MALATTIA DI MAREK
Malattia neoplastica di tipo linfoproliferativo ad eziologia virale, caratterizzata, nella forma tipica, da infiltrazioni
linfoidi a livello di nervi periferici e linfomi in vari organi.
Fu descritta per la 1° volta da Marek nel 1907 come POLINEURITE.
La forma classica infatti è caratterizzata da paralisi.
Nel 1926- 29 Peppenheimer e colleghi descrissero la stessa forma di polineurite in cui un 10% dei soggetti colpiti
presentava linfomi viscerali (particolarmente nell’ovaio) e introdussero il nome di NEUROLINFOMATOSI.
Alla fine degli anni ’50 la malattia divenne più evidente negli USA con una forma caratterizzata da linfomi multipli a livello
viscerale.
La forma fu chiamata ACUTA per distinguerla da quelle precedentemente osservate (CLASSICA).
Nel 1967 in Inghilterra fu identificato l’Herpesvirus agente della malattia di Marek e la forma fu distinta finalmente dalle
altre forme linfoproliferative ad eziologia virale del pollame.
Nel 1970 -> individuati i primi vaccini vivi e vivi attenuati.
Fine anni ’70 -> comparsa dei ceppi “Very virulent” (VV).
Anni ’90 -> comparsa dei ceppi “Very very virulent” (VV+).
EZIOLOGIA
Famiglia: Herpesviridae
Sottofamiglia: Alphaherpesvirinae
Genere: Mardivirus Sierotipi: 1,2 e 3.
Esistono 3 sierotipi ma non tutti sono oncogeni, solo il sierotipo 1 lo è.
Virus a DNAds, dotato di envelope.
Nucleocapside con simmetria icosaedrica (100 nm).
Si coltiva su colture cellulari di fibroblasti di anatre, di cellule renali di embrioni di pollo.
Le colture di fibroblasti di anatra erano infette con Adenovirus silenti per cui in questo modo con i vaccini per la malattia di
Marek si sono introdotti gli Adenovirus nel pollo.
EPIDEMIOLOGIA
Ospite naturale: POLLO, ma anche quaglia e tacchino.
Età: più frequente dalle 6 alle 24 settimane, anche adulti.
Infezione ubiquitaria: il virus resiste nelle polveri, nella lettiera e nell’ambiente protetto dalle cellule epiteliali del
follicolo delle penne desquamate (anche 16 settimane a T° ambiente).
Il virus quindi non è particolarmente resistente, però viene eliminato tramite il follicolo delle penne per cui è protetto da
materiale organico.
Esistono fattori di resistenza genetica alla malattia.
Trasmissione:
Il virus non si trasmette verticalmente
Gli animali si infettano generalmente poche settimane dopo la schiusa (dipende dalle condizioni igieniche
dell’allevamento) dall’ambiente o per via orizzontale.
Gli insetti possono albergare e diffondere il virus.
La via di penetrazione del virus è quella RESPIRATORIA.
PATOGENESI
Penetrazione per via respiratoria (cellule fagocitate?).
Fase 1- CITOLITICA (PRODUTTIVO- RESTRITTIVA) -> 0-7gg.
Infezione linfociti B (citolisi)- attivazione linfociti T.
Produzione di virus cellulo- associato.
Linforeticolite acuta con atrofia della Borsa di Fabrizio e del timo.
Immunosoppressione transitoria.
Fase 2- LATENTE (dura da 7 gg… anche per tutta la vita).
Il virus rimane nei linfociti T anche per tutta la vita.
Inizio della risposta immunitaria – nei polli resistenti o vaccinati l’infezione si ferma qui.
In queste due fasi non si ha la formazione del virione completo, il virus si trasmette tramite ponti cellulari.
Non in tutti i soggetti che si infettano abbiamo la fase neoplastica.
Fase 3- IMMUNOSOPPRESSIVA (seconda fase citolitica).
Ripresa della moltiplicazione virale nelle cellule linfatiche e anche a livello di cellule epiteliali (pelle, reni) con
maturazione del virus completo di envelope nei follicoli delle penne.
Immunosoppressione permanente.
Fase 4- NEOPLASTICA.
Proliferazione neoplastica con formazione di linfomi.
Sono interessati i linfociti T- helper CD4+.
Queste ultime due fasi si sviluppano nei polli non resistenti.
SINTOMATOLOGIA E LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE
Forme cliniche:
Forma classica, da ceppi a patogenicità ridotta
Forma acuta o viscerale, da ceppi very virulent
Paralisi transitoria (rara).
FORMA CLASSICA
La mortalità di solito non supera il 10- 15%.
Sintomatologia nervosa causata da lesioni ai nervi periferici -> paralisi spastica.
Tipico atteggiamento “a spaccata”.
A volte arto chiuso pugno.
Quando il problema è ai posteriori il problema è nel nervo sciatico o nel plesso lombo- sacrale.
Se invece il problema è al plesso brachiale c’è alterata funzionalità delle ali (c’è perdita della traslucidità aumento di volume
ed edema).
Se viene colpito il nervo vago quando decorre nel cordone vascolo- nervoso del collo avremo segni viscerali -> si ha paralisi
della muscolatura dell’inguine, che quindi si dilata (accumulo di alimento, l’animale diventa anoressico, non mangia più).
Il nervo colpito lo vedo perché è molto più grosso del nervo normale.
I linfomi sono i sintomi che si associano alle forme nervose.
Nella forma classica ho anche infiltrazioni all’iride: l’iride infiltrata da linfociti presenta la pupilla chiusa permanentemente.
Classificazione delle lesioni istologiche ai nervi:
Tipo A (lesioni più gravi), inizio focolaio di malattia:
Infiltrazione di linfoblasti, piccoli e medi linfociti, plasmacellule e cellule reticolari
Cellule della malattia di Marek (sono cellule nervose in regressione)
Demielinizzazione
Proliferazione delle cellule di Shwann (però non producono mielina)
Tipo B,
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casi a lungo decorso:
Edema interneuritico
Modesta infiltrazione di medi e piccoli linfociti
Demielinizzazione
Proliferazione delle cellule di Shwann
Tipo C, animali infetti senza sintomi:
Infiltrazione molto modesta di piccoli e medi linfociti
FORMA ACUTA
Apparse negli anni ’60.
La mortalità è del 10- 30% o più, dipende dal sistema immunitario del gruppo e dalla virulenza del ceppo.
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-
-
Fegato con infiltrazione linfoide diffusa e notevolissimo aumento di volume, non compatibile con un banale
processo infiammatorio.
Posso avere linfomi nodulari a livello epatico.
Milza con infiltrazione linfoide diffusa e notevolissimo aumento di volume.
Ci sono soprattutto linfomi viscerali.
Il tessuto neoplastico ha colorito chiaro.
A volte viene colpito anche lo stomaco ghiandolare -> i linfomi in questo caso causano ulcerazioni gravi fino alla
morte dell’animale.
A volte colpiscono anche i polmoni, con sintomi respiratori gravi.
Linfomi a livello della parete intestinale.
Reni che da rosso- mattone diventano chiari.
Idropericardio per interessamento del miocardio.
All’apertura del cuore vedo che l’infiltrazione compromette il buon funzionamento del muscolo cardiaco.
L’infiltrazione neoplastica può riguardare i testicoli
Muscoli pettorali
Può essere colpito il Timo.
La malattia di Marek determina anche un’immunosoppressione con atrofia della borsa di Fabrizio e del timo.
Se la borsa di Fabrizio viene infiltrata, le infiltrazioni sono interfollicolari (DD con la leucosi linfoide, dove sono
intrafollicolari).
MAREK CUTANEA (broilers al macello) -> infiltrazioni della cute, che diventa “a buccia d’arancia”.
La cute risulta notevolmente inspessita a livello di zampe.
In tutte e tre le forme l’infezione è precoce, ma i sintomi non si vedono prima delle 6 settimane.
Istologico linfoma della malattia di Marek: linfoblasti, piccoli medi e grandi linfociti, cellule di Marek.
Le cellule neoplastiche sono linea linfocitaria T.
E’ una popolazione pleomorfa perché ci sono cellule a morfologia diversa.
Istologico di linfoma nella leucosi linfoide: popolazione di linfoblasti uniforme con caratteri di aplasia.
Le cellule neoplastiche sono della linea linfocitaria B.
E’ importante la DD soprattutto come qui, quando la popolazione non è pleomorfa.
PARALISI TRANSITORIA
Forma rara.
Evidenziata in alcune linee genetiche (probabilmente c’è predisposizione genetica) in cui è colpito il SNC.
Depressione, atassia, paresi e paralisi flaccide di arti e collo.
Scomparsa della sintomatologia dopo 24- 48 ore, quando l’edema si riassorbe.
Causa: edema vascolare a livello di cervelletto (questo è la causa dei sintomi nervosi).
In seguito a questa forma in alcuni polli si può avere Marek acuta.
L’animale in preda a paralisi flaccida non riesce a mantenere la posizione eretta, muoiono perché non riescono a
raggiungere l’acqua.
DIAGNOSI DELLA MALATTIA DI MAREK
Questo schema è utile per la DD con la leucosi linfoide.
La diagnostica comunque si fa soprattutto al tavolo anatomico.
GRUPPO COLPITO
Sintomatologia e lesioni anatomo- patologiche
Nessuna lesione ai nervi
TUMORI VISCERALI
Interessamento dei nervi
periferici
Esame istologico dei nervi:
popolazione linfocitaria pleomorfa
MD
COLPI
TO
MD
COLPI
TO
Se l’esame istologico non è risolutivo
Pcr per MD +
MD
COLPI
TO
E’ molto importante la diagnosi differenziale fra la malattia di Marek e la leucosi linfoide.
Isolamento o evidenziazione del virus: non utili per la diagnosi di malattia ma solo per evidenziare infezioni (indagini
epidemiologiche).
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ISOLAMENTO VIRALE
Campione di partenza:
Virus con envelope: penne (il virione completo si isola solo nei follicoli delle penne)
Virus associato a cellule: buffy coat (cellule bianche), cellule tumorali, cellule della milza
Primo isolamento su colture cellulari primarie di fibroblasti di anatra o renali di embrioni di pollo.
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EVIDENZIAZIONE Ag o genoma del virus della MD:
Immunodiffusione in Agar-gel direttamente dalle penne o altri
Pcr: distingue fra ceppi di campo e vaccinali.
CONTROLLO DELLA MALATTIA DI MAREK
E’ un virus ubiquitario: non si riesce ad eradicare.
L’eradicazione non è fattibile:
Il virus persiste nell’ospite: chi è stato infettato continua ad eliminare
È trasmesso in modo efficiente
È stabile nell’ambiente
Per cui il controllo si basa su:
Igiene e gestione dell’allevamento (disinfezione, Tp/tv, non mescolare giovani e anziani… la disinfezione diminuisce
la carica virale nell’ambiente, ci sono degli insetti che fungono da vettore perchè possono albergare il virus).
L’igiene negli allevamenti rurali non è così accurata, per cui la MD è più frequente.
Selezione per la resistenza genetica (non all’infezione ma allo sviluppo dei tumori)
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Vaccinazione.
VACCINAZIONE
La vaccinazione è lo strumento più risolutivo per la profilassi alla malattia di Marek.
Si utilizzano vaccini vivi
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Naturalmente apatogeni (sierotipi 2 e 3)
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Attenuati (sierotipo 1)
Tipi di vaccini:
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Monovalenti, bivalenti o trivalenti (3 sierotipi)
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Associati a cellule (conservati in azoto liquido) o liofilizzati (solo sierotipo 3).
Il virus liofilizzato è più aggredibile dall’immunità materna piuttosto che quello protetto da cellule.
Somministrazione – in incubatoio:
1° gg di vita – per via parenterale
18° gg di incubazione: in ovo (se la carica ambientale è bassa, è più probabile che il vaccino riesca ad innescare
un’immunità prima del ceppo selvaggio).
Metodi
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di vaccinazione:
Via parenterale -> IM nella coscia o SC nel collo.
1 gg di vita in incubatoio
Singola dose 1000 UFP/ dose.
In ovo
18° gg di incubazione (durante il trasporto verso la sala di schiusa)
Cause di mancata protezione del vaccino per la malattia di Marek:
Errori di conservazione e ricostruzione del vaccino (se liofilizzato)
Non è stata inoculata la dose corretta (la macchina non è ben tarata)
Errori di somministrazione
Interferenza del vaccino con Ab materni
Infezione da MDV patogeno prima che si sia sviluppata l’immunità
Immunodepressione da stress o infezioni virali
Ceppi MD molto virulenti