Lettere dal borgo della Pace Dipingi la pace 13/2/2007

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– Dipingi la pace . 13.02.07
UN MINUTO PER RIFLETTERE
A cura di Antonio Scommegna.
In un’intervista della tv americana, Jane Clayson ha chiesto ad una ragazza orfana, a causa
della tragedia delle Twin Towers: “Dio come ha potuto permettere che avvenisse una sciagura del
genere?”. La risposta che ha ricevuto è… “interessante”:
“Io credo che Dio sia profondamente rattristato da questo, proprio come lo siamo noi, ma
per anni noi gli abbiamo detto di andarsene dalle nostre scuole, di andarsene dal nostro governo,
di andarsene dalle nostre vite. Essendo Lui quel gentiluomo che è, io credo che con calma Egli si
sia fatto da parte. Come possiamo sperare di notare che Dio ci doni ogni giorno la Sua Benedizione
e la Sua Protezione se gli diciamo: “Lasciaci soli?”
Considerando i recenti avvenimenti… nelle scuole… attacchi terroristici…ecc… penso che
tutto ciò sia cominciato quando quindici anni fa Madeline Murray O’Hare ha ottenuto che non
fosse più consentita alcuna preghiera nelle nostre scuole americane e le abbiamo detto OK!
Poi qualcuno ha detto: “È meglio non leggere la Bibbia nelle scuole…” (la stessa Bibbia che
dice, tu non ucciderai, tu non ruberai, ama il tuo prossimo come te stesso) e noi gli abbiamo detto
OK!
Poi, il dottor Benjamin Spock ha detto che noi non dovremmo sculacciare i nostri figli se si
comportano male, perché la loro personalità viene deviata e potremmo arrecare danno alla loro
autostima, e noi abbiamo detto: “Un esperto sa di cosa sta parlando” e così abbiamo detto OK!
Poi, qualcuno ha detto che sarebbe opportuno che gli insegnanti e i presidi non punissero i
nostri figli quando si comportano male, e noi abbiamo detto OK!
Poi alcuni politici hanno detto: “Non è importante ciò che facciamo in privato, purché
facciamo il nostro lavoro” e d’accordo con loro, noi abbiamo detto OK!
Poi qualcuno ha detto: “Il presepe non deve offendere le minoranze”, così nel famoso
museo Madame Tussad di Londra, al posto di Maria e Giuseppe, hanno messo la space girl Victoria
e Beckam e noi abbiamo detto OK!
E poi qualcuno ha detto: “Stampiamo riviste con fotografie di donne nude e chiamiamo
tutto ciò salutare apprezzamento della bellezza del corpo femminile”. E noi gli abbiamo detto OK!
Ora ci chiediamo come mai i nostri figli non hanno coscienza e non sanno distinguere ciò
che è giusto da ciò che è sbagliato. Probabilmente, se ci pensiamo bene, noi raccogliamo ciò che
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abbiamo seminato. È buffo constatare come sia semplice per la gente gettare Dio nell’immondizia
per poi meravigliarsi del mondo che va all’inferno. È buffo come crediamo a quello che dicono i
giornali, ma contestiamo ciò che dice la Bibbia. È buffo come tutti vogliono andare in Paradiso, ma
al tempo stesso non vogliono credere…pensare, né fare nulla di ciò che dice la Bibbia. È buffo che
si mandino migliaia di barzellette via e-mail che si propagano come un incendio, ma quando si
incomincia a mandare messaggi che riguardano il Signore, le persone ci pensano due volte a
scambiarseli.
È buffo come tutto ciò che è indecente, scabroso, volgare ed osceno, circoli liberamente nel
cyberspazio, mentre le discussioni pubblicate su Dio, siano state soppresse a scuola o sul posto di
lavoro. È buffo come a Natale, nelle scuole, la recita per i genitori non possa più essere sulla
Natività ed al suo posto venga proposta una favola di Walt Disney. È buffo come ci si astiene dal
lavoro per una festività religiosa… ma non si conosce nemmeno quale sia la ricorrenza.
È buffo come qualcuno possa infervorarsi tanto per Cristo la domenica, mentre è di fatto un
cristiano invisibile durante il resto della settimana. È buffo come possa essere più preoccupato di
ciò che pensa la gente di te, piuttosto di ciò che Dio pensa di te.
Stai pensando?
E' con grande piacere che la invitiamo alla
XXV Manifestazione per la pace
Dossetti: interprete di speranza
Una mostra ed un convegno
Ostiglia, 24-25 febbraio 2007
Il ricorrere del decennale della morte di Giuseppe Dossetti (1913-1996) e la relativa vicinanza della data
del centenario della sua nascita, suggeriscono l’avvio di un’ampia indagine sulla sua ricca vicenda umana e
cristiana.
Dossetti l’ha interpretata soggettivamente come la storia di un “portavoce” di ambienti, rapporti ed
aspirazioni che eccedevano la sua persona. Tuttavia, da un punto di vista storico, non è meno rilevante la
prospettiva inversa, cioè quella di una vita che ha avuto la funzione di “lanterna” attraverso la quale
gettare luce su quegli ambienti, rapporti, aspirazioni.
Il convegno di Ostiglia con relativa Mostra, si inserisce in questo itinerario di memoria e di ricerca nella
speranza di verificare come la figura e l’opera di Dossetti possano ancora incidere nella vita sociale, politica
e religiosa del nostro tempo.
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VI Domenica del Tempo Ordinario
11 febbraio 2007 - Anno C
Luca 6,17.20-26: [17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla
di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale
di Tiro e di Sidone, [18]che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie;
anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. [19]Tutta la folla
cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. [20]Alzati gli occhi verso
i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. [21]Beati voi
che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
[22]Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e
v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
[23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei
cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. [24]Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione. [25]Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. [26]Guai quando tutti gli uomini
diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
Geremia 17,5-8: [5]«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella
carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore. [6]Egli sarà come un
tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi
nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. [7]Benedetto
l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. [8]Egli è come un albero
piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene
il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non
smette di produrre i suoi frutti.
1 Corinzi 15,12.16-20: [12]Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti,
come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? [13]Se non
esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! [14]Ma se Cristo non è
risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.
[15]Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo
testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero
che i morti non risorgono. [16]Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è
risorto; [17]ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei
vostri peccati. [18]E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. [19]Se poi
noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da
compiangere più di tutti gli uomini. [20]Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti,
primizia di coloro che sono morti.
1. [17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi
discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal
litorale di Tiro e di Sidone, [18]che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle
loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
[19]Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
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Già il brano evangelico di domenica scorsa notava che Gesù, trovandoSi a parlare alla folla
sulle rive del lago di Genesaret, dopo esserSi scostato dalla sponda con la barca di Simone,
continuava così ad annunciare la Parola (5,1-3). Oggi però lo sfondo cambia: “si fermò in un
luogo pianeggiante” e aumentano gli uditori: “c’era una gran folla di suoi discepoli e gran
moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone”.
Propriamente sono due le categorie di persone in ascolto: la “gran folla dei suoi discepoli”,
ma anche una “gran moltitudine” di gente, proveniente dalla città Santa – “da tutta la Giudea,
da Gerusalemme” –, ma anche dai territori pagani della Fenicia: “e dal litorale di Tiro e
Sidone”. Tutti, dunque, corrono da Gesù “per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie”.
Al punto che “anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti”.
L’inciso finale dei vv. 18-19 – che tuttavia il brano liturgico odierno non riporta – merita
d’essere citato: “Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava
tutti”. Se resta vero che la Parola di Gesù ha un effetto di grazia e di salvezza per il cuore e
l’anima di chi sinceramente Lo vuole ascoltare, non manca evidentemente anche la possibilità
di un contatto fisico con Lui capace di grandi risultati terapeutici (8,44).
2. [20]Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
Ma lo sguardo di Gesù ora si fissa intensamente sui Suoi discepoli: “Alzati gli occhi verso i
suoi discepoli”, non escludendo per sé dall’evangelo la moltitudine che Lo stava ad ascoltare.
Va dunque ben compreso il senso di questa nuova inquadratura, che pure Matteo registra nel
testo delle beatitudini: “alla vista delle folle Gesù salì sul monte e, come si fu seduto, gli si
accostarono i discepoli. Allora aprì la bocca per ammaestrarli dicendo: ‘Beati …’” (5,1-2).
Gesù, dunque, parla a tutti ma passando, lasciandoSi mediare, dalla testimonianza dei Suoi
discepoli che, standoGli così attorno, ne percepiscono intensamente la verità unica e singolare.
Sono, infatti, loro che presso il lago di Genesaret avevano già “lasciato tutto” per amore Suo
(5,11); forse c’è anche Levi che “lasciata ogni cosa si alzò e lo seguì” (5,28) e, infine, quei
discepoli tra i quali Gesù, dopo una notte di preghiera, S’era scelto i dodici Apostoli (6,13).
Se le otto beatitudini di Matteo presentano alcune scelte ritenute comunemente positive:
l’essere miti, misericordiosi e puri di cuore (5,3-12), nelle sue beatitudini Luca segnala quattro
tipi di sofferenza che nessuno mai oserebbe chiedere di provare. Chi potrebbe desiderare
d’essere povero, d’avere fame, di piangere o anche solo d’essere odiato ed escluso dalla propria
comunità di appartenenza? Il dinamismo di queste beatitudini cristiane va compreso bene.
3. «Beati voi i poveri (i poveri), perché vostro è il regno di Dio. [21]Beati voi che ora
avete fame (gli aventi fame adesso), perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete
(i piangenti adesso), perché riderete.
Le prime tre beatitudini vengono proclamate da Gesù in modo più sintetico della quarta:
“Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete
saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete”. Il “voi”, imposto così da una traduzione,
si comprende tuttavia nella luce della seconda parte di ciascuna beatitudine (“perché vostro;
sarete saziati; riderete”), rivolta presumibilmente, in seconda persona plurale, ai discepoli.
Dunque: questi “poveri”, che “adesso” hanno “fame” e “stanno piangendo”, cioè i Suoi
discepoli – e tutti coloro che come loro sperimentano sulla loro pelle condizioni simili –, vanno
in quanto tali considerati “beati”. Ammessi cioè ipso facto nel Regno dei cieli. Sono
semplicemente già salvi: “vostro è il regno di Dio”. Proprio questa nuova condizione li renderà
sazi e capaci di una gioia così profonda da far sì che sul loro volto torni luminoso il sorriso.
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Ma chi sono allora i poveri? Certamente coloro che sono nell’indigenza, come la beatitudine
degli affamati conferma. Tuttavia – sapendo che il greco biblico come l’ebraico non sembra
distinguere tra indigenza materiale e altri tipi di afflizione e di dolore – poveri sono anzitutto
coloro che soffrono in genere. Come chiameremmo poveretto – nel senso di sofferente – anche
un ricco, se lo vedessimo afflitto da una malattia penosa o da un pesante lutto.
4. [22]Beati voi (siete beati) quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al
bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del
Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra
ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i
profeti.
Solo con la quarta beatitudine i “beati” sono identificati propriamente con quei discepoli di
Gesù che a causa di Lui sono perseguitati: “Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando
vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a
causa del Figlio dell'uomo”. Descrivendo così la condizione difficile nella quale si trovavano
coloro che appartenevano alle prime comunità cristiane e per le quali Luca scrive il Vangelo.
C’è, dunque. una duplice beatitudine: quella di chi si trova ad essere in una condizione di
sofferenza e che Gesù descrive nei termini specifici della povertà, della fame e del pianto; e la
beatitudine, di chi, proprio “a causa del Figlio dell’uomo”, subisce qualche persecuzione, sino
al martirio. Se la prima non chiede particolari elaborazioni della coscienza, la seconda,
scaturendo dalla libertà di voler stare dalla parte di Gesù, comporta esplicitamente una scelta.
Per questo Gesù si sofferma nella descrizione della ricompensa di coloro che
consapevolmente sostengono la fatica della sua croce: “Rallegratevi in quel giorno ed esultate,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro
padri con i profeti”. I termini sono quelli di un’allegrezza e di un’esultanza “grande” e
smisurata, così come senza confini è anche “il cielo” che sovrasta tutte le vicende umane.
5. [24]Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. [25]Guai a voi che
ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e
piangerete. [26]Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo
infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
La paradossalità delle beatitudini che Gesù ha proclamato avrebbe potuto suscitare anche
qualche sorriso malizioso, capace di richiedere provocatoriamente una sorta di dimostrazione di
quanto Gesù aveva affermato, avendo coniugato la beatitudine del Regno dei cieli con la
condizione di un’umana povertà fatta di fame e di pianto. Per questo Gesù decide di mettere in
guardia tutti i benpensanti, con la proclamazione forte di una serie di maledizioni.
Siamo davanti a quattro “guai”, che, in parallelo alle quattro beatitudini, diventano in
negativo l’esegesi più realistica di ciò che era stato positivamente proclamato: “Ma guai a voi,
ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete
fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini
diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”.
I poveri, dunque, non avendo consolazioni sulla terra, saranno beati come Lazzaro nel seno
di Abramo (Lc 16,23): gli affamati gioiranno di un amore incontenibile e le lacrime degli afflitti
saranno asciugate dalla Sua misericordia infinita. Se poi abbiamo anche la grazia di credere in
Lui, non cerchiamo alcun plauso, ma solo la Sua gloria: “Se amate quelli che vi amano, quale
grazia ve ne viene? Anche i peccatori amano quelli che li amano” (Lc 6,32).
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In alcuni supermercati Crai e Auchan di Torino e'
iniziata, in via sperimentale, la vendita del
detersivo "alla spina". In pratica, il contenitore e'
acquistato dal cliente soltanto la prima volta.
Terminato il detersivo e' sufficiente portarlo con sé
quando ci si reca a fare la spesa e "ricaricare" il
contenitore presso una macchina situata nel reparto
detersivi del supermercato. L'iniziativa e' promossa
dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Piemonte
ed e' finalizzata a ridurre la produzione di rifiuti
da parte delle famiglie. Si aggiunge il vantaggio del prezzo di acquisto
inferiore del detergente venduto "sciolto" rispetto a
quello tradizionale. Il progetto e' stato ideato
dall'istituto di ricerca Eurologos
Le cantine ecologiche della Regina
Nelle antiche cantine di Buckingham Palace sono custoditi alcuni tra i vini più pregiati del mondo.
Ora Sua Maestà ha deciso di rivoluzionare il sistema di condizionamento interno adottando una
tecnica molto più ecologica e a bassissimo consumo di energia.
Invece di un normale impianto elettrico sarebbe stata installata una rete di tubi attraverso cui circola
acqua fredda prelevata da un pozzo scavato nei giardini del castello. Con l'aggiunta di pochissima
energia elettrica si riesce a mantenere nelle cantine una temperatura costante tra i 9 e i 13 gradi.
(Fonte: Ansa)
Da Moncenisio…in Kenya.
Le mando le foto scattate al valico del Moncenisio lo
scorso mese di novembre noi con Rosita, dalle espessioni
dei soggetti si può intuire la temperatura di quel
pomeriggio: sicuramente non come quella siciliana!
Stiamo sensibilizzando la proposta "Vieni e Vedi" per
giovani che intendono trascorrere un periodo di tempo in
Kenya presso le suore del Cottolengo. Rosita è partita
domenica scorsa per Tuuru (Kenya), rimarrà fino al 18/2.
Ho scritto 2 righe "piccoli passi..." sul problema
ambientale.
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Un caloroso saluto da Angelo, Maria Grazia, Sergio e
Alessandra Rescaldina
Dio conosce solo l’alfabeto del perdono e dell’amore. Dio combatte con
il perdono. Ha sete di amare persino il nemico. Dio non ha nemici.
Abito ancora nel dolore, dentro sorge l’anima. E cammino e cammino
dove abita l’amore. L’uomo vive, dove abita il coraggio. E non ha lo
scopo di abbattere la sua e altrui volontà per rendersi incapace a
qualsiasi resistenza. Noi resistiamo al tempo dell’odio. Noi resistiamo
al tempo delle guerre. Non siamo lottatori di armi, ma duellanti che
offrono solo perdono e comprensione. I muri delle vendette sono
invalicabili. La salvaguardia del creato è opporre la resistenza.
Resistere. Resistere è salvare l’umanità dalla decadenza della diffidenza
e della indifferenza. Qui sono in vacanza con un angelo. E nella selva
delle difficoltà spesso vengo morso da più vipere. Il veleno dei serpenti
non fa niente all’anima. E dentro mi sono trovato uno specchio che mi
riflette tutte le meraviglie non solo della terra. Qui nella pagina del
vangelo di Luca è tutto il programma della salvezza ardita. Amare
persino il nemico. Amare persino chi ti odia. E’ l’assurdo di Dio. E’
l’impossibile di Dio. E’ l’ultimo tentativo di Dio per riportarci tutti nel
gan-eden, nel suo giardino dello spirito. Troppo tempo siamo rimasti
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nel giardino della terra, nel giardino del male, nel giardino dell’odio.
Basta, è tempo di riflettere davvero sulla proposta difficile di Cristo
Gesù:”Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi
maltrattano” E’ davvero assurdo. Per questo i santi si sono tuffati
nell’assurdo. Che merito ha l’uomo ad amare chi lo ama, a salutare chi
lo saluto. Io scelgo l’assurdo. Io scelto il difficile. E’ l’unico specchio
che non riflette te stesso. E’ l’anima della misericordia di Dio. “Siate
misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”. Siate perfetti
come è perfetto il Padre vostro. Mi piace: è un progetto ardito. E’ un
progetto alto. E’ un progetto dello spirito. E’ un progetto di Dio stesso
che vuole tutti santi, tutti perfetti come è Lui. E’ la misericordia che
redime, è la misericordia che divinizza. E’ lo specchio dell’umiltà. Chi
si specchia è saggio di tutte le sapienze e vuoto di superbia. Qui ho
sposato la saggezza anche se fuori mi incarno d’amore. Non sono in
carestia di bene e né verso dell’acqua della mia delizia in una brocca
infranta. La forza dell’amore non può essere vinta da nessuna tempesta,
anche la più acida. L’acido del cuore avvelena solo chi odia. L’amore
vince la morte. L’amore vince l’odio. In questa pagina stupenda di Luca
siamo chiamati ad amare i peccatori e condurli alla saggezza della
giustizia e del bene. Il peccato uccide solo gli infingardi. Puoi sparare
all’anima, essa non cade. I colpi non trapanano l’invisibile. Lotto solo
con la luce e i colori. Conosco l’alfabeto dei colori e dei versi. Conosco
l’alfabeto dell’amore e del perdono di Dio. Balbetto il pentagramma dei
suoni. Canto il perdono di Dio nella sua divina misericordia. Nel sangue
scorrono soltanto note. Le mie vene vibrano delizie spirituali. Combatto
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la notte e uccido le tenebre. Il mio cervello spadaccina intuizioni che
saranno comprensibili solo tra secoli. La poesia quieta il corpo e lo
rende invulnerabile alle passioni. Danzo con steli fioriti di agavi, su
scogliere spumeggianti di alghe e di vento. Mi addormentano le onde e
sogno abissi di meraviglie marine. Scommetto l’oceano in una tazza di
corallo e brindo nelle vene l’infinito. Sono pazzo del presente che è nel
futuro. Le morbide lenzuola mi ritmano sogni non miei. Giacobbe
sogna una scala per conquistare il cielo, io solo una scala per
raccogliere ciliegie. Giuditta, di strangolare Oloferne, io di bruciare le
armi e di convertire le mille industrie italiani di armi in campi di grano.
Dio non parla solo nei sogni. Dio ha sognato il creato per parlarci.
Conosco la clessidra del tempo: è solo un mezzo per amare Dio. Nel
tempo conosco già l’immenso. In una casa dove abita un cuore duro,
non entra uno spiraglio di sole. Cristo è la parola della croce. Perché
suscita uno scandalo tale da condurlo alla condanna? Egli annulla la
legge come via alla salvezza. Ecco il primo scandalo. Veramente
capovolge tutta la legge antica e dà forza alla voce dei profeti,
massacrati dalla legge stessa. Si schiera con l’uomo e non con la legge.
L’umanità è l’altro dentro se stessi. E il nemico che ti odia è dentro di
te. E Cristo per amarlo si fa uccidere. E’ l’assurdo che l’uomo non può
comprendere. La croce è il banchetto dell’amore che salva. La verità è
amare. La verità dell’amore ci rende liberi. E’ uno scandalo scardinare
l’auto - realizzazione attraverso la legge e il sopruso conquistato dalla
legge stessa. Cristo è lo scandalo perché la sua prerogativa è rivolgersi
ai ladri, ai peccatori, alle prostitute. Non perché approvi il peccato, ma
perché l’uomo è padrone del bene, del sabato, vale più di ogni legge.
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Per Gesù i peccatori sono degli ammalati gravi e Lui è la medicina. La
misericordia è la medicina. La conversione infatti consiste nell’entrare
in Lui e distaccarsi dal peccato. La legge tiene stetti a se i peccatori,
quali ostaggi di guadagno e di poteri. Vivere di perdono è assurdo. E’ la
medicina, la disciplina più difficile. La scandalo dello scandalo di
Cristo Gesù è la pretesa di agire, di perdonare come Dio e addirittura la
pretesa di essere Dio stesso. Dio perdona scusando. Così l’amore per i
peccatori fa erigere la croce. Beato chi non si scandalizza di questo.
Meglio sulla croce del Venerdì Santo che nel vuoto del Sabato Santo.
P. Paolo Turturro
L’Editoria e Solidarietà, sostiene i progetti di Dipingi la pace. Sostienici
con l’acquisto di un libro. Programmate i vostri campi di lavoro, i vostri
ritiri spirituali al Borgo della pace. Per informazioni: 349 2897568.
Per programmare conferenze o mostre “Arte per la vita” telefonare al
339 2187764.
Il nostro numero di c/c postale è : 10298909
Associazione Dipingi la pace – Piazza della pace, 3
90139 Palermo.
I libri disponibili: con un libro della pace
sostieni i progetti educativi di Dipingi la pace
a Palermo.
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Il paese dell’anima: Paolo Turturro (euro 5,00)
Due preti raccontano la libertà: B. Ghiroldi e P. P. Turturro (euro
5,00)
Il Canto dell’amicizia: Giusto Misiano (euro 5,00)
La vita di Gesù Cristo in campagna: S. Manzella (euro 5,00)
Oltre le parole: T. Ganci (euro 5,00)
Sprazzi di luce: A. Vucusa. (euro 5,00).
Due amici incontrano Alda Merini: S. Bovi e P. Turturro (euro
5,00).
Le ali della terra di P. Turturro - 5 euro.
Colori di ali spezzate di P. Turturro – 5 euro.
Grazie del tuo aiuto.
Dipax
E’ uscito il nuovo libro “ Onori a Carmine di Salvatore Caronna,
scoperto, dopo tanti anni, da suo figlio Pietro Caronna. Per motivi
di impegni di P. Paolo, il libro è stato inviato un po’ in ritardo, il
12. 02.07. Chiediamo scusa agli iscritti all’editoria della
solidarietà. Buona lettura.
Dipax.
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