Margherita Benzi Epistemologia delle scienze umane 2005-2006 Appunti: si prega di non citare Brevi cenni sul postpositivismo Punti cardine del postpositivismo: “1. Le transizioni da una teoria all’altra sono non cumulative, ossia né il contenuto logico, né il contenuto empirico (e neppure le ‘conseguenze confermate’) di teorie anteriori si conservano quando quelle teorie sono soppiantate da teorie più recenti. 2. Le teorie non vengono in generale rifiutate semplicemente perché hanno delle anomalie, né sono generalmente accettate solo perché sono confermate empiricamente. 3. Mutamenti nelle teorie scientifiche, e discussioni sulle teorie scientifiche, dipendono spesso da problemi concettuali piuttosto che da questioni di sostegno empirico. 4. I problemi specifici e ‘locali’ della razionalità scientifica che gli scienziati utilizzano nella valutazione di teorie non sono fissati in permanenza, ma si sono modificati significativamente nel corso della storia della scienza. 5. C’è un’ampia gamma d atteggiamenti cognitivi che gli scienziati prendono nei confronti di teorie, fra cui l’accettazione, il rifiuto, la ricerca di implicazioni, ecc. Ogni teoria della razionalità che discuta solo i primi due punti sarà incapace di affrontare la grande maggioranza delle situazioni cui gli scienziati si trovano di fronte. 6. C’è una gamma di livelli di generalità di teorie scientifiche che vanno da leggi a un estremo ad ampie strutture concettuali all’altro. I principi di verifica, comparazione e valutazione di teorie sembrano variare significativamente da un livello all’altro. 7. Date le note difficoltà connesse a nozioni di “verità approssimata” – sia al livello semantico a quello epistemico – non è plausibile che caratterizzazioni del livello scientifico che considerino l’obiettivo centrale della scienza verso una maggiore verosimiglianza ci consentono di rappresentarci la scienza come un’attività razionale. 8. La coesistenza di teorie rivali è la regola piuttosto che l’eccezione, cosicché la valutazione di teorie è primariamente una questione comparativa.” [L. Laudan, Un approccio al progresso scientifico fondato sulla soluzione di problemi in Hacking, I. (a cura di) Rivoluzioni scientifiche, Laterza, Roma-Bari 1984, pp. 192-192-207. 191-192] Sviluppi del postpositivismo I. Sociologia della conoscenza • Studio della scienza nel suo concreto divenire storico: come la scienza viene plasmata nei diversi contesti storici e sociali sociologia della conoscenza. Karl Mannheim (1893-1947): i rapporti sociali influiscono sulla forma stessa del pensiero. L’epistemologia stessa è il prodotto di formazioni sociali. Eccezione: matematica e scienze naturali. Dopo la seconda guerra mondiale anche questa eccezione verrà meno. • Rafforzamento dell’importanza della tecnologia e del rapporto scienza-tecnologia-forma sociale. Resta aperta la questione: la dimensione sociale della scienza influisce anche, mettiamo sulle equazioni della teoria fisica? Possibile risposta. Paradigma → standard di accettabilità → contenuto della scienza. Mondo che ci è noto come realtà costruita socialmente. • La sociologia della conoscenza favorisce il relativismo epistemologico. • Bloor. Studi sul teorema di Pitagora. “relatività” della logica . • Latour: studia, con Woolgar, gli scienziati di un laboratorio (Salk Institute for Biological Studies, in California) con l’occhio dell’antropologo. Produzione di articoli scientifici, valutazione da parte di specialisti e pubblicazione: “negoziato sociale”. La reputazione di cui godeva una persona aveva un chiaro rapporto con lo status accordato alle sue asserzioni; e il prestigio del periodico che pubblicava un articolo aveva un’incidenza significativa sul credito che veniva riconosciuto alle scoperte riferite. Le scoperte degli antropologi chiarono che quello che veniva considerato o no un “fatto” era in gran arte il frutto di processi di negoziato sociale, oltre che dei risultati concreti di ricerche sperimentali. Potere e autorità erano fattori di importanza considerevole. (cfr. D.Oldroyd, Storia della filosofia della scienza, Il Saggiatore, Milano 1986) Attività scientifica come “lotta per costruire la realtà”. I fenomeni scientifici sono “costruiti” dalle apparecchiature usate in laboratorio, le quali sono esse stesse frutto di una costruzione umana e quindi influenzati da tutti i processi sociali che avvengono all’interno della comunità scientifica. II. Standpoint epistemologies Il punto di partenza delle standpoint epistemologies è che nelle società stratificate in gruppi etnici, classi sociali, gender, ecc. le attività di coloro che stanno ai vertici “organizzano e pongono limiti su ciò che le persone che realizzano tali attività possono comprendere circa il mondo e se stessi”. Viceversa, le attività di coloro che stanno in basso propongono nuovi problemi e nuovi modi di vederli (i marginalizzati sarebbero “epistemologicamente privilegiati”. Ciò avverrebbe perché i socialmente privilegiati sarebbero meno stimolati a porre domande critiche circa le credenze che sono state loro trasmesse. Esempio: donne e cura del corpo. Opposizione: • Al mito che la scienza studi la natura ‘in se stessa’: la scienza studia la natura come oggetto di conoscenza, ovvero come qualcosa di socialmente costituito. • All’idea illuministica che vi sia un soggetto conoscente universale e ‘extrasociale’ • All’idea che vi sia un soggetto conoscente ‘disincarnato’ e astratto dal sociale • All’idea empirista che la mente prima di qualsiasi esperienza sia una tabula rasa. Le due tesi principali di questa teoria sono: 1. esistono vari punti di vista epistemici e ciascuno può conoscere solo dal proprio punto di vista; 2. alcuni punti di vista sono privilegiati rispetto agli altri, ovvero permettono di ottenere una conoscenza migliore di quella che si ottiene da altri punti di vista. Problemi: come sono identificate le diverse prospettive? Se ciascuno vede le cose a modo suo, come è possibile confrontarsi? In base a che cosa si afferma che un punto di vista è migliore di un altro? Possibili obiezioni: • • relativizzare le conoscenze al tipo di soggetto conoscente è un argomento ad personam storicamente ha prodotto danni: “scienza ariana” e “affare Lysenko”.