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Eleonora Evi (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il virus Ebola si sta
diffondendo con una velocità preoccupante nei paesi centroafricani, mietendo vittime il
cui numero sembra crescere in modo esponenziale.
Il resto del mondo è giustamente impegnato a prevenire la diffusione della fatale
patologia che il virus porta con sé, però si deve prendere seriamente atto che la risposta
internazionale nei paesi veramente colpiti da questa piaga è stata oltremodo tardiva.
Nonostante gli allarmi giunti tempestivamente dalle associazioni non governative, in
particolare Medici senza frontiere, le istituzioni internazionali hanno perso del tempo
prezioso per confinare la diffusione e salvare migliaia di vite.
Ora l'imperativo è salvare vite umane, nei paesi più duramente colpiti, e prevenire lo
sviluppo di una pandemia, ma una riflessione a parte merita un aspetto di cui si è discusso
poco, ovvero le possibili cause della recrudescenza dell'attacco virale. È risaputo che i
pipistrelli frugivori appartenenti alla famiglia Pteroptide sono portatori sani del virus.
Questi innocui mammiferi vivono solitamente nelle zone meno accessibili delle foreste,
ma il loro ospite mortale può agevolmente passare ad altri animali che si nutrono di frutti
già morsi dai pipistrelli o dagli animali stessi. Eppure la diffusione rapida del virus ha
un'altra causa: la deforestazione massiccia. Questi animali, come quelli di molte altre
specie si trovano sempre più spesso spinti nei pressi di insediamenti umani, in quanto il
loro habitat naturale è distrutto dall'avidità umana.
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