Studio clinico preliminare in aperto sull’associazione del levetiracetam ai precedenti trattamenti farmacologici in pazienti con disturbi dello spettro bipolare Preliminary open clinical study about association of levetiracetam to preceding pharmacological treatment in bipolar spectrum patients with bipolar spectrum disease GIUSEPPE BERSANI, CRISTINA MANERA Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica, III Clinica Psichiatrica, Università di Roma, La Sapienza RIASSUNTO. L’utilizzo clinico di alcuni farmaci antiepilettici ha significato un utile contributo alla terapia di alcuni disturbi psicopatologici, in particolare nella sfera affettiva; i dati relativi al levetiracetam (LEV) sembrano orientare per un suo posizionamento tra i farmaci dotati di un’attività di tipo antimaniacale. Scopo. Il presente studio, svolto attraverso l’utilizzo di alcune rating scale, si pone l’obiettivo di valutare lo stato psicopatologico di un campione di 20 pazienti affetti da disturbi dello spettro bipolare dopo l’utilizzo di LEV in add-on ai precedenti trattamenti farmacologici. Risultati. L’associazione del LEV al precedente trattamento farmacologico ha comportato un netto miglioramento del quadro patologico sia per quanto attiene alla gravità generale del quadro clinico (indicato dal punteggio totale della BPRS), che rispetto alla severità specifica del quadro maniacale (indicato dal punteggio totale della BRMAS). PAROLE CHIAVE: mania, disturbi dello spettro bipolare, farmaci antiepilettici, levetiracetam. SUMMARY. The clinical use of antiepileptic drugs represents an useful contribution in the therapy of some psychopathologic diseases, especially of affective disorders; data about levetiracetam (LEV) seems to tend about its position among antimaniacal drugs. Aim. The aim of this study, where some rating scales have been used, is the evaluation of psychopathologic state in a sample of 20 patients affected with bipolar spectrum diseases after use of LEV in add-on with previous pharmacological treatments. Results. The association of LEV to previous pharmacological treatments allowed a clear improvement in general psychopathological state (showed by BPRS total score) and in specific seriousness of maniacal state (showed by BRMAS total score). KEY WORDS: mania, bipolar spectrum diseases, antiepileptic drugs, levetiracetam. FARMACI ANTIEPILETTICI NEI DISTURBI PSICHIATRICI L’impiego dei farmaci antiepilettici (Anti-Epileptic Drugs, AEDs) in pazienti con disturbi psichiatrici ha improntato la terapia psicofarmacologica degli ultimi 20 anni (1). La carbamazepina (CBZ) ed il valproato (VPA), per esempio, sono stati largamente utilizzati nel trattamento di quadri psicopatologici caratterizza- ti da instabilità sia affettiva che comportamentale; di questi, oltre ai disturbi dell’umore, fanno parte i quadri di discontrollo emotivo e comportamentale, disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo e alcuni disturbi di personalità (2). Nella realtà clinica attuale il numero dei pazienti psichiatrici in terapia con AEDs è molto ampio, superiore anche a quello dei pazienti che assumono litio; le ragioni di questo fenomeno sono da ricercare nella E-mail: [email protected] Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 251 Bersani G, Manera C scarsa tollerabilità connessa all’impiego del litio, nella più frequente monoterapia con AEDs e nelle limitate indicazioni terapeutiche del litio contro un più vasto spettro d’azione degli AEDs, prescritti nel discontrollo emotivo-aggressivo associato a qualunque altro disturbo mentale, in disturbi d’ansia, della condotta alimentare, etc. La crescente diffusione dell’uso degli AEDs nella sfera psichiatrica comporta una maggiore difficoltà nella scelta e nelle possibili opzioni di gestione della terapia, ulteriormente incrementata dal numero crescente di molecole per le quali è descritto un effetto stabilizzante dell’umore (3). Fino a pochi anni fa l’uso degli antiepilettici in psichiatria, ed in particolare nella terapia e nella profilassi dei disturbi affettivi, era limitato a CBZ e VPA; al momento attuale il loro numero è in via di incremento per il successivo inserimento di gabapentin, lamotrigina, topiramato, tiagabina e oxcarbamazepina. È facile comprendere come, all’interno di questo ampio panorama, si sollevino numerosi interrogativi nella scelta del farmaco, nella conduzione e nella valutazione dell’efficacia delle diverse terapie, incertezza accentuata dalla persistente carenza di conoscenze dei rapporti tra le azioni cliniche dei singoli farmaci ed il loro meccanismo d’azione. La diversità di indicazione tra gli AEDs nelle varie forme dei disturbi dell’umore risulta nella realtà meno ampia di quanto non sia la diversità di struttura e di profilo d’azione delle diverse molecole. In linea generale tutti gli AEDs possiedono, anche se con variabile incisività, un’azione terapeutica sulla fase maniacale del Disturbo Bipolare e sulle alterazioni psichiche e comportamentali riconducibili allo stato d’eccitamento. CBZ e VPA sono i farmaci per i quali l’efficacia antimaniacale è nota da più tempo e per i quali l’indicazione nella terapia e nella profilassi del Disturbo Bipolare appare largamente acquisita. L’effetto antimaniacale del gabapentin, del topiramato e della tiagabina (4) è sufficientemente supportato sia dai risultati degli studi clinici che dall’esperienza clinica generale, nonostante sussistano ancora delle incertezze circa la comparabilità di questi farmaci rispetto alla potenza dell’effetto terapeutico. Per quanto riguarda la lamotrigina ed il topiramato, alcuni dati clinici supportano un effetto prevalente sulle componenti depressive del Disturbo Bipolare sia in termini di trattamento di stato che di profilassi di episodi successivi; tale effetto si evidenzierebbe in misura prevalente nei trattamenti in associazione con farmaci antidepressivi o, nel caso di pazienti bipolari in trattamento a lungo termine, con il litio. In tale quadro appaiono di interesse clinico i primi dati relativi all’impiego di levetiracetam (LEV) in pazienti con Disturbi dell’Umore. IL LEVETIRACETAM Il LEV è una S-alfa-etil-2-oxo-pirridolina acetamide, strutturalmente simile al piracetam, un farmaco utilizzato sia come nootropo che, in Gran Bretagna, per le crisi miocloniche resistenti alle altre terapie (5). Il LEV è approvato in 28 Paesi del mondo quale farmaco per il trattamento dell’epilessia parziale (5). Negli studi preclinici si è rivelato un potente anticomiziale con alcune indicazioni di un effetto neuroprotettivo e, al contrario che nei modelli animali, con una attività sia nell’epilessia generalizzata che in quella parziale. Il suo meccanismo d’azione è a tutt’oggi poco noto: differentemente dagli altri farmaci anticomiziali è certo che non ha alcun effetto sul meccanismo di trasporto del sodio, né sui canali T del calcio, né sui recettori ionotropici del glutammato. Il meccanismo d’azione potrebbe riguardare il blocco delle beta-carboline, interrompendo l’ingresso di cloro attraverso i recettori del GABA e della glicina nella cellula nervosa (5). È stato dimostrato che il LEV ha un potente effetto antagonista sui modulatori negativi dei recettori del GABA e della glicina; alcuni potenziali meccanismi che possono spiegare il suo potere antiepilettico riguardano l’inibizione dei canali ad alto voltaggio del calcio e una moderata soppressione del ritardo della ripolarizzazione attraverso i canali del potassio. A causa di questa differenza potrebbe avere, rispetto agli altri anticonvulsivanti, un differente profilo comportamentale (6). Il LEV neutralizza lo sviluppo di kindling a livello dell’amigdala dopo la somministrazione di shock elettrici ripetuti nel ratto (4); poiché alcuni Autori hanno utilizzato il kindling quale modello sperimentale nella genesi del Disturbo Bipolare, tale dato suggerisce un ruolo potenziale della molecola nella terapia di questo disturbo. A livello cellulare, il LEV riduce l’ipereccitabilità indotta dalla bicucullina, in vivo e in vitro; quest’attività sembra imputabile all’azione sui canali del calcio e avvalora la tesi che il LEV riduca l’afflusso di Ca++ intracellulare determinato dall’apertura dei canali del Ca voltaggio dipendenti; inoltre, il LEV riduce l’ipersincronismo neuronale dell’ippocampo. Anche questi dati potrebbero essere associati ad un potenziale ruolo del LEV nel trattamento della fase maniacale del Disturbo Bipolare. Il LEV è un farmaco ad ampio spettro con un buon margine di sicurezza; i risultati dei trial clinici di fase II hanno dimostrato che, in pazienti con epilessia parziale e/o secondariamente generalizzata, se aggiunto ad altre terapie, è ben tollerato anche a dosi superiori ai 4 grammi al giorno. Gli effetti collaterali osservati sono stati di Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 252 Studio clinico preliminare in aperto sull’associazione del levetiracetam sonnolenza (14.8%), astenia (14.7%), infezioni (13.4%), alterazioni comportamentali (13.3%), vertigine (8.8%), faringite (6.1%) e rinite (4.4%) (7). Alcuni studi indicano una prevalenza significativa di sintomi collaterali di tipo psichico come irritabilità, ostilità, sedazione e cefalea; questi effetti, essendo dose-dipendenti, potrebbero essere limitati attraverso una corretta gestione della terapia. IL LEVETIRACETAM NEI DISTURBI PSICHIATRICI I dati attualmente disponibili sembrano orientare il posizionamento del LEV tra i farmaci dotati di attività di tipo antimaniacale, anche se l’attuale esiguità delle informazioni non consente alcuna valutazione conclusiva in tal senso e sottolinea l’esigenza di ulteriori approfondimenti clinici. Il lavoro di Lamberty, et al. (4) è improntato sulla valutazione dell’effetto del LEV in un modello animale di Disturbo Bipolare ottenuto somministrando ai ratti destroanfetamina e clordiazepossido; lo studio ha rilevato che il LEV, alle stesse dosi che hanno proprietà anticomiziali e anti-kindling, è in grado di contrastare l’iperattività indotta da queste sostanze. Altri studi (8-11) hanno supportato l’efficacia del LEV anche nella pratica clinica, attraverso la discussione di alcuni sporadici casi clinici. Braunig e Kruger (12) hanno riportato i primi due casi di Disturbo Bipolare a cicli rapidi trattati con successo con LEV; gli Autori hanno attribuito il risultato positivo all’azione anti-kindling attraverso cui il farmaco è in grado di interrompere il rapido susseguirsi delle alterazioni dell’umore. L’obiettivo del presente studio è, documentati la validità antiepilettica ed i modelli del meccanismo d’azione del LEV, valutare la sua efficacia quale stabilizzatore dell’umore in pazienti con Disturbo Bipolare e dello Spettro Bipolare (disturbo ciclotimico, mania mista, disturbi dell’adattamento con alterazione della condotta, disturbo borderline di personalità), anche in considerazione della mancanza di dati in tal senso. maschi risultano d’età maggiore rispetto alle femmine (46.8 ± 15.17 per i maschi e 40.57 per le femmine). La distribuzione della frequenza delle diagnosi (classificazione DSM-IV) è quella esposta in Tabella 1. b) Trattamento Per quanto riguarda la presenza di una precedente terapia farmacologica con stabilizzatori dell’umore, si è osservato che il 75% dei pazienti aveva fatto uso di litio (50%), CBZ (35%) o VPA (35%); sono stati esclusi dal campione i pazienti in trattamento con AEDs e litio nei 6 mesi precedenti al presente studio. La quasi totalità dei soggetti al momento dell’osservazione era in terapia con altri farmaci; alla prima visita, l’85% (17) stava assumendo ansiolitici ed antipsicotici. A tutti i pazienti è stato somministrato LEV (500 mg per os 2 volte al giorno) per un periodo di 60 giorni. I trattamenti farmacologici già assunti al momento dell’inclusione non hanno subito modifiche nel periodo di studio. c) Valutazione Clinica Lo stato psicopatologico dei pazienti è stato indagato ai tempi 0, 15 gg, 30 gg e 60 gg (I, II, III, IV visita) dall’inizio dell’assunzione di LEV, mediante l’utilizzo delle seguenti scale: • Bech-Rafaelsen Mania Scale (BRMAS); • Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS); • Global Clinical Impression (GCI); • Dosage Record and Treatment Emergent Symptom Scale per raccogliere informazioni su eventuali sintomi/effetti collaterali dovuti alla terapia. Cinque pazienti, pari al 25%, hanno abbandonato il trattamento; 1 dei pazienti drop-out ha interrotto la terapia dopo la seconda visita ed i rimanenti 4 dopo la terza. Di questi, 1 ha subìto un ricovero e gli altri hanno fatto richiesta di sospendere il trattamento; di questi ultimi, solo 1 per sospetti effetti collaterali. d) Analisi statistica Le differenze relative ai diversi item nelle varie visite sono state evidenziate con metodi statistici di tipo non parametrico (test di Friedman e di Wilcoxon). Il confronto è stato eseguito tra il baseline e l’ultimo contatto disponibile per ogni paziente considerando questo valore come quello in grado di stimare al meglio la dose di farmaco ottimale. Per valutare un possibile effetto di accumulo si è infine eseguita una regressione lineare valutando la possibile relazione tra lo score medio di ogni scala ed il tempo. Le analisi statistiche sono state effettuate con il pacchetto statistico SPSS.10. MATERIALI E METODI a) Popolazione Lo studio è stato condotto utilizzando il LEV in addon ai precedenti trattamenti farmacologici secondo un disegno sperimentale in aperto. Il campione considerato è formato da 20 soggetti non ricoverati, 13 (65%) maschi e 7 (35%) femmine, d’età media di 44.6 ± 14.59 anni; i Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 253 Bersani G, Manera C Tabella 1. Frequenza delle diagnosi Diagnosi (DSM-IV) Disturo Bipolare I Disturbo Bipolare II Disturbo Ciclotimico Mania Mista Disturbo di adattamento con alterazione della Condotta (Disturbo borderline di personalità) Frequenza 4 (20%) 6 (30%) 4 (20%) 2 (10%) 4 (20%) RISULTATI Dall’analisi degli andamenti medi dei 18 item che compongono la BPRS in caso di terapia con LEV si nota che solo 2, preoccupazione somatica e rallentamento motorio, mostrano un andamento crescente dalla prima alla quarta visita; tale differenza non risulta essere significativa. Per 3 item, ritiro emozionale, allucinazioni e appiattimento affettivo, non si sono registrate variazioni nella gravità tra il livello basale e la quarta settimana di trattamento. Per tutti i restanti item si registra un trend decrescente dei valori medi e una significatività statistica registrata nella maggior parte dei casi (Tabella 2). Gli item con i valori basali medi più elevati (maggior gravità iniziale) erano: ansia, tensione, grandiosità, ostilità e non cooperatività. Tutti questi sintomi mostrano un andamento decrescente passando dal baseline alla quarta visita e tale variazione risulta essere per tutti statisticamente significativa. Per quanto riguarda la variazione del punteggio totale della BPRS, emerge una modifica del punteggio medio da 35 (± 4.28) all’ammissione a 25.87 (± 3.25) alla quarta visita (Tabella 3). Essendosi verificati 5 drop-out, l’analisi è stata effettuata su 15 soggetti; il test ha dato come risultato un valore di X2r=27.7 e un p<0.001, con una differenza statisticamente significativa tra i punteggi nei 4 step analizzati. Sulla base delle percentuali di riduzione dei punteggi della BPRS, è possibile avere un’idea più precisa del numero dei pazienti in cui il trattamento ha avuto un effetto positivo; per 9 pazienti si è registrata una riduzione dei punteggi (dall’ammissione all’ultimo step disponibile) tra il 50 e il 25% e per 8 pazienti una riduzione inferiore al 25% (Tabella 4). Tutti gli 11 sintomi che compongono la BRMAS hanno mostrato un andamento decrescente quando analizzati dal baseline vs la IV visita. Per alcuni di essi, come attività verbale e tono di voce, la diminuzione non risulta essere sempre lineare; in ogni caso il valore al baseline è sempre superiore a quello riscontrato alla fine del periodo di trattamento. Per tutti gli item, il trend è stato decrescente rispetto al baseline, e il decremento è statisticamente signifi- Tabella 3. Punteggio medio totale della BPRS durante i 4 step Visita I II III IV Media ± ds 35.35 ± 4.2831 31.6 ± 5.2556 29.05 ± 5.4617 (p<0.001) 25.87 ± 3.2484 Mediana 36 29.5 28 25 N 20 20 19 15 Tabella 2. Punteggio medio (e deviazione standard) di ciascun item della BPRS. La variazione tra prima ed ultima visita è risultata statisticamente significativa per tutti gli item, ad eccezione della preoccupazione somatica e del rallentamento motorio; per ritiro emozionale, allucinazioni e appiattimento affettivo non si registrano variazioni della gravità. Item Preoccupazione somatica Ansia Ritiro emozionale Disorganizzazione concettuale Sentimenti di colpa Tensione Manierismi ed atteggiamenti posturali Grandiosità Umore depresso Ostilità Sospettosità Allucinazioni Rallentamento motorio Non cooperatività Contenuti del pensiero insoliti Appiattimento affettivo 1° visita 2° visita 3° visita 4° visita 1.45 (0.887) 3.35 (0.8751) 1.0 (0) 2.4 (0.8208) 1.30 (0.8013) 5.25 (0.7164) 1.2 (0.4104) 4.25 (0.7864) 1.30 (0.8013) 3.65 (1.2258) 2.2 (0.8944) 1.0 (0) 1.0 (0) 3.4 (0.5982) 1.6 (0.7539) 1.0 (0) 1.65 (0.9333) 3.0 (0.5620) 1.0 (0) 2.15 (0.7452) 1.25 (0.6387) 4.45 (0.9987) 1.15 (0.3663) 3.9 (0.0712) 1.35 (0.8127) 3.1 (1.2080) 1.7 (0.7327) 1.0 (0) 1.0 (0) 2.6 (0.9403) 1.3 (0.5712) 1.0 (0) 1.63 (0.7609) 3.0 (0.8819) 1.0 (0) 1.74 (0.6534) 1.26 (0.6534) 4.11 (0.9941) 1.11 (0.3153) 3.37(0.8307) 1.32 (0.7493) 2.53 (1.0203) 1.5 (0.6967) 1.0 (0) 1.0 (0) 2.37 (0.8951) 1.11 (0.3153) 1.0 (0) 1.67 (0.6172) 2.53 (0.5164) 1.0 (0) 1.47 (0.6399) 1.2 (0.5606) 3.53 (0.7432) 1.07 (0.2582) 2.87 (0.8338) 1.20 (0.5606) 2.13 (0.7432) 1.2 (0.4140) 1.0 (0) 1.13 (0.3519) 1.87 (0.5164) 1.0 (0) 1.0 (0) Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 254 Studio clinico preliminare in aperto sull’associazione del levetiracetam Tabella 4. Riduzione percentuale dei punteggi di alcuni item della BPRS Tabella 6. Punteggio medio totale e deviazione standard della BRMAS durante i 4 step Item Visita Ansia Disorganizzazione concettuale Sentimento di colpa Tensione Manierismi Grandiosità Umore depresso Ostilità Sospettosità Non collaborazione Contenuti del pensiero insoliti Riduzione % -24.2 -38.8 -7.7 -32.8 -10.8 -32.5 -7.7 -41.6 -45 -45 -37.5 I II III IV Media ± ds 22.3 ± 2.7739 20.2 ± 5.5213 17.2 ± 5.6209 13.4 ± 4.8961 (p<0.001) Mediana N 22 19 17 13 20 20 18 15 Tabella 7. Riduzione percentuale del punteggio medio di alcuni sintomi della BRMAS Item cativo per tutti i punti tranne che per l’attività motoria (Tabella 5). Per quanto riguarda la variazione del punteggio totale della BRMAS, si trova che da una media di 22.3 (± 2.77) all’ammissione si arriva a 13.4 (± 4.9) dopo la IV settimana di trattamento e, come per la BPRS, la differenza risulta essere statisticamente significativa al test di Friedman (Tabella 6). Se si considera il miglioramento sulla base delle percentuali della riduzione dei punteggi della BRMAS, è possibile avere un’idea più precisa sul numero dei pazienti in cui il trattamento è risultato efficace o meno. Si nota che per 7 pazienti si è registrata una riduzione dei punteggi tra il 70 e il 50%, per altri 6 una riduzione tra il 50 e il 25% e per 2 inferiore al 25% (Tabella 7). Rispetto ai punteggi della GCI, per quanto concerne l’item gravità della malattia si ha un decremento lineare del valore medio del punteggio. Da un valore di 4.5 alla prima visita, corrispondente ad un giudizio di “moderatamente/notevolmente ammalato”, si passa ad un valore medio di 3, corrispondente ad un giudizio di “lievemente ammalato”. La riduzione percentuale registrata è stata di 34.9% (Tabella 8). Riduzione % Attività motoria Attività verbale Fuga delle idee Tono di voce Ostilità/distruttività Umore Autostima Contatto Sonno Interesse sessuale Lavoro -48.2 -16.5 -40.5 -36.7 -48.6 -40.4 -37.5 -45.5 -42.1 -37.2 -42.9 La differenza registrata tra la prima e l’ultima visita disponibile è risultata significativa quando analizzata con il test di Wilcoxon (Z=-3. 126, p=0.001). Per l’item relativo al miglioramento globale, che corrisponde al cambiamento delle condizioni del paziente rispetto all’inizio del trattamento, si passa ad un valore medio di 3.5 (lieve/nessun miglioramento) registrato alla seconda visita ad un valore medio di 2 (moderatamente migliorato) alla IV visita; la riduzione percentuale è stata del 41.4% (Tabella 8). Valutando questa differenza con il test di Wilcoxon si definisce il decremento come statisticamente significativo ( Z=-2. 406, p=0. 016). Tabella 5. Valore medio (e deviazione standard) del punteggio di ciascun item della BRMAS. Le variazioni tra prima ed ultima visita sono risultate statisticamente significative per tutti gli item, ad eccezione dell’attività motoria. Item Attività motoria Attività verbale Fuga delle idee Tono di voce Ostilità/distruttività Umore Autostima Contatto Sonno Interesse sessuale Lavoro 1° visita 2° visita 3° visita 4° visita 2.45 (0.5104) 2.0 (0.3244) 1.90 (0.6407) 2.10 (0.5525) 2.2 (0.6156) 2.35 (0.5871) 1.6 (0.6806) 2.2 (0.6959) 1.95 (0.6048) 1.80 (0.0052) 1.75 (0.7864) 2.10 (0.7881) 1.90 (0.6407) 1.65 (0.5871) 1.75 (0.7164) 1.8 (0.6959) 2.2 (0.6959) 1.75 (0.6387) 1.95 (0.6863) 1.7 (0.7327) 1.85 (0.7452) 1.55 (0.8870) 1.67 (0.6860) 1.67 (0.8402) 1.50 (0.6183) 1.89 (0.6764) 1.67 (0.6860) 1.78 (0.5483) 1.47 (0.6118) 1.53 (0.7723) 1.32 (0.5824) 1.37 (0.8307) 1.26 (0.6534) 1.27 (0.7037) 1.67 (0.4880) 1.13 (0.6399) 1.33 (0.6172) 1.13 (0.7432) 1.4 (0.6325) 1.0 (0.3780) 1.2 (0.6761) 1.13 (0.5164) 1.13 (0.7432) 1.0 (0.5345) Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 255 Bersani G, Manera C Tabella 8. Variazione percentuale del punteggio degli item della GCI Item Gravità della malattia Miglioramento globale Indice di efficacia Variazione % -34.9 -41.4 -37.6 Infine, per l’item che definisce l’indice di efficacia relativo all’effetto terapeutico e agli effetti collaterali, si passa da un valore medio di 10-11 (lieve miglioramento) alla II visita ad un valore medio di 6-7 (effetto terapeutico moderato), con una riduzione del 37.6% alla IV visita (Tabella 8). Tale riduzione è risultata significativa quando analizzata con il test di Wilcoxon (Z=-2. 057, p=0. 040). I più frequenti effetti collaterali nel corso di trattamento sono rappresentati da annebbiamento della vista, nausea/vomito, lipotimie/vertigini. Acatisia, scialorrea, sudorazione e diarrea, dopo aver subito un aumento in II e III visita, sono tornati ai livelli basali, probabilmente in seguito all’assestamento del dosaggio. Esaminando la percezione che il paziente ha della gravità degli effetti collaterali e del conseguente disagio, è emerso che solo un soggetto avvertiva come gravi gli effetti collaterali ma nelle visite successive questa sensazione è scemata a modesta/lieve. DISCUSSIONE Un elemento di rilevante interesse del presente lavoro risiede nel fatto che questo rappresenta il primo studio clinico condotto in una popolazione di pazienti; in letteratura, infatti, sono presenti solo sporadici case reports che riguardano l’utilizzo di LEV quale stabilizzatore dell’umore. In rapporto a tale significato di studio pilota, le diagnosi di inclusione non si sono limitate al solo Disturbo Bipolare, ma hanno compreso anche altre categorie incluse nell’ambito dello “Spettro Bipolare”, come i Disturbi di adattamento con alterazione della Condotta ed in particolare il Disturbo Borderline di Personalità; ciò è stato interpretato nell’ottica del dato clinico ben acquisito dell’efficacia degli AEDs non solo nella mania, ma anche nelle componenti sia affettive che comportamentali che caratterizzano il quadro clinico dei disturbi compresi nel cosiddetto “Spettro Bipolare”. Lo studio è stato condotto secondo un disegno in add-on in aperto a precedenti trattamenti farmacologici, con l’esclusione di altri stabilizzatori dell’umore, al fine di evitare i rischi clinici correlati all’eventuale inefficacia del trattamento con LEV ed in considerazione del suo significato strettamente esplorativo. L’osservazione clinica in aperto rappresenta comunque una metodica di studio non priva di una sua importanza informativa, anche in relazione all’uniformità delle condizioni dei soggetti (stessa situazione ambientale ed unico esaminatore clinico). È evidente che i presenti risultati dovranno essere in seguito integrati con altri dati ottenuti mediante metodiche sperimentalmente più controllate. Nel campione studiato, l’associazione del LEV al precedente trattamento farmacologico ha comportato un netto miglioramento del quadro patologico con un valore di elevata significatività relativamente al gruppo totale, sia per quanto attiene alla gravità generale del quadro clinico (indicato dal punteggio totale della BPRS), sia rispetto alla severità specifica del quadro maniacale (indicato dal punteggio totale della BRMAS). L’andamento della risposta è stato lineare e la sua significatività, sia clinica che statistica, è emersa in particolare in occasione della III visita (T30), con ulteriore incremento alla IV (T60); si tratta di un andamento temporale di risposta congruente con quello di altri farmaci dotati di analoga azione antimaniacale. Il punteggio medio finale della BRMAS (13) è compatibile con un quadro di lieve/assente stato di eccitamento; l’efficacia dell’azione antimaniacale è confermata anche dal miglioramento percentuale espresso dagli item della BRMAS quali attività motoria (48.2%), ostilità/distruttività (48.6%), umore (40.4%), sonno (42.1%). La ridotta consistenza numerica del campione non ha consentito analisi distinte nei sottogruppi diagnostici ma le analogie psicopatologiche tra questi (Disturbo Bipolare I e II e disturbi dello spettro bipolare), e la risposta marcata ed uniforme di tutte le variabili cliniche considerate consente di ipotizzare una sostanziale omogeneità di risposta. Dallo studio emerge la sostanziale tollerabilità dell’associazione del LEV ai precedenti trattamenti farmacologici; nel corso del trattamento non si sono verificati effetti collaterali rilevanti quali alterazioni ematologiche, stato tossico confusionale, alterazioni della funzionalità epatica, distonie o alterazioni urinarie, come invece descritto per altre categorie di AEDs. L’approfondimento dei risultati con ulteriori studi controllati rappresenta la necessaria evoluzione dello studio circa la possibile utilità del LEV nel trattamento del Disturbo Bipolare e dei disturbi ad esso correlati; dati più significativi potranno essere ottenuti da studi di confronto in doppio cieco con altri farmaci stabilizzatori dell’umore, sia in add-on che in monoterapia. Rivista di psichiatria, 2004, 39, 4 256 Studio clinico preliminare in aperto sull’associazione del levetiracetam BIBLIOGRAFIA 1. Mauri M, Borri C, Banti S, Minati M: Gli stabilizzanti del tono dell’umore nel trattamento dei disturbi dello spettro bipolare. Giornale Italiano di Psicopatologia, 2001, 7, 2. 2. Emlich H, Dose M, von Zeerssen D: The use of Sodium Valproate, Carbamazepine and Oxcarbazepine in Patients with Affective Disorders. Journal of Affective Disorders, 1985, 8, 243250. 3. Pies R: Combining Lithium and Anticonvulsants in Bipolar Disorder: a Review. 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