Identificazione di epitopi di neutralizzazione di virus Coxsackie e loro utilizzo per vaccini a DNA” Responsabile Dott.ssa Lucia Fiore I coxsackievirus A9 e B4 giocano un ruolo importante nello sviluppo del diabete mellito di tipo 1 insulino-dipendente (IDD). Le evidenze cliniche sono state anche confermate in modelli animali di infezione con CV. Le patologie da CV non sono soltanto il risultato del danno diretto indotto dall’agente infettivo ma la conseguenza della risposta infiammatoria locale, che implica l’attivazione trascrizionale di citochine pro-infiammatorie quali IL-1beta, IL-6, IFN-gamma, TNF-alfa e iNOS, e il richiamo di cellule del sistema immunitario che possono modulare la risposta dell’ospite da una forma autoimmunitaria benigna ad una patologica. Esistono differenze genetiche che determinano la suscettibilità. Una maggiore incidenza del diabete giovanile è infatti presente in soggetti con un particolare tipo di HLA. Il diabete mellito di tipo 1 è infatti molto diffuso nel Caucaso ( 0.2- 0.4 % della popolazione è colpita ) e in Europa in Norvegia ed altri Paesi scandinavi. In Italia, la regione Sardegna è particolarmente a rischio.La sovrapposizione tra IDDM e infezioni da CVB trova peraltro una possibile reattività crociata sotto il profilo immunologico data dall’omologia di sequenza tra la proteina 2C del virus e l’autoantigene GAD65 presente sulle cellule I topi NOD (NonObese Diabetic mice) sono il modello murino di elezione per lo studio del diabete di tipo I. Studi recenti hanno consentito di caratterizzare la risposta immunitaria dei topi NOD, identificando 20 geni strettamente coinvolti con lo sviluppo della patologia, in cui i linfociti Th1 svolgono un ruolo cruciale sia direttamente, con il rilascio di IFN , che indirettamente con il richiamo di cellule dendritiche (APC), macrofagi, linfociti T citotossici CD8+ che a loro volta rilasciano TNF , IFN ed uccidono le cellule attivando meccanismi di morte programmata. Inoltre, i topi NOD risultano essere deficienti di alcuni meccanismi di inibizione della proliferazione dei linfociti T (linfociti T CD4+CD25+, linfociti Th2) sviluppando pertanto la patologia senza difese . In questo ambito specifico il gruppo enterovirus del Dipartimento MIPI è impegnato nello sviluppo di modelli di malattia nel topo per lo studio della patogenesi dell’infezione da CVA9 e CVB4.Lo studio si propone di approfondire le conoscenze sulla risposta immunitaria specifica generata da tali virus, anche in riferimento a determinanti antigenici cross-reattivi e di individuare cellule del sistema immunitario da saggiare sotto il profilo terapeutico nei modelli murini. Le popolazioni che destano maggiore interesse a questo riguardo sono i linfociti Treg CD4+/CD25+ (“ bystander suppressors”) e le cellule dendritiche Pubblicazioni rilevanti relative al progetto: 1. Buttinelli, G., Donati V. , Ruggeri F. M. , Korpela P. , Hyypia T., and Fiore. L. Antigenic Sites of Coxsackie A9 Virus inducing Neutralizing Monoclonal Antibodies Protective in Mice. (2003), Virology. 312,74-83. Anna Di Lonardo, Irene Martini, Jill Marturano, Alessandra Lepri, Giacomo Rossi, Concetta Amato, Annapina Palmieri and Lucia Fiore. A mouse model for the pathogenesis of Coxsackievirus infection. Manuscript in preparation.