TECNOLOGIA DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI prof. R. Vittorini La facciata continua: definizione e caratteristiche funzionali Le chiusure verticali esterne ricoprono un ruolo fondamentale negli organismi edilizi per il loro complesso rapporto sia con l'ambiente interno sia con quello esterno. Esse devono assicurare una molteplicità di prestazioni che, se non assolte in termini progettuali, possono dare luogo a gravi patologie edilizie. Le facciate degli edifici non solo influenzano il comfort degli ambienti interni, ma esprimono il linguaggio stilistico dell'architettura nonché del progettista e, contestualizzate, caratterizzano il volto di una città. Non meraviglia dunque che esse godano presso i progettisti di maggiore attenzione rispetto a tutti gli altri componenti edili. Le chiusure verticali di un edificio possono essere interamente realizzate mediante una struttura leggera, non portante ed esterna al corpo di fabbrica, denominata "facciata continua". Si tratta di un sistema costruttivo costituito da specchiature estese a tutta la superficie, trasparenti od opache, collegate ad una struttura metallica di supporto a sua volta connessa agli elementi portanti dell'edificio. Non contribuisce quindi alle funzioni portanti dell'edificio e presenta il grande vantaggio di essere molto più snella e leggera di una chiusura tradizionale. L'esigenza di far entrare all'interno dell'edificio una certa quantità di radiazione solare, per il necessario comfort visivo e termico, implica che spesso la componente principale di una facciata continua sia quella trasparente e il materiale utilizzato sia il vetro. L'accezione "facciata continua" traduce l'anglosassone "curtain wall". A differenza della terminologia originale, che esplicita un sistema appeso (la traduzione letterale del termine è "muro cortina" o "muro tenda"), la dizione italiana si riferisce piuttosto alla continuità geometrica della superficie. Anche se talvolta la denominazione "curtain wall" resta associata esclusivamente alla tipologia di facciata a montanti e traversi, la prima ad essere concepita e realizzata e tuttora la più impiegata, il termine ha subito nel corso del '900 una progressiva estensione di significato, in seguito all'introduzione di nuovi sistemi costruttivi, agli sviluppi delle tecnologie produttive e alla spinta architettonica verso nuove forme. Oggi tale definizione identifica una vasta gamma di possibilità costruttive e formali, in rapporto ai sistemi di fissaggio delle specchiature e alle caratteristiche dei componenti, che ancora non cessa di arricchirsi dei risultati ottenuti dall'evoluzione tecnologica del settore e delle sperimentazioni dei progettisti. 1 Inoltre il termine attualmente interessa non solo il campo delle facciate leggere, ma anche quello delle coperture trasparenti e degli involucri, ovvero di edifici in cui le pareti e le coperture diventano la medesima cosa, senza visibili soluzioni di continuità. I componenti di una facciata continua sono sostanzialmente tutti eseguiti in officina e montati in opera. A differenza di quanto accadeva in passato, oggi gli edifici dotati di facciate continue sfruttano i risultati dei progressi della tecnologia e i materiali sempre più evoluti a disposizione, raggiungendo alti livelli prestazionali e soluzioni formali affascinanti. L'uso del curtain wall impone anche la risoluzione di problemi di natura statica, soprattutto relativi alla compatibilità delle deformazioni della struttura portante dell'edificio, in genere cementizia, con quelle della facciata. Il fatto poi che la facciata sia autonoma implica una maggiore difficoltà nella risoluzione dei problemi di tenuta all'acqua e all'aria, di isolamento termico e di isolamento acustico. Inoltre in una facciata continua in vetro l'ampia dimensione della superficie trasparente facilita la captazione di calore e la sua dispersione, con conseguente aumento dei costi di climatizzazione. La facciata continua presenta un'elevata complessità funzionale perché è chiamata ad assolvere i compiti che tradizionalmente sono svolti sia dalla parete perimetrale che dagli infissi esterni. Per svolgere tali funzioni essa è costituita da due strati funzionali: lo strato di protezione e lo strato resistente. Lo strato resistente viene realizzato, solitamente, mediante estrusi di alluminio vincolati alla struttura portante dell'edificio attraverso elementi di acciaio. Esso ha il compito di resistere al peso proprio dei componenti della facciata e alle sollecitazioni ad essa applicate, nonché di collegare lo strato di protezione agli elementi portanti dell'edificio. Lo strato di protezione si compone generalmente dei seguenti elementi: - i tamponamenti, che possono essere trasparenti od opachi, ai quali è affidato il compito di separare lo spazio interno da quello esterno, regolare il flusso di calore, aria, rumore, e consentire la visuale e il passaggio; - le guarnizioni e i sigillanti, generalmente in silicone, che hanno la funzione di resistere all'azione degli agenti atmosferici, ridurre la trasmissione termica tra interno ed esterno e assorbire le deformazioni della facciata e le dilatazioni termiche degli elementi costituenti; - gli eventuali schermi per la regolazione della radiazione solare. 2 In definitiva le principali funzioni di una facciata continua possono essere riassunte nel modo seguente: - garantire la propria stabilità strutturale: resistere ai carichi permanenti (peso proprio dei componenti) ed accidentali (vento, sisma, urti, ecc.) applicati alla facciata e trasmettere gli stessi alla struttura portante dell'edificio; assecondare le deformazioni della struttura portante dell'edificio, oltre che le deformazioni e le dilatazioni termiche degli elementi costituenti; - resistere al fuoco; - separare e conformare gli spazi interni rispetto all'esterno svolgendo le funzioni di: proteggere gli ambienti interni, consentire e regolare l'illuminazione e la ventilazione degli ambienti interni, nonché la visibilità; permettere il passaggio; - garantire l'isolamento termico, l'isolamento acustico e la tenuta all'acqua e all'aria; - controllare l'irraggiamento solare; - permettere una facile manutenzione. I diversi tipi di facciata continua Le facciate continue rappresentano un campo estremamente vasto e ancora in fase evolutiva. Sulla base di quanto stabilito dal progetto di norma europeo peEN 33202 "Curtain walling -Terminology", può essere proposta una classificazione dei tipi di facciata continua in relazione ai principali schemi di funzionamento adottati: - facciata continua a montanti e traversi, - facciata continua ad elementi, - facciata continua a telai, - facciata continua strutturale, - facciata continua a pannelli, - facciata continua a copertura dei pilastri, - facciata continua sospesa. Al di fuori dell'ambito strettamente normativo, altri tipi di facciata continua si possono individuare nel panorama produttivo contemporaneo : - facciata continua con struttura a cavi tesi, - facciata continua a doppia pelle, - facciata continua fotovoltaica. Bibliografia AA.VV., Atlante del vetro, Torino, Utet, 1999 AA.VV., Atlante delle facciate, Torino, Utet, 2004 N. Sinopoli, V. Tatano (a cura di), Sulle tracce dell’innovazione: tra tecniche e architettura, Milano, Franco Angeli, 2002 3 Facciata continua a montanti e traversi È un sistema di stretta derivazione dal campo della serramentistica e grazie alla semplicità concettuale ed ai continui perfezionamenti cui è sottoposto, resta il sistema ancora oggi più diffuso. È costituito da una maglia intelaiata di montanti verticali ancorati alla struttura portante dell'edificio e di traversi orizzontali di collegamento, in genere in alluminio cui vengono fissati i pannelli di tamponamento, trasparenti o opachi, fissi o apribili. Il sistema viene assemblato in cantiere: prima i montanti, poi i traversi, poi i pannelli. Poiché i montanti hanno spesso spessore maggiore del pannello sporgono in genere verso l'interno della facciata. Montanti e traversi hanno di solito sezione scatolare e sono dotati di appendici che consentono l'inserimento dei vetri che vengono bloccati meccanicamente da pressori che accolgono anche le guarnizioni di tenuta. Nella maggior parte dei casi i profili sono 'a taglio termico' cioè forniti di un inserto plastico che interrompe la continuità del profilo per migliorarne le prestazioni dal punto di vista termico. In genere ogni montante ha la lunghezza di un interpiano, mentre ogni 1 3 2 4 5 1 montante 2 traverso 3 organo di attacco alla struttura portante 4 spandrel 5 vetro Facciata continua a montanti e traversi 1 4 2 3 4 1 profilo di montante 2 vetrocamera 3 profilo di traverso 4 sistema pressore a vite, profilo isolante, copertina Nodo di facciata a montanti e traversi 4 1 2 3 1 2 1 1 profilo di montante 2 accessorio per il collegamento dei traversi ai montanti (vincolo a carrello) 3 profilo di traverso 1 profilo di montante 2 accessorio per la giunzione dei montanti (vincolo a carrello) Giunto di dilatazione nei montanti Sistema di aggancio tra montante e traverso traverso è lungo quanto il passo tra i montanti, generalmente tra 80 e 150 cm. In genere ogni interpiano è diviso in due specchiature, una inferiore, generalmente fissa e opaca, e una superiore trasparente e apribile. Quella inferiore può essere costituita da un pannello sandwich con isolante che può avere la lastra esterna di vetro, o se non è necessario uniformarla a quella superiore, di altro materiale. 8 7 1 2 3 4 5 6 Sezione orizzontale 1 9 8 7 2 I montanti hanno la funzione di trasmettere i carichi agenti sulla facciata, alla struttura portante dell'edificio. Sono appesi agli elementi orizzontali (solai) della struttura portante dell'edificio. Montanti e traversi sono dotati di giunti di compensazio- 3 4 5 6 Sezione verticale 1 2 3 4 5 vetrocamera pressore vite profilo isolante copertina 6 7 8 9 guarnizione profilo di montante profilo di traverso tassello Sezioni di un nodo di facciata a montanti e traversi 5 ne delle dilatazioni termiche e delle deformazioni differenziali tra struttura e facciata. Le variazioni di temperatura, l'azione del vento, del sisma e i sovraccarichi accidentali determinano sulla facciata e sulla struttura spostamenti orizzontali, verticali, torsionali, flessionali che devono essere assecondati. A tal fine i montanti sono collegati tra loro tramite un vincolo a carrello che ne permette gli spostamenti verticali mentre i traversi sono connessi ai montanti tramite un incastro ad una estremità e un carrello all'altra per poter effettuare spostamenti orizzontali. Gli elementi di attacco dei montanti alla struttura sono posti in corrispondenza dei solai e assolvono le funzioni di sostenere il peso della facciata, trasmettere i carichi alla struttura. In genere sono utilizzati profili di acciaio a C ammorsati alle travi di bordo o nelle solette con modalità diverse: frontale (aumento della distanza tra solaio e facciata), sopra il solaio (riduzione della distanza, ma interferenza tra finitura del solaio e posa della facciata), su nicchia del solaio (oneroso per la realizzazione della nicchia), sotto il solaio (sotto i carichi verticali, l'elemento lavora a trazione). I principali vantaggi della tecnologia di facciata a montanti e tra- 6 2 1 3 4 Attacco frontale 5 3 2 1 4 Attacco sopra il solaio 1 5 3 2 4 Attacco su nicchia del solaio 1 3 2 5 4 Attacco sotto il solaio 1 solaio 2 profilo a C 3 staffa 4 montante 5 squadretta I diversi modi di attacco degli ancoraggi all’edificio versi possono essere riassunti in: - adattabilità a diverse esigenze progettuali; - costo contenuto; - facilità di aggiustaggi in cantiere; - facilità di trasporto; - facilità di stoccaggio e necessità di spazi contenuti per eseguirne il montaggio. I principali problemi di tale tecnologia risiedono nella necessità dell'installazione di onerosi ponteggi esterni per le operazioni di montaggio e nella richiesta di un'elevata attenzione nell'organizzazione della spedizione e dello stoccaggio nel cantiere dei vari pezzi. Inoltre, essendo un tipo di facciata realizzata prevalentemente in opera, è maggiore il rischio di una cattiva tenuta agli agenti atmosferici e all'aria rispetto ai sistemi prefabbricati. 7 1 2 3 4 1 trave di bordo 2 staffa per la connessione dei montanti alla struttura portante 3 vite 4 profilo a C di ancoraggio Sistema di posa dei dispositivi di ancoraggio 1 2 3 5 5 4 6 1 trave di bordo o soletta 2 staffa con superfici zigrinate e asole 3 vite 3 4 profilo a C 5 piatto zigrinato a contrasto della staffa 6 profilo di montante Sistema di connessione del montante all’edificio Facciata continua ad elementi La facciata continua ad elementi, chiamata anche facciata a cellule o unit system, è costituita da elementi preassemblati in officina completi di telaio in alluminio, pannelli sottofinestra e vetrature fisse o apribili. Gli elementi presentano un'altezza pari all'interpiano dell'edificio e vengono ancorati mediante staffe di collegamento, in modo analogo al sistema a montanti e traversi. Perimetralmente sono dotati di innesti a maschio-femmina ricavati nei profili dei montanti che consentono gli accoppiamenti tra un telaio e l'altro, sia in orizzontale che in verticale. Esternamente le fughe tra una cellula e l'altra sono ben visibili variando da 1 a 2 cm di spessore. Il fissaggio delle parti vetrate può essere meccanico, con pressori avvitati ai telai, oppure effettuato attraverso l'impiego di siliconi strutturali. I vantaggi del sistema ad elementi sono legati all'ottimizzazione dei tempi della posa in opera, che si sviluppa dal basso verso l'alto proseguendo di pari passo con l'elevazione delle strutture verticali ed orizzontali dell'edificio, e alla facilità delle operazioni di montaggio, che procedono dall'interno adoperando l'edificio stesso come impalcatura. 8 1 2 1 elemento completo di telaio, spandrel e vetro 2 organo di attacco alla struttura portante Facciata continua ad elementi 1 2 3 3 1 elemento con innesto perimetrale a maschio 2 elemento con innesto perimetrale a femmina 3 guarnizione Sezione orizzontale di un nodo di facciata a cellule Gli altri vantaggi di questa tecnologia sono: - maggiori livelli di tenuta grazie alla migliore qualità delle sigillature e al più accurato montaggio dei componenti, che avviene in officina; - maggiori possibilità di aggiustaggio degli elementi nel piano della facciata attraverso giunti telescopici; - migliore assorbimento delle deformazioni della facciata, grazie alla sua struttura a cellule; - minori costi di montaggio, richiedendo meno manodopera specializzata in cantiere ed opere provvisionali limitate; I principali svantaggi di questa tipologia di facciata risiedono nella necessità di ampi spazi per la movimentazione e lo stoccaggio delle cellule, nonché nella richiesta di particolari precauzioni durante il trasporto, lo stoccaggio e la movimentazione delle cellule stesse, per evitare di alterare le tolleranze dimensionali stabilite e di causare fessurazioni o rotture delle lastre vetrate o delle guarnizioni di tenuta. Posa in opera delle cellule: aggancio a terra Posa in opera delle cellule: sollevamento al piano Posa in opera delle cellule: fissaggio all’edificio Aspetto finito di una porzione di facciata 9 Facciata continua strutturale La facciata continua strutturale, o structural sealant glazing, è costituita da pannelli di tamponamento trasparenti, opachi, fissi o apribili, incollati mediante siliconi strutturali a telai metallici, di solito in alluminio. L'incollaggio dei pannelli ai telai può avvenire esclusivamente in officina in quanto l'operazione necessita di particolari condizioni ambientali che in cantiere non è possibile garantire. Una volta terminata l'operazione in officina, gli elementi vengono posti in opera fissando i telai, mediante appositi accessori, al reticolo di montanti e traversi già precedentemente connesso alla struttura portante dell'edificio. In alternativa, telai e vetri possono essere prodotti come cellule e applicati direttamente al corpo di fabbrica, senza l'interposizione di un'ulteriore sottostruttura metallica. Questo sistema trova impiego ogni qual volta si desideri che la superficie della facciata sia "tutto vetro", in quanto permette di mantenere la struttura in alluminio totalmente dietro la vetrata e quindi di ottenere cortine vetrate uniformi e perfettamente planari, senza alcun elemento metallico di sostegno in vista. In questo caso sono i sigillanti 10 3 3 1 2 3 4 5 1 profilo di montante 2 vetrocamera incollato mediante silicone strutturale al telaio 3 telaio 4 profilo di traverso 5 spandrel Nodo di una facciata continua strutturale siliconici che devono rispondere alle sollecitazioni indotte dal vento, dal peso proprio della parete, dalle dilatazioni termiche dei vari elementi della facciata (vetri, telai, struttura portante) e dall'eventuale sisma, e devono trasferirle all'intelaiatura metallica. La facciata strutturale può essere a due o a quattro lati, a seconda di quali lati del pannello vengono incollati. Nel primo caso il pannello è incollato su due lati opposti, quelli verticali, mentre in alto e in basso è tenuto da ritegni meccanici. Nel secondo caso, quello più classico, la lastra è incollata su tutti i lati al telaio. Le incertezze sulla capacità dei sigillanti di mantenere le proprie proprietà prestazionali costituiscono il fattore critico del sistema. Per questo motivo, sovente nelle facciate a quattro lati si prevede l'inserimento di un ritegno meccanico di sicurezza, posto in corrispondenza dei giunti orizzontali, che impedisca la caduta accidentale della lastra di vetro qualora vi fosse una perdita di adesione del sigillante. In alcuni Paesi il ritegno meccanico deve obbligatoriamente collaborare col silicone alle funzioni portanti. Quando il ritegno collaborante corre a vista lungo tutto il perimetro del pannello, allora si parla di facciata semi-strutturale. In una facciata strutturale la comple- 11 7 8 4 6 5 1 2 3 4 Sezione orizzontale 1 3 5 6 7 4 8 9 2 3 10 4 Sezione verticale 1 vetrocamera 2 elemento plastico per taglio termico 3 silicone strutturale 4 guarnizione 5 sistema di connessione telaio-montante o 6 7 8 9 10 telaio-traverso telaio profilo di montante profilo di traverso tassello ritegno meccanico di sicurezza Sezioni di un nodo di facciata strutturale ta planarità della superficie vetrata è interrotta soltanto in corrispondenza dei giunti tra le lastre. La necessità di assorbire le dilatazioni termiche e le deformazioni della facciata richiede infatti una certa distanza tra le lastre, che normalmente non è inferiore a 1 cm, o a 2 cm nel caso di edifici molto alti. La scelta del vetro è fondamentale per la buona riuscita della facciata poiché la superficie vetrata in un sistema strutturale è molto superiore rispetto alle altre tipologie e anche i bordi delle lastre sono esposti all'azione degli agenti atmosferici e alla vista. Pertanto le facciate strutturali richiedono la massima cura nel taglio e nella molatura degli spigoli delle lastre perché superfici irregolari o incrinature dei bordi, se ammissibili in una facciata continua tradizionale, non possono essere accettate in un sistema strutturale. Se si impiegano vetri isolanti è necessaria una particolare attenzione nella sigillatura dell'intercapedine, a causa della prolungata esposizione degli spigoli agli agenti atmosferici e alla radiazione ultravioletta. Una cattiva messa in opera dell'unione al perimetro provoca la formazione nell'intercapedine del fenomeno di appannamento delle lastre, a causa della permeabilità al vapore acqueo. Nel caso si utilizzino vetri stra- 12 8 9 3 7 6 5 1 2 4 3 3 Sezione orizzontale 1 5 6 7 8 3 9 10 2 4 3 3 Sezione verticale 1 vetrocamera 2 elemento plastico per taglio termico 3 guarnizione 4 ritegno meccanico collaborante 5 silicone strutturale 6 sistema di connessione telaio-montante o telaio-traverso 7 telaio 8 profilo di montante 9 profilo di traverso 10 tassello Sezioni di un nodo di facciata semi-strutturale tificati, di solito impiegati nelle lastre interne dei vetrocamera, il continuo contatto degli spigoli con gli agenti atmosferici può causare il deterioramento dello strato di PVB interno al pannello, che produce una colorazione giallastra dei bordi decisamente antiestetica. Questa eventualità può essere evitata creando uno sfalsamento tra la lastra esterna e quella interna del vetrocamera, garantendo la protezione perimetrale dello stratificato poiché solo l'elemento esterno del vetrocamera viene incollato alla sottostruttura. Esistono due tipi fondamentali di silicone strutturale: monocomponente e bicomponente. Il primo è più economico e di facile applicazione ma richiede un lungo tempo di polimerizzazione (due o tre settimane). Il secondo è più costoso e più difficile da applicare ma polimerizza in un tempo minore (tre-cinque giorni). A prescindere dal tipo impiegato, in un sistema strutturale il silicone deve assolvere i seguenti compiti: - sostenere il peso delle lastre e trasferire i carichi orizzontali accidentali alla sottostruttura metallica; - assorbire le dilatazioni termiche degli elementi della facciata; - resistere ai raggi UV, all'umidità e alla pioggia; - assorbire le deformazioni della 13 struttura dell'edificio sotto l'azione delle forze orizzontali (vento e componente orizzontale del sisma) e verticali (carichi accidentali e permanenti dei solai, componente verticale del sisma). I vantaggi principali della facciata continua strutturale possono essere riassunti nel modo seguente: - maggiore libertà formale di progettazione; - migliori prestazioni isolanti e termo-acustiche; - riduzione dei ponti termici, non essendo la sottostruttura a diretto contatto con l'esterno. I principali difetti risiedono invece nella: - difficoltà di ottenere una perfetta compatibilità di adesione dei sigillanti strutturali con i vetri, le guarnizioni e i telai metallici; - limitata durabilità delle sigillature strutturali e particolare sensibilità delle stesse alla radiazione solare; - perdita di adesione dei sigillanti di seconda barriera dei vetrocamera con penetrazione di vapor d'acqua all'interno dell'intercapedine e conseguente appannamento delle lastre; - richiesta di maggiori controlli sull'esecuzione delle sigillature. 14 Facciata continua a doppia pelle La facciata a doppia pelle si basa sul principio della facciata ventilata. A differenza della classica parete ventilata, lo strato esterno è sempre trasparente e l'intercapedine, godendo di uno spessore rilevante che genera in molti casi dei veri e propri atri, può consentire la ventilazione degli ambienti interni. La pelle interna è di norma realizzata mediante la tecnologia a montanti e traversi mentre quella esterna può essere realizzata con varie soluzioni, come a telai, a montanti e traversi o a fissaggio puntuale. La facciata a doppia pelle consente, in generale, di gestire l'energia naturale per il riscaldamento e il raffrescamento dell'interno e permette di isolare acusticamente l'edificio. L'intercapedine può funzionare come zona di ventilazione o come serra, cioè come raccolta del carico termico solare. La ventilazione consente nei mesi caldi di espellere l'aria viziata degli ambienti interni mentre l'"effetto serra", nei mesi freddi, trasmette il calore all'interno dell'edificio. Una facciata a doppia pelle garantisce il risparmio di energia: nei periodi caldi l'aria surriscaldata presente nell'intercapedine può essere espulsa da bocchette sommitali, impedendone l'ingresso negli ambienti interni; nei periodi freddi, 15 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 apertura per l’espulsione dell’aria parete esterna dell’edificio strato isolante ancorato sulla parete esterna struttura su cui si aggancia il rivestimento camera d’aria ventilata rivestimento apertura per l’ingresso dell’aria Sezione verticale di una facciata ventilata invece, l'intercapedine può funzionare da collettore di radiazioni solari accumulando calore e riducendo la trasmissione di energia termica dall'interno verso l'esterno. Talvolta l'intercapedine è chiamata soltanto a garantire un miglior isolamento termo-acustico e non permette il ricambio d'aria degli ambienti, che invece avviene attraverso finestre a doppio telaio integrate nella facciata. Questo sistema di facciata è detto "a cuscinetto termico". Si distinguono facciate a ventilazione forzata e a ventilazione naturale, a seconda del sistema adottato per indurre il movimento ascensionale dell'aria. Nei sistemi a ventilazione forzata la ventilazione dell'intercapedine avviene attraverso l'aria riscaldata proveniente dall'ambiente interno, che viene aspirata da un impianto meccanico per poi essere ricondotta in una centrale di trattamento. In questo modo l'intercapedine, attraverso la sua funzione di canale di conduzione dell'aria, può essere considerata come parte integrante dell'impianto di climatizzazione. Per ridurre le perdite di calore per trasmissione termica, di solito lo strato esterno della facciata è realizzato in vetro isolante. I vantaggi di questo sistema sono dovuti principalmente alla possibilità di adattarsi a condi- 16 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 apertura per l’espulsione dell’aria vetrata interna intercapedine vetrata esterna apertura per l’ingresso dell’aria Sezione verticale di una facciata a doppia pelle zioni ambientali sfavorevoli, di ottimizzare le prestazioni dell'intercapedine nelle varie stagioni e di consentire la realizzazione di intercapedini di minore profondità. Le facciate a ventilazione naturale si basano invece sul fenomeno "effetto camino" movimento ascendente di aria calda dovuto alla differenza di pressione dell'aria all'interno dell'intercapedine, man mano che aumenta l'altezza (favorisce l'espulsione di aria calda in alto e l'aspirazione di aria fredda in basso. In questo caso si distinguono principalmente quattro varianti di facciata che, utilizzando lo spazio dell'intercapedine in modi differenti, presentano comportamenti,diversi riguardo gli aspetti della ventilazione, della protezione dal fuoco e dell'isolamento acustico. Le quattro varianti sono: - facciata a canale unico, - facciata a corridoi, - facciata a celle, - facciata a canali. Nella facciata a canale unico l'intercapedine è continua sia in senso verticale, che in quello orizzontale. I vantaggi di questa soluzione risiedono nella maggiore flessibilità costruttiva e nella massima trasparenza della facciata. Gli svantaggi sono relativi alla difficoltà di gestire la portata d'aria all'interno dell'intercapedine e di ventilare correttamente 17 4 1 2 3 1 2 3 4 vetrata esterna vetrata interna apertura per l’espulsione dell’aria canale di aspirazione meccanica dell’aria Facciata a doppia pelle a ventilazione forzata 4 3 1 2 5 1 2 3 4 5 vetrata esterna vetrata interna finestra apribile apertura per l’espulsione dell’aria apertura per l’ingresso dell’aria Facciata a doppia pelle a ventilazione naturale gli ambienti interni, in quanto l'aria espulsa ai piani inferiori può rientrare in quelli superiori. Nella facciata a corridoi l'intercapedine è segmentata da passerelle orizzontali, poste in corrispondenza del pavimento e del soffitto di ogni piano, che formano corridoi praticabili. L'aria fresca entra di solito alla base di ciascun corridoio mentre l'aria esausta viene espulsa nella parte superiore. Il rischio che le correnti d'aria in entrata e in uscita si mescolino può essere evitato sfalsando lateralmente le bocchette di ventilazione o distanziandole in manie ra sufficiente in verticale. Rispetto alla soluzione con intercapedine continua, questo sistema comporta un maggior impegno costruttivo a causa della maggiore quantità di aperture di ventilazione necessarie, ma evita il rischio di ristagno del calore nella parte alta della facciata. Nelle facciate a celle la segmentazione dell'intercapedine avviene sia in verticale, sia in orizzontale, in corrispondenza dei marcapiani, costituendo unità indipendenti dotate di aperture per l'ingresso e l'espulsione dell'aria non comunicanti con quelli adiacenti sotto il punto di vista della ventilazione. Questo sistema, che si adatta molto bene alla tecnologia di facciata ad elementi, ottimizza la gestione dei flussi d'aria a fronte di una maggiore complessità pro- 18 4 1 2 3 1 2 3 4 vetrata interna vetrata esterna apertura per l’ingresso dell’aria apertura per l’espulsione dell’aria Facciata a doppia pelle a canale unico 1 2 5 3 4 1 2 3 4 5 vetrata interna vetrata esterna partizione dell’intercapedine apertura per l’ingresso dell’aria apertura per l’espulsione dell’aria Facciata a doppia pelle a corridoi gettuale, di una più rigida composizione formale della facciata e di una minore trasparenza complessiva. Nelle facciate a canali l'intercapedine è costituita da canali verticali chiusi alternati a canali verticali dotati di bocchette per l'immissione di aria esterna e di aperture per la ventilazione degli interni. Le fasce chiuse sono munite soltanto in sommità di fori per l'espulsione dell'aria viziata che viene aspirata, tramite l'"effetto camino", dalle cellule adiacenti per mezzo di bocchette poste in corrispondenza delle partizioni verticali. Questa facciata corrisponde quindi ad una combinazione tra una facciata ad intercapedine continua, nella zona delle compartimentazioni verticali, e una facciata a celle, nella zona delle bocchette di ventilazione. 3 1 2 5 3 4 1 2 3 4 5 vetrata interna vetrata esterna partizione dell’intercapedine apertura per l’ingresso dell’aria apertura per l’espulsione dell’aria Facciata a doppia pelle a celle 3 5 Indipendentemente dal tipo di facciata a doppia pelle impiegato, questa tecnologia consente di aprire finestre verso l'intercapedine permettendo l'aerazione dei locali, purché esse non presentino ingombri notevoli verso la camera d'aria e non ostacolino quindi i flussi dell'aria. Pertanto le tipologie di aperture più indicate sono quelle a vasistas e scorrevoli. La dimensione tipica dell'intercapedine varia dai 40 ai 100 cm; quando le dimensioni superano gli 80 cm le operazioni di manutenzione possono essere effettuate 19 5 1 2 3 4 1 2 3 4 5 vetrata interna vetrata esterna partizione dell’intercapedine apertura per l’ingresso dell’aria apertura per l’espulsione dell’aria Facciata a doppia pelle a canali all'interno dell'intercapedine mediante delle passerelle grigliate poste in corrispondenza di ogni piano di calpestio. Il principio su cui si fonda la facciata a doppia pelle è quello dell'isolamento "dinamico" o "intelligente" dell'edificio, dovuto alla ventilazione che si ingenera nell'intercapedine d'aria. Secondo questo principio si riducono negli ambienti interni gli influssi della radiazione solare estiva, nonché delle radiazione fredde e delle dispersioni termiche invernali. La presenza di un'intercapedine di dimensioni rilevanti tra le due pelli consente al suo interno di applicare sistemi di schermatura della radiazione solare, anche in edifici alti soggetti a forti spinte del vento. Tali dispositivi evitano l'eccessivo riscaldamento in estate e determinano un controllo dinamico del flusso luminoso durante l'arco della giornata. I sistemi oscuranti possono essere impiegati inoltre per incrementare l'isolamento termico notturno, mediante dispositivi continui a tende. L'intercapedine d'aria garantisce anche il raffrescamento notturno estivo attraverso le aperture poste sulla pelle interna. Stando a studi recenti, una facciata a doppia pelle può portare ad una riduzione dei consumi energetici annuali del 20% rispetto ad una facciata a singolo strato. 20 Facciata continua fotovoltaica L'esigenza di ridurre le emissioni dei gas serra ha fatto si che in questi ultimi trent'anni venissero investite risorse economiche e scientifiche per lo sviluppo di fonti energetiche alternative. Tra le fonti di energia "pulite" quella fotovoltaica è stata individuata come fondamentale, soprattutto per le sue possibili applicazioni in edilizia e in particolare nel settore delle facciate continue. La tecnologia fotovoltaica consente di convertire la radiazione solare incidente sulla superficie di particolari moduli solari, collocati nelle coperture o nelle facciate degli edifici, in energia elettrica. I moduli sono costituiti da pannelli di vetrocamera, di vetro stratificato o di altro materiale che racchiudono al proprio interno delle celle fotovoltaiche. Queste ultime hanno un rendimento tanto maggiore quanto più puro è il silicio che le compone e quanto minore è la loro temperatura superficiale. Ecco perché l'applicazione dei pannelli fotovoltaici nelle facciate è spesso abbinata ad un sistema di retroventilazione. Affinché vengano irraggiate adeguatamente, le facciate fotovoltaiche devono essere orientate nel nostro emisfero verso sud-ovest o verso sudest e non devono essere ombreggiate. 21 Nodo di facciata continua fotovoltaica L'energia elettrica prodotta dai moduli fotovoltaici può essere utilizzata direttamente per: - alimentare le dotazioni impiantistiche degli edifici; - integrare la richiesta di energia nei momenti di massimo consumo elettrico; - essere stoccata in opportune batterie; - essere immessa in rete. L'impiego dei moduli fotovoltaici, che richiede un adeguato impianto elettrico, non garantisce che tutto l'irraggiamento solare annuo venga trasformato in energia elettrica. Ciò dipende dall'orientamento e dall'inclinazione della superficie dei moduli, nonché dal rendimento delle celle, che varia in funzione del tipo di silicio con cui sono costituite oltre che dalle proprie temperature superficiali. Considerando un irraggiamento medio annuo di 1200 KWh/m2 ed una facciata fotovoltaica esposta a sud ed inclinata di 90°, si possono ottenere circa 9000 KW/anno. La tecnologia fotovoltaica è molto onerosa dal punto di vista economico e quindi la sua applicazione è ancora limitata ad edifici di particolare prestigio. 22