FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE NATURALI Corso di Laurea Specialistica in Chimica per lo Sviluppo Sostenibile Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi ANALISI EMERGETICA DI UN EDIFICIO: EFFETTI AMBIENTALI DI MATERIALI E TECNICHE DELLA BIOARCHITETTURA Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Nadia Marchettini Correlatore: Arch. Riccardo Maria Pulselli Tesi di Laurea Specialistica di: Eugenio Simoncini Anno Accademico 2004- 2005 A tutti i partigiani, che mi hanno permesso d’avere quattro mura intorno, un cielo dove splende ancora un po’ di sole e la forza e la volontà di pensare un altro mondo 2 INDICE Premessa………………………………………………………………………………..6 Capitolo 1. L’architettura e politiche ambientali…………………………………….8 1.1 Il valore dell’architettura……………………………………………………………8 1.2 Rilevanza del settore edile nel mondo……………………………………………..11 1.3 Bioarchitettura: politiche ambientali nel settore edile…………………………… 15 Capitolo 2. Le basi scientifiche della sostenibilità…………………………………..19 2.1 Il concetto di limite e la Teoria della Sostenibilità………………………………..19 2.2 Dalla Termodinamica agli edifici, attraverso il concetto di Struttura Dissipativi…22 Capitolo 3. Tecniche e indicatori per il monitoraggio dei trend di consumo delle risorse ambientali nel settore edile…………………………………………………...29 3.1 La valutazione attraverso tecniche e indicatori applicati al settore edile…………..29 3.2 Indicatori di stato dell’ambiente e di pressione…………………………………….31 3.3 Indicatori di sostenibilità…………………………………………………………...36 Capitolo 4. Metodi per la valutazione della sostenibilità ambientale attraverso indicatori olistici………………………………………………………………………37 4.1 La valutazione di sostenibilità nella normativa nazionale e europea………………38 4.2 Analisi del Ciclo di Vita (LCA)……………………………………………………39 4.3 Impronta Ecologica (Ecological Footprint)………………………………………..40 4.4 Analisi eMergetica ( H. T. Odum)………………………………………………….41 4.5 Emergia ed Economia………………………………………………………………51 3 Capitolo 5. Calcolo dell’emergia specifica del cemento e del calcestruzzo..............52 5.1 Introduzione………………………………………………………………………...53 5.2 Calcolo della Transformity del cemento…………………………………………...55 5.3 Calcolo della Transformity del trasporto dei materiali edili…………………….....57 5.4 Calcolo della Transformity del calcestruzzo……………………………………….61 5.5 Conclusioni e verifica dei risultati………………………………………………….64 5.6 Caratteristiche generali del calcestruzzo…………………………………………...66 5.7 Cemento, calcestruzzo e inceneritori……………………………………………….73 Capitolo 6. Analisi Emergetica dell’edificio…………………………………………76 6.1 Descrizione dell’edificio…………………………………………………………..78 6.2 Diagramma energetico (Energy System Diagram)………………………………...83 6.3 Selezione dei dati…………………………………………………………………..85 6.4 Struttura dell’analisi……………………………………………………………….89 6.4.1 Analisi Emergetica dei materiali………………………………………………………90 6.4.2 Analisi Emergetica delle Parti Costruttive………………………………………...97 6.4.3 Analisi Emergetica della Fase d‘ Uso dell’edificio………………………………..104 6.5 L’Emergia della Funzione Abitativa: alcuni indici……………………………….107 Capitolo 7. Analisi Comparata di scenari bioclimatici. Il tema dell’involucro…..112 7.1 Sistemi di facciata e scenari per prestazioni migliorate………………………......113 7.1.1 Il sughero per il rivestimento esterno…………………………………………….117 7.1.2 Il sistema di facciate ventilate…………………………………………………...120 7.2 Analisi Emergetica dei sistemi di facciata………………………………………..123 7.2.1 Scenario A: sistema di Facciata Tradizionale……………………………………123 7.2.2 Scenario B: sistema di facciata con cappotto esterno in sughero………………….124 7.2.3 Scenario C: sistema di Facciata Ventilata………………………………………..125 7.3 Analisi Termica dei sistemi di facciata……………………………………………126 7.3.1 Scenario A: Analisi Termica……………………………………………………..135 7.3.2 Scenario B: Analisi Termica……………………………………………………..136 7.3.3 Scenario C: Analisi Termica……………………………………………………..137 7.4 Discussione e conclusioni………………………………………………………...138 4 Capitolo 8. Analisi emergetica di una cella fotovoltaica e calcolo della Transformity dell’energia elettrica fotovoltaica…………………………………...141 8.1 Analisi Emergetica del processo produttivo………………………………………142 8.2 Produzione di energia elettrica……………………………………………………146 8.3 Transformity del fotovoltaico……………………………………………………..147 8.4 Analisi Economica………………………………………………………………...147 8.5 Conclusioni………………………………………………………………………..149 Capitolo 9. Analisi comparata Emergetica – Economica………………………….150 9.1 Introduzione……………………………………………………………………….151 9.2 Calcolo dell’emergia a partire dalla situazione economica: stima dell’errore……152 9.3 L’indice Φ: rapporto F/Pr.C. ……………………………………………………..154 Conclusioni…………………………………………………………………………..155 Appendici…………………………………………………………………………….158 Appendice A: Calcoli Emergetici………………………………………………………..159 Appendice B: Valore Attuale Netto e indici economici correlati…………………………..183 Appendice C: elenco delle transformity ed emergie specifiche utilizzate…………………..187 Appendice D: calcolo dell’emergia specifica della terra cruda per laterizi………………..191 Bibliografia...…………………………………………………………………………192 Ringraziamenti……………………………………………………………………….200 5 PREMESSA Questo lavoro è ispirato ad un chiaro intento, quello di orientare le forze e le conoscenze verso un uso più razionale delle risorse naturali, facendo esplicito riferimento al settore delle costruzioni. La casa è un bene primario dell’uomo, ed un elemento caratterizzante di una società, una comunità organizzata e insediata in un luogo specifico. La tendenza ad uniformare le molteplici espressioni dell’architettura (che rispecchiano culture, tradizioni, storie, climi e stili) a pochi canoni, dettati da sterili operazioni di mercato, a partire dagli anni ‘70 del boom economico in Italia, ha compromesso le basi di un legame secolare tra l’uomo e la Terra, tra abitante e habitat. Alcuni paesaggi urbani contemporanei, a partire dalle periferie delle grandi città fino ai più recenti insediamenti e piccoli agglomerati di provincia, testimoniano una perdita del legame logico tra il pensiero e le azioni: non c’è corrispondenza tra il desiderio di vivere in un ambiente sano e confortevole e molte delle pratiche edili attuali. I criteri del costruire devono pertanto essere riformulati a partire dal riconoscimento di una stretta dipendenza tra le attività dell’uomo, come l’architettura, e l’integrità delle funzioni e delle risorse naturali. Il Principio universale che nessun essere umano può eludere, ed al quale l’architettura e l’abitare devono attenersi, è l’esistenza dei limiti fisici dettati dalla natura e dalla necessità di equità tra specie, individui e generazioni. Il presente lavoro ha l’intento di individuare questi vincoli fisici e orientare le scelte verso pratiche costruttive sostenibili e compatibili con l’ambiente. La Tesi prende l’avvio con una prima parte in cui sono stati esposti i principi di sostenibilità e le teorie scientifiche generali alla base delle discipline ecologiche. Inoltre, sono stati introdotti indicatori comunemente usati per le valutazioni ambientali nel settore edile, a partire dai metodi di valutazione diffusi in Europa e in USA, e si è poi discusso sull’opportunità di usare indicatori di sostenibilità per la verifica delle pratiche costruttive tradizionali e bio-compatibili. 6 Nella seconda parte della tesi, un metodo di contabilità ambientale è stato applicato ad alcuni processi afferenti al settore edile: la produzione dei materiali edili (cemento e conglomerati), il trasporto degli inerti, la costruzione di un edificio con tecniche costruttive tradizionali, l’uso dell’edificio nel tempo di vita (la funzione abitare). Sono stati inoltre ipotizzati diversi scenari prevedendo l’impiego di materiali a minor impatto, di tecniche costruttive innovative e della tecnologia fotovoltaica per migliorare le prestazioni degli edifici e contenere i consumi energetici. Il confronto tra investimento iniziale per la costruzione dell’edificio, in termini di risorse naturali (o capitale naturale), e il consumo di risorse nella fase d’uso, stimando sprechi e risparmi energetici, ha dunque lo scopo di verificare l’efficacia delle pratiche comuni della bioarchitettura e orientare le scelte verso tecniche costruttive a minor impatto. La necessità di equità era profondamente nota a coloro cui dedico questa Tesi. A loro, ai partigiani, devo il fatto di avere una casa, una memoria diversa e dei principi: che questo mondo non è l’unico dei mondi possibili, che ne può esistere uno più equo, e che non si può rimanere indifferenti a nessuna delle cose che accadono, ad ogni tipo di contaminazione forzata, in ogni parte del mondo. 7 1. L’ARCHITETTURA E LE POLITICHE AMBIENTALI “Quando avrete tagliato l’ultimo degli alberi Avvelenato l’ultimo dei fiumi Pescato l’ultimo dei pesci Ucciso l’ultimo dei bisonti, solo allora capirete che non potete mangiare i vostri soldi” Profezia degli indiani Cree, attribuita a Nuvola Rossa 1.1 Il valore dell’architettura L’architettura rappresenta una forma d’arte particolare, carica di significato, fantasia e regole fisiche. Alle regole fisiche riferibili alla statica dell’edificio si devono aggiungere altri fattori più propriamente identificabili come Limiti Fisici. I potenziali fattori di crisi dell’architettura risiedono nella sempre maggiore carenza a livello mondiale delle risorse naturali, dovuta al sovrasfruttamento e all’eccessiva pressione sull’ambiente delle economie basate sulla logica della crescita, una logica che è messa in discussione dalla natura stessa. Il sistema economico attuale ha portato all’uso di materiali facilmente gestibili ma a maggior impatto ambientale. Il cemento, l’alluminio e i laminati metallici per i rivestimenti esterni delle facciate sono solo alcuni esempi. In questo contesto rientrano anche le strategie di mercato che spingono il progettista e il costruttore ad adottare criteri costruttivi e materiali più a buon mercato. Di fatto, il mercato condiziona i gusti e le scelte operative. In questo campo ricade il problema del cemento. L’architettura diventa sempre più “edilizia”, perde, cioè, la sua essenza di arte e habitat a tutto tondo e diventa una mera operazione economica, con l’aggravante del maggior peso sul Capitale Naturale. 8 L’uomo dovrebbe riprendere l’edilizia stessa e guidarla in una direzione che esprima una nuova condizione umana. Una condizione in cui l’uomo comprende ed accetta i limiti del mondo fisico che lo circonda e che sostengono la vita e le società, con vincoli termodinamici sempre esistiti, in cui l’uomo affidi la propria sopravvivenza e quella delle future generazioni all’impiego in maniera sostenibile delle risorse naturali ed alla loro conservazione. In questo paradigma, la nuova architettura deve essere “bio” e farsi carico della volontà di stabilire una “Nuova Alleanza”1 tra uomo e natura. Il degrado del simbolismo dell’architettura è illustrato in alcune pagine di Notre Dame de Paris, di Victor Hugo, Libro Quinto, Secondo Capitolo (Edizioni Corriere della Sera, 2002). In questo passo, Victor Hugo tratta della successione al potere, nel mondo della comunicazione, dall’architettura alla scrittura; nello studio nascosto ed oscuro dell’arcivescovo Claudio Frollo, si scorge un suo appunto: “Questo ucciderà quello. Il libro ucciderà l’edificio”. Scriveva Hugo: “Dall’origine delle cose fino al quindicesimo secolo dell’era cristiana incluso, l’architettura, infatti, è il grande libro dell’umanità, l’espressione principale dell’uomo ai suoi diversi stadi di sviluppo, sia come forza fisica che come intelligenza. […] Il dolmen e il cromlech celtici, il tumulo etrusco, il galgal ebraico, sono parole. Taluni, i tumuli specialmente, sono nomi propri”. Piano piano, però, il linguaggio ed il simbolismo dell’uomo si è ampliato, fino a diventare “libro”. Scrive ancora Victor Hugo: “Il simbolo aveva bisogno di espandersi nell’edificio. Allora l’architettura si sviluppò insieme con l’umano pensiero; divenne gigantessa dalle mille teste e dalle mille braccia; e fissò sotto una forma eterna, visibile, palpabile, tutto quell’ondeggiante simbolismo. […] il pilastro, che è una lettera, l’arco, che è una sillaba, […] messi contemporaneamente in moto da una legge di geometria e da una legge di poesia, si raggruppavano, si combinavano, […] salivano, si sovrapponevano sul suolo, si disponevano a ripiani nel cielo […].” Possiamo dunque concludere che: 1 In riferimento a: “La nuova Alleanza”, Prigogine I., Stengers I., 1981. 9 ”[…] l’architettura fu, sino al quindicesimo secolo, il principale registro dell’umanità, […] in tale intervallo non apparve nel mondo un pensiero un po’ complesso che non si sia fatto edificio, […] ogni idea popolare così come ogni legge religiosa ebbe i suoi monumenti; […] il genere umano, insomma, nulla pensò d’importante che non l’abbia scritto in pietra. E perché? Perché ogni pensiero, sia religioso, sia filosofico, ha interesse a perpetuarsi; perché l’idea che ha sommosso una generazione vuole sommuoverne altre, e lasciar traccia di sé. […] La stampa. Non si prenda abbaglio. L’architettura è morta, morta senza ritorno, uccisa dal libro a stampa, uccisa perché dura di meno, uccisa perché costa di più.” Le ultime parole, a mio parere, sono profonde, e, oltre a descrivere la caduta espressiva alla fine del medioevo, ricalcano l’attuale assassinio dell’architettura da parte dell’edilizia funzionale ed inespressiva. L’idea, da cui scaturisce questo lavoro di tesi, è quella di ridare all’architettura un ruolo comunicativo ed al tempo stesso una funzione basilare: ricollegare le attività umane ai cicli degli elementi, alle leggi ed ai vincoli della natura. Architettura e impatto delle società umane sull’ambiente L’architettura ha un valore simbolico e comunicativo che, tendenzialmente, è andato perso nel corso degli ultimi secoli. Si parla delle funzioni dell’abitare e si concede poco spazio alla comunicazione dei suoi criteri. Le “grandi opere” non sono più quelle che esprimono un significato che va oltre le necessità statiche e pratiche. La trasmissione delle “sensazioni” è eclissata da quella delle “informazioni” (intese come brevi notizie esplicative), affidata ad altri mezzi. L’edificio ha un peso enorme sul flusso di materia ed energia che sostiene la vita del genere umano; questo è il problema che ci si pone oggi, nei confronti del settore edile ed abitativo, in quanto il nostro pianeta è stato impoverito di parte del Capitale Naturale, per far fronte alle richieste dell’uomo. Questa scarsità di risorse ha portato la necessità dello studio di strategie sostenibili. 10 Delineiamo adesso un breve quadro dell’impatto del settore edile e di quello abitativo sull’ambiente. Si deve innanzitutto notare quanto segue: - La costruzione del luogo in cui abitare, e il suo mantenimento in una condizione confortevole per sé e per la comunità più intima, rappresentano forse uno degli scopi primari nella vita di un essere umano; è dunque intuibile che le nostre società rivolgano in questa direzione molte delle loro attenzioni, sforzi, e in ultima analisi energie e materiali. - L’uomo si adatta sempre meno alle condizioni ambientali in cui viene a trovarsi, creandosi il suo ambiente congeniale ed artificiale. Si può quindi prevedere un uso sempre più massiccio dei sistemi di riscaldamento e condizionamento delle abitazioni, che acquistano un peso elevatissimo su scala globale per quanto riguarda le emissioni di composti inquinanti e l’uso di energia. - Per alimentare i sistemi energetici per il riscaldamento e il condizionamento dell’abitazione si usano i combustibili fossili (dal petrolio alla legna, passando dai Paesi più ricchi a quelli in via di sviluppo), risorse non rinnovabili e pertanto esauribili, oltre ad essere responsabili delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. E’ dunque evidente che l’uso di un’abitazione ha dei costi ambientali. 1.2 Rilevanza del settore edile nel mondo Come scrive Uwe Wienke (Wienke U., 2004), “il […] settore edilizio consuma circa il 40% delle risorse naturali ed è diventato, negli ultimi 50 anni, uno dei maggiori consumatori di combustibili fossili. Circa il 50% dell’energia prodotta da questi combustibili serve per la climatizzazione degli edifici. […] Anche la produzione e la lavorazione dei materiali da costruzione hanno un forte impatto ambientale, in quanto consumano grandi quantità di acqua pulita ed energia e producono enormi cumuli di rifiuti incrementati ulteriormente dai detriti che risultano dalle demolizioni.” Già dagli anni settanta si pubblicavano le prime statistiche sull’impatto del settore edile. L’ambiente costruito (edifici e strutture urbane) costituiva già il 40% circa del consumo mondiale dei materiali, ed incideva per un terzo sul consumo totale di energia del pianeta (1992) (Lenssen, Roodman, 1995). 11 L’ambiente costruito, però, consuma per il suo funzionamento e per il suo mantenimento nel tempo. Negli Stati Uniti, i settori edile e abitativo hanno consumato dal 35 al 60% del budget totale nazionale (dati in media tra fonti del 1977, 1991, 1995) (Lessen, Roodman, 1995; Stein, 1997). L’Impronta Ecologica dell’ambiente edificato dall’uomo (Ecological Footprint, vedi capitolo 3) su scala globale equivale a 2,2 ettari a persona, su un totale di 6148,1 milioni di persone; questo dato indica che vengono consumati in media sul pianeta 2,2 ettari di terreno ecologicamente produttivo per persona per la costruzione ed il mantenimento di tutte le aree costruite. In questa misura ricade soltanto la costruzione dell’ambiente ed il mantenimento delle strutture, ma non la gestione del settore abitativo civile (che ricade nel settore energetico e di vari altri materiali) (Living Planet Report, 2004). Il Settore Abitativo: situazione Mondiale ed Europea Negli Stati Uniti, si stima che il settore abitativo (civile) consumi il 68% dell’energia elettrica prodotta annualmente, della quale il 75% è generato tramite combustione di carburanti fossili (Olgyay, 2004), con un notevole apporto di CO2 ed altri inquinanti nell’atmosfera e nelle acque piovane. Dati molto più precisi si hanno riguardo al Regno Unito. In generale, le emissioni di anidride carbonica sono associate a 4 settori principali: industrie, trasporto, domestico, agricolo ed altri. In U.K., dal 1974, tutti i settori hanno fatto registrare un calo delle emissioni di CO2, in maniera molto drastica, ad esempio, per l’industria. L’unica eccezione si ha per il settore dei trasporti, che è andato crescendo. Nel 1974 le abitazioni emettevano circa 55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, mentre nel 2002 circa 40 milioni, diminuendo, rispetto agli altri settori, in modo tendenzialmente costante e lento. Sempre nel Regno Unito, la quantità di carbonio emessa nel 2003 dal settore abitativo è stata di 41,2 milioni di tonnellate. Nel 2003, tale settore rappresentava il 27% delle emissioni; in sostanza, in questo Paese le emissioni domestiche di CO2 sono diminuite dagli anni settanta di circa il 24%, facendo registrare un lento decremento a causa dell’elevata crescita delle emissioni derivanti dal settore dei trasporti (UK DEFRA, 2005). In Francia, la produzione di energia è destinata per la maggior parte al settore abitativo e terziario: dal 1973 ad oggi si è avuto un aumento da circa 55 a quasi 70 tonnellate di 12 petrolio equivalenti (ADEME, 2005). Questi dati tengono conto che, in più di trenta anni, la Francia ha cambiato l’uso finale dell’energia, diminuendo l’uso diretto del petrolio ed aumentando quello di energia elettrica e gas naturale. Anche in Irlanda, il settore costruttivo ed abitativo rappresenta circa il 25% delle emissioni legate alla produzione di energia; in questo Paese, il consumo di energia del settore abitativo è in aumento dell’1,8% all’anno (SEI, Ireland, 2004). Quanto il settore abitativo sia importante rispetto alle emissioni di gas serra, per le quali il Protocollo di Kyoto ormai entrato in vigore deve e dovrà vigilare e regolare, è sottolineato in modo esaustivo, infine, dai dati Eurostat, di cui si riporta il grafico riassuntivo (dati riferiti all’anno 2000, in megatonnellate di petrolio equivalente). Figura 1.1. Uso finale dei consumi energetici in Europa nel 2000. Sono mostrati i tre differenti settori dell'economia: trasporto, terziario e residenziale, industria (Eurostat, 2000). Le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra avvengono in ogni processo legato alla costruzione degli edifici (estrazione, lavorazione, trasporto e messa in opera delle materie prime) e alla fornitura dei beni (materiali ed energetici) necessari alla funzione abitativa. Consumi ed emissioni legati al settore edile e civile si distribuiscono su tutto il ciclo di vita di un edificio e della funzione abitativa. 13 Roodman e Lenssen (1995) affermano che alcuni materiali edili, tra cui il conglomerato, necessitano della stessa quantità di energia per la produzione da materie prime che dal riciclo di altri materiali; per altri materiali, ad esempio, come il vetro o l’alluminio, c’è un risparmio dal 20 al 90% di energia, se prodotti dal ciclo del riciclaggio. L’opportunità del riciclo dei materiali può quindi risultare, in alcuni casi, un ottimo metodo per porre un freno al consumo delle risorse naturali, sia materiali che energetiche. Nei primi decenni in cui si è visto nascere l’idea di bioarchitettura, bioedilizia ed energie rinnovabili, la tecnologia appropriata raggiungeva costi iniziali spropositati rispetto ai guadagni effettivi e alle spese tradizionali. Attualmente, la tecnologia sembra essere diventata conveniente (almeno in alcuni casi), anche dal punto di vista della spesa iniziale. Figura 1.2. Costi di gestione di una casa. I dati danno una visione generale del problema del prezzo delle nuove tecnologie (Legambiente, 2005) Come mostra la figura sopra riportata, la gestione tradizionale di una casa costa, in un anno, in media 1705 euro; queste stime sono valutate su scala nazionale. Gli ultimi dati affermano che a livello nazionale è presente un forte investimento nel settore edile, fermo restando la crisi del settore; nel 2005 è stato investito il 9% del PIL nell’industria delle costruzioni, per un 46,2% degli investimenti fissi del Paese. In tutta 14 la filiera si stima un numero di 28.500.000 occupati2. Questi dati testimoniano abbastanza bene la rilevanza del settore costruttivo. E’ lecito oggigiorno chiedersi quanto costi una casa, per un anno, all’ambiente, e quanto si possa risparmiare utilizzando la bioarchitettura o soluzioni comunque compatibili con l’ambiente. L’ipotesi non è soltanto che la bioarchitettura abbia un minore impatto ambientale, ma che migliori le prestazioni ed i consumi. 1.3 Bioarchitettura: politiche ambientali nel settore edile Nel passaggio dall’edilizia tradizionale a quella ecologica si inizia a pensare ad un uso razionale di energie e materiali ed al loro reimpiego, nonché al convogliare tecnologie e materiali della produzione industriale verso soluzioni compatibili con le esigenze dell'utenza, la salvaguardia dell'ambiente e la creatività del progettista. In particolare, la Bioarchitettura è prima di tutto una disciplina progettuale che, attraverso profondi studi svolti sinergicamente da equipe di medici, architetti, ingegneri, geologi, etc., cerca di dare una risposta all'origine ad alcuni problemi che insidiano la salute dell'uomo e dell’ambiente in epoca contemporanea. Essa costituisce un ponte tra l'edilizia moderna e quella di un passato in cui era vivo l'orgoglio di costruire "a regola d'arte", quando la posa della prima pietra assumeva un significato rituale di cui, nella odierna cementificazione selvaggia, si è persa la traccia. In una visione caratterizzata da un'ampia inter-disciplinarietà e da un utilizzo razionale ed ottimale delle risorse, la Bioedilizia tende a conciliare le tecniche pianificatrici e edili atte ad assicurare modelli abitativi qualitativamente elevati con costi ambientali contenuti. Qualsiasi forma di indagine o programmazione nel settore deve tener conto della stretta interazione tra l’edificio, un involucro inerte, e il vivente. Questa trama dinamica di relazioni può essere immaginata in forma di flussi di energia e materia, di persone e beni, di informazione e risorse e diventa l’oggetto della ricerca. Può essere definita Architettura Bioclimatica quel modello di architettura che ottimizza le concordanze energetiche con l’ambiente naturale circostante mediante il progetto architettonico (Bruno S., 1999). 2 “Primo congresso nazionale della filiera delle costruzioni”, Opuscolo informativo. 15 Materiali edili e loro problematiche I materiali solidi possono essere divisi in tre gruppi principali, in base al loro stato chimico-fisico3 e dunque alle loro proprietà: i materiali metallici, quelli ceramici e quelli polimerici. La figura sottostante mostra la posizione dei materiali edili tradizionali in questa suddivisione. Figura 1.3. Suddivisione dei diversi tipi di materiale solido, con esplicito riferimento ai materiali edili. Molti dei materiali usati correntemente in edilizia presentano varie tipologie di problemi ambientali. Introduciamo adesso i cosiddetti materiali biocompatibili. Per materiali biocompatibili si intende quelli aventi: - basso impatto ambientale; - bassa tossicità umana ed ecotossicità; - basso costo energetico nella manifattura e nell’eventuale riciclo; - alta efficienza, ad esempio, nel trasmettere o nell’isolare la temperatura esterna o quella interna. Molti dei materiali edili biocompatibili sono già usati, anche da millenni, per la costruzione delle nostre case. 3 Si intende il tipo di legame chimico tra le singole molecole che compongono la sostanza: legame e struttura metallici, stato vetroso, stato cristallino, stato monocristallino semplice e polimerico. 16 Si riporta, nella tabella sottostante, una sintesi dei materiali edili tradizionali con, accanto, quelli a minor impatto ambientale (Wienke, 2004). Materiali tradizionali Termoisolanti prodotti con CFC Materiali alternativi Termoisolanti in lana di roccia, fiocchi di cellulosa, fibre di legno Lastre drenanti in Poliuretano Elementi in laterizio Elementi multistrato incollati Elementi omogenei o facilmente separabili Materiali bituminosi Protezione dall’umidità con vespai, drenaggi Pannelli Truciolati Legno massiccio indigeno, senza formaldeide Isolanti termoacustici in XPS, PUR Sughero naturale Membrane impermeabilizzanti Carta Oleata Intonaco interno in malta cementizia Intonaco in malta di calce e gesso Tabella 1.1. Sintesi dei materiali edili tradizionali e corrispondente materiale a minor impatto ambientale. Una tematica ulteriore riguarda l’inquinamento degli ambienti confinati, il cosiddetto “inquinamento indoor”, dovuto all’introduzione di sostanze tossiche negli edifici e alla ridotta ventilazione. L’inquinamento da gas, polveri, fibre, microbi, muffe e agenti chimici sta all’origine di varie tipologie patologiche, conosciute come “Building Related Illness” (BRI) e “Sick Building Sindrome” (SBS). In “Manuale di Bioedilizia”, Uwe Wienke introduce all’argomento dell’edilizia biologica come segue: “L’edilizia ecologica nasce come reazione alla grave crisi ambientale in cui attualmente ci troviamo e il suo obiettivo principale è quello di mitigare gli impatti ambientali connessi all’edilizia. I sintomi più rilevanti di questa crisi in atto sono: - inquinamento atmosferico […]; - prevedibile esaurimento delle risorse naturali non rigenerabili […]; - dissesti idrogeologici […]: - diminuzione della biodiversità […]. […] Un ulteriore effetto negativo dell’edilizia moderna è la perdita delle tradizioni edili. […] L’obiettivo generale dell’edilizia ecologica è quello di progettare e costruire edifici che non causino sprechi e che non esercitino gravi effetti negativi sull’ambiente e sulla salute degli abitanti.” (Wienke U., 2004). 17 L’edilizia è in crisi, sia di idee che di materiali. L’ambiente, il nostro pianeta, sta cambiando, sta evolvendo da uno stato stazionario ad un altro, per sopperire il disequilibrio prodotto dall’uomo. La bioarchitettura è necessaria; è inoltre indispensabile la sicurezza che questa sia utile e rilevante, e che non sia soltanto mera apparenza che alimenta un nuovo mercato. Questa tesi cerca di verificare il carico ambientale dell’edilizia, il suo rapporto con l’ambiente, stimando e verificando i vantaggi ambientali di alcuni scenari bioarchitettonici e di alcuni materiali biocompatibili. 18 2 LE BASI SCIENTIFICHE DELLA SOSTENIBILITA’ Ricordati che ogni elemento della natura è come una persona. Perciò parla alle tempeste, parla al tuono: sono amici, ti proteggeranno. Anonimo Navaho 2.1 Il concetto di limite e la Teoria della Sostenibilità Si introduce la Teoria della Sostenibilità, trattando, seppur brevemente, di quella nuova branca della ricerca attuale che è l’Economia Ecologica. Robert Costanza (1991) afferma: “Un obiettivo chiave in questa ricerca è quello di incoraggiare modelli sostenibili di sviluppo economico, distinti dalla crescita economica che non è sostenibile in un pianeta finito. Un aspetto chiave, questo, nell' implementare modelli sostenibili dei vincoli: vincoli termodinamici, limiti biofisici, limiti di risorse naturali, limiti dell'assorbimento dell'inquinamento, limiti demografici, vincoli imposti dalla “carrying capacity” del pianeta e, soprattutto, limiti della nostra conoscenza rispetto a ciò che questi limiti sono e a come influenzano il sistema”. La questione fondamentale in cui credono gli economisti ecologici, invece, è che l'economia umana sia passata da un'era nella quale il capitale prodotto dall'uomo era il fattore limitante per la crescita economica ad un'era in cui fattore limitante è il capitale naturale rimasto. Capire quali siano i limiti biofisici della crescita economica e dello sviluppo e come affrontare l'incertezza di questi limiti sono dunque punti cruciali per la sostenibilità: occorre valutare questioni di livello globale, problemi portati dall'inquinamento e dal modello di sviluppo economico corrente, ma anche discutere sulle nuove modalità di 19 produzione e di prevenzione dei rischi connessi ad uno sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali. In questa direzione, le nuove basi scientifiche dello sviluppo sostenibile parlano dell'emergente evidenza di un'economia basata non più su due parametri, il lavoro e il capitale, ma un'economia ecologica che ne riconosce tre: il lavoro, il capitale naturale (introdotto da H. Daly come concetto fondamentale nella teoria dello sviluppo sostenibile e come grandezza evolutiva) e il capitale prodotto dall'uomo. Per capitale naturale si intende, così, l’insieme dei sistemi naturali (mari, fiumi, laghi, foreste, flora, fauna, territorio), ma anche i prodotti agricoli, i prodotti della pesca, della caccia e della raccolta e il patrimonio artistico-culturale presente in un territorio. Afferma Herman Daly (1990): “Alcuni preconcetti ci trattengono dal vedere l'ovvio: in particolare che la pesca è limitata dalla popolazione dei pesci nel mare non dal numero di pescherecci; che il legname è limitato da ciò che rimane delle foreste non dal numero delle segherie. Più segherie e più pescherecci non danno come risultato maggior legname e più pesce pescato. Per questo c'è bisogno di più foreste e di un maggior numero di pesci nel mare. Il capitale naturale e il capitale prodotto sono complementari; e il capitale naturale è divenuto il fattore limitante. Più capitale prodotto, lungi dal sostituire il capitale naturale, fa aumentare la domanda di quest'ultimo in maniera complementare, facendolo diminuire per supportare temporaneamente il valore del capitale prodotto e rendendolo, in tal modo, ancora più limitante per il futuro” (Daly, 1990). H. Daly ha inoltre definito due principi guida per la realizzazione della sostenibilità: “Per la gestione delle risorse ci sono due ovvi principi di sviluppo sostenibile. Il primo è che la velocità del prelievo dovrebbe essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento sostenibile). Il secondo, che la velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono emessi (capacità di assorbimento). La capacità di rigenerazione e di assorbimento devono essere trattate come capitale naturale, e il fallimento nel mantenere queste capacità deve essere considerato come consumo di capitale e perciò non sostenibile”. Lo sviluppo sostenibile richiede quindi che il capitale naturale sia mantenuto intatto. 20 Il concetto di capitale naturale è molto vicino a quello dei sistemi lontani dall'equilibrio, dei sistemi complessi in evoluzione; conseguentemente, quindi, è urgente trattarlo in termini evolutivi e non-conservativi, assumendo fino in fondo il ruolo costruttivo del tempo. Il tema della sostenibilità nasce così da uno sguardo globale, dalla consapevolezza della unicità e unitarietà della biosfera, dal suo essere un sistema termodinamicamente chiuso. È indiscutibile la centralità del tema dei vincoli, dei constraints, appunto, della biosfera. Oggi stiamo vivendo la transizione da un’economia a “mondo vuoto” a un’economia a “mondo pieno”: in questa seconda fase l’unica strada per raggiungere la sostenibilità passa dall’investire nella risorsa più scarsa, nel fattore limitante, che sempre di più risulta essere quello delle risorse naturali. La tecnologia, per esempio, può aumentare i livelli di efficienza nello sfruttamento delle risorse e può contribuire al cosiddetto processo di “dematerializzazione” dell’economia, ma la fiducia nella scienza e nell’innovazione tecnologica non è condizione sufficiente al ripristino degli equilibri necessari alla sopravvivenza del pianeta. Alcune descrizioni di tipo termodinamico possiedono il grado di generalità necessario per comprendere l’effetto di un processo rispetto alla sostenibilità globale. La visione ampia della termodinamica può fornire alla pianificazione e progettare un punto di riferimento, ma più in generale informare le politiche ambientali, affinché il tema della sostenibilità torni ad essere, anziché una formula consolatoria, l’occasione per costruire un’autentica cultura della trasformazione. 21 2.2 Dalla Termodinamica agli edifici, attraverso il concetto di Struttura Dissipativa Venticinque anni fa, molte novità emergevano nel panorama scientifico che sarebbero state determinanti per la storia della scienza, o di una parte di essa, negli anni a venire. Dopo i primi lavori di Herman Daly, Barry Commoner, Howard Odum e Ilya Prigogine, a partire già dagli anni ’60 e ‘70, le ipotesi più discusse erano quelle della ricerca di una epistemologia della scienza orientata allo studio del vivente, delle dinamiche non lineari, irreversibili e imprevedibili della natura. La biodiversità, la storia dell’evoluzione darwiniana, la ricchezza di fenomeni nuovi ed inaspettati che si osserva in natura, nel mondo vero, quello del vivente, poneva quesiti insoluti, per i quali non si aspettavano soluzioni deterministe, univoche, riduzioniste. L’osservazione di queste caratteristiche nella realtà e, soprattutto, del loro persistere nel tempo animava allora le speranze di molti studiosi e, da allora, ha orientato la ricerca scientifica verso lo studio della complessità dell’ambiente, della società e degli ecosistemi. La teoria dei sistemi lontani dall’equilibrio e la fisica evolutiva di Ilya Prigogine sono la chiave di volta di questo passaggio paradigmatico. “Lontano dall’equilibrio la materia acquista nuove proprietà, tipiche delle situazioni di non equilibrio, situazioni in cui un sistema, lungi dall’essere isolato, è sottoposto a forti condizionamenti esterni. E queste proprietà completamente nuove sono veramente necessarie per comprendere il mondo intorno a noi” (Ilya Prigogine). La scienza sembra riscoprire in questo modo il fascino della complessità e il valore del tempo e della storia, delle singolarità e diversità presenti nella natura e dei comportamenti imprevedibili, nuovi e creativi, riscontrabili osservando il mondo reale. È anche sulla base di questa convinzione che, di fronte all’esigenza di investigare la realtà e l’enorme varietà di soluzioni organizzative, regolative, adattative riscontrabili nella natura, nelle dinamiche sociali e nella vita reale, la scienza deve riformulare alcune delle domande che era solita porsi. L’inadeguatezza della scienza classica riduzionista è evidente di fronte ai grandi problemi che l’umanità si trova a dover fronteggiare con urgenza, se non vuole mettere a rischio la sopravvivenza della stessa specie. Le scienze dei processi evolutivi sono finalmente chiamate in causa per lo studio dei processi irripetibili e quindi per fornire, al massimo, 22 una ricostruzione ipotetica di una successione di eventi all’interno di un contesto non più modificabile, irreversibile. “Si assiste all’abbandono della priorità epistemologica delle categorie semplicità, ordine, regolarità e reversibilità per adottare, al fine di arrivare ad una conoscenza più adeguata della realtà, le categorie opposte di complessità, disordine caos e irreversibilità quando risulta impossibile ricondurre queste ultime alle prime” (Cini, 1995). La termodinamica dei sistemi lontani dall’equilibrio introdotta da Ilya Prigogine è il preambolo di un nuovo paradigma scientifico con vasti campi di applicazione su sistemi viventi o sistemi dinamici complessi. Sono coinvolte le discipline che si occupano di comportamenti sociali, insediamenti umani e fenomeni dinamici. L’ambizione ultima è quella di reinstaurare una armoniosa relazione tra scienza e natura a partire dalla riabilitazione del tempo come fattore basilare in qualsiasi studio su sistemi evolutivi. Un punto essenziale della rivoluzione scientifica di questo fine millennio è il passaggio “dalla cultura dello spazio alla cultura del tempo” (Prigogine, 2003). Così scrive Prigogine sostenendo che le teorie della meccanica quantistica hanno portato, nonostante tutte le loro meravigliose conquiste, ad una descrizione eccessivamente semplificata della natura. “La scienza classica ha enfatizzato la stabilità, l’ordine e l’equilibrio. Oggi, al contrario, scopriamo ovunque instabilità e fluttuazioni” (Prigogine, 2003). L’irreversibilità del tempo impedisce a qualsiasi modello astratto di essere esaustivo e a qualsiasi previsione di essere verosimile nei casi applicati al vivente. È sostanzialmente in virtù di questa intuizione che la termodinamica di Prigogine approda verso un nuovo paradigma scientifico dove leggi generali vengono fondate in un’ottica evolutiva e il tempo gioca finalmente ed incondizionatamente un ruolo preminente nella modellistica e nella conoscenza scientifica. Questa estensione della termodinamica alle categorie della vita e dell’evoluzione suggerisce una ulteriore osservazione in merito alle potenzialità ed ai limiti della termodinamica classica. Mentre il primo principio della termodinamica formula il 23 concetto di energia in un’ottica conservativa, il secondo formula quello di entropia in un’ottica evolutiva. È il secondo principio, e il concetto di entropia, ad introdurre la necessità di un ramo della fisica-termodinamica che si occupi essenzialmente di sistemi viventi. La città è un sistema complesso che si evolve verso livelli di organizzazione e di informazione superiori; è di fatto un contenitore inorganico, un supporto non vivente che però modifica il suo stato confrontandosi quotidianamente con condizioni al contorno estremamente varie e variabili, in virtù delle sue costanti interazioni con il vivente e delle molteplici dinamiche che in esso si instaurano. Ne consegue che questo ecosistema urbano non può essere letto soltanto come una somma di tecnologie, materiali ed elementi freddi e separati; al contrario deve essere considerato come un organismo evolutivo che interagisce continuamente con l’uomo e con l’ambiente, e continuamente scambia energia ed informazione. Le interazioni tra la società e l’ambiente costruito, cioè tra vivente e non vivente, sono mutevoli ed assumono forme diverse osservabili su varie scale spaziali e temporali. Le proprietà organizzative ed evolutive della città, come per gli ecosistemi, possono essere osservate nell’insieme e trattate come un tutto; queste caratteristiche generali, strutturali e dinamiche, sono adatte a descrivere e spiegare la formazione di patterns a livello macro, composti dalle interazioni tra i costituenti del sistema ad un livello micro (Ulanowicz, 1986). Un approccio ecosistemico pertanto sembra essere più che mai auspicabile assumendo che alcune proprietà e comportamenti dei sistemi urbani dipendono dalle interazioni tra le parti e tra il sistema e l’ambiente esterno. Una conoscenza completa di queste proprietà collettive impone che le relazioni sistemacostituenti e sistema-ambiente siano esplicitamente oggetto d’indagine (De Lappante, Odenbaugh, 2006). Sulla base di quanto detto, in un ambito teorico, il punto principale da indagare, nel tentativo di comprendere il comportamento di sistemi viventi e tenere conto della loro natura evolutiva irreversibile, è strettamente connesso al concetto di entropia introdotto da Clausius nella seconda legge della termodinamica. 24 Di seguito si espongono i postulati di Clausius e Kelvin per il Secondo Principio della Termodinamica: I Postulato di Lord Kelvin: È impossibile realizzare una macchina termica che utilizzi una sola riserva di calore a temperatura uniforme. II Postulato di Lord Kelvin: È impossibile realizzare una trasformazione termodinamica, il cui unico risultato, sia la conversione integrale di calore in lavoro. I Postulato di Clausius: È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia un passaggio di calore da un corpo a temperatura minore ad un corpo a temperatura maggiore. II Postulato di Clausius: Se il calore fluisce spontaneamente da un corpo A ad un corpo B, è impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia un passaggio di calore da B ad A. Clausius riconosce l’esistenza in natura di una inevitabile universale tendenza verso il disordine. L’entropia dell’universo tende verso un massimo. Questo trend generale verso massimi di entropia equivale ad una tendenza spontanea verso condizioni di equilibrio termodinamico che lo stesso Clausius definisce come stato finale di “morte termica”. In termodinamica, il massimo di entropia corrisponde allo stato di equilibrio di un sistema, uno stato in cui l’energia è stata completamente degradata e non è più capace di fornire lavoro, o meglio, la disponibilità di energia diventa via via minore. Ciò che il principio afferma è che, una condizione di equilibrio equivale ad uno stato di massimo disordine in cui si è verificata una sostanziale perdita d’informazione; la tendenza è verso uno stato di totale uniformità in cui non è possibile constatare diversità o operare distinzioni tra le parti. La storia dell’evoluzione biologica, al contrario, è testimonianza di un processo opposto. I sistemi biologici rappresentano un’apparente manifesta violazione del secondo principio della termodinamica evolvendosi nella direzione di un più elevato ordine, di una maggiore complessità e, quindi, di una minore entropia; ma questa diminuzione 25 avviene a scapito di un aumento di entropia nell’ambiente esterno. La storia dell’evoluzione biologica è testimoniata dalla comparsa di condizioni di diversità, dalla definizione di sistemi distinti e quindi dalla creazione di organizzazione e informazione. L’evoluzione biologica è, di fatto, evoluzione dell’informazione in forma di strutture ed organismi. Tali strutture complesse ed ordinate sono caratterizzate da bassi valori dell’entropia; ne consegue che le condizioni per la vita, la crescita e lo sviluppo di tali organismi, è comunque subordinata ad una dissipazione di entropia nell’ambiente circostante e quindi, complessivamente, ad una condizione di aumento d’entropia in linea con quanto affermato dal secondo principio. La configurazione di un sistema è l’espressione tangibile della sua organizzazione ed il risultato (temporaneo) di una continua ricerca di armonia. L’ordine si ottiene da un processo di acquisizione d’informazione in cui, come già detto, flussi neg-entropici mantengono il sistema in vita. Processi di adattamento e selezione sono propri di sistemi lontani dall’equilibrio, le cui dinamiche dissipative si alimentano di flussi di energia e materia e si manifestano in forma di diversità, connessioni e relazioni multiple. La fisica evolutiva e termodinamica del non equilibrio offrono riferimenti essenziali per lo studio delle dinamiche dei sistemi complessi e dei processi di organizzazione e autorganizzazione riscontrabili nei sistemi sociali urbani. Prigogine sottolinea che in una città, come in un sistema vivente, esistono tipi differenti di ordine funzionale. “Per ottenere una teoria termodinamica per questo tipo di strutture si dovrà mostrare come il non equilibrio può essere fonte di ordine. Processi irreversibili possono portare a stati dinamici della materia che ho chiamato strutture dissipative […]. Queste strutture manifestano un coerente carattere sovramolecolare che porta a nuove spettacolari manifestazioni”. L’idea di struttura dissipativa descrive le caratteristiche generali e le condizioni necessarie per lo sviluppo e la sopravvivenza dei sistemi viventi o, più in generale, sistemi lontani dall’equilibrio termodinamico. Tali strutture sono definite come sistemi aperti, in grado di scambiare energia e materia con l’ambiente esterno e di auto- 26 organizzarsi. La capacità di ordinarsi in strutture complesse e mantenerle nel tempo equivale a conservare uno stato stazionario (dinamicità, diversità, vita), lontano dall’equilibrio termodinamico ed a mantenere livelli minimi di entropia in virtù delle interazioni tra costituenti e tra sistemi. In che modo una città può essere riconosciuta come una struttura dissipativa? Un tale meccanismo, che prevede l’assunzione di input dall’esterno (neghentropia) e l’emissione di output dall’interno (entropia, calore), è un principio estendibile allo studio di sistemi sociali, sistemi economici, insediamenti umani e tutte le dinamiche ad essi connesse. Una città assorbe flussi di energia di alta qualità dall’esterno ed emette calore, residui, inquinanti e rifiuti; in termini entropici, tende a ridurre il livello interno di entropia organizzandosi in forma di strutture, informazione, assetti sociali, economia. Flussi di risorse alimentano la struttura dissipativa città, sono metabolizzate come in un ecosistema, un insieme di organismi, e continuamente spese per conservare le strutture ordinate nel tempo. Come sarà mostrato nei paragrafi successivi (capitolo 4), l’Analisi di Sostenibilità di un edificio può prevedere l’uso di diverse metodologie. Alcune valutazioni seguono delle leggi o degli standard umani o dei paradigmi scientifici, cioè sono legate principalmente all’uomo; altre, sono più “oggettive”, se così si può dire, se considerate nel contesto della natura. Le valutazioni e l’Analisi di Sostenibilità di un edificio o di una città devono essere svolte con metodologie oggettive, poiché tanto gli edifici quanto le città sono sistemi aperti inseriti integralmente nella natura, da cui dipendono. E’ per questo motivo che vengono qui considerati i criteri inerenti le Funzioni degli ecosistemi (legate alla bioarchitettura ed alla bioedilizia) e gli indicatori su base Termodinamica. Le Funzioni degli ecosistemi sono quelle funzioni che i differenti ecosistemi svolgono per loro natura, indipendentemente dall’uomo, ma che ci forniscono dei servizi a noi utili. I nostri progetti e le nostre decisioni le dovrebbero emulare, al fine di non intaccare il Capitale Naturale (per approfondimenti: Costanza, 1997). 27 Poiché un edificio (o una città) fornisce ai suoi abitanti dei servizi affinché essi possano svolgere molte funzioni della loro vita, si possono trovare in qualche modo delle analogie tra un edificio (o una città) e gli ecosistemi. Come nel metabolismo umano, i processi fisici e biologici di un sistema urbano sono supportati da flussi di energia e materiali in entrata ed in uscita; questi processi sono basati sulle Leggi della Termodinamica e sono spesso chiamati “Metabolismo Urbano”. Un Ciclo Metabolico non si può dire completato fino a che tutti i residui del consumo giornaliero non sono stati rimossi o sistemati con il minimo disturbo e pericolo per la vita. La linearità dei processi con cui le zone urbane trasformano le risorse dell’ambiente in prodotti di rifiuto è distruttiva per i sistemi di supporto alla vita sul pianeta. Il metabolismo lineare delle moderne città è diverso da quello circolare della natura, nel quale ogni prodotto degli organismi è allo stesso tempo un materiale in entrata che rinnova e sostiene gli ecosistemi. La linearità dei modelli di produzione, di consumo e di rifiuto nelle città non rende queste sostenibili. Da questo punto di vista, dunque, si deve considerare che: 1) Un edificio può essere visto come una Struttura Dissipativa, inserita però in un contesto, la città, che non appare sostenibile. Quindi, agendo sulle costruzioni e portandole il più possibile vicino ad uno stato stazionario, si può migliorare la sostenibilità dell’intera area urbana, e, considerando l’uomo come parte integrante del sistema, è possibile definire questa situazione in termini di autorganizzazione. 2) E’ necessario che siano svolte delle analisi per quantificare il grado di vivibilità e sostenibilità delle aree urbane, in termini, però, di distanza dall’equilibrio termodinamico o da uno stato stazionario (ad esempio, Huang e Hsu (2003) identificano una serie di parametri per la vivibilità di Taipei, Taiwan). In generale, i termini di valutazione principali sono il consumo energetico totale, la vivibilità cittadina, il rapporto tra flussi in entrata e uscita, l’efficienza e la spesa emergetica del metabolismo urbano (in termini di materiali spesi e distrutti). 28 3. TECNICHE E INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEI TREND DI CONSUMO DELLE RISORSE AMBIENTALI NEL SETTORE EDILE “Io voglio vivere in un mondo Senza scomunicati. Non scomunicherò nessuno. […] Voglio vivere in un mondo In cui gli esseri siano soltanto umani, senza altri titoli che questo”. Pablo Neruda, Confesso che ho vissuto, 1973 3.1 La valutazione attraverso tecniche e indicatori applicati al settore edile Nella letteratura scientifica, l’analisi degli edifici è condotta principalmente seguendo tre direttrici: - Impatto sugli ecosistemi e sulle loro funzioni; - Spesa energetica e correlato impatto ambientale; - Impatto sulla salute umana: potenziale di emissioni indoor. All’interno di ciascuno di questi ambiti sono stati sviluppati strumenti e indicatori. Alcuni recenti progetti europei sono finalizzati alla definizione di strumenti per la valutazione della sostenibilità ambientale delle costruzioni. Si citano ad esempio: • BEQUEST (Building Environmental Quality for Sustainability through Time) finalizzato alla strutturazione di uno schema per interventi di sviluppo urbano sostenibile; • CRISP (Construction and City Related Sustainability Indicators) il cui obiettivo principale è quello di creare un gruppo dinamico di lavoro che si occupa di indicatori di sostenibilità relativi al settore delle costruzioni; • PRESCO (Practical Recommendations for Sustainable Construction), finalizzato a definire un database di raccomandazioni pratiche classificate in funzione di una serie di criteri caratteristici del settore delle costruzioni; 29 • HQE2R (Sustainable Renovation of Building for Sustainable Neighbourhood), per determinare e diffondere nuove metodologie e strumenti per un rinnovo sostenibile del contesto urbano a livello di singolo edificio e di quartiere; • SUREURO (Sustainable Refurbishment in Europe), per definire linee guida applicative dei principi della sostenibilità alle ristrutturazioni. Con il termine ‘indicatore’ si identifica uno strumento in grado di fornire informazioni sintetiche di un fenomeno più complesso e con significato più ampio; uno strumento in grado di rendere visibile un andamento o un fenomeno che non è immediatamente percepibile. Gli indicatori semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi, favorendo in tal modo la comunicazione e il confronto. Il calcolo di indicatori segue criteri e obiettivi diversi. In questa Tesi vengono distinte due famiglie di indicatori: A. Indicatori di stato e pressione dell’ambiente: sono quelli che misurano parametri specifici per valutare la compatibilità rispetto ad alcune variabili dell’ambiente. Sono spesso rivolti alla valutazione di componenti localizzate sulla base di dati rilevati in un sito specifico, cioè offrono una informazione di primo livello che necessita di ulteriori elaborazioni per offrire un'indicazione sintetica (vedi sezione 4.3). B. Indicatori di sostenibilità: operano valutazioni generali sulla base di un bilancio complessivo integrato ad una molteplicità di fenomeni anche non omogenei. Sono rivolti alla valutazione di comportamenti generali in un’ottica di sostenibilità globale, con riferimento alle problematiche del sovrasfruttamento delle risorse e dell’eccesso di emissioni (vedi sezione 4.4). Questa ripartizione è in linea con la definizione del documento “strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia” del Ministero dell’Ambiente, del 2002. La descrizione e la quantificazione dei fenomeni rilevanti per lo sviluppo sostenibile richiede l’uso sistematico di indicatori [...]. Occorrono molti indicatori perchè la complessità dei fenomeni ecosistemici ed ambientali è grande. Un indicatore per lo sviluppo sostenibile è necessariamente cosa diversa da un indicatore di stato dell’ambiente o di pressione (modelli Pressione Stato Risposta), poiché deve essere 30 collegato ad un obiettivo, ad un target e ad un tempo di conseguimento e perchè può essere integrato ad una molteplicità di fenomeni, anche non omogenei, che riflettono gli aspetti ambientali ed economico-sociali dello sviluppo (art.62). 3.2 Indicatori di stato e pressione dell’ambiente Indicatori pressione-stato-risposta. Il Modello Pressione-Stato-Risposta (PSR) si basa sull’assunzione che le attività umane esercitano pressioni sull’ambiente agendo sulla qualità e sulla quantità delle risorse (lo stato dell’ambiente). La risposta della società a tali cambiamenti avviene attraverso politiche ambientali, economiche e settoriali. Le risposte alle pressioni rilevate formano un ciclo retroattivo con le pressioni, determinando altre attività umane e quindi altri impatti sull’ambiente. Più in generale queste fasi fanno parte di un ciclo che include la percezione dei problemi, la formulazione delle politiche, il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia delle politiche. Il modello PSR ha il vantaggio di mettere in luce questi collegamenti e allo stesso tempo suggerisce relazioni lineari nell’interazione fra attività umane e ambiente, senza poter tuttavia garantire una visione di relazioni più complesse negli ecosistemi e nelle interazioni fra economia e ambiente. All’interno del modello PSR si possono distinguere tre tipi di indicatori: • Indicatori di pressione ambientale: descrivono le pressioni esercitate dalle attività umane sull’ambiente, vale a dire sulla qualità e sulla quantità delle risorse naturali. Si possono distinguere all’interno di questa categoria gli indicatori di pressione immediata (pressioni direttamente esercitate sull’ambiente, normalmente espresse in termini di emissioni o consumo di risorse naturali) e indicatori di pressione indiretta (indicatori di background che rappresentano quelle attività umane che conducono indirettamente a pressioni ambientali). • Indicatori delle condizioni ambientali: relazionano la qualità dell’ambiente alla quantità e alla qualità delle risorse naturali. Gli indicatori delle condizioni ambientali sono definiti in modo tale da fornire una visione della situazione (lo stato) ambientale e del suo sviluppo nel tempo. • Indicatori di risposta sociale: sono misure che rappresentano il livello di reattività delle strutture sociali allo sviluppo e ai mutamenti delle condizioni ambientali. Le risposte 31 della società si riferiscono ad azioni individuali o collettive messe in atto per mitigare, adattare o impedire impatti negativi indotti dall’uomo sull’ambiente e fermare o invertire il danno già inflitto. Le risposte della società comprendono azioni per la preservazione e la conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali. Check list di indicatori. Sono tecniche note e con una diffusa riconoscibilità internazionale anche se, per lo più, sviluppate in ambiti nazionali. Esempi sono: il Building Research Environmental Assessment Method (BREEAM), la Leadership in Energy and Environmetal Design (LEED, negli USA), la Green Building Tool. Questi metodi di valutazione di edifici sono standardizzati e operano tramite confronti con riferimenti e punteggi, non direttamente collegati con gli impatti ambientali. Simili procedure sono sviluppate a partire da check-list di fattori naturali (Cambiamento netto Positivo, Wilderness-based Checklist, IBS e IES (Olgyay, 2004), Carrying Capacity, Efficienza energetica, Embodied Energy). Questa lista di indicatori è basata su valori oggettivi e pone l’attenzione sulla capacità portante dell'ambiente a partire dalla definizione dei limiti entro i quali una specifica attività (quella edilizia) può svilupparsi in maniera sostenibile. Breve descrizione delle metodologie consolidate Leadership in Energy and Environmetal Design (LEED): è un sistema di valutazione per gli edifici, realizzato dalla Fondazione legata allo U.S. Green Building Council, che posiziona i vari edifici in una graduatoria sulla base di punteggi. Questi punteggi vengono assegnati per mezzo di analisi effettuate da tecnici della Fondazione tramite sopralluoghi e compilazione di check-list inerenti: sostenibilità del sito, efficienza idrica, energia ed atmosfera, materiali e risorse, qualità dell’ambiente indoor, innovazione e manutenzione. La struttura del LEED rimane più o meno invariata per i diversi tipi di edificio (residenziale o commerciale, ex-novo o esistente); nella tabella si riporta la struttura del Rating System per edifici già esistenti, articolata in sei ambiti, ognuno dei quali prevede la presenza e la valutazione di certi specifici parametri. Ad ogni parametro è associato 32 un punteggio, sulla base del semplice rilievo di un dato o del soddisfacimento di requisiti richiesti. Parametri e requisiti sono determinati dalle normative. Figura 3.1. Scheda esplicativa del sistema LEED: elencati i vari ambiti in sui agisce la certificazione Dal sito: www.usgbc.org/LEED (U.S. Green Building Council) Environmemtal Rating for Homes (BREEAM) della Building Research Establishment Ltd., UK: è usata in Gran Bretagna per l’analisi di abitazioni, appartamenti, rinnovi ed edifici ex novo. La check-list riportata di seguito è divisa per settori di pertinenza: energia, trasporti, inquinamento, materiali, uso del terreno, salute. Anche in questo caso 33 vengono stabiliti dei punteggi in base alle quantità di emissioni ed ai responsi delle check-list o di certi parametri. Ambiti: Sezioni - Energia Ene 1 Carbon Dioxide Ene 2 Building Fabric Ene 3 Drying Space Ene 4 EcoLabelled Goods Ene 5 External Lighting - Trasporti Tra 1 Public Transport Tra 2 Cycle Storage Tra 3 Local Amenities Tra 4 Home Office - Inquinanti Pol 1 Insulant ODP and GWP Pol 2 NOx Emissions Pol 3 Reduction of Surface Runoff Pol 4 Zero Emission Energy Source - Materiali edili Mat 1 Timber: Basic Building Elements Mat 2 Timber: Finishing Elements Mat 3 Recycling Facilities Mat 4 Environmental Impact of Materials - Rifiuti Wat 1 Internal Water Use Wat 2 External Water Use - Ecologia Eco 1 Ecological Value of Site Eco 2 Ecological Enhancement Eco 3 Protection of Ecological Features Eco 4 Change of Ecological Value of Site Eco 5 Building Footprint - Salute Hea 1 Daylighting Hea 2 Sound Insulation Hea 3 Private Space 34 Green Building Tool: realizzata dal network internazionale GBC (Green Building Challenge), è uno strumento per la valutazione degli edifici che prevede l’assegnazione di un punteggio qualitativo globale sulla base delle caratteristiche tecnologiche e costruttive dell’edificio (pesate in funzione dell’importanza attribuita ai vari parametri) e del contesto. Prevede anche il calcolo di una serie di altri indicatori come l’environmental suitability index (ESI). Environmental Suitability Index (ESI): è la somma di tre fattori: Embodied Energy (materiali grezzi, trasporto e raffinazione, costruzione), Life Cycle Cost (Payback, Net Present Value, Internal Rate of Return), Riusabilità; ciascun fattore è calcolato per ogni materiale edile, assegnando in realtà il valore percentuale più basso rispetto alla media di quelli trovati sul mercato o in letteratura (Emmanuel, 2004). Index of Building Sustainability (IBS): rappresenta la frazione di Carrying Capacity annuale della terra su cui si è costruito l’edificio e che viene consumata dall’edificio stesso nella sua attività. Index of Efficiency in Sustainability (IES): rappresenta la quantità di terra produttiva richiesta per incontrare un IBS del valore di 1; meno terra è richiesta affinché ciò avvenga, più l’edificio è ecologicamente efficiente (Olgyay et al., 2004). I servizi della natura possono così essere definiti in relazione agli impatti: ServiziEcοsistemiciConsumati = QuantitàdiMateriale × EmbodiedEnergy produttivitàEcοsistema In questa prospettiva, quindi, il fine ultimo dell’applicazione agli edifici di questi indici di compatibilità è quello di ricercare e selezionare edifici che “producano” più energia di quella che assorbono, o comunque che ripaghino in qualche modo gli ecosistemi e i servizi danneggiati, tramite un aumento dell’efficienza, tramite una minore dimensione e un minor impatto, ed attraverso l’utilizzo di materiali velocemente rinnovabili (con una bassa Embodied Energy). 35 Figura 3.2. Sono schematizzati, in termini di produttività del territorio, i valori di IBS rispettivamente di 1.5, 1 e 0.5; nell’ultimo caso, l’edificio rigenera gli ecosistemi su cui ha un impatto. 3.3 Indicatori di sostenibilità. Gli indicatori di sostenibilità (globale) vengono calcolati elaborando dati riferiti a parametri di diversa natura (per esempio espressi in unità di massa o unità d’energia), attraverso algoritmi su basi termodinamiche, e permettono di sintetizzare, in un unico bilancio, più considerazioni e misurazioni. Esempi sono: Emergia (emergy synthesis) Impronta ecologica (Ecological Footprint), Exergia. Queste metodiche si caratterizzano soprattutto per esprimere una relazione tra un sistema complesso, l'ecosistema, e le grandezze biofisiche con cui il settore delle costruzioni è fortemente interrelato. Viene sviluppato un approccio olistico (il tutto è più della somma delle parti) raccogliendo diverse informazioni che derivano da fenomeni diversi per la valutazione di sostenibilità di un edificio. 36 4. METODI PER LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ATTRAVERSO INDICATORI OLISTICI “Eppure il vento soffia ancora Spruzza l’acqua alle navi sulla prora, e sussurra canzoni tra le foglie e bacia i fiori, li bacia e non li coglie” Pierangelo Bertoli, Eppure Soffia, 1977 Le metodologie e gli indicatori ricercati propongono la transizione da un approccio riduzionistico, focalizzato cioè su aspetti particolari ma che non riflette adeguatamente sulle reciproche connessioni (forse l'approccio standard degli attuali Rapporti sullo stato dell'ambiente), ad uno prevalentemente olistico, come del resto impone una visione scientifica del concetto stesso di sviluppo sostenibile. Quest'ultimo presuppone infatti l'indagine di un sistema complesso, in tutte le sue componenti e relazioni, mediante la considerazione delle risorse che lo alimentano, dei processi di trasformazione che avvengono al suo interno ed infine degli output. E' solo grazie a questo nuovo paradigma che si può capire se l'amministrazione, le politiche, le azioni dispiegate su un territorio siano corrette o meno in termini di sostenibilità e quindi si è in grado di fornire agli amministratori pubblici delle precise indicazioni sui percorsi da intraprendere negli anni. In particolare questa sezione servirà a richiamare indicatori riconducibili ad analisi di tipo energetico, ecologico (un esempio è rappresentato dalla determinazione dell'impronta ecologica), eco-economico (inerente, ad esempio, la determinazione della trasformazione del capitale naturale), e soprattutto termodinamico, che possono riferirsi a valutazioni di produzioni agricole, di produzioni industriali, del ciclo dei rifiuti, dei cicli bio-geo-chimici globali (clima, acqua ecc.), di ecosistemi, quindi essere strumenti innovativi di lettura di un territorio. Si tratterà così di indicatori sia di processo che di prodotto, che forniscono la base scientifica indispensabile per una eventuale e successiva certificazione ambientale di un Comune, di una Provincia, di una produzione industriale, di un prodotto agro-alimentare ecc. E’ auspicabile un'analisi integrata con l'uso di un set di indicatori diversi che 37 permetta di analizzare svariati aspetti di una problematica ecologica. E' opinione diffusa, infatti, tra la comunità scientifica che un singolo indicatore di sviluppo sostenibile non possa essere univocamente definito e che per cogliere i più importanti aspetti di una particolare applicazione sia necessario e opportuno, al contrario, riferirsi ad una molteplicità di questi. 4.1 La valutazione di sostenibilità nella normativa nazionale e europea. Nel 1987 la Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo (WCED), conosciuta come Commissione Brundtland, definiva sostenibile quello sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. È un’idea forte, una conquista del pensiero umano di fine millennio, vera apertura verso una nuova idea di solidarietà estesa alle generazioni. Dopo le Conferenze di Rio (UNCED – United Nations Conference Environment and Development – “The Earth Summit”, 1992) e la Conferenza di Stoccolma (ISEE – The International Society for Ecological Economics – “Investing in Natural Capital”, 1992), il concetto di Sviluppo Sostenibile ha raggiunto una forte e crescente rilevanza per l’orientamento, l’assunzione e la verifica delle decisioni in qualsiasi occasione di progetto strategico, piano o programma. I più recenti Sesto Piano d’Azione Ambientale dell’Unione Europea (2000) e il rapporto Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia del Ministero dell’Ambiente (2002) ribadiscono come lo Sviluppo Sostenibile sia ufficialmente requisito e obiettivo essenziale per i piani e i programmi d’azione delle politiche internazionali, nazionali e locali. Il rapporto del Ministero dell’Ambiente, in particolare, sottolinea come un sistema economico sia sostenibile solo se l’ammontare delle risorse utilizzate per la creazione di ricchezza resti entro opportuni limiti di sfruttamento e non sovraccarichi la capacità di assorbimento fornita dall’eco-sfera. Se ciò non accade l’economia continuerà a utilizzare e compromettere la qualità di risorse naturali che presto o tardi saranno esaurite o non più utilizzabili (art.4). La dimensione ecologica della sostenibilità implica che si lasci intatta la stabilità dei processi interni dell’ecosfera, una struttura dinamica e autorganizzativa, per un periodo indefinitamente lungo, senza bilanci entropici crescenti (art.5). Nel definire gli 38 strumenti dell’azione ambientale il rapporto promuove l’integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di settore (art.28) e sottolinea come anche il disegno di Legge Quadro sulla contabilità ambientale introduca il calcolo integrato economicoambientale nell’amministrazione pubblica, attraverso l’attivazione e la sperimentazione di forme di contabilità ambientale a livello locale, in connessione con gli obbiettivi delle Agende 21 locali (art.61). La descrizione e la quantificazione dei fenomeni rilevanti per lo sviluppo sostenibile richiede l’uso sistematico di indicatori. Occorrono molti indicatori perchè la complessità dei fenomeni ecosistemici ed ambientali è grande. Un indicatore per lo sviluppo sostenibile è necessariamente cosa diversa da un indicatore di stato dell’ambiente o di pressione (modelli Pressione Stato Risposta), poichè deve essere collegato ad un obiettivo, ad un target e ad un tempo di conseguimento e perchè può essere integrato ad una molteplicità di fenomeni, anche non omogenei, che riflettono gli aspetti ambientali ed economico-sociali dello sviluppo (art.62). L’auspicio è di intensificare la ricerca scientifica ed i programmi di sviluppo tecnologico, diffondere informazioni sullo sviluppo sostenibile delle economie degli ecosistemi, promuovere gli approcci multidisciplinari e trasversali nella formazione e la diffusione delle conoscenze. Incentivare la ricerca nel campo della sostenibilità ambientale e delle tecniche per il controllo e il governo del territorio è il presupposto per avviare una nuova politica ambientale consapevole ed efficace in grado di promuovere e garantire la conservazione del capitale naturale. 4.2 Analisi del Ciclo di Vita (LCA) Uno strumento che permette di misurare in modo sistematico gli effetti dell'attività umana sull'ambiente è la cosiddetta Analisi del Ciclo di Vita del Prodotto (oppure di un processo o di un’attività) o life cycle analysis (LCA), mediante la quale si studiano gli impatti ambientali di un intero ciclo produttivo, dall'uso di materia ed energia, fino al consumo e alla gestione dei rifiuti generati da esso. Questa metodologia permette una diagnosi ambientale di tutta la storia di un prodotto, dalla sua nascita fino all'esaurimento delle sue funzioni e dei suoi effetti, basandosi sulla compilazione di inventari di consumi di risorse e delle emissioni per ciascuna fase del ciclo di vita, 39 creando un bilancio ambientale, cioè una contabilità dei flussi di risorse tra l'ambiente naturale e le attività umane ed economiche. La LCA permette comunque di ottimizzare, in termini di impatto ambientale, le varie fasi del ciclo di vita di un unico prodotto, con uno sguardo alla tecnologia e all'impiantistica che presiedono alle fasi di produzione, nonché ai metodi di distribuzione e ai tipi di rifiuti che dal ciclo scaturiscono. Il tutto potrebbe essere finalizzato all'ottenimento di un marchio di qualità ambientale . 4.3 Impronta Ecologica (M. Wackernagel and W. E. Rees) Questa metodologia di contabilità delle risorse ambientali, una tra le più usate, è stata messa a punto da William Rees (ecologo della British Columbia University di Vancouver, Canada) in collaborazione con Mathis Wackernagel a partire dagli anni novanta (Wackernagel, Rees, 1996; Monfreda, Wackernagel, Deumling, 2004). L'impronta ecologica è una misura della superficie dei sistemi ecologici produttivi (foreste, terre agricole, pascoli, superficie marina,ecc.) necessari per sostenere a lungo termine le attività economiche e sociali di un individuo, di una particolare comunità, di un paese o di una nazione. Si tratta di un indicatore sintetico di sostenibilità in grado di stimare l’impatto che una popolazione ha sull’ambiente calcolando l’area di terreno produttivo necessaria per fornire, in modo sostenibile, tutte le risorse utilizzate e per riassorbire, sempre in modo sostenibile, tutte le emissioni prodotte. Il concetto di Impronta Ecologica è strettamente collegato a quello di Capacità Portante (Carrying Capacity), intesa come il massimo di popolazione di una certa specie che un determinato territorio può sopportare senza che venga permanentemente compromessa la produttività del territorio stesso. Partendo da questa definizione è possibile affermare che l’Impronta Ecologica rappresenta la quota di Capacità di Carico di cui si è appropriata la popolazione umana residente nell’area considerata. L’analisi dell’Impronta Ecologica rovescia, in un certo qual senso, il concetto di Capacità di Carico, ribaltando altresì anche l'approccio tradizionale alla definizione della sostenibilità. L’attenzione cioè non viene posta sulla determinazione della massima popolazione umana che un’area può sopportare, problema di difficile determinazione 40 perché il peso ecologico della popolazione varia in funzione di numerosi fattori, bensì sul conteggio del territorio produttivo effettivamente utilizzato dai residenti, indipendentemente dal fatto che questa superficie coincida con il territorio su cui la popolazione stessa vive. 4.4 Analisi eMergetica ( H. T. Odum) L'analisi emergetica è una metodologia termodinamica4 introdotta negli anni '80 da H.T. Odum della Facoltà di Ingegneria Ambientale dell'Università della Florida (Odum 1983, 1991, 1992, 1996). Questa tecnica considera sia gli aspetti economici che quelli ambientali di un certo sistema, mettendo in evidenza lo stretto rapporto di dipendenza che sussiste tra attività umane e ambiente naturale. Attraverso l’emergia tutti gli input, i flussi di materia, energia e denaro e gli output vengono uniformati al comune denominatore dell’energia solare, l'energia primaria che muove tutti i processi che si verificano all'interno della biosfera. Il vantaggio rispetto alle analisi economiche e alle analisi energetiche consiste nel riportare prodotti e servizi ambientali ed economici ad un'unità di misura comune al fine di poterne quantificare e mettere a confronto gli input, in ragione del fatto che ogni prodotto o processo deriva dall’impiego, in fasi successive della storia evolutiva, di quantità di energia. L’analisi emergetica è stata introdotta come strumento capace di assegnare un valore a ogni risorsa nel modo più coerente possibile con i processi reali che stanno alla base dei sistemi antropici e naturali; essa si dimostra inoltre assai utile per misurare la rinnovabilità nell'uso delle risorse poiché offre uno strumento per rilevare quanto un territorio faccia uso, per il proprio sviluppo, di fonti rinnovabili sia in termini strettamente energetici che materiali. Risulterà ancora evidente che la funzione emergia dipende dal tipo di alternativa adottata, o termodinamicamente parlando, dal cammino percorso per raggiungere un 4 Più correttamente, l’analisi emergetica si configura nella branca dell’Ecodinamica, una nuova interdisciplina che registra la transizione dalla fisica classica a quella evolutiva e consente lo studio della stabilità e dell'evoluzione dei sistemi complessi, sia attraverso l'utilizzo di concetti tradizionali rivisitati, come l'entropia, sia grazie a concetti nuovi come l'emergia solare. Le prospettive di applicazione dell' Ecodinamica mirano a formulare un'analisi integrata di tipo termodinamico-ecologico-economico, tesa a ricostruire la “memoria” di tutte le trasformazioni energetiche, a partire dalle fonti primarie, richieste per ottenere una determinata quantità di prodotti e di servizi, chiarendo come l’attività antropica, la pressione demografica e la densità dei consumi energetici incidano sulla sostenibilità. 41 certo obiettivo, sia esso un singolo prodotto, o piuttosto lo sviluppo di un territorio. In particolare, da un punto di vista territoriale, il fatto che la funzione emergy non sia una funzione di stato, nel senso appena illustrato, permette di differenziare sistemi che hanno un tipo di sviluppo economicamente simile ma non necessariamente ugualmente sostenibile. Questa metodologia incontra ottimamente l'approccio scelto per affrontare la tematica della sostenibilità di un sistema territoriale; il punto di partenza è infatti quello di considerare il sistema umano come un ecosistema e di utilizzare gli studi sui flussi di energia e di materia che si muovono all'interno dello stesso, affrontando la loro complessità mediante i concetti della teoria dei sistemi. Il set di indicatori per la politica economico-ambientale che si ottiene dalla valutazione emergetica, è in grado così di riconoscere le differenze tra preferenze umane individuali di breve periodo – fattore di primissima importanza all'interno del sistema dei valori dell'economia – e benessere collettivo di lungo periodo, ed è utile per determinare quantitativamente il valore di una risorsa sulla scala della sostenibilità. Alla base di questa metodologia ci sono i concetti di solar transformity e solar emergy . Per definizione l’emergia solare, o emergia semplicemente detta, è la quantità di energia solare equivalente necessaria, direttamente o indirettamente, per ottenere un prodotto o un flusso di energia in un dato processo. Essa è evidentemente una grandezza estensiva, come il volume o la massa, dipendente dalle dimensioni del sistema e la sua unità di misura è il solar emergy joule (sej). L’emergia misura quindi la convergenza globale di energia solare necessaria per ottenere un dato prodotto, ovvero per rigenerare tale prodotto una volta consumato, o sostenere un certo sistema. In generale si può dire che un’unità (joule) di energia solare, un joule di carbone e un joule di energia elettrica, anche se rappresentano la stessa quantità di energia, hanno diversa qualità, nel senso che le loro potenzialità sono diverse: le diverse forme di energia, cioè, non hanno la stessa capacità di compiere lavoro. Poiché molti joule di energia di bassa qualità sono necessari per ottenere pochi joule di qualità più elevata, per dare una possibile misura alla “qualità” ed alla posizione gerarchica dei vari tipi di energia, è stato introdotto il concetto di transformity che rappresenta quindi la quantità di energia di un tipo necessaria per ottenere un joule di un altro tipo. 42 In tal modo, per convertire tutti gli input e i flussi di energia, di diversa origine, che alimentano un sistema in termini di energia solare equivalente, e quindi per riportarli ad un denominatore comune, è utilizzato un coefficiente di conversione chiamato solar transformity (o transformity), che rappresenta la quantità di energia solare che è, direttamente o indirettamente, necessaria per produrre un joule di un determinato prodotto. La transformity, a differenza dell’emergia, è una grandezza intensiva come la temperatura, e la sua unità di misura è il sej/J (solar emergy joule/joule); talvolta, per certi tipi di prodotto o di flusso più facilmente quantificabili in unità di massa, si può usare una transformity espressa in sej/g (solar emergy joule/grammo) (Odum 1983, 1991, 1992, 1996). Il valore di questa può assumere un ruolo discriminante nel valutare l’efficienza dei vari scenari, nel momento in cui andiamo a confrontare diverse alternative, ad esempio per la produzione di un bene. Tanto più basso risulterà il valore della transformity, tanto più nel processo si riesce a sfruttare in modo razionale ed efficiente le risorse a disposizione. L’emergia può essere considerata come una energy memory, ovvero come una memoria di tutta l’energia solare necessaria per supportare un certo sistema, comprese sia le energie spese a monte dei processi di trasformazione interni al sistema, sia quelle coinvolte in tutte le fasi dei processi stessi; nel fare questo si tiene conto del fatto che ogni tipo di energia ha a sua volta una diversa origine. Più grande quindi risulta essere il flusso emergetico complessivo necessario a supportare tale processo, maggiore è la quantità di energia solare che questo “consuma”, ovvero maggiore è il costo ambientale presente e passato necessario a mantenerlo. Questo significa che un alto flusso di emergia può essere indizio di un alto livello organizzativo di un sistema mentre, a parità di processo o prodotto, può essere sinonimo di una non efficiente utilizzazione delle risorse disponibili. Per questo motivo la grandezza “emergia” di per sé non è sufficiente a caratterizzare un sistema. È necessario suddividere l’emergia stessa in “tipologie”, quindi ricavarne indicatori più specifici. L'emergia, come la transformity, non è una funzione di stato: ciò significa che entrambe dipendono dal processo con cui un determinato prodotto è stato ottenuto; proprio in tal senso questa funzione si presta ottimamente a valutare differenti percorsi produttivi e/o di sviluppo. Si definisce come emergia Bk del flusso o del prodotto k-esimo, Bk=ΣiTri Ei 43 dove Ei rappresenta il contenuto energetico dell’i-esimo input e Tri la sua transformity, definita come Tri=BiEi e in cui Bi rappresenta l’emergia del prodotto i-esimo. Questa definizione di transformity appare circolare, nel senso che nel calcolo di Bk è presente Tri a sua volta presente nel calcolo di Bi . In realtà esiste un vincolo che la rende operativa: la transformity dell’energia solare diretta che ha, per definizione, valore unitario. In tal modo risulta possibile determinare le transformity di prodotti o flussi supportati direttamente dall’energia solare, il che indica appunto la convergenza di energia solare per dare origine a quel particolare prodotto. Una volta calcolata la transformity di un certo numero di prodotti di questo tipo, è possibile calcolare in cascata anche l'energia solare indiretta che è necessaria per ottenere altri prodotti, i cui input hanno emergia nota. Così, una volta determinata l’emergia che supporta il processo k-esimo siamo in grado di ricavare la transformity Trk, semplicemente dividendo Bk per il contenuto in energia Ek del k-esimo prodotto (come mostra la figura riportata di seguito): Il calcolo dell’emergia per ogni singolo flusso energetico è eseguito sottostando a fondamentali regole, profondamente diverse da quelle di tipo energetico, in quanto l’emergia, a differenza dell’energia non è una grandezza conservativa e segue al contrario una logica di “memorizzazione”. L'emergia rappresenta una convergenza di energia, tempo e spazio. 44 Figura 4.1. Algebra dell'emergia. Nel primo diagramma è mostrato il calcolo dell'Emergia; nel secondo diagramma è mostrato il calcolo della transformity. Per realizzare un'analisi emergetica in ambito territoriale è necessario anzitutto procedere all'individuazione dei confini del sistema da analizzare, quindi raccogliere la maggior quantità possibile di notizie sul funzionamento dello stesso, in modo da poter tradurre il sistema in esame in un diagramma che ne identifichi i confini, i principali input, i componenti, i processi e i prodotti. Solitamente per la modellizzazione di un sistema territoriale viene seguita la metodologia degli “energy system diagram”, dettata dallo stesso Odum. Il modello impiegato è in grado di fotografare il sistema in studio per mezzo di un linguaggio simbolico che rappresenta le varie componenti e relazioni del sistema stesso. Nella pagina successiva è riportato uno schema raffigurante i principali simboli energetici usati per la costruzione dei diagrammi di Odum, con accanto la relativa spiegazione. 45 Figura 4.2. Simbologia proposta da H.T. Odum per gli Energy System Diagram 46 Una volta costruito il diagramma energetico del sistema si passa alla vera e propria analisi emergetica, effettuata convenzionalmente su una scala temporale di un anno solare per evitare errori dovuti a fluttuazioni stagionali. L'analisi porta a quantificare i flussi di materia e energia classificandoli in rinnovabili - identificati con la lettera R (cioè quelle risorse che si producono a velocità pari al ritmo di prelievo), non rinnovabili - identificati con la lettera N - , locali (L) ed importati (F), mediante la costruzione di tabelle in cui vengono dapprima elencati tutti gli input al sistema con accanto specificata la quantità usata durante l'anno considerato e la relativa unità di misura (J oppure grammi). Di seguito, dunque, vengono riportati i valori delle corrispondenti transformity (ricavati da altre analisi o dalla letteratura); in tal modo i vari input possono essere espressi in termini emergetici, moltiplicando ciascun input, o meglio la pertinente quantità, per la relativa transformity. E' utile infine andare a specificare per ciascun input la provenienza e la rinnovabilità, in modo da determinare il contributo emergetico di tutti gli input, quelli locali (rinnovabili e non), e quelli acquistati dal mercato economico. Sommando tutti gli input emergetici indipendenti si può, quindi, calcolare in sej, l'emergia totale necessaria per supportare un certo processo. La figura 4.3, riportata di seguito, riassume e chiarisce meglio quanto appena esposto. Figura 4.3. Sono mostrati i vari tipi di flusso attraverso un generico sistema 47 L’approccio emergetico è in grado di fornire importanti indicatori sull’efficienza e l’efficacia di processi, intese rispettivamente come emergia totale necessaria per ottenere un’unità di prodotto e come l’investimento di risorse necessario per sfruttare una fonte di energia (locale); è inoltre in grado di quantificare lo stress ambientale, inteso come valutazione della rinnovabilità o meno delle risorse impiegate, non dimenticando, tra l’altro, che le risorse non rinnovabili sono non sostenibili per definizione (perché ripristinabili in lunghissimi tempi) e che sono responsabili principali dei fenomeni di inquinamento. Obiettivo ultimo della metodologia emergetica è quello di offrire degli strumenti, ossia indicatori di sostenibilità, che sulla base dei flussi di emergia che insistono sul sistema siano in grado di condensare tutte le informazioni raccolte: dall’appropriata combinazione di questi flussi in rapporti che permettono di evidenziare il significato ambientale del modo di usare una risorsa piuttosto che un’altra, si traggono le indicazioni che permetteranno di valutare la sostenibilità del sistema stesso. Tra gli indicatori più comunemente utilizzati nell'analisi emergetica applicata ad un territorio troviamo il rendimento emergetico (emergy yield ratio, EYR), dato dall'emergia di un output di un processo divisa per l'emergia degli input che derivano dal sistema economico. Se il valore di questo rapporto è poco superiore a quello unitario, il sistema restituisce, in termini emergetici, solo quanto gli è stato fornito dall'economia. Questo indice dà quindi una misura della competitività di un sistema rispetto a quelli alternativi nel fornire uno stesso prodotto, in quanto è una misura della capacità del sistema di sfruttare le risorse fornite gratuitamente dall'ambiente. Maggiore è il suo valore, più efficace è il sistema nello sfruttare le risorse naturali a parità di investimento economico espresso in termini emergetici. Con questo criterio possono essere valutati, ad esempio, la produzione di elettricità da processi differenti: termoelettrico, solare, eolico, ecc. Questo rapporto può fornire due indicazioni principali: I) Valutare se un processo è competitivo come fonte di emergia primaria per un’economia. Se il rendimento emergetico del processo considerato è inferiore a quello di processi alternativi, ci sarà un minor ritorno per unità di emergia investita. Se il rendimento è poco al di sopra del valore unitario, il processo non è in grado di fornire 48 emergia netta, poiché in pratica restituisce all’economia quanto ha ricevuto in precedenza. II) Valutare la competitività di processi differenti con identico prodotto. Ad un più elevato valore del rendimento emergetico corrisponde una maggiore frazione di input derivante direttamente dall’ambiente. L’indice è dunque una misura della capacità del processo di sfruttare le risorse fornite gratuitamente dall’ambiente, a parità di input dal sistema economico. La densità di emergia (empower density), data dall'emergia per unità di area e per unità di tempo, è una misura della concentrazione spaziale della stessa. Un valore elevato di questo indice sarà riscontrato in quelle zone, come i centri urbani o i poli industriali, nei quali l'uso di emergia è grande rispetto alla superficie a disposizione. In questi casi l'area disponibile può diventare un fattore limitante per lo sviluppo. Zone rurali o tecnologicamente meno sviluppate presentano, in generale, un valore più basso di questo indice. La densità di emergia rappresenta anche una sorta di misura della carrying capacity del sistema, che è il carico massimo sostenibile da parte dello stesso. Si può così identificare un trend di crescita di questo indicatore proporzionale al grado di artificialità del sistema, e auspicarne una progressiva riduzione nel tempo. L'uso di emergia per persona, dato dal rapporto tra l'emergia totale e la popolazione, suggerisce una misura dello standard di vita medio di un territorio. L'emergia per persona è importante ai fini della valutazione della responsabilità dell'attivazione dei flussi di energia e materia da parte dei cittadini e dei soggetti economici sul territorio. La disponibilità di risorse rilevata dall'indicatore è una disponibilità tanto più volatile nel futuro quanto maggiore è la percentuale di risorse non rinnovabili utilizzate. Analogamente al precedente, quindi, anche per questo indicatore è auspicabile incoraggiarne una diminuzione nel tempo, se si considera che le risorse non rinnovabili, sia locali che non, sono le principali fonti di energia alla base dello stile di vita dei paesi molto sviluppati. Un elevato uso di emergia pro-capite indica di norma un elevato livello di sviluppo tecnologico e industriale, ma anche un elevato stress ambientale. 49 Il rapporto di impatto ambientale (environmental loading ratio, ELR), è dato dall'emergia degli input provenienti dal sistema economico e da risorse locali non rinnovabili divisa per l'emergia derivante da risorse locali rinnovabili. Un valore elevato di questo indice riflette un elevato stress ambientale. Questo rapporto cresce, infatti, quando sono forniti meno input rinnovabili dall'ambiente. In tal modo esso descrive che tipo di beni ambientali si stanno utilizzando e un suo monitoraggio nel tempo può fornire una misura della tendenza verso la sostenibilità. Una sua diminuzione nel tempo è così indice di una programmazione attenta del territorio, tanto che l'osservazione rigorosa del primo principio di Daly porterebbe questo indicatore ad un valore limite pari a zero, poiché in tal modo non verrebbero utilizzate risorse in maniera non sostenibile. L'investimento emergetico (emergy investement ratio) è il rapporto tra l'emergia fornita dal sistema economico e quella fornita direttamente dall'ambiente all'intero del sistema in esame. In tal senso, esso indica in quale misura il sistema dipenda dall'esterno, o, in altre parole quanto sfrutti le risorse che gli sono proprie, senza scaricare la propria insostenibilità all'esterno, pur non auspicando che un sistema si isoli dal suo contorno. Questo indice valuta se il processo è un buon utilizzatore dell'investimento effettuato dal sistema economico, in confronto con processi alternativi. Il suo significato fisico è la quantificazione dell'input richiesto per lo sfruttamento di una risorsa locale. Gli ultimi due indicatori descrivono opportunamente, dunque, la “qualità” delle risorse utilizzate: il primo, infatti, valuta le stesse in base alle loro caratteristiche di rinnovabilità, il secondo in base alla loro provenienza. Le metodologie per valutare i prodotti e servizi ambientali ed economici, in unità energetiche, devono considerare che le varie forme di energia non hanno la capacità di compiere la stessa quantità di lavoro. Il lavoro umano, l’informazione, la cultura, la vita nella sua complessità e gli strumenti ad alta tecnologia hanno flussi energetici molto piccoli, ma elevati flussi di emergia sono richiesti per la loro formazione e mantenimento. Si tratta di flussi energetici di qualità più elevata, perché hanno una maggiore capacità di controllo retroattivo e di amplificazione di altri flussi. La loro transformity è generalmente più elevata. L’analisi energetica o economica tradizionale di solito trascurano gli input che non sono in grado di valutare su una base monetaria o energetica. In questo modo, differenti input 50 hanno differenti unità di misura (grammi, Joule, ore di lavoro,..) e un bilancio completo è impossibile. Quando invece una transformity o un contenuto emergetico vengono attribuiti ad un prodotto, ogni input può essere misurato in termini emergetici, cioè su una base comune. L’input emergetico costituisce lo sviluppo di ogni sistema nella biosfera e la crescita di complessità e biodiversità. Lo stesso vale per le economie umane, il cui sviluppo è basato su input naturali non monetizzati e input dal sistema economico, monetizzati. Solo il valore monetario è riconosciuto dal mercato, ma le economie si basano su notevoli flussi dall’ambiente, che di solito vengono solo considerati per il lavoro umano necessario ed ottenibile. Se questi input non sono considerati e non viene loro attribuito un valore, le risorse vengono usate in forma non appropriata e non è possibile prevedere le prospettive future per il sistema. 4.5 Emergia ed economia L’analisi emergetica fornisce informazioni fondamentali su basi fisiche circa le dinamiche dei sistemi umani e le loro interazioni con l’ambiente; l’integrazione di queste informazioni con quelle economiche può servire come guida della società verso la sostenibilità (ad esempio, per analisi di sostenibilità territoriale) (Pulselli F.M. et al., 2006). L’emergia è definita come una misura di un bene reale che la natura e la società fornisce, su basi comuni (Odum, 2000). “Un’economia umana, al massimo livello di generalizzazione, può essere definita come un sistema fisico di produzione organizzata secondo un sistema sociale di segnali” (Perrings, 1992). Emergia ed economia sembrano apparentemente incommensurabili, ma il rapporto Emergia/Denaro (EMR), esprimibile per macroeconomie, come il flusso annuale di emergia diviso per il prodotto interno lordo del territorio studiato, rappresenta la quantità di emjoule solari (sej) che supporta ogni unità monetaria di un prodotto economico. Questo rapporto, cioè, rappresenta la quantità di risorse che è (o è stata) necessaria per mantenere una certa struttura produttiva per un determinato periodo. Ecco dunque un legame tra l’economia umana e le sue basi biofisiche. 51 5. CALCOLO DELL’EMERGIA SPECIFICA DEL CEMENTO E DEL CALCESTRUZZO “Questo è il Cuzco, il cui ricordo emerge dolente dalla fortezza devastata per la stupidità del conquistatore analfabeta. […] Le vestigia di pietra Mostrano la loro enigmatica armatura Indifferente agli scempi del tempo.” Ernesto Guevara de la Serna, detto Che, Latinoamericana. Risalente al 1952. Questo capitolo riguarda lo studio del processo di produzione del cemento, del trasporto dei materiali edili, e del calcestruzzo (conglomerato) per la costruzione dell’edificio. L’analisi è articolata in tre passaggi principali, che descrivono il sistema di trasformazione delle materie prime, fino all’utilizzo finale del materiale in cantiere, ossia quando viene gettato nelle casseforme per la costruzione di strutture di fondazione, di strutture in elevazione e di altre componenti edilizie. Si studiano pertanto tre fasi di questo processo: - Produzione del cemento; - Trasporto; - Produzione del conglomerato. I risultati che si ottengono sono valori espressi in Solar Emergy Joules per unità di massa (sej/g). 52 Figura 5.1. Diagramma energetico per la produzione di calcestruzzo. Sono mostrati i flussi in entrata di materiali ed energia, nei 3 passaggi del processo, ed il flusso in uscita, corrispondente al prodotto. Nella figura 5.1 è mostrato un Energy System Diagram eseguito sulla base della simbologia codificata da Odum; esso rappresenta gli input del processo, i vari sistemi di trasformazione e le loro interazioni, e l’ottenimento del prodotto finale: calcestruzzo. 5.1 Introduzione La quantità di Conglomerato e di cemento che viene usata nella costruzione di un edificio è un dato rilevante, soprattutto per l’edilizia residenziale tradizionale, come nel caso in esame: il calcestruzzo è un materiale largamente prevalente nelle strutture ed in altre componenti architettoniche, soprattutto in Italia. Inoltre, il cemento ed il calcestruzzo sono considerati dei materiali edili poco compatibili con le politiche ambientali; la causa di questo è l’uso di materiali inerti di estrazione, di varia origine (spesso anche ceneri di combustioni, inceneritori, ecc…), e la lavorazione in fornace ad alte temperature, con consumo altissimo di energia ed emissioni di gas, polveri. Tutto fornisce, dunque, un materiale non riciclabile se non come altro inerte, dopo una dovuta macinazione. In base a questi fattori, largo impiego del cemento come materiale edile e problemi connessi alla sua produzione ed uso, è stato eseguito uno studio specifico per il calcolo 53 della transformity del cemento e del calcestruzzo; una parte dell’analisi prevede un calcolo del trasporto dei materiali edili, in un caso generale e nel nostro caso specifico. Lo scopo di questa analisi è: - Fornire un valore di transformity valido per l’Italia e le attuali tecnologie di fabbricazione del cemento e del calcestruzzo; - Fornire un valore generale della transformity del trasporto di materiali edili, come inerti, calce e simile; - Disporre di una transformity adatta al caso specifico dell’edificio in studio, ed applicarla al calcolo dell’emergia dell’edificio. 54 5.2 Calcolo della transformity del cemento L’analisi del processo produttivo è stata svolta nel modo seguente: - Analisi del Ciclo di Vita del Cemento (cement), basata sui dati della Certificazione di Prodotto (E.P.D.) del cementificio di Spoleto (Perugia, Italia) della ditta Cementir. L’analisi comprende le quantità di materie prime, di combustibili, di energia elettrica e di materiali per il trasporto e l’imballaggio necessari per una certa unità di prodotto. - Stima delle ore di lavoro per la fabbricazione del cemento, sulla base dei dati forniti dallo stabilimento Cementir di Spoleto. I dati riguardano la produzione annua di una precisa quantità di prodotto finale. Materiali ed energia In uno stabilimento tipo (Cementir, Spoleto, Perugia), vengono cotti a temperature di circa 1450°C vari materiali di estrazione: calcare (il legante), argille, gesso, pozzolana, tassello. Per la loro estrazione in cava a cielo aperto si usa esplosivo. Si considerano i combustibili necessari per l’estrazione delle materie prime, per la fornace e per i servizi interni: olio combustibile e petcoke, un olio ottenuto dalla liquefazione degli scarti della raffinazione del greggio. Si considerano anche i materiali ausiliari per l’imballaggio ed il trasporto: sacchi di carta, polietilene, pancali di legno (pallet). I dati forniti dallo stabilimento di Spoleto riguardano la produzione annuale (dati di Capacità Produttiva Nominale); in questo calcolo, tutte le quantità sono state divise per la quantità di cemento prodotto in un anno, in modo da allocare tutti i flussi ad un grammo di cemento prodotto. Manodopera, lavoro umano Ai costi dei materiali si aggiungono quelli della manodopera. Nello stabilimento di Spoleto lavorano 60 operai, distribuiti su tutto il processo produttivo (scavo della calce, produzione industriale del cemento). Un operaio lavora per 1740 ore all’anno, considerate al netto di ferie e malattie; non vengono fatti straordinari. Si calcolano quindi le ore lavorative totali in un anno; moltiplicando questo valore per il fabbisogno di energia per un’ora del metabolismo di un uomo al lavoro (523250 J/h) si ottiene il lavoro umano in Joule necessario per ottenere il prodotto annuale. 55 Il prodotto di un anno è pari a 715000 tonnellate di cemento, pronto alla vendita. Il lavoro necessario per ottenere un grammo di cemento è dunque 0,0764 J. La transformity del lavoro è stata calcolata per l’Italia (Ulgiati, Odum, Bastianoni, 1993). Item Fabbisogno Energetico Energia Elettrica Pet coke Olio combustibile Input Unità Emergia specifica (sej/unità) Ref. Emergia (Sej) 4.13E+02 3.25E+03 8.77E+01 J/g J/g J/g 2.07E+05 1.13E+05 9.30E+04 n u* u 8.55E+07 3.67E+08 8.16E+06 4.61E+08 Materie Prime Calcare Argilla Gesso Chimico Pozzolana Tassello 1.13E+00 2.66E-01 3.92E-02 7.97E-02 8.39E-03 g/g g/g g/g g/g g/g 1.68E+09 1.68E+09 1.68E+09 1.68E+09 1.68E+09 z z z z z 1.90E+09 4.46E+08 6.58E+07 1.34E+08 1.41E+07 2.56E+09 Materiali Ausiliari Esplosivo Carta (sacchi) Polietilene Pallets 3.08E-05 2.13E-03 9.37E-05 1.85E-09 g/g g/g g/g g/g 6.38E+08 6.55E+09 8.85E+09 2.40E+09 x r e i 1.96E+04 1.39E+07 8.30E+05 4.44E+00 1.48E+07 Fabbisogno Idrico Acqua 4.48E-01 g/g 1.95E+06 o 8.73E+05 Lavoro umano 7.64E-02 J/g 7.38E+06 xy 5.64E+05 EMERGIA del CEMENTO 1.00E+00 g _ 1.00E+00 g 3.04E+09 TRANSFORMITY del CEMENTO 3.04E+09 Tabella 5.1. Calcolo della transformity del cemento. Vengono sommati i contributi energetici, di materie prime, di materiali ausiliari e della manodopera per la produzione di 1 grammo di cemento. Nella tabella 2 è riportato il calcolo dell’emergia e della transformity del cemento. Il valore ottenuto è l’emergia specifica (Solar Emergy Joules per grammo) del cemento, all’uscita dal cementificio: 3,04 E+9 sej/g. 56 5.3 Calcolo dell’Emergia del trasporto di materiali edili Il calcolo della transformity del cemento e del conglomerato è svolto in modo generale, su una produzione media italiana di cemento e di miscelazione del calcestruzzo. Tra la produzione del legante, che avviene nel cementificio, e l’impasto con gli inerti e l’acqua (la quale può avvenire sia sul sito di costruzione che in un impianto apposito) c’è il trasporto di tutti i materiali (cemento, inerti) che non si trovano sul sito dell’edificio. Si è dunque calcolata ed aggiunta l’emergia del trasporto; il risultato è esteso in modo generale al trasporto dei materiali edili, per chilometro percorso e unità di massa (grammo trasportato). E’ stato stimato poi un viaggio medio dal sito di produzione del materiale (cava, cementificio, etc.) al sito di costruzione, pari a 50 km; tale valore viene applicato al caso particolare di studio. Questo calcolo ha valenza per il trasporto di tutti i materiali edili (in piccoli pezzi o in polveri, come sabbie, ghiaie, malte; in buonissima approssimazione anche per ogni altro trasporto), ed è espresso in sej per grammo di materiale trasportato per chilometro (sej/g/km). Il calcolo è eseguito con riferimento all’uso di mezzi di trasporto (materiali per la fabbricazione di motore, telaio, carrozzeria, e combustibili). Si riferisce, inoltre, alla portata massima dei mezzi tradizionalmente impiegati. L’emergia del processo di trasporto è dovuta alle seguenti voci: - Materiali del mezzo di trasporto (camion di tipo edile, modello Iveco Trakker; peso 9200 kg, portata 23 tonnellate): viene svolta l’Analisi Emergetica dei materiali costituenti il camion, allocati all’unità di materiale trasportato (grammo) e ai chilometri percorsi rispetto ai chilometri complessivi percorsi dall’autocarro (900000 km percorsi) nel tempo di vita. - Consumo di combustibile: è riportato al grammo di materiale trasportato ed al chilometro. - Ore lavoro per il trasporto (autista) e per il carico e scarico dell’autocarro, riportate al grammo di materiale edile ed al chilometro. 57 - L’analisi emergetica di un automezzo di tipo edile (camion per trasporti edili; autocarro modello T-48 Iveco, con cassone a tenuta, di tara 9200 kg e portata 23000 kg) viene fatta attraverso le quantità percentuali dei vari materiali, che costituiscono in media le parti come motore e carrozzeria (Buranakarn, 1998); il calcolo è eseguito per grammo di materiale trasportato (in base alla portata). Cioè, l’emergia del mezzo viene calcolata dividendo l’emergia del camion per la sua portata (23000 kg) e per il tempo di utilizzo (un viaggio di 1 km) rispetto al tempo di vita stimato (900000 km), così da allocare ogni quantità al chilometro percorso. - Il calcolo del combustibile viene effettuato nel modo seguente: - Quantità di combustibile al chilometro: prodotto della densità (838,78 kg/m3) del diesel con il suo potere calorifico (P.C.I., potere calorifico inferiore, 43020,79 J/kg), moltiplicato per i litri necessari per percorrere un km (0,4 L/km, o 2,5 km/L). Viene tutto moltiplicato per 2, per considerare anche il combustibile necessario al ritorno dell’autocarro in fabbrica, e diviso per la portata in grammi del camion; in questo modo il carburante è stato allocato all’unità di materiale trasportato ed al chilometro percorso. (densità diesel)x (potere calorifico diesel)x(L/km)x(distanza totale)x2/portata del camion Dati del camion dalla scheda del modello Trakker T-48 della Iveco S.p.A. Nel caso specifico di questo studio: - Distanza media del sito di costruzione dal sito di produzione del cemento. Nel nostro caso particolare, il cemento viene prodotto dallo stabilimento della Unicem a Settimello, Calenzano, (Fi), distante 50 km da Castelfiorentino; si considera l’andata ed il ritorno (per riportare il camion vuoto al cementificio e ricaricarlo per il viaggio successivo). Si può assumere che la distanza media tra un cementificio ed il sito della costruzione sia, in Italia, di 50 km, in modo che il risultato sia estendibile a più casi senza tenere troppo conto di queste distanze. 58 - Il lavoro dell’autista e degli operai, per il carico e lo scarico, viene calcolato in modo generale, a partire da considerazioni, valide non solo per il caso di studio e alle distanze medie italiane di trasporto. Per un viaggio di 50 km all’andata, e 50 km il ritorno, ad esempio, e per il carico e lo scarico del materiale edile, si stimano 6 ore totali di lavoro retribuite con lo stesso salario di un lavoratore edile (26 €/h). Si considera un consumo di kilocalorie per ora secondo il metabolismo di un uomo che svolge un lavoro più o meno pesante (3000 kilocalorie al giorno); in questo modo si risale alla quantità di Joule consumata all’ora, a cui si applica la transformity del lavoro umano. Composizione Mezzo di Trasporto Acciai e ferro Alluminio Gomma Plastica Vetro Rame Zinco Altri metalli Altri materiali Percentuale w/w 67,50% 5,80% 4,20% 7,70% 2,90% 1,40% 0,50% 0,90% 9,10% 100,00% Quantità Unità 3,00E-07 2,58E-08 1,87E-08 3,42E-08 1,29E-08 6,22E-09 2,22E-09 4,00E-09 4,04E-08 4,44E-07 g/g g/g g/g g/g g/g g/g g/g g/g g/g g/g Emergia Specifica Ref. (sej/unità) 6,97E+09 2,13E+10 7,22E+09 9,86E+09 8,40E+08 1,04E+11 1,04E+11 6,97E+09 1,68E+09 k j xw m p l l k z Totale Mezzo di trasporto Combustibile (Gasolio) per km Lavoro (autista, carico e scarico) al km Emergia Trasporto per km Emergia Specifica Trasporto per km Emergia Trasporto per 50 km Emergia Specifica Trasporto per 50 km Emergia (Sej) 2,09E+03 5,50E+02 1,35E+02 3,37E+02 1,08E+01 6,46E+02 2,31E+02 2,79E+01 6,79E+01 4,10E+03 1,26E+00 J/g 1,13E+05 xx 1,42E+05 2,73E-03 J/g 7,38E+06 xy 2,01E+04 1,66E+05 1,00E+00 g/g 1,66E+05 8,30E+06 1,00E+00 g/g 8,30E+06 Tabella 5.2. Flusso emergetico del trasporto di materiali edili. Il valore totale è dato dalla somma dell’emergia dell’autocarro, del combustibile e del lavoro umano associato al trasporto ed al carico e scarico dei prodotti. Nella prima parte della tabella precedente, si sommano le quantità dei diversi materiali che costituiscono il camion, a seconda delle rispettive percentuali sulla massa totale del camion; ad ogni materiale è associata la sua transformity, reperita in letteratura (vedere 59 la colonna dei riferimenti –“Ref.”-, che rimanda alla tabella principale delle Emergie Specifiche – Appendice C). Nella seconda parte, si aggiunge l’emergia del combustibile; dopodichè si calcola l’emergia del lavoro dell’autista e degli operai per il carico e scarico. L’Emergia Specifica per ogni km di trasporto, considerando il ritorno del camion al cementificio, risulta 1,66x105 sej/g. Si ottiene un valore si 8,03x106 sej per grammo di materiale edile (cemento ed inerti) trasportato, considerando un percorso medio di 50 km. E’ da notare che la fabbricazione del camion (lavoro umano e struttura della fabbrica) non è stata inserita; infatti, una volta riferito tale processo all’unità di materiale edile trasportato e al tempo di utilizzo rispetto al tempo di vita dell’autocarro, cioè diviso per un valore pari al prodotto (23000000x900000), oltre che allocato per ogni camion prodotto da tale struttura, si ottiene una quantità talmente irrisoria di materiali ed energia (e in ultima analisi, di emergia), da poter essere trascurata. 60 5.4 Calcolo della transfromity del calcestruzzo Il calcestruzzo è ottenuto dalla miscelazione di inerti di varia pezzatura, quali sabbia e ghiaia, di acqua e di cemento, in adeguate percentuali (si è scelta la miscela media; al variare della pezzatura degli inerti e della miscela, variano le caratteristiche tecniche del conglomerato). Si svolge, dunque, il calcolo emergetico della miscela di cemento, inerti, acqua, per dare il Conglomerato; le percentuali in peso sono le seguenti: 8,197% di acqua; 16,392% di cemento; 29,51% di sabbia; 45,90% di ghiaia (Portland Cement Association, 1979). Ad ogni materiale si assegna la propria transformity (materie prime provenienti quasi direttamente dalla cava di estrazione e cemento). Per ottenere il calcestruzzo, come detto, si devono mescolare gli inerti ed il cemento; questi materiali devono essere trasportati sul sito del cantiere. Si considera, dunque, il trasporto dei materiali edili (per grammo trasportato e per chilometro percorso); la quantità di riferimento è il grammo di calcestruzzo ottenuto, per cui si calcola il trasporto del 91,2% del peso del calcestruzzo (inerti e cemento). Per la miscelazione delle componenti viene considerato un impianto tipo, composto da una autobetoniera e da un serbatoio. Per questo calcolo, naturalmente, vengono allocate tutte le quantità al grammo di calcestruzzo prodotto. Si considera da betoniera modello Iveco Trakker T-48, del tutto simile all’autocarro contabilizzato in precedenza per il trasporto dei materiali edili (Iveco Trakker T-48; l’assunzione è più che lecita poiché le betoniere vengono fatte con lo stesso modello, sostituendo il cassone con la betoniera rotante. Il consumo di carburante è lo stesso del camion normale). Il consumo di una betoniera a freddo corrisponde a due ore di lavoro, ossia ad un tragitto di 100 km. Per cui, l’emergia dell’uso della betoniera si trova moltiplicando la transformity del trasporto per 100 km. Per riempire la betoniera nel sito di miscelazione del calcestruzzo (e di costruzione dell’edificio), viene utilizzato un serbatoio, riempito dall’alto, di volta in volta ad ogni 61 trasporto dei materiali edili (per cui, la fase di riempimento del silo viene inclusa nel trasporto dei materiali). Il serbatoio è costituito da un cilindro in acciaio, alto 3 m, di diametro 2 m e di spessore medio 5 mm. Le parti superiore e quella inferiore sono stimate come cerchi metallici di diametro 2 m e spessore 5 mm. I sostegni del silo sono costituiti da 4 barre di acciaio HEA, alte 3 metri e pesanti 16,7 kg/m. La quantità di gasolio necessaria per mantenere in funzione la betoniera è stimata a partire da quella del camion per il trasporto, supponendo che 2 ore di attività sul cantiere equivalgano, come detto, alla percorrenza di 50 km su strada. Il lavoro umano nel cantiere, per la miscelazione del calcestruzzo, è calcolato come la quantità di energia (dal metabolismo medio) consumata da 4 operai in 2 ore ciascuno, usando la conversione da kilocalorie a Joule descritta precedentemente. La tabella 5.3 riporta il calcolo della transformity del calcestruzzo. 62 Item Transformity Ref. (sej/unità) Emergia (Sej) Quantità Unità Acqua 8.20% g 1.95E+06 o 1.60E+05 Cemento 16.39% g 3.04E+09 q.l. 4.98E+08 Sabbia 29.51% g 1.68E+09 z 4.96E+08 Ghiaia 45.90% g 1.68E+09 z Materie Prime 7.71E+08 1.77E+09 Trasporto (Cemento + Sabbia + Ghiaia) al km Trasporto (Cemento + Sabbia + Ghiaia) per 50 km 91.80% g 1.66E+05 q.l. 1.52E+05 91.80% g 8.30E+06 q.l. 7.62E+06 Cantiere Betoniera k Acciai e ferro 6.75E-01 3.00E-05 g 6.97E+09 Alluminio 5.80E-02 2.58E-06 g 2.13E+10 Gomma 4.20E-02 1.87E-06 g 7.22E+09 xw 1.35E+04 Plastica 7.70E-02 3.42E-06 g 9.86E+09 m 3.37E+04 Vetro 2.90E-02 1.29E-06 g 8.40E+08 p 1.08E+03 Rame 1.40E-02 6.22E-07 g 1.04E+11 l 6.46E+04 Zinco 5.00E-03 2.22E-07 g 1.04E+11 l 2.31E+04 Altri metalli 9.00E-03 4.00E-07 g 6.97E+09 k 2.79E+03 Altri materiali 9.10E-02 4.04E-06 g 1.68E+09 z j 2.09E+05 5.50E+04 6.79E+03 4.10E+05 Silo 3.13E-03 g 6.97E+09 k 2.18E+07 Combustibile 1.26E+02 J 1.13E+05 xx 1.42E+07 Lavoro per Miscelazione 1.82E-01 J 7.38E+06 xy 1.34E+06 Totale Emergia del Cantiere 3.77E+07 EMERGIA del CALCESTRUZZO al km 1.80E+09 TRANSFORMITY del CALCESTRUZZO al km 1.00E+00 g 1.80E+09 EMERGIA del CALCESTRUZZO per 50 km TRANSFORMITY del CALCESTRUZZO per 50 km 1.81E+09 1.00E+00 g 1.81E+09 Tabella 5.3. Calcolo dell'emergia specifica del conglomerato. Il valore finale di emergia del conglomerato è dato dalla somma dell’emergia dei vari materiali della miscela, dei macchinari usati per mischiare del lavoro umano correlato. Sono mostrati i calcoli per differenti scenari di trasporto. 63 L’Emergia Specifica del calcestruzzo risultante dal calcolo è 1,80x109 sej/g/km. Se si considera un percorso medio di 50 km per il trasporto dei materiali, essa sale a 1,81x109 sej/g. 5.5 Conclusioni e verifica dei risultati L’Emergia Specifica del cemento uscito dal cementificio risulta essere 3,04x109 sej/g. La Transformity del trasporto di materiali edili, per grammo di materiale edile trasportato, è 1,66x105 sej/g, per ogni chilometro. Considerando una distanza media di 50 km tra il cementificio e il sito di costruzione, la Transformity del trasporto risulta 8,30x107 sej/g. L’Emergia Specifica del calcestruzzo ottenuta, considerando un trasporto medio di 50 km, è 1,81x109 sej/g, mentre per ogni km il valore è 1,80x109 sej/g. Come possiamo vedere dalla tabella sottostante, l’emergia specifica calcolata in questo lavoro, per il conglomerato, rientra nell’ordine di grandezza dei valori reperibili in letteratura; rispetto alla media di questi dati, il valore si discosta di circa il 32%, probabilmente perché riguarda il caso italiano particolare (valore ed emergia dei combustibili e degli altri materiali, altre differenze che ci sono tra nazioni), sia perché riferito ad una distanza media di trasporto dei materiali, che, in Paesi come gli Stati Uniti, può diventare importante. Emergia Specifica Riferimento 7,43 E+8 sej/g Bjorklund J. et al., 2000 2,42 E+9 sej/g Buranakarn, 1998 3,48 E+9 sej/g Buranakarn,2003 3,98E+09 sej/g Haukoos, 1995 Valore Medio dei dati in letteratura: 2,65 E+9 sej/g Calcolo di questo lavoro (per una distanza di trasporto media): 1,81 E+9sej/g Differenza della Media con il valore qui ottenuto: 8.40 E+08 sej/g 32.03% Tabella 5.4: Emergie Specifiche del conglomerato reperite in letteratura. Calcolo del valore medio dei dati reperiti in letteratura. Stima dell'errore nel presente studio rispetto a tale media: il valore qui calcolato risulta minore della media dei valori correnti 64 In letteratura esiste un calcolo analogo: Buranakarn (Buranakarn, 1998) ha calcolato la transformity del calcestruzzo con un procedimento simile, ma inserendo anche l’emergia delle autostrade e delle strade. Nel calcolo qui svolto, le autostrade e tutte le infrastrutture non vengono inserite, in quanto usate da una grande quantità di persone, autoveicoli, e con tantissimi scopi. Si ritiene, cioè, che la percentuale di emergia delle infrastrutture che ricade sul trasporto in esame abbia un valore irrisorio. Lo stesso ragionamento, come detto, viene fatto per il cementificio con i suoi macchinari e per gli impianti di costruzione degli autocarri, dell’autobetoniera e del silo. Questi valori di Emergia Specifica saranno parte integrante del calcolo dell’emergia della costruzione dell’edificio in esame. 65 5.6 Caratteristiche generali del Calcestruzzo I componenti dell’impasto del calcestruzzo sono tipicamente: - Il cemento; - Gli inerti; - L’acqua; - Eventuali additivi. Vi sono vari tipi di cementi impiegati: normali; ad alta resistenza; ad alta resistenza e rapido indurimento; alluminosi; per sbarramenti di ritenuta. E’ di solito opportuno che all’inizio dei lavori di costruzione di un edificio di una certa importanza, un campione del cemento che si impiegherà sia inviato ad un laboratorio ufficiale per le prove essenziali, quali: - determinazione della finezza; - prova di deformabilità; - prova del tempo di presa; - prove di resistenza a flessione e compressione. Cemento Il cemento può essere fornito sfuso o in sacchi per il trasporto e la conservazione. I sacchi sono costituiti da un doppio foglio di carta molto resistente, contenenti 50 kg di cemento; il cemento che si trova in magazzino da molto tempo non viene utilizzato per opere molto sollecitate. I sacchi devono essere conservati in ambiente asciutto ed arieggiato. Sistema più comodo e veloce è il trasporto in autosilo e lo stiramento in cantiere in apposito silo metallico, dove il cemento è fatto affluire con pompe pneumatiche. Dosaggio: all’aumentare della quantità del cemento nell’impasto, si ottiene un calcestruzzo di maggiore resistenza; quindi, la dosatura del cemento è funzione dell’uso del calcestruzzo. Ove occorre una grande resistenza, come per il cemento armato, ne 66 verrà impiegato tanto; al contrario, per lavori dove il calcestruzzo è sottoposto a piccoli sforzi la quantità di cemento impiegata sarà minore. Per le opere non armate, la quantità di cemento per metro cubo di calcestruzzo è di circa 150 kg, mentre per opere armate la quantità di cemento è di 300 kg. Inerti Gli inerti naturali o di frantumazione devono essere costituiti da elementi non gelivi, privi di parti friabili, terrose e di sostanze nocive. Queste caratteristiche devono essere continuamente controllate durante l’esecuzione dell’opera. Per inerti si intende sia la sabbia che il pietrisco, o la ghiaia (il pietrisco è preferibile alla ghiaia di fiume). Il pietrisco è ricavato da una roccia che si sceglie con cura, compatta e resistente; le ghiaie al contrario possono contenere elementi di rocce diverse anche poco resistenti, con spigoli arrotondati e spesso con elementi piatti. Per un buon calcestruzzo non è sufficiente che gli inerti siano omogenei, puliti e resistenti; occorre che, una volta mescolati con acqua e cemento, diano una massa compatta così da non creare vuoti d’aria. Per questa ragione è preferibile che gli inerti siano assortiti con elementi grandi contrapposti a quelli piccoli, così da andare a coprire quelle aree rimaste vuote. Acqua di impasto L’acqua per impasti deve essere limpida, non contenente sali in percentuali dannose e non deve essere aggressiva. Praticamente tutte le acque non dure possono essere usate per i calcestruzzi; in casi di necessità anche l’acqua di mare può essere usata. Sono escluse invece le acque degli scarichi industriali e civili, acque che contengono zucchero, oli e grassi. Per le acque torbide è ammesso un limite di torbidità di due grammi per litro. Qualora venga usata acqua calda per impasto, la temperatura non deve superare i 60°C. Per determinare la reazione di idratazione del cemento (fenomeno di “presa”) è sufficiente una quantità di acqua di 30 litri per 10 kg di cemento. Purtroppo, l’eccesso di acqua risulta dannosissimo, perché provoca vari inconvenienti: - diminuisce notevolmente la resistenza; - aumenta il ritiro del calcestruzzo; - rischio gravissimo della separazione degli inerti. 67 La notevole riduzione di resistenza del calcestruzzo è dovuta al fatto che la quantità di acqua che eccede quella minima richiesta dall’idratazione del cemento, in parte si perde, colando tra le fessure delle casseforme, trasportando fuori della massa del calcestruzzo una discreta quantità di cemento. L’aumento del ritiro del calcestruzzo determina fessurazioni nella massa, con gravi conseguenze per l’impermeabilità delle strutture. Un eccesso notevole di acqua comporta il rischio gravissimo della separazione degli inerti, che tendono a stratificarsi in base al loro peso specifico, alterando completamente le caratteristiche del calcestruzzo. Nel confezionamento del calcestruzzo sono quindi molto importanti la dosatura del cemento, la granulometria degli inerti, e il rapporto acqua-cemento. La confezione del calcestruzzo, cioè l’esecuzione dell’impasto dei vari elementi, è una operazione molto importante, dalla quale dipende l’omogeneità del calcestruzzo stesso. Questo passaggio può esser fatto a mano o con apposite macchine, dette appunto betoniere. La lavorazione a mano è ormai completamente abbandonata anche nei piccoli cantieri; l’uso della betoniera è generalizzato ovunque, poiché ne esistono di vari tipi, di differente capacità ed autonomia, tali da soddisfare qualsiasi esigenza organizzativa. Il tipo più semplice di betoniera è quello a bicchiere oscillante, facilmente trasportabile, adatta a piccoli cantieri. La dosatura degli inerti può essere fatta contando le comuni carriole oppure misurando con apposite casse tarate, prima di inserirli nel bicchiere. I tempi d’impasto non devono essere né troppo brevi, altrimenti il materiale risulta poco omogeneo, né troppo lunghi, per evitare la separazione degli inerti, specialmente quando l’impasto è molto fluido. Quando il cantiere è di grande importanza, ed occorre una grande quantità di calcestruzzo, è indispensabile una vera e propria centrale di betonaggio. Quando la centrale di betonaggio si trova a notevole distanza dal luogo d’impiego, occorre provvedere al trasporto del calcestruzzo con adeguati mezzi meccanici. Il tipo appositamente studiato e realizzato è l’autobetoniera, che può servire i cantieri ad una distanza fino a circa 30 km dalla centrale di produzione. Lo scarico del calcestruzzo deve essere ultimato entro un periodo di tempo variabile da 1 a 2 ore e mezzo. L’operazione di posa in opera è comunemente detta “getto”, e consiste nel gettare l’impasto nelle apposite casseforme. Il sistema più semplice è quello di disporre di una 68 gru a braccio, con benna, che può scaricare il calcestruzzo direttamente nel punto stabilito. Durante il getto è assolutamente da evitare l’aggiunta di acqua al calcestruzzo, mentre è opportuno bagnare le casseforme, che sono fatte di tavole di legno. La tecnica recentemente entrata nell’uso corrente della posa in opera del calcestruzzo è quella mediante pompaggio attraverso tubazioni. Sono state realizzate delle pompe che permettono di gettare calcestruzzo fino a 20-25 m3/h, ad una distanza di 150 m e un’altezza di 75 m. Il calcestruzzo posto nelle casseforme solidificare in modo perfettamente uniforme. Per questo scopo, delle macchine apposite scuotono le casseforme o il cemento stesso: i vibratori. Esistono vari tipi di vibratori in commercio e si possono classificare in 4 tipi: - vibratori interni ad immersione; - esterni che agiscono sulle casseforme; - di superficie; - tavole vibranti. Se alla fine della giornata lavorativa il getto non è stato completato, occorre fare attenzione nella ripresa del lavoro; il getto già eseguito deve essere accuratamente pulito e bagnato con acqua. Si può versare una miscela liquida di cemento ed acqua (boiacche) sulla superficie già indurita, in modo da aumentare l’adesione della ripresa. Ultimato il getto, alla fine della presa del cemento, il calcestruzzo fresco deve essere protetto dai raggi diretti del sole e dal vento, così da evitare una troppo rapida evaporazione dell’acqua in eccesso. La temperatura ambientale è di notevole importanza per la buona riuscita del calcestruzzo; essa non deve essere troppo elevata (superiore ai 30°C) né troppo bassa (sotto gli 0°C). Se il getto viene effettuato quando la temperatura supera i 30°C, occorre proteggere il calcestruzzo con copertoni bagnati; quando la temperatura è troppo fredda, il gelo può provocare dei danni al cemento in quanto l’acqua dell’impasto si congela aumentando di volume, quindi provocando la disgregazione della massa di calcestruzzo. Durante il periodo di presa e successivo indurimento, il calcestruzzo subisce una diminuzione di volume, che dà luogo al fenomeno del ritiro; quest’ultimo provoca nella massa la formazione di fessurazioni. Per limitare gli effetti del ritiro, si dovrà fare attenzione ad evitare la rapida evaporazione dell’acqua di impasto nei periodi di caldo eccessivo, e limitare l’acqua in eccesso nell’impasto. La presenza di armature in ferro 69 nella massa del conglomerato riduce notevolmente la possibilità di fessurazioni, in quanto il ferro assorbe le tensioni che si originano nella massa per effetto del ritiro. Il calcestruzzo ha un alto coefficiente di dilatazione termica, tuttavia la variazione di temperatura che si verifica nel tempo, per l’alternarsi delle temperature, non produce inconvenienti nelle strutture se queste sono di limitata estensione. Quando invece le dimensioni della struttura superano un certo valore occorre predisporre dei giunti che permettano la libera dilatazione del calcestruzzo. L’indurimento del calcestruzzo (stagionatura) è una conseguenza del processo di idratazione del cemento. Esso avviene dopo 28 giorni dalla fine del getto. Le strutture in conglomerato cementizio poste lungo i litorali marini o ad una distanza inferiore dai 300 m dal mare, subiscono un rapido fenomeno di degrado per effetto della salsedine. Il calcestruzzo si sfalda, ed eventuali armature in ferro vengono rapidamente corrose. In tali ambienti, occorre realizzare il conglomerato con particolari accorgimenti: - utilizzare cementi pozzolanici ed alluminosi; - l’eventuale armatura in ferro deve essere protetta da un maggiore spessore di conglomerato; - il calcestruzzo deve essere compattato con la vibrazione e reso impermeabile; - la superficie esterna del calcestruzzo può essere trattata con una biacca molto fluida di cemento. Le strutture in conglomerato di cemento armato e non, presentano una notevole resistenza alle alte temperature, che possono derivare dagli incendi. Perché gli effetti del calore possano produrre seri inconvenienti, è necessario che la temperatura raggiunga valori tra 500 e 600°C; in tal caso, il calcestruzzo perde completamente l’acqua contenuta nella sua massa e la resistenza si riduce a circa la metà. La caratteristica principale del calcestruzzo è la resistenza alla compressione. La determinazione della resistenza a compressione avviene sperimentalmente con prove di schiacciamento su provini di calcestruzzo. La resistenza a compressione per il conglomerato è di circa 700 kg/cm2. La resistenza a trazione è molto bassa, nell’ordine di 20 kg/cm2. La resistenza a flessione vaia in genere tra 1/5 e 1/10 della resistenza a compressione. La resistenza al taglio è di circa 50 kg/cm2. 70 L’inconveniente maggiore del normale calcestruzzo è l’elevato peso che è di circa 2500 kg/m3. Negli ultimi anni le ricerche sono state, quindi, orientate verso la realizzazione di calcestruzzi leggeri. Il calcestruzzo leggero ideale dovrebbe avere una densità non superiore a 1500 kg/m3, un’elevata resistenza non inferiore a 250 kg/cm2, e un modulo di elasticità elevato, non inferiore a 150000 kg/cm2. La pomice è un materiale naturale a struttura alveolata, adatto come inerte leggero per conglomerati impiegati nella confezione di blocchi e manufatti prefabbricati. Il calcestruzzo è eseguito mescolando nella betoniera 1 m3 di pomice con 200 kg di cemento, per strutture non resistenti, e con 300 kg di cemento per strutture con funzione portante. Il peso del calcestruzzo con pomice varia tra 900 e 1100 kg/m3 a seconda della quantità di cemento e dell’eventuale aggiunta di sabbia. La resistenza di un calcestruzzo con pomice può raggiungere i 159 kg/cm2; tale calcestruzzo è però più pesante degli altri di tipo leggero. Un altro conglomerato leggero viene ottenuto con la vermiculite espansa, la cui densità varia da 100 a 300 kg/m3. L’impiego della vermiculite espansa per i calcestruzzi leggeri è oggi abbastanza diffuso. L’argilla espansa è un inerte leggero, derivato da un processo di cottura dell’argilla a 1200°C. Essa risulta molto più pesante della vermiculite, ma ha il grande vantaggio di avere una resistenza a compressione che può arrivare a 300 kg/cm2; inoltre, ha un ritiro leggermente superiore a quello dei calcestruzzi ordinari, ed una dilatazione termica leggermente inferiore. Elementi in Calcestruzzo Negli ultimi tempi si è avuta una grande diffusione di blocchi di conglomerato normale o alleggerito; i migliori tipi di produzione sono quelli con inerti di pomice e di argilla espansa, che hanno qualità notevoli di resistenza, coibenza, leggerezza, e risultano abbastanza economici. I tubi di cemento sono a sezione circolare, vengono prodotti con casseforme metalliche. Per il collegamento fra loro hanno una rastremazione terminale ad incastro. La tubazione di cemento è adatta per la posa in opera sul terreno o quella interrata. I pozzetti idraulici sono manufatti eseguiti con calcestruzzo vibrato. Sono largamente impiegati per la rete di un impianto di fognatura. Questi manufatti sono estremamente economici, robusti, facili da mettere in opera. 71 Il Cemento Armato Il principio di costruzione del cemento armato è basato sulle caratteristiche di due componenti: - il calcestruzzo, che può sopportare grandi sforzi di compressione; - l’acciaio, che può sopportare grandi sforzi di trazione. Negli elementi strutturali in genere soggetti a flessione, si delimitano due zone, separate da un piano neutro: una zona compressa ed una tesa. L’unione e la collaborazione dei due materiali è resa possibile dalle seguenti caratteristiche: - assenza di reazioni chimiche tra la pasta di cemento e l’acciaio; - aderenza fra calcestruzzo ed acciaio; - analogia dei coefficienti di dilatazione; - trasmissione reciproca degli sforzi. L’armatura del cemento armato si può distinguere in tre categorie: l’armatura principale, che assorbe gli sforzi di trazione; l’armatura secondaria, per gli sforzi di taglio; l’armatura complementare, senza un preciso compito statico. Le caratteristiche essenziali per i calcestruzzi da armare sono: massima compattezza, da ottenere con buoni inerti assortiti e con la tecnica della vibrazione; buon dosaggio di cemento, ottima resistenza, impermeabilità. Nelle strutture in cemento armato l’acciaio è quasi sempre in sezione circolare; vengono usate barre di diametro variabile dai 4 ai 30 mm e lunghezza della barra di 12 m circa. In commercio esistono tutti diametri pari, mentre quelli dispari vengono prodotti solo sotto i 10 mm. Il ferro per il cemento armato arriva in cantiere con le barre piegate a metà per comodità di trasporto. I ferri da piegarsi nelle strutture in cemento armato sono o diritti con uncini all’estremità, o sagomati. Le staffe servono per collegare i vari ferri. La struttura composta dai ferri diritti o sagomati e dalle si chiama gabbia. La lavorazione dei ferri per il cemento armato è dunque piuttosto semplice; la si può fare a mano o a macchina. Oggi le operazioni di taglio e sagomatura vengono fatte completamente a macchina. Le barre di ferro per il cemento armato presentano, appena arrivano in cantiere, il caratteristico colore metallico dell’acciaio. Bastano però pochi giorni perché il colore cambi e diventi rosso-marrone, per effetto dell’ossidazione. Appena inizia l’ossidazione dell’acciaio, aumenta la rugosità della superficie della barra, migliorandone l’aderenza 72 con il calcestruzzo; una forte ossidazione può essere invece dannosa perché riduce notevolmente l’aderenza. I tondini lisci per il cemento armato sono contraddistinti dalle sigle FeB 22K e FeB 32K, mentre le barre ad aderenza migliorata hanno le sigle FeB 38K e FeB 44K. I tondini sono oggi quasi del tutto scomparsi nei cantieri in quanto vengono impiegate le barre ad aderenza migliorata. 5.7 Cemento, calcestruzzo e inceneritori Esaminando le varie fasi del ciclo di vita del cemento e del calcestruzzo, ci siamo imbattuti in un processo che richiede molta energia, cioè quello di cottura del Clinker, un prodotto intermedio del cemento. Infatti, il cemento è prodotto per macinazione fine di calcari, argille, tufi, marne, scisti (componenti principali). La miscela cruda passa all'interno di un reattore nel quale hanno luogo scambi di calore - che scatenano complesse reazioni chimiche - seguiti da un rapido raffreddamento. Il risultato di questo processo di cottura è il clinker da cemento, prodotto-base che viene poi macinato insieme ad altri costituenti secondari per renderlo idoneo ai più svariati impieghi. La fase di cottura è il cuore della produzione cementifera. I forni raggiungono la temperatura di 1.450°C e assorbono tra il 90 e il 100% dell'energia complessivamente consumata dall'intero processo di fabbricazione del cemento. Il consumo energetico incide in modo particolare sulla voce dei costi, ed è oggetto di particolare attenzione e sudi finalizzati alla sua riduzione. Per questi motivi, c’è chi ha ritenuto opportuno considerare gli altoforni dei cementifici come degli impianti di termovalorizzazione di alcuni rifiuti industriali o degli inceneritori stessi. In un articolo uscito su “Italian Leadership – Mensile di economia, attualità e cultura”, nel 1997, si leggeva quanto segue: “I cementifici sono quindi i primi ad essere interessati alla ricerca di fonti energetiche alternative. La Direttiva 94/76/UE sull'incenerimento dei rifiuti pericolosi ha equiparato il ruolo degli inceneritori professionali a quello degli impianti industriali che bruciano i residui come combustibile alternativo. Come si è visto, infatti, nel processo di lavorazione del cemento, la fase di cottura del clinker richiede altissime temperature ad un elevato tempo di permanenza in atmosfera altamente ossidante dei gas. Ciò crea condizioni ancora 73 più favorevoli di quelle esistenti negli inceneritori. In questo caso la legge limita l'apporto calorico dei residui al 40% del fabbisogno totale di energia primaria dell'impianto. Durante il processo produttivo del cemento, il riutilizzo dei residui può avvenire con due destinazioni diverse: - residui riutilizzabili nella miscela cruda di alimentazione del forno per la cottura del clinker (ad esempio ceneri di pirite, ossidi di ferro, sabbie e terre esauste di fonderia ecc.); - residui riutilizzabili come costituenti secondari dei cementi (come loppe d'altoforno, ceneri volanti, gessi chimici, sabbie e terre esauste di fonderia ecc.). “ (Fonte: sito web CESI). Sembra, dunque, che in questo modo si possa aumentare l’efficienza produttiva non di uno, ma di due diversi processi industriali: l’incenerimento dei rifiuti e la produzione di cemento. Ma c’è di più: le ceneri dei vari termovalorizzatori e altri scarti industriali leggeri e porosi sono utilizzati come inerti o leganti nello stesso conglomerato, anche in base alle ottime caratteristiche che “fornirebbero” al prodotto finale. In Germania, le ceneri degli inceneritori (che sono altamente tossiche) vengono utilizzate nei sottofondi delle strade, ritenendo che su di essi non ci sia lisciviazione da parte delle piogge. Se tutto andasse come si suppone, non ci sarebbero problemi, ma non si considerano due evidenze sostanziali del problema: I) L’uso delle ceneri di scarto nel calcestruzzo diminuisce la quantità di cemento necessaria, diminuendo il prezzo finale del conglomerato stesso. Questo diviene un fattore importante nel momento in cui un architetto o comunque un progettista deve scegliere i materiali con cui fare un edificio; se il calcestruzzo diviene sempre più a buon mercato, gli edifici di tipo residenziale tradizionale e di tipo industriale, come sta già succedendo, saranno costruiti per la maggior parte di conglomerato. Di fatto, questa rappresenta l’opportunità migliore per costruire velocemente, ed a basso costo, un immobile. Le strategie e le evoluzioni del mercato del settore edile non facilitano, in questo modo, gli interventi di salvaguardia del Capitale Naturale (ricordiamoci, a tal proposito, quanto detto all’inizio del capitolo sull’impatto ambientale della produzione del cemento). II) Sono state scoperte particelle nanometriche che vengono prodotte da ogni sorta di combustione ad elevate temperature. Queste particelle, la cui scoperta è dovuta ai ricercatori modenesi Stefano Montanari e Antonietta Gatti, possono entrare nel sangue umano e persino nelle cellule, provocando linfomi, leucemie, tumori (Gatti, Montanari, 74 2004; comunicazione orale, 2006). La produzione di queste nanoparticelle sembra avvenire principalmente (per quanto si sa fino ad ora) in due modi: - Urto di proiettili resistentissimi (ad esempio, ad Uranio Impoverito) contro strutture resistenti in metallo (come le corazze dei carri armati), che provocano per attrito temperature altissime sul metallo stesso, facendolo sublimare in nanoparticelle. - Combustioni ad altissime temperature, come quelle usate negli inceneritori d’ultima generazione per bloccare le emissioni di particelle finissime, come il PM10. In base a quanto sopra, sorgono dei dubbi sull’effettiva efficienza e sicurezza degli inceneritori e dei termovalorizzatori, e dunque anche della produzione di un calcestruzzo contenente queste ceneri e costituito, inoltre, da cemento prodotto utilizzando ceneri come combustibile. C’è comunque chi canta le lodi di questo nuovo tipo di cemento; ad esempio, la ditta nipponica Taiheyo Cement Corporation lo presenta come “Ecocemento” (Takashi et al., 1997); d'altronde, dal punto di vista puramente termodinamico ed anche emergetico, un cemento contente scarti di altre lavorazioni risulta a minor impatto sul Capitale Naturale di partenza, inglobando un feedback di riciclo dei materiali. La questione è complessa e semplici calcoli termodinamici o di efficienza industriale non considerano la tossicità e la pericolosità di certi processi e coprodotti. Rimane dunque uno spunto di studio nell’approfondimento del problema del cemento contenente ceneri, e della quasi assenza, finora (Susani 2005, Bastianoni 2006) di indicatori di tossicità negli indici prettamente termodinamici utilizzati nella valutazione degli impatti ambientali. Si deve notare però che un’analisi emergetica del riciclo di vari materiali edili, tra i quali il cemento, e dell’uso di materiali riciclati nei loro processi di produzione, è stata svolta in modo per lo più completo da Buranakarn (Buranakarn, 1998). In questo lavoro si dimostra che la produzione di cemento contenente cenere di carbone ed altre ceneri industriali, aumenta l’emergia finale del cemento, e dunque la sua transformity. 75 6. ANALISI EMERGETICA DELL’EDIFICIO “Odio gli indifferenti, Perché mi dà noia il loro piagnisteo Di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi Come ha svolto il compito Che la vita gli ha posto E gli pone quotidianamente, Di ciò che ha fatto E specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, Di non dover sprecare la mia pietà, Di non dover spartire con loro Le mie lacrime… Vivo. Sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, Odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci, Scritti Giovanili, 1914-18. Il clima e, più in generale, il Capitale Naturale sono in crisi; l’edilizia svolge un ruolo fondamentale in questa situazione di squilibrio, e non si può rimanere indifferenti. In questo capitolo si svolge l’Analisi Emergetica di un edificio. L’analisi è applicata alle fasi di costruzione, gestione (manutenzione) ed uso di un edificio, ai materiali edili e alle parti strutturali di cui è costituito. In letteratura esistono ancora pochi esempi di analisi emergetica applicata ad un edificio: Brown, Buranakarn 2003, Meillaud, Gay, Brown 2005 e Buranakarn 1998. Il caso di studio è rappresentato da un edificio costruito secondo l’edilizia tradizionale italiana, per cui fornisce delle informazioni generali sull’uso delle risorse da parte dell’industria edilizia in Italia. 76 La prima fase dell’analisi consiste nell’individuazione e schematizzazione del processo, attraverso l’Energy System Diagram, nel quale sono mostrati i flussi di energia e materia del processo. La fase successiva dell’analisi prevede l’inventario di tutti gli input che alimentano il processo nelle due fasi di costruzione e uso-gestione dell’edificio. I dati sono stati raccolti in una tabella costruita sulla base di un computo metrico di un edificio residenziale esistente, le cui caratteristiche rispecchiano, in buona misura, quelle dell’edilizia residenziale tradizionale contemporanea in Italia, realizzata con tecniche costruttive standard. Attraverso l’analisi emergetica (consolidato metodo di contabilità ambientale) si è provveduto alla redazione di un computo metrico estimativo (di tipo ambientale e non economico) accorpando le singole voci in categorie riconoscibili e associando ad ognuna una transformity (si veda l’algebra dell’emergia nel cap 4). La stima è rivolta a quantificare i flussi di emergia, cioè le quantità di materiali ed energia usate per la costruzione dell’edificio nelle varie fasi, espresse in solar emergy joule. Come già ribadito, il vantaggio dell’analisi emergetica consiste nella possibilità di usare la stessa unità di misura, calcolata su basi termodinamiche, applicando coefficienti di trasformazione specifici (transformity), per voci di varia natura, originariamente espresse in unità di massa o di energia. 77 6.1 Descrizione dell’edificio L’edificio, oggetto di analisi, comprende residenze ed uffici (centro poliambulatoriale), ed è sito in piazza delle Fiascaie, Castelfiorentino (FI). Ha una cubatura di circa 10.000 m3 (di cui 7.500 fuori terra) e circa 2.700 m2, distribuiti in nove appartamenti, sommati ad ambulatori e uffici che si estendono per tutto il piano terra ed il primo piano. L’edificio, di tipo residenziale tradizionale italiano, comprende un piano terra, 3 piani rialzati e uno sottotetto, un piano interrato. Risulta esposto con una parete a W-SW (ovest-sud-ovest), parzialmente coperta da un palazzo attiguo e rivolta verso il fiume Elsa, e con un’altra parete verso E-NE (est-nord-est), affacciata su una piazzetta interna. Altri due lati dell’edificio formano il collegamento con gli altri edifici della piazza, che si dispongono a cerchio. L’edificio è posto in pianura, a poche decine di metri da un fiume; tra l’edificio ed il fiume è sito un altro palazzo, di tipo residenziale, oltre al quale c’è la ferrovia (SienaEmpoli). Il sito dello studio è, però, vicino alla strada Statale 429, dunque in posizione abbastanza favorevole all’arrivo su strada dei materiali da costruzione. Il paese, Castelfiorentino, sorge nella valle del fiume Elsa, con la parte antica su una collina ed il resto sviluppatosi lungo le rive del fiume (storicamente, all’incrocio tra la Via Francigena, la Via Volterrana, e, più tardi, la statale Senese Romana). Ad eccezione della parte antica (di tipo medievale) e di quella subito sottostante (tra ottocento e novecento), gli edifici riflettono l’edilizia tradizionale residenziale, dagli anni cinquanta ad oggi; l’edificio in studio si colloca in questa tipologia. L’economia del paese è stata ed è basata soprattutto sulla piccola industria. Per meglio comprendere la struttura dell’edificio, si riportato alcuni alzati e piante nelle pagine seguenti. 78 Figura 6.1. Sezione edificio. Scala 1:100 79 Figura 6.2. Prospetto Facciata Sud. Scala 1:100 80 Figura 6.3. Pianta Primo Piano. Scala 1:200 81 Figura 6.4. Modello degli elementi portanti in acciaio di travi, pilastri, solai e copertura. I triangoli blu in basso rappresentano le fondazioni 82 6.2 Il diagramma energetico (Energy System Diagram) Il diagramma rappresenta le due fasi successive ed interdipendenti della costruzione di un edificio, fino al momento in cui entra in esercizio, per svolgere la sua funzione di “abitazione”; l’analisi comprende anche la fase di gestione, ossia la fase che richiede manutenzione, e la fase di uso (in cui l’edificio viene abitato), nella quale convergono flussi di energia elettrica, gas, acqua potabile. Figura 6.5. Diagramma energetico dell’edificio. Il diagramma riportato è uno schema realizzato attraverso gli energy system symbols secondo le direttive grafiche codificate da Odum, e rappresenta le due fasi del processo e i flussi di energia e materia che lo alimentano. Le fasi sono dunque le seguenti: - Costruzione: rappresentata come una interazione (il simbolo in alto a sinistra, a forma di freccia), in cui convergono flussi di materia ed energia. Essa consiste nel momento in cui si preparano il terreno, lo scavo, i materiali edili e quelli ausiliari, si installa il cantiere, e si procede alla costruzione dell’edificio. Nella Costruzione convergono i vari materiali e si consuma energia. 83 I materiali che convergono nella fase di Costruzione vanno a formare un deposito, uno stock. L’energia accumulata in questa fase, in forma di materiali, strutture e parti costruttive, rappresenta una memoria che deve essere mantenuta costante nel tempo attraverso la manutenzione (flussi di energia e di materia). - Manutenzione: è stata stimata per i materiali più velocemente deperibili. Escludendo l’applicazione iniziale (compresa nell’analisi dei vari materiali), si considera la differenza, in anni, sul tempo di vita complessivo dell’edificio. Si divide il costo iniziale dell’elemento per il valore trovato, ottenendo il costo annuale, che corrisponde alla manutenzione. - Uso dell’edificio (Abitare): oltre alla fase di costruzione, cioè le fasi edili vere e proprie, si è inserita una fase di uso dell’edificio, calcolando le spese di energia elettrica, gas, acqua potabile di un anno. Questa fase avviene dopo la fase di costruzione, ed è parte integrante della funzione Abitare. Sono presenti nel diagramma anche delle frecce che vanno verso il basso. Questi flussi costituiscono la perdita entropica di materiali ed energia, cioè la loro degradazione nel tempo. 84 6.3 Selezione dei dati - Materiali edili: i dati precisi di cubatura, peso, superficie dell’edificio, costo economico, struttura e quantità dei vari materiali sono stati presi dal Computo Metrico Estimativo. Come esempio, riporto di seguito la voce del computo metrico riguardante la “Muratura Continua”: Conglomerato cementizio Rck 30 N/mm2 per MURATURA CONTINUA Conglomerato cementizio in opera eseguito secondo le prescrizioni tecniche previste compresi lo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera eseguita a perfetta regola d'arte, compresi i ponteggi, le cassaforme e il ferro di armatura: eseguito con calcestruzzi a resistenza caratteristica e classe di esposizione 1 (ambiente secco con umidità relativa inferiore al 70%), dimensione massima degli inerti pari a 30 mm, classe di lavorabilità (slump) S3 (semifluida), rapporto A/C < o = 0,65, da utilizzare nelle seguenti tipologie di lavoro: MURATURA CONTINUA Rck 30 N/mm2 armato con acciai Fe B 44 Kcs. il titolo comprende la realizzazione di guaina impermeabilizzante sulla faccia esterna della parete eseguita con guaina elastomerica dello spessore di mm 4 posta a fiamma, sovrastante telo di PVC drenante in rilievo per protezione della stessa , riempimento a base del muro con pietrisco spezzato di cava 4/7. Misurazione a mc. Mc . 43.82 a € 270 In questa voce sono presenti conglomerato, guaina elastomerica impermeabilizzante, telo in PVC, con i vari dati tecnici e spessori, e la superficie totale. Da questi dati si può calcolare il volume e, con le densità dei materiali reperibili in letteratura, si ottengono le masse, in grammi, dei vari materiali. Moltiplicando ogni massa per la sua Emergia Specifica, si ottiene l’emergia di quel materiale. - La manutenzione è stata calcolata in relazione al tempo di vita dei materiali e dell’intero edificio. Il tempo di vita dell’edificio è stimato a 50 anni, durante i quali i vari materiali perdono la funzionalità originale, con tempi differenti. Questa assunzione, che può sottovalutare la durata reale dell’edificio, considera che 50 anni dopo la costruzione dell’edificio la sua condizione strutturale inizi a pesare molto più delle normali spese di manutenzione sugli impianti e sugli altri elementi costruttivi. 85 La manutenzione viene calcolata sui seguenti elementi strutturali deperibili (tra parentesi il tempo di vita stimato): - infissi (28); - opere da lattoniere (35); - fognatura in PVC (40); - pavimenti e rivestimenti (33); - intonaco (escluso l’arriccio; 15). Come detto, il costo iniziale, allocato agli anni di vita, si applica per gli anni successivi al tempo di vita del materiale e rimanenti rispetto ai 50 anni dell’edificio, assumendo che il costo rimanga costante sui 50 anni. Questo perché, per trovare l’emergia, si moltiplica il costo complessivo della manutenzione per il flusso di sej/€ calcolato tra l’emergia totale dei materiali edili ed il loro costo economico (spiegazioni più dettagliate sono nel Capitolo 9); questo rapporto può essere stimato costante nel tempo, per cui l’emergia risultante sarà proporzionale e costante all’aumento del prezzo. Il tempo di vita dei materiali edili è ripreso dalla letteratura (Buranakarn, 1998) e adattato con considerazioni personali. Il materiale a vita più breve sono le vernici per interni, mentre per laterizi e materiali lapidei si considera un tempo di vita di 150 anni. Ogni materiale viene allocato in questo modo sul flusso di emergia totale per sostenere l’edificio in un anno (eMpower). - Cantiere: i dati di partenza sull’installazione del cantiere sono irrisori. Conoscendo soltanto il costo ma non i mezzi utilizzati, non è possibile calcolarne il flusso emergetico. Inoltre, la manodopera ed ogni mezzo accessorio (casseforme, utensili, ecc.) vengono contabilizzati economicamente sotto ogni voce di “Elemento Costruttivo” (ad esempio, nel costo delle fondazioni sono comprese le ore di lavoro e gli utensili necessari, nonché le casseforme per il getto del conglomerato). Si è quindi ipotizzato che il cantiere sia costituito da: 1 Gru in acciaio; 2 ruspe; combustibile necessario per le ruspe ed il generatore di corrente da campo. Ogni utensile più piccolo, in quanto riusabile svariate volte e non consumato soltanto con il cantiere in studio, non viene considerato. 86 La gru è composta totalmente di acciaio (assunzione più o meno verosimile; dati dalla scheda tecnica del modello “S-36” della ditta SAEZ). Le due ruspe sono state considerate uguali, come peso e percentuale di materiale, all’autocarro trattato per il calcolo dell’emergia del trasporto (Capitolo 5); riprendendo tale calcolo, si considera la ruspa (come componenti materiali) allocata a metà della propria capacità di trasporto, ed alle corrispondenti ore di lavoro. Si stima che un’ora di lavoro della ruspa corrisponda ad un’ora di percorrenza dell’autocarro, cioè 50 km. La stessa assunzione è stata usata per il calcolo del combustibile consumato dalle ruspe. Il generatore elettrico da cantiere consuma, in media, 1 litro di benzina ogni ora. - Irraggiamento: si assume che ci sia lo stesso ed utile irraggiamento solare su tutta la superficie del cantiere, per i due anni e mezzo della sua durata. L’energia del sole è necessaria per la “stagionatura”, cioè la completa essiccazione e compattazione di alcuni material (conglomerati, malte ed altri leganti). L’energia fornita per irraggiamento è data dalla seguente formula: A x I x Alb x t dove A è la superficie irraggiata, in metri quadri, I l’irraggiamento, in Joule per metro quadro per anno, Alb è la percentuale di albedo (80% per questo tipo di superfici), t il tempo di irraggiamento (2,5 anni di cantiere). Il dato di Irraggiamento, I (J/m2anno), è quello della regione Sardegna, che può essere preso per la zona in esame con un errore minimo: 5.20x109 J/m2anno. La superficie irraggiata è quella occupata dal cantiere: 1.44x107 m2 (dati ricavabili dalle piante dell’edificio). L’energia fornita dal sole è quindi 1.5x1017 J, e la transformity è, per definizione, 1 sej/J. - Sostanza organica del suolo: nelle operazioni preliminari di scavo, sbancamento e rinterro, il terreno asportato corrisponde ad una certa quantità di sostanza organica persa, che può portare, in modo più o meno diretto, all’erosione del suolo. La sostanza organica del suolo rappresenta quindi un flusso che entra nel sistema e che è necessario alla costruzione dell’edificio. La quantità di materiale organico persa è calcolata come segue (espressa in Joule): (volume terra asportata, m3)x(densità terra, kg/m3)x(% sostanza organica)x(contenuto energetico, J/kg) 87 Per la densità è stata considerata quella del terreno argilloso sabbioso, 1,6 g/cm3; il volume di terreno asportato, 2436 m3, si ricava dal Computo Metrico. La percentuale di sostanza organica del terreno è mediamente del 3%, mentre il suo contenuto energetico è 5 kcal/g (da moltiplicare per 4186 J/kcal). - Lavoro e manodopera umana: si considera l’energia spesa dagli operai del cantiere durante i due anni e mezzo della costruzione dell’edificio. A questo valore di energia si applica la transformity del lavoro umano in Italia, 7.38x106 sej/J (Ulgiati et al., 1994). L’energia spesa come lavoro umano è calcolata come segue: (# operai)x (gg lavoro annui)x(2.5 anni)x(ore di lavoro al dì)x(kcal/persona / ora lavorativa)x(4186 J/kcal) Sul cantiere lavorano 6 operai, per otto ore di lavoro al giorno, per 280 giorni l’anno. Ogni persona consuma 125 kcal per ora lavorativa. 88 6.4 Struttura dell’Analisi In generale, il metodo utilizzato per l’analisi emergetica è quello spiegato nel Capitolo 4. Vediamo adesso più in particolare come si è svolta l’analisi, cercando inoltre di fornire una metodologia che possa essere riutilizzata in futuro da chi voglia fare questo tipo di analisi. → Analisi Emergetica dei Materiali: dal Computo Metrico si prendono i vari materiali, studiando le precise componenti dei vari elementi strutturali. L’analisi emergetica dei materiali è stata svolta per i materiali edili e raggruppa ogni sostanza o prodotto in un gruppo diverso (indipendente dalla finalità d’uso). → Analisi Emergetica delle Parti Costruttive: sempre con l’utilizzo del Computo Metrico, si accorpano i vari materiali in base all’elemento strutturale di cui fanno parte (dividendoli, ove necessario, tra i più elementi che costituiscono); si classificano poi per Parte Costruttiva dell’edificio. Le parti costruttive sono le seguenti: - Fondazioni - Telaio - Tamponamenti Esterni - Solai - Tramezzi Interni - Copertura - Rivestimenti - Infissi - Fognature - Opere da Lattoniere. In questa analisi vengono aggiunti l’irraggiamento solare, l’erosione del suolo, il lavoro umano, l’installazione del cantiere, la manutenzione. → Analisi Emergetica della Fase di Uso dell’edificio: si considerano i consumi medi di gas, acqua ed energia elettrica di tutto l’edificio in un anno; stimando un consumo costante (almeno, paragonato al flusso d’emergia correlato, cioè al valore emergetico dei consumi) si valuta il consumo sui 50 anni dell’edificio. 89 → Tempo di vita dell’edificio: sono valutati i tempi di vita e di utilizzo dei vari materiali e componenti dell’edificio, in modo da stimare il peso di ognuno sull’emergia totale dell’edificio per i suoi 50 anni di vita (stimata). Il valore all’anno, diviso per il numero di persone medie che possono abitare nell’edificio, rappresenta l’eMpower/persona della funzione “Abitare”. → Si calcola il valore di sej/€ del sistema produttivo che genera l’edificio. Calcoli e risultati sono riportati nel Capitolo 9. 6.4.1 Analisi Emergetica dei Materiali L’analisi del flusso di emergia che fornisce e sostiene, nel tempo, i materiali edili costituenti un edificio fornisce uno strumento per l’analisi dei differenti impatti sull’ambiente dei diversi materiali. Ogni impatto sul Capitale Naturale dipende dalla quantità (massa) e dalla transformity del materiale in esame. Descrizione del Calcolo Le quantità dei vari materiali sono state prese, come detto, dal Computo Metrico. Fanno eccezioni gli infissi, con previsti dal Computo e calcolati in base a dati tecnici forniti da ditte del settore (Ditta ALCOA, Bareggio – MI – Sistema di infissi “R40”). I dati del Computo esprimono superfici di applicazione o volumi utilizzati, secondo i casi (ad esempio, rispettivamente, per un telo di coibentazione e per un getto di conglomerato), per questo è stato necessario trasformarli in valori di massa (kg) attraverso le relative densità. Si sono utilizzate le densità riportate nelle pubblicazioni specializzate in materiali, elementi per l’edilizia, bioarchitettura (Maura, 1992; Bruno S., 1999; Wienke U., 2004). Per alcuni elementi, specificati in superfici o metri lineari, come i vari materiali di rivestimento, gli spessori sono stati forniti dall’arch. Campatelli per comunicazione personale; in alcuni casi si sono trovati rapporti di massa su superficie, come per le malte da costruzione e collanti (dati tecnici dal catalogo “Weber-Broutin” 2003). Nel caso dell’acciaio per le strutture portanti, i solai e la copertura, il dato usato è direttamente quello in massa, fornito dall’ing. Nicola Dragoni, che ha progettato la struttura portante, i carichi ed i pesi dell’edificio. 90 Il calcolo si svolge, quindi, su tre colonne (escluso i casi particolari suddetti): volume, densità e massa del materiale. I pesi in kg vengono poi moltiplicati per le rispettive transformity, reperite in letteratura o calcolate in questo lavoro (vedere Capitolo 5), per ottenere l’emergia di ogni elemento. I materiali, appartenenti a differenti elementi strutturali, vengono raggruppati insieme, in modo da poter disporre di un valore complessivo dell’emergia di ogni materiale nell’edificio e poterli confrontare. Per ogni gruppo di materiali si fornisce anche la percentuale dell’emergia sul totale dell’edificio. L’elenco delle transformity e delle emergie specifiche è riportato nell’Appendice C. Si riporta di seguito la tabella dei calcoli per l’analisi emergetica dei materiali. 91 92 1 2 2a 2b 3 3a 3b 4 4a 4b 5 5a 5b 6 Totale emergia Laterizi Totale emergia cemento Laterizi: Cemento e calcestruzzo: Tramezzi con foratelle 10 fori Tamponamento Faccia vista: Foratelle 6 fori Mattoni I.B.L. Poroton: Tamponamento spessore 20 cm Tamponamento spessore 25 cm Copertura Gattaiolata: Poroton doppio UNI Tavella 90x40x5 Solaio: Pignatta Solaio Spessore 24cm Pignatta Solaio Spessore 20 cm Tegole tipo portoghese Fondazioni (conglomerato cementizio): Magrone (cemento 32.5R) 2 Fondazioni (Rck 30N/mm ) Elevazione: Muratura Continua Solaio: spessore 24 cm spessore 20 cm spessore 35 cm Travi e pilastri Terrazzo Parapetti Scale Ballatoio Ascensori Copertura Gattaiolata Fogne: Fosse biologiche (cls prefabbricato) piedistallo in cemento armato Pozzetto (CAV) Malta di cemento per massetto per pavimentazioni Tabella 6.1. Analisi Emergetica dei Materiali dell'Edificio. Prima Parte E) 12 1 1a 1b 2 3 3a 3b 3c 4 5 6 7 8 9 10 11 11a 11b 11c D) Item 3 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 4.16E+00 3.20E+00 4.61E-01 6.67E+02 6.25E+02 1.05E+03 1.00E+03 1.00E+03 1.05E+03 6.67E+02 9.98E+01 1.02E+02 1.53E+02 1.84E+01 2.00E+00 2.40E+02 6.97E+00 2.10E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 1.18E+02 2.22E+01 4.70E+01 2.87E+02 7.98E+00 1.76E+01 1.58E+01 1.50E+01 4.76E+01 3.81E+00 9.62E+01 2.40E+03 2.40E+03 2.40E+03 3 Densità (kg/m ) 6.85E+01 3.73E+02 4.38E+01 Volume (m ) kg kg kg kg kg 1.65E+05 2.95E+04 6.99E+03 kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg Unit 2.52E+05 4.65E+03 1.84E+04 2.00E+03 6.38E+04 1.60E+05 6.65E+04 2.02E+05 9.99E+03 7.68E+03 1.11E+03 2.83E+05 5.32E+04 1.13E+05 6.89E+05 1.92E+04 4.22E+04 3.79E+04 3.60E+04 1.14E+05 9.14E+03 1.64E+05 8.96E+05 1.05E+05 Raw Data 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.68E+12 3.31E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 1.81E+12 d d d d d d d d d d 6.08E+17 1.09E+17 2.57E+16 2.83E+18 9.28E+17 1.71E+16 6.76E+16 7.36E+15 2.35E+17 5.89E+17 2.45E+17 6.68E+17 5.34E+18 1.81E+16 1.39E+16 2.00E+15 b b b c 5.12E+17 9.64E+16 2.04E+17 1.25E+18 3.47E+16 7.65E+16 6.87E+16 6.52E+16 2.07E+17 1.66E+16 2.98E+17 1.62E+18 1.90E+17 b b b b b b b b b b b b b Transformity o Emergia Ref. Emergia (Sej) Specifica(Sej/u nit) 3.8505 0.6879 0.1629 17.9355 5.8816 0.1083 0.4286 0.0466 1.4876 3.7308 1.5507 4.2359 33.8524 0.1146 0.0881 0.0127 3.24 0.6108 1.2954 7.9043 0.2198 0.4847 0.4352 0.4131 1.3121 0.1049 1.89 10.28 1.21 % 93 I) H) G) F) 1 1a 1b 1c 1d 1e 2 2a 2b 2c 2d 2e 2f tramezzi tamponamento poroton 20 tamponamento poroton 25 tamponamento faccia vista copertura gattaiolata Malte collanti: soglie cimasa scale ballatoi e ingressi porcellana/gress cotto Malte per murature: Tabella 6.1. Seconda Parte Totale emergia Malte e collanti Totale emergia materiali lapidei Malte e collanti: 1.30E+03 1.30E+03 1.30E+03 1.30E+03 1.30E+03 1.50E+03 1.50E+03 1.50E+03 1.50E+03 1.50E+03 1.50E+03 1.19E-01 2.29E-02 1.03E-01 7.80E-02 1.92E+00 1.75E-01 2.20E+03 2.20E+03 2.20E+03 2.20E+03 1.20E+03 8.00E+02 9.59E-01 7.07E-01 6.15E-02 1.96E+00 1.54E+00 5.11E+00 1.79E+01 9.46E+00 1.76E+00 2.36E+00 6.98E+01 Gres (porcellanato) Pavimento per Interrato Pavimento per Appartamenti Rivestimenti bagni e cucine Battiscopa Cotto Massetto Leca 2 2a 2b 2c 2d 3 4 1.45E+03 7.85E+01 2.56E+03 2.56E+03 2.56E+03 2.56E+03 2.56E+03 1.45E+03 1.45E+03 3.00E+01 3.00E+01 1.60E+03 3.00E+01 1.60E+03 Densità (kg/m3) 4.00E-01 4.00E-01 7.66E+01 8.47E+03 7.74E-01 3.48E+01 5.98E+00 3.56E+00 1.44E+00 3.09E+00 2.34E+00 8.00E-01 Travertino: Intonaco esterno (malta di calce bastarda) Intonaco esterno-Arriccio (malta di calce bastarda) Intonaco interno (malta di calce bastarda) Membrana o guaina elastomerica Coibentazioni: ISOVER Guaina elastomerica per muratura continua Tamponamento Faccia Vista: ISOVER Polistirolo Espanso per solaio a Lastra Soglie Cimasa Rivestimento scale Rivestimento ballatoi e ingresso Rivestimento facciata Totale emergia Intonaci Materiali lapidei: Totale emergia Coibentazioni Intonaci (calce bastarda) Coibentazioni: Volume (m 3) 1 1a 1b 1c 1d 1e 3 2 1 4 5 3 2 1 Item 1.78E+02 3.43E+01 1.54E+02 1.17E+02 2.89E+03 2.62E+02 1.25E+03 9.19E+02 8.00E+01 2.55E+03 2.00E+03 1.12E+04 3.93E+04 2.08E+04 3.88E+03 2.83E+03 5.58E+04 9.11E+03 3.69E+03 7.90E+03 5.99E+03 2.05E+03 1.14E+05 5.80E+02 5.80E+02 2.30E+03 2.54E+05 1.24E+03 1.04E+03 9.57E+03 Raw Data kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg Unit 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 4.80E+12 4.80E+12 4.80E+12 4.80E+12 4.80E+12 1.81E+12 2.44E+12 2.44E+12 2.44E+12 2.44E+12 2.44E+12 3.29E+12 3.29E+12 3.29E+12 8.85E+12 8.85E+12 8.85E+12 8.85E+12 8.85E+12 c c c c c c c c c c c g g g g g b q q q q q f f f e e e e e 5.89E+14 1.13E+14 5.11E+14 3.87E+14 9.55E+15 8.66E+14 3.45E+16 4.13E+15 3.04E+15 2.65E+14 8.45E+15 6.63E+15 5.40E+16 1.89E+17 1.00E+17 1.86E+16 1.36E+16 1.01E+17 5.46E+17 2.22E+16 9.00E+15 1.93E+16 1.46E+16 5.00E+15 3.75E+17 3.79E+17 1.91E+15 1.91E+15 2.03E+16 2.25E+18 2.37E+18 1.10E+16 9.24E+15 8.47E+16 Transformity o Emergia Ref. Emergia (Sej) Specifica(Sej/u nit) 0.0037 0.0007 0.0032 0.0025 0.0605 0.0055 0.2188 0.0262 0.0193 0.0017 0.0535 0.0420 0.3424 1.1962 0.6334 0.1180 0.0861 0.6403 3.4608 0.1409 0.0570 0.1222 0.0926 0.0317 2.3752 2.3995 0.0121 0.0121 0.1289 14.2508 15.0446 0.0695 0.0586 0.5368 % 94 R) Q) P) O) N) 1 2 3 1 2 Tabella 6.1. Terza Parte. TOTALE COSTRUZIONE DELL'EDIFICIO Vetri per infissi Totale emergia PVC Totale emergia Rame PVC alta qualità (GEBERIT) vetro isolante standard Fognatura Telo per Muratura Continua PVC (sotto membrana elastomerica) Docce Pluviali (o gronde) 8.04E-02 1.55E+00 2.71E-01 2.37E+00 7.92E-02 2.04E-02 2.50E+03 1.38E+03 1.38E+03 1.38E+03 8.90E+03 8.90E+03 Controtelai per interrato in Ferro Zincato 3 Totale emergia Acciaio Rame: 7.85E+03 Rete elettrosaldata copertura gattaiolata 2.70E+03 2 4.99E-02 2.35E-01 6.00E+02 6.00E+02 1.45E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 Armature: Controtelaio per esterno Infissi esterni 1.54E+00 6.55E+00 7.85E+00 3 Densità (kg/m ) Travi Primo Piano Travi secondo Piano Travi Terzo Piano Travi Quarto Piano Travi Quinto Piano Travi Copertura Pilastri Soletta Fondazione Pareti Ascensore Acciaio Fe B 44 Kcs Totale emergia Alluminio Anodizzato Alluminio anodizzato controtelai Infissi interni 3 Volume (m ) 1 1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1 2 Totale emergia Legno di Abete Legno M) 1 2 Vernice per Interni L) Item 2.01E+02 2.14E+03 3.74E+02 3.27E+03 7.05E+02 1.81E+02 1.60E+02 3.92E+02 5.21E+03 4.13E+03 4.58E+03 4.70E+03 3.92E+03 3.59E+03 1.78E+04 2.90E+04 3.80E+03 6.35E+02 8.51E+02 9.25E+02 3.93E+03 1.14E+04 Raw Data kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg kg Unit 8.40E+11 9.86E+12 9.86E+12 9.86E+12 1.04E+14 1.04E+14 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 2.13E+13 2.13E+13 2.40E+12 2.40E+12 p m m m l l k k k k k k k k k k k j j i i 1.25E+19 1.69E+14 2.11E+16 3.69E+15 3.23E+16 5.71E+16 7.32E+16 1.88E+16 9.20E+16 1.12E+15 5.39E+17 2.73E+15 3.64E+16 2.88E+16 3.19E+16 3.28E+16 2.74E+16 2.50E+16 1.24E+17 2.02E+17 2.65E+16 1.35E+16 1.82E+16 3.17E+16 2.22E+15 9.44E+15 1.17E+16 Transformity o Emergia Ref. Emergia (Sej) Specifica(Sej/u nit) 2.91E+17 2.55E+13 h 0.0011 0.1687 0.0294 0.2578 0.4559 0.5840 0.1502 0.7341 0.0089 4.2990 0.0218 0.2902 0.2296 0.2549 0.2618 0.2183 0.1997 0.9885 1.6137 0.2115 0.1082 0.1449 0.2531 0.0177 0.0754 9.31E-02 2.3203 % Risultati dell’Analisi I risultati dell’analisi emergetica dei materiali edili che prendono parte alla costruzione dell’edificio rappresentano l’emergia totale di ognuno di essi nell’edificio in esame, e, in ultima analisi, la frazione che ricoprono del peso totale sul capitale naturale. Una tabella riassuntiva semplifica la comprensione dei risultati. Emergia per materiale Intensità emergetiche (sej/kg) Totale emergia conglomerato 1.81E+12 b 5.34E+18 42.64% Totale emergia Laterizi 3.68E+12 d 2.83E+18 22.59% Totale emergia Coibentazioni 8.85E+12 e 2.37E+18 18.95% Totale emergia materiali lapidei 2.44E+12 q 5.46E+17 4.36% Totale emergia Acciaio 6.97E+12 k 5.39E+17 4.30% Totale emergia Intonaci 3.29E+12 f 3.79E+17 3.02% Totale emergia Vernice per Interni 2.55E+13 h 2.91E+17 2.32% Totale emergia Rame 1.04E+14 l 9.20E+16 0.73% Totale emergia PVC 9.86E+12 m 5.71E+16 0.46% Totale emergia Malte e collanti 3.31E+12 c 3.45E+16 0.28% Totale emergia Alluminio anodizzato 2.13E+13 j 3.17E+16 0.25% Totale emergia Legno (controtelaio) 2.40E+09 i 1.17E+16 0.093% Totale emergia Vetri per infissi 2.16E+12 p 1.69E+14 0.0013% Ref Emergia (sej) Totale emergia 1.2527E+19 Manutenzione (1 anno) 1.37E+17 Manutenzione (50 anni) Totale Emergia per 50 anni 6.84E+18 1.9371E+19 % Tabella 6.2. Risultati dell'Analisi Emergetica dei Materiali 95 L’emergia totale dei materiali edili che prendono parte alla costruzione è 1,2527x1019 sej; di questi materiali, la percentuale maggiore è rappresentata dal conglomerato cementizio (42.64%) corrispondente a 5.34x1018 sej, seguito dai componenti in laterizio (22.59%), che ammontano a 2.83x1018 sej. Al terzo posto troviamo i materiali sintetici per coibentazioni, che rappresentano il 18.95% del totale (2.37x1018 sej). E’ da notare, quindi, che i materiali a maggiore impatto ambientale in un edificio sono, per quantità, il calcestruzzo e i laterizi, mentre per qualità (cioè per Transformity o Emergia Specifica) sono rame, vernici per pareti ed alluminio. Al termine della tabella è inserito il valore di emergia per la manutenzione, sia per 1 anno che su 50 anni, seguito dal totale dell’emergia dei materiali su 50 anni, considerando la manutenzione. Questo input aggiuntivo rappresenta il flusso di materia ed energia che, nel tempo, mantiene parte dei materiali edili nella stessa qualità iniziale. E’ quindi un flusso continuo sul deposito di materiali posto nel momento della costruzione, e rappresenta il segno del tempo sull’analisi emergetica. Il limitato uso di metalli in edilizia (ad eccezione dell’acciaio per i carichi strutturali) limita la gravità ambientale dell’Abitare. D'altronde, per quanto calcolato nel Capitolo 5, il peso ambientale del calcestruzzo, espresso in termini di transformity, risulta minore di quello dei laterizi. Nel complesso dell’edificio, invece, l’emergia totale del cemento è maggiore poiché ce ne è una maggiore quantità. L’Analisi Emergetica non tiene conto, dunque, di molti aspetti ambientali; ad esempio, nel caso del calcestruzzo, nella miscela vengono utilizzati scarti pericolosi di inceneritori. Questo non influisce sostanzialmente nel valore finale della transformity. Un’Analisi Emergetica, però, è un’utile base sperimentale per poter proporre degli scenari bioarchitettonici o altri tipi di accorgimenti. Ad esempio, la sostituzione dei materiali coibenti tradizionali, che hanno un’emergia specifica alta, con altri più sostenibili; l’uso di mattoni in terra cruda e del sughero, ove possibile, potrebbe risultare vantaggioso. Risulta utile un’analisi ulteriore, che ci permette di capire non solo quali materiali hanno un maggiore impatto, in totale, ma dove sono inoltre posizionati tali elementi nella struttura dell’edificio. 96 6.4.2 Analisi Emergetica delle Parti Costruttive Come si può vedere dal diagramma energetico riportato all’inizio di questo capitolo (figura 6.5), alla costruzione dell’edificio prendono parte, oltre ai materiali edili, anche l’irraggiamento solare, che permette la “stagionatura” del calcestruzzo, la materia organica del suolo, che viene degradata, l’installazione del cantiere, il lavoro umano nella costruzione, la manutenzione (per mantenere nello stato iniziale l’edificio, come deposito dell’emergia spesa nella sua costruzione). Ci sono, quindi, dei flussi aggiuntivi che convogliano i materiali edili nella forma di edificio; alcuni di questi flussi sono forniti dalla natura, altri sono frutto del lavoro dell’uomo, altri ancora prevedono l’utilizzo di mezzi meccanici e forme di energia. Per un’Analisi Emergetica completa della Fase Costruttiva dell’edificio, si rende dunque necessaria l’aggiunta dell’emergia di questi altri flussi. I materiali edili, inoltre, vengono accorpati secondo le Parti Costruttive che compongono, in base al Computo Metrico. Calcolo dei flussi di energia solare, suolo, lavoro umano, mezzi meccanici In aggiunta ai materiali edili, di cui al paragrafo precedente, si calcolano i seguenti flussi: - Irraggiamento solare. - Perdita di sostanza organica per erosione del suolo. - Manutenzione. - Cantiere. - Lavoro Umana. Risultati dell’analisi I risultati ottenuti rappresentano l’emergia totale per ogni Parte Costruttiva, e per ognuno degli input aggiuntivi ai materiali edili. Si riportano di seguito le tabelle dei calcoli, divise per i diversi tipi di input, con i materiali edili raggruppati secondo la Parte Costruttiva che ciascuno costituisce. 97 Materiale Volume (m ) Densità 3 (kg/m ) Raw Data Unit Transformity o Emergia Specifica (Sej/unit) Perdita Sostanza organica nel suolo Sostanza organica del suolo 2436 1.60E+03 1.21E+05 J 1.24E+06 y 1.50E+11 0.000001% Irradiazione Solare Irradiazione solare sulla superficie del cantiere 1.44E+07 5.20E+09 1.498E+17 J 1.00E+00 a 1.50E+17 1.15% Elemento 3 Ref. Emergia (Sej) % sul totale FONDAZIONI Magrone Armature Fondazioni a platea Armature Conglomerato Cementizio Acciaio Fe B 44 Kcs Conglomerato Cementizio Rck 30 2 N/mm Acciaio Fe B 44 Kcs 6.85E+01 3.73E+02 2.40E+03 1.64E+05 kg 1.81E+12 b 2.98E+17 7.85E+03 2.90E+04 kg 6.97E+12 k 2.02E+17 2.40E+03 8.96E+05 kg 1.81E+12 b 1.62E+18 7.85E+03 1.78E+04 kg 6.97E+12 k 1.24E+17 2.25E+18 Totale emergia fondazione STRUTTURE IN ELEVAZIONE: TELAIO Conglomerato Cementizio Rck 30 Muratura Continua 2 N/mm Conglomerato Cementizio Rck 30 Travi e Pilastri 2 N/mm Conglomerato Cementizio Rck 30 Terrazzi in Aggetto 2 N/mm Conglomerato Cementizio Rck 30 Scale 4 N/mm Conglomerato Cementizio Rck 30 Ballatoio Scale 5 N/mm Conglomerato Cementizio Rck 30 Muratura Ascensori 6 N/mm Armature Acciaio Fe B 44 Kcs Travi Primo Piano Travi secondo Piano Travi Terzo Piano Travi Quarto Piano Travi Quinto Piano Travi Copertura Pareti Ascensore Totale emergia strutture in elevazione 4.38E+01 2.40E+03 1.05E+05 kg 1.81E+12 b 1.90E+17 2.87E+02 2.40E+03 6.89E+05 kg 1.81E+12 b 1.25E+18 7.98E+00 2.40E+03 1.92E+04 kg 1.81E+12 b 3.47E+16 1.58E+01 2.40E+03 3.79E+04 kg 1.81E+12 b 6.87E+16 1.50E+01 2.40E+03 3.60E+04 kg 1.81E+12 b 6.52E+16 4.76E+01 2.40E+03 1.14E+05 kg 1.81E+12 b 2.07E+17 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 7.85E+03 5.21E+03 4.13E+03 4.58E+03 4.70E+03 3.92E+03 3.59E+03 3.80E+03 kg kg kg kg kg kg kg 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 6.97E+12 k k k k k k k 3.64E+16 2.88E+16 3.19E+16 3.28E+16 2.74E+16 2.50E+16 2.65E+16 2.02E+18 17.21% 15.49% Tabella 6.3. Analisi Emergetica delle Parti Strutturali dell'edificio. Prima Parte. 98 TAMPONAMENTI E ALTRE OPERE MURARIE ESTERNE Tamponamento Poroton 1.84E+01 spessore 20 cm Tamponamento Poroton 2.00E+00 spessore 25 cm Tamponamento Mattoni I.B.L. 1.53E+02 Facciata Foratelle 6 fori 1.02E+02 Coibentazione Isover 7.66E+01 Collante malta per poroton 20 7.07E-01 Collante malta per poroton 25 6.15E-02 Collante malta per faccia vista 1.96E+00 Conglomerato Cementizio Rck 30 1.76E+01 Parapetti 3 N/mm 1.00E+03 1.84E+04 kg 3.68E+12 d 6.76E+16 1.00E+03 2.00E+03 kg 3.68E+12 d 7.36E+15 1.05E+03 1.60E+05 kg 3.68E+12 d 5.89E+17 6.25E+02 3.00E+01 1.30E+03 1.30E+03 1.30E+03 6.38E+04 2.30E+03 9.19E+02 8.00E+01 2.55E+03 kg kg kg kg kg 3.68E+12 8.85E+12 3.31E+12 3.31E+12 3.31E+12 d e c c c 2.35E+17 2.03E+16 3.04E+15 2.65E+14 8.45E+15 2.40E+03 4.22E+04 kg 1.81E+12 b 7.65E+16 Intonaco Esterno Intonaco esterno (malta di calce bastarda) 4.00E-01 1.45E+00 5.80E-01 kg 3.29E+12 f 1.91E+12 Intonaco Esterno solo arriccio Intonaco esternoArriccio (malta di calce bastarda) 4.00E-01 1.45E+00 5.80E-01 kg 3.29E+12 f 1.91E+12 Travertino 8.00E-01 2.56E+03 2.05E+03 kg 2.44E+09 q 5.00E+12 PVC 2.71E-01 1.38E+03 3.74E+02 kg 9.86E+12 m 3.69E+15 7.74E-01 1.60E+03 1.24E+03 kg 8.85E+12 e Rivestimento di Facciata Telo per Muratura Continua Guaina per muratura continua Guaina Elastomerica 1.10E+16 1.02E+18 Totale emergia tamponamenti ed opere esterne 7.83% SOLAI Solaio spessore 24 cm Calcestruzzo 1.18E+02 2.40E+03 2.83E+05 kg 1.81E+12 b 5.12E+17 Solaio spessore 20 cm Calcestruzzo 2.22E+01 2.40E+03 5.32E+04 kg 1.81E+12 b 9.64E+16 Solaio spessore 35 cm Calcestruzzo 4.70E+01 2.40E+03 1.13E+05 kg 1.81E+12 b 2.04E+17 Solaio spessore 24 cm Pignatte 1.65E+05 kg 3.68E+12 d 6.08E+17 Solaio spessore 20 cm Solaio Membrana o guaina elastomerica Coibentazione Sotto membrana elastomerica Pignatte Polistirolo Espanso per solaio a Lastra 8.47E+03 3.00E+01 2.95E+04 kg 3.68E+12 d 1.09E+17 2.54E+05 kg 8.85E+12 e 2.25E+18 HDPE 2.06E+00 1.60E+03 3.30E+03 kg 8.85E+12 e 2.92E+16 ISOVER 3.48E+01 3.00E+01 1.04E+03 kg 8.85E+12 e 9.24E+15 PVC 2.37E+00 1.38E+03 3.27E+03 kg 9.86E+12 m 3.23E+16 Seminterrato e Interrato Gress 5.11E+00 2.20E+03 1.12E+04 kg 4.80E+12 g 5.40E+16 Appartamenti Pavimentazione Esterna Massetto Gress 1.79E+01 2.20E+03 3.93E+04 kg 4.80E+12 g 1.89E+17 Cotto 2.36E+00 1.20E+03 2.83E+03 kg 4.80E+12 g 1.36E+16 LECA 6.98E+01 8.00E+02 5.58E+04 kg 1.81E+12 b 1.01E+17 Malta di Cemento 32.5 9.62E+01 2.10E+03 2.02E+05 kg 3.31E+12 c 6.68E+17 1.92E+00 1.50E+03 2.89E+03 kg 3.31E+12 c 9.55E+15 1.75E-01 1.50E+03 2.62E+02 kg 3.31E+12 c 8.66E+14 Massetto per Pavimenti collante collante malta per porcellana/gress malta per cotto 4.88E+18 Totale emergia Solai 37.41% Tabella 6.3. Seconda Parte. 99 COPERTURA Membrana o guaina elastomericca Copertura Gattaiola: Tegole Portoghesi HDPE 3.92E+00 1.60E+03 6.27E+03 kg 8.85E+12 e 5.55E+16 Poroton doppio UNI Tavella 90x40x5 2.40E+02 6.97E+00 1.05E+03 6.67E+02 2.52E+05 4.65E+03 kg kg 3.68E+12 3.68E+12 d d 9.28E+17 1.71E+16 Soletta in calcestruzzo 3.81E+00 2.40E+03 9.14E+03 kg 1.81E+12 b 1.66E+16 7.85E+03 2.02E+02 kg 6.97E+12 k 1.41E+15 1.30E+03 2.00E+03 kg 3.31E+12 c 6.63E+15 6.99E+03 kg 3.68E+12 d 2.57E+16 Rete elettrosaldata copertura gattaiolata malta per copertura gattaiolata laterizio 1.54E+00 1.05E+18 Totale emergia Copertura TRAMEZZI E OPERE PER INTERNI Tramezzi Foratelle 10 fori malta per muratura collante tramezzi Intonaco interno (malta Intonaco Interno di calce bastarda) Vernice per interni Rivestimento Scale Travertino Rivestimento Ballatoi e Travertino Ingressi collante malta per scale Rivestimento per bagni Gress e cucine Battiscopa Gress malta perballatoi e collante ingressi 9.98E+01 6.67E+02 6.65E+04 kg 3.68E+12 d 2.45E+17 9.59E-01 1.30E+03 1.25E+03 kg 3.31E+12 c 4.13E+15 7.85E+01 1.45E+03 1.14E+05 kg 3.29E+12 f 3.75E+17 7.85E+00 3.09E+00 1.45E+03 2.56E+03 1.14E+04 7.90E+03 kg kg 2.55E+13 2.44E+12 h q 2.91E+17 1.93E+16 2.34E+00 2.56E+03 5.99E+03 kg 2.44E+12 q 1.46E+16 1.03E-01 1.50E+03 1.54E+02 kg 3.31E+12 c 5.11E+14 9.46E+00 2.20E+03 2.08E+04 kg 4.80E+12 g 1.00E+17 1.76E+00 2.20E+03 3.88E+03 kg 4.80E+12 g 1.86E+16 7.80E-02 1.50E+03 1.17E+02 kg 3.31E+12 c 3.87E+14 1.07E+18 Totale emergia Tramezzi ed opere interne RIVESTIMENTI LAPIDEI E CIMASE Soglie di Porte e Porte Travertino Finestre Cimasa collante collante Travertino malta per soglie malta per cimasa 3.56E+01 2.56E+03 9.11E+04 kg 2.44E+12 q 2.22E+17 1.44E+00 1.19E-01 2.29E-02 2.56E+03 1.50E+03 1.50E+03 3.69E+03 1.78E+02 3.43E+01 kg kg kg 2.44E+12 3.31E+12 3.31E+12 q c c 9.00E+15 5.89E+14 1.13E+14 2.32E+17 Totale emergia Rivestimenti e Cimase INFISSI Vetro Controtelaio infissi interni Controtelai per piano interrato vetro isolante standard 8.04E-02 2.50E+03 2.01E+02 kg 8.40E+11 p 1.69E+14 Legno di Abete 1.54E+00 6.00E+02 9.25E+02 kg 2.40E+12 i 2.22E+15 1.60E+02 kg 6.97E+12 k 1.12E+15 ferro zincato Controtelaio per esterno Alluminio anodizzato 2.35E-01 2.70E+03 6.35E+02 kg 2.13E+13 j 1.35E+16 Infissi interni Infissi esterni legno abete Alluminio anodizzato 6.55E+00 6.00E+02 3.93E+03 8.51E+02 kg kg 2.40E+12 2.13E+13 i j 9.44E+15 1.82E+16 4.47E+16 Totale emergia Infissi 8.05% 8.18% 1.78% 0.34% Tabella 6.3. Terza Parte. 100 Elemento Materiale OPERE DA LATTONIERE Docce Pluviali Rame Rame 3 3 Volume (m )Densità (kg/m Raw Data 7.92E-02 2.04E-02 8.90E+03 8.90E+03 7.05E+02 1.81E+02 Unit Transformity o Emergia Specifica(Sej/uni t) kg kg 1.04E+14 1.04E+14 Emergia (Sej) l l FOGNATURE Fosse Biologiche 7.32E+16 1.88E+16 9.20E+16 Totale emergia Opere da Lattoniere Cls prefabbricato 4.16E+00 2.40E+03 9.99E+03 kg 1.81E+12 b 1.81E+16 CAV 4.61E-01 2.40E+03 1.11E+03 kg 1.81E+12 b 2.00E+15 PVC Calcestruzzo 1.55E+00 3.20E+00 1.38E+03 2.40E+03 2.14E+03 7.68E+03 kg kg 9.86E+12 1.81E+12 m b 2.11E+16 1.39E+16 Pozzetto Prefabbricato Fognatura PVC Piedistallo 5.51E+16 Totale emergia Fognature INSTALLAZIONE CANTIERE, SCAVI Gru Ruspe Acciaio Acciai e ferro Alluminio Gomma Plastica Vetro Rame Zinco Altri metalli Altri materiali 67.50% 5.80% 4.20% 7.70% 2.90% 1.40% 0.50% 0.90% 9.10% % 1921.875 kg 6.97E+12 k 1.34E+16 2.07E+03 1.78E+02 1.29E+02 2.36E+02 8.89E+01 4.29E+01 1.53E+01 2.76E+01 2.79E+02 g g g g g g g g g 6.97E+09 2.13E+10 7.22E+09 9.86E+09 8.40E+08 1.04E+11 1.04E+11 6.97E+09 1.68E+09 k j xw m p l l k z 1.44E+13 3.79E+12 9.30E+11 2.33E+12 7.47E+10 4.46E+12 1.59E+12 1.92E+11 4.69E+11 2.83E+13 2.46E+11 2.17E+09 J J 1.86E+05 1.13E+05 s xx 4.59E+16 2.45E+14 0.70% 0.42% Combustibile Diesel Generatore Diesel Ruspe Totale Emergia Cantiere LAVORO MANUTENZIONE Elementi deperibili allocati sul loro tempo di vita 5.95E+16 0.46% 0.99% 1.76E+10 J 7.38E+06 xy 1.30E+17 4.33E+05 € 1.58E+13 n.c. 6.84E+18 EMERGIA TOTALE EDIFICIO 1.99E+19 Tabella 6.3. Quarta Parte. L’emergia totale per la costruzione dell’edificio è stata calcolata pari a 1.99x1019 sej. La manutenzione svolge un ruolo chiave nel totale dell’emergia sui 50 anni di vita dell’edificio; si deve comunque considerare che sotto questa voce ricadono i materiali più deperibili, che sono stati raggruppati nelle varie Parti Costruttive solo come flussi iniziali di materia. L’Erosione del suolo e l’Irraggiamento solare, in fin dei conti, svolgono un ruolo irrisorio, così come il lavoro umano ed il cantiere (rispettivamente: 1x10-6%; 1.15%; 0.99%; 0.46%). La tabella seguente fornisce i risultati ottenuti, in maniera più riassuntiva. L’ultima colonna rappresenta la percentuale relativa tra le Parti Costruttive. 101 Emergia degli Elementi Strutturali Emergia (sej) % Totale emergia Solai 4.88E+18 37.41 Totale emergia fondazione 2.25E+18 17.21 Totale emergia Telaio 2.02E+18 15.49 Totale emergia Tramezzi ed opere interne 1.07E+18 8.18 Totale emergia Copertura 1.05E+18 8.05 Totale emergia Tamponamenti ed opere esterne 1.02E+18 7.83 Totale emergia Rivestimenti e Cimase 2.32E+17 1.78 Irradiazione Solare 1.50E+17 1.15 Lavoro Umano 1.30E+17 0.99 Totale emergia Opere da Lattoniere 9.20E+16 0.70 Istallazione Cantiere 5.95E+16 0.46 Totale emergia Fognature 5.51E+16 0.42 Totale emergia Infissi 4.47E+16 0.34 Erosione del Suolo 1.50E+11 0.000001 Totale Emergia dell'edificio 1.31E+19 Manutenzione 6.84E+18 Totale Emergia su 50 anni 1.99E+19 Tabella 6.4. Riassunto dell'Analisi Emergetica delle Parti Costruttive Come si può vedere, i solai hanno il peso ambientale maggiore, con 4.88x1018 sej (37.41%, sul totale) seguiti da fondazioni e telaio (rispettivamente 2.25x1018 sej e 2.02x1018 sej). Opere interne, copertura ed opere esterne seguono sullo stesso ordine di 102 grandezza. Questi valori sono importanti in quanto fanno capire quale parte della costruzione ha un peso maggiore sull’ambiente, e permettono di proporre degli scenari. Naturalmente, i solai sono la parte rilevante dell’edificio, sotto questo punto di vista, in quanto svolgono una funzione di supporto, di struttura, ma anche di separazione termica. Per la loro struttura composita5 hanno un peso rilevante, ed è necessaria una progettazione più accurata, dal punto di vista dei materiali impiegati. Figura 6.6. Esempio di solaio D’altro canto, se si vuole agire (come si vuole in questo lavoro) su un elemento strutturale in modo da proporre degli scenari ed analizzarne le caratteristiche, si deve lavorare su quelle parti che hanno più influenza sul giudizio umano; si tratta dunque di agire sugli elementi che hanno un ruolo importante per la dispersione del calore, diminuendo l’emergia totale dell’edificio, cambiando materiali ed usandone di più naturali. Si agirà (Capitolo 7) sulle facciate ed opere esterne. E’ comunque importante sottolineare il peso sull’emergia totale delle fondazioni e del telaio. La loro emergia è data da conglomerato ed acciaio. Probabilmente si dovrebbe ripensare al materiale da usare per il ruolo strutturale, e ripensare forse anche alla struttura che sorregge l’edificio. Bisogna sottolineare che l’emergia relativa alla manutenzione è stata inserita nel calcolo dell’emergia totale, ma non compare tra le percentuali sul totale, poiché essa rappresenta l’input emergetico che si deve fornire, nel tempo, per mantenere i materiali nella stessa condizione (cioè con la stessa qualità) iniziale. 5 Dipende dal tipo di solaio, ma solitamente presentano, in varie misure, acciaio, conglomerato, laterizio, coibentazione di materiale plastico sintetico. 103 6.4.3 Analisi Emergetica della Fase d’Uso dell’edificio Sono stati stimati i consumi annuali dell’edificio nella sua fase di uso. I consumi considerati sono quelli di energia elettrica, gas ed acqua. Per ogni flusso è stato valutato l’equivalente in emergia. L’energia elettrica è utilizzata per fini domestici nei vari appartamenti, e nel condominio serve per l’illuminazione, per i due ascensori e per il controllo della caldaia. Il gas metano, preso dalla rete cittadina, viene utilizzato per il riscaldamento invernale. I consumi di acqua comprendono sia l’acqua necessaria ad ogni persona (per l’igiene, in cucina, ecc.), sia quella utilizzata dalla caldaia nel riscaldamento. Il calcolo è il seguente: - Energia Elettrica: la bolletta media di un appartamento a Castelfiorentino è di 100 € al bimestre. Il numero di appartamenti è 15; ad essi si deve aggiungere il consumo di un poliambulatorio stimato pari a 1000 € a bimestre. La bolletta condominiale è di 200 € al bimestre. Considerando il costo locale dell’energia elettrica di 0.13 €/kWh, si stimano i kWh e dunque i Joule consumati in un anno. La transfromity che si applica all’energia elettrica è la più autorevole in circolazione, 2.07x105 sej/J (Odum, 1992). - Gas: la quantità di gas metano consumata è fornita per comunicazione personale dal gruppo Termostudio, di Empoli, che compie le stime di riscaldamento per questo edificio per conto dell’arch. Campatelli. In un anno si consumano 8.22x108 J; la transformity applicata, 6.72x104 sej/J, è di recente computazione (Bastianoni et al., 2005). - Acqua Distribuita: il consumo di acqua per persona è comunemente stimato a 20 litri al giorno; in base alla dimensione (metri quadri) delle camere, ed alla presenza del poliambulatorio, si considera la presenza di 58 persone, per 360 giorni l’anno. Oltre a questo flusso, ci sono anche 7770 L/giorno previsti per il riscaldamento (180 giorni stimati). La transformity utilizzata è quella dell’acqua distribuita (Tiezzi et al., 2000). 104 Si stima dunque che l’emergia necessaria per sostenere i consumi elettrici dell’edificio in un anno sia 6.40x1016 sej, mentre per il gas il valore scende a 5.52x1013 sej; importante è anche il peso ambientale dei consumi idrici, 3.54x1015 sej. L’energia elettrica risulta il consumo a maggior impatto, ma anche l’acqua per uso civile, benché minore di un ordine di grandezza, risulta più rilevante del consumo di gas da riscaldamento. In generale, quindi, si può affermare che, in un clima temperato come quello in esame, un consumo costante durante l’anno influisca più di un consumo specifico per un periodo, come il riscaldamento. I risultati dei consumi annuali sono riportati nella tabella di seguito. Energia Elettrica Appartamenti Condominiale Caldaia Totale Emergia Elettricità media per appartamenti (kWh/y) n. appartamenti Totale (kWh/y) 3230,00 24,00 77520,00 7846,15 Acqua Acqua potabile Acque per riscaldamento Totale Emergia Acqua litri/persona al giorno 20,00 litri / giorno 7770,00 n.persone previste 58,00 n.giorni/anno previsti 180,00 Emergia (Sej) 2,79E+11 2,82E+10 J J 2,07E+05 2,07E+05 n n 5,78E+16 5,85E+15 1,64E+09 3,09E+11 J J 2,07E+05 n 3,39E+14 6,40E+16 Nm3/y 1,79E+04 Totale per 1 anno (J) 8,22E+08 J 6,72E+04 v 5,52E+13 totale (L/y) 4,18E+05 Totale per 1 anno 4,18E+05 kg 1,95E+09 o 8,14E+14 totale (L/y) 1,40E+06 Totale per 1 anno 1,40E+06 1,82E+06 kg kg 1,95E+09 o 2,73E+15 3,54E+15 kWh/y 455,00 Gas per riscaldamento Totale per 1 anno Transformity unità Ref. (J) (Sej/unità) TOTALE CONSUMI 6,76E+16 Tabella 6.5. Analisi Emergetica della Fase di Uso; sono mostrati i calcoli per ottenere i consumi di elettricità, gas ed acqua in un anno, e il loro equivalente emergetico. Per poter comparare l’emergia dei consumi della Fase di Utilizzo con l’emergia totale della Fase di Costruzione dell’edificio, si sono stimati i tempi di vita dei materiali edili e si sono allocati ad un anno. I tempi di vita dei materiali sono stati reperiti in letteratura (Buranakarn, 1998) e rettificati con considerazioni locali e personali. Si sono dunque ottenuti i valori totali dell’emergia per un anno e per i 50 anni di tempo di vita dell’edificio, stimando la manutenzione come detto nei paragrafi precedenti, e considerando che l’emergia totale dei consumi di elettricità, gas ed acqua rimanga costante nel tempo (cioè, si dà una stessa svalutazione nel tempo al denaro ed all’emergia). Si riportano di seguito i risultati ottenuti. 105 Emergia per materiale Emergia (sej) % Tempo Emergia di vita per anno (anni) (sej/anno) % Irraggiamento solare (sul cantiere) 1.50E+17 Suolo (erosione del suolo) 3.03E+18 Totale emergia cemento 5.34E+18 42.64% 45 1.19E+17 35.38% Totale emergia Laterizi 2.83E+18 22.59% 150 1.89E+16 Totale emergia Coibentazioni 2.37E+18 18.95% 30 7.91E+16 23.59% Totale emergia Intonaci 3.79E+17 3.02% 10 3.79E+16 11.29% Totale emergia materiali lapidei 5.46E+17 4.36% 150 3.64E+15 1.09% Totale emergia Malte e collanti 3.45E+16 0.28% 30 1.15E+15 0.34% Totale emergia Vernice per Interni 2.91E+17 2.32% 5 5.81E+16 17.33% Totale emergia Legno (controtelaio) 1.17E+16 0.09% 25 4.67E+14 0.14% Totale emergia Alluminio anodizzato 3.17E+16 0.25% 30 1.06E+15 0.31% Totale emergia Acciaio 5.39E+17 4.30% 45 1.20E+16 3.57% Totale emergia Rame 9.20E+16 0.73% 30 3.07E+15 0.91% Totale emergia PVC 5.71E+16 0.46% 40 1.43E+15 0.43% Totale emergia Vetri per infissi 1.69E+14 0.00% 30 5.63E+12 0.00% Totale emergia w/o cantiere 1.25E+19 3.35E+17 Manutenzione (50 anni) 6.84E+18 1.37E+17 5.62% Tabella 6.6. Analisi Emergetica dei Materiali allocata ad un anno di vita dell'edificio, secondo i diversi tempi di vita dei materiali Dai risultati ottenuti si ricava che i materiali più deperibili, come gli intonaci, le vernici e le coibentazioni, aumentano nel tempo il carico relativo di emergia sull’edificio. Su un anno, quindi, pesano di più sull’ambiente i materiali che devono essere sostituiti più velocemente. I materiali più resistenti, come i laterizi ed i materiali lapidei, spalmano la loro emergia lungo un arco temporale più ampio (le percentuali passano, rispettivamente, da 22.59% a 5.62% e da 4.36% a 1.09%); elementi di vita medio-lunga, 106 ma con funzione strutturale (come conglomerato ed acciaio), diminuiscono la loro percentuale sul totale, in modo rilevante sull’emergia finale dell’edificio. Per cui, per i laterizi, il conglomerato e l’acciaio, anche se la transformity è abbastanza alta, la loro funzione e la loro resistenza fanno sì che influiscano un po’ meno sull’emergia totale annuale, cioè sull’eMpower dell’edificio. L’emergia della manutenzione, che rappresenta l’input emergetico da fornire, nel tempo, per mantenere i materiali nella stessa qualità, aumenta passando da 1 anno a 50 anni, come segno del passare del tempo (ultima riga della Tabella 6.6). 6.5 L’Emergia della Funzione Abitativa: alcuni indici L’emergia totale della Fase di Costruzione dell’edificio è pari a 1.99x1019 sej. I solai risultano la parte costruttiva più importante dal punto di vista emergetico, pesando per il 37.41% sull’emergia totale dell’edificio (4.88x1018 sej). Il materiale edile a maggior impatto ambientale è risultato il conglomerato, con 5.34x1018 sej, corrispondenti al 42.64% dell’emergia dei soli materiali. Nella Fase di Uso dell’edificio, il contributo maggiore è dato dall’energia elettrica, pari a 6.40x1016 sej/anno. Per una migliore comprensione, si sono calcolati importanti indici emergetici per il settore abitativo: il flusso di emergia per abitante e per metro cubo di edificio. Stimando in 58 persone gli abitanti medi dell’edificio, si può calcolare il valore di eMpower per persona, cioè l’emergia, spesa nella costruzione dell’edificio, che sostiene ogni anno la funzione abitativa per ogni persona (emergia/tempo/persona). Il valore trovato è 9.22x1015 sej/persona. Se si considera tutto il flusso emergetico, cioè anche la fase di uso e consumo di energia ed acqua per i servizi civili, ogni persona che abita nell’edificio in esame consuma 1.51x1016 sej l’anno. 107 I risultati generali dell’emergia delle due fasi sono i seguenti. Emergia Edificio Cantiere Materiali Lavoro, manutenzione Costruzione Emergia Totale Emergia (50 anni) (1 anno) 5.95E+16 1.57E+19 6.97E+18 2.27E+19 5.95E+16 3.35E+17 1.39E+17 5.34E+17 Uso/Gestione 1.71E+19 3.42E+17 ABITARE 3.98E+19 8.76E+17 Tabella 6.7. Emergia della Funzione Abitativa nel tempo Un indice molto importante per eventuali future applicazioni in analisi territoriali è l’emergia per metro cubo dell’edificio; infatti, la cubatura dell’edificio rappresenta solitamente un valore di riferimento per progettazioni e piani territoriali. Un valore di emergia per metro cubo, calcolata su caratteristiche locali, ma comunque generalizzabile, può servire nelle analisi territoriali, nella valutazione e nella progettazione di aree edificate o edificabili. Il valore di sej/m3 varierà se si usa, per la stessa cubatura, un’architettura normale o degli accorgimenti di bioedilizia. Nel caso presente, il valore ottenuto è 1.99x1015 sej/m3, considerando l’emergia totale della costruzione su 10000 m3 di edificio. Il valore ottenuto è abbastanza generalizzabile, considerando il fatto che un edificio richiede, per la sua costruzione, tutti materiali ed energia esterni al sistema stesso di produzione (produzione del bene “edificio”). Questo sistema di produzione non è assolutamente locale, né sostenibile dall’area stessa di produzione, se si considerano i canoni correnti di edilizia. Tutti gli input, ad eccezione dell’irraggiamento solare e del suolo, sono esterni al sistema ed acquistati sul mercato (F). Gli Indici Emergetici mostranano che la costruzione di un edificio, secondo l’edilizia tradizionale, non si basa sul Capitale Naturale locale del sito di costruzione, acquisisce invece tutto da altri ambienti, impoverendoli, fornendo una funzione importantissima (quella abitativa) lontano dai siti di estrazione e lavorazione dei materiali. 108 Dall’analisi emergetica dei materiali edili di un edificio e dalle considerazioni sui tempi di vita dei materiali e dell’edificio, si può concludere che ogni materiale influisce sull’impatto ambientale di un edificio secondo 3 parametri: - Quantità; - Emergia Specifica; - Tempo di vita, Resistenza. In base a queste conclusioni, si possono ridiscutere i canoni attuali dell’architettura e proporre nuovi scenari. Si riporta, inoltre, un’analisi comparativa per meglio comprendere il peso dei materiali e della loro sostituzione sull’emergia totale di un edificio. Le quantità possono essere gestite da chi progetta l’edificio, anche sulla base di principi bioarchitettonici, ma la bioedilizia si esprime al meglio riguardo alla scelta dei materiali da utilizzare, e dunque alle loro emergie specifiche. La scelta di un materiale invece di un altro meno sostenibile che svolge la stessa funzione, si basa sulle proprietà del materiale, sulla funzione che deve svolgere, e sulla situazione di mercato. Questa scelta, però, può influire in maniera rilevante sull’emergia totale dell’edificio. Per meglio comprendere queste affermazioni, si riporta una tabella riassuntiva (tabella 6.8) per i materiali delle parti strutturali più significative. Si paragonano le emergie specifiche e le densità di ogni materiale. 109 Emergia Specifica Peso Specifico Emergia per metro cubo (sej/m3) (sej/kg) (kg/m3) Telaio Cemento Acciaio Legno Tamponamenti Laterizio Terra Cruda Isolamenti PVC HDPE Polistirolo Sughero Infissi Alluminio Legno 1.81E+12 6.97E+12 2.40E+12 2.40E+03 7.85E+03 6.00E+02 4.35E+15 5.47E+16 1.44E+15 3.68E+12 1.22E+126 1.05E+03 1.20E+03 3.84E+15 1.47E+15 9.86E+12 8.85E+12 8.85E+12 2.40E+12 1.38E+03 1.60E+03 3.00E+01 1.45E+02 1.36E+16 1.42E+16 2.66E+14 3.48E+14 2.13E+13 2.40E+12 2.70E+03 6.00E+02 5.76E+16 1.44E+15 Tabella 6.8. Confronto delle emergie specifiche e delle densità, riferite all'unità di volume, tra i diversi materiali dei più importanti elementi strutturali. La colonna delle emergie specifiche considera il valore della “qualità” dei differenti materiali, mentre la colonna dei pesi specifici riporta le “quantità”. Il confronto viene fatto sul prodotto di queste due colonne, che rappresenta il contenuto di emergia per ogni metro cubo di materiale. Si può infatti assumere che il volume dei differenti materiali utilizzato per uno stesso elemento sia uguale (in tal caso, sono basilari le proprietà meccaniche, come resistenza, compressione, ecc.). Sulla base di questo, il telaio di un edificio a minor impatto ambientale dovrebbe essere fatto di legno, mentre i tamponamenti risultano migliori in terra cruda. La coibentazione più sostenibile risulta in polistirolo, seguita da quella in sughero, mentre gli infissi sono migliori in legno. Un importantissimo fattore è il tempo. Non è però possibile inserirlo in questa analisi, poiché il tempo di vita di un materiale, posto in una certa condizione ed in un certo elemento, varia moltissimo. Ad ogni modo, per ogni parte strutturale il tempo di vita dei differenti materiali è più o meno simile. Una cosa che non viene considerata dall’Analisi Emergetica sono gli inquinanti che vengono generati durante tutto il ciclo di vita di un prodotto. Ad esempio, grandi 6 La transformity della Terra Cruda è calcolata nell’Appendice D. 110 quantità di composti inquinanti vengono rilasciati durante tutto il ciclo di vita del PVC e del polistirolo, mentre il sughero è una sostanza generata naturalmente. L’Analisi Emergetica non è capace di cogliere e analizzare questi aspetti. Si forniscono dunque i tre criteri per la scelta dei materiali edili e della struttura della Parti Costruttive di un edificio: la quantità di materiale, la sua emergia specifica, la sua resistenza nel tempo. Appare chiarissima, alla luce di tutto questo, l’importanza del recupero edilizio: edifici antichi, ma costruiti con materiali duraturi, possiedono un eMpower minore, per due motivi: - distribuiscono l’emergia dei materiali su un tempo più lungo; - possiedono un’emergia totale minore. I progettisti dei nuovi edifici dei quartieri residenziali, costruiti essenzialmente di calcestruzzo, con piccole stanze, muri fini, non molto longevi, hanno molto da imparare dai molti esempi che abbiamo attorno e che, tuttavia, non vengono veduti: gli edifici antichi dei nostri centri storici, le case di terra di alcuni regioni italiane, le case di pietra di zone montane o quelle di Matera, e, infine, le vecchie case dei contadini toscani. 111 7. ANALISI COMPARATA DI SCENARI BIOCLIMATICI IL TEMA DELL’INVOLUCRO “Ma è inutile cercare le parole, la pietra antica non emette suono, o parla come il vento come il sole, parole troppo grandi per un uomo.” Francesco Guccini, Radici, 1972. (inconsapevole precursore dell’Emergia) Il tema di questa sezione è il contenimento dei consumi energetici con riferimento all’involucro dell’edificio. Si propongono tre scenari alternativi. Per ogni scenario si svolge un’Analisi Emergetica, seguita da un’analisi termica, in modo da valutare sotto vari aspetti i costi ed i benefici degli scenari. Il contenimento dei consumi energetici su cui si può agire nella fase di progettazione dell’edificio, riguardano essenzialmente: - l’esposizione al sole; - le fonti energetiche (da preferire quelle rinnovabili); - la consistenza dell’involucro (coibentazione, isolamento, ventilazione). L’involucro dell’edificio assume dunque una funzione fondamentale. La facciata è una superficie di scambio termico molto ampia tra l’interno, che deve essere mantenuto ad una temperatura più o meno costante (intorno ai 18°C), e l’esterno, soggetto alle variazioni climatiche. 112 7.1 Sistemi di facciata e scenari per prestazioni migliorate In questo capitolo si applica un’Analisi Emergetica per la valutazione di un sistema di facciata e di alcune tecnologie per il contenimento dei consumi energetici. Sono stati proposti ed analizzati tre diversi scenari bioclimatici: • Un sistema di facciata tradizionale (Scenario A). • Un rivestimento (isolante) esterno applicato al sistema di facciata tradizionale (Scenario B). • Un sistema di facciata ventilata (Scenario C). Descrizione degli scenari • Scenario A: in un sistema di facciata tradizionale, la parete che divide l'abitazione dall'ambiente esterno è costituita da tre parti: il muro esterno vero e proprio con funzione portante, o nel caso di strutture intelaiate, con funzione di tamponamento pesante; una camera d'aria con inserito il pannello isolante; una controparete interna in mattoni forati. Figura 7.1. Parete eterna con mattoni faccia vista. • 1- Intonaco di malta bastarda (con eventuale arriccio), tinteggiatura a tempera. • 2- Legante: malta idraulica per muratura. • 3- Tavolato interno: laterizio forato (foratelle 10 fori). • 4- Strato isolante (Isover, polimeri). • 5- Malta adesiva • 6- Laterizi semipieni faccia vista. 113 • Scenario B: sulla parte esterna della facciata tradizionale si applica un cappotto. Esso è costituito da uno strato aggiuntivo di sughero, sorretto da una rete metallica elettrosaldata e ricoperto di intonaco. Questo è un accorgimento soprattutto per microclimi freddi. Figura 7.2. Scenario con Isolamento Maggiorato; la parte in giallo rappresenta il pannello di sughero, sorretto da una rete elettrosaldata e coperto di intonaco a calce. • Scenario C: sulla parte esterna della facciata tradizionale si pone una coibentazione di materiale polimerico sintetico ed uno strato esterno di laterizi forati estrusi, montati su un’intelaiatura in alluminio. Questi laterizi speciali formano due strati di aria (al loro interno e nello spazio tra essi e la coibentazione), in modo da aumentare la resistenza termica e da creare un moto convettivo che, in estate, raffredda le pareti dell’edificio. Figura 7.3. Esempi di facciate ventilate in laterizi 114 Scopo dell’analisi Lo scopo dell’analisi è la valutazione del costo degli Scenari tecnici adottati, sia dal punto di vista economico che in termini di Capitale Naturale investito, ed il possibile guadagno (beneficio), nel tempo, rispetto alla spesa per il riscaldamento e il condizionamento. L’analisi economica ed energetica, basate su calcoli di dispersione termica e valutazioni costi/benefici, non sono sufficienti a descrivere tutti i vantaggi e gli svantaggi ambientali di uno scenario bioclimatico. L’Analisi Emergetica è necessaria e utile per capire quanto si influisce sul consumo delle risorse, considerando anche aspetti non coinvolti nei flussi economici tradizionali. Di seguito verranno trattati i due scenari riguardanti gli elementi strutturali, cioè la maggiorazione esterna in sughero e la facciata ventilata. Analisi Emergetica Si applica un’Analisi Emergetica alle due fasi riguardanti gli Scenari: I) Fase di costruzione e messa in opera del sistema di facciata. II) Fase di uso del sistema di facciata. Per cui, il calcolo si svolge come segue. I) Nel primo caso si calcola l’emergia di materiali, energie e manodopera per la costruzione del sistema di facciata. II) Nel secondo caso si calcola, attraverso un’analisi termica, la quantità di energia dissipata dal sistema di facciata, attraverso la conduzione e la convezione termica. Si considerano le quantità di calore assorbito d’estate e dissipato in inverno. Si assumono le temperature dei vari mesi dell’anno sulla base di dati statistici riguardanti la città di Firenze. Si assume una temperatura interna costante di 18°C. 115 La quantità di energia dissipata per conduzione e convezione viene quantificata in termini di gas (per il riscaldamento) ed elettricità (per il condizionamento) necessari a compensare la perdita di calore. Questa parte dell’analisi è dunque basata sui seguenti passaggi: a) Analisi Termica per la stima dell’energia dissipata (Analisi Energetica). b) Analisi del consumo delle risorse di gas ed elettricità equivalenti alla dissipazione. c) Valutazione dell’emergia equivalente dissipata (Analisi Emergetica). d) Calcolo dell’equivalente costo economico in euro di gas ed elettricità (Analisi Economica). 116 7.1.1 Il sughero per il rivestimento esterno Il sughero è un prodotto naturale dalle proprietà tecniche eccezionali, utilizzato da migliaia di anni dall'uomo per isolare, sigillare, proteggere. Nessun materiale artificiale di "'moderna" concezione è stato collaudato nel tempo quanto il sughero, nei più disparati impieghi. Lo si ricava direttamente dalla corteccia di una particolare quercia. La quercia da sughero non alligna ovunque: essa predilige il clima mediterraneo e i terreni ricchi di potassa. Tali condizioni ambientali sono precisamente quelle di una ristretta fascia del bacino mediterraneo. Il sughero che viene estratto la prima volta è chiamato "sughero maschio" o "sugherone" e l'operazione relativa è detta demaschiatura; quello che viene estratto successivamente è chiamato invece "sughero gentile" o "sughero femmina" ed è generalmente, più pregiato di quello maschio. L'operazione di scorzatura è eseguita ancora a mano, da operai specializzati, detti scorzini. Appena estratto dalla pianta, il sughero viene concentrato in luoghi di raccolta, selezionato, accatastato all'aperto e poi venduto. Il sughero destinato alla macinazione per la fabbricazione degli agglomerati (sugherone e sughero gentile d'infima qualità) può essere subito impiegato senza essere sottoposto ad alcuna operazione di preparazione; quello destinato alla trasformazione mediante taglio in quadretti (cubetti), in turaccioli, in solette, ecc... vale a dire il sughero di qualità, prima di essere adoperato e dopo un periodo di alcuni mesi di stagionatura all'aperto, viene preparato tramite bollitura, raschiatura, rifilatura, classificazione ed eventuale imballaggio. Dal punto di vista istologico (cioè dei tessuti vegetali che lo compongono), il sughero è costituito da cellule morte, che costituiscono solo degli spazi o cavità cellulari aventi forma quadrato-arrotondata e disposte in file o serie pressoché regolari. Le loro membrane sono sottili, di colore giallo pallido, e aderiscono intimamente fra loro senza lasciare alcuno spazio intercellulare. Sono inoltre del tutto sprovviste di perforature (canalicoli fra cellula e cellula) e sono suberificate. La suberificazione interessa soprattutto lo strato secondario di ispessimento della membrana: numerose lamelle di suberina, sottili e impermeabili all'acqua, vengono sovrapposte alle lamelle non suberificate della membrana. 117 La suberina, è una delle sostanze organiche conosciute più resistenti, è un estere altamente polimerizzato di acidi e ossiacidi grassi saturi e insaturi, tra i primi ad esempio l'acido fellonico, l'acido suberinico e acidi simili ad elevato peso molecolare a struttura chimica non ben definita. Nei tessuti suberificati sono stati riscontrati: cere, grassi, sostanze tanniche, proteine zuccheri e vanilina; non sono estranei poi la cellulosa e la glicerina. Spesso con la suberina sono presenti anche porzioni con membrana lignificata, ma gli studi recenti tendono a dimostrare che il legame fra suberina e membrana avviene tramite la cellulosa. Le cellule del sughero sono, come detto, del tutto vuote o, per meglio dire, racchiudono nel loro interno una minima quantità di materiale bruno amorfo (residui del protoplasto) e una grande quantità d'aria o, secondo Saccardy (Saccardy, 1937), di gas, che difficilmente viene scacciata a causa della citata impermeabilità delle pareti e della mancanza su di esse di qualsiasi perforazione. Fra le cellule sugherose non ha quindi luogo alcuno scambio di liquidi. Per i detti motivi, gli strati di sughero costituiscono delle barriere del tutto impenetrabili sia all'acqua che ai gas. Da queste particolari proprietà fisiche delle membrane cellulari dipendono le principali caratteristiche del materiale sugheroso, vale a dire la grande leggerezza, l'assoluta impermeabilità ai liquidi ed ai gas, l'ottima coibenza. Per la conservazione sottile delle membrane suberificate, si hanno proprietà di morbidezza e deformabilità. Il sughero è inoltre assai resistente e di difficile attacco da parte degli enzimi secreti dai parassiti. Il sughero, se sottoposto a compressione, si accorcia senza che le sue dimensioni trasversali varino (Coefficiente di Poisson uguale a zero). Il sughero, infine, è una sostanza perfettamente elastica, perché le deformazioni provocate dalle forze applicate su di esso spariscono al cessare delle forze stesse. Questo spiega la perfetta aderenza di tale sostanza alla parete interna del contenitore in cui è inserito, anche se non regolare del collo della bottiglia. Fino a non molto tempo fa il sughero aveva trovato la sua maggiore applicazione nella fabbricazione dei turaccioli, ma attualmente esso viene largamente adoperato anche nell'isolamento termico e acustico e come materiale antivibratile e anticondensa. Esso è 118 inoltre impiegato, nella fabbricazione del linoleum, dei dischi per tappi-corona, delle mattonelle per pavimento e per rivestimento, delle guarnizioni per macchine e motori, delle solette e zeppe per calzature, dei frontali per cappelli, dei caschi coloniali, dei galleggianti, dei bocchini per sigari e sigarette, delle carte da visita e per calendari, dei granulati per imballaggio di frutta, di uova, di fiori freschi, ed in numerose altre applicazioni. Recentemente il sughero ha trovato impiego, sottoforma di pani di agglomerati di polvere, nella preparazione di plastici per la progettazione di edifici o di insediamenti umani da parte di ingegneri ed architetti e, sottoforma di agglomerati bianchi ed espansi, nella fabbricazione di sandwich con pannelli truciolati di legno. Per l'avvenire si prevede di poter utilizzare il sughero anche per l'estrazione di acidi grassi e di cere ad alto punto di fusione, molto richiesti dall'industria. Il sughero è quindi una materia prima preziosa, per molti usi insostituibile, che non teme affatto i succedanei (sostanze plastiche, polistirene, poliuretano, resine fenoliche, foamglas, lana di vetro, ecc.) perché questi, affacciatisi da qualche lustro sul mercato internazionale, non sono dei concorrenti, ma dei semplici ausiliari chiamati a colmare l'enorme deficienza di sughero sul mercato mondiale, nonostante le loro inferiori prestazioni, offerte sia pure a un prezzo generalmente minore. La lavorazione del sughero è abbastanza semplice. Dopo un particolare trattamento di frantumazione e macinazione delle cortecce sugherose, i granuli di sughero, liberati dalle scorie porose e legnose, vengono posti in un forno a pressione e riscaldati ad una temperatura di circa 380 °C, senza alcun contatto con l'aria. Sotto tale temperatura e pressione, le resine naturali del sughero (fra cui la suberina) cominciano a liquefarsi, spostandosi verso la superficie del granello, iniziando così quel processo naturale di agglomeramento e saldatura di granulo con granulo, perfezionato successivamente da un trattamento di onde ad alta frequenza (brevetto LIS) ed infine compressi fortemente da una pressa idraulica, che determina la struttura dell'agglomerato e la dimensione di ogni singolo pannello. Non viene aggiunto nessun additivo artificiale. Il suddetto processo di lavorazione ha lo scopo primario di ottenere la stabilità dimensionale dei pannelli ed una buona resistenza a compressione. 119 7.1.2 Il sistema di facciate ventilate La facciata ventilata è una tecnica d’isolamento termico che viene effettuata dall’esterno e sfrutta la ventilazione di una camera d’aria creata fra l’isolante ed il rivestimento esterno. Quest’ultimo può essere costituito da elementi di varia natura: lapidei, terrecotte, metallici, plastici, conglomerati cementizi fibrorinforzati, ceramici. Le pareti ventilate sono progettate e realizzate per dar luogo, nell’intercapedine, ad un flusso d’aria ascendente, azionato dalla differenza di temperatura fra l’aria presente nell’intercapedine e quella presente all’esterno, detto “effetto camino”. I vantaggi che derivano dall’isolare l’edificio col sistema a Facciata Ventilata sono: » Realizzazione dell’isolamento termico in modo omogeneo e continuo, facilmente raccordabile alle linee di imposta dei telai delle chiusure trasparenti, al fine di ottenere un totale controllo dei ponti termici sui vari fronti di facciata e contemporaneamente migliorare il volano termico delle pareti. » Eliminazione totale dei ponti termici, dovuti ai pilastri e ai solai. Evitare ponti termici significa ridurre le dispersioni termiche fino al 30%, garantendo sicuri risparmi energetici e migliore comfort abitativo. » Possibilità d’aumentare, e di molto, lo spessore dell’isolante termico, contribuendo al comfort negli ambienti interni, contemporaneamente all’aumento del risparmio energetico, con conseguente diminuzione d’immissione di inquinanti nell’ambiente. » Riduzione del carico termico dell’edificio durante la stagione calda. Questo grazie alla parziale riflessione della radiazione solare incidente sulla facciata da parte del rivestimento e alla ventilazione dell’intercapedine. La riflessione, ovviamente, risulta massima con rivestimenti molto riflettenti, tipo quelli di colore chiaro e finitura lucida. » Protezione dal fuoco; a causa dell’effetto camino della Facciata Ventilata è consigliabile utilizzare materiali isolanti di natura inorganica, come certe lane da coibentazione, ma anche il sughero possiede ottime caratteristiche in questo campo. 120 La portata d’aria è funzione delle differenze esistenti fra le condizioni ambientali esterne e quelle che si vengono a instaurare nell’intercapedine a causa di rientrate di calore provocate, nella stagione estiva, dall’esposizione all’azione solare del paramento esterno e nella stagione invernale dalle perdite energetiche dell’ambiente riscaldato attraverso la muratura perimetrale. La ventilazione naturale interna favorisce sia la cessione all’ambiente esterno per evaporazione dell’eccesso di vapore acqueo, prodotto negli ambienti interni, che la rapida e completa evaporazione dell’acqua di costruzione in eccesso all’inizio della vita dell’edificio. In questo modo si evita la formazione di una eventuale condensa all’interno del coibente e delle pareti. Inoltre il rivestimento esterno, distaccato dalla parete interna possiede una naturale propensione a proteggere efficacemente contro le azioni combinate di pioggia e vento. Le modalità di vincolo del rivestimento e la presenza, dietro allo stesso, di una intercapedine ventilata, consentono infatti di neutralizzare gli effetti degli spruzzi, delle sferzate d’acqua e dei conseguenti ruscellamenti sul piano di facciata mantenendo all’asciutto l’isolante termo-acustico e la controparete interna. Ciò comporta indubbi vantaggi in termini di durabilità della parete e di efficienza energetica della stessa nel periodo di riscaldamento. Se l’isolante termico e la controparete rimangono asciutti, l’edificio non subisce dispersioni di calore aggiuntive, dovute al temporaneo aumento della conduttività dell’isolante a causa dell’acqua assorbita. Con forti azioni combinate di pioggia e vento, l’isolante può essere raggiunto da qualche spruzzo d’acqua; pertanto è sempre opportuno che quest’ultimo sia non idrofilo. Nel caso di studio, si è progettata una facciata ventilata composta dal sistema di facciata tradizionale, da uno strato isolante in PVC (8 cm), e all’esterno delle lastre in cotto estruso, supportate da un telaio in barre rettangolari (cave) verticali, in alluminio, sorrette da appositi piedini in acciaio, con longarine orizzontali in alluminio. Questo Scenario è, quindi, un’aggiunta ulteriore, alla parete originale ed a quella maggiorata, di uno strato che permette la ventilazione. Si è adottato una tipologia di laterizio estruso (Ditta”Il Palagio”), una lastra rettangolare per facciata piana delle dimensioni di 400x 500 mm, per uno spessore di mm 17, squadrata, che è ottenuta per estrusione a doppia faccia (viene poi divisa a spacco). Si 121 riporta una scheda tecnica dell’elemento scelto (modello “Cimarossa”). Si montano 5 pezzi ogni m2, per un totale di 6 kg al m2. Il sistema di supporto è costituito, come detto, da barre di alluminio (dimensioni 5x2 cm, spessore 1 mm; 2 per ogni metro quadro), fissate al muro da piedini in acciaio (per 84 cm2 l’uno; sono 10 pezzi al m2); gli elementi in cotto estruso sono fissati a longarine (bloccate a loro volta al telaio in alluminio) orizzontali (8 pezzi al m2). Figura 7.4. Intelaiatura e Sezione di tutto lo strato esterno Figura 7.5. Dati Tecnici dell'elemento in laterizio estruso; dati forniti dalla ditta "Il Palagio", Impruneta, Firenze; Art. "Cimarossa”. 122 7.2 Analisi Emergetica dei sistemi di facciata 7.2.1 Scenario A: sistema di Facciata Tradizionale Il sistema di facciata tradizionale è costituito da: - strato di mattoni a faccia vista all’esterno, tipo I.B.L., semiforati, con spessore di 12 cm. - strato di foratelle, all’interno, di dimensioni 25x25x12 cm, poste di taglio. - coibentazione posta nell’intercapedine, costituita da uno strato di aria e da uno di Isover, polimero di tipo polietilenico, di spessore 4 e 6 cm, rispettivamente. - intonaco interno. La parete considerata è di 1276 m2, con spessore complessivo di 30 cm. Elemento Tamponamento Facciata Coibentazione Collante Intonaco Esterno Intonaco Esterno solo arriccio Totale Facciata Tradizionale Raw Data Transformity o Emergia Ref Emergia (sej) Unit Specifica (sej/unit) 1.60E+05 kg 3.68E+12 6.38E+04 2.30E+03 2.55E+03 5.80E-01 kg kg kg kg 3.68E+12 8.85E+12 3.31E+09 3.29E+12 5.80E-01 kg 3.29E+12 d d e c f f 5.89E+17 2.35E+17 2.03E+16 8.45E+12 1.91E+12 1.91E+12 8.44E+17 Tabella 7.1. Analisi Emergetica del sistema di Facciata Tradizionale 123 7.2.2 Scenario B: sistema di facciata con cappotto esterno in sughero Lo scenario prevede la posa in opera di uno strato isolante esterno (cappotto) sul sistema di facciata tradizionale, composto di pannelli di sughero di spessore 8 cm, sorretti da una rete in acciaio elettrosaldata, il tutto ricoperto da uno strato di intonaco di 2 cm. Quindi, rispetto agli elementi costruttivi della facciata tradizionale si considerano in aggiunta: - Pannelli di Sughero, spessore 8 cm, densità 145 kg/m3; transformity del legno; prezzo 5.93 €/m2. - Rete Elettrosaldata, in acciaio, 10x10 cm, spessore 5 mm, del peso totale di 500,83 g, transformity dell’acciaio. - Intonaco, spessore 2 cm. - Malta (tra il sughero e i mattoni faccia vista originali), peso 1276 kg. - Lavoro umano: lavoro di 2 operai, per otto ore al giorno per totali 5 giorni. Opere murarie Esterne Facciata Tradizionale 8.44 E+17 Quantità Sughero 1.48E+04 Unità Transformity Ref Emergia (sej) kg 2.40E+12 i 3.56E+16 Rete Elettrosaldata 3.93E+03 kg 6.97E+12 k 2.74E+16 Malta 1.28E+03 kg 3.31E+12 c 4.22E+15 Intonaco 1.85E+04 kg 3.29E+12 f 6.09E+16 Lavoro Umano 4.19E+07 € 7.38E+06 xy 3.09E+14 1.28E+17 Totale emergia opere esterne sej 9.72E+17 Tabella 7.2. Analisi Emergetica del sistema di facciata con isolamento esterno in sughero Nella prima riga della tabella 7.2 si riporta l’emergia totale calcolata per il sistema di facciata tradizionale. A questo valore si sommano, nella seconda parte della tabella, quelli della parti per l’isolamento maggiorato. Il risultato ottenuto è il valore di Emergia di tutto il nuovo elemento strutturale, e corrisponde a 9.72x1017 sej. L’investimento emergetico per questo scenario risulta 1.28x1017 sej, consistente in un aumento del 15.22% rispetto al sistema di facciata senza cappotto. 124 7.2.3 Scenario C: sistema di Facciata Ventilata L’Analisi si svolge aggiungendo al sistema di facciata tradizionale, di superficie 1276 m2, un sistema di facciata ventilata le cui parti sono: - Laterizi lavorati, in cotto estruso; 38,3 tonnellate totali. - Scaffalatura di supporto in alluminio; 3,17 E+4 kg. - Sostegni della scaffalatura in acciaio; 8,41 E+2kg. - Malta per la posa in opera dei laterizi interni. - Strato di coibentazione in PVC, spessore 8 cm, peso totale 1,48 E+4 kg. - Lavoro umano: lavoro di 2 operai, per 8 ore al giorno per 5 giorni complessivi. Opere murarie Esterne - Facciata Tradizionale Quantità Unità laterizio lavorato alluminio alluminio 3.83E+04 kg 3.17E+03 kg 8.41E+02 kg 1.41E+05 kg 4.19E+07 J Coibentazione - PVC Lavoro Umano Transformity 3.68E+12 2.13E+13 6.97E+12 Ref. d j k 9.86E+09 7.38E+06 8.44E+17 Emergia 1.41E+17 6.76E+16 5.87E+15 1.39E+15 e xy 3.09E+14 2.16E+17 Totale Emergia Tamponamenti Esterni 1.24E+18 Tabella 7.3. Analisi Emergetica dell'elemento strutturale, comprensivo della facciata ventilata Nella prima riga della tabella si riporta l’emergia del sistema di facciata tradizionale, nella seconda parte si inseriscono i materiali propri dello scenario. Rispetto al valore dell’elemento originale, 8,44x1017 sej, questo secondo Scenario ha un emergia totale di 1,24x1018 sej, più alta di circa il 25.60%. Rispetto al primo Scenario (Isolamento Maggiorato con sughero), la Facciata Ventilata ha un valore maggiore di emergia, che sta ad indicare un consumo maggiore di risorse naturali per la costruzione del secondo Scenario. 125 7.3 Analisi Termica dei sistemi di facciata La valutazione delle caratteristiche termiche dei tre sistemi di facciata si svolge nel modo seguente: - A) Calcolo della Resistenza Termica sullo spessore della parete, attraverso la somma della Resistenza Termica dei vari materiali presenti nello strato della parete. La Resistenza Termica (m2K/W) si ottiene dividendo lo spessore di ogni singolo strato per la sua Conducibilità Termica, λ (espressa in W/mK). Dal valore di R si calcola k, la trasmittanza (W/mK). Si assume che la parete non abbia ponti termici o problemi particolari, che sia omogenea, nei materiali, su tutta la sua superficie; il calcolo, che qui si fa, è semplificato, ma tende a dare un semplice valore di riferimento per confrontare l’efficienza termica dei differenti scenari. Per la Facciata Ventilata, oltre alla trasmissione (e quindi dissipazione) di calore per conduzione, si considera la convezione, per quei mesi estivi in cui questo processo è utile. La convezione è anch’essa legata al valore di λ del fluido in movimento (l’aria, in tal caso); si ricava un valore del calore dissipato per m2 di parete, relativo ai diversi gradienti di temperatura tra interno ed esterno (W/m2K). - B) Valutazione del calore dissipato (potenza, W) per 1 m2 di parete, durante i 12 mesi dell’anno; questo calcolo si ottiene moltiplicando la differenza di temperature tra esterno ed interno per la Trasmittanza, k, totale, per ogni metro quadro di superficie che scambia calore (si assume che la temperatura interna sia sempre mantenuta sui 18°C; per ogni mese si usano dati statistici della temperatura media e si calcola la ΔT tra interno ed esterno). Si ottiene un valore in W, per ogni m2 di facciata. - C) Stima del consumo di gas per il riscaldamento (per i mesi in cui è previsto) e dell’energia elettrica per il condizionamento estivo, necessari a compensare la dissipazione o l’accumulo di calore nei 12 mesi, su tutta la facciata, in Joule e in euro, per tutto l’anno. Questo risultato si ricava moltiplicando il calore dissipato per i m2 di facciata (1276 m2), trasformando poi il valore in Joule e in kWh; tale valore è una stima del calore dissipato su tutta la superficie in un’ora. 126 Il calcolo si svolge nel modo seguente: - Analisi dei materiali, ossia della loro capacità di condurre o trattenere il calore. - Analisi degli elementi costruttivi degli effetti di conduzione e convezione. - Confronto energetico, emergetico ed economico dei risparmi termici. Analisi dei Materiali I parametri usati nel processo di Conduzione Termica sono: • λ • R1 = d λ Ri = 1 h espresso in W/m K : coefficiente di Conducibilità Termica per la conduzione per la convezione espresso in m2K/W: Resistenza Termica; d è lo spessore del materiale i-esimo. • Da R si calcola la Trasmittanza, espressa in W/m2K: k= 1 1 1 αi + R + αe dove αi è il Coefficiente di Resistenza Convettiva interno, αe è il Coefficiente di Resistenza Convettiva esterno. Per le pareti degli edifici, questi coefficienti sono uniformati alle normative UNI, in modo da avere calcoli più congrui tra i diversi edifici. Si prendono dunque i seguenti valori: αi= 7.7, αe= 25. La potenza dissipata per conduzione si calcola moltiplicando i valori di k delle pareti per la superficie e per la differenza di temperatura tra interno ed esterno. 127 Nel caso di un’Analisi energetica di un sistema di facciata: • R k = ∑i R i k= • • Resistenza Termica Totale di un sistema di facciata 1 Ri + 1 αi + ∑ αe i 1 P = k × A × ΔT Trasmittanza Totale per Conduzione Potenza di dissipazione dove A è la superficie della facciata, e ΔT è la differenza di temperatura tra esterno e interno (assumendo una temperatura costante di 18°C). Per il calcolo si considerano i seguenti valori di temperatura media mensile (dati della città di Firenze): Gennaio + 5,2° Febbraio + 3,3° Marzo + 9,4° Aprile + 13,3° Maggio + 18° Giugno + 22° Luglio + 24,5° Agosto + 25° Settembre + 20° Ottobre + 15,5° Novembre + 10° Dicembre + 6,3° Tabella 7.4. Temperature medie mensili della città di Firenze (anno 2005) In base alla differenza di temperatura si calcolano i valori della potenza di dissipazione per conduzione termica attraverso la facciata, per ogni mese: ΔTmese= Text-Tint 128 Il dato ottenuto viene moltiplicato per il numero di giorni del mese e per il numero di ore al giorno (24). Si è inoltre considerato che, sulla base della legge 10/91, deve essere prevista una differenza di temperatura tra interno ed esterno di 10°C per i mesi da ottobre a marzo, compresi (a Firenze). Per i mesi estivi, si è fatto un calcolo empirico diretto. Il mese di aprile ed il mese di maggio sono stati considerati di transizione7; in questi mesi non vengono usati né il riscaldamento né il condizionamento, per cui non si calcola la dissipazione termica. Non è mai stata considerata la dispersione di calore, verso l’interno o l’esterno dell’abitazione, per irraggiamento. Questo fattore è comunque considerato, in parte, nel calcolo della convezione libera laminare, che viene detta “liminare”. La potenza di dissipazione si calcola indipendentemente dalla direzione della dispersione termica (verso l’esterno nei mesi freddi e verso l’interno nei mesi caldi) assumendo costante la temperatura interna (T=18°) per tutti i dodici mesi. Sulla base delle equivalenze: W= J sec . kWh = 3,6 × 10 6 J si calcola la quantità di energia dissipata in un anno per conduzione termica attraverso la facciata. 7 Ad aprile si è sotto i 18°C esterni, ma non si usa il riscaldamento; a maggio la temperatura media esterna è uguale a quella interna. 129 Convezione libera nella Facciata Ventilata Per la Facciata Ventilata, oltre alla conduzione si considera la Convezione Libera, cioè la trasmissione di calore in un corpo fluido, l’aria, nella direzione parallela alla superficie di scambio, non sottoposto a forze esterne (fare riferimento a Isachenko V., 1974). Per calcolare il calore dissipato per convezione libera si considera, come per la conduzione, il Coefficiente di Trasmissione Termica, λ, e lo spessore del fluido. Per un fluido che si muove parallelamente alla superficie di scambio di calore, valgono le seguenti assunzioni: - le forze inerziali sono infinitesimali rispetto a quelle di gravità e della viscosità; - il trasporto di calore per conduzione lungo lo spessore del fluido può essere ignorato (la conduzione viene poi aggiunta a parte); - il gradiente di pressione (tra la parte più bassa e quella più alta della parete) è zero. - i parametri fisici del fluido (ad eccezione della densità) sono costanti, e la densità è una funzione lineare della temperatura; Il calore scambiato per unità di tempo è dato da: dq = h × A × ΔT dt dove h è il Coefficiente di Convezione, legato alle caratteristiche del fluido e del moto convettivo; ΔT è la differenza di temperatura tra la superficie interna e quella esterna alla parete. Per esattezza, la differenza di temperatura è calcolata tra la temperatura media tra interno ed esterno e la temperatura esterna. La temperatura sulla superficie di contatto tra intercapedine e parete interna non è, normalmente, la stessa che si ha all’interno dell’edificio (18°C), per dissipazione di calore nella parete, che funziona da massa termica. Le temperature medie annue a Firenze sono paragonabili a quelle di Castelfiorentino (stesso clima, stessa altezza sul livello del mare); da alcuni lavori reperibili in letteratura sulle Facciate Ventilate (Balocco, 2002, Balocco 2004, Balocco 2006), si ricava che la facciata ventilata riesce a raffreddare un ambiente interno dall’irraggiamento e dal calore esterno solo se la temperatura esterna è superiore a 22°C (considerando una 130 temperatura media interna di 18°C). Per cui, a Castelfiorentino le facciate ventilate funzionano solo a giugno, luglio ed agosto. Calcolo del Coefficiente di Convezione Il Coefficiente di Convezione di un materiale, h, è dato da: h = Nu × λ L dove λ è la Conducibilità termica del materiale, L la distanza caratteristica (in tal caso, lo spessore della cavità), Nu è il Numero di Nusselt. Il Numero di Nusselt è uno dei Parametri Adimensionali utilizzati nel trattamento dei trasferimenti di calore. In generale, si definiscono i seguenti Parametri: - Numero di Grashof: Gr = g × β × ΔT × L3 ν2 è il rapporto tra la Spinta di Archimede e la forza legata alla Viscosità del fluido. g è l’accelerazione di gravità, β è l’inverso della temperatura media, ΔT è la differenza di temperatura tra le due facce dello strato, L lo spessore, ν è la viscosità dinamica dell’aria. - Numero di Prandelt: Pr = ν α dove α è il Coefficiente di Diffusività del fluido (l’aria). Pr rappresenta il rapporto tra calore assorbito e calore diffuso. - Numero di Rayleigh: Ra=Gr x Pr. - Numero di Nusselt: è il rapporto tra convezione e conduzione all’interno di un fluido: Nu = h × ΔT h =L λ λ × ΔT L Empiricamente esiste una importante correlazione: Nu=C x Gra x Prb dove C, a, b dipendono dal tipo di moto convettivo (Isachenko V., 1974). 131 Per identificare il moto convettivo nel caso in esame a calcolare h, si agisce come segue: i) Verificare se la convezione naturale del caso di studio è laminare (solo trasporto di calore perpendicolarmente alla parete) o turbolenta (anche trasporto di massa): se Gr x Pr < 109 allora il flusso è laminare; se Gr x Pr > 109 allora il flusso è turbolento. In questo caso di studio, per tutti e tre i mesi, in cui avviene la convezione, il flusso risulta laminare. ii) Identificare la correlazione appropriata: essa dipende dalla sezione della cavità. Per una convezione libera con flusso laminare, che scorre lungo una parete piana verticale, abbiamo che: C=0.59, a=0.25, b=0.25, da cui: Nu=0.59 Gr0.25Pr0.25 iii) Dopo aver calcolato Nu, si trova h. Il calcolo finale è il seguente: - Calcolo della ΔT, per il periodo interessato. - Calcolo di h per una cavità piana verticale piena di aria, come spiegato sopra. - Calcolo della potenza dissipata per tutto il periodo di funzionamento della facciata ventilata, espressa in W/m2. Estendendo il calcolo ai 1276 m2 della nostra facciata, otteniamo il valore di potenza dissipata dall’intercapedine. Si riporta il risultato al totale per il periodo considerato di ventilazione; il risultato, in Joule, è sottratto ai Joule totali di calore dissipato per conduzione (calcolo della conduzione come spiegato nel paragrafo precedente), in modo da quantificare il vantaggio della ventilazione sull’acquisto di calore in estate. La conduzione termica della Parete Ventilata è dunque considerata autonomamente, e calcolata come spiegato in precedenza. Poiché, in realtà, la struttura esterna in laterizi non è chiusa ermeticamente, ma presenta molte aperture, la Resistenza Termica totale si 132 calcola sullo strato di coibentazione e su quello di aria stazionaria, senza considerare i laterizi estrusi. Segue una tabella dei valori di Conducibilità Termica (Wienke, U., 2004). Aria 0.027 W/mK Sughero 0.04 W/mK Isover 0.035 W/mK Laterizio pieno 0.5 W/mK Laterizio Forato 0.39 W/mK Intonaco a Calce 0.87 W/mK Laterizio Forato in blocchi 0.4 W/mK Tabella 7.5. Conducibilità Termiche dei materiali considerati (Wienke, 2004) Analisi Economica ed Analisi Energetica • La quantità di energia dissipata (kWh di calore ceduto) nei sei mesi con clima freddo è equivalente a un consumo di gas metano per il riscaldamento (8 kWh/m3). • La quantità di energia dissipata (kWh di calore assorbito) nei mesi con clima caldo è equivalente ai kWh di elettricità spesa per il condizionamento dei locali interni. RISORSA quantità ENERGIA EURO EMERGIA GAS - Riscaldamento m3/anno J/anno 0,5 €/m3 6,72x104sej/J ELETTRICITA' CONDIZIONAMENTO kWh/anno J/anno 0,13 €/kWh 2,07x105 sej/J Tabella 7.6. Schema della tabella riassuntiva dei risultati per i vari scenari La quantità di energia dissipata è stata calcolata per un anno in J/anno. È stato poi stimato il costo equivalente alla dispersione dell’energia in €/anno e il valore di emergia corrispondente in sej/anno. 133 La dissipazione di Calore viene dunque espressa secondo tre diverse analisi: a) Analisi Energetica, con il valore espresso in Joule. b) Analisi Emergetica, il cui valore è espresso in Solar Emergy Joule. Si ottiene moltiplicando i joule di energia dissipata dal riscaldamento e dal condizionamento per la transformity appropriata (quella del gas naturale per il mesi invernali, o quella dell’elettricità per i mesi estivi). c) Analisi Economica: moltiplicando il valore ottenuto per il prezzo in €/kWh del gas da riscaldamento (0,0625 €/kWh8), per i mesi invernali, e per il prezzo dell’energia elettrica (0,13 €/kWh) per i mesi estivi, si ottiene la perdita di € all’anno, per ogni scenario e per le due condizioni climatiche. 8 Valore ricavato dal prezzo del metano per uso domestico, 0,50 €/m3, diviso per il potere calorifico del metano, 8 kWh/m3. 134 7.3.1 Scenario A: Analisi Termica Il calcolo della Resistenza Termica si svolge sommando la Resistenza Termica dei vari materiali presenti nello strato della parete, come descritto all’inizio del capitolo. La parete originale è composta di 5 strati: - 12 cm di mattoni di tipo I.B.L., λ= 0.5 W/mK; - 4 cm di aria, λ= 0,027 W/mK; - 6 cm di isolante polimerico artificiale Isover, λ= 0,035 W/mK; - 8 cm di foratella, λ=0.39 W/mK; - 1 cm di intonaco a calce, λ= 0,87 W/mK. RISORSA ENERGIA EURO EMERGIA GAS - Riscaldamento 5.25*1010 J/anno 912 € 3.53*1015 sej/J ELETTRICITA' CONDIZIONAMENTO 1.73*1010 J/anno 624 € 3.57*1015 sejj/J Tabella 7.7. Risultati delle analisi dielle dispersioni per il sistema di facciata tradizionale. Sono riportati i valori di dissipazione. La Resistenza Termica della parete risulta 3.65 m2K/W, la Trasmittanza Totale è 0.262 W/mK. Sull’intera facciata (1276 m2) si perdono 1.73x1010 J in estate (in termini di energia elettrica per condizionamento), corrispondenti a 624 € persi. In inverno, la perdita di calore è 5.25x1010 J e 912 €. 135 7.3.2 Scenario B: Analisi Termica La parete con Isolamento Maggiorato presenta, oltre agli strati del sistema di facciata tradizionale, i seguenti spessori: - 8 cm di sughero, λ= 0,04 W/mK; - 2 cm di intonaco, λ= 0,87 W/mK; RISORSA ENERGIA EURO EMERGIA GAS - Riscaldamento 3.30*1010 J/anno 596 € 2.31*1015 sejj/J ELETTRICITA' CONDIZIONAMENTO 1.13*1010 J/anno 408 € 2.34*1015 sej/J Tabella 7.8. Risultati delle analisi dielle dispersioni per il sistema di facciata tradizionale. Sono riportati i valori di dissipazione. La Resistenza Termica della parete è 5.68 m2K/W, la Trasmittanza risulta 0.171 W/m2K; per 1276 m2 si dissipano 1.13x1010 J in estate e 3.34x1011 J in inverno. Sull’intera facciata vengono dissipati rispettivamente 408 € di elettricità e 596 € di gas. 136 7.3.3 Scenario C: Analisi Termica La parete di tale Scenario presenta i seguenti spessori: - 8 cm di pannelli di PVC, come coibentazione, λ= 0,04 W/mK; - 12 cm totali di aria, come somma della spessore tra i laterizi estrusi e la coibentazione e dello strato di aria interno ai laterizi stessi, λ= 0,027 W/mK; - 1,7 cm di laterizio estruso, λ= 0,5 W/mK. RISORSA ENERGIA EURO EMERGIA GAS - Riscaldamento 1,90*1010 J/anno 330 € 1.28*1015 sejj/J ELETTRICITA' CONDIZIONAMENTO -8.78*1010 J/anno -3170 € -1.82*1016 sejj/J Tabella 7.9. Risultati delle analisi dielle dispersioni per il sistema di facciata tradizionale. Sono riportati i valori di dissipazione. Come risultato per questo secondo Scenario ipotizzato, si ottiene una Resistenza Termica pari a 10.4 m2K/W e una Trasmittanza di 0.0948 W/mK; in estate, grazie alla ventilazione e quindi al raffreddamento dell’interno per convezione, non si ha dissipazione di energia, anzi, si risparmiano 8.78x1010 J di energia elettrica per condizionamento, che portano ad un risparmio di 3170 €. In Inverno, si disperdono 1.90x1010 J, con una perdita di 330 €. 137 7.4 Discussione e conclusioni La tabella 7.10 riassume i valori ottenuti con i calcoli di analisi termica, insieme alle variazioni nell’analisi emergetica. Tipologia Energia Costi (€) Emergia Aumento Investimento R (sej) % (sej) (W/m2K) dissipata (J) Facciata Tradizionale 8,44E+17 Maggiorata 3.65E+00 6.98E+10 1.54E+03 7.10E+15 9,72E+17 5.68E+00 4.56E+10 1.00E+03 4.64E+15 15,22 1,24E+18 1.04E+01 6.88E+10 6.88E+10 1.69E+16 25,60 Ventilata Tabella 7.10. Resistenze Termiche e dissipazioni per le diverse tipologie di Facciata Come già notato, lo scenario di opera muraria esterna con Facciata Ventilata assume il maggior peso emergetico, aumentando del 25.60% l’emergia totale del sistema di facciata. La Resistenza Termica totale, su tutto lo spessore della parete esterna, risulta maggiore con la Facciata Ventilata, come ci si poteva aspettare, ma anche nel caso dell’Isolamento Maggiorato si ottiene un valore più alto rispetto al sistema di facciata tradizionale. In relazione al fatto che per le condizioni standard ambientali si assume una variazione termica, tra interno ed esterno dell’edificio, maggiore in inverno rispetto all’estate, i valori di dispersione energetica al metro quadro risultano sempre maggiori in inverno. Attraverso un confronto tra emergia investita in riscaldamento e climatizzazione e l’emergia risparmiata, possono essere stimate le ore necessarie per ripagare investimento iniziale (per la costruzione dello scenario) con l’emergia del gas o dell’elettricità risparmiati. Nel caso dell’Isolamento Maggiorato servono circa 52.26 anni mentre economicamente si recupererebbero i soldi spesi in un tempo più lungo. Un 138 risultato ben più positivo si ha per la Facciata Ventilata: 9 anni in media per recuperare la spesa emergetica, tra i 20 ed i 30 anni per quella economica. Emergia Iniziale (sej) Maggiorazione Facciata Ventilata Risparmio annuo (sej/anno) Anni per Recupero Emergetico 1.28E+17 2.46E+15 2.16E+17 2.40E+16 52.26 9.00 Tabella 7.11. Risultati delle tre analisi sul risparmio dei due scenari di facciata. I dati sono rilevanti e benché l’analisi economica costi/benefici sarà affrontata nel prossimo paragrafo, si possono trarre le seguenti conclusioni: 1) La spesa emergetica è sempre inferiore a quella economica; questo porta ad un tempo di recupero delle spese, in termini di energia risparmiata, molto minore per quanto riguarda l’emergia. Non sempre, comunque, i tempi ricadono nella vita media di un edificio. 2) E’ necessario un intervento dello Stato con adeguati incentivi, che favoriscano quelle pratiche bioarchitettoniche che, come le facciate ventilate, hanno un ottimo rendimento sul Capitale Naturale, ma alti tempi di recupero economico prevedibile. Un’Analisi Economica più rigorosa è stata svolta secondo la metodologia proposta nell’Appendice B. Si stima il rapporto tra i costi iniziali di installazione dei diversi scenari e i benefici economici derivanti dai vantaggi termici; si considera la spesa iniziale come un investimento, con un costo del capitale del 5.3%, un tasso di inflazione del 2.1% ed un aumento del costo delle materie prime del 4%. Con tali premesse, risulta che il costo iniziale per la facciata ventilata è recuperato in 22 anni, mentre quello della maggiorazione in 66 anni. Mentre il primo risultato è accettabile, e incentiva un’eventuale investimento nella ventilazione, il secondo fa capire quanto lo Scenario della maggiorazione sia poco idoneo ad un clima come quello in esame. 139 In conclusione, il risparmio energetico risulta notevole per la facciata ventilata, specialmente come punto di arrivo di nuove concezioni edilizie in un periodo di carenza di combustibili tradizionali per il riscaldamento. L’analisi svolta in questo lavoro è rivolta, soprattutto, a volgere la progettazione verso nuovi scenari diretti in un futuro totalmente indipendente dai combustibili fossili, attraverso piccoli passaggi, il meno costosi possibile, per la popolazione e per il Capitale Naturale. L’Analisi Emergetica ha reso l’idea, in questo lavoro, del maggiore contributo che si deve fornire per la costruzione e la messa in opera di nuovi Scenari bioarchitettonici. L’emergia si rivela utile nel valutare la quantità di materie prime necessarie nei diversi casi, rispetto al vantaggio che se ne può ricavare, seguendo inoltre il trend di risultati dati da una parallela analisi economica. Esistono discordanze tra questi due tipi di approccio, che rivelano però (al di là delle assunzioni e del livello di approfondimento dell’analisi termica effettuata) in modo maggiore il problema sociale della valutazione da parte dell’uomo del Capitale Naturale. La spesa economica e il risparmio dato dagli Scenari considerano soltanto spese a corto termine, che pesano sulla struttura economica umana, ma non rivelano il peso sul Capitale Naturale di ogni costruzione, e il risparmio effettivo di materie prime ed energia. Un’Analisi Emergetica dei materiali bioedili e di elementi strutturali in bioedilizia, appare quindi necessaria per capire meglio l’efficienza nella protezione dell’ambiente, in tutte quante le sue forme. 140 8. ANALISI EMERGETICA DI UNA CELLA FOTOVOLTAICA E CALCOLO DELLA TRANSFORMITY DELL’ENERGIA ELETTRICA FOTOVOLTAICA “Un giorno venne il sole e disse: ‘E così sia, se proprio non mi volete allora me ne vado via. Non vi chiedevo tanto, né croci né altari, ma nemmeno un mondo in cui non possa respirare’.” Bandabardò, Lo sciopero del sole, 1996. In questo capitolo si affronta l’analisi della produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici per un’applicazione su edificio; tale applicazione è volta a soddisfare parte del fabbisogno di energia elettrica degli appartamenti e degli altri servizi dell’edificio considerato. Si considerano pannelli fotovoltaici tradizionali, di media potenza, per applicazioni domestiche che vengono applicati sul tetto, montati su supporti rialzati da esso (e non a contatto), dal lato S-W dell’edificio. Lo studio sui pannelli fotovoltaici si è posto i seguenti scopi: 1- Quantificare l’emergia per costruire un modulo unitario, attraverso l’analisi emergetica delle materie prime impiegate e del processo di assemblaggio. 2- Stimare la quantità di emergia utilizzata per allestire un impianto fotovoltaico con i requisiti specifici (potenza di picco 3 kWp). 3- Calcolo dell’emergia specifica per la produzione di energia elettrica (transformity del fotovoltaico domestico). 4- Confronto dell’emergia spesa per assemblare l’impianto fotovoltaico con il risparmio energetico ottenuto. Stima dei tempi per il recupero dell’investimento iniziale (emergetico ed economico) e conseguimento di un effettivo guadagno ambientale dal fotovoltaico. 141 8.1 Analisi Emergetica del processo produttivo Il processo produttivo di un Pannello Fotovoltaico si divide in 6 passaggi aventi differenti fabbisogni di materie prime e di energia. Un’Analisi del Ciclo di Vita del processo produttivo quantifica i flussi di materia e di energia per unità di prodotto (Kato K. et al., 1997). - Produzione di silicio metallurgico (MG-Si) - Produzione di silicio policristallino - Produzione di silicio monocristallino - Produzione del wafer di silicio (eccitazione della congiunzione orbitalica n-p) - Produzione della Cella - Produzione del Modulo (unione di più Celle) Il processo prende l’avvio dalla purificazione del silicio a partire dal quarzo, attraverso una fornace ad arco, a circa 1200°C, usando come riducenti carbone minerale, carbone di legna, trucioli, cippato di legna e simili. A partire dal silicio metallurgico così ottenuto, si ottiene il silicio policristallino attraverso il “metodo del triclorosilano”, SiHCl3. Quest’ultimo, ottenuto per reazione del silicio con l’acido cloridrico, reagisce con idrogeno gassoso, a 1200°C; come coprodotto si ottiene il tetraclorosilicone, SiCl4. SiO2 (in fornace ad arco) → MG – Si MG – Si + HCl → SiHCl3 SiHCl3 + H2 → vari prodotti, tra cui SiCl4 SiCl4 → poly - Si Il silicio monocristallino si ottiene per purificazione in fuso del silicio policristallino, a 1400°C per 30 ore, che viene successivamente raffreddato spontaneamente (Processo Czochralski). Del solido ottenuto viene usata la parte centrale, come ottimo semiconduttore, mentre le parti superiore ed inferiore (“silicio di basso grado”, 17,5%) hanno delle proprietà semiconducenti minori, ma buone per le celle fotovoltaiche. Tramite un successivo processo di tagliatura, vengono realizzati dei wafer di silicio monocristallino, con spessore di 350 µm. 142 Il passaggio successivo sta nel dopaggio dei wafer ottenuti, in modo da creare la giunzione tra la banda elettronica di valenza e quella di conduzione (cella). Una volta prodotte singolarmente, le celle vengono assemblate in un modulo su un telaio di alluminio e vetro (dopo preparazione con acetato vinil etilenico, EVA) e con il resto dell’impianto elettrico. Si considera che il pannello Fotovoltaico abbia un tempo di vita di 20 anni. L’unità di prodotto considerata in questa analisi è il modulo, con una cella che produce 1 W di energia elettrica. Si considera il caso in cui SiCl4 è un coprodotto, e il silicio monocristallino di basso grado è valutato come un rifiuto di altri sistemi di produzione più fini. Questo influisce sulla scelta della metodologia industriale di processo, e dunque sulle quantità relative dei materiali (Kato et al., 1997). La manodopera, intesa come lavoro umano, necessaria per la produzione di un modulo da 1 W, è stata calcolata a partire da dati annui per la costruzione di pannelli fotovoltaici. Per costruire un Modulo da 1 W sono necessari in media 37.4 secondi (considerando 280 giorni l’anno lavorativi, 8 ore al giorno; è un processo automatizzato su larga scala). Questo valore viene trasformato in Joule di lavoro umano (tramite il consumo per ora del metabolismo), a cui si applica l’appropriata transformity. Figura 8.1. Energy System Diagram della produzione di Moduli Fotovoltaici. Sono mostrati i flussi in entrata di energia e materiali. In questo processo, un flusso di energia solare diretta viene trasformato in energia elettrica. 143 Di seguito è mostrata la tabella di calcolo (tabella 8.1), il cui risultato è l’emergia specifica per la produzione di un modulo con una cella da 1 W. transformity Emergia Quantità Unità (sej/unità) (sej) Quarzo 1.96E+01 g 1.68E+09 3.29E+10 Carbone minerale 4.49E+00 g 1.97E+09 8.84E+09 Carbone di legna 4.90E+00 g 1.97E+09 9.65E+09 Pellet di legno 2.45E+00 g 8.80E+08 2.16E+09 Olio di Carbon Coke 1.63E+00 g 9.20E+05 1.50E+06 Elettricità 3.40E-02 J 2.07E+05 7.04E+03 Item Produzione di Silicio Metallurgico 5.36E+10 Produzione di Silicio policristallino HCl 2.22E+01 g 6.38E+08 1.42E+10 Elettricità 4.05E-02 J 2.07E+05 8.39E+03 1.42E+10 Produzione di Silicio Monocristallino Elettricità 1.85E+00 J 2.07E+05 3.83E+05 9.63E-01 J 2.07E+05 1.99E+05 Pasta di Argento 1.50E-01 g 2.51E+12 3.77E+11 KOH 1.67E+02 g 2.92E+09 4.88E+11 Alcol Isopropilico 4.11E+00 g 6.38E+08 2.62E+09 POCl3 5.00E-02 g 6.38E+08 3.19E+07 Ti(OCH(CH3)2)4 6.00E-02 g 6.38E+08 3.83E+07 Elettricità 4.92E-02 J 2.07E+05 1.02E+04 Produzione dei Waffer di Silicio Elettricità Cella 8.67E+11 Tabella 8.1 Prima Parte: Analisi Emergetica di un Modulo Fotovoltaico da 1 W, basato sul suo LCA. Sono mostrati i sei passaggi del processo, che portano dal quarzo al silicio amorfo, a quello monocristallino, fino ai moduli che compongono un pannello fotovoltaico. 144 Modulo Vetro 5.10E+01 g 8.40E+08 4.28E+10 Telaio di Alluminio 1.20E+01 g 2.13E+10 2.56E+11 Materiale per fili (Pb) 6.00E-01 g 1.04E+11 6.23E+10 Laminazioni in EVA 7.00E+00 g 9.86E+09 6.90E+10 PVF 1.00E+00 g 9.86E+09 9.86E+09 Elettricità 3.89E-03 Wh 2.07E+05 8.05E+02 4.40E+11 Modulo di 1W 1.00E+00 Modulo 1.38E+12 1.38E+12 Manodopera 5.44E+03 J 7.38E+06 4.02E+10 EMERGIA (1W) Emergia Specifica modulo 1W 1.42E+12 1.00E+00 Modulo-W 1.42E+12 Tabella 8.1. Seconda Parte: Analisi Emergetica di un Modulo Fotovoltaico da 1 W, basato sul suo LCA. Sono mostrati i sei passaggi del processo, che portano dal quarzo al silicio amorfo, a quello monocristallino, fino ai moduli che compongono un pannello fotovoltaico. 145 8.2 Produzione di energia elettrica Considerando che, in media, servono 8 m2 di moduli per produrre 1 kWp (kW di picco. Fonte: ENEL), si stimano necessari 24 m2 per avere 3 kWp (per un appartamento standard). Dunque i moduli unitari (cioè da 1 W) sarebbero 3000, e l’emergia necessaria per la produzione e l’installazione di 24 m2 di pannelli fotovoltaici è 2,12x1014 sej, avendo stimato in 20 anni un tempo di vita medio. Per un anno di irradiazione solare (5,20x109 J/m2/y; CESI, 2001), l’energia solare che viene assorbita dal modulo fotovoltaico risulta dal prodotto dell’Irradiazione per la superficie incidente, al netto del 20% di Albedo: A(m2) x Irr(J/m2/y) x 80%= Energia Solare arrivata sul Pannello (J/y) Arrivano in totale 9,98x1010 J all’anno. Poiché la Transfromity dell’energia solare è per definizione 1 sej/J, l’emergia da irraggiamento solare necessaria per produrre l’elettricità fotovoltaica di un anno diviene 9,98x1010 sej. L’emergia totale necessaria per produrre 3 kWp ogni anno, da un pannello fotovoltaico, risulta dalla somma dell’Irradiazione solare annuale e dell’investimento emergetico per la costruzione del pannello, allocato ad un anno; il suo valore è 2,12x1014 sej. A) Pannello Fotovoltaico (3 kW) B) Irraggiamento Solare Celle da 1W Unità sej/unità sej 3.00E+03 Celle 1W 7.08E+10 2.12E+14 9.98E+10 J 1.00E+00 9.98E+10 EMERGIA (Produzione di 3 kWp di energia elettrica da impianto fotovoltaico in un anno 2.12E+14 Tabella 8.2. Produzione di elettricità fotovoltaica e Transformity dell’energia elettrica da pannelli fotovoltaici. I contributi al valore finale sono dati dalla costruzione dei pannelli e dall’energia solare diretta. 146 8.3 Transformity del fotovoltaico In base all’energia che si è stimata possa produrre il Pannello Fotovoltaico in Italia centrale, con il suddetto orientamento, si è potuto calcolare la Transformity dell’energia elettrica prodotta dalle Celle, come rapporto tra l’eMergia totale richiesta per avere un pannello da 3 kWp e l’elettricità, in J, ricavabile. Il valore ottenuto dipende molto dalle ore di esposizione, dall’orientamento, dall’irradiazione, dall’efficienza della cella. Si stima che il sole fornisca energia luminosa utile al pannello (rivolto verso Sud-Ovest) per 5.5 ore al giorno, ossia 2007.5 ore/anno. Considerando, poi, un’efficienza dell’81% per trasformare la luce in energia elettrica, si calcola l’energia prodotta dal pannello in un anno: (Potenza)x(ore sole/anno)x(efficienza) = Energia Prodotta In un anno si producono 1.76x1010 J, corrispondenti a circa 4878 kWh. Il valore della transformity è 1.21x104 sej/J, calcolato per un periodo di un anno, in modo da poterlo confrontare con il fabbisogno di energia elettrica per la gestione annuale dell’edificio. 8.4 Analisi Economica Una stima dei costi/benefici economici dell’installazione del Pannello Fotovoltaico è stata effettuata sulla base del metodo di calcolo presentato nell’Appendice B. Per questa stima si è tenuto conto delle seguenti considerazioni: - Investimento iniziale di 18000 € per il Pannello. - Valore residuo nullo dopo 20 anni, che sono gli anni per i quali si fa l’investimento. - Tasso di interesse del 5% per il prestito bancario per l’investimento del Pannello. - Incentivo statale di 0.445 €/kWh per 20 anni. Il tempo di recupero dell’investimento iniziale risulta di 11 anni, in linea con molte stime reperibili in letteratura. 147 148 investimento iniziale 0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 11 Anni 10 12 13 14 15 Figura 8.2. Tempo di recupero dell'investimento economico (DPBT: Discounted Pay Back Time, periodo di recupero scontato) 16 17 18 19 20 I(0) Vettore H1 8.5 Conclusioni La Transformity dell’energia elettrica tradizionale, calcolata sul mix italiano della produzione da varie fonti, è pari a 2.07x105 sej/J. La transformity calcolata in questo Capitolo per l’energia elettrica ottenuta da pannelli fotovoltaici, risulta 1.21x104 sej/J, minore di più di un ordine di grandezza rispetto al primo valore, più generale. L’emergia investita per produrre il pannello fotovoltaico ed allestire l’impianto a regola d’arte, risulta 1.42x1012 sej per ogni watt di potenza installata. Tale investimento comprende tutto quanto il pannello e l’impianto correlato. L’energia prodotta dal pannello risulta pari a 1.76x1010 J. Questa energia elettrica viene completamente risparmiata, e corrisponde, in un anno, al 6% del fabbisogno energetico dell’edificio. L’emergia risparmiata grazie all’installazione del pannello fotovoltaico di 24 m2 risulta essere 3.64x1015 sej, rispetto ad un investimento iniziale di 1.42x1012 sej. L’investimento economico per l’installazione del pannello di 24 m2 è di 18000 €, mentre il risparmio annuo è pari a 2170.81 €, considerando anche l’incentivo statale. Questo permette di recuperare l’investimento iniziale in 11 anni. D'altronde, l’investimento emergetico iniziale, corrispondente a 1.42x1012 sej, viene recuperato in 5.86 giorni di pieno utilizzo, grazie all’energia risparmiata. 149 9. ANALISI COMPARATA EMERGETICA-ECONOMICA “Ner mejo che un Sordato annava in guerra er Cavallo je disse chiaramente: Io nun ce vengo! - e lo buttò per terra precipitosamente. No, nun ce vengo - disse - e me ribbello all'omo che t'ha messo l'odio in core e te commanna de scannà un fratello in nome der Signore! Io - dice - so' 'na bestia troppo nobbile p'associamme a l'infamie che fai tu; se vôi la guerra vacce in automobbile, n'ammazzerai de più!” Trilussa, La Guerra, 1915. Abbiamo già sottolineato le connessioni tra il flusso di emergia ed il costo economico di tale flusso. L’EMR, dato dal rapporto tra l’emergia che supporta un’economi ed il rispettivo Prodotto Interno Lordo (Emergy-to-Money-Ratio, vedere Capitolo 4), permette di confrontare economie di Paesi diversi e di risalire all’emergia di un prodotto non conoscendone la Transformity. Il valore economico non è, però, una misura del vero costo di un prodotto, ma del suo ruolo sul mercato. In questo capitolo si trattano alcuni indici che mettono in relazione i flussi emergetici con quelli economici, e, in senso lato, con il funzionamento della società. In base ai risultati ottenuti si possono esprimere conclusioni sul peso ambientale locale dell’industria edile. 150 9.1 Introduzione L’indice EMR è una sorta di collegamento tra i flussi emergetici e quelli economici che attraversano un sistema territoriale; per cui, la sua funzione è quella di fornire un dato di riserva nelle analisi emergetiche qualora si possedesse il costo economico di un prodotto, ma non la sua transformity. L’indice EMR rappresenta un sistema economico (Paese, regione, territorio), e non può essere applicato ad un singolo sistema produttivo, o ad un solo prodotto; infatti, nel paragrafo seguente, si dimostra che l’emergia dell’edificio e delle sue Parti Costruttive, calcolata a partire dal prezzo e dal rapporto sej/€ della zona più vicina, risulta sottostimata di un ordine di grandezza. Per un sistema produttivo (cioè in micro-economia) è più adatto utilizzare un rapporto tra l’emergia dei fattori produttivi ed i costi ad essi relativi, o comunque calcolati sul processo e non su tutto il sistema economico in cui esso è inserito. Un indice alternativo è l’Indice Φ, introdotto di recente (Pulselli F.M. et al., 2006); può essere calcolato ad un livello di micro - sistema (cioè di microeconomia), dividendo l’Emergia dei flussi in entrata acquistati dall’esterno (F) per il corrispondente valore economico (cioè il Costo di Produzione, PrC): Φ ratio (seJ/€) = Emergy of purchased inputs (seJ/yr) / Production Costs (€/yr) = ∑ Fi x Tri / i ∑ Fi x PrCi i dove Fi è l’i-esimo bene commerciale espresso in unità di massa o di energia, Tri è la corrispondente transformity e PrCi il rispettivo costo. In questo caso, il flusso in entrata (in emergia) corrisponde esattamente ad un flusso in uscita (in denaro). In generale, il denaro che viene speso per un certo prodotto è direttamente proporzionale all’importanza della funzione che il prodotto stesso svolge nella società. L’indice Φ permette di caratterizzare e diversificare processi che danno prodotti simili, sulla base della valutazione della funzione di produzione, e di riconoscere il valore delle risorse ambientali locali che supportano il sistema (R e N). Tale rapporto permette, inoltre, di ridurre l’approssimazione derivante dall’uso del tradizionale dell’EMR calcolato sulla base del PIL. Il Φ ratio ha permesso, in questo lavoro, di ottenere due importanti conclusioni: 151 - Stima dell’errore di un calcolo emergetico dell’edificio a partire dal rapporto Emergia/PIL locale. - Calcolo dell’Indice Φ per le parti strutturali dell’edificio. Per concludere l’analisi, sono stati presi in considerazione opportuni indici emergetici che permettono di connettere, in maniera più o meno legata a situazioni particolari, i flussi economici con quelli delle risorse naturali. In questa tesi sono stati analizzati alcuni di questi indici, per valutare l’errore di una stima economica dei prodotti utilizzati nella costruzione dell’edificio, rispetto ad una corretta analisi emergetica. 9.2 Calcolo dell’emergia a partire dalla situazione economica: stima dell’errore Abbiamo accennato precedentemente che il rapporto tra il flusso di emergia in un sistema territoriale ed il suo P.I.L. può essere utile nel caso non si possedesse la Transformity di un prodotto del sistema considerato. In questo caso, si moltiplicherebbe il costo del prodotto per l’EMR, calcolato localmente ed espresso in sej/€, in modo da trovare l’emergia di questo prodotto (lo stesso vale per un servizio o un processo). Il rapporto tra l’emergia dei materiali edili utilizzati nell’edificio ed il loro costo economico, in sej/€, è stato utilizzato per calcolare l’emergia della Manutenzione, conoscendone il costo in € (Capitolo 6); in tal caso, il valore del flusso di sej/€ è il più adatto alla particolare applicazione, essendo il più locale calcolabile. E’ stata calcolata, a ritroso, l’emergia delle Parti Costruttive dell’edificio, e dunque dell’edificio stesso, partendo dal rapporto tra il Flusso totale di Emergia della Provincia di Siena e il suo P.I.L. (rapporto sej/€ più recente, corretto e territorialmente vicino presente in letteratura. Fonte: Spin-Eco 2001/04, dati di P.I.L. e Flusso Emergetico Totale riferiti all’anno 1999) e dai costi economici delle varie Parti Costruttive. I valori ottenuti si discostano di circa un ordine di grandezza da quelli calcolati con le emergie specifiche ed i metodi tradizionali. 152 Parti Costruttive Scavo e installazione Cantiere Costi Unità Transformity (sej/€) Emergia (sej) Emergia Tradizionale (sej) Differenza dai valori da calcolo tradizionale (sej) Φ (sej/€) 4311.6 € 2.48E+12 1.07E+16 5.95E+16 4.88E+16 1.38E+13 Fondazione 103632.5 € 2.48E+12 2.57E+17 2.22E+18 1.97E+18 2.15E+13 Telaio 132836.4 € 2.48E+12 3.30E+17 2.00E+18 1.67E+18 1.51E+13 200803 € 2.48E+12 4.99E+17 1.02E+18 5.22E+17 5.08E+12 218429.8 € 2.48E+12 5.42E+17 5.08E+18 4.53E+18 2.32E+13 Temponamenti Esterni Solaio Coperture 23655 € 2.48E+12 5.87E+16 1.05E+18 9.92E+17 4.44E+13 Opere Interne 208479.8 € 2.48E+12 5.18E+17 1.07E+18 5.50E+17 5.12E+12 Rivestimenti Lapidei 12394.5 € 2.48E+12 3.08E+16 2.32E+17 2.01E+17 1.87E+13 Infissi 47350 € 2.48E+12 1.18E+17 4.47E+16 -7.29E+16 9.43E+11 Lattonerie 3015 € 2.48E+12 7.49E+15 9.20E+16 8.45E+16 3.05E+13 Fognature 49650 € 2.48E+12 1.23E+17 5.67E+18 5.55E+18 1.14E+14 993305.9 € 2.48E+12 2.47E+18 Totale edificio Emergia edificio (calcolo tradizionale) 1.87E+13 1.85E+19 Tabella 9.1. Calcolo Emergetico a partire dal Costo, stima dell'errore rispetto al valore reale di emergia e calcolo dell'Indice Φ. Come si può vedere dai dati riportati nella tabella 9.1, l’emergia di ogni parte costruttiva calcolata a partire dai valori di costo economico, risulta sempre sottostimata, ad eccezione della voce riguardante gli infissi. Di fatto, questa voce costituisce una spesa non irrisoria per chi si insedia in un’abitazione; il suo valore commerciale è probabilmente maggiorato poiché riveste un ruolo importante, ma dal punto di vista emergetico ha una rilevanza minore. In generale, dunque, l’economia sottostima i prodotti per l’edilizia, rispetto al loro impatto sul depauperamento delle risorse naturali. L’emergia calcolata partendo dal costo economico risulta, in media, più bassa di un ordine di grandezza. 153 9.3 L’indice Φ: rapporto F/Pr.C. L’indice Φ è rappresentato dal rapporto tra l’emergia di un flusso proveniente dall’esterno del sistema in esame (Fi) ed il costo sostenuto per la sua produzione (Pr.C.i). I due flussi devono corrispondere rigorosamente. Poiché, nel caso della costruzione dell’edificio e, più in particolare, delle sue parti costruttive, tutti i materiali e l’energia necessari provengono dal mercato e dall’esterno (si tratta, cioè, di un puro processo di produzione, che non utilizza risorse “locali”), tale rapporto si calcola dividendo l’intera emergia della parte costruttiva per il suo costo (cioè la quantità di euro – o altra valuta corrente – necessaria per produrlo), ricavabile dal Computo Metrico Estimativo. Benché i valori di emergia, calcolati, siano legati alla tipologia dell’edificio e della parte costruttiva considerata, del sito di costruzione, della situazione economica della regione in cui si trova tale sito, il loro ruolo (vedere la tabella 9.1) è utilissimo nel caso in cui ci si trovi ad affrontare una situazione simile al presente lavoro, cioè un’analisi emergetica di un edificio o parte di esso, e non si sia in possesso di un’adeguata transformity per il materiale in esame. Il valore totale di sej/€ della costruzione dell’edificio corrisponde, per quanto appena detto, a quello di Φ; tale valore risulta 1.87x1013 sej/€. Il significato di questo indicatore, benché attualmente non molto chiaro, è che, per la costruzione di un edificio, prende parte un flusso di materiali quantitativamente e qualitativamente sottostimato dall’economia: tutto ciò manifesta, per questo processo, uno sfruttamento delle risorse naturali, da parte dell’uomo, non completamente valutato. Per costruire un edificio serve una quantità di materiali, di un’adeguata qualità, che viene sottovalutata dal mercato: questo processo di costruzione ha un peso sul Capitale Naturale maggiore della media dei processi dell’economia locale. 154 CONCLUSIONI Questa tesi è stata svolta con l’obiettivo di sviluppare un metodo di contabilità ambientale finalizzato alla valutazione della sostenibilità dei processi costruttivi tradizionali e di alcune pratiche della bioarchitettura. Si è osservato che la valutazione della sostenibilità ambientale di materiali e elementi costruttivi impiegati per la costruzione di un edificio, dipende dalla combinazione di parametri quantitativi (es. volume e peso specifico dei materiali), qualitativi (processi produttivi e impatti dei materiali) e temporali (tempo di vita o resistenza nel tempo). Si è pertanto fatto ricorso ad un consolidato metodo di contabilità ambientale per una valutazione complessiva che combinasse questi diversi parametri. Attraverso un’analisi emergetica si sono fornite indicazioni di carattere generale e altre più specifiche e puntuali sui processi di costruzione, gestione e uso di un edificio. Sono state analizzate diverse parti strutturali e ipotizzate soluzioni alternative, per il contenimento dei consumi energetici e la generazione di elettricità. Nello specifico, sono stati studiati processi di produzione di materiali edili come il cemento e i conglomerati. Inoltre, i risultati dell’analisi emergetica sono stati confrontati nell’ambito di una valutazione costi-benefici (in termini di investimento iniziale e risparmio nel tempo di risorse naturali) per la selezione di sistemi costruttivi di facciata e per la verifica di una tecnologia fotovoltaica. I principali risultati ottenuti in questa tesi sono riportati in forma breve di seguito. E’ stata condotta una stima del “peso ambientale” dei processi di trasformazione (es. il trasporto) e produzione dei materiali edili: • Le Emergie Specifiche o Transformity di cementi e conglomerati (calcestruzzo), due tra i materiali edili più diffusi e a più alto impatto ambientale, sono rispettivamente 3.04x109 sej/g e 1.80x109 sej/g. • Il trasporto dei materiali edili, che agisce come un processo di trasformazione nello spazio, sul quale incide la scelta di materiali locali piuttosto che importati da altre zone, necessita di un flusso di emergia pari a 1.66x105 sej/g (cioè per grammo di materiale trasportato) per ogni chilometro percorso. 155 Sono stati ottenuti valori specifici e comparabili relativi alle fasi di costruzione di un edificio, di manutenzione nel tempo e di uso come abitazione civile. • Nel caso di studio, si è calcolato che il processo di costruzione dell’edificio ha richiesto un investimento di emergia di 1.99x1019 sej, dei quali 1.25x1019 sono attribuiti alle sole materie prime. In virtù di un tale investimento iniziale di materiali ed energia, si è considerato un edificio come un serbatoio di risorse naturali, una struttura che fa da sostegno per la funzione abitativa. • Il materiale di maggior peso è il calcestruzzo, che costituisce il 42.64% dell’emergia totale dei materiali, pari a 5.34x1018 sej. Le Parti Costruttive a più alto impatto ambientale sono le fondazioni, le strutture in elevazione (telaio di travi e pilastri) e i solai (rispettivamente 17.21%, 15.49%, 37.41% sul totale dell’emergia per la costruzione dell’edificio). • L’edificio, un deposito di emergia che dissipa, nel tempo, le sue qualità originali per perdita entropica, richiede per mantenere tali qualità, un apporto ulteriore di materia ed energia che viene fornito nel tempo in forma di opere di manutenzione. La manutenzione è stata stimata al pari di un flusso costante di emergia di 1.37x1017 sej/anno. • I consumi per la funzione abitativa, in forma di flussi costanti di emergia risultano 6.40x1016 sej/anno di energia elettrica, 5.52x1013 sej/anno di gas per riscaldamento, e 3.54x1015 sej/anno di acqua potabile. Sono stati inoltre proposti tre scenari alternativi per sistemi di facciata che funzionano da tramite tra l’interno e l’esterno, tra lo spazio abitato e l’ambiente. La scelta di elementi costruttivi differenti comporta differenze di investimento iniziale. • Dall’analisi emergetica risulta che la posa in opera di un sistema di facciata tradizionale ad intercapedine necessita di 8.44x1017 sej. L’applicazione di un rivestimento esterno in sughero per migliorare le prestazioni termiche della facciata richiede ulteriori 1.28x1017 sej, mentre l’applicazione di una facciata esterna ventilata necessita di 2.16x1017 sej. Agli ultimi due scenari, finalizzati al miglioramento delle prestazioni termiche del sistema di facciata, corrisponde un vantaggio termico e un risparmio di risorse. 156 • Con il sistema di facciata con rivestimento in sughero si risparmiano 2.46x1015 sej/anno, equivalenti a gas metano per riscaldamento e elettricità per condizionamento; con il sistema di facciata ventilata si risparmiano 2.40x1016 sej/anno. Si è proceduto poi alla stima dei costi e dei risparmi emergetici per una tecnologia fotovoltaica applicata all’edificio. • L’installazione di un Pannello Fotovoltaico per soddisfare parzialmente i bisogni energetici dell’edificio ha un costo ambientale relativamente basso, 2.12x1014 sej per una produzione da 3 kWp. L’energia elettrica ottenuta possiede una transformity di 1.21x104 sej/J, minore di quella dell’elettricità normalmente utilizzata (2.07x105 sej/J). La metodologia utilizzata ha permesso di svolgere una valutazione complessiva del peso ambientale dell’edificio ed un’analisi più approfondita di alcuni aspetti più importanti. Si è valutato quale materiale edile, quale elemento di una costruzione, quale tecnologia costruttiva ha maggiore impatto ambientale, in termini di consumo di risorse, combinando in un bilancio complessivo aspetti quantitativi, qualitativi e di durata. Si è osservato, per esempio, che alcune tecniche di bioarchitettura richiedono investimenti iniziali di risorse per la messa in opera, ma permettono risparmi nel tempo di vita dell’edificio. L’analisi comparata emergetica ed economica, mostra come ci sia, in generale, una divergenza tra la valutazione economica delle risorse naturali ed il loro reale valore. Il costo delle costruzioni in generale tiene conto in massima parte del lavoro di uomini e mezzi che intervengono nel processo e in minima parte delle materie prime. Il sistema di valutazione qui utilizzato, al contrario, attribuisce un alto valore ambientale ai materiali e all’edificio in sé, riconoscendo il ruolo rilevante del settore edile nelle dinamiche e nelle politiche ambientali globali. 157 APPENDICI Appendice A: Calcoli Emergetici Appendice B: Valore Attuale Netto e Indici Economici Correlati Appendice C: elenco delle transformity ed emergie specifiche utilizzate Appendice D: calcolo dell’emergia specifica della terra cruda per laterizi 158 Appendice A CALCOLI EMERGETICI Nella seguente sezione sono contenute le note a supporto di tutte le tabelle presentate nei Capitoli precedenti. In queste note sono esposti tutti i calcoli necessari per convertire i dati acquisiti, in termini tali, da poter essere trasformati in emergia per mezzo delle transformity, o, nel caso di altri risultati, i calcoli per ottenere le risposte richieste. 159 CALCOLI RELATIVI ALL’EMERGIA SPECIFICA DEL CEMENTO, DEL CALCESTRUZZO E PER IL TRASPORTO TABELLA 5.1, CAPITOLO 5 Calcolo dell’Emergia Specifica del Cemento Dati ricavati dall’analisi del ciclo di vita del cemento, Cementir S.p.A., stabilimento di Spoleto (PG). Dati originali produzione annua (media) (www.cementir.it) Transformity Fabbisogni elettrici 82 GWh Petcoke Olio combustibile 2.07 E+5 sej/J (Odum, 1992) 54000 t 9.30 E+4 sej/J (Bastianoni, 2005) 1500 t 9.30 E+4 sej/J (Bastianoni, 2005) Calcare 810000 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Argilla 190000 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Gesso Chimico 28000 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Pozzolana 57000 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) 6000 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Tassello Esplosivi Sacchi di carta 22 t 6.38 E+8 sej/g 3800000 pezzi Polietilene (Odum, 1992) 6.55 E+9 sej/g (Odum, 1991) 67 t 8.85 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Pancali di legno (Pallets) 22000 pezzi 2.40 E+9 sej/g (Odum, 1996) 3 1.95 E+6 sej/g (Tiezzi, 2001) Acqua 320000 m Produzione annuale (Capacità Produttiva Nominale): 715000 t di cemento = 7.15 E+11 g. Unità di prodotto della mia analisi: 1 g. Fattore di divisione dei dati originali per ottenere il dato da trattare: 7.15 E+11 (da grammo a grammo). Ore di lavoro annue 1740 h Operai della filiera 60 Spesa energetica Fattore di conversione in joule 125 kcal/h 4186 J/kcal Lavoro umano per unità di prodotto = = (ore/anno * # operai * consumo energetico/ora) / (produzione annua) = = (1740*60*125*4186)/ 7.15 E+11 = = 0.0764 J/g Transformity del lavoro umano: 7.38 E+6 sej/J (Ulgiati et al., 1994) 160 TABELLA 5.2, CAPITOLO 5 Calcolo dell’Emergia del Trasporto di Materiali Edili - Composizione percentuale del camion Transformity (Buranakarn, 1998) Acciai (vari tipi) 67.50 % 6.97 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Alluminio 5.80% 2.13 E+10 sej/g (Buranakarn, 1998) Gomma 4.20% Plastica 7.7% 9.86 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Vetro 2.90% 8.40 E+8 sej/g (Odum, 1996) Rame 1.4% 1.04 E+11 sej/g (Brown, 1991) Zinco 0.5% 1.04 E+11 sej/g (Odum, 1996) Altri Metalli 0.90% 6.97 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Altri Materiali 9.10% 1.68 E+9 sej/g Peso di un camion Portata 7.22 E+9 sej/g (Odum, 1996) (Odum, 1996) 9200000 g (dati Iveco, modello Trakker T-48) 23000000 g (dati Iveco, modello Trakker T-48) Chilometri percorsi nel tempo di vita: 900000 km Quantità di camion, allocata ad un grammo trasportato e ad un km percorso: (peso)/(Portata)*(km totali) = = 9200000/(23000000*900000) = = 4.44 E-7 g - Combustibile: consumo a pieno carico 0.4 L/km densità diesel (dati Iveco) 838.78 kg/L potere calorifico 43020.79 kJ/kg viaggi 2 (andata e ritorno dal sito produttivo) Combustibile utilizzato per grammo trasportato: (consumo al km)*(densità)*(Potere calorifico)*(viaggi)/(portata) = = 1.26 J/g Transformity 1.13 E+5 sej/J (Bastianoni et al., 2005) - Lavoro (autista, carico, scarico): Ore complessive di lavoro: Calorie spese Conversione kcal → J Percorso realizzabile nel periodo di attività 6h 125 kcal/h 4186 J/kcal 50 km Energia spesa al grammo trasportato ed al km percorso = = (ore)*(calorie)*(Fattore di conversione in Joule)/(percorso medio)*(capienza) = = 6*125*4186/(50*23000000) = = 2.73 E-3 J Transformity del lavoro umano: 7.38 E+6 sej/J (Ulgiati et al., 1994) 161 TABELLA 5.3, CAPITOLO 5 Calcolo dell’Emergia Specifica del Conglomerato - Materie prime: percentuale Transformity Acqua 8.20% Cemento 16.39% Sabbia 29.51% 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Ghiaia 45.90% 1.68 E+9 sej/g (Odum, 1996) Quantità finale di calcestruzzo di riferimento: 1.95 E+6 sej/g (Tiezzi et al., 2001) 3.04 E+9 sej/g (questo lavoro, tabelle precedenti) 1g - Trasporto: tabella precedente - Cantiere: fase di carico, scarico e miscelazione: Betoniera: calcolo uguale al punto “Composizione percentuale del camion”, Tabella Precedente, allocata su 100 g Silo: Volume acciaio utilizzato = 201 m3 = 7850 kg/m3 Densità Peso = volume * densità = 1.57 E+6 kg Giorni di utilizzo: 365 giorni /anno 2 anni di cantiere 30 anni totali Capienza: 23000000 g Acciaio per 1 g di conglomerato: (peso silo)/(giorni*anni*capienza) = = 3.13 E-3 g Transformity 6.97 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) - Combustibile: Combustibile calcolato per il trasporto (Tabella precedente) moltiplicato per 100 km (equivalenti a due ore di impastatura. - Lavoro umano per miscelazione: operai: 2 ore di lavoro: 4 energia spesa: 125 kcal/h Conversione 4186J/kcal Energia spesa = (operai)*(ore di lavoro)*(energia consumata ogni ora) = = 0.182 J Transformity del lavoro umano: 7.38 E+6 sej/J (Ulgiati et al., 1994) 162 CALCOLI RELATIVI ALLA TRANSFORMITY DELL’EDIFICIO TABELLA 6.1, CAPITOLO 6 Riferimenti della tabella di calcolo dell’emergia dei materiali I) COSTRUZIONE DELL’EDIFICIO: A. Perdita di Sostanza organica del suolo: Volume di suolo smosso = 2436 m3 (Computo Metrico) 3 3 Densità del suolo (argilloso sabbioso) = 1.60 g/cm = 1600 kg/m (www.biopuglia.iamb.it) Massa di suolo smosso: volume x densità = 3897.6 kg. Percentuale in peso di materia organica nel suolo = 3% Contenuto energetico medio di sostanza organica: 5 kcal/g (Odum, 1996) Energia della sostanza organica (J) = massa netta x 3% x contenuto energetico x 4186 J/kcal = 2.45*1012 J. Transfromity: 1.24*106 sej/J B. (Odum, 2000) Irraggiamento Solare: Area del cantiere: 1.44*107 m2 (Computo Metrico) Albedo: 80% Irraggiamento: 5.20*109 J/m2/anno (media regionale Sardegna) Periodo di tempo: 2.5 anni di cantiere Energia in arrivo = Area x I x Albedo x tempo = 1.5*1017 J Transformity dell’energia solare: 1, per definizione. C. Operazioni preliminari di Scavo, sbancamento, riempimento. Installazione del cantiere Costi forniti dal computo metrico. Tabella 8, Capitolo 6, voce: Installazione Cantiere, Scavi: Gru: peso 1921.875 kg Transformity acciaio: 6.79E+9 sej/g (Catalogo ditta SAEZ, Modello S-36) (Buranakarn, 1998) Ruspe: vedere riferimenti Tabella 5.2, Capitolo 5. 163 Combustibile: benzina per generatore: ore al giorno: 6 giorni: 700 consumo: 1L/h potere calorifico 43333 kJ/kg densità 1.35 kg/L consumo totale = ore x giorni x consumo x potere calorifico x densità = = 2.46 E+11 J Transformity 1.86 E+5 sej/J (Ulgiati et al., 1994) Diesel per ruspe: consumo 0.4 L/km densità 838.78 kg/L potere calorifico 43020.79 kJ/kg percorso 300 km = ore di scavo consumo totale = consumo x densità x potere calorifico x percorso = = 2.17 E+9 J Transformity 1.13 E+5 sej/J D. (Bastianoni et al., 2005) Conglomerato Cementizio: Transformity trovata in questo lavoro (Capitolo 5) D-1: Fondazioni: a) Magrone: 68.50 m3 di conglomerato con cemento 32.5 R 3 Densità 2400 kg/m b) Fondazioni a platea: 373.43 m3 di conglomerato 32.5 R, rck=30 N/mm2 Densità 2400 kg/m3 D-2: Strutture in Elevazione: Muratura Continua; 43.82 m3 di conglomerato 3 Densità 2400 kg/m (Computo Metrico) (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) D-3: Solaio in laterocemento. Densità 2400 kg/m3 (Wienke, 2004) 164 a) Solaio in aggetto: spessore 24 cm interasse 62 cm pignatta 50x20x25 cm rapporto lineare pignatta/calcestruzzo 50/12 (approssimazione per superficie) soletta superiore spessore 4 cm. (Computo Metrico) Volume totale: (1495.87x12/62) x 0.2 + 1495.87x0.04 = = 118 m3. b) Solaio in aggetto di spessore 20 cm: come per precedente. Volume totale: (312,51x12/62) x 0.16 + 312.51x0.04 = = 22.2 m3 c) Solaio a Lastre: soletta inferiore e superiore di spessore 4 cm; interasse 60 cm, rapporto lineare 50/10 (Computo Metrico) Volume totale: (0.04+0.04) x 376.28 + (376.28x10/60) x 0.27 = = 47 m3. D-4: Travi e Pilastri travi 196 m3 pilastri 91 m3 Densità 2400 kg/m3 (Wienke, 2004) D-5: Terrazzi in aggetto Volume = 7.98 m3. Densità 2400 kg/m3 D-6: Parapetti a vista e non e gronda: 17.60 m3 Densità 2400 kg/m3 D-7: Scale: 15.80 m3 Densità 2400 kg/m3 D-8: Ballatoio Scale: 15.00 m3 Densità 2400 kg/m3 D-9: Muratura Ascensori: 47.64 m3 3 Densità 2400 kg/m (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) (Computo Metrico) (Wienke, 2004) 165 D-10: Copertura Gattaiolata: in base al Computo Metrico, la copertura del tetto, nelle sue parti inclinate, è del tipo a gattaiola, è formata da: muretti in pendenza, ad interasse 90 cm; sopra, tavelle 90x40x5 cm, coperte da una rete di acciaio elettrosaldata, a maglia 10x10 cm, il tutto coperto da un massetto di 3 cm di calcestruzzo. larghezza tetto 7.7 m (Computo Metrico) 2 superficie tetto (copertura sull’edificio) 120 m lunghezza tetto (considerato un unico rettangolo):120/7.7= = 15.5844 m altezza massima tetto: 2.6 m lunghezza piano inclinato: √(2.6)2 + (7.7)2 = = 8.15 m superficie tetto (all’esterno, inclinata): 15.5844x8.15= = 127.01 m2 Volume Massetto in Calcestruzzo: 127.01m2 x0.03 m = = 3.81 m3 Densità 2400 kg/m3 (Wienke, 2004) D-11: Fogne: a) Fosse biologiche in calcestruzzo prefabbricato: dimensioni esterne 1.05x1.05x2.05m dimensioni interne: 1x1x2 m numero di pezzi: 16; volume totale: ((1.05*1.05*2.05)-(1*1*2))*16= = 4.16 m3 3 Densità 2400 kg/m (Computo Metrico) (Wienke, 2004) b) Piedistallo in cemento armato: superficie 2x2 m x 16 fosse biologiche = 64 m2 spessore 0.05 m volume = 64x0.05= = 3.2 m3 (Computo Metrico) densità 2400 kg/m3 c) Pozzetto in C.A.V., c.s. vibrocompresso: (Wienke, 2004) (“Gecoprem s.r.l.-Conglomerati in C.A.V.”) dimensioni esterne 0.4x0.4x0.4 m dimensioni interne 0.32x0.32x0.36 m dimensioni coperchio: 0.52x0.52x0.07 m numero pozzetti: 10 Volume totale: ((((0.4)3-(0.32*0.32*0.36))+(0.52*0.52*0.07)))*10 = 166 = 0.461 m3; Densità 2400 kg/m3 (Wienke, 2004) D-12: Malta di cemento per massetto di sottofondo per la posa di pavimentazioni: superficie 1373.87 m2; spessore 0.07 m; (Compuro Metrico) 3 (Wienke, 2004) Densità 2100 kg/m Transformity 3.31 E+9 sej/g E. (Buranakarn, 1998) Laterizi Transformity 3.68 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) E-1: Tramezzi con foratelle 10 fori, 8x25x25 cm: superficie 1247 m2, spessore 0.08 m; (Computo Metrico) 3 densità 666.667 kg/m (Bruno S., 1999) E-2: Tamponamento Faccia Vista: il tamponamento della parete esterna, avente la faccia dei mattoni a vista verso l’esterno, è costituito da 3 strati: lo strato esterno di mattoni alleggeriti modello UNI della ditta I.B.L., un strato di materiale termoisolante ISOVER, ed un ultimo strato interno di foratelle a 6 fori. L’intercapedine di aria si trova tra i mattoni I.B.L. e l’isolante. La parte interna è intonacata. 167 Figure A.1: parete ad intercapedine a) Foratelle 6 fori: superficie 1276 m2; spessore 0.08 m; volume 0.08x1276 = 102.08 m3 3 (Computo Metrico) (Wienke, 2004) Densità 625 kg/m b) Mattoni ditta I.B.L.: superficie 1276 m3; spessore 0.12 m; volume 0.12x1276 = 153.12 m3; Peso 1.9 kg cadauno (Computo Metrico) (pesato personalmente con bilancia a bilanciere meccanico) 2 numero mattoni per m = 66; peso totale: 1.9x66x1276 = 160010.4 m3; Densità: 160010.4/ 153.12 = 1045 kg/m3; E-3: Tamponamento POROTON: laterizi a blocchi forati di dimensioni 30x 25x15 cm o 30x30x20 cm. a) Spessore 20 cm: volume 919x0.2 = 18.38 m3 (Computo Metrico) 3 Densità calcolata 1000 kg/m (Bruno S., 1999) b) Spessore 25 cm: volume 80x0.25 = 2 m3 Densità calcolata 1000 kg/m3 (Computo Metrico) (Bruno S., 1999) 168 E-4: Copertura Gattaiolata: vedere spiegazione al punto D-10; a) Blocchi Poroton Doppio UNI, ditta I.B.L., di dimensioni 12x12x25 cm; Calcolo del Volume totale: altezza massima dei muretti: 2.60 m; larghezza muretti (considerato un unico rettangolo): 7.70 m; numero muretti: (lunghezza rettangolo tetto / distanza tra i muretti) = 15.5844/0.90 = = 17.316, approssimato a 20; 2 superficie di ogni muretto: 2.60x7.70 = 100.1 m ; volume per muretto: 100.1x 0.12 = 12.012 m3; volume totale: 12.012x20 = 240.24 m3; Densità: 1050 kg/m3 (Bruno S., 1999) b) Tavella 90x40x5 cm: 19 tavelle per 20 muretti; Tavelle per larghezza muretto = lunghezza pendenza/larghezza tavella = =8.15/0.40 = 20.375; totale tavelle: 19x20.375 = 387.125; volume tavella: 0.9x0.4x0.05 = 0.018 m3 cadauna; volume totale: 0.018x 387.125 = 6.96825 m3; Densità 667 kg/m3 (Wienke, 2004) E-5: Solaio: Pignatte; densità 625 kg/m3 (Wienke, 2004) a) Pignatta dimensioni 50x20x25 cm: 8 pignatte al m2 165144.048 kg totali (ditta Fornace Carena, Cambiano) b) Pignatta dimensioni 50x16x25 cm: 8 pignatte al m2 29500.944 kg totali (ditta Fornace Carena, Cambiano) E-6: Tegole di tipo Portoghese: 2.9 kg l’una dimensioni 41x24 cm 55 kg/m2 (Neufert, 2004) peso totale: peso al metro quadro x superficie copertura (punto C-10) = = 55 x 127.01 = 6990 kg; 169 F. Coibentazioni: le coibentazioni con membrane isolanti e/o PVC sono state realizzate su tutte le superfici esposte a pioggia (superfici dei terrazzi e del tetto) e a risalita capillare dal terreno (interrate nello scannafosso). F-1: Membrana Elastomerica e Plastomerica per terrazzi, piano terra e copertura tetto (miscele di bitume e polimeri con poliestere) Spessore: 4 mm; superficie: 980 m2 copertura + 208 m2 piano terra + 307 m2 terrazzi = 1495 m2; Volume 1495x0.004 = 5.98 m3; Densità 1600 kg/m3 Transformity: 8.85 E+9 sej/g (Maura, 1992) (Buranakarn, 1998) F-2: Coibentazioni in ISOVER di solai e piani inclinati: superficie 580 m2, spessore 6 mm, volume 0.06x580 = 34.8 m3; Densità: 30 kg/m3 Transformity: 8.85 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) F-3: Guaina Elastomerica per muratura continua per parete interrata di 3 metri nello scannafosso; lunghezza scannafosso 64.5 m; spessore guaina 0.004 m; volume 0.004x64.5x3 = 0.774 m3; Densità 1600 kg/m3 Transformity: 8.85 E+9 sej/g (Maura, 1992) (Buranakarn, 1998) F-4: Strato termoisolante per Tamponamento Faccia Vista in ISOVER superficie 1276 m2, spessore 0.06 m, volume 0.06x1276 = 76.56 m3; Densità: 30 kg/m3 Transformity: 8.85 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) F-5: Blocchi di Polistirolo Espanso per solaio a lastra: interasse 60 cm; dal punto C-3 c) si ricava che: volume totale: (376.28 x 50/60) x 27 = 8470 m3; Densità: 30 kg/m3 Transformity: 8.85 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) 170 G. Intonaci in malta di calce bastarda: gli intonaci per gli interni, per gli esterni e per l’arriccio sono stati realizzati con malta di calce bastarda, composto da un inerte abbastanza fine, di solito sabbia, per 2,5/3 parti, e per una parte dal legante, malta di calce. G-1: Intonaco per esterno: superficie 40 m2 (Computo Metrico) spessore 1 cm; volume: 40x0.01 = 0.4 m3; Densità: 1.45 kg/m3 (Bruno S., 1999) Transformity: 3.29 E+9 sej/g (Meillaud, 2003) G-2: Intonaco per interno: Arriccio: superficie 40 m2 (Computo Metrico) spessore 1 cm; volume 40x0.01 = 0.4 m3; Densità: 1.45 kg/m3 (Bruno S., 1999) Transformity: 3.29 E+9 sej/g (Meillaud, 2003) G-3: Intonaco per interno: superficie: interni 6980 m2, vano scala 870 m2 (Computo Metrico) spessore 1cm; volume (6980+870)x0.01 = 78.5 m3; Densità: 1.45 kg/m3 (Bruno S., 1999) Transformity: 3.29 E+9 sej/g (Meillaud, 2003) H. Materiali Lapidei e Ceramiche: tutti i rivestimenti sono stati effettuati con travertino, mentre le pavimentazioni, i rivestimenti di bagni e cucine e i battiscopa sono stati fatti in Gres Porcellanato. H-1: Rivestimenti in Travertino: a) Soglie di porte e finestre: lunghezza 712 m; larghezza media 0.25 m; spessore 0.02 m (Computo Metrico) 3 Volume 712x0.25x0.02 = 3.56 m ; Densità 2560 kg/m3 Transformity: 2.44 E+9 sej/g (Neufert) (Odum, 1996) b) Cimasa: la Cimasa è il rivestimento in travertino dei parapetti presenti nelle parti piane della copertura del tetto. 171 La sezione, mostrata in figura, dipende dallo spessore della muratura a Faccia Vista. La superficie in sezione risulta essere: 2x(0.06x0.03) + 0.30x0.03 = 0.0126 m2 Lunghezza 114.3 m. Volume 114.3x0.0126 = 1.44018 m3; Densità 2560 kg/m3 Transformity: (Neufert, 2004) 2.44 E+9 sej/g (Odum, 1996) Figura A.2:sezione della cimasa c) Rivestimento Scale: superficie 154.30 m2 (Computo Metrico) spessore 0.02 m volume 0.02x154,30 = 3.086 m3; Densità 2560 kg/m3 Transformity: (Neufert, 2004) 2.44 E+9 sej/g (Odum, 1996) d) Rivestimento Ballatoi e Ingressi: superficie 116.95 m2 (Computo Metrico) spessore 0.02 m; volume 0.02x116.95 = 2.339 m3; Densità 2560 kg/m3 Transformity: (Neufert, 2004) 2.44 E+9 sej/g (Odum, 1996) e) Rivestimento Facciata: superficie 40 m2 (Computo Metrico) spessore 0.02 m Volume 0.02x40 = 0.8 m3; Densità 2560 kg/m3 Transformity: (Neufert, 2004) 2.44 E+9 sej/g (Odum, 1996) H-2: Gres Porcellanato: a) Pavimento per Piano Interrato: superficie 426 m2 (Computo Metrico) spessore 0.012 m (Wienke, 2004) 3 Volume 0.012x426 = 5.112 m ; Densità 2200 kg/m3 (Wienke, 2004) 172 Transformity: 4.80 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) b) Pavimento per Appartamenti: superficie 1488 m2 (Computo Metrico) spessore 0.012 m, (Wienke, 2004) 3 Volume 0.012x1488 = 17.856 m ; Densità 2200 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity: 4.80 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) c) Rivestimenti per Bagni e Cucine: superficie 788 m2 (Computo Metrico) spessore spessore 0.012 m (Wienke, 2004) Volume 0.012x788 = 9.456 m3; Densità 2200 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity: 4.80 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) d) Battiscopa: lunghezza 1835 m (Computo Metrico) larghezza 8 cm spessore 0.012 m (Wienke, 2004) 3 Volume 0.012x0.08x1835 = 1.7616 m ; Densità 2200 kg/m3 Transformity: 4.80 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) H-3: Cotto per pavimentazione dei terrazzi superficie: 107.50 m2 esterni, 154.30 m2 terrazzi (Computo Metrico) spessore 9 mm volume (107.50+154.30)x0.009 = 2.36 m3; Densità 1200 kg/m3 Transformity: 4.80 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) H-4: Massetto Leca in calcestruzzo rck= 150 per sottofondo delle pavimentazioni (punto D-12), viene parzialmente posta su una copertura in piastre di LECA, ossia argille alleggerite: dimensioni 50x50x15 cm 173 foratura da 0 al 30% superficie 465 m2 (Computo Metrico) spessore 0.15 m volume 0.15x465 = 69.8 m3; Densità 800 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity del calcestruzzo, questo lavoro, Capitolo 5. I. Malte e Collanti: I-1: Malte per Murature: densità 1.30 kg/m3 (Wienke, 2004) 2 quantità per metro quadro 1 kg/m (catalogo “WEBER-BROUTIN”,2003) Transformity 3.31 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) a) Muratura Tramezzi: superficie 1247 m2 quantità utilizzata 1x1247 = 1247 kg. b) Muratura tamponamento Poroton 20 cm: superficie 919 m2 quantità utilizzata 1x919 = 919 kg; c) Muratura tamponamento Poroton 25 cm: superficie 80 m2 quantità utilizzata 1x80 = 80 kg; d) Muratura Tamponamento Faccia Vista: questa muratura ha un doppio strato, e dunque necessita di doppia quantità di malta; superficie 2x1276 m2 quantità utilizzata 2x1276x1 = 2552 kg; e) Muratura Copertura Gattaiolata: superficie 100.1x20 = 2002 m2 quantità utilizzata: 2002x1 = 2002 kg. I-2: Malte Collanti per i rivestimenti in cotto, travertino e Gres Porcellanato: Densità 1.5 kg/m3 quantità utilizzata per superficie 1 kg/m2 (catalogo “WEBER-BROUTIN” 2003) a) Soglie porte e finestre: 174 superficie 712x0.25 m2 quantità utilizzata 712x0.25x1 = 178 kg; b) Cimasa: superficie di contatto 114.30x0.3 = 34.29 m2 quantità utilizzata 34.29x1 = 34.29 kg; c) Rivestimenti Scale: superficie 154.30 m2 quantità utilizzata 1x154.30 = 154.3 kg; d) Rivestimenti Ballatoi e Ingressi: superficie 116.95 m2 quantità utilizzata 1x116.95 = 116.95 kg; e) Gres Porcellanato superficie 426 + 1488 + 788 + 183.5 = 2885.5 m2 quantità utilizzata 1x2885.5 = 2885.5 kg; f) Cotto: superficie 107.50 + 154.30 = 261.80 m2 quantità utilizzata 1x261.8 = 261.8 kg. L. Vernici per pareti interne: superficie 6980+870 m2 (Computo Metrico) spessore 1 mm densità 1.45 kg/m3 Transformity: 2.55 E+10 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) M. Legno di Abete M-1: Controtelaio porte interne: Porte interne: 132 totale sviluppo 770.58 spessore 2 cm larghezza 10 cm (Computo Metrico e Piante dei diversi piani dell’edificio) 175 volume 770.58x0.02x0.1 = 1.54116 m3; Densità 600 kg/m3 Transformity: 2.40 E+9 sej/g (Wienke, 2004) (Odum, 1996) M-2: Infissi in legno: 6.55 m3 di legno (ditta ALCOA, s.r.l.) 3 Densità 600 kg/m Transformity: 2.40 E+9 sej/g N. (Wienke, 2004) (Odum, 1996) Alluminio Anodizzato per controtelai porte e finestre esterne. Densità 2700kg/m3 Transformity 2.13 E+10 sej/g (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) N-1: Controtelaio per esterno: 470.36 m di estensione 0.1 m di larghezza media 0.005 m di spessore volume = 0.235 m3 (Simoncini Infissi, s.r.l.) N-2: Infissi interni. Modelli telaio e battente: 900250 e 900224. (ALCOA, s.r.l.) Peso rispettivo: 0.875 kg/m, 0.934 kg/m. Lunghezza totale: 470.36 m. Peso totale calcolato = 850.88124 kg. O. Acciaio tipo Fe B 44 Kcs: Densità 7850 kg/m3 Transformity 6.97 E+9 sej/g O-1: Armature: pesi (Wienke, 2004) (Buranakarn, 1998) (Ing. Nicola Dragoni) a) Travi Solaio Primo Piano: cemento usato 5214 kg; b) Travi Solaio Secondo Piano: cemento usato 4126 kg; c) Travi Solaio Terzo Piano: cemento usato 4580 kg; d) Travi Solaio Quarto Piano: cemento usato 4704 kg; 176 e) Travi Solaio Quinto Piano: cemento usato 3923 kg; f) Travi Copertura: cemento usato 3588 kg; g) Pilastri: cemento usato 17761 kg; h) Soletta Fondazione (Magrone): cemento usato 28995 kg; i) Pareti Ascensore: cemento usato 3800.43 m3kg; O-2: Rete Elettrosaldata per copertura gattaiolata: maglia 10x10 cm diametro tondino 5 mm; quantità di acciaio risultante: 3,925 E-4 m3/m2 di copertura (Ing. Nicola Dragoni) Superficie copertura gattaiolata: 127.01 m2, da punto D-10; Quantità di rete elettrosaldata: 3,925 E-4x127.01 = 4.9887*10-2 m3. Densità 7850 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity 6.97 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) O-3: Controtelai in Ferro Zincato: 20 controtelai del piano interrato 8 kg cadauno = 160 kg totali (Simoncini Infissi S.r.l.) 3 (Wienke, 2004) Densità 7850 kg/m Transformity 6.97 E+9 sej/g P. (Buranakarn, 1998) Rame per lavori da Lattoniere: Densità 8900 kg/m3 Transformity (Wienke, 2004) 1.04 E+11 sej/g (Brown, 1991) P-1: Docce o Dòcci (semitonde): spessore 8 mm raggio 21 cm lunghezza totale 120 m (Computo Metrico) 3 volume: (0.21x3.14x0.001) x 120 = 0.0792 m ; P-2: Pluviali o Gronde (tonde): spessore 8 mm 177 raggio 50 cm lunghezza totale 81 m (Computo Metrico) volume: (0.50x2x3.14x0.008) x 81 = 0.02035 m3; Q. Tubi in PVC di alta qualità GEBERIT: Q-1: Tubatura sistema scarico acque reflue: tubature verticali (w.c. e lavandini) 48 altezza delle tubature 10 m lunghezza totale tubi in verticale 48x10 = 480 m; lunghezza tubature orizzontali: 227 m; Lunghezza totale 227 + 480 = 707 m; Raggio esterno: 16 cm; Spessore tubatura: 2,2 mm (Computo Metrico) 2 2 3 Volume tubatura: (0.16 x3.14 – 0.1578 x3.14)x707 = 1.55 m ; Densità 1380 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity 9.86 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Q-2: Telo per muratura continua nello scannafosso: superficie coibentazione scannafosso 193.5 m2 spessore 1,4 mm (Computo Metrico) 3 Volume 0.0014x193.5 = 0.2709 m ; Densità 1380 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity 9.86 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Q-3: Strato di GEBERIT sotto membrana elastomerica nei tamponamenti ai punti F-1 ed F-2: superficie: 200 + 980 + 208 + 307 m2 = 1695 m2; Spessore 1.4 mm (Computo Metrico) 3 Volume 0.0014x1695 = 2.37 m ; Densità 1380 kg/m3 (Wienke, 2004) Transformity 9.86 E+9 sej/g R. (Buranakarn, 1998) Vetro per finestre verso l’esterno Superficie totale: 10.0530 m2 Spessore: 4+4 mm, come “Vetro isolante standard” (Wienke, 2004) Densita: 2500 kg/m3, come “Vetro isolante standard” (Wienke, 2004) 3 Volume totale: 10.0530x0.008 = 0.080424 m . Transformity 8.40 E+8 sej/g (Odum, 1996) 178 II) MANTENIMENTO IN FUNZIONE DELL’EDIFICIO S. Consumo energia elettrica annuale per l’edificio. 15 appartamenti effettivi 9 in loco degli ambulatori bolletta media per appartamento = 100 € ogni due mesi spese condominiali medie = 200 € a bimestre tasse fisse bimestrali = 30 € costo energia elettrica al kWh = 0.13 € (Elettroprogetti, Castelfiorentino) S-1: Consumo energia elettrica annuale degli appartamenti: spesa per appartamento annuale totale 100 € x 6 bimestri = 600 €/anno tassazione totale: 30x6 = 180 €/anno; consumo netto 600 – 180 = 420 €/anno; consumo annuale di energia 420 € / 0.13 €/kWh = 3230 kWh/anno. Consumo di 24 appartamenti: 3230x24 = 77520 kWh/anno 77520x3600000 = 2.79 E+11 J/anno. Sono stati considerati i 15 appartamenti più il poliambulatorio come 9 appartamenti. S-2: Consumo energia elettrica condominiale: spesa annuale 200x6 = 1200 €; tassazione totale: 30x6 = 180 = 180 €; consumo netto 1200 – 180 = 1020 €; consumo annuale di energia: 1020/ 0.13 = 7846.15 kWh/anno; 7846.15x3600000 = 28.2 GJ/anno. S-3: Consumo energia elettrica per il funzionamento della caldaia: 455 kWh/anno (Termostudio s.c.n., Empoli) Corrispondono a 1.64 GJ/anno. T. Gas per riscaldamento: 3 17850 Nm /anno di gas combustibile = 822 MJ/anno Transformity 67200 sej/J , gas naturale U. Transformity (Termodstudio, s.n.c., Empoli) (Bastianoni et al., 2005) Acque di acquedotto: 1.95 E+6 sej/g (Tiezzi et al., 2000) U-1) Acqua Potabile: considerando il numero di camere da letto nell’edificio e che ospitano, di regola, 2 persone se superiori a 14 m2, 1 persona se inferiori a tale metratura, e aggiungendone un equivalente per i consumi da parte degli ambulatori medici del Piano Terra e del Primo Piano, le persone ospitabili 179 risultano 58. Secondo i dati della ditta di gestione municipale delle acque di Castelfiorentino, PubliAcque S.p.a., il consumo medio giornaliero a persona risulta essere di 20 litri; si considerano 360 giorni l’anno di utilizzo. Consumo totale di litri all’anno per tutto l’edificio: 58x20x360 = 417600 L/anno. U-2) Acqua di acquedotto per il riscaldamento: 7770 litri al giorno giorni all’anno di riscaldamento = 150 7770 x 150 = 1165500 litri/anno V. (Termostudio s.c.n.) Manutenzione: gli elementi più deperibili, su cui si calcola la manutenzione, sono i seguenti, con i rispettivi costi e anni di vita: Descrizine aggiuntiva Elemento deperibile Infissi 42000 Lattoneria Fognature in PVC Pavimenti e rivestimenti Costo (€) Tempo di vita (anni) 28 3015 35 35350 40 Scale, soglie, tutti i pavimenti 73205 33 Escluso Arriccio 142020 15 Intonaco Si divide i costi per gli anni di vita, per ciascun elemento considerato, in modo da avere il costo ammortizzato per ogni anno. Tale costo, però, viene considerato solo per gli anni successivi alla prima sostituzione. Si applica il rapporto sej/€ calcolato per l’edificio, come rapporto tra l’emergia totale dei materiali edili ed il loro costo. Tale rapporto è il più locale possibile. W. Lavoro Umano: anni di lavoro in cantiere: 2.5 giorni lavorativi annui: 280 ore giornaliere: 8 costo manodopera: 26 €/ora. Ore totali: 33600 Spesa energetica per ora di lavoro: 125 kcal/h = 5.23*105 J Energia totale della manodopera: 1.76*1010 J Transformity: 7.38*106 sej/J, da Ulgiati et al., 1994. 180 CALCOLI RELATIVI ALL’ANALISI EMERGETICA DI UN PANNELLO FOTOVOLTAICO ED ALLA TRANSFORMITY DELL’ENERGIA DA FOTOVOLTAICO TABELLA 8.1, CAPITOLO 8 Prima Fase Analisi Emergetica di u modulo fotovoltaico (Kato et al., 1997) Quarzo Transformity 2.4 t 1.68 E+9 sej/g (Odum, Carbone minerale 0.55 t 40000, adattata da (Odum, 1996) Carbone di legna 0.6 t 40000, adattata da (Odum, 1996) Pellets di legno 0.3 t 1996) Olio di Carbon Coke 8.80 E+8 (Brown, 2000) 0.2 t 66000 adattato da (Odum, 1996) Elettricità 15 MWh Seconda Fase (Kato et al., 1997) Prodotto della prima fase: Elettricità 2.07 E+5 sej/g (Odum, 1996) 4.5 t 120 MWh Terza Fase 2.07 E+5 sej/g (Odum, 1996) (Kato et al., 1997) Prodotto della Fase precedente 17.5% del totale Elettricità 240 MWh Quarta Fase Elettricità Quinta Fase Transformity Transformity (Kato et al., 1997) 210 MWh (Kato et al., 1997) Transformity 2.07 E+5 sej/g (Odum, 1996) Transformity Pasta di argento 0.15 g 2.51 E+12 sej/g (Odum, 2001) KOH 167 g 2.92 E+9 sej/g (Odum, 1996) Alcol Isopropilico 4.11 g 6.38 E+8 sej/g (Odum, 1996) POCl3 0.05 g 6.38 E+8 sej/g (Odum, 1996) Ti(OCH(CH3)2)4 0.06 g 6.38 E+8 sej/g (Odum, 1996) Elettricità 177 Wh 2.07 E+5 sej/J (Odum, 1996) Sesta Fase (Kato et al., 1997) Transformity Vetro 51 g 8.40 E+8 sej/g (Odum, 1996) Alluminio 12 g 2.13 E+10 sej/g (Odum, 1996) Piombo 0.6 g EVA 7g 9.86 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) PVF 1g 9.86 E+9 sej/g (Buranakarn, 1998) Elettricità 14 Wh 1.04 E+11 sej/g 2.07 E+5 sej/g (Brown, 1991) (Odum, 1996) 181 Fattori di conversione: Prodotto Finale: Modulo Fotovoltaico da 1 W Fase Prima e Seconda 17.5% delle quantità In base a (Kato et al., 1997) si assume il secondo scenario, ad impatto medio. Elettricità per ottenere 3 kW, fattore di conversione Prima Fase 7.1428 Seconda fase: 48 Terza Fase 12 Quarta Fase 20.19 Lavoro umano: Ore di lavoro per modulo da 1 W 0.0104 h Spesa energetica 125 kcal/h Conversione 4186 J/kcal (dati ENEL) Spesa energetica totale = 5.44 E+3 J Transformity del lavoro umano: 7.38 E+6 sej/J (Ulgiati et al., 1994) TABELLA 8.2, CAPITOLO 8 Irraggiamento solare 24 m2 Superficie irraggiata per ottenere 3 kW: 5.2 E+9 J/m2 Irradiazione Albedo (media Regione Sardegna) 80% Irraggiamento = superficie * Irradiazione * albedo = = 9.98 E+10 J Transformity 1 sej/J (per definizione) Energia Prodotta annuale: Potenza picco Ore di sole utili annue 3 kW 3000 h Energia Prodotta = Potenza*tempo = 3.24 E+10 J 182 Appendice B VALORE ATTUALE NETTO E INDICI ECONOMICI CORRELATI Il valore attuale netto Il VAN (Valore Attuale Netto), detto anche NPV (Net Present Value), è dato dalla somma algebrica delle spese e dei ricavi nei vari anni, attualizzati in base al costo del capitale: n VAN = − I 0 + ∑ i =1 FCi (1 + r ) + i E (1 + r ) n dove: I0 è l’investimento iniziale; FCi è il flusso di cassa realizzato nell’anno i-esimo; E è il valore residuo dell’investimento al temine del suo utilizzo; n sono gli anni per i quali l’investimento viene utilizzato; r è il costo del capitale (se il capitale viene preso a prestito il tasso di interesse). Quest’ultima variabile coincide con il rendimento medio del capitale all’interno dell’azienda, oppure, nel caso in cui I0 sia anticipato da una banca, col tasso di interesse del prestito. La formula mostrata precedentemente è utilizzata soltanto nel caso del Pannello Fotovoltaico. I due scenari di bioarchitettura (facciata maggiorata e facciata ventilata) vengono analizzati paragonandoli ad un investimento immobiliare in uno scenario reale; collegato al tasso di inflazione e al tasso di crescita medio del prezzo delle materie energetiche (gas e energia elettrica). La formula utilizzata in questi due casi è la seguente: n VAN = − I 0 + ∑ i =1 FCi (1 + k ) i (1 + r )i (1 + i )n−1 I 0 + (1 + r )n 183 dove: k aumento medio annuo delle bollette per la fornitura di energia elettrica e gas i tasso di inflazione L’indice di profittabilità L’IP (Indice di Profittabilità) è ottenuto rapportando il risultato attualizzato di un investimento all’entità dell’investimento stesso: IP = VAN + I 0 I0 Quantifica quindi quanti euro al valore attuale si ottengono da un euro investito. In realtà, ha senso paragonare diverse soluzioni di investimento usando l’Indice di Profittabilità quando si può decidere liberamente la dimensione dell’investimento stesso. Si tratta ad esempio della scelta dei titoli finanziari da acquistare: potendo investire uno stesso capitale in diversi portafogli di pari durata, se si trascura il problema del rischio, conviene optare per quello con l’IP più alto. Il periodo di recupero scontato Dato che le stime sui flussi di cassa, o sulla durata in esercizio dell’investimento, o ancora sul costo del capitale sono spesso affette da incertezza, può essere interessante calcolare dopo quanti anni i flussi di cassa positivi arrivano per lo meno ad uguagliare, in valore attuale, l’esborso iniziale. Il periodo di recupero scontato, o DPBT (Discounted Pay Back Time), è dunque il tempo che annulla il VAN: − I0 + DPBT ∑ i =1 FCi (1 + r ) i + E (1 + r ) DPBT =0 Va osservato che, se l’investimento comporta spese distribuite nel tempo, si possono avere più valori di DPBT, o può anche succedere che il DPBT non sia definito. Inoltre, dal periodo di recupero non si può dedurre il risultato dell’operazione a fine vita. Non si tratta quindi di un indice su cui basare la scelta dell’investimento, ma di 184 un’informazione aggiuntiva che può servire, per esempio, a comprendere il motivo di VAN scadenti (che possono derivare da macchinari la cui vita è di poco superiore al DPBT, o essere causati da un esborso iniziale troppo consistente), o, al contrario, a rassicurare il committente che il nuovo impianto comincerà presto ad essere complessivamente conveniente, in base a previsioni di breve termine. Il tasso interno di rendimento Al crescere del costo del capitale r, il VAN di un investimento che prevede spese iniziali e successivi risparmi scende. Infatti, i flussi di cassa positivi vengono sempre più scontati, mentre non varia l’esborso iniziale. Il TIR (Tasso Interno di Rendimento), anche detto IRR (Internal Rate of Return), è il valore di r che annulla il VAN: n − I0 + ∑ i =1 FCi (1 + TIR ) i + E (1 + TIR ) n =0 Dato che è spesso difficile valutare con precisione il costo del capitale, dal tasso interno di rendimento si può sapere fino a che punto l’investimento si mantiene vantaggioso. Va osservato che operazioni con VAN buoni, ma che si realizzano su di un lungo arco di tempo, possono risultare penalizzate da valutazioni condotte in base al TIR. Quando si paragonano investimenti, tutti caratterizzati da TIR molto alti, inoltre, non va dimenticato che si stanno svolgendo delle analisi in scenari inverosimili. Infine, il TIR può non essere definito o può assumere più valori, nei casi già citati per il DPBT. Il TIR viene spesso assimilato al rendimento dell’investimento. Questo è rigorosamente vero solo se i flussi di cassa sono immediatamente reinvestiti nello stesso. Ancora una volta, questo è possibile, in ambito finanziario (anche se difficilmente titoli ad alto IRR sono disponibili sul mercato per molto tempo), ma spesso non in quello industriale, come ad esempio nei casi in esame. 185 Inflazione del mercato immobiliare In Europa tra il 2001 e il 2004 i prezzi delle case sono aumentati mediamente del 6,6% annuo, rispetto alla crescita del 3,8% registrata nel periodo 1997-2000, fino a raggiungere aumenti medi del 7,7% nella prima metà del 2005, con incrementi particolarmente sostenuti in Francia, Spagna, Irlanda e Italia. La previsione degli analisti, nei prossimi tre anni in Italia, indicano la progressiva tendenza alla crescita zero, attestata intorno al valore di inflazione stimata tra il 2,1% e il 2,3%. E’ importante sottolineare che piccole variazioni del tasso di inflazione e di conseguenza delle quotazioni delle abitazioni, fanno variare in maniera sensibile il VAN e i tempi di ritorno del capitale (Ursino, 2006; Schiavetti, 2006). VAN Anno Crescita delle quotazioni abitazioni 2001 0,02 -5520,37 2002 0,025 3,177,501 2003 0,03 12673,59 2004 0,035 23036,73 DPBT anni 23 20 17 14 186 Appendice C ELENCO DELLE TRANSFORMITY ED EMERGIE SPECIFICHE UTILIZZATE STIMA DELL’ERRORE 187 Materiale Radiazione Solare Calcestruzzo (trasporto al km) Calcestruzzo+Trasporto (caso specifico, 50 km) Malta di cemento, collanti Cemento, Malta di cemento Trasporto grammo di materiali edili e km Laterizi Coibentazioni: Intonaci (calce bastarda) Ciclo Sedimentario Gres (porcellanato) e cotto Vernice per Interni Legno di abete Alluminio anodizzato Acciaio Rame: PVC alta qualità (GEBERIT) Energia Elettrica Acqua potabile e per riscaldamento Vetro Materiali Ornamentali dal ciclo sedimentario Gasolio e benzina Diesel Olio combustibile, lubrificanti e GPL Gas naturale Emergia per Euro Italia Erosione del Suolo Composti chimici Carta Lavoro Umano Gomma Sej/Pil Siena 1999 lavoro di manovalanza, muratore Emergia specifica Unità REF. Riferimento 1,00E+00 1,80E+09 Sej/J sej/g a Per Definizione Questo Lavoro 1,81E+09 3,31E+09 3,04E+09 sej/g sej/g sej/g b c Questo Lavoro Buranakarn Questo Lavoro 1,66E+05 3,68E+09 8,85E+09 3,29E+09 1,68E+09 4,80E+09 2,55E+10 2,40E+09 2,13E+10 6,97E+09 1,04E+11 9,86E+09 2,07E+05 1,95E+06 8,40E+08 sej/g/km sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g sej/J sej/g sej/g d e f z g h i j k l m n o p Questo Lavoro Buranakarn Buranakarn Meillaud, 2003 Odum, 1996 Buranakarn Buranakarn Odum, 1996 Buranakarn Buranakarn Brown, Arding, 1991 Buranakarn Odum, 1992 Tiezzi et al., 2000 Odum, 1996 2,44E+09 1,86E+05 1,13E+05 sej/g sej/J sej/J q s xx Spin-eco, 2001-04 Ulgiati et al., 1994 Bastianoni et al., 2005 9,30E+04 6,72E+04 sej/J u v Bastianoni et al., 2005 2,19E+12 1,24E+06 6,38E+08 6,55E+09 7,38E+06 7,22E+09 2,48E+12 1,48E+11 sej/g sej/J sej/€ Sej/J sej/g sej/g sej/J sej/g sej/€ sej/€ w y x r xy xw yy Bastianoni et al., 2005 Tiezzi et al., 2000 Odum et al., 2000 Brown, 1992. Brown, Arding, 1991 Ulgiati et al., 1994 Odum, 1996 Spin-eco, 2001-04 Questo Lavoro Tabella C.1. Elenco delle Transformity utilizzate. 188 STIMA DELL’ERRORE E’ stato stimato l’errore sull’emergia totale dell’edificio, sommando, nel modo opportuno, l’incertezza su ogni transformity utilizzata. Incertezza per la transformity i-esima o per l’emergia specifica i-esima: ∂x = x − x max dove x è il valore medio della transformity i-esima, calcolato sui valori reperiti in letteratura, e xmax è il valore di letteratura che più differisce dal valor medio (può essere il minimo o il massimo valore trovato). Poiché, nell’analisi emergetica dell’edificio (fase di costruzione), le transformity utilizzate sono linearmente indipendenti rispetto all’emergia totale finale, le incertezze singole si propagano secondo la regola seguente: ∑ ∂x ∂X tot = 2 i i Inoltre, quando una misura affetta da incertezza è moltiplicata per una non affetta: C = B*x, con xreale=x ± dx allora l’incertezza totale sarà data dal prodotto: dC = B*dx Per cui, nella moltiplicazione tra la transformity del prodotto i-esimo e la quantità del prodotto i-esimo, l’incertezza si propaga in modo proporzionale alla quantità (Taylor, 1986). In base a queste regole, si è calcolato il valore medio e l’incertezza delle transformity di cui, in letteratura, si è rinvenuto più valori. Quantità prodotto i-esimo: Qi Incertezza transformity prodotto i-esimo: δτi Incertezza emergia prodotto i-esimo: δΕι = Qi*δτι Incertezza sull’emergia totale dell’edificio (Analisi Emergetica dei Materiali): ∂Etot = ∑ ∂E i i = ∑ Q ∂τ i i i Come mostrato nella tabella seguente, l’incertezza risulta essere di 5.166*1015 sej. Il valore dell’Emergia Totale dell’edificio è dunque: 1.31*1019 ± 5.166*1015 sej 189 Materiale Cemento e calcestruzzo: Cemento e calcestruzzo: Cemento e calcestruzzo: Cemento e calcestruzzo: Calcestruzzo (trasporto al km) Calcestruzzo+Trasporto (caso specifico, 50 km) Media Conglomerato Incertezza Emergia specifica 3,98E+09 3,48E+09 2,42E+09 7,34E+08 Unità sej/g sej/g sej/g sej/g 1,80E+09 sej/g 1,81E+09 2,48E+09 1,75E+09 sej/g sej/g sej/g Laterizi Laterizi Media Laterizi Incertezza 3,90E+09 3,68E+09 3,79E+09 1,09E+08 sej/g sej/g sej/g sej/g Acciaio Acciaio media acciaio Incertezza 4,13E+09 6,97E+09 5,55E+09 1,42E+09 sej/g sej/g sej/g sej/g media rame incertezza 1,14E+11 1,04E+11 1,09E+11 4,96E+09 sej/g sej/g sej/g sej/g Vetro Vetro Vetro media vetro Incertezza 2,16E+09 1,29E+10 8,40E+08 5,30E+09 4,46E+09 sej/g sej/g sej/g sej/g sej/g Incertezza sul valore totale 7,04E+09 sej/g Rame: Rame: Emergia per materiale Quantità Totale emergia conglomerato Totale emergia Laterizi Totale emergia Acciaio Totale emergia Rame 2,95E+06 7,69E+05 7,72E+04 8,86E+02 REF. Riferimento Haukoos, 1995 Brown and Buranakarn 2003 Buranakarn, 1998 Bjorklund J. et al., 2000 Questo Lavoro b Questo Lavoro d Brown 2000 Buranakarn, 1998 k Brown and Buranakarn 2003 Buranakarn, 1998 l Buranakarn, 1998 Brown M.T., J.E. Arding, 1991. p Brown, 2000 Buranakarn, 1998 Odum, 1996 incertezza su incertezza quadrato transformity sul valore incertezza 1,75E+09 1,09E+08 1,42E+09 4,96E+09 5,16E+15 8,40E+13 1,10E+14 4,39E+12 2,67E+31 7,06E+27 1,20E+28 1,93E+25 Incertezza Totale = 5,166E+15 sej Tabella C.2. Calcolo incertezza sul valore dell'emergia dell'edificio. 190 Appendice D CALCOLO DELL’EMERGIA SPECIFICA DELLA TERRA CRUDA PER LATERIZI Il calcolo dell’Emergia Specifica per la terra cruda da laterizi è mostrato di seguito. La terra cruda viene fatta mescolando le opportune quantità di terra argillosa, paglia ed acqua (in rapporto volumetrico 4:1:2), senza l’uso di macchinari ma con la sola manodopera umana. Item Terra paglia acqua lavoro totale 5485.714286 228.5714286 2285.714286 55813.33333 g g g J Transformity (sej/unità) 1.68E+09 2.49E+09 1.95E+06 7.38E+06 8000 g 1.22E+09 Quantità Unità Emergia 9.22E+12 5.69E+11 4.46E+09 4.12E+11 9.79E+12 Tabella D.1: Calcolo dell'Emergia Specifica della terra cruda: il calcolo viene svolto a partire da un mattone standard. 191 BIBLOGRAFIA Balocco C., Energy and Buildings 34, 469-475, 2002. Balocco C., Energy and Buildings 36, 35-40, 2004. Balocco C., Colombari M., Energy and building 38, 2006, 1-7. Bastianoni S., Marchettini N., Principi I., Tiezzi E., Sviluppo di un modello da analisi emergetica per il sistema elettrico nazionale, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi, Università di Siena; Report non pubblicato, 2001. Bastianoni S., Campbell D., Susani L., Tiezzi E., Ecological Modelling 186, 212–220, 2005. Bastianoni et al, Ecological Indicators 6, 58-62, 2006. 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Bianchi. - Publiacque, S.p.A. - Elettroprogetti, s.n.c. - Simoncini Infissi, s.r.l. - Termostudio, s.n.c. - Castiglione Antonio, direttore del cantiere. WEBGRAFIA 198 Statistiche sull’Unione Europea: www.eurostat.com, dati dell’anno 2000. Sito Ufficiale della ditta Iveco: www.iveco.it Sito Ufficiale ENEL S.p.A.: www.enel.it Sito dell’Italian Leadership – Mensile di economia, attualità, cultura, www.cesil.com Sito ufficiale Legambiente; dati generali sul settore edile e sul consumo di un appartamento: www.legambiente.com/documenti/2005/0114_cambioDiClima/opuscoloenergia.pdf Sito ditta Oppo, trafilati in acciaio, www.oppo.it. Sito Solarbuzz, Pannelli Fotovoltaici, USA, 475815, San Francisco, California. www.solarbuzz.com Sito della U.S. Green Building Council, www.usgbc.org/LEED . Sito ufficiale del cementificio Cementir di Spoleto (PG): www.cementir.it 199 RINGRAZIAMENTI La dedica di questa Tesi è rivolta a tutti quelli che si sentono partigiani, in qualunque parte del mondo, per qualunque situazione. Ringrazio ognuna di queste persone per il semplice fatto di esistere; perché ogni qualvolta uno assume una posizione, una parte, ne genera automaticamente un’altra. Ed è dalla presenza di due parti diverse che ne può nascere una terza, per quel processo chiamato Dialettica. E’ grazie all’esistenza di cose distinte, della diversità e della complessità, che adesso io esisto e posso scrivere una Tesi di Laurea. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno reso vivente e cosciente. Non avrei fatto nulla senza di loro. Ringrazio mio fratello, ti voglio bene. Ringrazio i miei amici di Castelfiorentino, boccio, nei nomi illustri di Nata, Lollo, Bruno, Sandrino, Susi, Vale, e se mi scordo di qualcuno provate voi a ricordarvi tutti. Come entità a se’ stante, ringrazio i Mad Hatter, che mi ricordano di esser valdelsano; nella tesi ho parlato anche dei metalli, da’ retta. Ringrazio i miei parenti, i miei zii, i miei nonni. Grazie a Castello per l’infanzia che mi hai dato. Ringrazio il mare di Molfetta, la desolata serenità delle Murge. Ringrazio la strada, che mi ha accolto assieme alla mia bicicletta, mostrandomi uno spicchio di mondo. Ringrazio Bobi, che forse se ne è andato senza che nessuno lo cercasse…Cane è chi ti ha tolto la vita. Non ti preoccupare, sto studiando per tagliare quella catena che ti teneva. Ringrazio tutti i miei compagni di corso all’università, Luisa, Dario, Riccardo, Sara, Marghe, ì Verre, ì Cecco, Massi, Andrew, Silvia, Matia, FraBià, nonché l’edificio universitario di S.Miniato ed il suo progettista, che mi ha permesso di sviluppare ulteriormente la mia vena critica. Ringrazio il Professor Gaggi, che mi ha trasmesso più dei semplici concetti accademici. Ringrazio il Professor Bagatti del Liceo, che mi fece entrare in testa di fare chimica. Guardi che ha combinato…ora come si fa… Ringrazio tutte le mie amiche di Salerno, Eleonora, Claudia, Enrica, Marzia; ringrazio i genitori della mia ragazza, per aver forgiato così alta rarità. So di avere più di una casa, grazie di cuore. Ringrazio i miei amici dell’Erasmus, sparsi per l’Italia ed il mondo… 200 Ringrazio la Professoressa Marchettini ed il Professor Tiezzi, per avermi accudito accademicamente e non solo, per avermi dato queste possibilità, per aver levato i freni ai miei pensieri. Con loro, ringrazio tutto il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dell’Università di Siena, che mi ha accolto famiglia, e lo farà ancora. Spero per molto. Ne faremo delle belle…Grazie Riccardo (ce l’abbiamo fatta!!!), Federico (Bombachee), Fede Rossi, Valentina, Monica, Mirko, Fazio, Simona, Antonio, Bob, Angelo, Ale, Ciampa, Simone (specie per la pazienza nei miei confronti…), Claudio, Donatella, la macchinetta del caffé, la mitica porta del bagno, e tutto quanto. Ringrazio la città di Siena, anche se non capirò mai il Palio e chi ci perde la testa. Grazie a Carla e tutta la banda, che mi hanno permesso di star qui serenamente. Grazie a quel contadino che un giorno vidi zappare nell’orto e rispose al mio saluto a pugno chiuso. Grazie agli operai che hanno scavato in una miniera l’Indio, l’Oro e gli altri metalli che compongono il computer su cui ho scritto la Tesi: avete più exergia voi di qualunque impiegato. Grazie a tutti quelli che conosco, ed a quelli che non conosco; lo so, è semplicistico, ma sarei un po’ meno umano se non considerassi di essere uno tra tanti. Grazie a tutti quelli che mi hanno fatto pensare; grazie Lenin per aver provato a cambiare il mondo, grazie a Spartaco, ai Ciompi, ad Ernesto. Ai popoli passati, per essere riuscito a cambiarlo, non mi dimentico di Voi, giganti su cui non voglio gravare. Grazie a chi a scritto i libri a me più cari, a Stefano Benni, a Epicuro, a Garcia Marquez, a Neruda, al Vernacoliere, ai tifosi del Livorno e a tutte le altre voci più o meno libere. Grazie all’albero di leccio che sovrasta il Piazzale, a Castelfiorentino, dal suo posto sotto le antiche mura: grazie per il senso di semplicità, di coscienza e del fluire lento e costruttivo del tempo che sei riuscito a darmi. Ho ancora molto da imparare da te. Grazie Stefania, per il semplice fatto che tu esista, che tu sia te stessa, che tu sia sempre così vicina. La tesi è per te, per ciò che mi trasmetti e che non è tangibile. Lo so, è chimica anche quella, ma per questa volta è metafisica. Εγω σε στεργω. Cara Contessa, che roba. Da oggi, un altro operaio ha un figlio dottore. Toh. 201