Psicologia www.salutare.info La mania di rubare Solo alcuni dei tanti piccoli furti commessi ogni giorno hanno le connotazioni che identificano un raro disturbo: la cleptomania. a cura della dott.ssa Valeria Marchiello [email protected] La cleptomania è spesso un argomento che viene utilizzato come alibi per deresponsabilizzarsi quando si è colti con “le mani nel sacco” ma, in realtà, perché si possa parlare di questo disturbo è necessario che siano presenti quattro caratteristiche che ci aiutano a riconoscere quella vera. Innanzitutto il furto avviene improvvisamente, quindi senza che sia stato programmato; la persona non ha bisogno di rubare; l’impulso che induce al furto dev’essere estraneo alla volontà, cioè prende il sopravvento sulla razionalità. Prima di rubare il cleptomane avverte un crescente stato di tensione, dopo aver compiuto l’atto entra in uno stato d’ ansia, sperimenta un senso di colpa e depressione. Ciò che spinge il soggetto a rubare non sono sentimenti di rabbia o vendetta, né tanto meno problemi psichiatrici. Infine il cleptomane agisce da solo, senza la complicità di altre persone. L’oggetto rubato non ha mai un grande valore commerciale e non è di grande interesse neppure per lo stesso cleptomane. Una volta rubato, infatti, l’oggetto perde qualsiasi attrattiva ai suoi occhi. Il cleptomane non si lega mai alla sua refurtiva; non appena avverte il disagio per l’azione compiuta se ne disfa buttandolo, restituendolo, regalandolo oppure nascondendolo. Non avendo nessuna affezione per quell’oggetto, sicuramente non lo tiene per sé poiché lo avverte solo come un fastidioso e imbarazzante testimone del suo problema. Ma cosa c’è alla base di questo disturbo psicologico complesso? Secondo gli psichiatri la cleptomania è una forma ossessiva del pensiero, un “chiodo fisso” che la mente si ostina a riproporre non lasciando spazio ad altre attività mentali fino a quando l’impulso non viene soddisfatto. Secondo gli psicoanalisti, invece, la necessità di rubare sarebbe connessa al bisogno inconscio di compiere un reato per poi incorrere in una punizione che plachi il senso di colpa che la persona si porta dentro per altri motivi che hanno radici nel suo personale vissuto. La cleptomania nasce da un conflitto interiore tra Io (la no- stra parte razionale) e Super-Io (la legge morale interiorizzata attraverso l’educazione) che gli dice che cosa fare… ma visto che nel passato non è stato abbastanza amato, ha tutto il diritto di rubare perché il furto lo ricompensa di questa carenza,dunque, l’impulso a rubare è un’esigenza di compensazione affettiva. Poi subentra il senso di colpa, ma l’unico modo per sedare l’ansia è compiere un altro furto. In questo modo si innesca un circolo vizioso tipico di tutti i disturbi ossessivo-compulsivi. In sostanza si tratta di un meccanismo inconscio che spinge il cleptomane a riempire il vuoto e lo scoraggiamento esistenziale con il furto di un oggetto compensatorio. Spesso, i primi episodi di cleptomania si verificano durante l’adolescenza, tuttavia bisogna tener presente che la cleptomania è un disturbo molto raro e non è da confondere con le più frequenti tipologie di furto, in quest’epoca di sviluppo, determinate dalla voglia di trasgredire. Oltre agli adolescenti, le donne sono la categoria più esposta perché sono proprio loro a sentire maggiormente la necessità di compensazione quando sono attanagliate da un disagio, specie se questo affonda le radici in un passato di carenze affettive o in un presente in cui è difficile adeguarsi ai molteplici ruoli che la società richiede di ricoprire (moglie, madre, donna in carriera, ecc.) Come si cura? Il cleptomane dovrà essere indirizzato a risolvere il problema che stà alla base, attraverso un percorso di indagine psicoanalitica. alutare 33