CARDIOLOGIA A cura di Giovanni Campanale * Cuore e batticuore Extrasistolia Fibrillazione atriale Fibrillazione ventricolare Extrasistolia Normalmente il cuore batte ad una frequenza variabile da 60 a 100 battiti al minuto, potendo raggiungere valori più elevati in particolari condizioni (per es. sforzo fisico), ma sempre con un ritmo regolare e cadenzato e con una costante sequenza di contrazioni prima dell’ atrio e poi del ventricolo. Questo ritmo e questa sequenza di contrazioni sono determinati da un impulso elettrico Fig. 1 che, generatosi ritmicamente in un gruppo specializzato di cellule poste nell’ atrio di destra (Nodo Seno-Atriale), arriva ad una “stazione” posta tra atrio e ventricolo (Nodo Atrio-ventricolare) ove viene temporaneamente trattenuto. Detto impulso riparte scendendo lungo fibre nervose specializzate (fascio di His e branche di destra e di sinistra) e raggiunge quindi i ventricoli eccitandoli e facendoli contrarre (fig. 1 e 2) Grazie a questa attivazione elettrica si determina la meccanica cardiaca: il sangue che ritorna al cuore attraverso le vene, arrivato agli atri mentre questi sono in fase di rilassamento (diastole atriale), viene di qui spinto Fig. 2 pugliasalute Ritmo regolare: Ad ogni impulso del Nodo Seno atriale, corrisponde un impulso ventricolare. Le stellette rosse che rappresentano i battiti cardiaci sono ad uguale distanza e condizionano pertanto un polso regolare. (sistole atriale) ai ventricoli che a loro volta sono in fase di rilassamento (diastole ventricolare). Riempitosi della giusta quantità di sangue, questi ultimi si contraggono energicamente (sistole ventricolare) sospingendo il sangue nelle arterie della circolazione generale. Questa spinta di sangue può essere facilmente rilevata “palpandone” l’impulso meccanico sull’arteria radiale in corrispondenza del polso. Dal momento che nel cuore vi è questo apparato elettrico, e che ciascuna cellula muscolare è anche in grado di generare un impulso elettrico, non è strano che si possano verificare, sia negli atri che nei ventricoli, stimoli o battiti “extra” da cui il nome extrasistoli (fig. 3) Tali battiti extra si verificano nella maggior parte delle persone, sono di solito innocui e non vengono generalmente percepiti. In alcuni casi tuttavia possono essere avvertiti come “batticuore“ oppure come sensazione di battito “in più” o “in meno” specialmente palpandosi il polso. In un cuore sano, essi non devono destare alcuna preoccupazione. La loro eventuale cura, pertanto, consiste nella cura della malattia cardiaca o extracardiaca che ne sta alla base. Notare come il terzo battito (stellette rosse) è anticipato rispetto al ritmo di base. - quaranta - Fig. 3 maggio 2004 Fibrillazione atriale A volte negli atri si possono contemporaneamente sviluppare centinaia di impulsi elettrici che determinano una scomparsa della regolare diastole e sistole e quindi una conseguente immobilità delle pareti. Fortunatamente, a causa del ritardo cui questi impulsi sono sottoposti nel Nodo Atrio-Ventricolare, solo alcuni di essi raggiungono i ventricoli, sicchè, anche se in modo assolutamente disordinato, irregolarmente lento o veloce, rimane conservata la sequenza diastole-sistole ventricolare e quindi la funzione di pompa. Per questo motivo, durante questa aritmia, si può avvertire un battito cardiaco e/o un polso accelerato e completamente irregolare (fig. 4). La fibrillazione atriale, che può comparire anche nei soggetti sani, può essere causata da malattie proprie del cuore (m. delle coronarie, ipertensione arteriosa, malattie delle valvole e del muscolo cardiaco) ma anche da malattie di altri organi (per es. tiroide), nonché da malattie ereditarie. Essa può anche comparire come conseguenza di eccessivo uso di alcool, stress, privazione di sonno, effetti collaterali di farmaci ecc.. Essa viene avvertita in modi molto diversi. Di solito si ha una sensazione di battito cardiaco accelerato e irregolare talora associato a difficoltà respiratoria, oppressione toracica, debolezza e facile stancabilità. Talora, invece, essa può non dare alcun sintomo ed essere perciò riscontrata casualmente durante controlli di routine. La diagnosi di certezza si fa con l’ elettrocardiogramma. In alcuni casi in cui essa duri poco e sia ripetuta, può risultare utile la registrazione dell’ elettrocardiogramma continuo per 24 ore (es. Holter). Una volta insorta essa può regredire spontaneamente; se questo avviene entro 48 ore si definisce “fibrillazione atriale parossistica”. Se dura più a lungo ed è necessario intervenire per far tornare il ritmo regolare, allora si definisce come “persistente”. Se, nonostante l’intervento medico, sia farmacologico che strumentale, l’ aritmia non regredisce, allora si parla di forma “permanente”. La cura della fibrillazione atriale può consistere, o nel far tornare il ritmo regolare mediante l’ uso di farmaci (cardioversione farmacologica) o mediante l’ utilizzo di una scarica elettrica (fig.5) applicata sul torace (cardioversione elettrica). Può anche consistere nel far in modo che il ritmo, pur rimanendo disordinato, non sia veloce (controllo della frequenza). Ma la maggiore strategia di cura è quella intesa ad evitare la più temuta delle complicanze legate alla presenza di questa aritmia: la tromboembolia, cioè l’ immissione nel circolo sanguigno di coaguli di sangue che si possono formare negli atri a Fig. 4 pugliasalute Fibrillazione atriale: Le stellette rosse rappresentano i pochi impulsi che dell'atrio sono arrivati ai ventricoli e che corrispondono al battito cardiaco. Notare la diversa distanza tra l'una e l'altra che condizionano la irregolarità del polso causa di quella immobilità delle loro pareti che ne ha facilitato il ristagno e quindi la formazione del coagulo stesso. Infine, la cura della fibrillazione atriale intesa a prevenirne le recidive può essere attuata con i farmaci, stimolatori cardiaci (pace-maker) e, più recentemente e in particolari condizioni, mediante l’ ablazione, che si effettua con l ‘inserimento nel cuore di speciali cateteri. Fibrillazione ventricolare A differenza della fibrillazione atriale, che anche nella sua forma “permanente” purchè adeguatamente trattata, può consentire anche una vita normale, la fibrillazione ventricolare una volta Fig. 5 Defibrillazione esterna insorta, determina la morte del paziente se non si interviene immediatamente con la scarica elettrica erogata da apposti apparecchi chiamati “defibrillatori” (fig. 5) Analogamente alla fibrillazione atriale, centinaia di impulsi elettrici possono improvvisamete generarsi, questa volta, però, direttamente nei ventricoli (fig.6), con scomparsa di diastole e sistole ventricolare, e determinare quindi l’arresto cardiocircolatorio. Anche questo drammatico evento si può verificare per cause principalmente cardiache, soprattutto per malattie delle coronarie ma anche per malattie congenite e acquisite del muscolo cardiaco. E’ essa la causa diretta più frequente della cosiddetta “morte improvvisa” che colpisce, annualmente, una persona su 1000. Fig. 6 Fibrillazione ventricolare: Le stellette rosse che rappresentano i battiti cardiaci sono praticamente indistinte e ammassate. Non c'è più una diastole e una sistole e quindi c'è arresto cardiaco. Pertanto, in questi ultimi anni, al fine di evitare tale evento, sono stati fatti e sono in corso numerosi studi intesi a scoprire i soggetti a rischio. Questi soggetti possono essere così “protetti” mediate l’ applicazione di speciali apparecchi chiamati defibrillatori impiantabili inseriti, con un piccolo intervento chirurgico, sotto la pelle subito al di sopra della mammella. Tali apparecchi sono in grado di accorgersi della insorgenza della fibrillazione ventricolare e intervengono dando automaticamente uno shock elettrico che azzera quel disordine elettrico ripristinando il ritmo cardiaco regolare e salva la vita del paziente. * Responsabile U.O. di Aritmologia ed Elettrostimolazione Cardiaca della UOC di Cardiologia - Ospedale Miulli - quarantuno - maggio 2004