
le peculiarità del sistema di produzione di Glybera: «Il vantaggio del nostro approccio è la modularità. Questo
ci permette di avere creato il corretto scheletro per la trasduzione del gene LPL. Ma questo stesso vettore
potrà essere facilmente ottimizzato per traghettare altri geni in altri contesti di patologia (emofi lia, porfi ria
acuta intermittente ecc). Bisogna soltanto scegliere quale gene si vuol far esprimere ma la piattaforma per
veicolare la modifi cazione genica (entro certi limiti) può rimanere la stessa. Questo ti consente di utilizzare
un sistema già validato risparmiando tempo ed energie». Autorizzato sì, ma non per tutti Ma non tutti i
pazienti affetti da LPLD potranno ricevere Glybera . L'indicazione approvata ne restringe la somministrazione
ai soli "pazienti adulti in cui la malattia è complicata da pancreatiti severe o multiple." Il trattamento è dunque
ristretto a una sottocasistica di una malattia che è già rarissima. L'approvazione è arrivata , come si dice ,
"sotto circostanze spe ciali" . Queste ci sono quando non si può fare sperimentazione di fase III e
l'autorizzazione è soggetta all'istituzione di un registro post marketing per l'accumulo di una casistica più
corposa . Per capire come mai si sia deciso di vietare l'utilizzo di Glybera in tutti i pazienti affetti da LPLD ,
bisogna ripercorrere la storia che ci ha condotti fino a questo risultato . Na vigando a vista e in acque quanto
mai agitate , l'iter di approvazione di Glybera non poteva non essere uno dei più lunghi e tortuosi mai
registrati. Fu Amsterdam Molecular Therapeu tics (AMT) a presentare per la prima volta il dossier
autorizzativo all'EMA nel Gennaio del 2010. La prima opinione del CAT, il Commitee for Advanced Therapies,
struttura dell'EMA deputata alla valutazione di terapie particolar mente avanzate, fu di non raccomandare
l'autorizzazione di Glybera. Bocciatura ripresa dal CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use)
e quindi dall'EMA stessa. AMT rispose al risultato negativo chiedendo che il dossier fosse esaminato
nuovamente e in questa seconda lettura, suffragata da nuovi dati sulla clearance dei chilomicroni e sulla
riduzione del rischio di sviluppo di pancrea titi , il CAT stavolta propese per la raccomandazione del
trattamento. Purtroppo il CHMP rimase sulla decisione precedente , asserendo (siamo ormai nell'ottobre del
2011) che: "Il dossier non forniva comunque sufficienti evidenze rispetto a una persistente e clinicamente
significativa diminuzione della quota ematica dei grassi e che fino a quel momento il numero di pazienti in cui
si aveva un'efficacia sufficientemente duratura era troppo esiguo". A seguito di questa seconda porta sbattuta
in faccia , AMT non ha retto il colpo ed è af fondata a causa di problemi finanziari. Salvo poi risorgere dalle
proprie ceneri dopo poco tempo grazie a capitali privati, con un nuovo nome (UniQure), ma con un gruppo
dirigente sostanzialmente immutato . A questo punto (gennaio 2012) è successo qualcosa che non ha
precedenti. La Commissione Europea ha deciso di chiedere al CHMP di rivedere la propria posizione
riguardo Glybera , riesaminando il dossier alla luce di un'autorizzazione all'immissione in commercio ristretta
a un sottogruppo di pazienti con sintomi della malattia più esacerbati. Una mossa, quella della Commissione,
probabilmente nata da un'intensa attività lobbistica e di pressione politica e/o dal disaccordo tra CAT e CHMP
nella raccomandazione precedente e/o spinta da nuove analisi che dimostravano come i pazienti trattati con
Glybera godevano di una riduzione significativa nel numero di pancreatiti. Qualunque sia stata la ragione, il
CHMP ha riaperto il dossier giungendo a una nuova votazione in cui 16 componenti del Comitato su 31 totali
si sono espressi in favore di Glybera. Anche qui però un nulla di fatto, in quanto le racco mandazioni positive
sono il frutto di votazioni a maggioranza assoluta che, in questo caso, sarebbe stata di 17 voti (si consideri
anche che quel giorno uno dei membri del CHMP era assente per malattia)! Riconoscendo che , la
valutazione del trattamento ristretta alla po polazione di pazienti con frequenti attacchi di pancreatite aveva,
se possibile, ridotto ulteriormente la casistica da analizzare (solo 12 pazienti) e riconoscendo, dunque, "la
difficoltà di ottenere dati in questo particolare contesto" stavolta il CHMP ha invitato UniQure a richie dere, per
la quarta volta, di riaprire il caso. Il 19 luglio dello scorso anno , la maggioranza dei componenti del CHMP si
è espressa in favore della raccomandazione all'immissione in commercio di Glybera, raccomandazione
finalmente ratificata dalla Commissione Eu ropea in ottobre. Jörn Aldag commenta così l'accaduto: «Prima di
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tutto bisogna aver chiaro in mente che stiamo parlando di terapia genica e che prima di Glybera nulla di
simile è mai stato autorizzato al commercio in Europa. Proprio l'assenza di esperienza pratica (sia nostra che
delle Agenzie Regolatorie) ha indotto tutti alla massima cautela nel valutare ogni possibile e minimo rischio.
La sicurezza del trattamento non è comunque mai stata messa in discussione. Tutti i dati presentati all'EMA
hanno da sem pre evidenziato l'ottimo profilo di sicurezza di Glybera. Ma dimostrare che il trattamento fosse
anche efficace è stato il punto dolente per molto tempo! Ben inteso, non che i pazienti trattati negli studi clinici
non abbiano riportato benefici! Il problema è che l'efficacia deve essere dimostrata sia a livello clinico ma
anche a livello statistico e farlo con un basso numero di pazienti è un lavoro assai arduo. Noi eravamo
convinti dell'efficacia, ma provarlo avendo a disposizione solo 27 pazienti trattati non è stato facile». Tempo di
considerazioni Secondo Fulvio Mavilio direttore scientifico di Genethon e professore ordinario di Biologia
Molecolare presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, Modena: «Nonostante una prima reazione di
soddisfazione, quasi di gioia, per questa autorizzazione che, in buona sostanza è un tentativo di aprire il
mercato del Vecchio Continente alla terapia genica, il bicchiere resta comunque mezzo vuoto. Purtroppo l'iter
di approvazione è stato molto controverso, così controverso da far chiedere se il finale positivo non sia
derivato da considerazioni di opportunità generale, di politica per cercare di favorire per quanto possibile lo
sviluppo di questi farmaci, uno sviluppo reso complicatissimo, costosissimo e difficilissimo. Il processo è stato
lungo e difficile Amsterdam Molecolar Therapeutics è morta per mancan za di fondi, è stata rifinanziata come
uniQure con lo stesso gruppo dirigente, questo dimostra quanto sia rischioso per il capitale privato portare
avanti questo tipo di operazioni. Le probabilità di successo sono poche e le tempistiche sono
spaventosamente lunghe. Quindi , se è vero com'è vero che abbiamo raggiunto un bel traguardo, ora
dobbiamo an che pensare a rendere meno aspra e punitiva la strada per lo sviluppo di questa classe di
terapie. Sono tante le sperimentazioni cliniche che hanno dimostrato, su più fronti, l'efficacia della terapia
genica, ma manca un modello di commercializzazione che sia concretamente percorribile. La gran parte di
queste sperimen tazioni ha inizio in ospedali, centri di ricerca (pubblici o privati) ed è condotta da importanti
scienziati , ma al termine delle fasi precoci (I, II) nessuno di questi ha le risorse (umane e di capitali) per
percorrere la strada dell'autorizza zione all'immissione in commercio, questo è un mestiere che solo l'industria
sa fare. Il punto è che l'industria non si imbarca in progetti se non ha la certezza di regole chiare, semplici e
soprattutto applicabili all'attività che si sta portando avanti. Quelli di cui stiamo parlando sono farmaci
estremamente atipici. È molto più corretto parlare di agenti biologici, per di più estremamente sofisticati. Di
fatto all'interno della vial non troviamo un semplice principio attivo arricchito con eccipienti vari, nella bottiglina
troviamo derivati di virus geneticamente modificati ed è complessissimo incasellare questo tipo di prodotto
nella regolamentazione per lo sviluppo del farmaco. Il fatto vero è che la terapia genica non può essere
trattata alla stregua di un farmaco. Non è un farmaco, ma neanche un vaccino e molto spesso (se si pensa
all'ex-vivo) richiede pro cedure simili al trapianto. Dov'è il prodotto? Qual è il principio attivo? Cosa va
regolamentato? Approvato? Quando in un dossier registrativo va identificato il principio attivo cosa ci
scriviamo sopra? È vero, sono state create delle apposite strutture di valutazione come il CAT , ma ciò non
toglie che tutto l'iter registrativo resta lo stesso. Il protocollo di terapia genica deve comunque fare fase I, II, III
per poi arrivare alla sottomissione del dossier. Nel campo delle malattie orfane (come con Glybera) non
arriverai mai a raccogliere un bacino di pazienti tale da avviare una sperimentazione di fase III. Con terapia
genica, poi, definiamo un argomento che può essere declinato in molteplici modi, anche molto differenti tra
loro. Se vogliamo, Glybera è la forma più semplice: prendo un virus, lo modifico, lo carico con il gene che mi
interesse e infetto il paziente. Ma moltissimi successi sperimentali sono arrivati mediante protocolli ex-vivo. In
quel contesto come facciamo ad applicare il concetto di manufacturing a cellule del paziente, prese,
modificate e inoculate nuovamente? Ci siamo detti che qualunque cosa vada somministrata a un uomo deve
essere prodotta secondo le pratiche GMP. Che va benissimo, quando devi produrre un farmaco! Il farmaco
deve essere lo stesso nella farmacia di Helsinki e di Caltanissetta, deve rimanere lì per un dato numero di
mesi sapendo qual è la sua emivita. Bene, come applichiamo tutto questo alla terapia genica? Produrre in
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uno stabilimento GMP una cellula per il trapian to ex vivo comporta complessità impossibili da risolvere! Chi
lo fa? L'ospedale? Non può! Perché in Europa abbiamo detto che serve un'officina farmaceutica per far
queste cose. L'officina farmaceutica è un'azienda di produzione che per rilasciare un lotto di farmaci deve
fare dei controlli. E cosa vogliamo rilasciare qui? Le cellule del paziente! Ma quando facciamo una trasfusione
di sangue noi rilasciamo il lotto? I trapianti di midollo, gli emoderivati, le sacche di sangue vengono processati
utilizzando le migliori pratiche e i dovuti controlli di sicurezza , ci mancherebbe, ma non vengono prodotti in
un'officina farmaceutica, sono fatti nel centro trasfusionale. Questa è semplicemente una struttura autorizzata
a fare una manipolazione, che ha dei controlli , un certificato di qualità , etc. ma cosa centrano le GMP?
Stiamo adoperando un criterio per l'oggetto sbagliato! Di fatto, e non è un caso, nessuna terapia genica ex
vivo non solo non è mai arrivata al mercato, ma non è neanche stata inoltrata nessuna richiesta di autorizza
zione al commercio. Quindi il problema principale sta nel voler identificare e regolare la terapia genica come
si fa per un prodotto farmaceutico. In realtà non c'è nulla da vendere. Non troveremo Glybera in farmacia!
Piuttosto bisognerebbe pensare a un iter autorizzativo ad-hoc , focalizzato sulla procedura e non sul prodotto.
Ovviamente la procedura in questione prenderà in considerazione una serie di prodotti e servizi forniti
dall'azienda farmaceutica e dall'ente sanitario responsabile di somministrare il trattamento. Tutto questo sta
frenando lo sviluppo della terapia genica. Le aziende farmaceutiche non vogliono entrare in un pasticcio di
questo tipo e investire denaro in un campo in cui non c'è certezza. Non c'è certezza normativa e pro duttiva.
L'azienda può anche decidere di guadagnare poco, è già successo con i farmaci orfani di tipo più
tradizionale, ma non decide di suicidarsi». Jörn Aldage e UniQure sono comunque ottimisti e sono convinti
che l'esperienza acquisita con Glybera possa essere d'aiuto sia alle aziende che agli Enti Regolatori europei
per spianare la strada verso nuovi approcci che prendano le mosse da ciò che sin qui si è imparato. Un altro
punto da sottolineare, secondo Al dag , è quello delle trattative per i rimborsi: «In USA ti siedi al tavolo una
volta sola, con un unico decisore (l'FDA) con il quale dovrai contrattare quanto il tuo prodotto o la tua
procedura verrà rimborsato dal Sistema Sanitario o dalle assicurazioni. In Europa no. Una volta che hai
ottenuto l'approvazione ti devi sedere a 27 tavoli differenti e contrattare. Anche que sto rallenta (e di molto)
l'innovazione. Una volta che si è deciso che il tuo trattamento può stare nel mercato non ha senso perdere
altro (tanto) tempo iniziando ogni volta e in ogni Paese dell'Unione il tira e molla sul prezzo» . Considerato ciò
è forse prematuro chieder si quanto costerà il trattamento con Glybera. Ragionando però su quanto la
Compagnia ha investito nella produzione (al momento circa cento milioni di Euro) e il basso numero di pa
zienti aspettati, Glybera non avrà un prezzo nazional-popolare. Il costo, conferma Aldag, sarà comunque in
linea con quelli che sono gli standard per le malattie orfane (tra i 250.000 e i 500.000 Euro). «Una delle cose
che dovrà essere presa in considerazione - continua Al dag - è che Glybera, potenzialmente, pone un rimedio
definitivo all'incapacità di metabolizzare i grassi, e questo con un singolo inoculo. Il paziente cronico , che
deve ricevere cure sistematiche ha un costo pari se non maggiore, senza pensare al fatto che quello resta
comunque un paziente malato!». Per quanto tempo durerà l'espressione proteica del gene veicolato sarà
dunque di fondamentale importanza per capire quanto Glybera sia efficace e quali siano i suoi vantaggi
effettivi. Al momento i risultati sulla sperimentazione umana dimostrano che la proteina viene rintracciata
anche dopo cinque anni dal trattamento , ma ovviamente questo non è il dato definitivo.
TerApiA genicA nel mondo, il primATo cinese Sarebbe forse troppo facile indicarlo come lo specchio dei
tempi, ma se si parla di terapia genica non si può non rivolgere lo sguardo all'estremo oriente. È stata, infatti,
la State Food And Drug Administration (SFDA) di Pechino a consentire per la prima volta al Mondo, il
commercio di protocolli di terapia genica. La prima volta nel 2003 con Gendicine® (Shenzhen SiBiono
GeneTech) e poi nel 2005 con Oncorine® (Shanghai Sunway Biotech). Il primo approccio, approvato in Cina
per il trattamento del tumore testa-collo si basa su un vettore adenovirale modificato e caricato per far
esprimere nelle cellule tumorali l'oncosppressore p53. Il secondo trattamento è piuttosto simile (in relazione
alla scelta del vettore e del gene trasdotto), ma in più è capace di replicarsi selettivamente nelle cellule in cui
p53 non funziona (Oncorine è infatti il capostipite dei cosiddetti virus oncolitici). In verità studi su Gendicine e
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Oncorine sono stati condotti (soprattutto per il secondo trattamento) anche in Europa e USA). In questi
Continenti, però, l'idea della restituzione di p53 non ha mai trovato grande seguito, come ci spiega il Prof.
Mavilio: " Le basi teoriche che sostengono Gendicine non sono solidissime. Primo perché la terapia si basa
sul presupposto di raggiungere tutte le cellule di un tumore. Cosa impossibile. È possibile che il virus
raggiunga la gran parte di un tumore (il ché non è molto diverso da un intervento chirurgico) ma non tutte le
cellule neoplastiche. Correggere una malattia genetica correggendo il 5% delle cellule è possibile, trattare un
tumore uccidendo il 70% delle cellule, nel lungo perido, non è efficace. Quindi c'è un primo problema
filosofico, non è pensabile basarsi sulla terapia genica di un tumore ripristinando un gene sbagliato, perché
non riusciamo a farlo in tutte le cellule. p53 è importante perché manda la cellula a morte in caso di danni non
riparabili al DNA, di fatto in questo modo la cellula non accumula mutazioni maligne. Rimettere p53 quando
tutto questo è già successo è inutile. È come richiudere il cancello quando i buoi sono scappati. Non c'è mai
stato un grande interesse per questo trattamento che, sostanzialmente, si è sviluppato solo in Cina. Diversa è
la considerazione di Oncorine. L'uccisione condizionale delle cellule tumorali deficienti per p53 è sicuramente
più brillante. L'infezione poi si autoalimenta poiché ogni cellula neoplastica, una volta lisata dal virus, libererà
altri virioni. Anche qui la possibilità che tutte le cellule neoplastiche vengano infettate è minima. Certamente,
però, Oncorine è in grado di rallentare la progressioneVical uniQure celladon Genzyme ProSavin Alipogene
(Glybera) ceregene shenzhen siBiono Genetech oxford BioMedica Bluebird Bio Advantagene Applied
Genetic technologies Virus dell'anemia infetiva equina Deficienza di Lipoproteina lipasi Severe Combined
Immunodeficiency (SCID) Deficienza di Alfa-l antitripsina Virus Adeno-Associato Malattia di Parkinson Fase 2
AGTC-0106 Virus Adeno-Associato GlaxosmithKline 2696273 Retrovirus Allovectin DNA plasmidico
Melanoma Fase 3 Lenti-D Lentivirus Adrenoleucodistrofia Fase 2 Lentiglobin Lentivirus Beta talassemia Fase
2 Mydicar Virus Adeno-Associato Cardiomiopatia Fase 2 Cere-120 Virus Adeno-Associato Malattia di
Parkinson Fase 2 Cere-110 Malattia di Alzheimer Fase 2 AAV-hAADC-2 Virus Adeno-Associato Malattia di
Parkinson Fase 2 Gendicine Adenovirus Cancro del plomone Fase 2 AMT-060 Virus Adeno-Associato
Emofilia B Fase 1/2 ProstAtak Adenovirus Cancro prostatico Fase 3 Glioma Fase 2 Cancro pancreatico Fase
1/2
Tabella 1- Protocolli di terapia genica attualmente in studio AziendA Prodotto Vettore indicAzione FAse di
studio
Foto: Jörn Aldag, ceo di uniQure
Foto: Fulvio Mavilio, direttore scientifico di Genethon (Evry, Francia) e professore ordinario di Biologia
Molecolare presso l'Università di Modena e Reggio Emilia
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Strategie terapeutiche
Smettere di fumare, liberarsi dalla dipendenza del fumo di tabacco è pratica particolarmente complessa e
spesso la "buona volontà" del fumatore non è sufficiente. Il tasso di successo delle terapie di supporto è
notevole, ma il rischio di ricadute è elevato ed è quindi indispensabile associarle a cure farmacologiche. A
che punto è la ricerca in questo campo? Approcci chimico-farmaceutici pensati per altre patologie legate alla
stimolazione dei circuiti limbici della ricompensa possono trovare applica
Gabriele Costantino
Il tabacco, prodotto ottenuto dall'essiccazione delle foglie della pianta del genere Nicotiana (comunemente
nota come "pianta del tabacco") è usato, per scopi enteogeni e ricreazionali, da secoli. Prima della
colonizzazione delle Americhe, il tabacco fumato ad alte dosi veniva utilizzato a scopi ri tuali e religiosi, in
virtù delle sue proprietà allucinogene. Dopo la colonizzazione, l'abitudine al fumo del tabacco si è diffusa
rapidamente nel mondo occidentale a scopo ricreazionale. Il fumo di tabacco genera rapidamente
dipendenza e tolleranza. Il potenziale tossicomanigeno del fumo di tabacco è legato all'attività biologica del
suo principale principio attivo, la nicotina. La nicotina è un agonista di una particolare famiglia di recettori per
l'acetilcolina (denominati, appunto, recettori nicotinici), e la stimolazione a livello centrale dei recettori
nicotinici determina un rilascio di dopamina, con conseguente attivazione dei circuiti cerebrali del piacere e
della ricompensa. Generalmente, sono sufficienti poche assunzioni di nicotina attraverso il fumo del tabacco
per generare una forte dipendenza dalla sostanza. Sebbe ne l'uso del fumo di tabacco sia legale in moltissimi
paesi, e sia stato per molto tempo anche un comportamento socialmente del tutto accettato, la capacità di
indurre dipendenza da parte della nicotina non è certo minore di quella di molte altre sostanze d'abuso,
anche illegali. Negli ultimi decenni, in molti paesi oc cidentali, negli Stati Uniti e in Europa in particolare, si è
acquisita consapevolezza che il fumo di tabacco è associato a un gran numero di malattie, e che esso
costituisce un rischio per la salute pubblica. In particolare, gli oltre 1,3 miliardi di fumatori che si stima siano
pre senti nel mondo sono a rischio di cancro (al polmone, alla gola, alla cavità orale, ma non solo), malattie
coronariche, infarto, e malattie polmonari croniche. Si stima che circa sei milioni di persone muoiano
prematuramente nel mondo a causa di malattie direttamente legate al consumo di tabacco. Approcci
farmacologici Nonostante vi sia oramai consapevolezza abbastanza diffusa sulla pericolosità del fumo di
tabacco, la cessazione dall'abitudine è pratica particolarmente complessa, e spesso l'atteggiamento positivo
del fumatore verso la cessazione non è sufficiente a vincere la forte dipendenza generata dalla nicotina. Vi è
pertanto un grande interesse verso lo sviluppo di presidii, ma anche di farmaci, che possano supportare il
percorso di cessazione dal fumo di tabacco. Si stima che il mercato per le terapie di supporto alla cessazione
dal fumo si avvicina ai due miliardi di dollari per anno, con una crescita stimata di circa il 3,8% almeno fino al
2016. Quali sono dunque gli approcci farmacologici più impiegati? Il problema principale associato alla
cessazione è l'ansia e l'irritabilità che col piscono l'ex-fumatore. L'approccio più produttivo è quello che
consente di limitare l'impatto di ansia e irritabilità. Questo si può ottenere attraverso due meccanismi, uno
basato sul rimpiazzo di nicotina, l'altro sull'impiego di farmaci che agiscono sul tono dell'umore. Le terapie di
rimpiazzo di nicotina sono basate sull'assunto che la somministrazione controllata di nicotina attraverso
dispositivi quali cerotti transdermici, chewing-gum, inalatori e spray nasali, consente di eliminare i rischi
associati alla pratica del fumo senza incorrere nella crisi di astinenza. L'eliminazione della ritualità della
sigaretta, e dei suoi aspetti ricreazionali e so ciali, dovrebbe aiutare il paziente collaborativo a disintossicarsi
e cessare completamente l'assunzione di nicotina. I trattamenti di rimpiazzo di nicotina consentano di
aumentare il tasso di successo nella cessazione del 5070%, rispetto al placebo o all'essenza di trattamento.
Tuttavia, il rischio di ricaduta è molto alto. Il 93% di coloro che fanno uso di prodotti sostitutivi della nicotina
da banco, senza diretto supporto medico, ricade entro sei mesi dalla cessazione. Le terapie di rimpiazzo
sono quindi molto efficaci quando inserite in un protocollo medico e associate ad altre terapie farmacologiche.
Quali sono queste possibili terapie? Tra quelle approvate, il trattamento con bupropione è quello più
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Chimica farmaceutica Combattere la dipendenza da fumo di tabacco
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conosciuto. Il bupropione è un farmaco antidepressivo atipico, strutturalmente simile agli psicostimolanti
amfetamina-simili, introdotto in clinica già dal 1985. Usato in soggetti motivati alla cessazione dal fumo, il
bupropione è efficace in circa il 50% dei casi dopo tre mesi di trattamento. Il meccanismo con cui agisce non
è noto, ma al pari di molti stabilizzanti dell'umore, il brupopione agisce sui meccanismi di ricaptazione
sinaptica del la noradrenalina e della dopamina. L'azione su questi due neurotransmettitori, entrambi coinvolti
nei circuiti di ricompensa, dovrebbe diminuire il "carving" per la nicotina nel soggetto che si astiene dal fumo.
La vareniclina è un altro farmaco approvato per il supporto alla cessazione dal fumo. La vareniclina agisce
come agonista parziale a un particolare sottotipo di recettore nicotinico, denominato 4 2. Il meccanismo
d'azione della vareniclina è noto in maniera un po' più approfondita di quello del bupoprione. Infat ti, la
vareniclina agisce stimolando lo stesso recettore che viene stimolato dalla nicotina assunta attraverso il fumo
di tabacco. L'efficacia ridotta (la vareniclina è un agonista parziale) impedisce però un rilascio sostenuto di
dopamina, non consentendo quindi l'attivazione dei circuiti della ricompensa, e non provocando, perciò,
dipendenza. Contemporaneamente, le caratteristiche di agonista parziale della vareniclina fanno si che il
farmaco competa con la nicotina stessa al recettore 4 2, impedendone il legame e bloccando l'attivazione
del sistema di ricompensa mesolimbico. Purtroppo la vareniclina presenta effetti collaterali particolarmente
gravi, potendo in soggetti predisposti, favorire pensieri suicidi e, talvolta, completare il proposito suicida.
Ragionevolmente, questo è un effetto 'off-target', legato alla capacità della vareniclina di interagire con alcuni
recettori per la serotonina, anche se non può esser escluso che sia legato all'astinenza da nicotina. In ogni
caso, la vareniclina deve esser assunto dietro rigoroso controllo medico, e ogni cambiamento nel tono
dell'umore va rapidamente segnalato. Tra gli approcci in fase di sperimentazione, segnaliamo il Taranabant
(Merck). Non perché sia particolarmente promettente, anzi, recenti studi di fase II indicano una man canza di
efficacia nell'animale in astinenza da nicotina, ma perché il Taranabant è un agonista inverso dei recettori dei
cannabinoidi di tipo CB1, ed è un analogo strutturale con il Rimonabant, con cui condivide largamente il
meccanismo d'azione Rimonabant fu intro dotto e poi ritirato dall'uso clinico come agente anti-obesità. Il
motivo del ritiro, anche qui, è legato ai serissimi effetti collaterali di natura psichiatrica, tra cui aggressività e
tendenza la suicidio. È interessante osservare, qui, che si propone lo stesso meccanismo d'azione per
trattare due condizioni apparentemente molto diverse, quali la dipendenza da nico tina e l'obesità. Ma
evidentemente, a livello molecolare, le similarità sono invece molte, ed entrambe la patologie sono legate alla
stimolazione dei circuiti libici della ricompensa. Non è sorprendente quindi che approcci chimico-farmaceutici
pensati per una patologia possano trovare applicazione, per lo meno a livello sperimentale, anche sull'altra.
Foto: Nicotiana tabacum
Foto: Afferenze dell'autore Gabriele Costantino - Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi di Parma,
[email protected]
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Stessa formula, nuovo packaging
È questa in sintesi la scelta intrapresa dal produttore di un noto farmaco di automedicazione della categoria
degli antifebbrili e antidolorifi ci: mantenere i principi attivi di comprovata effi cacia per puntare su un look più
moderno e in linea con le aspettative del consumatore che ai medicinali da banco riserva un'attenzione nuova
Pierluigi Altea
Prendete un farmaco di automedicazione con ampi margini di crescita. Mantenete inalterate le sue formule,
rinnovando però la veste gra ca del suo packaging. Otterrete un prodotto in grado di competere con i
concorrenti più agguerriti. È quanto ha fatto Pharmaidea con neoNisidina, ben noto farmaco di
automedicazione della categoria degli antifebbrili e antidolori ci (disponibile in due formulazioni: l'antin
uenzale, in versione effervescente, con Vitamina C, e l'antidolori co, in versione compresse, con caffeina):
con il contributo dell'agenzia di corporate design RBA di Milano ha dato una nuova veste gra ca ai due
prodotti conservando gli stessi principi attivi. Gabriele Braggion e Domenico Stragapede, creativi di rilevanza
internazionale, sono invece gli autori della campagna di comunicazione - approvata dal Ministero della Salute
- che ha accompagnato il lancio dei nuovi packaging. Ecco come hanno operato i designer di RBA e gli
esperti di comunicazione per dare una nuova immagine a neoNisidina . Un linguaggio nuovo La richiesta
formulata da Pharmaidea a RBA design è stata chiara e semplice: realizzare un restyling importante del
packaging per dare al prodotto una veste gra ca diversa, più attuale. «Per questa ragione abbiamo operato
un restyling del logotipo - spiega Stefano Randone Fabrucci , amministratore delegato e socio di RBA design,
l'agenzia di Milano che si occupa ormai da quasi vent'anni di branding e identità di marca nel settore speci co
della corporate identity e del packaging design - rivisitando anche il packaging del prodotto nei suoi aspetti
più generali». Aggiunge Randone Fabrucci: «Abbiamo utilizzato un codice colore speci co, diverso dalla
precedente immagine packaging che era tutta bianca e molto differenziante rispetto al panorama dei
competitor presenti sul mercato». Il pack metallizzato è stato il colpo nale per dare al prodotto una
«immagine moderna, con connotati di chiarezza, ef cienza ed ef cacia. Attraverso quest'effetto metallizzato continua Randone Fabrucci - i colori e una gra ca innovativa, abbiamo creato un packaging di impatto per
una categoria di farmaci che sempre più deve fare i conti con l'evoluzione del canale distributivo - farmacia,
dove la visibilità sullo scaffale è prioritaria, poiché ormai anche nelle farmacie il self-service è un
comportamento diffuso». Perché gli elementi strutturali del packaging sono rimasti inalterati? Dice l'AD di
RBA design: «Credo che sia un percorso corretto in quanto il linguaggio in questo settore era rimasto fermo a
lungo e sovente non è più coerente con il cambiamento che si è veri cato in termini di rapporto, anche
commerciale e di vendita, con il consumatore. Una volta colmato il gap sul linguaggio e la comunicazione, si
potrà lavorare attuando differenziazioni e innovazioni più strutturali». Sì, ma al di là di tutto, quanto pesa
davvero il packaging per un prodotto farmaceutico dal quale il consumatore si aspetta ef cacia più che
seduzione? «Nel mass market e nel largo consumo - risponde l'esperto - il 60-70% della decisione d'acquisto
avviene nel momento in cui si è nel punto vendita, per cui l'aspetto emotivo ed emozionale della confezione
ha un risalto molto importante. Nell'ambito farmaceutico l'importanza dell' impatto emotivo è decisamente
mitigata dalla rilevanza degli aspetti funzionali del prodotto, oltre che dalle prescrizioni e dalle
raccomandazioni del medico. Credo che mass market e largo consumo debbano parlare quindi con modalità
differenti. Tuttavia, in entrambi i casi, il packaging ha oggi una funzione condizionante, perché se rappresenta
in maniera chiara, semplice e credibile le caratteristiche del prodotto, facilita la relazione con il farmacista e il
consumatore». Se per lungo tempo si è detto che il settore farmaceutico, nell'ambito del packaging, avrebbe
dovuto ispirarsi maggiormente agli altri comparti merceologici, oggi forse è vero il contrario? «La
comunicazione packaging sta assumendo un trend dove l'aspetto della chiarezza e della semplicità sono
diventati prioritari - dice Randone Fabrucci - e se questo è vero nel mass market, lo è ancora di più nel
prodotto farmaceutico. Penso che un packaging non debba essere solo bello, ma debba anche riuscire a
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esprimere le caratteristiche del prodotto in maniera corretta. In questo, il mass market può imparare dal
mondo farmaceutico a comunicare in modo veritiero, semplice e immediato, perché le persone oggi vogliono
essere informate correttamente e perché questi sono valori trasversali a tutti i settori».
45 MILIONI DI CONTATTI La campagna di comunicazione lanciata lo scorso gennaio da Pharmaidea per
neoNisidina raggiungerà entro pochi mesi oltre 45 milioni di contatti attraverso periodici nazionali, settimanali
e mensili e altri strumenti di promozione nei centri storici delle città. A realizzare il progetto di comunicazione
sono stati Gabriele Braggion e Domenico Stragapede , creativi ed esperti di comunicazione, attivi in ambito
healthcare da oltre vent'anni. Gabriele Braggion, com'è stata concepita la campagna di comunicazione di
neoNisidina? È nata con l'idea di presentare un prodotto, già noto al pubblico, con una veste nuova. I tre
principi attivi presenti nella neoNisidina li abbiamo resi visibili, trasformandoli in tre simpatici e ottimisti
"supereroi" in calzamaglia gialla, azzurra e rosa, in una posa assertiva e con il volto sorridente, messaggeri di
una promessa, quella di essere tre volte attivi contro i sintomi dell'in uenza. L'annuncio risulta immediato e
rassicurante, volto a far cogliere al grande pubblico e ai farmacisti le modalità di funzionamento del farmaco
con un linguaggio semplice, intuitivo, ma anche scientifi camente corretto. A suo avviso, quanto è importante
oggi per un'azienda farmaceutica riuscire a veicolare messaggi in questa forma? È fondamentale, sebbene
non si possa neppure più parlare di una scelta strategica di comunicazione. Il costume odierno oggi ci impone
di essere sempre attivi: guarire subito è diventato un imperativo. Pertanto, anche i messaggi relativi a questo
tema devono essere coerenti con questa visione. C'è tuttavia il rischio di superare la soglia oltre la quale la
comunicazione potrebbe apparire non veritiera? No, se parliamo di farmaci destinati a risolvere malesseri
passeggeri, malanni stagionali vissuti più come un impedimento a continuare la propria attività quotidiana che
non come malattie vere e proprie. In tutti gli altri casi la comunicazione seguirebbe regole diverse. Per
concludere, che dire invece dell'uso dei nuovi media? Possono rappresentare un buono strumento di
comunicazione? Certo, non c'è dubbio. Oggi i farmaci di automedicazione continuano a essere pubblicizzati
soprattutto attraverso la stampa e la televisione, ma in futuro le aziende si serviranno sempre più dei nuovi
media, come per esempio i social media che i consumatori utilizzano in modo crescente. Gabriele Braggion ,
autore della campagna di comunicazione che ha accompagnato il lancio dei nuovi packaging di
neoNisidinaLa confezione di neoNisidina Compresse mantiene coerentemente lo stesso family feeling (è del
tutto simile all'altra), solo il fascio di luce che nell'altra confezione è in giallo, qui è in rosso, colore simbolico
del dolore, che il farmaco promette di sconfiggere repentinamente.
Foto: La scatola è in un blu autorevole, con logo, composizione e indicazioni terapeutiche in bianco; sul lato
frontale a destra, l'immagine di tre fasci di luce centrifughi partono da una stella bianca, in modo da affermare
il ruolo centrale di neoNisidina per il "ritorno alla luce", metafora del "traguardo salute". Nel riquadro la
vecchia confezione di neoNisidina
Foto: Sulla scatola del prodotto effervescente i tre fasci di luce sono in blu, azzurro e giallo: associazione
cromatica suggerita dalla massiccia presenza degli agrumi del gruppo vitaminico C. Stefano Randone
Fabrucci, amministratore delegato e socio di RBA design
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Una direttiva europea per contrastare la contraffazione
Entrerà in vigore nel 2016 e si applicherà a tutti gli Stati membri la direttiva 2011/62/EU (FMD) a tutela dei
pazienti e delle aziende produttrici contro la falsifi cazione dei farmaci . Una scadenza che sembra lontana,
ma per le aziende farmaceutiche è già tempo di organizzarsi e di pensare a come adeguare le proprie linee di
confezionamento
Lauro Stagni
Suscita grande allarme il forte aumento della produzione e commercializzazione di farmaci contraffatti,
fenomeno criminoso che costituisce un grave rischio per la salute delle persone e un danno economico per
l'industria farmaceutica. In tutto il mondo i governi stanno predisponendo nuove misure legislative per rendere
più dif cile la contraffazione dei medicinali, misure basate principalmente su soluzioni di tracciabilità che
consentano di veri care l'autenticità della singola unità di vendita. La maggior parte dei provvedimenti
legislativi allo studio nei vari Paesi prevede che, ai ni della tracciabilità, su ogni singolo astuccio venga
stampato un codice bidimensionale ECC 200 Datamatrix contenente un numero seriale. In Europa questo
tipo di codi ca è reso obbligatorio dalla Falsi ed Medicines Directive (FMD), che entrerà in vigore nel 2016 e si
applicherà a tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, sostituendo le eventuali norme nazionali esistenti a
tutela dell'autenticità dei farmaci. La direttiva FMD si distingue dalle soluzioni messe a punto in altre parti del
mondo perché associa il codice ECC 200 Datamatrix a un numero seriale generato in modo casuale.
L'adeguamento alla direttiva FMD richiede alle industrie farmaceutiche uno sforzo signi cativo: le linee di
confezionamento e i relativi sistemi di gestione dovranno infatti essere adattati alla nuova codi ca con una
serie di interventi tecnici coordinati. È quindi consigliabile rivolgersi a partner che abbiano grande esperienza
in materia di norme anticontraffazione con installazioni conformi alle legislazioni speci che di diversi Paesi.
Fra questi spicca Domino che ha affrontato il tema della FMD creando un gruppo di esperti a livello europeo,
specialisti di varie discipline, incaricati di studiare il problema in tutti i suoi aspetti, di monitorare l'evoluzione
della normativa e di fornire consulenza ai clienti e ai distributori. Il gruppo svolge anche un'intensa attività di
divulgazione tecnica rivolta a tutte le aziende farmaceutiche europee, attraverso una serie di seminari. In
Italia le competenze di Domino sul tema della FMD sono divulgate da Nimax, distributore esclusivo nazionale,
che , in occasione di Pharmintech , condurrà un seminario tecnico-informativo (vedi BOX) . Cosa prevede la
direttiva FMD La Falsi ed Medicines Directive 2011/62/ EU (FMD) si applica a tutti i farmaci che richiedono la
prescrizione medica - e anche una parte degli OTC - e riguarda tutti i soggetti della liera farmaceutica:
produttori (compresi i generalisti), confezionatori e importatori. La direttiva comprende misure che riguardano
diversi aspetti della produzione e distribuzione dei farmaci, tra cui il rafforzamento dei controlli e delle
ispezioni sui principi attivi, nuove prescrizioni per le modalità di distribuzione, un albo delle farmacie online
autorizzate alla vendita di farmaci via Internet ecc. La normativa prescrive inoltre che gli astucci siano dotati
di un sigillo che renda evidenti eventuali manomissioni e, come detto, di un codice identi cativo univoco. Per
quanto riguarda la codi ca, i dettagli della norma non sono ancora stati completamente de niti, ma alcuni
elementi sono già noti con certezza: 1. il numero seriale dovrà essere univoco per ciascuna confezione e
generato tramite algoritmo in modo casuale e non prevedibile; 2. il numero seriale e le altre informazioni (data
di scadenza, numero di lotto ecc.) dovranno essere stampate sia in chiaro, per la lettura umana, sia sotto
forma di codice ECC 200 Datamatrix, per identi cazione automatica tramite un lettore matriciale; 3. la codi ca
con numero seriale sarà applicata anche agli imballi secondari; 4. a partire dal 1 gennaio 2016, in Europa non
potranno più essere venduti farmaci che non rispettino la direttiva FMD. Ricordiamo che il codice ECC 200
Datamatrix, nella sua massima estensione, presenta numerosi vantaggi: consente di veicolare no a 3116
digit numerici e no a 2335 caratteri alfanumerici; impiega un algoritmo per la correzione degli errori che ne
permette la leggibilità anche se parzialmente danneggiato e consente, in ne, la lettura omnidirezionale. Le
caratteristiche della particolare codi ca utilizzata in ambito farmaceutico saranno determinate da tre tipi di
prescrizioni: lo standard ISO/IEC 15415 (che descrive appunto il codice ECC 200 Datamatrix), le ulteriori
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Normativa Falsified Medicines Directive
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speci che de nite dallo standard GS1 (General Speci cation) e i requisiti speci ci de niti dalla FMD. Le
problematiche connesse all'adeguamento L'adeguamento alla FMD porrà all'industria farmaceutica una serie
di problemi tecnici non banali, la cui soluzione richiederà investimenti signi cativi; la spesa totale stimata a
livello europeo è compresa tra 6,8 e 11 miliardi di euro. Le criticità sono legate in primo luogo alla stampa del
codice ECC 200 Datamatrix, che richiede una risoluzione e una precisione dif cili da ottenere su una linea di
packaging - cioè su cartoncini di qualità non sempre ottimale, che sono movimentati su nastri trasportatori ad
alta velocità. Saranno quindi necessarie varie modi che alle linee di confezionamento, tra cui: la sostituzione
delle stampanti utilizzate per la codi ca, con l'installazione di modelli capaci di stampare il codice ECC 200
Datamatrix sul particolare supporto utilizzato, nel rispetto dei parametri de niti dallo standard ISO/IEC 15415,
dalle speci che GS1 e dalla FMD (de nizione, contrasto, colore, posizionamento del codice per lettura umana
ecc.); nel caso delle stampanti inkjet, occorrerà anche scegliere il giusto tipo di inchiostro, in grado di
resistere alla luce senza sbiadire, mentre per le stampanti laser potrà essere necessario valutare
l'adeguatezza dell'astuccio (qualità del cartoncino, colore di fondo); l'aggiunta di sistemi di visione per veri
care in linea la leggibilità del codice stampato (il ricorso alle telecamere è indispensabile nel caso di codici
bidimensionali come ECC 200 Datamatrix e anche perché ogni astuccio riporta un codice diverso); eventuali
miglioramenti meccanici ai nastri trasportatori degli astucci, per garantire un moto regolare (ricordiamo che il
margine massimo di tolleranza sulla posizione dell'astuccio, durante la stampa, è pari alla metà delle
dimensioni di un dot di stampa; ad esempio, una stampa con risoluzione di 180 dpi (dot di stampa = 0,14
mm) ammette una tolleranza massima sulla posizione pari a 0,07 mm. Oltre agli interventi legati direttamente
alla stampa, sarà necessaria anche la creazione di un sistema informatico per la generazione casuale dei
numeri seriali, la gestione del relativo database e lo scambio dei dati con gli altri soggetti della liera in
conformità a GAMP 5 e 21-CFR 11. Come prepararsi Anche se la scadenza di gennaio 2016 può apparire
lontana, è importante che le aziende farmaceutiche affrontino subito il problema dell'adeguamento alla FMD
perché gli interventi da programmare ed eseguire sulle linee di confezionamento possono richiedere più
tempo del previsto. L'approccio al problema dovrà essere olistico e multidisciplinare, per considerare nel loro
insieme tutti i diversi aspetti precedentemente descritti: materiali, codi ca, visione, trasporto, gestione dei dati
ecc. Per la singola azienda farmaceutica, però, riunire e coordinare così tante diverse competenze
specialistiche potrebbe rivelarsi un compito dif cile ed oneroso; è quindi senz'altro consigliabile avvalersi
dell'aiuto di un partner che abbia investito risorse per sviluppare un centro di competenza appositamente
dedicato alla FMD. La prima realtà di questo tipo è nata nel 2011 in seno a Domino, produttore britannico di
stampanti inkjet e codi catori laser, che ha accumulato una grande esperienza in materia di norme
anticontraffazione con installazioni conformi alle legislazioni francese (CIP13), turca (ITS regulations) e
italiana tramite Nimax (bollino farmaceutico). Domino, inoltre, sta mettendo a punto nuove stampanti capaci di
generare autonomamente i numeri seriali casuali e non prevedibili, grazie a una tecnologia che l'azienda
detiene in esclusiva per il settore farmaceutico. Va in ne ricordato che la gamma delle stampanti inkjet, degli
inchiostri e dei codi catori laser Domino comprende prodotti adatti a ogni tipo di supporto (ad esempio anche
al cartoncino non poroso), quindi la società è in grado di consigliare la migliore soluzione di codi ca senza
dover necessariamente promuovere una speci ca tecnologia. In Italia le competenze di Domino sul tema della
FMD sono disponibili attraverso il distributore esclusivo Nimax, che ha a sua volta intrapreso un'attività di
divulgazione tecnica rivolta alle aziende farmaceutiche tramite seminari tecnici.
PER APPROFONDIRE Per illustrare la complessità di questa tematica, Nimax ha organizzato un seminario
tecnico-informativo il 18 aprile alle ore 14,30 a Bologna, in occasione di Pharmitech, che vedrà fra gli oratori
Craig Stobie, Life Sciences Sector Manager di Domino UK; Giada Necci, New Solution Specialist di GS1
Italy/Indico-Ecr porterà un paio di testimonianze di come si stiano muovendo i leader del mercato.
Informazioni e accredito gratuito: www.nimax.it/convegnofmd
Foto: Afferenze dell'autore Ing. Lauro Stagni - Direttore Tecnico Nimax spa
12/03/2013
17:47
AGI
Sito Web
Sanita' : Federfarma , spesa farmaceutica Ssn cala del 9, 1% in 2012
(AGI) - Roma, 12 mar. - Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica
convenzionata SSN, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. "Con questo dato - commenta il
presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce
del bilancio sanita', a livelli inferiori a quelli del 2001". La riduzione della spesa farmaceutica convenzionata e'
dovuta alla diminuzione del valore medio delle ricette (-9,3%), legata a vari fattori: i ripetuti tagli dei prezzi dei
medicinali, le trattenute imposte alle farmacie, il progressivo aumento del numero di medicinali equivalenti e
la distribuzione diretta o per conto di medicinali acquistati dalle ASL. Il contributo delle farmacie al
contenimento della spesa continua ad essere rilevante: nel 2012 e' stato, complessivamente, di circa 800
milioni di euro. Oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN,
le farmacie concorrono a limitare la spesa con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2012 un
risparmio di oltre 536 milioni di euro, e con la quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, che vale oltre 73
milioni di euro. A tali pesanti oneri va aggiunta la trattenuta dell'1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata,
da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile in
circa 186 milioni di euro per il 2012. "Tutto cio' - spiega Annarosa Racca - rende sempre piu' difficile la
situazione economica delle farmacie, specialmente nelle Regioni come Campania, Calabria, Lazio, ma anche
Piemonte, nelle quali si verificano ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. La difficolta' del momento e'
confermata anche dalle notizie del fallimento di alcune farmacie in Friuli e in Campania". Anche i cittadini, con
i ticket, contribuiscono sostanzialmente nella stessa misura delle farmacie al contenimento della spesa. Le
quote di partecipazione a carico dei cittadini crescono a seguito degli aumenti dei ticket a livello regionale, ma
anche a causa del ricorso dei cittadini a medicinali di marca piu' costosi, con pagamento della differenza di
prezzo rispetto all'equivalente meno costoso. "Quest'ultimo fenomeno - osserva il presidente di Federfarma e' alimentato dalle polemiche sull'efficacia dei generici e sulla sostituzione da parte del farmacista".
Dall'analisi della composizione dei consumi di farmaci in regime di SSN emerge che nel 2012 i farmaci per il
sistema cardiovascolare si confermano la categoria a maggior spesa pur facendo segnare, a parita' di
consumi, un calo del -13,5% rispetto al 2011, a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di
prezzo piu' basso. Da segnalare il forte calo della spesa (-14,5%) per farmaci antimicrobici, cui corrisponde
una riduzione dei consumi: i cittadini hanno utilizzato quindi meno antibiotici, grazie anche alle varie
campagne informative per promuoverne il corretto utilizzo. Per quanto riguarda le categorie di farmaci piu'
prescritte, anche nel 2012 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite,
ulcera, reflusso gastrico), che fanno segnare un sensibile aumento dei consumi rispetto al 2011 (+7,1%).
All'interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori e aumenta quello ai
betabloccanti. I dati sono in corso di pubblicazione sul sito www.federfarma.it, nella sezione 'Spesa
farmaceutica'. (AGI) .
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ricerca e sviluppo
13/03/2013
Corriere di Chieri
Pag. 15
La cifra autorizzata sfiora i 450 milioni di euro «Si possono fare programmi e monitorare la spesa»
Un "budget preventivo" in attesa del "sì" della Regione. L'Asl To 5 si è portata avanti con i lavori e ha
assegnato il fondo cassa 2013 ai centri di spesa dell'azienda: logistica e amministrazione, risorse limane e
personale, i quattro distretti sanitari, i servizi di prevenzione, il comparto tecnico e l'ufficio di coordinamento
delle attività territoriali. La cifra totale autorizzata dalla direzione sfiora i 450milioni di euro, ma ai settori verrà
erogata con un con 10 % in meno: una sorta di assegnazione provvisoria che servirà ad andare avanti in
attesa del "via libera della Regione". «Abbiamo cambiato modalità di lavoro - introduce Maurizio Dorè,
direttore generale dell'Asl To 5 - In precedenza il budget veniva erogato a fine anno, ma questo limitava la
gestione delle attività. Così abbiamo pensato di stanziarli adesso, affinchè sia possibile una corretta
programmazione, monitorando comunque la spesa». L'entità delle risorse sarà infatti soggetta al controllo
della struttura complessa di contabilità dell'azienda sanitaria, e potrà essere modificata ed eventualmente
integrata alla luce dei «finanziamenti effettivamente riconosciuti», cioè i soldi che verranno stanziati
direttamente ali'Asl To 5. Le somme assegnate sono il risultato delle previsioni degli stessi responsabili dei
centri di spesa, in base all'andamento delle uscite dell'ultimo trimestre 2012. «Sono comunque da
considerarsi provvisori - avverte Dorè - II lavoro di rivisitazione e verifica della Regione non è ancora
terminato: va dipari passo con la riorganizzazione delle attività iniziate dalle Federazioni sovra zonali che, si
prospetta, potranno garantire una migliore ottimizzazione». La quota più alta, 169milioni di, va per gli stipendi
del personale: di questi, 66milioni ai dipendenti del comparto, 23 per le convenzioni con i medici di base, 5,4
per i pediatri di libera scelta e 1,7 per le guardie mediche. Un grossa fetta è dedicata all'Ucat, ufficio di
coordinamento delle attività territoriali. L'azienda ha previsto una spesa di 77,9 milioni: per ora ne sono stati
autorizzati 70. All'Ucat fanno riferimento tutte le attività e gli organismi territoriali per garantire, in particolar
modo, i processi derivanti dalle dimissioni ospedaliere, interne ed esterne all'Asl To5, che necessitano di
continuità assistenziale domiciliare o in residenze convenzionate, dunque pazienti anziani, disabili, affetti da
alzheimer. La spesa maggiore, circa di 47milioni, è infatti destinata ai ricoveri in strutture ospedaliere private
accreditate e case di cura. Mentre meno della metà, 17milion,i è dedicata all'assistenza residenziale. Una
quota intorno ai 12milioni di euro è stata prevista per la riabilitazione. «I responsabili dei centri di spesa sono
comunque autorizzati a un gestione dinamica delle risorse - precisa il direttore - E possono effettuare una
diversa ripartizione fra le voci, restando comunque all'interno del budget che gli è stato assegnato e
rimanendo coerenti con le attività programmate». Per la prevenzione oncologica è stato previsto circa un
milione, mentre per l'acquisto di prestazioni di assistenza residenziale e semi residenziale delle
tossicodipendenze, cioè le attività del Sert, sono stati assegnati 3,2 milioni. "L'assistenza farmaceutica
erogata da farmacie", cioè i farmaci delle ricette mutuabili, costa all'Asl quasi 43 milioni, a cui si aggiungono 9
milioni per i farmaci distribuiti ai pazienti direttamente dall'Asl. «La spesa farmaceutica è in effetti una delle
vocipiù dispendiose - soppesa Dorè - Con l'andar del tempo, grazie al maggior controllo sulla prescrizione dei
farmaci e alla scadenza di alcuni brevetti, andrà diminuendo». Potrebbero invece aumentare i fondi destinati
ad altri servizi: «Ad aprile dovremmo inaugurare la nuova ala dell'ospedale, quindi libereremo diversi immobili
- prospetta Dorè - Palazzo Capra e palazzo Diverio, per esempio. Chiudendo anche i contratti di affitto
andremo a risparmiare almeno 200mila euro che potremo reinvestire altrove».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Un "budget" preventivo in attesa del sì regionale
13/03/2013
La Provincia di Cremona - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:22748, tiratura:28110)
Tensione all'Afm Sono 12 gli esuberi
Tensione all'Azienda Farmaceutica Municipalizzata, (Afm) a partecipazione pubblica: 22 per cento del
Comune di Cremona e 78 per cento di proprietà di Admenta, multinazionale tedesca del farmaco. I dipendenti
si sono riuniti in assemblea per valutare la situazione occupazionale con la dichiarazione di esubero di 12
dipendenti. Da diversi anni l'Azienda chiude con bilanci molto positivi e fino al primo trimestre 2012 si è
sempre contraddistinta per la correttezza delle relazioni sindacali, rispetto delle norme e del contratto e per la
grande attenzione ad avere un buon rapporti con i propri dipendenti. Dal mese di aprile dello scorso anno
Admenta ha radicalmente cambiato il modo di affrontare i problemi legati alla riduzione della spesa, alla crisi
montante e presente anche in questi settori, incrementata dall'aumento della concorrenza (parafarmacie). Si
è arrivati a oggi, dove appunto si dichiarano in esubero 12 dipendenti, tutti i commessi-coadiutori che non
sono più funzionali alla nuova organizzazione del lavoro che Afm intende inserire nelle Farmacie,
esclusivamente perché non possono per legge vendere farmaci. Non è previsto e richiesto l'intervento della
cassa integrazione (ammortizzatore sociale) in quanto l'Azienda non ha bilanci in negativo. A fronte di questa
situazione, l'assemblea dei dipendenti Afm unitamente alle organizzazioni sindacali di categoria Fisascat-Cisl
e Filcams-Cgil 'esprimono forte preoccupazione per la messa in discussione dei posti di lavoro in
conseguenza della nuova organizzazione del lavoro'. Inoltre 'non prevede l'azzeramento delle loro mansioni,
ma lo spostamento sulle spalle dei farmacisti dei compiti prima assegnati ai commessi-coadiutori'. Il sindacato
unitamente alla Rsu aziendale ha fatto svariate proposte all'Azienda con l'intento di azzerare o drasticamente
ridurre il numero degli esuberi, ma ha ricevuto solo 'risposte negative o ampiamente insufficienti'.
L'assemblea dei dipendenti, la Rsu e le organizzazioni sindacali chiedono che 'ci sia un deciso cambiamento
di atteggiamento al tavolo della trattativa da parte dell'Azienda più conciliante e partecipativo, che possa
consentire alle parti di raggiungere un accordo soddisfacente'.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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18 Farmaceutica . Dipendenti, sindacati e Rsu chiedono un ripensamento
13/03/2013
Medicina Naturale - N.1 - febbraio 2013
Pag. 9
(tiratura:5000)
Farmaci equivalenti: qual è stato l'impatto della spending review?
Franco Travaglini
Un'indagine realizzata dall'Istituto di Ricerca Medi-Pragma dal titolo "Farmaci Equivalenti: l'impatto della
Spending Review" ha analizzato per la prima volta i comportamenti, le opinioni e i trend di chi effettivamente
utilizza i farmaci equivalenti: Medici di Medicina Generale, Farmacisti e popolazione over65. La maggioranza
assoluta di medici (83%) e farmacisti (61,3%) mostra scetticismo verso il reale impatto, in termini di riduzione
della spesa farmaceutica, della norma contenuta nella spending review. Due medici su tre non intendono
modifi care il proprio atteggiamento prescrittivo verso gli equivalenti, e l'82% ritiene che la norma rappresenti
una limitazione della propria libertà prescrittiva. D'altro canto i farmacisti hanno sensibilmente aumentato
negli ultimi mesi le operazioni di sostituzione da farmaco di marca a equivalente (+11,3%), ma oltre la metà
dei pazienti in farmacia chiede il prodotto di marca. Per quanto riguarda la popolazione generale, aumenta la
conoscenza della norma, ma diminuisce il consenso: otto italiani su dieci conoscono le novità introdotte dalla
spending review, ma dopo un'iniziale adesione alle innovazioni introdotte, si riduce sensibilmente il consenso
nei confronti dei contenuti relativi alla prescrizione e dispensazione dei farmaci generici.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
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attualità / In pillole
12/03/2013
05:45
IlFarmacistaOnline.it
Sito Web
Il livello della convenzionata scende così sotto quello registrato nel 2001. Diminuisce il costo per ricetta (9,3%). Tra i motivi l'aumento del ticket, il taglio dei prezzi, le trattenute imposte alle farmacie , la crescita dei
generici e della distribuzione diretta e per conto. I dati di Federfarma .
12 MAR - Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata SSN, che
nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. "Con questo dato - commenta il presidente di Federfarma
Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce del bilancio sanità, a livelli
inferiori a quelli del 2001". La riduzione della spesa farmaceutica convenzionata è dovuta alla diminuzione del
valore medio delle ricette (-9,3%), legata a vari fattori: i ripetuti tagli dei prezzi dei medicinali, le trattenute
imposte alle farmacie, il progressivo aumento del numero di medicinali equivalenti e la distribuzione diretta o
per conto di medicinali acquistati dalle ASL. Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa sottolinea
Federfarma - continua ad essere rilevante: nel 2012 è stato, complessivamente, di circa 800 milioni di euro.
Oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, le farmacie
concorrono a limitare la spesa con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2012 un risparmio di
oltre 536 milioni di euro, e con la quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, che vale oltre 73 milioni di euro. A
tali pesanti oneri va aggiunta la trattenuta dell'1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al
2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile in circa 186 milioni
di euro per il 2012. "Tutto ciò - spiega Annarosa Racca - rende sempre più difficile la situazione economica
delle farmacie, specialmente nelle Regioni come Campania, Calabria, Lazio, ma anche Piemonte, nelle quali
si verificano ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. La difficoltà del momento è confermata anche dalle
notizie del fallimento di alcune farmacie in Friuli e in Campania". Anche i cittadini, con i ticket, contribuiscono
sostanzialmente nella stessa misura delle farmacie al contenimento della spesa. Le quote di partecipazione a
carico dei cittadini crescono a seguito degli aumenti dei ticket a livello regionale, ma anche a causa del
ricorso dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con pagamento della differenza di prezzo rispetto
all'equivalente meno costoso. "Quest'ultimo fenomeno - osserva il presidente di Federfarma - è alimentato
dalle polemiche sull'efficacia dei generici e sulla sostituzione da parte del farmacista". L'incidenza sulla spesa
lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è passata dal 10,7% del 2011 al 12% del 2012. Nelle
Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un'incidenza sulla spesa lorda tra il 13% e il
15,2%. L'aumento dell'onere a carico dei cittadini è legato agli interventi sui ticket adottati a livello regionale,
ma soprattutto al ricorso da parte dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con conseguente pagamento
della differenza di prezzo rispetto all'equivalente di prezzo più basso, in misura rilevante a seguito delle
polemiche sull'efficacia dei medicinali generici e sulla sostituzione da parte del farmacista, polemiche che
creano diffidenza nei cittadini. Nelle Regioni che non applicano ticket sui farmaci, la quota dovuta al
pagamento del differenziale rispetto al medicinale di marca più costoso ha un'incidenza sulla spesa lorda che
va dal 5,6% all'8,4%. Se si considerano le sole quote relative ai ticket sui farmaci introdotte a livello regionale
(escludendo, quindi, gli importi relativi alla differenza di prezzo tra farmaco di marca più costoso ed
equivalente), emerge che i cittadini e le farmacie contribuiscono in misura pressoché equivalente al
contenimento della spesa farmaceutica convenzionata. Dall'analisi della composizione dei consumi di farmaci
in regime di SSN emerge che nel 2012 i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria a
maggior spesa pur facendo segnare, a parità di consumi, un calo del -13,5% rispetto al 2011, a seguito del
maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso. Da segnalare il forte calo della spesa (14,5%) per farmaci antimicrobici, cui corrisponde una riduzione dei consumi: i cittadini hanno utilizzato quindi
meno antibiotici, grazie anche alle varie campagne informative per promuoverne il corretto utilizzo. Per
quanto riguarda le categorie di farmaci più prescritte, anche nel 2012 si collocano al primo posto gli inibitori
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
61
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Spesa farmaceutica . Continua il calo: - 9,1% nel 2012. Grazie a generici,
ticket, "sconti" e diretta
12/03/2013
05:45
IlFarmacistaOnline.it
Sito Web
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 13/03/2013
62
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che fanno segnare un sensibile aumento
dei consumi rispetto al 2011 (+7,1%). All'interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso
agli ace-inibitori e aumenta quello ai betabloccanti.
VITA IN FARMACIA
53 articoli
13/03/2013
Corriere della Sera - Bergamo
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Caso urgente, ma rianimazioni piene
Manca disponibilità e l'elicottero non può volare per nebbia Paziente dirottato in ambulanza dalla Val
Brembana a Cremona Due ore di strada non sono la causa della morte, ma sono un fattore di rischio Stefano
Zenoni direttore sanitario Il caso Omar è morto a Cremona, ma le sue condizioni erano già molto gravi
Simone Bianco
Quando i posti letto nelle terapie intensive della provincia di Bergamo sono tutti pieni, l'ospedale più vicino
può diventare quello di Cremona. E se quel giorno l'elicottero del 118 non può volare, arrivare in un ospedale
fuori provincia può richiedere anche due ore. È successo sabato scorso a un paziente ricoverato a San
Giovanni Bianco: Omar Carrara aveva 24 anni, le sue condizioni apparivano già molto critiche ai medici del
presidio brembano, che pure hanno tentato di trasferirlo in una struttura con terapia intensiva; negli ospedali
bergamaschi non c'era posto, il trasferimento fuori provincia è stato l'unica strada da percorrere. Omar è
morto a Cremona sabato pomeriggio per l'occlusione intestinale che aveva in corso da ore, ieri nel suo paese
natale, Serina, si è tenuto un funerale pieno di gente che ha testimoniato l'affetto verso il ragazzo e la sua
famiglia.
Omar, che è sulla sedia a rotelle per una disabilità dalla nascita, arriva al pronto soccorso di San Giovanni
Bianco sabato mattina, lamentando forti dolori all'addome. Un primo trattamento farmacologico sembra dare
risultati positivi, poi la situazione si aggrava e i medici considerano necessario un intervento chirurgico. A San
Giovanni Bianco non si può fare, perché manca la struttura di terapia intensiva necessaria alla fase
postoperatoria: i sanitari si attaccano al telefono cercando la disponibilità nelle altre strutture bergamasche.
La risposta è la stessa per tutti gli ospedali: la terapia intensiva non ha posti letto liberi, né a Bergamo, al
Papa Giovanni XXIII e alle Cliniche Gavazzeni, né a Seriate e Treviglio. La ricerca di un letto in rianimazione
porta a Cremona, si scopre però che l'elicottero non potrà effettuare il trasferimento, perché nella città di
destinazione ci sono condizioni meteo non adeguate: nebbia. Il tentativo, pur sapendo che per Omar le
speranze sono molto poche, viene fatto comunque e si parte per Cremona in ambulanza, un viaggio che dura
due ore. All'arrivo i medici fanno il possibile, senza risultati.
«Questo ospedale ci ha messo tutto l'impegno possibile per aiutare Omar», dice il direttore sanitario del
presidio di San Giovanni Bianco, Stefano Zenoni. E di questo impegno sono convinti anche gli stessi familiari
di Omar. Ma, se è vero che il caso del giovane di Serina era molto particolare, quello che è successo
interroga sulla capacità della rete ospedaliera bergamasca di rispondere a un'emergenza, proprio quando si
verificano condizioni particolari. La distanza di 120 chilometri tra San Giovanni Bianco e Cremona, anziché i
27 km da Bergamo, possono fare la differenza per un paziente. È lo stesso Zenoni ad ammetterlo: «Se non
possiamo dire che due ore di ambulanza sono la causa di una morte, di sicuro sono un fattore che aumenta i
rischi per un paziente. Il nostro ospedale è un avamposto in un territorio montano, che ha bisogno di lavorare
in rete con il resto degli ospedali del territorio: un meccanismo che funziona se esiste una vera "filiera corta".
Interrogarsi sull'efficienza della rete, di fronte a casi come questo, è legittimo. Sappiamo però, ad esempio,
che una grande struttura come il Papa Giovanni XXIII è sotto pressione per il recente trasferimento e proprio
in terapia intensiva ha dovuto affrontare situazioni come la presenza dell'aspergillo, che ne ha rallentato
l'attività».
I problemi di una struttura come quella di San Giovanni Bianco possono diventare gravi quando i
collegamenti non sono rapidi ed efficaci. L'elicottero che non può intervenire, come è successo sabato,
trasforma una distanza relativamente breve, da coprire in volo, in un viaggio lungo in ambulanza. «Purtroppo,
quando c'è nebbia o ci sono altre condizioni meteo avverse, non c'è elicottero che possa alzarsi - spiega
Oliviero Valoti, responsabile provinciale del 118 -, nemmeno quelli abilitati per il volo notturno». Il 118 ha tra i
propri compiti proprio quello dello smistamento delle emergenze: «La possibilità di non trovare posti letto
necessari per un intervento o per il decorso postoperatorio esiste, non capita frequentemente ma capita. In
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
64
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I guai della sanità
13/03/2013
Corriere della Sera - Bergamo
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
65
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
quel caso però, trasferire un paziente fuori provincia non richiede tempi troppo lunghi, purché sia possibile
usare l'elicottero».
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RIPRODUZIONE RISERVATA
27
Foto: i chilometri che dividono San Giovanni Bianco da Bergamo dove si trova l'ospedale più vicino a quello
presente nel comune della val Brembana. Quando si verificano emergenze particolarmente gravi, i pazienti
sono dirottati in altre strutture
13/03/2013
Corriere della Sera - Brescia
Pag. 1.5
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Bufera nella sanità , manette al Mellini
In cella il direttore amministrativo, indagato il direttore generale Intercettati Nel luglio 2012 filmata la consegna
di una busta da 33 mila euro
Wilma Petenzi
L'onda della nuova bufera che colpisce la sanità lombarda ha raggiunto anche il «Mellino Mellini» di Chiari. Il
direttore amministrativo Pier Luigi Sbardolini, 62 anni, milanese è finito in manette ieri mattina con l'accusa di
corruzione: avrebbe preso 33 mila euro per agevolare un raggruppamento di imprese nell'aggiudicazione di
un appalto quando era tra i manager dell'azienda ospedaliera San Paolo di Milano (è rimasto in carica dal 16
gennaio al 31 gennaio 2011). Nell'ambito della stessa inchiesta, che ha portato in carcere sette persone, è
indagato anche Danilo Gariboldi, attuale direttore generale dell'azienda ospedaliera di Chiari, pure lui
manager dell'ospedale milanese.
La bufera ha scosso non poco il «Mellino Mellini». Per l'intera mattinata gli uomini della Dia di Milano sono
rimasti negli uffici dell'ospedale a verificare e acquisire documentazione. Non avevano segnalato la loro
presenza, erano in abiti civili e con le auto senza contrassegni tanto che i vigili hanno multato le vetture
lasciate davanti all'ospedale.
E proprio all'ospedale «Mellino Mellini» di Chiari è stata effettuata la telefonata in cui è stato concordato
l'incontro per il pagamento della tangente. Il versamento di 33 mila euro che, per l'accusa, è solo «quota parte
di una maggior somma pattuita per aver compiuto e per aver fatto compiere atti contrari al dovere di ufficio in
relazione ai contenuti del bando di gara, alla valutazione delle offerte e alla conseguente aggiudicazione al
raggruppamento di imprese G.E. Medical System Italia Spa-Tesi srl-Hermez Italia srl-Revi srl nel dicembre
2009 per il servizio di manutenzione (dal primo marzo 2010 al 28 febbraio 2015) delle attrezzature
elettromedicali dell'azienda ospedaliera San Paolo per un importo complessivo netto di aggiudicazione pari a
euro 8.884.400». Per l'accusa, c'è una precisazione firmata di pugno da Sbardolini l'8 agosto del 2008
(«correggere e vedere le mie annotazioni») che è finita agli atti, nel bando di gara sarebbe stato inserito un
meccanismo di calcolo del punteggio che ha penalizzato l'offerta economicamente più vantaggiosa: una
maggior spesa per l'ospedale, e quindi per la sanità pubblica, pari a 242mila euro. Una decisione che non
convince i membri esterni della commissione aggiudicatrice degli appalti (in cui sedeva anche Gariboldi), che
fanno mettere a verbale la loro perplessità e che, interrogati dalla Dia, ribadiscono il loro stupore per le
modalità di aggiudicazione.
La chiamata per fissare l'incontro tra Sbardolini e Giuseppe Lo Presti, titolare della Hermex, operante per
conto del raggruppamento di imprese aggiudicatario dell'appalto, è del 9 luglio scorso. Lo Presti ha già sentito
in precedenza Sbardolini rassicurandolo «non mi sono dimenticato» e facendo riferimento ad «alcuni esami»
da portare. Per i procuratori milanesi il riferimento è alla provvista di denaro, la tangente promessa per la
vincita dell'appalto del 2009 e non ancora incassata. Lo Presti cerca Sbardolini al cellulare inutilmente e
allora chiama il centralino dell'ospedale e chiede di parlare con il direttore amministrativo: la segretaria non lo
trova e invita a richiamare più tardi. Ma alle 16.20 è Sbardolini a richiamare Lo Presti dicendo di voler ricevere
«buone notizie». Anche in questo caso, per l'accusa, è chiaro il riferimento al pagamento. Sbardolini e Lo
presti si accordano per incontrarsi due giorni dopo a Milano, al termine della giornata di lavoro, quando il
manager rientra nella città di residenza. Nel frattempo Lo Presti prende contatto con gli altri referenti della
cordata per raccogliere i soldi promessi. E prega di non perdere tempo «gli ho detto mercoledì, se adesso
chiamo e gli dico giovedì... mi salta tutto». Le telefonate sono tutte intercettate dalla Dia, così come la
consegna di denaro è ripresa con una telecamera. L'11 luglio 2012 alle 16.50 Sbardolini chiama Lo Presti e lo
avvisa che sarà a Milano alle 17.30: dieci minuti dopo l'orario indicato il direttore amministrativo dell'ospedale
di Chiari arriva al binario 16 della stazione Centrale e raggiunge via Filzi, luogo dell'incontro. Il manager ha
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'inchiesta Tangenti per appalti al S. Paolo. I soldi consegnati a Milano, ma la telefonata per l'accordo partita
da Chiari
13/03/2013
Corriere della Sera - Brescia
Pag. 1.5
(diffusione:619980, tiratura:779916)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
67
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
una valigetta color marrone chiaro e una copia de Il Sole 24Ore, sale sull'auto di Lo Presti che con la busta
bianca in mano gira attorno alla macchina per salire al posto di guida. Quando Sbardolini scende dall'auto - ci
sono le riprese - infilata nel giornale ha la busta bianca in cui l'accusa ha le prove che Lo Presti abbia infilato
33 mila euro. Il pagamento della tangente è registrato. Ma per l'accusa esiste un vero e proprio metodo
Sbardolini: il manager della sanità «incontra altri imprenditori del settore con modalità sostanzialmente
sovrapponibili e dispone abitualmemte di somme di denaro in contanti occultate in buste e all'interno della
propria abitazione». Di questa abitudine parlano anche la moglie e il figlio di Sbardolini, sono in auto, ma le
cimici della Dia non perdono nemmeno uno scambio di battute: «Non abbiamo ancora scoperto dove ha
nascosto i suoi soldi... e pure ieri mattina li ha presi da lì in camera».
Un metodo che ha fatto scattare le manette. Per il giudice c'è il rischio di reiterazione del reato e di
inquinamento delle prove.
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Foto: Perquisizioni e arresti
Foto: I protagonisti Qui a fianco: la sede amministrativa dell'azienda ospedaliera Mellino Mellini visitata ieri
dagli agenti della Dia (Fotogramma/Campanelli). Sopra: il direttore amministrativo Pier Luigi Sbardolini finito
in manette a Milano e il direttore generale, Danilo Gariboldi indagato per la medesima vicenda (Foto Stefano
Cavicchi)
13/03/2013
Corriere della Sera - Brescia
Pag. 5
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Nei guai anche Pedrini, lavorò per la Rizzi
Tra i 13 indagati finiti nell'inchiesta «Cueva» oltre a Danilo Gariboldi, attuale direttore generale dell'azienda
ospedaliera di Chiari, c'è anche Alessandro Pedrini (nella foto), figlio di Renato, attuale direttore generale
dell'Asl di Valle Camonica. Pedrini è stato capo della segreteria dell'assessore regionale allo Sport Monica
Rizzi (Lega), e proprio la nomina del padre, ex sindaco Pd di Bormio, a direttore generale dell'Asl camuna
venne vista come un «regalo» da parte della leghista a un parente di un prezioso collaboratore. Illazioni che
non piacquero all'assessore, nè tantomeno al diretto interessato. Immediata la replica: la scelta era dettata
dalle competenze di Renato Pedrini, esperto di tematiche e di problemi legati alle persone che vivono nei
luoghi montani. Tornando all'inchiesta non sono mancate reazioni alla nuova vicenda che coinvolge la sanità
lombarda. «Trasparenza e correttezza nella gestione della sanità lombarda» è chiesta da Gian Antonio
Girelli, consigliere regionale e responsabile della Sanità del Pd lombardo. «L'ennesima iniziativa giudiziaria
che ha coinvolto in modo pesante la sanità lombarda fa molto riflettere su quanto vada fatto per riportare
trasparenza e correttezza nella gestione di un settore socialmente ed economicamente tanto rilevante - scrive
in una nota Girelli - I cittadini lombardi hanno dato a Maroni la responsabilità di guidare la regione, a noi il
compito di proporre e controllare. Chiedo con fermezza al presidente Maroni di mettere in atto tutte le azioni
volte a rimuovere ogni situazione di scorretta e dubbia gestione». E la Funzione pubblica della Cgil chiede
alla nuova giunta a al governatore Maroni di «aprire un confronto tra le parti sociali per ricostruire un rapporto
di fiducia ormai totalmente compromesso».
RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Gli indagati
13/03/2013
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Un altro scandalo in Regione Il «sistema» e gli intrecci dei lobbisti vicini a
Pdl-Lega
La corruzione In cella Luigi Gianola, manager della Valtellina. Indagati Mariani e Corno
Simona Ravizza
Nel nuovo scandalo per corruzione della sanità lombarda stavolta sono coinvolti personaggi che
appartengono al Pdl e alla Lega. Ma lo schema è molto simile quello emerso nelle recenti indagini sul San
Raffaele e la Maugeri, che hanno visto come lobbista Piero Daccò e hanno coinvolto uomini legati a
Comunione e liberazione. Questa volta gli intermediari incriminati sono due. Uno è Leonardo Boriani, ex
direttore della Padania (il quotidiano del Carroccio). L'altro è l'ex consigliere regionale di Forza Italia,
Massimo Guarischi. Boriani è accusato di aver fatto da tramite tra l'imprenditore Giuseppe Lo Presti e il
direttore generale Luigi Gianola (Valtellina), come lui in quota Lega. L'obiettivo era di fare ottenere a Lo Presti
un appalto per forniture ospedaliere da 8 milioni e 950 mila euro «con un indebito trattamento di favore» in
cambio di una tangente a Gianola. Tutti e tre adesso sono in carcere. Poco diversa è la vicenda di Guarischi,
che si muoveva, secondo la Procura, per fare avere un canale preferenziale negli appalti - sempre per conto
di Lo Presti - con manager vicini al Pdl, come Simona Mariani (Cremona) e Gerolamo Corno (Istituto dei
tumori), entrambi indagati (precisa in una nota stampa l'Istituto dei tumori: «La società Hermex qui non ha mai
vinto nessun bando di gara»). Gli altri protagonisti della Sanità coinvolti sono Pierluigi Sbardolini (arrestato) e
Danilo Gariboldi (indagato): tutti e due sono stati contemporaneamente ai vertici dell'ospedale San Paolo,
uno come direttore amministrativo, l'altro come direttore sanitario (poi Gariboldi ha fatto carriera ed è
diventato direttore generale a Chiari, dove s'è portato Sbardolini). Attenzione: il San Paolo non è un ospedale
qualunque. Da lì ha fatto il salto nel vuoto Pasquale Libri, un funzionario guarda caso proprio del settore
appalti, legato a un manager compromesso con la 'ndrangheta come Carlo Antonio Chiriaco (condannato a
13 anni di carcere). Altro strano legame: al momento dell'arresto, Antonio Chiriaco era direttore sanitario
dell'Asl di Pavia, dov'era contemporaneamente direttore generale Simona Mariani, ora indagata nel nuovo
filone d'indagini. I manager degli ospedali sono accusati di avere truccato (o di avere avuto contatti per
truccare) le gare d'appalto. Ma il tutto non sarebbe potuto avvenire - come emerge sempre dalle carte della
Procura - senza i giusti «ganci» in Regione. Ecco allora finire sotto inchiesta anche il direttore generale della
Sanità Carlo Lucchina (Pdl, al suo quarto avviso di garanzia) e Alessandro Pedrini, ex capo di gabinetto dell'
assessore leghista allo Sport, Monica Rizzi.
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Dopo i casi San Raffaele e Maugeri
13/03/2013
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
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« Sanità , forniture sospette in tutta la Lombardia»
Mazzette: sette arresti dell'Antimafia. Tredici gli indagati, anche l'ex dg Lucchina
Cesare Giuzzi
C'è un salto nel vuoto ancora avvolto nel mistero. Il suicidio di Pasquale Libri, funzionario del settore appalti
del San Paolo, morto il 19 luglio di tre anni fa dopo un volo di 8 piani lungo una scala antincendio
dell'ospedale. Libri aveva rapporti stretti con il padre-padrone della sanità pavese Carlo Antonio Chiriaco,
condannato per i suoi rapporti con la 'ndrangheta a 13 anni di carcere. E nelle carte dell'inchiesta Infinito del
13 luglio 2010 c'erano diverse telefonate tra i due nelle quali si parlava anche di 'ndrangheta, affari e
business della sanità in Lombardia. Dall'inchiesta sul (presunto) suicidio del 37enne Libri, aperta inizialmente
per omicidio, gli investigatori della Direzione investigativa antimafia sono arrivati al procedimento «La Cueva»
che ha portato ai sette arresti di ieri per tangenti nelle forniture di macchinari ospedalieri agli ospedali
lombardi.
Esempio di eccellenza, la sanità lombarda, ma non solo, come ha sottolineato il capocentro della Dia, il
colonnello Alfonso Di Vito assieme al direttore nazionale, Arturo De Felice: «Il quadro generale che emerge è
quello dell'opacità complessiva nel settore delle forniture sanitarie lombarde». Il caso rischia di trasformarsi in
un terremoto politico, ancora prima dell'insediamento della giunta Maroni. Il neogovernatore ha garantito la
massima trasparenza: «Il mio impegno prioritario è mettere in sicurezza il sistema sanitario lombardo e le sue
eccellenze, combattendo senza tregua il malaffare». Umberto Ambrosoli, ha chiesto a Roberto Maroni un
«chiaro segnale di discontinuità» rispetto alla gestione Formigoni. Per il Carroccio c'è anche il contraccolpo
dell'arresto dell'ex direttore della Padania Leonardo Boriani. Il «collettore» delle tangenti insieme all'ex
consigliere regionale Massimo Guarischi, secondo le accuse dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio.
Nel luglio 2012 Boriani viene intercettato al telefono con l'imprenditore Giuseppe Lo Presti (anche lui
arrestato): «Poi dopo mi fai incontrare... grande Roberto?», chiede Lo Presti. «Yes detto anche "Bob one".
Invece di Bobo lo abbiamo nominato "Bobo numero uno"». La conversazione prosegue, si parla della Lega
Nord in quel periodo alle prese con l'affaire Belsito: «Casini su casini dentro, ogni giorno che aprono un
cassetto scoprono cose nuove...», dice Boriani. «Bossi ha detto che comanda ancora lui», sottolinea Lo
Presti. Se il ruolo dell'ex direttore della Padania viene delineato dagli investigatori con filmati e intercettazioni,
nelle 321 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabio Antezza ci sono molti punti ancora
da chiarire. Nei capi d'imputazione si parla di «ignoti pubblici ufficiali dell'assessorato regionale alla Sanità e
della giunta regionale» come destinatari delle tangenti.
Gli investigatori, oltre ai sette arresti e ai 13 avvisi di garanzia (uno anche per il direttore uscente della Sanità
regionale Carlo Lucchina), hanno eseguito cinquanta perquisizioni: gli ospedali di Chiari, Sondrio, Cremona,
Como, il San Gerardo di Monza e l'Istituto dei tumori. Dall'analisi dei documenti, oltre che da quella dei conti
bancari, potrebbero emergere chiarimenti sulle «tangenti» pagate dagli imprenditori. Un sistema che - stando
alle accuse della Procura - l'ex direttore amministrativo del San Paolo Pier Luigi Sbardolini aveva «esportato»
anche dopo il passaggio alla guida dell'ospedale di Chiari. L'indagine parte proprio da un appalto anomalo
dell'ospedale milanese che era passato anche sulla scrivania del funzionario morto suicida. Il costo delle
«dazioni» veniva recuperato facendo «lievitare» i costi dell'appalto: «Ora dovranno spuntare un 20% in più»,
dicevano gli imprenditori intercettati.
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(D.G. A.O. VALTELLINA) GEROLAMO CORNO (D.G ISTITUTO NAZIONALE TUMORI) SIMONA MARIANI
(D.G. OSPEDALE DI CREMONA) DANILO GARIBOLDI (D.G. OSPEDALE DI CHIARI) CARLO LUCCHINA
(D.G. SANITA' REGIONE LOMBARDIA) ALESSANDRO PEDRINI (EX CAPO GABINETTO ASSESSORE
MONICA RIZZI) GIUSEPPE BARTESELLI (DIRIGENTE SAN GERARDO DI MONZA) OSPEDALE SAN
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Lo scandalo Inchiesta partita dal suicidio di Libri, legato a Chiriaco, il boss del sistema pavese condannato
per rapporti con la 'ndrangheta
13/03/2013
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
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PAOLO OSPEDALE DI SONDRIO
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13/03/2013
Corriere della Sera - Roma
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Prosciolti Storace e Angelucci
Francesco Storace e l'imprenditore della Sanità Giampaolo Angelucci sono stati prosciolti dalle accuse di
corruzione per una vicenda legata ad un finanziamento da 7 milioni di euro in seguito al riconoscimento di
carattere scientifico concesso al centro ospedaliero San Raffaele. Lo ha stabilito il gup Giacomo Ebner, che
ha prosciolto i due con la formula «perché il fatto non sussiste». Il pm aveva chiesto la prescrizione delle
contestazioni. Secondo l'accusa, caduta oggi, Storace quando era ministro della Salute aveva firmato un
decreto che prevedeva un investimento di diversi miliardi nella ricerca scientifica. Tra i destinatari dei
finanziamenti c'era anche la clinica della Pisana, di proprietà della Tosinvest. «Chi mi chiederà scusa
adesso», ha commentato l'ex governatore.
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Corruzione
13/03/2013
Corriere della Sera - Roma
Pag. 5
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Uccisa dall'antibiotico Aperta l'inchiesta per omicidio colposo
La donna, allergica, non è stata curata
Francesco Di Frischia
La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulla morte di Linda Sabatini, la donna di 36 anni morta il 9 marzo
scorso (come scritto ieri dal Corriere della Sera): la donna, che viveva al Salario con la famiglia, soffriva da
anni di «sensibilità chimica multipla» (Mcs), cioè una gravissima e rarissima forma di intolleranza, simile a
un'allergia, a molte sostanze chimiche (detersivi, disinfettanti, profumi, farmaci, ma anche superfici plastiche
per ingestione, contatto e inalazione, anche in minime quantità). Queste sostanze infatti causano crisi
respiratorie fino allo shock anafilattico. A ottobre scorso, per affrontare una grave problema ai denti, le era
stato prescritto un antibiotico, ma la paziente dopo un primo periodo nel quale sembrava essere riuscita a
tollerare il farmaco, ha iniziato a debilitarsi, giorno dopo giorno. Inutili si sono rivelati gli allarmi lanciati dai
familiari e dall'associazione Anchise, che segue i malati di Mcs, per chiedere agli ospedali romani di assistere
Linda: «Nelle ultime settimane di vita mia sorella non riusciva neanche a camminare - ha raccontato Paola
Sabatini, 40 anni - e aveva ematomi in tutto il corpo. Abbiamo chiesto aiuto a tutti, ma nessun ospedale è
stato in condizioni di aiutarla». L'associazione Anchise ha voluto denunciare «l'inaccettabile indifferenza nei
confronti dei malati di Mcs a livello istituzionale e sanitario - attacca la presidente Ester Lupo -. Anche noi
abbiamo diritto alla tutela della salute».
Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha ipotizzato contro ignoti il reati di omicidio colposo ed ora le
indagini saranno indirizzate all'identificazione di chi ha disposto il metodo di cura che poi è sfociato nella
morte della paziente. Secondo il risultato dei primi accertamenti i famigliari non avrebbero trovato negli
ospedali capitolini aree attrezzate: infatti per ricoverare un paziente con Mcs è necessario effettuare prima
una «bonifica degli ambienti» che nessuna struttura ha pensato di eseguire. Perchè?
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Foto: giorni L'agonia di Linda Sabatini, tra rabbia e speranze, è durata due mesi e mezzo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Malasanità Verifiche sull'odissea nei pronto soccorso
13/03/2013
La Repubblica - Milano
Pag. 2
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Ambrosoli: "Stacchi la spina alle vecchie consorterie" L'annuncio dopo gli ultimi arresti "Modificherò la legge
31 per rendere impossibile l'infiltrazione del malaffare" Ancora tensioni nel Pdl per la composizione della
giunta Santanchè "Io voglio una donna"
ANDREA MONTANARI RODOLFO SALA
SARÀ il primo atto della nuova giunta del Pirellone: avviare la riforma della legge regionale 31, quella che dal
1997 "regola" la sanità lombarda. E che costituisce l'architrave del quasi ventennio di dominio formigoniano.
Bobo Maroni ha rotto gli indugi, e anche sull'onda dell'ultimo scandalo, ha deciso che qualcosa di quella
legge va cambiato. Non tutto, perché la normativa del 1997 continua a garantire «l'eccellenza» e il diritto dei
lombardi di scegliere dove farsi curare, nel pubblico o nel privato. Ma lì, nelle pieghe della "31", si può
annidare la corruzione; quindi si tratta - come ha confidato Maroni ai suoi più stretti collaboratori - di
«modificare il sistema vigente per rendere semplicemente impossibile l'infiltrazione del malaffare nella sanità:
io sono in grado di farlo». Il presidente della Regione fa capire qualcosa già in mattinata, quando risponde
così a chi gli chiede di commentare il blitz della Dia (in carcere, tra l'altro, è finito pure l'ex direttore della
Padania Leonardo Boriani): «Bisogna fare luce e garantire una gestione della sanità limpida e trasparente,
oltre che efficiente».
L'idea che gli balena in testa è dare subito il via a una commissione («non chiamiamola d'inchiesta, le
inchieste le fa la magistratura») nominata dalla giunta. Per sottoporre a verifica il sistema della sanità, e per
procedere «all'aggiornamento» della legge 31.
«Nessuna indulgenza - promette - verso comportamenti scorretti, neppure se venissero dalla Lega».
Non è poco per chi è stato appena eletto grazie all'alleanza con il Pdl, e con la benedizione - tardiva, di pura
convenienza e forse un po' forzata - di Formigoni. Ma il dado è tratto e "Bobo" sembra deciso ad andare
avanti come un treno, con buona pace di quella «continuità» sbandierata in campagna elettorale. Il
neogovernatore vuole «liberarsi dalle ombre del passato, accendere tutti i fari su un sistema che pure
continuo a considerare di eccellenza». E, soprattutto, vuole farlo separando i propri destini da quelli dei suoi
predecessori: «Rispondo di quello che faccio io, non di ciò che altri hanno fatto».
Dall'opposizione, Umberto Ambrosoli gli chiede «un gesto di massima discontinuità e di verità», e sembra
incoraggiarlo: «Siamo pronti a spronarlo perché resista a tutte le pressioni che gli stanno scaricando addosso
i signori della sanità». Certo che il governatore deve «staccare la spina alle vecchie consorterie».
«Garantisca il totale ricambio della giunta», gli chiede Chiara Cremonesi, di Sel. «Dia un taglio netto alla
gestione della sanità targata Lega e Pdl», aggiunge Sara Valmaggi, del Pd. Più tranchant la grillina Silvana
Carcano: «Maroni non riuscirà a fare pulizia perché rappresenta la continuità con il sistema di potere creato
da Formigoni».
Nel frattempo, nel Pdl sale la tensione sui nomi della delegazione nella squadra di Maroni che il coordinatore
regionale Mario Mantovani proporrà nelle prossime ore a Silvio Berlusconi.
Prima del faccia a faccia definitivo con il neo governatore leghista: Maroni e il Cavaliere si vedranno tra oggi
e domani. Tra le molte conferme, nel totoassessore del Pdl, una possibile novità.
L'ipotesi della conduttrice della Domenica Sportiva, la giornalista Paola Ferrari, vicina a Daniela Santanchè
che commenta: «Non confermo e non smentisco, ma di sicuro proporrò una donna». Gli altri nomi, oltre allo
stesso senatore Mantovani, sono Maurizio Del Tenno, Alberto Cavalli, Valentina Aprea, Viviana Beccalossi,
più il nome di un ciellino che non sarebbe più, però, Giulio Boscagli, cognato di Roberto Formigoni e indagato
sia per i rimborsi facili che per gli appalti truccati per il progetto Telemedicina. © RIPRODUZIONE
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Foto: L'ACCUSA Umberto Ambrosoli «Maroni faccia un gesto di verità e discontinuità Stop alle consorterie
del passato»
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Maroni, stop al sistema Formigoni "Cambierò le regole della sanità "
13/03/2013
La Repubblica - Milano
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Foto: IL GOVERNATORE Ieri Maroni ha assicurato che modificherà la legge per rendere impossibili le
infiltrazioni mafiose
13/03/2013
La Repubblica - Milano
Pag. 3
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Macchinari hi-tech, appalti milionari
Apparecchi all'avanguardia per la radioterapia sarebbero stati destinati a via Venezian Ma ieri il presidente
della Fondazione negava i contatti
ALESSANDRA CORICA
ÈUNA storia lunga, quella degli appalti alla Hermex Italia al centro dell'inchiesta che ieri ha scosso, per
l'ennesima volta, la sanità lombarda, e che a Milano scuote il San Paolo e l'Istituto dei Tumori. In via Antonio
di Rudinì inizia nella primavera del 2009, quando l'amministrazione del San Paolo, all'epoca guidata dal
calabrese Giuseppe Catarisano (in quota Pdl, vicino al re della sanità pavese Abelli: le mogli dei due sono
state socie in affari negli anni Novanta) indice un bando per affidare la manutenzione delle attrezzature
elettromedicali della struttura (ecografi ed ecocardiografi).
L'appalto nel dicembre 2009 viene vinto dalla Hermex di Giuseppe Lo Presti con la General Electrics. La
seconda, la Biomedica Santa Lucia, presenta un ricorso al Tar, a seguito del quale l'aggiudicazione viene
parzialmente annullata: l'ospedale nomina una nuova commissione nell'estate del 2010, che però conferma la
vittoria di Hermex e Ge, e fa partire un nuovo giro di ricorsi, prima al Tar e poi al Consiglio di stato. Nel
frattempo, l'appalto rimane praticamente fermo: nel 2011 cambia la direzione del San Paolo, che va dal Pdl
alla Lega, con la nomina di Andrea Mentasti, che dopo qualche mese lascia il posto all'attuale dg Enzo
Brusini. La nuova gestione preferisce temporeggiare, e attendere che vi sia il pronunciamento definitivo dei
giudici. Che arriva nel 2012, quando il Consiglio di stato con la sentenza 1409 conferma l'aggiudicazione alla
Hermex.
Molto più vaghi i contorni della vicenda all'Istituto nazionale dei Tumori: il dg Gerolamo Corno è uno degli
indagati eccellenti dell'inchiesta aperta ieri. In via Venezian c'è chi assicura che ci siano in gioco apparecchi
all'avanguardia per la radioterapia, del valore multimilionario, che sarebbero dovuti arrivare a breve nella
struttura, forniti dalla Hermex. Una voce che però il presidente della Fondazione, Giuseppe De Leo, ieri ha
smentito categoricamente: «La società non ha mai vinto nessun bando di gara né ha mai fornito ad alcun
titolo alcuna apparecchiatura sanitaria o servizi di alcun tipo all'istituto. Non sono neppure in corso procedure
di appalto per prodotti commercializzati dalla medesima società». © RIPRODUZIONE RISERVATA PER
SAPERNE DI PIÙ hermex.net www.istitutotumori.mi.it
Foto: IL SISTEMA VERO L'apparecchiatura per radioterapia "Vero", già in dotazione al Sant'Anna di Como
La Hermex voleva fornirla anche all'Istituto dei Tumori
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La ricostruzione La Hermex e le nuove tecnologie che cercava di piazzare all'ospedale San Paolo e all'Istituto
dei Tumori
13/03/2013
La Repubblica - Torino
Pag. 6
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Monferino, voci di dimissioni imminenti
Per il rimpasto il Pdl aveva pensato di mettere Ugo Cavallera al suo posto
SARA STRIPPOLI
L'ASSESSORE Paolo Monferino e il mistero della lettera. È di lunedì sera il primo giro di telefonate nel
mondo della sanità: «Questa volta vuole dimettersi sul serio, la lettera è pronta». Agli sfoghi con annesso
annuncio di dimissioni in corso Regina Margherita e in piazza Castello sono abituati e quindi l'allarme
mantiene un ragionevole tasso di dubbio. Le voci tuttavia si sono rincorse per tutto il giorno, sono rimbalzate
fuori e dentro Palazzo Lascaris. «Monferino non si è dimesso», chiariva però in tarda serata la responsabile
del bilancio Giovanna Quaglia.
Certo è che la situazione diventa ogni giorno più complessa, il puzzle del rimpasto sfodera nuove e vecchie
tessere e, se ancora non bastasse, si aggiunge pure la ritrosia del responsabile della sanità a pubblicare i
suoi redditi come gli chiede l'anagrafe degli eletti. Un motivo che fa crescere l'intolleranza di alcuni leghisti nei
confronti dell'ingegnere e anima le richieste degli alleati del Pdl. I quali contavano sullo scambio che avrebbe
portato Monferino al bilancio e rimesso un Pdl alla sanità dopo Caterina Ferrero. Fino a pochi giorni fa
sembrava Ugo Cavallera il predestinato, con Monferino a far quadrare i conti. Così non è. Sulla sedia del
bilancio ieri è tornato virtualmente Gilberto Pichetto Fratin, escluso dal Parlamento se Angelino Alfano
dovesse scegliere il Piemonte. «La Regione non è fra i miei interessi», replica per ora l'interessato. Ma le
vere ragioni delle insofferenze crescenti dell'assessore alla sanità, dicono i maligni, sarebbero gli esiti
dell'incontro a Roma fissato il 4 aprile con i ministeri, dell'economia e della salute, per il piano di rientro.
Monferino e Cota potrebbero tornare a casa con l' "invito" irrifiutabile ad aumentare Irpef e Irap, sorte toccata
ad altre regioni come la Campania.
Meglio prevenire che curare? © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: ASSESSORE Paolo Monferino assessore alla sanità della Regione
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Il retroscena L' assessore alla salute lascerebbe prima di essere obbligato ad aumentare l'Irpef dal ministero
13/03/2013
La Repubblica - Genova
Pag. 8
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Pillola abortiva, percorso a ostacoli le donne liguri preferiscono Mentone
MARCO PREVE
SE SI eccettua La Spezia, che da sola registra la metà dei casi liguri collocandosi anche in vetta alla
classifica italiana, in Liguria la Ru486, la cosiddetta pillola abortiva continua ad essere poco utilizzata come
alternativa all'interruzione di gravidanza chirurgica. Una situazione che genera anche un fenomeno di
"pendolarismo" molto diffuso nel Ponente, ovvero di decine di donne che passano la frontiera e raggiungono
Mentone dove con 250 euro possono ottenere la pillola in studi medici ed assumerla sotto il controllo di
specialisti.
Anche di questo controverso argomento si discuterà venerdì e sabato all'hotel Nh Marina del Porto Antico, in
occasione del III Congresso Regionale Aogoi, gli ostetrici e i ginecologi della Liguria che si confronteranno in
una due giorni intitolata "Pianeta Donna: Nuove Latitudini", organizzata dai ginecologi Sandro Viglino
(vicepresidente nazionale dell'Associazione) e Vincenzo Maritati.
Gli specialisti approfondiranno temi legati alla pratica quotidiana, agli aspetti ambulatoriali, all'etica e alla
tutela legale. «La popolazione femminile - spiegano gli organizzatori - necessità di attenzione sempre più
documentata su patologie socialmente di grande impatto: il cervicocarcinoma e l'Hpv ( Papilloma virus, ndr ),
oltremodo importanti e di quotidiana prevalenza dell'operatività del Ginecologo del territorio sono: la
contraccezione e la sterilizzazione». Ad alcuni anni di distanza dalla burrascosa introduzione del farmaco
Ru486, quando alcuni medici, in particolare di ospedali a matrice religiosa, rifiutavano di somministrare la
pillola abortiva, la situazione è ancora altalenante e sarà Evio Righi, ginecologo di Spezia ad illustrarlo. Gli
ultimi dati si riferiscono al 2011 e riferiscono di 3380 interruzioni di gravidanza volontaria. Circa 600 sono
quelle avvenute con la Ru486 ma di queste ben 320 sono state effettuate a La Spezia (dove sono state 576
le interruzioni complessive), e questo significa che nel resto della Liguria la pillola non trova particolare
entusiasmo fra i medici. Sicuramente non è un problema di forniture visto che tutti gli ospedali ne sono dotati
e considerato l'intervento, nel 2007, dell'assessore regionale Claudio Montaldo che sollecitavai medicia non
nasconderla.
Vari i fattori che determinano questa situazione che vede l'Italia in ritardo rispetto ad altri paesi europei (a
Parigi è il medico di famiglia che porta la pillola a domicilio e segue la paziente) tra i quali l'orientamento
religioso del medico, la scarsa capacità di dialogo con le pazienti. Attualmente sono le donne nella fascia
d'età compresa fra i 25 e i 35 anni a farne maggior uso. Aumenta l'utilizzo anche da parte delle minorenni
dove sono più numerose le straniere.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Solo alla Spezia utilizzo massiccio, a ponente è ormai fuga verso la Francia dove si può ottenere il farmaco
negli studi medici Il caso
13/03/2013
La Repubblica - Genova
Pag. 8
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Denuncia dei sindacati: 180 "capi" guadagnano da cento a 160mila euro La riorganizzazione già decisa ma
non ancora esecutiva In attesa, proroghe degli incarichi
GIUSEPPE FILETTO
UN DIRETTORE ogni due posti letto al "Gaslini".
Qualcosa come 180 tra capi dipartimento e di aree dipartimentali, di Unità Operativa Complessa (gli ex
primari) e responsabili di Unità Operative Semplici Dipartimentali (gli ex vice primari), più una quarantina di
incarichi di alta specialità.
Tutti con stipendi che con le indennità vanno dai 100mila euro fino a 160mila.
Secondo quanto sostengono (e documentano con le delibere) le organizzazioni sindacali, tutto ciò è scritto
nei provvedimenti che il consiglio di amministrazione dell'istituto pediatrico ha adottato lo scorso 14 gennaio,
nello stesso giorno in cui è stato approvato il piano con il quale l'ospedale pediatrico si impegna a dimezzare i
dipartimenti, passando da 11 ad appena 5.
La proroga degli incarichi ai direttori "sino alla conclusione della relativa riorganizzazione", è denunciata dalle
Rsu delle sigle (tutte) sindacali (Cgil-Fp, CislFp, Uil-Fpl, Fials e Fsi) rappresentate all'interno dell'ospedale. La
delibera solleva qualcosa di più di un mal di pancia, rimarcato in un documento che in queste ore circola tra i
1750 dipendenti.
«È una situazione che non sta nella realtà, in un momento in cui si predica di risparmiare - sentenzia Sandro
Alloisio, della Cgil - questo consiglio di amministrazione ed il vertice continuanoa tenere in piedi una struttura
che non ha senso, mentre tagliano posti letto e dicono di voler ridurre i costi».
E giù con i numeri: undici capi dipartimento, dieci direttori di aree dipartimentali, più 42 capi di Unità
Operative Complesse (ruoli apicali corrispondenti ai vecchi primari), ancora 21 responsabili delle Unità
Operative Semplici Dipartimentali (vice primari); infine 40 (ne erano stati chiesti 60) incarichi di alta specialità
che si sommano agli attuali 36, tutti come voce stipendiale alla pari livello vice primari.
Circa 180 apicali su un organico complessivo di 303 tra medici e biologi. «Ma non abbiamo alcun doppione
di funzione dirigenziale - ricorda il direttore sanitario, Silvio Delbuono - anche se ci rendiamo conto che
occorre rivedere la riorganizzazione dipartimentale e passare ad una forte riduzione, come peraltro già
deliberato. La risposta è scritta nel documento adottato, il resto per noi rappresenta il passato». Dichiarazioni
che, però, non sono sufficientia quietare gli animi. «Molto difficile passare al taglio dei dipartimenti - scrivono i
sindacalisti nel loro documento - più facile spostare una struttura da un dipartimento all'altro, mentre se ne
crea una nuova, tanto i soldi crescono». «Manca una approfondita analisi di quali sono le realtà nelle quali
contrarre e quali in cui si deve invece investire - aggiungono le Rsu - . Questo ci porterà, inevitabilmente, ad
altri taglie ad altre contrazioni». Negli ultimi 10 anni l'ospedale è passato da 480 letti agli attuali 328, più 45 di
day hospital ed i 22 di day surgery. Inoltre, la Regione per il 2013 prevede il taglio di circa 6 milioni di euro.
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Foto: L'OSPEDALE L'Istituto Giannina Gaslini alle prese con la riorganizzazione
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Gaslini, un direttore ogni due pazienti
13/03/2013
La Repubblica - Bari
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Carenza di personale, viaggio nell'ospedale. "Quasi tutti i reparti a rischio" Mancano 400 infermieri e un
centinaio di medici Dattoli: "Speriamo nella deroga"
ANTONELLO CASSANO
«QUI è peggio di Fort Apache, una fortezza assediata e con pochi soldati a disposizione». La caposala del
pronto soccorso del Policlinico di Bari non trova un'immagine migliore per descrivere le condizioni di uno dei
più grandi ospedali del Sud.
Un'azienda costretta a utilizzare metà della sua potenza effettiva per carenza di personale. Mancano circa
400 infermieri e un centinaio di medici nei trenta padiglioni che compongono il Policlinico. Una situazione
difficile che rischia di diventare esplosiva fra meno di 50 giorni, quando scadranno i contratti di 250 di
infermieri. «Eppure - è il coro unanime dei dipendenti - lottiamo ogni giorno facendo turni massacranti per
garantire la salute dei cittadini».
Nel pronto soccorso mancano 15 infermieri. Il personale è stremato da nove, dieci turni consecutivi di lavoro.
Pesante come sempre la quotidianità del reparto di rianimazione, alle prese con una carenza di 30 infermieri
e circa 7 medici. In attesa dell'inaugurazione della nuova struttura, nel vecchio reparto non c'è un solo posto
letto libero.
I pazienti sono dislocati nelle sale operatorie. «Gravissima» la situazione in neuroradiologia: «La carenza di
personale è enorme - dice il medico e rappresentante della Cgil, Stefano Andresciani - ci manca il 50 per
cento della rotazione organica. Del resto abbiamo perso negli ultimi tre anni il 16 per cento della forza lavoro
in tutto il comparto sanitario pugliese». I medici nel reparto attualmente sono dieci, ma ne servono almeno il
doppio tra le tre unità operative che hanno anche bisogno di 30 infermieri in più. «Il Policlinico è al limite dice ancora Andresciani - non può andare avanti così, perché rischia di scoppiare. Ma sembra che non
interessi a nessuno».
Problemi anche nei tre reparti di ginecologia, dove ci sono difficoltà a mantenere gli standard di rendimento
«perché ci mancano almeno 6 ostetriche», dice Massimo Marucci, anestesista interno al reparto diviso su tre
piani «che lavora con una carenza del 50 per cento del personale» afferma il primario Luigi Selvaggi.
L'elenco dei padiglioni in difficoltà è lungo e comprende chirurgia toracica, malattie infettive, pneumologia e
urologia.
Quest'ultimo è caratterizzato da una pesante carenza di organico. In nefrologia e nei due reparti di medicina
servono al più presto trenta infermieri. Altri reparti in agonia sono chirurgia generale, neurologia ospedaliera e
neurochirurgia. «Ma non dimentichiamoci che anche il Giovanni XXIII fa parte del Policlinico - dice il
responsabile provinciale della Fp Cgil, Giuseppe Monno - Il pronto soccorso pediatrico è assediato da un
improvviso incremento di prestazioni. Gli infermieri hanno accumulato una media di 80 giorni di ferie». Dal
primo maggio la situazione nel "Fort Apache" potrebbe addirittura peggiorare. Se da Roma non arriveranno le
deroghe per l'assunzione di 250 infermieri scatterà il "piano B" presentato un mese fa dal direttore generale
Vitangelo Dattoli all'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini. Un piano di riduzione del 40 per cento
dell'intera offerta sanitaria dell'ospedale. Solo così si riuscirebbe a redistribuire il personale per garantire
almeno il funzionamento dei servizi di emergenza-urgenza come i pronto soccorso e le terapie intensive. Ma
Dattoli è fiducioso: «Speriamo di ottenere le deroghe entro le prossime 48 ore».
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I numeri L'ORGANICO Sono 400 gli infermieri e un centinaio i medici che mancano all'appello all'interno dei
30 dipartimenti del Policlinico IN SCADENZA Sono 250 i contratti degli infermieri che scadranno a fine aprile
aggravando ancora più la situazione nei reparti del Policlinico IL PIANO B Il direttore generale Dattoli ha
presentato un mese fa un piano che prevede una riduzione del 40 per cento dell'intero offerta sanitaria
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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"Il Policlinico? È come Fort Apache"
13/03/2013
La Repubblica - Bari
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Foto: IL PRONTO SOCCORSO Assieme a Rianimazione, è il reparto più assediato: nel solo pronto soccorso
mancano 15 infermieri.
In alto, Vitangelo Dattoli
13/03/2013
La Repubblica - Bari
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Sei ore in attesa di un posto letto l'odissea di un malato di cuore
MARA CHIARELLI
SEI ore in attesa per un letto, per poi tornarsene a casa, nonostante una trombosi in atto. L'episodio si è
consumato lunedì scorso al Policlinico di Bari dove un barese di 71 anni ha vissuto una lunga odissea, senza
neppure riuscire, infine, ad essere sottoposto alla necessaria terapia.
L'uomo, cardiopatico, è arrivato alle 18 al pronto soccorso con alcuni sintomi gravi, tali da impedirgli di
sollevare la testa dalla barella con la quale l'ambulanza lo ha trasportato.
Dopo essere stato sottoposto alle analisi del sangue, il malato ha dovuto attendere tre ore prima di essere
accompagnato nel reparto di chirurgia dove è stato finalmente sottoposto a ecodoppler. Il medico che lo ha
visitato, ha quindi diagnosticato una trombosi in atto e ne ha consigliato il ricovero in Medicina. Ma qui sono
iniziati i veri problemi. Di posti letto nemmeno l'ombra, nonostantei tenaci tentativi del medico di turno al
pronto soccorso per trovarne uno. Per un'ora, attaccato al telefono, ha chiesto a tutti gli ospedali cittadini,
incluso le cliniche private convenzionate col servizio sanitario regionale, ricevendo risposte negative. Ha
quindi esteso la ricerca anche ai nosocomi di Bitonto, Bisceglie, Molfetta, e al Miulli di Acquaviva delle Fonti,
senza purtroppo alcun esito. Era ormai notte quando il malato, ormai stremato da tanta inutile attesa, ha
preferito metter firma e tornarsene a casa.
«Abbiamo barelle in quasi tutti i reparti di interesse medico - spiega il direttore generale del Policlinico,
Vitangelo Dattoli - Nel caso specifico, che non conosco, evidentemente non era possibile aggiungerne
ancora. Ed evidentemente, non si trattava di un caso grave.
Per quanto possibile, diamo risposta a tutti, oltre a dare piena e assoluta risposta, in ciascun reparto, alle
emergenze». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: IL RICOVERO Il Policlinico: il paziente si è presentato lunedì scorso con una trombosi in atto
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La denuncia Il paziente ha poi firmato per essere dimesso
13/03/2013
La Repubblica - Bologna
Pag. 13
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Manzoli al Rizzoli per altri 5 anni e Balduzzi lo loda
ROSARIO DI RAIMONDO
FRANCESCO Antonio Manzoli è stato riconfermato per altri cinque anni direttore scientifico dell'Istituto
ortopedico Rizzoli, carica che ricopre dal 2008. Lo ha deciso il ministro della Sanità Renato Balduzzi, d'intesa
col presidente della Regione Vasco Errani dopo che Manzoli, 74 anni, è risultato vincitore del concorso
bandito dal ministero della Salute. La sua è stata «l'unica candidatura regolarmente pervenuta» per uno dei
posti di maggior prestigio dell'istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, dove il professore di anatomia
arrivò per la prima volta nel 1982 prima di approdare alla guida dell'Istituto superiore di Sanità, nel 1989.
La commissione che ha avallato la sua riconferma ha spiegato che Manzoli «presenta una produzione
scientifica di altissimo profilo espressa nella carriera nonché eccellente esperienza e capacità manageriali»,
ed è «in possesso di eccellente capacità di organizzazione della ricerca e di lavoro di equipe, ha acquisito
esperienza lavorativa all'estero ed ha dimostrato un'eccellente capacità di relazioni con gruppi nazionali ed
internazionali».
Dopo i successi degli ultimi anni - non ultimo lo "sbarco" in Sicilia del Rizzoli con una sede a Bagheria - a
Manzoli, al direttore generale Giovanni Baldi e ai vertici dello Ior toccherà il non semplice compito di
traghettare l'istituto nella tempesta dei tagli che si abbattono anche sulla sanità bolognese e che non
risparmiano nessuna azienda sanitaria: dai costi di beni e servizi a quelli per il personale sanitario e
amministrativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Francesco Antonio Manzoli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La nomina Il direttore scientifico scelto dal ministro
13/03/2013
La Stampa - Biella
Pag. 43
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Federfarma e Asl di Biella hanno raggiunto l'accordo sui pagamenti ritardati dei farmaci alle farmacie biellesi.
L'azienda sanitaria si è impegnata a rimborsare regolarmente i soldi anticipati dai farmacisti per le ricette
rosse. Ieri in Prefettura si è riunito il tavolo di conciliazione (richiesto da Federfarma) presieduto dal prefetto
Demetrio Messineo. Presenti: Gianfranco Zulian ed Eugenio Zamperone (direttori generale e amministrativo
dell'Asl), Lelia Capozza (ufficio legale Asl), i farmacisti Renzo Friolotto, Massimo Mana e Piero Zantonelli e il
presidente dell'Associazione distributori farmaci Aldo Pesenti. Nei pagamenti l'Asl era in ritardo di un mese,
equivalente a un debito di circa 4 milioni di euro. Non è un segreto che l'azienda non riesca più a pagare
regolarmente i fornitori (non solo le farmacie) a causa della mancanza di liquidità, che dipende anche dai
tempi lunghi con cui la Regione invia i trasferimenti. «Siamo costretti a fare delle scelte cercando ogni volta di
onorare alcuni pagamenti dilazionandone altri dice Zulian -. Ho apprezzato l'intervento decisivo ed efficace
del Prefetto». Per i farmacisti, che avevano messo in mora l'Asl, la situazione era diventata insostenibile: a
loro volta non riuscivano a pagare i distributori di farmaci e rischiavano il blocco della fornitura.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Tra l'Asl e farmacie l'accordo sui pagamenti
13/03/2013
La Stampa - Savona
Pag. 49
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Ricette falsificate: la Procura ha chiuso l'inchiesta. È stata fissata, infatti, al prossimo 16 maggio davanti al
giudice Donatella Aschero l'udienza preliminare che vede imputati (le accuse sono di truffa all'Asl e falso) due
farmacisti: Maurizio Zappia, l'ex direttore e socio di Spazio Salute della famiglia Saettone (a cui facevano
capo le due farmacie di via Montenotte e Lavagnola dove si sarebbero verificate le irregolarità), e Barbara
Pessano. Claudio Saettone, il terzo farmacista che era stato indagato, è invece uscito dalla vicenda
giudiziaria: per lui, infatti, è stata disposta l'archiviazione. Secondo la ricostruzione della Procura (ma erano
stati gli uffici Asl, verificato il volume abnorme di medicinali rimborsati alle farmacie savonesi a sollevare i
primi dubbi), su una ricetta regolare che riportava ad esempio la prescrizione di una confezione del farmaco
richiesto, veniva corretta la quantità portandola a due confezioni.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Ricette falsificate La Procura chiede ilprocesso per due farmacisti
13/03/2013
Il Messaggero - Roma
Pag. 41
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Pronto soccorso a Tor Vergata una task force contro le attese
Chiara Acampora
Una squadra alla E.R. per il pronto soccorso di Tor Vergata. Il policlinico si affida a una task force per
affrontare una delle principali criticità di una delle più grandi strutture ospedaliere della Capitale. A lavorare in
team, proprio come nella celebre serie televisiva statunitense, medici e infermieri affiancati dal personale
della direzione sanitaria. La task force è stata istituita dalla Direzione con una delibera per far fronte al
sovraffollamento del pronto soccorso. Dagli ultimi dati dell'ospedale, risulta che l'attesa per un ricovero in
reparto arriva fino a 10 giorni e il numero di pazienti che attende in pronto soccorso oscilla dai 40 ai 70. La
task force ha tra i suoi compiti quello di valutare le condizioni dei pazienti in attesa al pronto soccorso,
velocizzare i loro ricoveri in reparto o le dimissioni, e facilitare i trasferimenti in altre strutture. Si tratta di un
gruppo di lavoro composto da 7/8 operatori dell'area della medicina d'urgenza e interna, che quotidianamente
deve inoltre comunicare alla direzione quale è stato il flusso di accessi al pronto soccorso e le eventuali
criticità. «La task force ha una funzione utilissima sia in termini di raccolta dati sia perché migliora la sinergia
tra reparti e pronto soccorso, ma sicuramente non può fare un miracolo - ha spiegato il direttore sanitario del
policlinico di Tor Vergata, Isabella Mastrobuono - Solo l'Asl RmB conta quasi 700mila abitanti e noi siamo
l'hub di riferimento per la cardiochirurgia, l'ictus, la cardiologia, ma abbiamo circa 80 posti letto in meno
rispetto a quanto previsto dalla Spending review oltre a una carenza di personale medico e infermieristico. E'
un problema di sistema: il rapporto tra cittadini e posti letto dovrebbe essere del 3,7 per mille abitanti, da noi è
dell'1,7. In questo quadrante, inoltre, i servizi territoriali come le Rsa e l'assistenza domiciliare integrata sono
praticamente inesistenti. Proprio recentemente abbiamo comunicato alla Regione che servirebbero 100
infermieri e 30 medici«. Per Duccio Prosperi, segretario Confsal università di Tor Vegata «la task force è un
palliativo per cercare di risolvere in parte un problema insormontabile, ma servirebbero più risorse. Il
policlinico di Tor Vergata serve un territorio molto ampio e il numero dei posti letto, come anche del personale
che ci lavora, non è congruo».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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EMERGENZE
13/03/2013
Il Messaggero - Roma
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Allarme sale operatorie «Nuove ma utilizzate poco»
La denuncia di un sindacato di base dell'ospedale S. Eugenio LA DIREZIONE SANITARIA SPIEGA CHE SI
LAVORA PER USARE AL MEGLIO TUTTE E TRE LE STANZE
Camilla Mozzetti
Avere a disposizione delle moderne sale operatorie e utilizzarle pochissimo. E' il caso dell'ospedale
Sant'Eugenio dove, nel 2008, sono terminati i lavori di ristrutturazione di tre sale chirurgiche. Furono spesi
circa cinque milioni di euro per impiantare anche tecnologie di ultima generazione che permettevano, ad
esempio, interventi di videolaparoscopia senza la necessità di incidere l'addome, ma utilizzando semplici
telecamere collegate a monitor. «Dal 2008 a oggi, invece di compiere migliaia di interventi ne sono stati fatti
cento l'anno», dice Rocco Truglia, infermiere e rappresentante del Sindacato unitario di base dell'Asl Roma
C, di cui fa parte il Sant'Eugenio. «Parlano di contenere i costi della sanità - prosegue il sindacalista - ma chi
doveva controllare non l'ha fatto, permettendo di investire ingenti somme di denaro in riqualificazioni
destinate a morire». RISTRUTTURAZIONE All'ospedale Sant'Eugenio quelle sale operatorie furono chiuse
nel 2006 quando si decise di ristrutturarle. Poi fu realizzato anche un nuovo blocco di cinque sale operatorie
con annessa terapia intensiva. Ora, però, si hanno otto sale operatorie di cui tre sono utilizzate «quando
capita». «Se quelle sale fossero utilizzate seriamente - spiega Truglia - si potrebbero compiere circa 4mila
interventi l'anno riducendo di molto le liste d'attesa e, invece, assistiamo alla continua diminuzione di posti
letto e di lavoratori». A gravare su questo anche il blocco del turn-over. Per rendere funzionanti le sale serve
personale medico e infermieristico. Ma i problemi dell'ospedale romano non finiscono qui: il sindacato fa
anche sapere che il centro oncologico del nosocomio sta per essere chiuso. LA REPLICA «Non è vero che
tutte e 3 le sale operatorie sono sottoutilizzate», spiega il dg dell'Asl Roma C, Antonio Paone. «Una di loro
sarà riconvertita in sala parto dopo la ristrutturazione del reparto di ginecologia nel quale non è stata
reinserita una sala operatoria, necessaria. Per le altre stiamo lavorando per poterle usare, ma dobbiamo
anche fare i conti con quello che ci impongono dalla regione Lazio, se non abbiamo il personale come si fa a
metterle a regime? Qua si parla di ridurre e mai di riorganizzare», dice il direttore, che aggiunge: «Per quanto
riguarda l'oncologia medica, questa sta funzionando regolarmente, ma nel piano, rimasto appeso, della
programmazione regionale era stata paventata la possibilità di sopprimere l'unità operativa complessa
lasciando attiva solo quella semplice».
Foto: L'ingresso dell'ospedale Sant'Eugenio, nella zona dell'Eur
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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IL CASO
13/03/2013
Il Messaggero - Marche
Pag. 38
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Ciccarelli: «Sanità, gli esuberi sono 450» «Con 188 milioni in meno ai sindacati chiediamo massima
collaborazione»«I PICCOLI OSPEDALI TRASFORMATI IN CASE DELLA SALUTE AVRANNO UN
PRESIDIO MEDICO APERTO 24 ORE SU 24» L'INTERVISTA ANCONA I sindacati sono in rotta con la
Regione per la riforma sanitaria che fatica a vedere la luce. Hanno indetto una manifestazione di piazza per il
25 marzo dove rivendicheranno le proprie ragioni. Il direttore generale Asur Piero Ciccarelli interviene a
difesa di una riorganizzazione che lo ha visto in prima linea negli ultimi anni. Ciccarelli, i sindacati affermano
che non avete un progetto d'insieme per il comparto. Cosa replica? «Ce n'è più di uno, di progetto. I sindacati
lo sanno bene. Sono stati coinvolti nell'intero percorso di riforma, che ha portato a definire le linee generali
della nuova rete di emergenza, della riconversione dei piccoli ospedali, del taglio dei posti letto». Cgil, Cisl e
Uil protestano proprio perché sul tavolo ci sono solo principi generali e non si sa dove si andranno a tagliare i
551 posti letto indicati dalla Regione. «Mettiamoci d'accordo. I sindacati confederali protestano, ma le loro
Rsu sul territorio ci dicono che non possiamo decidere tutto sul tavolo regionale. Infatti noi sul tavolo
regionale abbiamo trattato i principi generali, i dettagli li definiremo negli incontri nelle Aree Vaste che
cominceranno a breve». Intanto avete varato la lista dei 13 piccoli ospedali da riconvertire. Quali
diventeranno strutture diurne e quali presìdi h24? «Tutti i piccoli ospedali avranno un medico che opera dalle
8 alle 20 e una guardia medica che opera in orario notturno. Queste strutture saranno Case della salute con
medici di medicina generale chiamati ad assistere le patologie croniche dell'anziano come broncopatie,
scompensi cardiaci, asma e diabete». Che altre funzioni avranno? «Manterranno le funzioni specialistiche,
sia ambulatoriali che ospedaliere. Potranno essere effettuati interventi programmati, ma non di urgenza.
Inoltre, in aggiunta alla guardia medica, ci sarà un medico dipendente. E ogni presidio avrà una Msa, vale a
dire un mezzo di soccorso con medici e infermieri». La lungodegenza sarà presente in tutti e 13 gli ospedali?
«No. Solamente in alcuni. Non posso ancora dire in quali». A quando le scelte nero su bianco e il via libera al
riassetto? «Il prima possibile. Dobbiamo chiudere in equilibrio finanziario il 2013, è necessario partire presto.
Siamo già in ritardo, il Governo rispetto al 2011 trasferisce 188 milioni in meno. Per questo chiedo ai sindacati
la massima collaborazione. Abbiamo molte proposte in campo. Come il potenziamento della rete di
emergenza sul territorio e delle novità sulle guardie mediche». Sarebbe? «Le guardie mediche verranno
spostate dalle loro sedi periferiche ai 118, garantendo una maggior efficienza del sistema di soccorso. Le
Marche hanno proposto per prime questo modello. La Conferenza Stato-Regioni ci ha seguito». I sindacati
sono preoccupati per ulteriori tagli al personale. Quanti lavoratori del comparto rischiano nel 2013? «Il
Governo ci obbliga a tagliare 18 reparti, o unità operative complesse equivalenti. Ognuna di queste ha 1
primario, 5 medici, 12 infermieri, 6 operatori sociosanitari e 1 capo sala». Sono 25 dipendenti. Moltiplicati per
18 reparti fanno 450 lavoratori da mandare a casa nel 2013. «Purtroppo i numeri sono suppergiù quelli. Ma
dovendo risparmiare 18 milioni, se si fanno uscire più primari il computo risulta molto più basso. Comprendo
le preoccupazioni dei sindacati, ma loro devono capire che remiamo tutti dalla stessa parte e che nella
riorganizzazione i lavoratori verranno utilizzati in maniera più adeguata». Altra richiesta dei sindacati:
conoscere gli obiettivi della Regione per contenere liste di attesa e mobilità passiva. «Sono temi da trattare in
maniera approfondita, che trarranno comunque giovamento dalla riorganizzazione. Ma vorrei precisare che le
liste di attesa sono causate soprattutto dalla domanda inappropriata di prestazioni, che in alcuni casi supera il
50%. E' un problema culturale sul quale dobbiamo lavorare tutti insieme». Gianluca Cionna ©
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Ciccarelli: « Sanità , gli esuberi sono 450»
13/03/2013
Il Messaggero - Pesaro
Pag. 37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Nuove farmacie La carica dei trecento Una marea di domande per il bando che prevede l'apertura di 17 punti
vendita IN PROVINCIA Settore farmaceutico in rinascita? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dalle
candidature presentate in occasione del concorso straordinario per l'apertura di nuove farmacie stabilita
dall'articolo 11 del decreto Salva Italia. Alla scadenza del 25 febbraio le richieste per assicurarsi una delle 17
nuove sedi farmaceutiche assegnate alla provincia di Pesaro-Urbino superavano abbondantemente le 300
unità: più della metà, come consentiva dal regolamento, sono state presentate in forma associata da parte di
due o più professionisti. Non semplice sapere quanti siano i pesaresi in lizza, anche perché le domande
potevano essere presentate in più regioni italiane. Secondo il presidente dell'Ordine provinciale dei farmacisti,
Romeo Salvi, sono certamente diverse decine, ma sempre troppo poche per andare incontro all'esigenza di
dare spazio ai giovani: «Non c'è da meravigliarsi di un numero così alto di richieste. Si tratta infatti di un dato
che, da un lato, rispecchia la relativa facilità di partecipazione al concorso, e dall'altro, fotografa il particolare
momento di crisi che vive il mondo del lavoro». Il boom di aspiranti farmacisti è peraltro in linea con il dato
marchigiano: secondo la statistica stilata su scala nazionale dall'Utifar (Unione Tecnica Italiana Farmacisti), le
Marche sono la regione nella quale sono state presentate più domande in proporzione alle sedi disponibili (in
media 19,68 richieste ogni nuovo esercizio di vendita), seguita dall'Emilia-Romagna (18,59) e Toscana
(15,80). Eppure lo scenario in cui si inseriranno i nuovi titolari non sembra del tutto favorevole, poiché le
nuove farmacie risultano collocate in zone e comuni di ridotta appetibilità commerciale, in aree
prevalentemente collinari o montane del territorio. L'altra incognita, per chi ambisce alla vittoria, è
l'investimento iniziale: da un minimo di 200mila euro fino a 300mila euro e oltre. Si.Spa. © RIPRODUZIONE
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Nuove farmacie La carica dei trecento
12/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 4
(diffusione:165207, tiratura:206221)
«Ausl e Policlinico, 600 posti a rischio I più colpiti saranno gli infermieri»
«LA SANITÀ bolognese? Versa già in una situazione drammatica - sbotta Pino Chiarelli, responsabile sanità
di Fp-Cgil -. Ed è su queste premesse che vorrebbero tagliare ancora, indiscriminatamente». È uno stato di
crisi in piena regola quello convocato ieri nella sede regionale della Cgil, per fare il punto sulla sanità
bolognese in vista dei nuovi piani di tagli previsti per il 2013. I dati forniti dal sindacato, d'altronde, non sono
per nulla entusiasmanti: dei 260 milioni di euro di risparmi che la spending review vorrebbe in tutta la regione
per il 2013, circa 60 milioni sono pronti a colpire città e provincia. Di questi, 6 milioni riguarderebbero il
personale, con una perdita di posti di lavoro che in via Marconi stimano in 600 su 14 mila dipendenti totali di
Ausl e Policlinico Sant'Orsola. «Con un'aggravente - aggiunge Michele Vannini, segretario di Fp-Cgil -. A
sparire saranno soprattutto i posti per infermieri (meno 75 unità nel 2012; ndr) e per il personale
assistenziale». Ed è proprio tra gli Oss (operatori socio sanitari), che si riscontrerebbe la vera emorragia:
meno 75 operatori nel triennio 2009-2011 e altri 106 nel 2012. «Cifre a cui vanno sommate anche gli oltre
400 posti di lavoro che si sono volatilizzati durante l'anno a fronte delle 142mila 834 ore di lavoro saltate per
maternità, malattia e aspettative». Veri buchi in un sistema su cui «già da 4 anni grava il blocco del turnover». IN UN contesto del genere, osserva Mario Iavazzi (Fp-Cgil), «molti servizi ai pazienti semplicemente
spariranno per inerzia. Peccato che la stessa cosa non avverrà nei piani alti. Visto che al Sant'Orsola a fronte
a 33 dirigenti andati in pensione nel 2012, ne sono subentrati 38». Altro fronte 'caldo' è poi quello delle
consulenze. «È vero, sono state tagliate - ammette Marco Baldo, rappresentante sindacale in Ausl - eppure
dei 3 milioni e 200 mila euro che ogni anno diamo ancora a professionisti esterni, ben 2 milioni coprono
consulenze superiori ai 30mila euro. Qualche caso eclatante? Abbiamo dato 68mila euro a un esperto
incaricato di ridurre le spese, e altri 98mila a un responsabile per la formazione. Ma se sono tutti docenti
universitari...». Situazioni critiche anche all'Istituto ortopedico Rizzoli e nelle cliniche convenzionate, che
vedranno ridurre il loro budget del 25%. «Chiediamo un piano economico-organizzativo - dice Danilo Gruppi,
segretario provinciale Cgil -, su cui ragionare per il futuro della sanità bolognese. Che vogliamo resti
un'eccellenza». Simone Arminio Image: 20130312/foto/1061.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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L'ALLARME DELLA CGIL
12/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Pag. 14
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Per le farmacie le regole non sono chiare
TELECAMERE PARTITE, problemi fermi. Da ieri mattina alle otto non è cambiato nulla rispetto alle
preoccupazioni sollevate da commercianti e associazioni. Da una parte il Comune che ha deciso di "sbarrare"
la ztl col telecontrollo dopo anni di indifferenza alle regole. Dall'altra chi non manca mai di ripetere che serviva
un inizio più "gentile" con fasce orarie ad accesso libero per non bloccare il centro storico. Le due posizioni
non si sono incontrare (lo faranno?), tuttavia ad accensione avvenuta si scopre che il vero ostacolo (il primo)
sembra arrivare da un altro fronte. LA SCARSA conoscenza dell'ordinanza sindacale. Gli automobilisti in
piazza ieri chiedevano da che parte passare e come muoversi per non incorrere in sanzioni. «La maggior
parte - spiega un vigile - sono coloro ai quali l'autorizzazione è stata solo rinnovata». Quelli insomma che
dovrebbe sapere meglio che cosa è permesso è che cosa non lo è. Dietro a questo ci sono poi gli aspetti più
tecnici ancora da limare. Come le urgenze e i numeri utili da contattare. Le prime osservazioni fatte vertono
sulle farmacie di turno e sull'accesso dei non autorizzati. Un caso che sembrava risolto presentando la ricetta
medica in Comune il giorno successivo. E che adesso, alla luce delle norme sulla privacy dei pazienti,
necessitano di un altro modo di procedere, come la verifica presso il farmacista da parte degli uffici comunali,
già giudicata una soluzione poco pratica. MA NON è l'unico dei piccoli dubbi che potrebbero sorgere. C'è
infatti anche la richiesta dei bar di estendere alla categoria il permesso di accesso nei giorni festivi, al
momento limitato ai soli ristoratori. Misura ritenuta più giusta e più compatibile con la liberalizzazione degli
orari di negozi e attività. e. m.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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PROBLEMI COME DEVONO FARE COLORO CHE HANNO URGENZA?
12/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 4
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La titolare della sede di via Mattei contro Regione e Comune
QUELLO della farmacia di viale Mattei è solo l'ultimo di una serie di ricorsi al Tar messi in atto dai titolari di
farmacie private contro la delibera della giunta che ha recepito la nuova pianta organica e quindi indicato le
sedi delle nuove farmacie che potrebbero insediarsi nel nostro territorio a seguito del decreto sulle
liberalizzazioni. A Ravenna sono ormai una mezza dozzina i ricorsi al Tar depositati. Saranno 8 le farmacie
che potranno aprire nel nostro comune: il 'concorsone' per titoli assegnerà le nuove sedi. Domenico Dal Re,
presidente dell'ordine dei farmacisti, perché questi ricorsi al Tar? Il concorsone fa così paura? «Diciamo che
in un momento difficile per tutte le attività, le farmacie non è che facciano eccezione. Ed è comprensibile
come, nuove aperture, possano allarmare chi già ha una farmacia avviata e magari deve fare i conti con tutte
le difficoltà del periodo. Però non conosco il contenuto dei ricorsi e preferisco non entrare nel merito». È stato
stabilito quando si terrà il concorso che assegnerà le nuove sedi? «Le domande di partecipazione potevano
essere presentate, per l'Emilia Romagna, entro il 26 febbraio. Non è ancora stata stabilita la data ma io
ipotizzo circa 6-8 mesi per l'espletamento». A quel punto i farmacisti che attualmente lavorano in città faranno
bene a preoccuparsi. Le farmacie apriranno? «In realtà credo che diverse preoccupazioni svaniranno. A mio
avviso le nuove farmacie, quelle le cui sedi saranno assegnate col concorsone, non saranno aperte nel breve
periodo e forse non verranno nemmeno tutte aperte. Il nostro settore soffre, come gli altri. E l'investimento
per aprire un'attività è importante: certamente dell'ordine delle centinaia di migliaia di euro. Visti i bilanci
attuali non vedo la corsa di privato ad investire. O almeno ci si pensa bene. Specialmente se non ci sono le
richieste dal mercato, che è già ampiamente coperto». Ma al concorso per la farmacia di Santerno, la scorsa
estate, hanno partecipato in centinaia. L'appeal resiste? «Certo ma partecipare non vuol dire essere disposti
ad aprire nel giro di breve tempo. Santerno era una zona 'appetibile' ma, ad esempio ancora non è stata
aperta quella farmacia». La liberalizzazione delle licenze che è stata prevista dal decreto governativo arriva in
un periodo di difficoltà, che registra anche il calo della spesa farmaceutica ad esempio. Come vedete il
futuro? «Le farmacie offrono un servizio pubblico ed è chiaro che se non riescono a sostenersi per qualche
motivo sarà necessario intervenire. A Ravenna abbiamo investito molto, offendo diverse nuove possibilità:
dalla prenotazione al Cup alla distribuzione dei farmaci, al farsi carico di servizi, anche ionerosi, ma importanti
per i cittadini».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Nuove aperture, un altro ricorso al Tar
12/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Imola
Pag. 12
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Farmaci equivalenti, il primo dei vantaggi è il calo dei costi
UN FARMACO equivalente (o 'generico' come erano denominati in passato) è un medicinale assolutamente
intercambiabile con il farmaco di marca di riferimento, ma costa meno. «Il medicinale equivalente contiene un
principio attivo non più coperto da brevetto - spiega la dottoressa Silvia Gambetti, farmacista e direttore della
Unità operativa Assistenza Farmaceutica dell'Ausl di Imola -. È esattamente sovrapponibile al prodotto
'griffato' da cui deriva, si assume alle stesse dosi, con le stesse modalità e per le stesse indicazioni
terapeutiche. La qualità dei medicinali equivalenti è garantita dall'ente nazionale deputato: l'AIFA (Agenzia
italiana del Farmaco). Il vantaggio degli 'equivalenti' consiste sia nel poter disporre di farmaci con profilo di
sicurezza ed efficacia consolidato nel tempo, sia nel risparmio economico, compreso tra il 20 e il 50 per cento
rispetto alla specialità da cui deriva». Il minor costo è motivato dal fatto che le aziende produttrici di farmaci
generici/equivalenti non devono recuperare le spese sostenute per la ricerca effettuata dalle Industrie
farmaceutiche che hanno creato il farmaco di marca. Considerando che la sola Ausl di Imola, nel 2012 ha
sostenuto una spesa di oltre 18 milioni di euro per le prescrizioni erogate dalle farmacie aperte al pubblico e
oltre 14 milioni di euro per i medicinali erogati in Ospedale e strutture convenzionate, si può facilmente
comprendere come, per il Servizio sanitario regionale, il minor costo del medicinale equivalente si traduce in
un migliore utilizzo delle risorse. Il recupero economico sulla spesa di alcuni gruppi di farmaci, potrebbe
essere reinvestito, ad esempio in migliori servizi erogati a tutta la popolazione per assicurare ai cittadini
maggiori benefici per la salute. SAPPIAMO BENE che, fin dal 2001, la differenza del costo della prescrizione
di un farmaco 'di marca' rispetto all'equivalente a brevetto scaduto è a carico dei cittadini. Poiché utilizzare gli
equivalenti garantisce efficacia e sicurezza a un costo inferiore per l'individuo e la società possiamo affermare
con convinzione che «equivalente è meglio». «Ogni volta che assumiamo un medicinale - continua la
dottoressa Gambetti - dobbiamo considerare, oltre ai benefici, gli inevitabili rischi che esso comporta. I
farmaci devono essere utilizzati solo in caso di effettiva necessità e secondo le precise indicazioni del
prescrittore che conosce tutta la nostra storia clinica e il nostro stato di salute».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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CARLINO SALUTE
13/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Per i malati di Alzheimer ora le visite diventano bimestrali
UNA NUOVA complicazione per le famiglie con malati di Alzheimer a carico. Con il nuovo anno, infatti, è
entrata in vigore una novità burocratica. L'aggiornamento del Piano Tariffario che negli ultimi anni era già
passato da "ogni 12 mesi" a "ogni 6" ora è calato ulteriormente ed ha validità bimestrale. Ciò significa che i
malati di Alzheimer residenti in tutti i comuni dell'Area Vasta devono essere portati, ogni 60 giorni, al centro
Uva di Fano (Unità di Valutazione Alzheimer) per la visita specialistica che gli consente di poter avere
gratuitamente la cura. Altrimenti dovranno provvedere a proprie spese all'acquisto dei farmaci, abbastanza
costosi ma soprattutto difficili da trovare. «DA GENNAIO per le persone affette da Alzheimer e da demenza
senile il Piano Terapeutico non va più aggiornato ogni sei mesi ma ogni due. Ciò crea notevole disagio al
malato e alle famiglie, oltre ad essere un aggravio dal punto di vista economico». E' la denuncia dell'
assessore ai Servizi Sociali di San Costanzo Gabriella Gioli, che il disagio lo conosce sulla propria pelle
avendo un padre 88enne malato di Alzheimer. «La prescrizione di alcuni farmaci ad alto costo per malati
cronici richiede la redazione di un Piano Terapeutico da parte dei medici specialisti del centro Uva di Fano spiega -. Questo piano terapeutico autorizza i medici di famiglia a rilasciare agli assistiti le ricette per ritirare in
farmacia i medicinali idonei ad effettuare le cure a domicilio con onere a carico del Servizio Sanitario
Nazionale. Il paziente, quindi, ora deve essere accompagnato ogni due mesi a Fano con un notevole disagio
per la famiglia. Sono infatti disabili al 100% e devono essere accompagnati con mezzo idoneo (l'ambulanza
sarebbe ottimale): immaginatevi i pazienti da Pergola, San Lorenzo in Campo, Piagge, San Costanzo... solo
chi ha in casa una persona anziana affetta da questa patologia sa cosa significa prepararla, lavarla, vestirla e
accudirla per farla uscire». Le visite per il rinnovo del Piano terapeutico poi, generalmente, durano pochi
minuti. «A me spiace dirlo - conclude - però siccome sono andata diverse volte e mi sono lamentata del
disagio, mi sono sentita rispondere "signora, se non vuole portare suo padre... il farmaco costa poco". Ecco,
io infatti ora l'ho trovato in farmacia e l'ho comprato, però non è giusto perché ci sono famiglie che non se lo
possono permettere in questo momento di crisi. In più nelle farmacie non si trova tanto facilmente». Una
confezione di pillole che ostacolano la perdita di memoria costa dai 12 in su. Alcuni pazienti ne prendono
anche tre al giorno. Tiziana Petrelli Image: 20130313/foto/7105.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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SANITA' UN DISAGIO CHE STA PROVOCANDO PROTESTE. SE NE FA PORTAVOCE L' ASSESSORE DI
SAN COSTANZO GABRIELLA GIOLI
13/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Imola
Pag. 3
(diffusione:165207, tiratura:206221)
A Sasso Morelli la metà delle ricette è elettronica
A una sola settimana dalla sua introduzione, sono già «confortanti» i dati relativi alla ricetta elettronica.
Nell'Antica Farmacia Mongardi di Sasso Morelli, che assieme alla comunale Cavour di Imola e a quella
Dell'Ospedale di Castel San Pietro aderisce alla sperimentazione, solo la metà delle prescrizioni arrivano
infatti sul tradizionale foglio bianco e rosso. Il resto degli utenti si è già fatto coinvolgere dalla novità. A dirlo è
Alessandro Magnani, referente imolese di Federfarma, che in una nota sottolinea come i medici siano «già a
buon punto con il recepimento delle nuove modalità prescrittive». Dal canto loro, dalla farmacia Mongardi
fanno sapere che «ci sono tante piccole criticità che rallentano il procedere dell'esitazione del farmaco, ma
considerando che siamo nella fase iniziale era prevedibile». Come noto, sono attualmente tre le farmacie sul
territorio dell'Azienda sanitaria imolese a procedere con tale sperimentazione. «A queste va la riconoscenza
di Federfarma per aver fatto da testa di ponte per questo cambiamento epocale», aggiunge Magnani. In
totale, sono 20 i punti vendita sparsi lungo tutto il Paese che al momento stanno sperimentando la ricetta
elettronica.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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IN FARMACIA
13/03/2013
QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Pag. 14
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Sanità al veleno, botta e risposta tra centrodestra e Costamagna
SI TIRA fuori dal tavolo comunale sulla sanità il centrodestra e recepisce il dictat di Ottavio Brini (Popolo della
libertà) che aveva pronunciato il de profundis per l'iniziativa istituzionale voluta da Ivo Costamagna,
presidente del consiglio comunale. L'opposizione elenca quelle che ritiene 'pecche' della sanità civitanovese:
«Il pronto soccorso è inefficiente e senza primario. La chirurgia e l'urologia stanno in locali inadeguati mentre
altri spazi sono inutilizzati. La pediatria non ha ancora iniziato l'attività h. 24. Il servizio di anestesia è senza
primario e in difficoltà per la mancata riorganizzazione. A queste problematiche e ad altre ancora - attacca
l'opposizione - vogliamo risposte subito. Se sindaco e giunta sono in grado di darle insieme agli interlocutori
che contano, politici e funzionari della Regione, allora chiamateci e saremo presenti altrimenti non perdiamo
tempo». Costamagna non ha dubbi: «Vedremo se l'ordine dato da Brini verrà accettato passivamente dai
consiglieri del centrodestra che avevano dato la loro adesione ai tavoli istituzionali. Ma quello dell'ex
presidente delle Farmacie è un atto grave che indebolisce la politica civitanovese e finisce per colpire gli
interessi dei cittadini di Civitanova sulla difesa dell'ospedale. Se lo faranno - conclude il presidente del
consiglio comunale civitanovese - se ne assumeranno la responsabilità».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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POLITICA/1
13/03/2013
Il Secolo XIX - Imperia
Pag. 21
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Cambia sede la farmacia dell'ospedale
SANREMO. A partire da domani, giovedì 14 marzo, lo sportello di distribuzione di farmaci dell'ospedale di
Sanremo, attualmente collocato nella farmacia situata sotto il reparto di Rianimazione, sarà trasferito al piano
-1, sotto la portineria. Lo rende noto l'ufficio relazioni con il pubblico dell'Asl 1 Imperiese. Lo spostamento
dello sportello della farmacia si è reso necessario a causa dei lavori, tuttora in corso, per la realizzazione del
nuovo pronto soccorso del Borea, e per rendere più semplice e agevole l'accesso ai cittadini che ritirano
regolarmente i farmaci all'ospedale di Sanremo. La distribuzione diretta dei farmaci avverrà tutti i giorni feriali,
dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 14.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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AL BOREA
13/03/2013
L Unita - Bologna
Pag. 27
(diffusione:54625, tiratura:359000)
Fondi alle private, Pdl: «No ai seggi nelle scuole»
Niente seggi nelle scuole, per far votare i Bolognesi al referendum del 26 maggio sui finanziamenti pubblici
alle materne private. È quanto chiede il Pdl a Palazzo d'Accursio. «Spero che le scuole non chiudano il lunedì
successivo al referendum», dice la presidente della commissione Affari generali in Comune, Valentina
Castaldini. «Visto che si tratta di una consultazione sulle scuole sarebbe folle penalizzarle ulteriormente aggiunge la consigliera -, sono già rimaste chiuse per le elezioni». Castaldini chiede allora di usare per i seggi
«uffici comunali e altre sedi, come fu fatto nel 1997» in occasione del referendum sulle farmacie comunali e il
progetto di Bofill per la stazione Fs. Per il resto, confida la berlusconiana, «mi rassicurano le parole del
sindaco. A questo punto c'è una indicazione chiara anche sul dopo-referendum. Se l'idea è "non uno di
meno", non vedo come si possano diminuire le convenzioni». Peraltro, il «referendum ci costa già 500mila
euro, cioè la metà di un anno di convenzioni con le paritarie».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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LA POLEMICA
12/03/2013
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Pag. 6
(diffusione:48275, tiratura:63756)
« Farmacia a S. Pio da quando il via?»
n Con l'istituzione di una nuova farmacia nel quartiere S. Pio si realizza un servizio essenziale che
sicuramente migliorerà la qualità di vita dei residenti. Il consigliere comunale Massimo Maiorano (Pd), in
commissione qualità dei servizi ha chiesto di conoscere i tempi previsti per l'insediamento di tale servizio
tenuto conto che la giunta comunale ha da tempo approvato la delibera che individua la Nuova Farmacia
proprio nel territorio di S. Pio.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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IL CONSIGLIERE MAIORANO
13/03/2013
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia
Pag. 9
(diffusione:48275, tiratura:63756)
Farmacia visitata da rapinatori
Colpo alla «Giuliani» in via Minuziano, ad agire in pieno giorno due malviventi
l SAN SEVERO. Nuovo raid dei rapinatori. Questa volta, nel mirino di una coppia di malviventi è finita la
farmacia Giuliani in via Minuziano, in pieno centro e in un orario in cui pedoni e automobilisti affollano l'arteria.
È successo lunedì, alle 17.40 circa, quando due malviventi, con il volto travisato e armati di pistola, hanno
fatto irruzione all'interno del locale intimando alla titolare di consegnare l'incasso della giorn at a . Uno dei due
rapinatori con un balzo è arrivato nei pressi del registratore di cassa puntando l'arma contro la vittima: sono
seguiti secondi di paura con la pistola puntata sulla faccia della farmacista. Da un tatuaggio prettamente
femminile sulla schiena del malvivente che ha saltato sul bancone c'è da pensare che ad agire sia stata una
rappresentante del gentil sesso. Tesi comunque al vaglio degli investigatori. Presi i 150 euro contenuti, la
coppia si è data alla fuga dileguandosi nelle stradine limitrofe alla farmacie. Subito dopo sul psoto è
intervenuta una "vo l a n t e " del locale commissariato che ha avviato le indagini nel tentativo di identificare i
rapinatori. Un aiuto potrebbe essere fornito dai filmati dell'impianto di videosorveglianza della farmacia che
hanno immortalato ogni istante del colpo. Riprese ora al vaglio degli inquire n t i .
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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IRRUZIONE RIPRESA DALL'IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA, SUL CASO INDAGA LA POLIZIA
12/03/2013
QN - La Nazione - Grosseto
Pag. 5
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Grana legale sui concorsi «Ora il caso in Consiglio»
SI AGGIUNGE un nuovo capitolo alla vicenda della farmacia comunale di via Civitella Paganico, nata tre anni
fa e che, a differenza delle altre del territorio comunale che sono gestite dalla società Farmacie comunali
riunite, è l'unica gestita dal Comune. Una realtà nell'ultimo periodo sotto i riflettori e al centro del dibattito
politico. La querelle è legata alla scadenza dei tre contratti a tempo determinato (fino al 31 gennaio), all'esito
dei concorsi per direttore e per dipendente e all'intero iter di selezione. Adesso la vicenda si fa ancora più
intricata. Ieri il capogruppo consiliare di Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale e presidente della V
commissione consiliare, Pier Francesco Angelini, ha spiegato le novità. «Domenica pomeriggio ho ricevuto
per conoscenza da uno studio legale di Perugia una mail che aveva come destinatario principale il sindaco
Bonifazi. Uno dei partecipanti, risultato poi escluso alla prova del due febbraio, si è affidato allo studio legale
che ha chiesto l'annullamento in autotutela e la sospensione della graduatoria dei concorsi del 15 gennaio e
del 2 febbraio, pena il ricorso all'autorità giudiziaria. Dopo questa mail di diffida al Comune, in qualità di
presidente della V commissione, ritengo sia opportuno fermare i lavori relativi alla farmacia: mi adopererò ricorda Pier Francesco Angelini - affinché la questione sia portata in Consiglio comunale».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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FARMACIA COMUNALE
13/03/2013
QN - La Nazione - Lucca
Pag. 11
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Farmacie sul piede di guerra contro il Comune: è sciopero
PIÙ ORE di lavoro, meno salario uguale sciopero. Questa mattina i lavoratori dell'azienda «Alliance Farmacie
Comunali di Lucca» costituiranno un presidio contro un regolamento unilaterale che andrebbe a peggiorare le
condizioni economiche e normative dei dipendenti. «Gli incontri in prefettura, a cui erano state convocate
tutte le amministrazioni comunali, si è rivelato una vittoria per il sindacato e per i lavoratori - sottolineano
Massimiliano Bindocci della Filcams Cgil Lucca, Giampiero Guidi della Fisascat Cisl e Giovanni Sgro della
Uiltucs Uil -. Un successo quasi pieno in quanto le istanze da noi proposte sono state accolte da quasi tutte le
amministrazioni che hanno deciso di differire l'applicazione del regolamento unilaterale che Assofarm
propone continuando ad applicare il CCNL. Di dieci amministrazioni solo due si sono tirate indietro: il Comune
di Lucca e quello di Altopascio, dove oggi si terrà lo sciopero». I sindacati prevedono la 'serrata' pressoché
totale ad eccezione della farmacia 24 ore della stazione. «La situazione vede l'azienda lucchese nel
panorama delle farmacie comunali essere la più indisponibile insieme a quella del Comune di Altopascio ribadiscono le organizzazioni - rispetto ai diritti dei lavoratori ed al trattamento degli organici. Dopo la
privatizzazione fatta dalla giunta Fazzi abbiamo registrato una forte riduzione occupazionale ed una gestione
dove il ruolo del Comune non si è fatto sentire».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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PROTESTA OGGI LA SERRATA: «DIRITTI DEI LAVORATORI, L'AMMINISTRAZIONE SI E' TIRATA
INDIETRO»
13/03/2013
Brescia Oggi
Pag. 20
(diffusione:16000)
I volontari consegnano le medicine a domicilio
L´amministrazione comunale di Gottolengo con il «Gruppo Impegno Cultura e Sport Anziani», forti
dell´esperienza di un rapporto consolidato di iniziative solidaristiche di volontariato, rivolte in particolare alla
fascia anziana della popolazione, grazie anche alla disponibilità della Farmacia Benazzi di Gottolengo, hanno
sottoscritto un progetto chiamato «Pillole di Solidarietà». «L´iniziativa - spiegano in Comune - è rivolta ad
anziani ultrasettantenni non autosufficienti e privi di parenti prossimi in grado di provvedere alla loro
assistenza. Il supporto pratico operativo che concretizza il Progetto può essere esteso a cittadini non
ultrasettantenni affetti da gravi patologie invalidanti e/o gravati da serie problematiche, valutate dall´assistente
sociale del Comune. Il Gruppo è la parte attiva dell´iniziativa progettuale, e garantirà la disponibilità
organizzativa di volontari reperibili e contattabili telefonicamente». L´Amministrazione comunale da parte sua,
si fa carico di fornire i mezzi necessari (automezzi, telefono cellulare) e di pubblicizzare l´iniziativa tra la
cittadinanza, informando direttamente i medici di base. In pratica, il volontario incaricato si attiva per il ritiro
della ricetta al domicilio dell´utente o del medico curante e, dopo aver reperito i medicinali alla Farmacia
Benazzi provvede alla consegna. Nulla è dovuto dall´utente per il servizio svolto, se non il denaro contante,
necessario all´acquisto del farmaco e/o per il pagamento del ticket, consegnato al volontario all´atto del ritiro
della ricetta. L´assessore ai servizi sociali Alberto Agazzi e l´assistente sociale sono le figure di riferimento a
cui rivolgersi nel periodo di «rodaggio» nel caso insorgano problematiche o controversie.G.B.M. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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GOTTOLENGO. Progetto «Pillole di solidarietà»
13/03/2013
Brescia Oggi
Pag. 21
(diffusione:16000)
Anno d´oro per la farmacia pubblica che consegna medicine a domicilio
Davide Cornacchione con lo staff La «prima farmacia comunale» di Carpenedolo, a un anno dalla sua
inaugurazione, ha già conquistato le abitudini delle famiglie. Voluta fortemente dall´amministrazione
comunale guidata da Gianni Desenzani e gestita dalla Carpenedolo Servizi, grazie al direttore di farmacia
Davide Cornacchione e al suo staff di collaboratori, si tratta ormai di una realtà sociale ed economica ben
radicata nella cittadina dei carpini. «Il merito di questo successo - sottolinea Cornacchione - è da attribuire
soprattutto ai servizi che proponiamo: un ampio orario di apertura, compresa l´intera giornata del sabato, la
consegna gratuita a domicilio dei farmaci, la misurazione della pressione o del colesterolo e uno sconto del
10% su tutti i farmaci da banco». Oltre all´importante contributo economico per le casse comunali derivante
dal canone di concessione e dall´affitto, la farmacia svolge anche un ruolo sociale di rilievo. Il 25 marzo alle
20.30 è previsto un incontro sulle «riniti allergiche e pollinosi». L.CAST. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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CARPENEDOLO. Benefici per il Comune grazie a concessione e affitto
13/03/2013
Brescia Oggi
Pag. 23
(diffusione:16000)
Sulla vendita della farmacia si scatena la «guerra di cifre»
Il Comune di Iseo: fa ancora discutere la vendita della farmacia La Fondazione Guerini, acquistando per
290mila euro la farmacia comunale, ha contribuito a salvare il Patto di stabilità di Iseo: ma quali soldi ha
utilizzato? Forse parte del mutuo trentennale di 3.581.533 euro garantito dal Comune e in larghissima parte a
suo carico? «Chiedetelo al suo presidente, Fabio Volpi, non a noi», ha tagliato corto il sindaco Riccardo
Venchiarutti, rispondendo in aula alle domande dei consiglieri comunali di «Patto per Iseo» e di «Yseo nel
cuore». Più pacata la replica dell´assessore al Bilanco Pier Franco Savoldi: «La Fondazione dice di aver
utilizzato parte dei 510mila euro che aveva investito in titoli di Stato». Ma non è stato creduto. Enrico
Pernigotto e Gabriele Gatti, consiglieri di minoranza, hanno sollevato dubbi di legittimità sulla discussa
compravendita, citando una lettera inviata in municipio dalla «Guerini» il 19 dicembre scorso, giusto il giorno
successivo a quello in cui essa aveva depositato l´offerta d´acquisto della farmacia. NELLA LETTERA la
«Guerini» dichiara che, avendo comprato per un importo di 210mila euro due aree adiacenti alla Cacciamatta
per costruirvi 12 alloggi protetti, ha quasi azzerato la sua liquidità e «pertanto serve ricostuirla per esigenze
gestionali». Chiede anzi di destinare a questo scopo 210mila euro del mutuo di 3.581.533 euro da lei stessa
stipulato (fideiussore il Comune) per pagare la realizzazione della Casa di riposo integrata con la Rsa
Cacciamatta, e al contempo si impegna ad accollarsi le rate dei 210mila. A un passo dall´infrangere il Patto di
stabilità, il 28 dicembre, la Guerini firma il rogito per l´acquisto della farmacia, mentre la Giunta municipale
prende atto che il finanziamento da garantire è di 3.581.533 euro, di cui 210mila a carico della Fondazione e
3.371.533 a carico del Comune. «Illegittimo estendere la fidejussione a interventi non previsti dall´accordo
siglato per l´ampiamento della Cacciamatta», ha tuonato Pernigotto. Gatti ha domandato se le opere
realizzate con quei 210euro diventeranno, estinto il mutuo trentennale, proprietà comunale. Nessuna
risposta. «Il 19 dicembre la Fondazione dice di essere a secco, nove giorni dopo compra la farmacia: c´è
qualcosa che non torna», ha sintetizzato Gatti. Venchiarutti ha definito il passaggio di mano della farmacia
«un´operazione trasparente e positiva: ne siamo convinti noi, ne sono convinti gli iseani». © RIPRODUZIONE
RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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ISEO. Acceso dibattito in Consiglio sul passaggio dell´immobile dal Comune alla Fondazione
13/03/2013
Gazzetta del Sud - Ed. nazionale
Pag. 33
(diffusione:49872, tiratura:67738)
Al borgo garantita la consegna di farmaci al domicilio degli utenti
Francesco Ranieri SANT'ANDREA JONIO Tende la mano e propone una possibile soluzione al problema
sorto in queste ultime settimane dopo la richiesta di trasferire la farmacia dal centro storico di Badolato alla
Marina. La titolare dell ' esercizio commerciale, la dottoressa Carla Ceccotti, affida a una lettera aperta la sua
posizione ufficiale, dalla quale si evince sì la volontà di trasferire la farmacia ma anche, e soprattutto, di non
abbandonare al proprio destino i residenti del borgo badolatese, che, dal canto loro, hanno cercato di opporsi
con raccolta firme e assemblee pubbliche a questa eventualità. Il timore è che perdendo un servizio così
importante, è emerso da incontri e dichiarazioni di forze politiche, sociali e istituzionali, il centro storico vada
sempre più impoverendosi e spopolandosi ancor più. Da quanto spiega Ceccotti la sua richiesta di
trasferimento avviene nella sede di pertinenza ma «come già comunicato verbalmente e per iscritto al
sindaco Nicola Parretta, una volta ottenuta - spiega - l ' autorizzazione al trasferimento, garantirò la consegna
a domicilio dei farmaci ai residenti di Badolato Superiore che ne faranno richiesta, secondo quanto previsto
dal codice deontologico dei farmacisti». Si tratta di una battaglia per la sopravvivenza del servizio, è il
ragionamento della farmacista,
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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BADOLATO Lo comunica Carla Ceccotti
13/03/2013
Gazzetta di Mantova - Ed. nazionale
Pag. 15
(diffusione:33451, tiratura:38726)
L'azione messa a segno sabato notte, una porta forzata in modo chirurgico, la sparizione dei farmaci
ospedalieri più costosi per centinaia di migliaia di euro. Sembra la descrizione del furto messo a segno alla
farmacia dell'ospedale Carlo Poma la notte dello scorso 23 febbraio. Non è così. È accaduto la notte di
sabato a poche decine di chilometri, a Verona, al Policlinico di Borgo Roma. Un colpo fotocopia, forse portato
a termine dalla stessa banda che ha già fatto bottino, oltre a Mantova, anche a Chieti, Modena, Bari e
Brindisi. Opera di una gang affiliata al racket internazionale del farmaco che ricetta costosi medicinali
ospedalieri e li rivende fuori dall'Italia, in mercati dove i costi imposti dalle case farmaceutiche risultano
proibitivi. Nel caso di Verona nella lista dei medicinali trafugati ci sono farmaci per curare la sclerosi multipla,
l'emofilia e alcune forme di cancro. Il colpo è avvenuto nella serata di sabato. I ladri hanno forzato una porta
antipanico e rubato confezioni di pastiglie, fiale e preparati oncologici. Il furto è stato scoperto poco dopo che i
ladri se n'erano andati: i sensori d'allarme hanno avvertito il centralino dell'ospedale veronese che in uno dei
frigoriferi dove vengono conservati i medicinali c'era stata una dispersione di temperatura. Se al Carlo Poma il
valore del bottino era stato stimato in 700mila euro, a Verona si attesterebbe su quasi un milione e
duecentomila euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Tornano i ladri di farmaci : dopo il Poma tocca a Verona
13/03/2013
Giornale di Brescia
Pag. 12
(diffusione:48023, tiratura:59782)
Il giorno indicato dai Maya come quello della fine del mondo, ovvero il 12 dicembre del 2012, tre mesi fa,
aveva commesso una rapina in farmacia in via San Polo 212. Si era messo in coda e poi, una volta arrivato
davanti al bancone, invece di presentare una ricetta, aveva preteso che la dottoressa gli consegnasse
l'incasso, prendendoselo poi da solo e portandosi via poco più di 500 euro. Era poi fuggito su un pick up
bianco (una Fiat Strada) che era stato notato dalle dipendenti della farmacia e subito segnalato alla centrale
operativa del 112. Poco dopo era stato intercettato all'altezza della rotonda dell'Alfa acciai da una pattuglia
dei carabinieri e per lui, un 45enne di Nuvolento, G.G., era scattato l'arresto. Ieri i militari di San Zeno lo
hanno portato in carcere perchè condannato in via definitiva per quell'episodio a un anno, tre mesi e 23
giorni.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Condanna di un anno per la rapina in farmacia
13/03/2013
Il Piccolo di Trieste - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:44247, tiratura:212000)
Boom di domande per le 49 nuove sedi previste in Friuli Venezia Giulia. La selezione affidata a un comitato
ad hoc
di Gianpaolo Sarti wTRIESTE Valanga di domande in Friuli Venezia Giulia per l'apertura di nuove farmacie.
Sono 640, complessivamente, le richieste avanzate nelle ultime settimane alla Regione per poter partecipare
al concorso nazionale. Di queste 276 sono in forma associata. Il termine ultimo per la consegna dei
documenti era stato fissato al primo marzo dopo che, a metà gennaio, una delibera del vice- presidente Luca
Ciriani aveva dato ufficialmente il via all'iter con bando pubblico per l'assegnazione delle sedi in cui collocare
le future attività. Sono 49, in tutto, le strutture autorizzate e che entro luglio sorgeranno sull'intero territorio
regionale. La Regione si trova ora a selezionare 640 domande per 49 posti. Quattro sono i siti individuati
nella provincia di Trieste: a Muggia, nei rione di Campi Elisi, Borgo San Sergio-piazzale Cagni e piazza
Foraggi-viale Ippodromo. Stesso numero a Gorizia, distribuito tra Gradisca, Ronchi, San Canzian e
Staranzano. Una ventina, invece, in vari Comuni della provincia di Udine e Pordenone. Si tratta di una
farmacia ogni 3 mila e 300 abitanti, così come regolamentato dall'articolo 11del decreto Salva Italia del
governo Monti. Sarà una commissione regionale ad hoc a esaminare tutte le 640 domande recapitate negli
uffici di piazza Oberdan. La commissione, in un secondo momento, sottoporrà i possibili idonei alla
valutazione della giunta. Se in Fvg sono 49 le sedi possibili, in Veneto, ad esempio, sono 224, mentre in
Lombardia 343, in Piemonte 147 e in Emilia Romagna 178. Il concorso, che riguarda quindi l'intero Paese è
stato effettuato per soli titoli e con modalità telematica concordata a livello centrale: alla Regione il compito di
sovrintendere a tutti gli aspetti tecnici e amministrativi, dall'approvazione della graduatoria dei candidati,
all'assegnazione delle sedi. Un concorso che, nei mesi scorsi, aveva sollevato le critiche di Federfarma Fvg. Il
presidente Alessandro Fumaneri ricordando che il provvedimento era frutto «di una legge dello Stato che
prevedeva una revisione in quei Comuni in cui erano state ravvisate zone di carenza», evidenziava la
mancanza di una reale urgenza nel settore. «Secondo il nostro punto di vista non c'è affatto alcuna carenza obbiettava il presidente - perché le farmacie, anzi, sono già in sofferenza e nuove aperture peggiorano
ulteriormente la situazione, dal momento che la redditività sui farmaci del sistema sanitario nazionale è
diminuita del 40%, con picchi del 20% nelle zone più periferiche del Friuli Venezia Giulia». A questo proposito
le domande inviate in Fvg «sono in linea con le altre regioni - afferma ancora Fumaneri, ma sono comunque
tantissime. Mi auguro che tra chi ha fatto domanda non si creai l'illusione di dare inizio a un'attività redditizia.
Un tempo lo era - riflette - ma adesso, purtroppo non lo è più». A preoccupare Federfarma non è però la
quantità di richieste, quanto piuttosto il mercato potenziale. Fumaneri porta l'esempio di una farmacia di
Amaro, in Carina, che la scorsa settimana ha dovuto chiudere i battenti «portando i libri in Tribunale». «In
Friuli Venezia Giulia ci sono paesi in cui non c'è assolutamente la sostenibilità per una nuova attività,
dobbiamo renderci conto di questo. In un Comune che conta su 300 abitanti un'attività imprenditoriale è
decisamente impossibile. In alcune zone della regione le farmacie potranno sicuramente sopravvivere perché
il lavoro è garantito dall'aumento della popolazione - conclude il presidente di Federfarma Fvg - mentre per
altre lo escudo totalmente». In Regione, confermano dagli uffici dell'assessorato alla Sanità, presto partirà
l'iter di valutazione delle documentazione consegnata per le procedure di selezione. ©RIPRODUZIONE
RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La "corsa" dei 640 aspiranti farmacisti
13/03/2013
Il Tirreno - Ed. nazionale
Pag. 26
(diffusione:80832, tiratura:102004)
Federico Sanjust
Molta inquietudine, malesseri fisici e psicologici sottovalutati, poche persone che vanno in cerca di un aiuto
efficace. Così sono gli italiani secondo una recente ricerca sul disagio psichico, condotta dalla società Sinopia
in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dinamica e clinica dell'Università Sapienza di Roma. Ansia,
depressione, mal di testa, insonnia, colite interessano più del 60 per cento degli italiani, come anche le
difficoltà di vita inerenti salute, lavoro e relazioni familiari. Due tipi di disagio, quello fisico e psicologico,
coincidono nell'83 per cento dei casi. Nonostante una così ampia diffusione di malessere, si scopre una forte
resistenza degli italiani a prendersene cura. Chiede aiuto infatti solo il 41 per cento di chi ne ha realmente
bisogno. Difficoltà a esporsi, paura di stigma sociale, incapacità di trovare l'aiuto necessario,
inconsapevolezza della relazione tra eventi di vita e malattia sono tra i motivi principali. Inoltre la tendenza è
interpretare il disagio prettamente in termini fisici, ignorando quelli emotivi. Oggi buona parte del malessere
psichico si riversa negli ambulatori di medicina generale ed è sostanzialmente il medico di base che se ne
occupa. D'altra parte i servizi pubblici di assistenza psicologica risultano insufficienti e solo il 36 per cento
degli italiani che li ha frequentati se ne dichiara soddisfatto. Psicologi e psicoterapeuti sono consultati appena
nel 19 per cento dei casi. È poi preoccupante l'atteggiamento rispetto al disagio dei giovanissimi (18-24 anni).
Questa fascia di età, delicata e critica dal punto di vista evolutivo, durante la quale più frequentemente si
manifestano i primi disturbi e sarebbe più utile intervenire, risulta totalmente incapace di esprimere le proprie
difficoltà e di chiedere sostegno. Comunque gli italiani per il 90% sono favorevoli alla presenza di uno
"psicologo di base" negli studi medici: così molti preconcetti e paure scompaiono. Tra l'altro, come alcuni
esperimenti confermano, la doppia presenza medico-psicologo non solo si rivela più efficace a livello
terapeutico ma fa anche risparmiare sulla spesa farmaceutica e diagnostica. I numerI del dIsagIo 60% la
percentuale della popolazione che denuncia problemi di salute, lavoro e relazioni familiari. 67% la quota che
esprime sintomi fisici e psicologici (mal di testa, colite, ansia e depressione). 64% delle persone che provano
disagio psicologico sono consapevoli che questo incide sulla qualità di vita. 41% la quota dei casi in cui si
chiede aiuto per superare il disagio psicologico. 57% della popolazione si rivolge al medico di base o medici
specialisti. Lo psicologo è consultato nel 19% dei casi e lo psichiatra nel 17% . 10% la percentuale che
chiede aiuto ad altre figure (farmacisti, counselor, sacerdoti). 20% la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che
dichiara di avere difficoltà di vita. 80% la percentuale dei giovani tra i 25 e i 34 anni che avverte problemi
esistenziali.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Ansia e depressione Gli italiani tendono a sminuire i sintomi
13/03/2013
Il Tirreno - Lucca
Pag. 19
(diffusione:80832, tiratura:102004)
LUCCA Lo sciopero provinciale contro l'applicazione del regolamento unilaterale con peggioramento delle
condizioni economiche e normative al posto di un contratto nazionale collettivo si è ridotto a due o tre
amministrazioni rispetto alle circa 10 coinvolte in provincia di Lucca. Negli incontri in prefettura erano state
convocate tutte le amministrazioni comunali che hanno farmacie municipali direttamente o tramite aziende
private a proprietà pubblica. «Dopo la discussione - dicono Cgil Cisl Uil - si è registrata una vittoria per il
sindacato e i lavoratori in quanto quasi tutte le amministrazioni hanno differito l'applicazione del regolamento
unilaterale che Assofarm propone e continuato ad applicare il contratto nazionale. Pertanto lo sciopero
riguarderà solo il Comune di Lucca, dove però l'azienda è a maggioranza privata ed Altopascio». Stamani si
terrà un presidio dei lavoratori in sciopero dell'azienda Alliance Farmacie Comunali Lucca. « Ai lavoratori dicono i sindacati - con questo regolamento vengono aumentate le ore lavorative, ridotto il salario con
meccanismi che apparentemente non toccano lo stipendio, ma che si traducono in buste paga più leggere
anche di qualche centinaio di euro. Saranno distribuiti volantini ai clienti ed i lavoratori stazioneranno con
alcuni striscioni. Dovrebbero essere chiuse tutte le altre farmacie comunali di Lucca in quanto l'adesione allo
sciopero è totale. La farmacia 24 ore resta aperta perché i lavoratori sono precettati».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Presidio dei lavoratori delle farmacie
13/03/2013
Il Tirreno - Empoli
Pag. 14
(diffusione:80832, tiratura:102004)
Si sposta di pochi metri, sempre in via del Papa. L'inaugurazione in programma sabato pomeriggio
EMPOLI La notizia era nell'aria già da un po' ma adesso è ufficiale. Dopo più di due secoli e mezzo la
farmacia Castellani si trasferisce dalla storica sede che fa angolo tra via Ridolfi e via Del Papa, per spostarsi
di qualche metro, è proprio il caso di dirlo, sempre in via del Papa. Un cambio epocale per la geografia del
centro storico di Empoli, visto che l'antica Farmacia è uno dei maggiori punti di riferimento del giro. La
Castellani è una delle tre farmacie del circondario classificate come storiche. L'inizio della sua attività, proprio
nella sede occupata fino a qualche giorno fa, risale addirittura al lontano 1752, anche se come drogheria
probabilmente era già in funzione dal 1735. Nella sua storia ha grande importanza l'agosto del 1944, quando
durante la guerra fu completamente saccheggiata e poi fatta saltare in aria dai soldati tedeschi. In quella
occasione andarono persi diversi documenti, ma si salvò un antichissimo mortaio con pestello. Nel 1948
venne ricostruito il palazzo e la farmacia tornò a occupare il suo posto accogliendo al suo interno
l'arredamento attuale, che all'epoca fu disegnato dalla signora Lami di origini russe, madre del dottor
Castellani. E proprio l'antico arredamento sarà trasportato nella nuova sede di via del Papa che sarà
inaugurata sabato pomeriggio. «Anche se abbandoniamo lo storico edificio, vogliamo rimanere un punto di
riferimento per il centro storico» spiega il dottor Francesco Pieroni, nipote del dottor Castellani che insieme al
fratello Alessandro si occuperà della gestione della nuova farmacia. «Ci spostiamo per razionalizzare gli
spazi - prosegue - per avere locali un po' meno dispersivi. Cercheremo di portare avanti la tradizione di
famiglia, ma allo stesso tempo di rinnovare l'attività aggiungendo diversi servizi per i nostri clienti».
Alessandro Marmugi ©RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Cambia sede l'antica farmacia Castellani
13/03/2013
La Gazzetta di Parma
Pag. 41
(diffusione:42090, tiratura:51160)
La spesa a carico del Ssn cala del 9,1%
Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata con il Sistema
sanitario nazionale, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. Lo rende noto Federfarma. «Con questo
dato - commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si
colloca oggi, unica voce del bilancio sanità, a livelli inferiori a quelli del 2001».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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FEDERFARMA
13/03/2013
La Gazzetta di Parma
Pag. 54
(diffusione:42090, tiratura:51160)
Visita oculistica
Egregio direttore, alcuni giorni fa mi son recato da un oculista per una visita specialistica a seguito della quale
mi è stato prescritto un esame diagnostico: una tomografia retinica (OCT). Ho cercato di prenotare l'esame
presso una farmacia, come faccio solitamente, ma mi è stato detto che dovevo necessariamente contattare
telefonicamente la clinica oculistica dell'ospedale Maggiore di Parma. Ho telefonato al numero indicatomi ma
l'esame diagnostico non poteva essere prenotato telefonicamente, dovevo necessariamente recarmi alla
clinica oculistica per prenotarlo. Il giorno 4 marzo mi reco alla clinica oculistica e finalmente mi prenotano
l'esame per il 10/12/2013!!! Cioè oltre nove mesi per un esame!!! Non ci potevo credere, mi sembrava una
cosa ridicola, non mi era mai accaduto prima. Ho chiesto se c'era uno sbaglio, un mal funzionamento del
sistema di prenotazione... invece era tutto purtroppo regolare: nove mesi per un esame di tomografia
retinica... e pensare che l'oculista mi aveva detto di ritornare al massimo dopo sei mesi per il controllo. Tutto
ciò mi sembra assurdo fa pensare a sistemi sanitari da terzo mondo... i miei più sentiti complimenti al
direttore dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma Nicola Fusco Parma, 7 marzo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Lettere al direttore
13/03/2013
La Sicilia - Ragusa
Pag. 32
(diffusione:64550, tiratura:80914)
Con l'accordo tra Asp e Federfarma costi tagliati e miglior distribuzione
Scaffali di una farmacia Risparmio ed efficienza sembrano i due punti alla base della convenzione stipulata
tra l'Azienda Sanitaria di Ragusa e la Federfarma di Ragusa. L'accordo prevede la distribuzione delle
forniture mediche, a cui precedentemente provvedeva in maniera diretta l'Asp, attraverso varie farmacie
convenzionate. Questa modalità assicura al malato il vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di
punti distributivi. Attualmente le farmacie convenzionate sono 78, con orari di apertura più ampi che
garantiscono una migliore fruizione ai pazienti. La convenzione è il frutto di una ricerca interna, condotta
dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, sui costi generali della gestione diretta dei farmaci. L'esito ha
mostrato come sia possibile migliorare il servizio ed abbattere alcuni costi di gestione attraverso l'affidamento
della distribuzione alla rete delle farmacie. Dal canto loro le farmacie della provincia di Ragusa si impegnano
ad applicare sulle forniture di ossigeno liquido uno sconto pari al 30% sul prezzo praticato; a distribuire
presidi ed ausili per stomizzati al prezzo di rimborso del nomenclatore tariffario vigente. Ancora, a distribuire
farmaci antipsicotici ATC N05A con piano terapeutico al costo di euro 3,50 a pezzo consegnato. La
convenzione, inoltre, prevede che i farmacisti provvedano a loro onere e cura al prelievo degli stessi presso
le strutture del servizio farmaceutico dell'Asp, mentre l'Azienda sanitaria provinciale provvederà ad attivare il
collegamento informatico per la gestione di tale distribuzione. Inoltre si potranno effettuare prenotazioni di
prestazioni specialistiche, secondo criteri di priorità clinica, sul CUP on line, già attivo dal 1 marzo.
Ovviamente questo servizio è garantito senza alcun onere aggiuntivo per l'ASP o per il cittadino. A. L. M.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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forniture mediche
13/03/2013
La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale
Pag. 68
(diffusione:19022, tiratura:23555)
MONTEBELLUNA Via libera da Federfarma Treviso al nuovo accordo con la Usl 8 circa la farmaceutica
territoriale e in particolare i farmaci salvavita. L'assemblea dei farmacisti ha votato all'unanimità l'applicazione
nel territorio di competenza dell'azienda sanitaria del nuovo accordo tra Federfarma e Regione Veneto su
quella che si chiama "distribuzione per conto". Il precedente accordo tra Federfarma e Usl 8 era scaduto
nell'agosto scorso e prevedeva che l'azienda sanitaria potesse distribuire direttamente alcune tipologie di
farmaci con uno sconto del cinquanta per cento anche attraverso le farmacie. Con il mancato rinnovo
dell'accordo nulla cambiava per i pazienti in termini di spesa (a seconda dei casi e delle patologie, questi
farmaci sono distribuiti anche gratuitamente), ma l'acquisto avvenuto in farmacia, e non il ritiro presso le
strutture sanitarie, veniva poi addebitato a prezzo pieno all'Usl, con conseguenti costi maggiori. Un
argomento alquanto importante per l'economia dell'Usl 8, tanto da essere indicato dal nuovo direttore
generale Bortolo Simoni pochi giorni dopo la nomina quale principale "area di aggressione" per conseguire un
risparmio di risorse. L'ok dato l'altro ieri dai farmacisti apre dunque la strada alla firma ufficiale di un nuovo
accordo tra Federfarma e Usl 8. Davide Nordio
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Farmaci salvavita, via libera all'accordo
13/03/2013
Giornale di Sicilia - Ragusa
Pag. 15
«La distribuzione di farmaci tramite le farmacie è più agevole per il malato e la sua famiglia e meno costosa
per il Sistema Sanitario Nazionale di quella effettuata tramite le strutture pubbliche». E' quanto affermano il
Commissario Straordinario dell'Asp, Angelo Aliquò, e il Presidente di Federfarma, Luigi Bianculli, dopo la
firma della convenzione tra le parti. La distribuzione in farmacia assicura innegabilmente al malato il
vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di punti distributivi (78 farmacie convenzionate) e con
orari di apertura più ampi - grazie alla continuità degli orari di distribuzione - attraverso i turni. Con la
convenzione le farmacie della provincia di Ragusa si impegnano ad applicare sulle forniture di ossigeno
liquido uno sconto pari al 30% sul prezzo praticato; a distribuire presidi ed ausili per stomizzati
(enterostomizzati, colostomizzati, urostomizzati) al prezzo di rimborso del nomenclatore tariffario vigente.
Ancora, a distribuire farmaci antipsicotici Atc N05A con piano terapeutico al costo di euro 3,50 a pezzo
consegnato, (tali farmaci saranno acquistati dall'ASP ai prezzi di gara). I frmacisti provvederanno a loro onere
e cura al prelievo degli stessi presso le strutture del Servizio Farmaceutico dell' Asp. Quest'ultima provvederà
ad attivare il collegamento informatico per la gestione di tale distribuzione. Si potranno effettuare prenotazioni
di prestazioni specialistiche, secondo criteri di priorità clinica, sul Cup on-line già attivo dal primo marzo,
senza alcun onere aggiuntivo per l'Asp o per il cittadino; infatti l'Asp si impegna a fornire l'accesso attraverso
internet al sistema di prenotazione, a effettuare la relativa formazione ed a fornire supporto telefonico sulle
eventuali problematiche. È in fase di predisposizione, da parte dell'Asp la possibilità di un servizio di
riscossione ticket nelle Farmacie mediante modalità on line.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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L'Asp firma convenzione per distribuire i farmaci
09/03/2013
Il Cittadino di Monza e Brianza - Vimercatese
Pag. 34
A Villanova Ancora problemi Così la farmacia rischia di chiudere
«Ci sono dei problemi di carattere normativo». È questa la posizione ufficiale del Comune di Bernareggio per
quanto riguarda la questione della farmacia a Villanova che rischia di chiudere dal momento che la giunta ha
deciso di non rinnovare il contratto di gestione alla «Farmacie comunali vimercatesi», la municipalizzata del
Comune di Vimercate che ha in carico il polo farmaceutico di Villanova. La minoranza di «Con Bernareggio»
però vuole vederci chiaro: «L'amministrazione cita una sentenza della corte dei conti della Puglia che non
permetterebbe la prosecuzione del contratto - ha detto Andrea Esposito -. Abbiamo però in mano altre
sentenze che permetterebbero di suffragare l'ipotesi contraria. La realtà è che non si capisce cosa si voglia
fare: per questo è pronta un'interrogazione».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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BERNAREGGIO
09/03/2013
Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del seveso
Pag. 13
Nei negozi comunali gestiti da Assp la Pharmacard dà diritto al percorso benessere Idea in collaborazione
con un centro di Saronno: vinci relax con la raccolta bollini
Si apre una nuova frontiera per gli amanti delle raccolte punti. Non soltanto la tesserina magnetica è arrivata
in farmacia, ma dal primo marzo tra i premi in palio ci sono tre ore gratuite in un centro benessere, un perfetto
connubio tra salute e relax. L'idea è di Pino Bacino , vulcanico direttore della farmacia Comunale 1 di piazza
Procaccini, ma coinvolge tutte le farmacie comunali gestite da Assp ossia le quattro di Cesano (piazza
Procaccini, via Battisti alla Sacra Famiglia, via Santa Lucia a Cascina Gaeta e via Viganò a San Bernardo) e
quella di Varedo. Raccogliere punti è semplice. Innanzitutto basta richiedere la Pharmacard, che in molti già
hanno, e tagliare il traguardo dei 200 punti, allora si spalancheranno le porte della spa "Exit" di via Ungaretti
52 a Saronno. Aperta a settembre 2011, offre ai clienti delle farmacie comunali «un percorso benessere
gratuito di tre ore - spiega la direttrice Serena Auletta - Ci sono bagni turco, la sauna, la stanza del sale,
particolarmente apprezzata dai genitori per i loro bambini, e poi non manca il percorso kneipp per la
circolazione». «La scelta d'includere nella raccolta punti anche la possibilità di entrare in un centro benessere
- spiega Bacino - nasce da una duplice motivazione: i ritmi di vita di oggi sono decisamente stressanti, può
essere così l'occasione per staccare la spina, e poi alcuni trattamenti sono terapeutici, penso alle vasche
idromassaggio e ai percorsi per la circolazione». Fino ad oggi la Pharmacard dava diritto solo a uno sconto di
5 euro, ossia ogni 100 punti il cliente poteva fare acquisti e beneficiare di uno scontro di 5 euro. Il
regolamento della raccolta punti prevede l'assegnazione di un punto per ogni euro speso, ma è escluso
l'acquisto di farmaci. Nel 2012 grazie alla tesserina gli utenti di tutte e cinque le farmacie hanno beneficiato in
totale di 21mila euro di sconto. «Le nostre farmacie sono anche tanto altro - prosegue Bacino - Da noi è
possibile l'analisi per la densiometria ossea, non manca l'holter pressorio, ci sono poi servizi diagnostici quali
l'emoglobina e tra le grandi novità rientra anche la crioconservazione del sangue cordonale». Chi decide di
usufruire di questo servizio, grazie all'accordo con una società svizzera, riceverà un kit a pagamento da
consegnare all'ospedale al momento del parto. La struttura sanitaria si metterà direttamente a contatto con la
società svizzera. La conservazione del cordone ombelicale è a pagamento. Cri.Marz.
Foto: NOVITÀ Pino Bacino con la direttrice del centro saronnese
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Farmacia ,con i punti vai alle terme
09/03/2013
Il Cittadino di Monza e Brianza - Valle del seveso
Pag. 33
Pistola in pugno per rapinare la farmacia
MISINTO (cri.marz.) I rapinatori non si riposano nemmeno il giorno di festa. L'ultimo colpo ai danni di una
farmacia si è consumato domenica sera,quando qualche minuto prima delle 19 un bandito solitario è entrato
alla farmacia «San Siro» in via Saronno 1 a Misinto a due passi dal municipio, straordinariamente aperta per
turno domenicale.Armato di pistola il malvivente, al massimo ventenne, volto nascosto sotto il cappuccio della
felpa di colore grigio e sciarpa nera attorno al collo, ha puntato l'arma contro la farmacista e una
dipendente,gridando alle due donne,in perfetto italiano, d'infilare subito il contante in un sacchetto. Loro
hanno eseguito e lui è scappato con un bottino di 300 euro.Testimoni l'hanno visto fuggire a piedi verso il
centro di Misinto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Lentate sul Seveso e militari del radiomobile di
Seregno. Molto probabilmente il furfante è un bandito solitario che nulla ha da spartire con i rapinatori seriali
in azione nelle scorse settimane a Cesano e Seveso.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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MISINTO COGLIATE - LAZZATE - MISINTO
13/03/2013
L'Eco del Chisone - N.10 - 13 marzo 2013
Pag. 32
Vinovo: la farmacia comunale apre a Garino
A inizio aprile aprirà la farmacia comunale in frazione Garino, nel centro realizzato inŒ via Europa. Sarà
gestita dall'Azienza speciale multiservizi di Venaria. « Un altro traguardo che raggiungiamo - dice il sindaco
Maria Teresa Mairo -. Diamo un servizio primario richiesto fortemente dai cittadini: la risposta che si
aspettavano dopo che la farmacia privata si era spostata in zona Cavalieri». Il centro è stato realizzato su
terreno comunale ceduto ad un privato, al Comune sono andati anche parte dei locali realizzati e
successivamente destinati a questo utilizzo. L'Azienda speciale pagherà 1.700 euro di canone mensile più il
4,5 per cento del fatturato.Œ Nella parte restante del centro polivalente troverà spazio un centro medico
privato.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Brevi
PROFESSIONI
7 articoli
13/03/2013
Gazzetta di Reggio - Ed. nazionale
Pag. 15
(diffusione:13244, tiratura:16908)
Euro Grassi, direttore provinciale della Fimmg, interviene sui recenti tagli «Se le risorse fossero ripartite con
spirito manageriale sarebbero sufficienti»
di Chiara Cabassa «La situazione è drammatica. Il calo dei finanziamenti è un dato di fatto. Il buco c'è e
anche la sanità reggiana è in rosso. Ma quello che manca è un approccio manageriale: i soldi a disposizione
sarebbero sufficienti se si partisse dalla domanda "quali sono le priorità dei cittadini?". Euro Grassi, segretario
provinciale della Fimmg (federazione italiana medici di famiglia) non ha alcuna intenzione di arrendersi
docilmente alle richieste della Regione e ancora meno di allinearsi alle posizioni «di un'azienda ospedaliera mette subito in chiaro Euro Grassi - che non si rapporta assolutamente con i medici di base». Partiamo dai
tagli. Cosa vi chiede la Regione ? «Ci vengono a mancare oltre 15 milioni di euro senza tenere in minima
considerazione alcuni dati di fatto: i medici di base della provincia di Reggio forniscono 99 milioni di euro al
servizio sanitario nazionale costando un terzo rispetto ai medici ospedalieri. Quale medico ospedaliero si
paga l'ambulatorio? La verità è che siamo dei benefattori e nessuno ce lo riconosce. La Regione ci ha
presentato una bozza di rientro per i medici generali che come federazione abbiamo bocciato: la richiesta era
quella di risparmiare sui farmaci per creare un fondo con il quale finanziare le cure primarie. Quando le cure
primarie sono da considerare fondamentali per salvare il sistema sanitario. Senza dimenticare che la Regione
finisce con le sue scelte per ostacolare l'associazionismo dei medici così come l'H24 richiesti dal decreto
Balduzzi». Vi sentite puniti? «Ci è stato detto, in sede regionale, che il settore dei medici di base ha avuto
meno tagli rispetto ad altri settori. Peccato che, da sempre, siamo i più penalizzati». Se la Regione non
riconosce la vostra importanza, qual è il rapporto con l'Azienda ospedaliera? «Non esiste. Non c'è nessun
coinvolgimento dei medici di base da parte dell'Azienda ospedaliera che ignora le nostre richieste che sono
poi quelle dei pazienti. E finché le direzioni generali non decideranno di avvalersi degli esperti al fronte, che
siamo noi medici di base, continueremo a piangere sui tagli». E con la direzione dell'Ausl come va? «Tra i
direttori generali difendo e apprezzo solo Fausto Nicolini che sta lavorando bene. Ma penso che Nicolini deve
essere messo in condizione di fare scelte anche non popolari come occupare il personale amministrativo in
mansioni diverse ma anche chiudere ospedali che sono solo una spesa. Perché bisognerà prima o poi
mettere mano a una riorganizzazione ospedaliera che prescinda dalle Province: troppi ospedali rubano
risorse alla medicina generale. Penso agli ospedali di Reggio, Carpi, Sassuolo, Baggiovara, Scandiano e
Correggio: almeno tre vanno chiusi. Non esiste in nessun paese europeo che tanti ospedali operino su un
territorio così ridotto». I direttori generali dell'Ausl e dell'Azienda ospedaliera sono d'accordo nel fare confluire
i tagli sui farmaci, con prescrizioni mediche adeguate, e sugli esami diagnostici e di laboratori, oggi eccessivi.
E i medici di base? «Sono convinto che si possa risparmiare prescrivendo farmaci generici ma non dobbiamo
essere noi a dirlo ai nostri pazienti. Deve essere la Regione a informare i cittadini e i medici sia di base che
ospedalieri attraverso i media, presentando questa decisione come una direttiva regionale. Altrimenti noi
medici di famiglia ci troviamo schiacciati tra gli specialisti e la popolazione. E può capitare che un paziente,
dopo che gli è stato prescritto un farmaco generico, non lo vediamo mai più. Quanto alla diagnostica è vero
che ci sono ampi margini di risparmio ma non si capisce come mai a livello ospedaliero non si prendano
decisioni in questo senso». Tutti sono però d'accordo, dall'Ausl all'Azienda ospedaliera a voi medici di base
nel dire che margini di risparmio ci sono... «Noi diciamo anche qualcosa di diverso. Sosteniamo che i soldi a
disposizione sarebbero sufficienti se la locazione delle risorse avvenisse in maniera manageriale tenendo
conto che non siamo più nel 1979 dove a Reggio gli extracomunitari erano i meridionali e non c'era una
badante, ma confrontandoci con la realtà che abbiamo davanti. Pensiamo solo che siamo una delle province
più "vecchie" , ma anche in questo caso i medici di base si sono potenziati da soli...». La federazione dei
medici di famiglia avrebbe altre proposte da mettere sul tavolo? «Di progetti ne abbiamo presentati tanti e altri
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
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«L'azienda ospedaliera ignora i medici di base»
13/03/2013
Gazzetta di Reggio - Ed. nazionale
Pag. 15
(diffusione:13244, tiratura:16908)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
124
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ne presenteremo, ma fino ad oggi sono rimasti sulla carta. Io sono per esempio favorevole alle "case della
salute" ma per realizzarle servirebbe investire sul territorio invece di ridurre i finanziamenti. La stessa cosa
per l'H24. Uno dei progetti che presenterò a breve ha a che fare con la telemedicina che nel giro di due anni
potrebbe trasformare l'assistenza: se i medici fossero connessi direttamente con l'ospedale ci sarebbero
innanzitutto meno ricoveri e anche meno esami diagnostici e di laboratorio dal momento che quando un
paziente arriva all'ospedale e mostra gli esami appena fatti non sarà sottoposto, come accade oggi, agli
stessi esami per una seconda o una terza volta. Dovrebbero invece essere chiusi i vari Centri da quello della
menopausa a quello dell'osteoporosi che rubano solo risorse». In conclusione, anche questo taglio dei
finanziamenti è un'occasione per sottolineare la "non visibilità" dei medici di base... «Diciamo solo che non
siamo mai coinvolti nelle decisioni, noi che abbiamo mediamente 115 contatti giornalieri, e questo va a
scapito di una buona sanità. Negli ultimi trent'anni il Comune ci ha chiamato a rapporto due volte, l'ultima
volta il 7 gennaio 2007. Quanto alla più recente riunione sulla sanità convocata dalla Provincia, non siamo
nemmeno stati invitati. E se vogliamo essere completi, un medico di base guadagna un euro e 52 centesimi
per visita ambulatorio. E uno stipendio netto annuo di 46mila euro».
13/03/2013
La Prealpina - Ed. nazionale
Pag. 27
(diffusione:38000)
È una storia raccapricciante quella che coinvolge un sottouficiale della caserma Nato di Solbiate Olona nelle
vesti di imputato: l'uomo - che è tutt'ora agli arresti domiciliari a Salerno - per dodici anni avrebbe massacrato
di botte il figlio e la moglie, il primo per "rieducarlo" rispetto a una presunta omosessualità, la seconda per
un'assurda gelosia. Episodi così violenti, umilianti e dolorosi da indurre le vittime - costituite parte civile
attraverso l'avvocato Andrea Febbraro - a chiedere che l'udienza davanti al giudice monocratico Luisa
Bovitutti venisse celebrata a porte chiuse. Ciò che è ancor più agghiacciante è che il ragazzino - oggi
diciannovenne - nel corso del tempo tentò addirittura due volte il suicidio.
DOPING E PUGNI - L'attenzione delle forze dell'ordine si concentrò sul militare - difeso dall'avvocato
Giovanni Caccamo - nel 2006 quando in casa gli trovarono quarantatré fiale di vari farmaci a effetto
anabolizzante come la carnetina, ventisei compresse di un farmaco antitumorale, tre ricettari del servizio
sanitario nazionale e uno con il logo dell'ospedale di Legnano. C'erano anche tre timbri con dati fiscali,
identificativi per comprare farmaci che in Italia non sono di libera vendita e l'indirizzo di tre studi medici
realmente esistenti ma i cui sanitari erano assolutamente ignari di tutto.
A quanto pare quei medicinali erano per uso personale e questo potrebbe forse in parte spiegare tutta
l'aggressività sfogata contro la famiglia: i bugiardini dei farmaci, in effetti, parlano di effetti collaterali di questa
natura.
Sta di fatto però che per arrivare alla denuncia dei maltrattamenti, la moglie - un'insegnante di scuola
superiore - attese fino a maggio dell'anno scorso, quando cioè il marito la mandò al pronto soccorso con
ecchimosi diffuse e lesioni provocate da calci e pugni nella pancia. La ragione? L'aveva vista al
supermercato, dove lei non avrebbe dovuto andare da sola e per di più - a detta sua - in compagnia di un
uomo. «Ma io non ho mai avuto una relazione extraconiugale», ribadisce da sempre la donna.
La sua - stando almeno all'accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Elisabetta Brusa - era una
vita di vera segregazione: le era vietato frequentare amiche o colleghe, non poteva scambiare chiacchiere
con i vicini, non poteva uscire senza di lui. E lei da quell'uomo, che con l'esercito era stato in Somalia e in
Afghanistan, era terrorizzata.
PEDAGOGIA MARZIALE - Un incubo anche l'esistenza del figlio, cresciuto - stando alla versione delle parti
offese - a denigrazioni e sberle. Il ragazzo veniva percosso perché a tavola non assumeva la postura giusta,
per esempio, o perché non si comportava come il padre avrebbe desiderato. Ma era soprattutto il sospetto
che l'imputato covava di aver generato un figlio poco macho a farlo imbestialire, al punto da trascinare
l'adolescente dallo psichiatra per andare a fondo di quello che il militare considerava un problema.
L'apice del sopruso lo raggiunse però decidendo di attuare una vera e propria forma di controllo sul ragazzo:
gli piazzò infatti una videocamera nella stanza da letto, così da poterlo monitorare anche quando si chiudeva
nella sua stanza per studiare, per ascoltare musica, per riposare. Uno degli amici del giovane, che ne era a
conoscenza, in quella camera non ci voleva mai entrare, proprio per non sentirsi spiato. Quando sul tavolo
del pubblico ministero Nadia Calcaterra approdò il caso, il magistrato non ebbe dubbi: chiese la misura
cautelare.
Sarah Crespi
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
125
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Massacra di botte il figlio perché lo pensa gay
13/03/2013
NCF - N.2 - marzo 2013
Pag. 18
(tiratura:6500)
Antidepressivi e rischio di aritmia ventricolare
Giovanni Polimeni
Gli autori di uno studio osservazionale di recente pubblicato sul British Medical Journal hanno trovato che gli
antidepressivi citalopram, escitalopram, e amitriptilina sono associati a un allungamento dell'intervallo QT
corretto dell'elettrocardiogramma. Gli autori ipotizzano l'esistenza di differenze di rischio nella diverse classi di
antidepressivi, di cui è bene tenere conto al momento della scelta del trattamento. Citalopram, in particolare,
era già stato oggetto di un allarme diramato nell'agosto 2011 dalla Food and Drug Administration in cui si
diceva che vi era un'associazione tra i dosaggi più alti del farmaco e un prolungamento dell'intervallo QT e
torsioni di punta. L'Agenzia aveva fissato in 40 mg la dose massima giornaliera e aveva fatto inserire la
sindrome congenita del QT lungo tra le controindicazioni. L'Fda ha poi chiarito meglio la questione lo scorso
anno, rimuovendo tale controindicazione, ma affermando che il farmaco non è raccomandato in questa
popolazione di pazienti e ha inoltre fissato in 20 mg la dose massima giornaliera per alcuni gruppi di pazienti,
tra cui i soggetti al di sopra dei 60 anni e quelli in terapia con un inibitore del citocromo P450 2C19. Queste
misure a carico dell'antidepressivo più prescritto negli Stati Uniti (quasi 40 milioni le prescrizioni nel solo
2011) hanno però lasciato i medici nell'incertezza sul farmaco da scegliere a causa della mancanza di dati di
confronto tra citalopram e altri antidepressivi. Per risolvere il problema, gli autori dello studio citato hanno
analizzato la relazione tra uso di antidepressivi e l'intervallo QT in una popolazione clinica generale
utilizzando le cartelle cliniche elettroniche del sistema Partners HealthCare, che comprende il Massachusetts
General Hospital, Brigham and Women's Hospital e svariati ambulatori. Lo studio ha incluso 38.397 pazienti
adulti (età media 58,3 anni) ai quali era stato fatto un elettrocardiogramma nel periodo compreso tra i 14 e i
90 giorni dopo la prescrizione di un antidepressivo o di metadone, che notoriamente ha un effetto di
prolungamento del tratto QT, tra il febbraio 1990 e l'agosto 2011. Nel complesso, il 20,4% dei pazienti aveva
un intervallo QT corretto anormale o allungato (definito come un cQT pari ad almeno 451 millisecondi negli
uomini e 471 ms nelle donne). Dosi crescenti di citalopram, escitalopram, e amitriptilina sono risultate
associate a un prolungamento dell'intervallo QT corretto, sebbene modesto . Non sono state osservate
associazioni simili per altri antidepressivi, tra cui uoxetina, paroxetina, sertralina, duloxetina, mirtazapina,
nortriptilina e venlafaxina. In un sottogruppo di 467 pazienti che avevano fatto diversi elettrocardiogrammi
eseguiti dopo cambiamenti dei dosaggi, un incremento della dose di citalopram compreso tra i 10 e i 20 mg al
giorno è risultato associato a un allungamento medio dell'intervallo QT corretto di 7,8 ms (P < 0,05), mentre
un aumento della dose da 20 a 40 mg a un allungamento di 10,3 ms (P < 0,01). QT interval and
antidepressant use: a cross-sectional study of electronic health records. BMJ 2013; doi: 10.1136/bmj.f288
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
126
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Farmacovigilanza
13/03/2013
NCF - N.2 - marzo 2013
Pag. 61
(tiratura:6500)
Nuovo medical director
Elena Giuliani
Fabio Presutti assume il ruolo di Medical Director di Teva Italia, tra le prime aziende nel settore farmaceutico,
da sempre impegnata nel rendere accessibili cure di alta qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la
commercializzazione sia di medicinali equivalenti sia di farmaci innovativi, specialità farmaceutiche e principi
attivi. Laureato in Medicina e specialista in Chirurgia Generale, il Presutti ha maturato un'esperienza
ventennale nell'industria farmaceutica, lavorando per aziende multinazionali sia in Italia che all'estero
(Servier, Eli Lilly e Merck Sharp & Dohme) con ruoli di crescente responsabilità (R&D preclinico e clinico,
Affari Regolatori, Farmacovigilanza, Market Access e Medical Affairs) con esperienza consolidata in tutte le
principali aree terapeutiche. Membro di numerose società scientifiche nazionali e internazionali, Presutti
risponderà direttamente all'Amministratore Delegato di Teva Italia, Hubert Puech d'Alissac.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
127
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Fatti e persone
13/03/2013
NCF - N.2 - marzo 2013
Pag. 61
(tiratura:6500)
Un anno ricco di iniziative e di investimenti
Elena Giuliani
Nel commentare i positivi risultati consolidati di Recordati, che hanno fatto registrare nel 2012 ricavi in
crescita dell'8,7% rispetto all'anno precedente (per un totale di € 828,3 milioni), utile operativo pari a € 167,0
milioni (+ 2,1%) e utile netto di € 118,5 milioni (+1,8%), il suo presidente e amministratore delegato Giovanni
Recordati ha affermato: «Nell'anno appena trascorso sono state concluse importanti transazioni e ottenuti
significativi risultati per la crescita e l'internazionalizzazione del Gruppo. Innanzitutto, nel mese di aprile sono
state acquisite le autorizzazioni all'immissione in commercio, i marchi e altre attività di sei farmaci OTC in
Germania. In agosto è stata conclusa con successo l'acquisizione del 100% del capitale di Farma-Projekt Sp.
z o.o., società farmaceutica polacca con sede a Cracovia ed è stato acquisito un portafoglio prodotti per il
mercato polacco da Labormed. In ottobre è stata acquisita la linea di prodotti per l'igiene orale a marchio
Dentosan in Italia. Nel mese di novembre è stata conclusa con successo l'acquisizione di tutti i diritti relativi a
cinque linee di prodotto commercializzati in Russia. Sempre in novembre la filiale Orphan Europe ed Erytech
Pharma, società biofarmaceutica francese, hanno firmato un accordo di licenza esclusiva per la
commercializzazione e distribuzione in Europa di Graspa farmaco per il trattamento della leucemia
linfoblastica acuta (LLA) e della leucemia mieloide acuta (LMA). Nel mese di dicembre è stato firmato un
accordo per l'acquisizione di tutti i diritti riguardanti un portafoglio di prodotti per il trattamento di malattie rare
e altre patologie, commercializzati principalmente negli Stati Uniti d'America, da Lundbeck LLC. La
transazione si è conclusa con successo nel mese di gennaio ed è stata costituita Recordati Rare Diseases
Inc.. Per il 2013 prevediamo di realizzare ricavi di oltre € 920 milioni, un utile operativo di oltre € 185 milioni e
un utile netto di oltre € 128 milioni. Il nostro piano triennale prevede per il 2015 di ottenere ricavi tra € 1.025 e
€ 1.075 milioni, un utile operativo tra € 210 e € 220 milioni e un utile netto tra € 140 e € 150 milioni».
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
128
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Fatti e persone
12/03/2013
For Men Magazine - N.121 - marzo 2013
Pag. 86
(diffusione:145338, tiratura:405000)
LA TUA FINANZIARIA
Questa volta, decidi di usare i TUOI soldi come vuoi TU... seguendo tutti i nostri consigli per risparmiare
PAOLA SCACCABAROZZI
CURE MEDICHE E, IGIENE PERSONALE Dalla pulizia dei denti al massaggio, alla visita oculistica, i social
shopping (Groupon, Groupalia, LetsBonus) offrono prezzi scontatissimi, a volte addirittura dell'80%. •
«Nell'ambito della salute, però, bisogna informarsi sulla serietà delle strutture attraverso siti Internet oppure
telefonando e pretendendo informazioni dettagliate» spiega Massimiliano Dona, segretario generale
dell'Unione nazionale consumatori. «È bene anche verificare il numero di coupon venduti (alcuni siti danno
questa possibilità) per evitare il rischio di non riuscire a usufruire del servizio per eccesso di richieste
(overbooking)». • Per quanto riguarda il dentista, che costituisce sicuramente una spesa sostanziosa, "il
consiglio è di non cadere nella trappola del turismo odontoiatrico verso i Paesi dell'Est» spiega il professor
Franco Santoro, direttore Clinica odontoiatrica Università di Milano. «I danni possono essere anche molto
gravi e, a volte, irreversibili. Spesso, infatti, si finisce nello studio di un odontoiatra che non ha neppure la
qualifica e le competenze necessarie per esercitare le professione. Nella maggior parte dei casi, infatti, i
lavori vengono eseguiti in maniera frettolosa e con materiali scadenti. Poi, in caso di problemi, a chi ti
rivolgerai? • Per risparmiare scegli piuttosto soluzioni temporanee ma effettuate con serietà e professionalità.
Si può, per esempio, rinunciare all'impiantologia, se ritenuta eccessivamente costosa, per una soluzione
temporanea (lo scheletrato, cioè una protesi mobile)». MEDICINE Per risparmiare, scegli il farmaco generico.
«Cioè un farmaco che viene chiamato con il nome del suo principio attivo, ossia con il nome della sostanza
chimica che esplica l'attività terapeutica» spiega il professor Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri di Milano. • È equivalente al medicinale di marca, ma con l'enorme vantaggio che
ti permette di risparmiare il 20 - 30%, se non addirittura la metà, rispetto al farmaco "griffato". I farmaci
generici costano meno perché vengono prodotti alla scadenza del brevetto del farmaco di marca.
TELEFONO Ma sarà proprio necessario il telefono fisso se hai già il cellulare? Ricordati, per esempio, che
puoi chiamare gratuitamente tramite Skype cioè un'applicazione che permette di effettuare chiamate audio e
video gratuite su Internet a qualunque altro utente Skype nel mondo. Lo puoi fare attraverso il tuo
smartphone o un Pc collegato al Web. • E se proprio al fisso non vuoi rinunciare «E modo più semplice per
risparmiare è di farti un'idea precisa circa l'utilizzo reale della tua linea telefonica: chiami verso telefoni fissi o i
cellulari, usi Internet?» dice Marco Bulfon, responsabile di prezzi e tariffe per Altroconsumo. «Leggi
attentamente le ultime bollette e digita "tariffe telefonia fissa" su un motore di ricerca. Inserendo i dati relativi
alla tua bolletta media, un calcolatore sarà in grado di stabilire qual è l'operatore più conveniente per te. • E
per i cellulari? Anche qui non esiste una tariffa migliore in assoluto. In generale, se usi poco il telefono la
convenienza sta nello scegliere tariffe senza scatto alla risposta e calcolate in base ai secondi di
conversazione effettivi (tariffe al secondo). Quando invece il traffico telefonico è elevato, per risparmiare
scegli l'offerta con il costo al minuto più basso. • Se poi il tuo traffico telefonico è davvero molto intenso
orientati verso i pacchetti, ovvero tariffe e opzioni che ti danno una quantità di minuti e di messaggi a un
prezzo fisso mensile, anche in abbonamento. Per quanto concerne invece Internet, a prescindere dalle tue
abitudini, fai sempre attenzione agli effettivi lìmiti messi a disposizione per la connessione. Anche le offerte
che parlano di "navigazione illimitata" hanno in realtà una soglia oltre la quale la connessione viene talmente
rallentata da rendere la navigazione impossibile. Quando poi l'offerta prevede un determinato consumo di
megabyte, una volta superata la soglia i costi aumentano tantissimo». AUTOMOBILE Risparmiare sul costo
dell'assicurazione si può. Oltre ai siti specializzati, come cercassicurazioni.it, per trovare la polizza più
conveniente, l'authority del settore (www.isvap.it) e il governo (www.sviluppoeconomico.gov.it) mettono a
disposizione del cittadino un profilo personale per ricevere, via e-mail, il confronto tra le tariffe applicate da
tutte le imprese assicurative. • Considera che c'è anche la possibilità di usare un'auto senza doverla per forza
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
129
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I TUOI SOLDI
12/03/2013
For Men Magazine - N.121 - marzo 2013
Pag. 86
(diffusione:145338, tiratura:405000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
130
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
acquistare. Il car sharing è un sistema che ti permette di avere a disposizione un'auto in qualsiasi momento,
anche solo per un'ora. Pagherai così solo l'uso effettivo della vettura, senza i costi fissi di manutenzione,
rifornimento, tasse e assicurazione legati a un'auto di proprietà. Nel noleggio dell'auto sono inclusi
carburante, assistenza stradale, assicurazione, copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia. •
In Italia, la rete nazionale ICS (Iniziativa Car Sharing, www.icscarsharing.it/main/) coordina le realtà locali del
car sharing attualmente attive a Milano, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Palermo, Parma, Roma, Savona,
Torino e Venezia. • Per viaggiare in compagnia e risparmiare c'è anche una moderna forma di autostop:
www.carpooling.it, che propone più di 750mila viaggi nazionali e internazionali. BANCA «Se hai già un conto
corrente e non hai intenzione di cambiare banca, cerca di risparmiare sulle operazioni bancarie che spesso
non sono incluse nel pacchetto offerto (prelievi al Bancomat e allo sportello, bonifici e operazioni varie)» dice
Anna Vizzari, esperto banca e credito di Altroconsumo. • «Dunque scegli, se puoi, di effettuare le operazioni
(bonifici, pagamento imposte eccetera) on line; effettua il prelievo Bancomat allo sportello della banca da cui
è stata emessa la tessera Bancomat (il prelievo sarà gratuito) e chiedi che l'estratto conto non ti venga inviato
via posta, ma di visualizzarlo on line. Evita inoltre di trovarti con il conto "in rosso": lo scoperto ha un costo
non indifferente. • E se vuoi guadagnare qualcosa in più senza correre rischi, scegli un conto vincolato.
Funziona in maniera molto semplice: consegni alla banca una somma di denaro che ti impegni a non toccare
per un tempo prestabilito (in genere da 1 a 3 anni) e ciò garantisce interessi più alti rispetto al conto corrente
"tradizionale". • Se, invece, devi ancora scegliere dove aprire il conto, la regola numero uno è di non basarti
esclusivamente sull'offerta della banca sotto casa. Valuta anche la possibilità di un conto corrente on line.
Non lasciarti intimorire da problemi di sicurezza: esistono conti on line che ti forniscono di volta in volta codici
usa e getta che servono per una singola operazione, poi vengono sostituiti».
ENERGIA Le bollette di luce e gas nel nostro Paese sono sempre più care. «Per risparmiare, fino al 10%»
spiega Marco Bulfon «scegli un contratto digitando "trova offerta" su www.autorita.energia.it. Un calcolatore
individuerà la soluzione più adatta a te in base alle tue esigenze personali». • Se invece vai su efficienza.
eneldistribuzione.it, troverai tutte le informazioni sul risparmio energetico (installazione di doppi vetri, collettori
solari, isolamento termico, installazione di caldaie e pompe di calore).
ELETTRODOMESTICI Riparare gli elettrodomestici costa una cifra ed è spesso reso necessario dalle
incrostazioni di calcare. Dunque, visto che è meglio prevenire, il consiglio dei centri di assistenza è di usare
costantemente un buon preparato anticalcare, oppure di installare un filtro anticalcare all'entrata della
conduttura principale dell'acqua. • «Un altro consiglio per risparmiare è di acquistare elettrodomestici di
classe A o superiore che consumano meno energia (quelli di classe inferiore sono, in genere, avanzi di
magazzino)» spiega Primo Mastrantoni, segretario nazionale Aduc. E per un risparmio ulteriore, fai
funzionare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico e negli orari in cui la corrente costa meno: dalle 19 alle 20 e
prima delle 8 la mattina. «La spesa al supermercato incide sul bilancio familiare quasi per il 20%, ma
risparmiare è possibile» spiegano gli esperti di Altroconsumo. «Scegli il punto vendita meno caro della tua
città, ma anche i prodotti "primo prezzo" o quelli che hanno il marchio del supermercato, piuttosto che le
marche più note. Fai la spesa presso i discount e risparmierai addirittura il 60% rispetto ai "tradizionali"
super». • Un altro modo per risparmiare è di "unire le forze" nei Gas (gruppi di acquisto solidale). Sono gruppi
di persone che si accordano per fare acquisti insieme, aumentando così il potere d'acquisto perché sulle
quantità si può contrattare il prezzo. Per trovare il Gas più vicino a te vai su www.retegas.org.
INTERNET E L'USATO CONVENGONO Acquistare on line permette di risparmiare praticamente su tutto, e
in modo anche notevole: «Si può arrivare addirittura a spendere la metà di quello che si spenderebbe in
negozio» spiega Primo Mastrantoni, segretario nazionale Aduc. «La ragione è ovvia: si salta la catena di
passaggi e intermediari (dalla fabbrica al grossista, al distributore, al negozio) che fa lievitare i prezzi.
Attenzione però ai siti che hanno la loro sede al di fuori degli Usa o dell'Unione Europea, a volte sono siti fantasma. Per non rischiare, verifica la serietà del sito, attraverso una lettura attenta del suo contenuto (c'è un
numero di telefono di riferimento, una sede, un'iscrizione alla Camera di commercio, una partita Iva?)». In
12/03/2013
For Men Magazine - N.121 - marzo 2013
Pag. 86
(diffusione:145338, tiratura:405000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 13/03/2013
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
tempo di crisi proliferano anche mercatini e negozi dell'usato dove trovi di tutto, dall'arredamento al vestiario,
notevolmente scontato. La mercé viene, in genere, acquistata in contovendita: se viene vendu- ta entro 60
giorni, chi vende percepisce il 50-65% del prezzo di vendita pattuito. Ecco qualche sito utile:
www.mercatopoli.it ; www.mercatinousato.com ; www. mercatiniditalia.it ; www.yeslife.it, www.
cosedaaltrecase.it
12/03/2013
For Men Magazine - N.121 - marzo 2013
Pag. 102
(diffusione:145338, tiratura:405000)
DISINNESCA LA BOMBA
Lo stomaco è un organo fondamentale per la digestione. Ansia, stress e cattive abitudini a tavola, però,
possono ostacolarne il lavoro. Per farlo funzionare al top, e non dover fare i conti con bruciori, gonfiori e
nausee, bisogna rivedere il proprio stile di vita e aiutarsi con dieta e farmaci mirati
CHIARA DALL'ANESE
Tutto ciò che mangiamo, dalla caramella agli spaghetti al pomodoro, si trasforma in carburante per il nostro
organismo. Ma perché questo succeda, è indispensabile che il cibo venga prima scomposto in parti più
piccole. Il processo che trasforma un alimento in benzina per le nostre cellule si chiama digestione. La prima
tappa di questo vitale processo avviene nello stomaco. Come un palloncino Lo stomaco è un organo che ha
la forma di un piccolo sacchetto. È lungo circa 25 centimetri e normal
mente è in grado di contenere circa un litro e mezzo di liquidi. Tuttavia, è in grado di espandersi e, una volta
riempito, può contenere fino a quattro litri di liquidi. Il suo compito è iniziare a suddividere un alimento
completo in tante molecole: zuccheri, grassi e proteine. Un po' come se si dovesse smontare una costruzione
realizzata con i mattoncini Lego.
Sistema di termoregolazione Ciò che mangiamo subisce piccole modifiche prima di arrivare nello stomaco.
Dopo essere stato messo in bocca, il cibo viene triturato, masticato e impastato con la saliva. Il boccone, o
bolo,
attraversa quindi l'esofago, un tubo lungo circa 35 centimetri che regola anche la temperatura di ciò che
ingeriamo, per evitare allo stomaco lo shock termico causato da cibi o bevande troppo caldi o troppo freddi.
Un'attività frenetica Una volta che il bolo raggiunge lo stomaco, inizia la digestione vera e propria. Il cibo
viene attaccato dall'acido clorìdrico e dalla pepsina, i succhi gastrici che lo stomaco ha iniziato a produrre in
gran quantità nel momento in cui ci siamo seduti a tavola, abbiamo visto le pietanze o ne abbiamo sentito il
profumo. Ogni giorno, il nostro organismo produce da uno a tre litri circa di succo gastrico. La funzione degli
acidi è avviare la digestione degli alimenti e mettere fuori combattimento gli eventuali germi presenti nel cibo.
Per farsi un'idea delle capacità "distruttive" di tali acidi, basti pensare che le pareti interne dello stomaco
devono essere rivestite di muco: sostanza che ha la funzione di proteggere le cellule gastriche, impedendo ai
succhi di distruggerle. Velocità diverse Mentre i succhi attaccano il cibo, i tre strati di muscoli che formano lo
stomaco rimestano il bolo. A seconda di ciò che abbiamo ingerito, la digestione sarà più o meno veloce:
quando mangiamo pietanze ricche di grassi (es. fritti, sughi, panna, burro), l'organismo produce alcuni ormoni
che fanno rallentare i movimenti dello stomaco, in modo tale che i succhi gastrici abbiamo più tempo a
disposizione per corrodere tali alimenti. Altre sostanze, invece, entrano direttamente in contatto con le pareti
dello stomaco e, per diffusione, si immettono nel flusso sanguigno: è il caso di alcolici e zucchero. Per
questo, un loro consumo eccessivo può sovraccaricare di lavoro e, con il tempo, danneggiare e corrodere le
cellule dello stomaco. Dal piatto al capillare Nello stomaco, vengono scomposte le molecole delle proteine.
Grassi e carboidrati vengono invece scissi nel duodeno, che è il primo tratto dell'intestino. Quando il cibo
rimestato nello stomaco arriva all'interno di quest'organo, il fegato iiiizia a produrre la bile (sostanza che
scompone i grassi) e il pancreas gli enzimi in grado di scomporre proteine, grassi e zuccheri. Le particelle di
cibo vengono sminuzzate in particelle così piccole che, una volta assorbite dall'intestino, possono passare nel
sangue. Gastrite vera e falsa In alcuni casi, tuttavia, lo stomaco non riesce a funzionare bene: «Ma quella che
comunemente chiamiamo gastrite, e che di solito provoca bruciore o gonfiore allo stomaco e difficoltà a
digerire, non ha nulla a che vedere con la gastrite vera e propria» spiega Renato Cannizzaro, membro del
comitato direttivo Associazione Italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) e responsabile
dell'Unità di gastroenterologia del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (PN). «La gastrite è
l'infiammazione della mucosa dello stomaco. Può essere dovuta all'uso prolungato di farmaci antinfiammatori
non steroidei (es. aspirina), oppure all'attacco di un batterio chiamato Helicobacter pylori. Questo
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SALUTE
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For Men Magazine - N.121 - marzo 2013
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microrganismo, che vive in ambienti molto acidi, è il responsabile di patologie come l'ulcera gastrica». È in
grado, infatti, di ridurre lo strato protettivo che riveste lo stomaco, esponendo così le pareti interne di
quest'organo a erosioni e lesioni. «L'infezione da Helicobacter pylori si cura con antibiotici, eventualmente in
associazione con altri farmaci (inibitori di pompa protonica). Ma va diagnosticata attraverso un apposito
esame, la gastroscopia, che oggi permette di rilevare non solo l'infezione, ma anche eventuali lesioni
precancerose, oppure di asportare polipi. In caso di dolore persistente allo stomaco, è meglio eseguirla se si
ha più di 45 anni, o anche prima se c'è familiarità per i tumori allo stomaco». I campanelli d'allarme Ci sono
altri sintomi cui fare attenzione: «Non vanno mai sottovalutati la perdita di peso e l'espulsione di sangue (dalla
bocca o per via rettale), le difficoltà a deglutire e il dolore allo stomaco che persiste anche dopo aver preso un
farmaco per l'automedicazione: in questi
casi, è bene rivolgersi al proprio medico o allo specialista, perché si correrebbe il rischio di aggravare, non
curandola tempestivamente, un'eventuale patologia» spiega Attilio Giacosa, gastroenterologo del Centro
diagnostico italiano di Milano.
Stop alla fretta Nelle persone giovani, la gastrite è poco frequente. In presenza di digestione lenta e
laboriosa, o bruciore di stomaco frequente, è consigliabile esaminare lo stile di vita: «Si calcola che, nell'arco
della vita adulta, quattro persone su 10 vadano incontro almeno una volta a difficoltà digestive. Ma una
cattiva digestione spesso è dovuta a cattive abitudini : alimentazione sregolata, fumo, stress. Mangiando in
maniera frettolosa si ingerisce più aria, che gonfia lo stomaco e rallenta la digestione. Anche l'acqua, che fa
benissimo, se bevuta in quantità eccessive durante un pasto riduce l'azione dei succhi gastrici. Cibi troppo
conditi e speziati, bevande gassate, superalcolici, • snack e pasti veloci sono nemici dello stomaco» dice
Giacosa.
Curalo così Dedicare più tempo ai pasti è la prima regola, masticare lentamente la seconda, evitare o
limitare cibi e bevande che sottopongono quest'organo a un superlavoro la terza. ìn caso di pasti abbondanti,
ci vengono incontro tisane e farmaci: «Le tisane di finocchio, anice e coriandolo riducono il gonfiore
all'addome, quelle alla liquirizia l'acidità, quelle allo zenzero sono utili per il peso sullo stomaco» continua
Giacosa. «Tra i farmaci, acquistabili senza ricetta medica, sono utili gli antiacidi, i procinetici e gli
antisecretivi». •
Mangiando meno lo stomaco si rimpicciolisce? Secondo uno studio del St. LukesRoosevelt Hospital della
Columbio. University, sì. Gli autori della ricerca hanno visto che, dopo un periodo di dieta ipocalorica, la
capacità dello stomaco si riduce di circa un terzo. Ma secondo uno studio precedente, tale capacità può
anche aumentare: lo stomaco dei mangiatori compulsivi (che si abbuffano anche se non hanno fame e che
non riescono a smettere di mangiare) con il tempo si allarga e risce a contenere più cibo del normale
L'ansia rema contro Stress, tensione e preoccupazioni peggiorano la digestione. «Ogni forma di pressione
nervosa, sia essa lavorativa o familiare, causa disturbi digestivi. La tensione, infatti, modifica profondamente
l'attività dei muscoli dello stomaco, indispensabile per avviare bene la digestione» spiega Attilio Giacosa. Il
legame tra stomaco e cervello è strettissimo. Basta osservare l'immagine di un alimento che amiamo perché
lo stomaco inizi a produrre più succhi gastrici: la vista del cibo, infatti, stimola il cervello, che inizia a mandare
segnali a quest'organo. A quel punto, lo stomaco si comporta proprio come farebbe quando ci sediamo a
tavola: inizia ad aumentare la produzione di succhi gastrici. Proprio come gli alimenti, anche l'ansia e le
preoccupazioni stimolano il cervello, che mette in allerta l'intero organismo, stomaco e inte- stino inclusi. Gli
effetti si notano soprattutto dopo mangiato, ma anche nelle ore successive. Per questo, chi è ansioso o
attraversa un periodo stressante deve fare i conti con gonfiore, senso di pienezza, malessere e nausea per
molti giorni. Per migliorare la digestione, è importante prima di tutto rallentare i ritmi di vita e, dove possibile,
migliorare l'organizzazione delle proprie giornate per non essere sempre affannati. Fondamentale l'attività
fisica: «Basta una passeggiata di un quarto d'ora dopo pranzo, un po' di yoga o, se si preferiscono gli sport
più intensi, il calcio. Il pasto serale deve essere leggero, mentre a pranzo ci si può concedere qualcosa in più,
a patto di camminare dopo che ci si è alzati da tavola. E, in ogni caso, masticare lentamente per non
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rallentare la digestione.
Lalcol e lo zucchero ono gli alimenti che impiegano meno tempo per transitare dallo stomaco al sangue.
Seguono verdure, pane e pasta, carne. I cibi più impegnativi per lo stomaco sono i grassi. (Fonte: II cibo:
istruzioni per l'uso) Fino a 30 minuti Da 30 a 60 minuti 1-2 ore 2-3 ore 3-4 ore 4-5 ore 6 ore 8 ore ALIMENTI
Zucchero, miele, alcol Té, caffè, latte scremato Latte, formaggio magro, pane bianco, pesce cotto, purè di
patate, olive Carne magra, pasta, riso, frutta, aglio, pomodoro Formaggio, insalata, prosciutto, filetto ai ferri,
noci, nocciole Bistecca ai ferri, torte, arrosti Tonno sott'olio, cetrioli^fritture, funghi Cavoli, sardine sott'olio
Lo stomaco è un organo importantissimo, eppure in alcuni casi possiamo vivere senza di esso. Fino ad alcuni
anni fa, il tumore allo stomaco si curava infatti asportando l'organo. «Oggi l'approccio è diverso, si tende a
optare per la chemio e la radioterapia per ridurre la massa tumorale e assicurare anche una maggiore
sopravvivenza al paziente» spiega Renato Cannizzaro, Vivere senza lo stomaco è più difficile, ma possibile,
con alcuni indispensabili accorgimenti: «Masticare molto lentamente e seguire una dieta equilibrata, ricca di
cibi sani come la frutta e la verdura».
Lavoratore instancabile Nel corso della nostra vita, attraverso lo stomaco transitano enormi quantità di cibo.
Ecco ciò che digerisce in media quest'organo: 8 tonnellate di frutta 6 tonnellate di latte 4 tonnellate di
pomodoro 3 tonnellate di patate 2 tonnellate di zucchero 1 tonnellata di pesce carne: l'equivalente di 10
mucche, 20 maiali, 1000 polli 800 litri d'olio 15mila uova 400 chili di burro 30 mila tazzine di caffè
PEPERONCINO: aumenta la motilità dello stomaco e stimola la produzione di succhi gastrici ZENZERO:
rende più digeribili le proteine PEPE: facilita la digestione della carne CURCUMA: riduce l'acidità del
pomodoro
PERSONAGGI
3 articoli
13/03/2013
QN - La Nazione - Viareggio
Pag. 9
(diffusione:136993, tiratura:176177)
La scommessa: un porticciolo per incentivare l'utenza familiare
NELLA SEDE di via Rèpaci a Viareggio, si è tenuta l'assemblea dei soci di Assonautica Lu-Versilia. All'ordine
del giorno numerosi temi che sono stati illustrati dal vice-presidente vicario, Alessandro Cinquini. L'esercizio
2013 presenta molti impegnativi programmi, tenuto conto che l'associazione intende promuovere con
maggiore impegno quello spirito di servizio verso gli associati, che è uno dei valori di fondo del sodalizio.
Assonautica, emanazione della Camera di Commercio di Lucca per i temi legati al diporto, alla cantieristica
minore e al turismo nautico, opera dal 1987 per la difesa e la promozione della cultura del mare; ha anche in
gestione l'area balneare prospiciente piazza Castracani a Lido di Camaiore, dove si trova il porto-spiaggia
"Campus Maior", una infrastruttura vocata all'uso di imbarcazioni a vela e a motore a favore di una utenza
familiare. Assonautica sottolinea la valenza di un servizio che, con la concessione avuta dal Comune di
Camaiore, va a favore di un'utenza familiare e sociale di grande significato. Senza dimenticare il fattore
turistico per l'opportunità offerta a chi possiede una imbarcazione, di poterla usare senza troppi problemi.
DOPO un dibattito nel quale sono state approfondire le tematiche all'ordine del giorno, sono stati eletti il
nuovo direttivo e gli organi collegati. Sono risultati eletti a maggioranza dell'assemblea: Pier Antonio
Tomellini, presidente; Alessandro Cinquini, vice-presidente vicario; Claudio Guerrieri (presidente CCIAA di
Lucca), Alessandro Del Dotto (sindaco di Camaiore), Renzo Migliorini, Alessandro Maiolini, Marco Bonuccelli,
Freddie Cecchini, Gabriele Elisei, Andrea Giacomelli e Gianni Giampaoli, consiglieri; Marco Bonuccelli,
Freddie Cecchini e Sandro Mainardi, sindaci revisori; Stefano Ceccatelli, Sandro Mainardi e Alessandro
Pagliuca, probiviri.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013
136
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ASSONAUTICA PROGETTI
13/03/2013
Il Tirreno - Viareggio
Pag. 15
(diffusione:80832, tiratura:102004)
VIAREGGIO Assonautica, emanazione della Camera di commercio di Lucca, ha rinnovato le proprie cariche,
per il nuovo direttivo gli organi collegati. Sono risultati eletti a maggioranza dell'assemblea: Pier Antonio
Tomellini, presidente; Alessandro Cinquini, vice-presidente vicario; Claudio Guerrieri (presidente Camera di
commercio), consigliere;Alessandro Del Dotto (sindaco di Camaiore), consigliere; Renzo Migliorini,
consigliere; Alessandro Maiolini, consigliere; Marco Bonuccelli , consigliere ; Freddie Cecchini, consigliere;
Gabriele Elisei, consigliere; Andrea Giacomelli, consigliere; Gianni Giampaoli, consigliere. I sindaci revisori
sono: Marco Bonuccelli, Freddie Cecchini, Sandro Mainardi. Il Collegio dei probiviri risulta così composto:
Stefano Ceccatelli, Sandro Mainardi, Alessandro Pagliuca. Assonautica opera fino dal 1987 con rinnovato
impegno per la difesa e la promozione della cultura del mare. Tra le altre opportunità, Assonautica ha in
gestione l'area balneare prospiciente la piazza Castracani (zona Arlecchino a Lido di Camaiore), dove è
collocato il porto-spiaggia "Campus Maior. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013
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Le nuove cariche di Assonautica: c'è anche Migliorini
12/03/2013
Giornale di Monza
Pag. 14
(diffusione:23316, tiratura:28912)
Dopo cinque anni Domenico Riga dichiara il reddito
(cdi) Dopo cinque anni di silenzio, il consigliere comunale del Pdl Domenico Riga ha cambiato registro
decidendo di rendere noto il suo reddito. Pur essendo un obbligo per gli eletti presentare in Comune il 730,
Riga non l'aveva mai fatto nemmeno sotto la passata legislatura (non erano mai state previste multe). «Non
lo trovo giusto », aveva spiegato al Giornale di Monza. Sarà un caso, ma adesso che si prospettano multe
per gli inadempienti per via di una modifica normativa che porterà l'Assise a decidere gli importi, Riga ha
deciso di sciogliere gli indugi: la sua attività (l'ottica in via Segantini) gli frutta un reddito lordo di 35.843 euro,
ha due immobili e una «Chrysler jeep». Anche Andrea Mandelli (Pdl), presidente dei farmacisti italiani, ha
presentato il reddito in settimana e si è dimostrato il «Paperone» di tutto il Consiglio: ha dichiarato nel 2011
233.331 euro e possiede otto immobili (solo due però in piena pro - prietà) e l'8,33% dell'industria imbal laggi «Fratelli Mandelli Snc».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 13/03/2013
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ANCHE ANDREA MANDELLI L'HA RESO NOTO: È IL PAPERONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
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