le risorse biologiche del canale logonovo

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Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): 734-736
M. Mistri, C. Munari
Dipartimento di Biologia, Sezione di Biologia Evolutiva, Università di Ferrara,
Via L. Borsari, 46 - 44100 Ferrara, Italia.
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LE RISORSE BIOLOGICHE DEL CANALE LOGONOVO
(VALLI DI COMACCHIO)
BIOLOGICAL RESOURCES IN THE LOGONOVO CHANNEL
(VALLI DI COMACCHIO)
Abstract
The benthic resources of the Logonovo Channel (northern Adriatic Sea) were monitored in December 2004
by means of different sampling techniques. Along the main axis of the channel, seven stations were sampled
with a Van Veen grab, while four transect with a professional hydrorake. The benthic community resulted differentiated and well structured, with many taxa well represented. Manila clam beds and oyster reefs were unhomogeneously distributed along the channel. Clams made up to the 30% in wet weight of the benthic material.
Key-words: macrobenthos, clam fisheries, oyster reefs, Adriatic Sea.
Introduzione
Il Canale Logonovo è un canale lungo circa 2 km, che limita a nord il sistema
di regimazione delle Valli di Comacchio e divide il Lido Estensi dal Lido Spina.
L’intero corso del Logonovo è classificato di categoria “A”, con acque nelle quali
è autorizzata la pesca dei molluschi eduli lamellibranchi. A detta dei pescatori
locali il canale è “infestato” da ostriche vive e letti di valve delle stesse, al punto
da rendere poco remunerativa la raccolta del prodotto di interesse commerciale,
la vongola Ruditapes philippinarum Adams e Reeve, 1850. Il Logonovo è inoltre
il principale canale adduttore delle Valli di Comacchio (zona SIC e ZPS), ed il
mantenimento della sua officiosità e la valutazione della biodiversità bentonica,
a prescindere dalle attività economiche che ivi vi vengono svolte, è di interesse
primario agli Amministratori locali. Difatti, le comunità bentoniche delle Valli di
Comacchio sono soggette a stress cronico riconducibile principalmente alla ridotta
vivificazione (Mistri, 2002; Munari et al., 2003). Argomento della presente nota
è la valutazione delle risorse macrobentoniche e di interesse commerciale presenti
nel suddetto canale, al fine di una riconsiderazione gestionale.
Materiali e metodi
La valutazione delle risorse è stata condotta utilizzando tecniche di campionamento diversificate e tra loro complementari, allo scopo di fornire una valutazione sia delle risorse biologiche in toto, che delle risorse di valore commerciale. L’attività di campionamento è stata svolta nel mese di dicembre 2004. La
valutazione delle risorse biologiche è stata eseguita utilizzando una benna Van
Veen, presso 7 stazioni poste lungo l’asse principale del canale (Fig. 1). Per la
valutazione della risorsa di interesse commerciale, ed al fine di dare una più precisa stima dell’ammontare delle ostriche (Crassostrea gigas Thunberg, 1793), presenti in quantità considerevole sia come esemplari vivi che come gusci (da qui in
poi genericamente definiti “capulerio”) proprio laddove l’attività di raccolta delle
Risorse biologiche nel Logonovo
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vongole viene effettuata, e cioè nel tratto centrale del canale, si è proceduto alla
raccolta del materiale presente nel fondale mediante attrezzature professionali da
pesca (idrorasche) lungo 4 ulteriori transetti.
Fig. 1 - Mappa del Canale Logonovo con evidenziate le
stazioni (da 1 a 7) ed i transetti (da r1 a r4) di
campionamento.
Map of Logonovo Channel: sampling stations (from 1
to 7) and transects (from r1 to r4) are evidenced.
Fig. 1 – Mappa del Canale Logonovo con evidenziate le stazioni (da 1 a 7) ed i transetti (da r1 a r4) di
campionamento.
Map of Logonovo Channel: sampling stations (from 1 to 7) and transects (from r1 to r4) are evidenced.
Risultati
Nelle 7 stazioni campionate, sono stati raccolti complessivamente 40 taxa animali. Di questi, 9 taxa appartengono al phylum Mollusca (7 Bivalvia e 2 Gastropoda), 15 al phylum Annelida, e 12 al phylum Crustacea. I taxa maggiormente
abbondanti sono risultati gli Oligocheti ed il Polichete Streblospio shrubsolii
Buchanan, 1890. Altri taxa ben rappresentati (Balanidi ed un Antozoo predatore,
Calliactis parasitica Couch, 1838) sono strettamente associati ai letti di ostriche.
Il gruppo dei Bivalvi è caratterizzato dalla netta dominanza della vongola R. philippinarum, sia in dimensioni commerciabili che come seme. Di interesse risulta
la distribuzione spaziale di 2 ulteriori specie, Cerastoderma glaucum Poiret, 1789
e Lentidium mediterraneum O.G. Costa, 1839. La prima è una specie tipicamente
salmastra che predilige le valli interne, e la si trova nella parte “alta” del Logonovo (stazioni 1-5), mentre la seconda, tipicamente marina, la si ritrova con buone
abbondanze esclusivamente nelle ultime due stazioni (6 e 7), caratterizzate da una
maggior influenza del mare. Tale suddivisione del canale in due zone a differente
influenza viene confermata dalla distribuzione di numerosi Policheti (S. shrubsolii,
Polydora ciliata Johnston, 1838, Neanthes succinea Frey e Leuchart, 1847, Prionospio cirrifera Wiren, 1883), presenti in elevate abbondanze nelle stazioni 1-5 (quelle
a maggior influenza salmastra), rispetto alle stazioni 6-7 (a maggior influenza
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M. Mistri, C. Munari
marina). Di ulteriore interesse è il ritrovamento di 2 specie esotiche di recentissima
apparizione nelle lagune alto-adriatiche, il mitilide Musculista senhousia Benson in
Cantor, 1842, ed il decapode Rhithropanopeus harrisii Gould, 1841. I dragaggi
mediante idrorasca hanno evidenziato come, sia i banchi di vongole che i letti di
ostriche siano distribuiti in maniera non omogenea. I letti di ostriche sono costituiti
per oltre il 70% in peso da valve e frammenti di valva di C. gigas di varie dimensioni, da meno di 1 ad oltre 10 cm di lunghezza. La vongola verace, in termini
ponderali, costituisce una percentuale compresa tra il 17 ed il 30% del materiale
presente sul fondale. La quantità di capulerio può arrivare fino a circa 30 kg m-2.
Conclusioni
Considerando le risorse biologiche in toto, il Logonovo può essere suddiviso
in due tratti differenti. Il tratto compreso tra le stazioni 1 e 5 presenta una fauna
tipicamente lagunare, mentre la stazione 7 si caratterizza per una fauna a maggior
vocazione marina. La stazione 6 sembra insistere su di un’area di transizione.
A parte quest’ultima, tutte le stazioni monitorate presentano un buon complemento specifico ed una relativamente elevata diversità. Il Logonovo, a causa delle
caratteristiche ambientali che lo caratterizzano, si dimostra adeguatamente idoneo
all’allevamento della vongola. Le medesime caratteristiche, tuttavia, sono estremamente favorevoli anche per altre specie, quali l’ostrica C. gigas, la cui presenza
in elevate abbondanze causa non poche difficoltà all’attività di venericoltura. Di
interesse è il fatto che il capulerio costituito da grandi esemplari e/o gusci vuoti
di ostrica siano considerati di impedimento alla raccolta della vongola. Tale materiale, una volta raccolto durante le normali operazioni di pesca, viene accumulato
sulle sponde del Canale stesso, creando problemi di natura estetica e sanitaria,
oppure viene caricato sulle imbarcazioni e gettato in mare. Diverso utilizzo ha
invece il capulerio di piccole dimensioni (quello la cui taglia è inferiore a circa
2 cm). Questo materiale include una quantità di seme di vongola vivo che non
viene ritenuto dalle macchine vagliatrici per la cernita del pescato, e conseguentemente viene rigettato nel Canale. È necessario rimarcare il fatto che ciò che viene
considerato di “fastidio” alla venericoltura (i gusci di ostriche) in realtà gioca un
ruolo non secondario nella diversificazione faunistica del benthos. I letti di ostriche, infatti, costituiscono un substrato secondario sul quale si possono insediare
organismi (per esempio C. parasitica e Balanus Da Costa, 1778) che al contrario avrebbero difficoltà ad insediarsi su substrati incoerenti, oltre a modificare e
ad implementare la strutturazione architettonica del fondale creando microhabitat che possono fungere da rifugio (per esempio dalla predazione) per numerose
specie. Tutto ciò contribuisce alla coesistenza nel medesimo ambiente di un maggior numero di taxa animali, alla miglior strutturazione della comunità bentonica
e, in ultima analisi, all’incremento della biodiversità.
Bibliografia
MISTRI M. (2002) – Persistence of benthic communities: a case study from the Valli di Comacchio, a Northern Adriatic lagoonal ecosystem (Italy). ICES J. Mar. Sci., 59: 314-322.
MUNARI C., MODUGNO S., GHION F., CASTALDELLI G., FANO E. A., ROSSI R.,
MISTRI M. (2003) - Recovery of the macrobenthic community in the Valli di Comacchio,
northern Adriatic Sea, Italy. Oceanol. Acta, 26: 67-75.
Questo lavoro è stato supportato dal Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia Romagna.
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