CENNI DI PROFILASSI VACCINALE IN AVICOLTURA (p. 393) L’immunità dei volatili ha attività diversa a seconda del patogeno, e così dovrebbe essere per il vaccino. La vaccinazione è un trattamento immunizzante effettuato a scopo profilattico mediante la somministrazione di un vaccino. Ha lo scopo di produrre un’immunità attiva nei confronti di un agente patogeno. Gli obiettivi della vaccinazione sono: Protezione nei riguardi del patogeno: dalla sintomatologia clinica, però! Il vaccino infatti non protegge dall’infezione. In ogni caso ↓ la trasmissione orizzontale-> ↓ pressione infettiva sui non vaccinati (↓ dell’eliminazione). ↓ della pressione infettiva nell’area. Prenderemo in considerazione: Tipi di vaccini Metodi e vie di somministrazione Cos’è un programma vaccinale. I vaccini possono essere allestiti con: L’agente patogeno specifico (vivo o inattivato) Parti di esso (parete batterica, membrana cellulare, ecc…) Tossine (es. tossina botulinica) Vaccini prodotti mediante ingegneria genetica ancora non di applicazione comune (per la Malattia di Marek e di Gumboro). Posso essere: Deleti A subunità Ricombinanti: con altro patogeno, per cui produce immunità per sé stesso e per proteine di altri patogeni. A DNA. Tipi di vaccini: VACCINI VIVI ATTENUATI Sono vaccini in cui l’agente patogeno è vivo ma a virulenza ridotta. L’ae deve mantenere la caratteristica di stimolare l’immunità, ma non dev’essere patogeno per il volatile. Possono essere naturalmente apatogeni o attenuati artificialmente. Sono coltivati su substrati quali uova embrionale o colture cellulari, si fanno replicare per più passaggi (fino a 100-120) per ottenere l’attenuazione del ceppo originale. In pratica il virus è costretto a replicare su un substrato non suo, il che lo costringe a selezionare dei cloni apatogeni. Vengono liofilizzati per la conservazione. Vantaggi: Economico (basta poco Ag per indurre una buona risposta del sistema immunitario) Possono essere impiegati per vaccinazioni di massa Rapido instaurarsi dell’immunità Forte stimolazione dell’immunità locale Risposta nei confronti di tutti gli Ag del patogeno Svantaggi: X Diffusione di virus o batteri (si immettono nell’ambiente dei virus vivi, con il rischio che il virus torni infettante). X Possibile rivirulentazione: il virus potrebbe fare dei retropassaggi e infettare così altri soggetti. Questo si può evitare dando ad ogni soggetto un’adeguata dose. X Reazione locale dovuta alla moltiplicazione dell’agente vaccinale. X Persistenza relativamente breve dell’immunità (sono necessari dei richiami con vaccini vivi o spenti). X Conservazione difficoltosa (anche se è liofilizzato va rispettata la catena del freddo) X Interferenza con altri vaccini: mentre i vaccini inattivati si possono tranquillamente associare, quelli vivi attenuati NO, perché se per es. associo il Metapneumovirus al virus della Bronchite infettiva il 2° replica più velocemente del 1° e il vaccino non funziona a dovere. Valutare bene la compatibilità. Visto che il vaccino vivo attenuato causa una vera e propria infezione, è fondamentale che il gruppo di vaccinazione sia in buone condizioni di salute. Gli attuali vaccini sono per lo più preparati con Ag inattivati sospesi in acqua e miscelati con un eccipiente oleoso, perché ne consegue un’emulsione in acqua e olio. Quando questa viene inoculata, permette di conseguire una consistente e perdurante immunità: il granuloma vaccinale che si forma nel punto di inoculazione viene generalmente e lentamente asportato dall’azione macrofagica, così da costituire una sorta di effetto booster continuo. VACCINI INATTIVATI (uccisi o spenti) Sono vaccini in cui l’agente patogeno è stato ucciso (per es. con la formalina), ma ha mantenuto le sue capacità immunizzanti. I vaccini inattivati contengono uno o più Ag. Sono addizionati con sostanze adiuvanti (olii minerali, idrossido di Alluminio o saponine) per aumentarne l’immunogenicità -> attenzione però, perché a volte quest’azione irritante crea dei granulomi. Vantaggi: Assenza di rischi di diffusione di microrganismi patogeni Assenza di reazioni vaccinali dovute alla moltiplicazione del microrganismo (ma presenza di reazioni locali) Protezione durevole nel tempo (perché perdura più a lungo nell’organismo grazie all’azione dell’adiuvante) Possibile combinazione di diversi Ag Evocano una risposta di tipo umorale. Svantaggi: X Vaccinazione individuale (costi di manodopera, bisogna infatti somministrarli più volte) X Prezzo più elevato X Periodo più lungo prima che si instauri l’immunità -> per situazioni di emergenza non va bene. X Possono indurre reazioni locali nel punto di inoculo, granulomi (nei polli da carne nopn è ammissibile) o sistemiche (amiloidosi, rare). Un’eccessiva alterazione del microrganismo porta ad avere una risposta immunitaria non completamente protettiva. Spesso inoltre è insoddisfacente l’evocazione dell’immunità mucosale. METODI E VIE DI VACCINAZIONE VACCINAZIONE DI MASSA: il vaccino viene somministrato al gruppo, è applicabile solo per vaccini vivi. Tecniche di massa: Vaccinazioni nell’acqua da bere: somministrazione di vaccini a virus vivi attenuati, largamente praticata per la sua praticità e per il basso costo della manodopera. Ci sono dei fattori ambientali di diversa natura che possono compromettere il buon esito della vaccinazione, il più importante è la qualità dell’acqua, che dev’essere: Non clorata (il Cl uccide il patogeno) Parametri chimici e biologici ben controllati Volume in cui diluisco il vaccino Tempi di somministrazione (estate -> 1 ora; inverno -> 2 ore) Abbeveratoi Condizioni dell’impianto: pulizia, disinfezione periodica e rimozione del calcare (nell’abbeveratoio c’è il calcare su cui si forma un biofilm che assorbe il vaccino) L’acqua ha colora opalescente perché ci si mette il latte scremato per assorbire le sostanze (no grassi perché potrebbero adsorbire i virus con envelope lipofili). Gli animali devono essere assetati prima e nell’acqua non clorata viene aggiunto del vaccino in polvere. Il vaccino nell’acqua dura 2-3 ore, quindi in 2 ore tutti devono bere. Vaccinazione spray: somministrazione di massa di vaccini vivi attenuati. Polverizzazione del vaccino in minute goccioline che verranno a contatto con le mucose respiratorie. Si può fare in allevamento ma anche in incubatoio, viene indicata soprattutto per i virus respiratori. Se si fa in allevamento un operatore cammina per il capannone e nebulizza lo spray, ma attenzione alle condizioni ambientali: se si fa vicino alle cappe del calore il vaccino si inattiva! In funzione delle dimensioni delle gocce emesse si distinguono: Nebulizzazione o “coarse spray”: con gocce comprese fra i 70- 150 micron. Sono gocce grosse, si fermano alle prime vie respiratorie e vanno benissimo per animali giovani, che altrimenti avrebbero reazioni vaccinali. - Atomizzazione o “fine spray”: con gocce comprese fra i 15-50 micron, indicato esclusivamente per le vaccinazioni di richiamo perché il vanno molto in profondità (sarebbe pericoloso iniettare un virus così in profondità in un organismo non ancora immunizzato). Si bagna anche il piumaggio così si ha l’assunzione anche per via orale (quando lo si fa nebulizzare in parte lo respirano e in parte lo becchettano). La vaccinazione di massa è molto più comoda. VACCINAZIONE INDIVIDUALE: necessita che la dose vaccinale venga somministrata ad ogni singolo soggetto. E’ l’unico modo per vaccinare con vaccini inattivati e con alcuni vaccini vivi. Tecniche individuali: Vaccinazione oculo- nasale: somministrazione di vaccini vivi attenuati. Può essere applicata fin dal 1° giorno di vita garantendo una somministrazione accurata agli animali sia come prima vaccinazione che come richiamo. La goccia è colorata per consentire all’operatore di vedere dove cade: si mette una goccia nell’occhio e una nel naso. Vaccinazione per immersione del becco: per vaccini con virus vivi attenuati. E’ simile alla somministrazione per via oculo- nasale. E’ usata per i coccidi. Vaccinazione per puntura alare (difterite, vaiolo): somministrazione del vaccino a virus vivo attenuato contro il diftero-vaiolo aviare. Usata a volte anche per l’immunizzazione contro l’encefalomielite aviare e l’anemia infettiva. Metodica: si perfora il muscolo alare con una “forchettina”. E’ applicato nella membrana alare tra braccio e avambraccio (= patagio). Il tessuto di replicazione del virus inoculato è proprio il sottocute. Nel Tacchino questo tipo di tecnica non va bene perché lui dorme con la testa sotto l’ala e il vaccino andrebbe a contatto con gli occhi. In questo animale quindi si “scarifica” la coscia e si spennella sopra il vaccino. Vaccinazione per iniezione IM o SC: somministrazione di vaccini vivi inattivati. - Inoculazione sottocutanea (SC): si fa soprattutto negli animali da carne (boiler e tacchini), così evito granulomi nelle masse muscolari. Si fa nel terzo distale del collo. - Inoculazione intramuscolare (IM): viene applicata nel petto o nella coscia su animali da uova o da riproduzione a lunga carriera produttiva. Sono generalmente vaccini bi- tri- tetravalenti, il che è un vantaggio: somministro più patogeni e ho una lunghissima protezione, fino a fine carriera (1 anno), poi vengono macellati, ma il granuloma si riassorbe. Tipi di siringhe: Siringhe automatiche a regolazione variabile o fissa Siringhe pneumatiche senza ago L’importante è che l’ago sia cambiato spesso. Se l’operatore si punge il dito col vaccino spento deve andare al pronto soccorso perché gli uomini sono molto sensibili agli adiuvanti. Si possono usare anche siringhe doppie per inoculare anche 2 tipi di vaccino. Vaccino per la Malattia di Marek: malattia linfoplasmocitaria virale, in Italia questo vaccino si fa su tutti i soggetti con vaccino vivo, somministrato a 1 gg di età in incubatoio. Inoculazione SC nel collo o IM nella gamba, oppure in ovo. Vaccinazione in ovo: tecnologia usata negli incubatoi per i pulcini da carne nata negli USA ma oggi utilizzata anche in Italia. Permette di vaccinare gli embrioni al 18° giorno di incubazione (momento in cui le uova passano dall’incubatoio alla camera di schiusa dopo la speratura). In Italia si usa per la Malattia di Marek e per la Malattia di Gumboro. L’impianto consente la vaccinazione in serie delle uova con un forte risparmio sulla manodopera. Vantaggi: Economico L’embrione viene a contatto precocemente con l’Ag, questo fa sì che se l’animale tornerà in contatto con l’Ag svilupperò l’immunità molto rapidamente. Svantaggio: i vaccini possono essere letali per l’embrione. L’ago penetra nella spalla dell’embrione. C’è un primo ago, grosso, che penetra il guscio a livello di polo ottuso da cui mi esce un secondo ago, più sottile, che è quello che inietta veramente il vaccino. Vaccinazione in incubatoio con robot: nelle grandi aziende hanno messo a punto sistemi di vaccinazione automatica. Il pulcino passa con la testa in un robot e la macchina gli fa cadere una goccia di vaccino nell’occhio (è un vaccino oculonasale). SCHEMA E PROGRAMMI VACCINALI E’ il programma che prevede quali, come e quando le vaccinazioni vengono applicate durante il ciclo. Dipendono da: - Specie: ciascuna specie ha una diversa sensibilità, es. il vaccino per la Malattia di Marek va bene nel pollo. Indirizzo produttivo (durata dell’immunità): es. gli allevamenti di selvaggina, che fanno un prodotto molto pregiato e costoso, tendono a vaccinare per tutto, anche per cose non indispensabili. Immunità materna (fenomeno di blanketing) Situazione sanitaria dell’area geografica (cioè che pressione infettiva c’è. Le vaccinazioni vanno fatte solo se c’è un reale bisogno). Note generali sugli schemi vaccinali: Intervallo fra due vivi -> almeno 3 settimane (effetto booster -> amplificazione del sistema immunitario). Intervallo fra due spenti -> almeno 4 settimane. I vaccini vivi maggiormente attenuati devono precedere i meno attenuati (Priming): per es. per la profilassi della malattia di Newcastle esistono diversi vaccini e al pulcino più giovane si deve dare quello con la minore patogenicità residua. I vaccini vivi di norma precedono gli spenti, che completano sviluppando l’immunità umorale. A volte associati in incubatoio (es. Malattia di Newcastle).