Il riciclo eco‐efficiente e le politiche europee per la prevenzione dei rifiuti Duccio Bianchi Molti dei dati sono ripresi da una ricerca presentata in questo volume La società del riciclaggio aLa nuova direttiva (98/2008) sui rifiuti e le politiche di efficienza energetica e riduzione emissioni sono gemelle. aL’orizzonte delle politiche europee è una economia di uso efficiente delle risorse, delle materie e dell’energia. aPrevenzione, riciclo, recupero dei rifiuti sono la strada per farlo. Rifiuti (quasi) zero aLa proposta “Rifiuti zero” è presentata spesso in modo demagogico. aMa è l’orizzonte ragionevole sotto il profilo economico e sotto quello ambientale aOgni rifiuto non recuperabile è uno spreco: di risorse naturali, di lavoro, di valore economico aUn rifiuto non recuperabile è un errore di progetto: di produzione, di distribuzione, di consumo. La (troppo) alta intensità di rifiuti in Italia In Italia i rifiuti sono cresciuti molto più dei consumi, del reddito, del Pil. Intensità di rifiuti (kg/1000 €) 35 30 EU 27 EU 15 ITALIA 20 15 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 10 1996 In quasi nessun altro paese europeo è avvenuta la stessa cosa. 25 1995 In Italia è aumentata l’intensità di rifiuto per unità di consumo e di prodotto. Inversioni di tendenza ? Il valore assoluto dipende dalla legislazione. Ma in Italia i rifiuti sono cresciuti molto più che negli altri paesi europei Tasso di crescita produzione procapite rifiuti 25% 1995-2006 20% 2000-2006 15% 10% 5% 0% -5% -10% Spagna Regno Unito Olanda Italia Germania Francia Finlandia Belgio UE 15 (15 paesi) UE 27 (27 paesi) -15% In Italia i rifiuti si stabilizzano e diminuiscono da prima della recessione. Nel 2008 saranno circa il 4‐5% in meno. Prevenire Una economia e società efficiente riduce la generazione di rifiuti. Gli interventi di prevenzione sono interventi complessi: multi‐livello, multi‐settoriale, multi‐attore. Ma possibili ed efficaci. E creano cultura. Esempi: Compostaggio domestico, distribuzione “alla spina”, last minute market, “cutting paper”… L’economia del riciclo c’è già L’economia del riciclo non è un residuo del passato. E’ un dinamico nuovo settore dell’economia. Nel periodo 2000 ‐ Investimenti per Indice del valore della addetto (migliaia €) produzione (2000 = 100) 2006 il settore del 20 160 recupero in Italia 16 140 cresce del 17,2% 12 120 contro una 8 riduzione dell’indice 100 industriale del 4%. 4 80 Tra il 2000 e il 2005 0 1995 2000 2005 raddoppia il valore Manifatturiero Riciclaggio della produzione 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 UE ind manifatturiera UE riciclaggio IT ind manifatturiera IT riciclaggio Il valore aggiunto per addetto è del 15% superiore alla media manifatturiera e gli investimenti unitari circa il doppio. L’economia del riciclo: base per molta industria manifatturiera L’impiego di materiali di recupero permea crescenti aree industriali. Tasso di riciclo di alcuni settori industriali plastica olii lubrificanti vetro rame carta acciaio piombo alluminio 0% 25% 50% 75% % materia seconda negli input produttivi 100% L’impiego di materia seconda incide per oltre il 60% degli input produttivi nei metalli ferrosi e in alcuni non ferrosi. Nel cartario l’incidenza è superiore al 50% ed è rilevante anche nel vetrario, nel legno, tessile, plastiche, gomma. L’economia del riciclo: crescita del recupero interno e del riciclo interno Cresce per tutti i materiali (tessili esclusi) sia la raccolta interna che il riciclo interno. Indice di crescita RACCOLTA interna di alcuni materiali Indice di crescita RICICLO interno di alcuni materiali In dieci anni il tasso di raccolta interna è aumentato tra il 60% (metalli) e il 300% (plastiche). Il riciclo interno (incluse le importazioni) è aumentato tra il 25% e il 40%. 175 350 300 valore base = 100 150 valore base = 100 250 200 125 150 100 100 50 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 75 Globalizzazione dell’economia del riciclo Esportazioni materie seconde (milioni t) 90 80 a Il mercato dei prodotti di recupero è un mercato globale, non più locale. a Grande domanda di materie prime in aree di strutturale deficit di materie seconde. 70 60 50 40 30 20 10 0 carta 1.995 ferrosi 2.000 2.005 plastica 2.006 a Importazione di carta da macero della Cina da 1,6 a 19,6 milioni di t e di plastica da 0,5 a 5,9 tra il 1997 e il 2007 ..anche esportare è positivo Indice import-export Italia (199=100) 800 700 600 500 400 300 200 100 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 carta import carta-export plastica-import plastica-export a Da paese tradizionalmente “importatore” di cascami e rifiuti, l’Italia si potrebbe trasformare (come già avviene in altri paesi europei) in paese esportatore. a Anche l’export di materie seconde è ambientalmente positivo. I consumi energetici di trasporto dall’Italia alla Cina incidono tra il 3% (alluminio) e il 30% (carta) dei benefici energetici. L’export verso paesi emergenti riduce i consumi energetici in paesi ad alta intensità di carbonio Tutto cambia Con la recessione si è ridotta la produzione e la domanda di materie prime e di materie seconde La domanda cinese è in caduta libera e i prezzi si sono drasticamente ridotti Ma il surplus di offerta sarà congiunturale: la forte domanda di riciclo ha ragioni strutturali Benefici energetici e di CO2 del riciclo Studio Politecnico danese per conto del Waste Resource Action Program del governo del Regno Unito su un ampio campione di studi internazionali sul “fine vita” dei materiali (55 studi usati per un totale di 201 scenari esaminati). Nell’83% dei casi il riciclaggio risultava la soluzione ambientalmente preferibile (nel 96% dei casi rispetto alla discarica e nel 75% dei casi rispetto all’incenerimento, che risultava preferito nel 14% dei casi). Riciclo vs Incenerimento Materiale Preferenza Riciclo Riciclo vs Discarica Preferenza Nessuna Incenerimento preferenza Preferenza Riciclo Preferenza Discarica Nessuna preferenza Carta 22 6 9 12 0 1 Vetro 8 0 1 14 2 0 Plastica 32 8 2 15 0 0 Alluminio 10 1 0 7 0 0 Acciaio 8 1 0 11 0 0 6 0 0 65 2 1 Cemento Totale 80 16 12 I benefici ambientali ‐ risparmio energetico La riduzione di consumi energetici associata al riciclo – rispetto ai fabbisogni richiesti in assenza di riciclo – è stimabile per un riciclo di 40 milioni di t, attorno a 15 milioni (tra 8,7 e 22,5) di tep, tonnellate equivalenti di petrolio. altri Rame Piombo olii Carta Si tratta di un valore pari a - 8% del consumo interno lordo (196 Mtep) - 38% dei consumi industriali (40 Mtep). Plastiche Vetro Acciaio Il 44% dei risparmi deriva da acciaio e 25% da produzione secondaria di alluminio. Alluminio 0 2.000 4.000 6.000 8.000 I benefici ambientali ‐ riduzione gas serra La riduzione di emissioni climalteranti associate al riciclo – rispetto alle emissioni generabili in assenza di riciclo – è stimabile attorno a 55 milioni di t. di CO2 eq (tra 32 – 88). altri Rame Piombo olii Carta Si tratta di un valore pari a Plastiche - 9,5% delle emissioni totali (581 Mt) e Vetro - 44% delle emissioni da attività industriali. Acciaio Il 56% della riduzione deriva da acciaio e il 19% da alluminio. Alluminio 0 10.000 20.000 30.000 40.000 Un modesto incremento del riciclo vale una quota importante degli obiettivi italiani Un incremento del 15% del riciclo industriale interno da qui al 2020 avrebbe un impatto importante sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di efficienza energetica Contributo di un incremento del 15% del riciclo interno 20% 15% 10% 5% 0% riduzione agg riduzione CO2 CO2 emis trading totale (da 2005 a (2005-2020) 2020) efficienza energetica 2016 circa il 16% della riduzione di CO2 (51 Mt) richiesta ai settori coperti da emission trading nel periodo 2006 – 2020. a circa il 15% della maggiore efficienza energetica (15 Mtep) prevista per tutti i settori al 2016. acirca il 9% della riduzione globale di CO2 (96 Mt) prevista per incontrare gli obiettivi al 2020. a Prevenzione, riciclo e gestione dei rifiuti: uno scenario al 2020 Una simulazione degli effetti ambientali di un sistema di gestione dei rifiuti urbani nel 2020 con: Disaccoppiamento tra Pil e rifiuti (ma ancora valori superiori agli attuali) Alto tasso di riciclo (media nazionale 56%) Trattamento termico (termovalorizzazione e cocombustione) della gran parte della frazione residua Discarica di solo rifiuto trattato RIFIUTI: SCENARIO 2020 Produzione rifiuti 2020 36.776 cartaceo organico plastiche metalli legno vetro altro Totale recupero %rd 7.208 6.951 1.434 1.324 919 2.059 717 20.613 70% 70% 30% 60% 50% 70% 15% 56% Tratt. meccanico – biologico: Cdr: Fos: Scarti: Perdite: residuo Riciclo – compostaggio: 14.833 Digestione anaerobica: 2.780 Export: 2.000 Scarti Rd: 4.043 Trattamento termico: 13.100 Recupero energetico carta : 1.000 2.111 751 754 427 Discarica: Scarti (754) Fos (751) 3.092 cartaceo organico plastiche metalli legno vetro altro Totale Cdr cementifici: Cdr centrali t : 1505 Discarica scorie: 3.406 850 1.261 4.170 4.021 3.562 1.081 1.057 1.192 4.171 19.255 Gli effetti dal 2005 al 2020 Anche considerando di sostituire una futura produzione energetica a più bassa intensità di carbonio, un sistema imperniato su riciclo e recupero di energia consente di ridurre di circa 9 Mt di CO2 le emissioni attuali Bilancio energetico e di CO2 : confronto 2005 - 2020 Bilancio Energetico (tep) Riciclo da Rd Dig An e Compost Trattamenti Discarica Totale Bilancio CO2eq (t) 2005 2020 2005 2020 -1.576.452 17.708 -543.452 -325.866 -2.428.062 -2.357.385 -63.389 -3.256.237 5.046 -5.671.966 -4.841.460 -445.995 584.447 5.964.031 1.261.023 -7.872.168 -1.204.033 245.607 63.398 -8.767.196 Raccomandazioni sulla gestione dei rifiuti a il riciclo industriale e il compostaggio (o, meglio, la combinazione di digestione anaerobica e compostaggio per la frazione umida) rappresentano l’alternativa preferibile di gestione dei rifiuti fino ai limiti della sostenibilità tecnica ed economica, anche a fronte di una crescita delle esportazioni all’estero delle materie recuperate a la produzione di Cdr da impiegare in sostituzione del carbone in cementifici, centrali termoelettriche o altri impianti industriali rappresenta la soluzione ambientalmente più efficiente di recupero energetico, ma presenta forti limitazioni quantitative per ragioni tecnologiche Raccomandazioni sulla gestione dei rifiuti a La termovalorizzazione, del rifiuto residuo (tal quale) rappresenta una soluzione ambientalmente preferibile alla complessa filiera selezione – frazione secca – stabilizzazione, a condizione di incrementare l’efficienza del recupero energetico globale (più cogenerazione) a Il recupero energetico in termovalorizzazione ha senso ambientale solo se non è un recupero energetico alternativo ad altre fonti rinnovabili; il recupero energetico in termovalorizzazione non consente di ridurre le emissioni di climalteranti rispetto a cicli combinati a gas naturale, ma è competitivo con il mix attuale Raccomandazioni sulla gestione dei rifiuti a la filiera dei trattamenti meccanico-biologici (oggi a bassa efficienza) può svolgere una funzione strategica solo in specifici contesti locali o al servizio della quota di produzione di Cdr da co-combustione, altrimenti si configura come una filiera di “transizione”; in termovalorizzazione, la frazione secca/Cdr comporta maggiori emissioni specifiche del rifiuto residuo tal quale; a lo smaltimento in discarica rappresenta una opzione svantaggiata (soprattutto sotto il profilo delle emissioni climalteranti, ma anche sotto altri profili ambientali) anche in presenza di una efficiente stabilizzazione della componente biologica Le conclusioni Contributo cumulato riciclo e nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani agli obiettivi energetici e ambientali dellʹItalia 40% 35% 30% 25% rif iut i urb a ni rif iut i urb a ni 20% 15% rif iut i urb a ni 10% R ic ic lo ind 5% R ic ic lo ind R ic ic lo ind 0% riduzione agg CO2 emis trad (05-20) riduzione CO2 totale (05-20) efficienza energetica 2016 Un nuovo sistema di gestione dei rifiuti può contribuire ad una ulteriore riduzione dei consumi energetici e delle emissioni. Il beneficio globale (riciclo industriale + nuova gestione dei rifiuti urbani) vale il 18% degli obiettivi di riduzione di CO2 e il 32% degli obiettivi energetici