TERAPIA I corticosteroidi di sintesi vengono impiegati in odontoiatria essenzialmente in patologia orale per le loro caratteristiche antinfiammatorie. Il meccanismo d’azione dei corticosteroidi di sintesi è quello di inibire la formazione dell’acido arachidonico. Essi possiedono un potente effetto antinfiammatorio qualunque sia la condizione scatenante (infettiva, chimica, fisica o immunologica); possono inibire le immediate manifestazioni della flogosi (rubor, dolor, calor ecc.) attraverso la modulazione della dilatazione vascolare, la riduzione del trasudato e della formazione di edema, la deplezione del rilascio istaminico da parte dei granulociti basofili, dell’essudato cellulare e della deposizione di fibrina intorno all’area infiammatoria. Affinché le risposte siano pronte e intense è necessario rispettare dosaggi specifici; inoltre è da sottolineare che ogni volta che si apportano farmacologicamente corticosteroidi di sintesi si determina una inibizione della secrezione steroidea endogena (1). I corticosteroidi possono essere utilizzati per via sistemica attraverso la somministrazione orale, intramuscolare o venosa. In questo modo vengono impiegati per la risoluzione di manifestazioni infiammatorie non infettive refrattarie al trattamento topico che coinvolgono la mucosa orale come la stomatite aftosa ricorrente , l’eritema multiforme, la nevralgia post-erpetica (da Herpes zoster), il Lichen planus erosivo e il pemfigo vulgaris. Il farmaco di elezione per le forme sopra citate è il prednisone o il metilprednisolone. I fenomeni infiammatori riparativi appaiono sistematicamente a seguito della chirurgia degli ottavi inferiori (2). Alcune delle più importanti sostanze che entrano nel meccanismo infiammatorio sono rappresentate dalle prostaglandine e dai leucotrieni, conosciuti come ecosanoidi, prodotti del metabolismo dell’acido arachidonico da parte delle cellule danneggiate (3). Il trisma, fenomeno che indica una limitazio- Corticosteroidi di sintesi in chirurgia orale Mauro Del Brutto, Francesco Fiorani, Christian Vianale, Roberto Volpi e Roberto Mazzanti Unità Operativa di Chirurgia Orale e Odontostomatologia, A.S.U.R. Marche Z.T.6 Fabriano (AN), (Direttore: Dr. Roberto Mazzanti) Q LO SCOPO DELLA RICERCA: l’uso dei corticosteroidi nella chirurgia degli ottavi inferiori può rappresentare un valido ausilio per il controllo delle manifestazioni flogistiche acute conseguenza dell’atto operatorio. Attraverso uno studio prospettivo abbiamo voluto verificare l’ipotesi dell’esistenza di associazione tra l’iniezione di desametasone sodio fosfato in siti post-estrattivi e i possibili effetti sull’immediato decorso post-operatorio di pazienti sottoposti a germectomia degli ottavi inferiori. Q I MATERIALI E I METODI: è stato condotto uno studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo su un campione comprendente 42 siti estrattivi in 21 soggetti di età compresa tra i 14 e i 16 anni, operati con la tecnica della "via distale alta". Le variabili prese in considerazione riguardavano dolore, tumefazione, trisma e clinica intra-orale. Q LE CONCLUSIONI: la nostra esperienza, seppure con un campione di popolazione di modeste dimensioni, ha avvalorato l’efficacia che il desametasone, infiltrato nel sito post-estrattivo, possiede nel diminuire alcune manifestazioni dei fenomeni infiammatori riparativi post-chirurgici. ne dell’apertura buccale conseguente all’estrazione degli ottavi inferiori, è causato da una combinazione di fattori rappresentati dal dolore, dall’ematoma, dall’edema e dal trauma muscolo-tendineo. Il trisma può essere osservato fino a 7-10 giorni dopo l’intervento chirurgico e può essere conseguenza di un atto volontario per evitare la comparsa del dolore. NØrholt (4) ritiene che la componente psicologica sia realmente presente nel trisma post-operatorio in quanto i pazienti temono la comparsa del dolore all’atto dell’apertura buccale; d’altro canto c’è anche una componente fisiologica: studi significativi hanno dimostrato come l’effetto farmaco- PUNTO CHIAVE Nel trisma postoperatorio c’è una componente psicologica e una fisiologica. Anno I - n°3 - settembre 2007 23 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE PUNTO CHIAVE I corticosteroidi di sintesi modulano la dilatazione vascolare, diminuiscono il rilascio istaminico da parte dei granulociti basofili, favoriscono il decremento dell’essudato cellulare e della deposizione di fibrina intorno all’area infiammatoria. 24 Anno I - n°3 -settembre 2007 logico antinfiammatorio sia molto importante nella riduzione del trisma (5,6). L’uso dei corticosteroidi nella chirurgia degli ottavi inferiori può rappresentare un valido ausilio per il controllo delle manifestazioni infiammatorie acute conseguenza dell’atto operatorio o per diminuire la reattività delle guaine nervose in prossimità del campo chirurgico. Dalla revisione della letteratura internazionale sono emersi alcuni trial clinici randomizzati a supporto dell’utilizzo degli stessi in chirurgia degli ottavi. In molti studi è stato riportato un utilizzo dei corticosteroidi ad alti dosaggi con somministrazione endovenosa. Esen et al. (7) hanno pubblicato uno studio con dosaggi ev di 125 mg di metilprednisolone; Ordulu et al. (8) con dosaggi ev di 1,5 mg/kg di metilprednisolone. Üstün et al. (13) hanno effettuato uno studio comparativo con lo stesso farmaco e con due dosaggi sistemici differenti (1,5 mg/kg contro 3 mg/kg). Hyrkäs et al. (9), Tiwana et al. (10) e Holland (11), hanno effettuato studi simili ma con dosaggi inferiori, mentre Bystedt et al.(12) hanno effettuato rilevazioni somministrando 12 mg al giorno di metilprednisolone nei tre giorni post-operatori. Lopez Carriches et al.(14,15) hanno messo a confronto il metilprednisolone sistemico e un FANS nel post-operatorio degli ottavi inferiori. L’applicazione locale sub-mucosa di corticosteroidi permette un’elevata concentrazione del farmaco nella sede di infiammazione, con un assorbimento sistemico relativamente ridotto. Messer et al. (16) nel 1975 hanno pubblicato fra i primi i risultati di uno studio condotto su un principio attivo diverso dal metilprednisolone e con somministrazione locale, mettendo in relazione l’infiltrazione di desametasone e i sintomi post-operatori dopo chirurgia degli ottavi. Particolarmente efficace per questo tipo di applicazioni, il desametasone sodio fosfato risulta un corticosteroide di sintesi dotato di intensa attività antinfiammatoria e antireattiva con scarsa tendenza a provocare gli effetti collaterali dei corticosteroidi. Trova utile impiego in somministrazioni intralesionali e intrarticolari soprattutto nelle manifestazioni acute di epicondilite e di periartrite, laddove si richieda una risposta rapida e intensa. Neupert 3rd et al. (6), Pedersen (17), Schmelzeisen et al. (18), Graziani et al. (19) hanno compiuto successivamente studi sull’applicazione del desametasone nella chirugia degli ottavi inferiori. Scopo di questo studio è verificare, attraverso uno studio prospettivo, l’ipotesi associativa tra l’iniezione del desametasone sodio fosfato in siti post-estrattivi e i possibili effetti sull’immediato decorso post-operatorio di pazienti sottoposti a germectomia degli ottavi inferiori. Materiali e metodi Il campione analizzato nello studio comprende 42 siti estrattivi in 21 soggetti (11 maschi e 10 femmine), di età compresa tra i 14 e i 16 anni, sottoposti a germectomia degli ottavi inferiori, in un’età in cui i settimi risultano erotti e gli ottavi presentano un’edificazione radicolare inferiore ai 2/3. Sono stati riportati dati anagrafici generali, elementi anamnestici, caratterizzazione clinica prima del ricovero, caratteristiche cliniche ai follow-up e alla dimissione. La tecnica chirurgica adottata è quella proposta da Clauser nel 1985 (via distale alta) (20) (Foto 1-5). Presso l’Unità Operativa di Chirurgia Orale e Odontostomatologia del Presidio Ospedaliero “E. Profili” di Fabriano è stato condotto uno studio prospettivo randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, su 21 pazienti sottoposti a intervento di germectomia bilaterale degli ottavi inferiori per un totale di 42 siti estrattivi nel periodo compreso tra gennaio 2005 e giugno 2006. I 42 interventi sono stati effettuati da 3 odontoiatri con una esperienza decennale in chirurgia orale. TERAPIA Foto 1 OPT preoperatoria. Foto 2 Via distale alta. Foto 3 Finestra osteotomica. Foto 4 Enucleazione frammenti con odontotomia. Foto 5 Cavità residua. 1 2 3 PUNTO CHIAVE 4 Dopo aver definito i pazienti che rientravano nei criteri di inclusione allo studio (Tabella 1), ogni sito estrattivo è stato randomizzato (assegnazione casuale) per ricevere la terapia farmacologia locale a base di cortisonici (gruppo sperimentale) mentre un altro gruppo, definito di controllo, riceveva un placebo, cioè una preparazione apparentemente identica a quella che si voleva testare ma che non conteneva alcun principio attivo. Né i pazienti né gli odontoiatri che hanno effettuato il trattamento erano a conoscenza dei siti estrattivi sottoposti a terapia locale cortisonica. Per limi- 5 CRITERI DI INCLUSIONE NELLO STUDIO Assenza di patologie sistemiche rilevanti Assenza di sintomi clinici riferibili a disodontiasi degli ottavi Q Assenza di trattamento cortisonico (locale e/o sistemico), FANS e antibiotici nei 60 giorni precedenti l’intervento Q DMFT complessivo inferiore a 4 Q Non fumatori Q Tolleranza alle penicilline e ai FANS Q Indice di placca = 0 Q Assenza di tasche parodontali e sanguinamento al sondaggio (BOP) = 0 Q Q Il desametasone sodio fosfato in soluzione è un corticosteroide di sintesi dotato di intensa attività antinfiammatoria e antireattiva con scarsa tendenza a provocare gli effetti collaterali dei corticosteroidi. Tabella 1 Anno I - n°3 -settembre 2007 25 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE PUNTO CHIAVE Sono stati verificati i possibili effetti del farmaco sull’immediato decorso postoperatorio di pazienti sottoposti a germectomia degli ottavi inferiori 26 Anno I - n°3 -settembre 2007 tare la variabile relativa alla risposta individuale, ogni paziente ha ricevuto sempre un trattamento e un placebo. I criteri di valutazione sono stati standardizzati attraverso un questionario fornito ai pazienti e attraverso canoni oggettivi riportati da un quarto odontoiatra con esperienza analoga, estraneo al trattamento e inconsapevole dei siti trattati. Rispettando i criteri adottati nel gruppo C dello studio di Graziani et al. (19), ai pazienti sono stati iniettati, nella zona sottomucosa perioperatoria post-sutura, 2,5 fiale di desametasone sodio fosfato (SOLDESAM ® 3 fiale 1 ml/4 mg, Laboratorio Farmacologico Milanese Srl) con siringa da insulina e ago 27 G, per un totale di 10 mg. Si è posta attenzione nell’evitare di effettuare l’infiltrazione nella cripta operatoria per non spiazzare il coagulo in formazione con la pressione idrostatica. I punti di iniezione sono stati standardizzati in: Q sottomucosa teca ossea vestibolare; Q sottomucosa teca ossea linguale; Q trigono retromolare. Il placebo era rappresentato da soluzione fisiologica sterile (sodio cloruro 0,9%). Protocollo operatorio e post-chirurgico. È stata eseguita un’igiene professionale due giorni prima dell’intervento. È stato adottato un protocollo di sciacquo preoperatorio con clorexidina 0,20% per un minuto. Si è fornito al paziente un protocollo comportamentale scritto domiciliare che prevedeva: crioterapia esterna a intervalli di 30 minuti per 12 ore in giornata 0 (giorno dell’intervento); sciacqui giornalieri di 1 minuto con clorexidina 0,12%, dopo spazzolamento morbido della zona dalla prima alla sesta giornata; astensione da qualsiasi attività fisica. È stata prescritta una terapia antibiotica sistemica post-chirurgica a base di amoxicillina + acido clavulanico per os con posologia di 1 g ogni 12 ore per sei giorni e una terapia FANS a base di nimesulide per os con posologia di 100 mg ogni 12 ore obbligatoria in giornata 0 e discrezionale nei giorni successivi. Vigeva inoltre il divieto di assunzione di altri farmaci (per esempio antiedemigeni). Variabili prese in considerazione. Lo scopo dello studio è stato quello di mettere in relazione l’iniezione del farmaco in zona peri-operatoria e i possibili effetti sull’immediato decorso post-operatorio. Le variabili prese in considerazione sono le seguenti: Q dolore (pain) (assente/moderato-severo) Q tumefazione (swelling) (discreta-severa) Q limitazione funzionale (trismus) (mediasevera) Q condizioni cliniche intra-orali (clinic) (scarse-medie) Per la corretta valutazione della variabile dolore (pain), considerata l’estrema soggettività della percezione dolorifica, si è deciso di adottare la seguente linea di condotta: Q prescrivere farmaci antidolorifici efficaci da far assumere obbligatoriamente nel giorno dell’intervento; Q in prima giornata post-trattamento, rendere discrezionale l’assunzione a seconda della comparsa o meno del dolore, cercando di descrivere e circostanziare la percezione in due gradi; Q prima dell’incontro con l’odontoiatra valutatore per il follow-up in seconda giornata (48h dopo l’intervento), i pazienti hanno compilato il questionario che includeva i seguenti parametri: assente (non c’è dolore)/moderato (l’assunzione dell’analgesico può anche essere posticipata)-severo (c’è la necessità di assumere l’analgesico urgentemente). Per la valutazione della variabile tumefazione (swelling) è stata usata la metodica descritta nel 1983 da Amin e Laskin (20) e adottata più tardi anche negli studi com- TERAPIA Foto 6 Distanza T-AM. piuti da Schultze-Mosgau et al. (22) e da Üstün et al. (13). La metodica consiste nella misurazione in mm, attraverso un filo da sutura 00 teso tra due mosquito, della distanza tra due punti di repere facilmente identificabili nel lato del volto sottoposto all’intervento. Avendo scartato in partenza la misurazione della distanza angolo esterno palpebrale-gonion, abbiamo effettuato le nostre rilevazioni attraverso le distanze margine inferiore del trago/angolo esterno della commissura labiale (T-AM “angle of mouth”) e margine inferiore del trago/pogonion (T-P) (Foto 6 e 7). Le distanze sono state rilevate prima dell’intervento, e in seconda giornata post-intervento (48 ore dopo). Il valutatore, in base alle misurazioni effettuate, ha distinto la tumefazione in due livelli: Q discreta: l’incremento delle distanze TAM e T-P si mantiene all’interno del 3%; Q severa: l’incremento delle distanze T-AM e T-P supera il 3%. Per la valutazione della variabile limitazione funzionale (trismus) è stata confronta- Foto 7 Distanza T-P. PUNTO CHIAVE Sono state considerate come variabili il dolore, la tumefazione e il trismus. Foto 8 Distanza OM. ta la massima apertura buccale (distanza OM “open mouth”), intesa come distanza inter-incisale misurata con calibro, non forzata pre-intervento e in seconda giornata (48 ore dopo l’intervento) (Foto 8), adottando questo criterio di valutazione: Anno I - n°3 -settembre 2007 27 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE Q media: limitazione funzionale tra 0 e 50%; Q severa: limitazione funzionale maggiore del 50%. Per la valutazione delle condizioni cliniche orali (clinic), il criterio di giudizio espresso in sesta giornata post-intervento dall’ odontoiatra valutatore prevedeva due condizioni: Q scarse: trigono retromolare edematoso, mobile e dolente al tatto; mucosa friabile e dal colore rosso intenso, copioso sanguinamento all’atto della rimozione sutura; presenza di evidenti deiscenze con chiusura per seconda intenzione; Q medie (nella norma): trigono retromolare asciutto, mucosa rossastra ma aderente ai piani sottostanti, normale sanguinamento all’atto della rimozione sutura, chiusura per prima intenzione nell’ 80% del campo. PUNTO CHIAVE Tra placebo e trattamento ci sono differenze significative per tumefazione e limitazione funzionale. gruppo di controllo risulta significativa per P < 0,05 per la variabile tumefazione (con test di significatività chi-quadrato pari a 6,22) (Tabella 3) e per la variabile limitazione funzionale (con test di significatività chi-quadrato pari a 6,11) (Tabella 4). Non ci sono differenze statisticamente significative per le variabili dolore e condizioni cliniche. Questi risultati sono sostanzialmente in linea con quelli ottenuti da Pedersen (17) e Graziani et al.(19), autori che hanno impiegato modalità di somministrazione e dosaggi simili a quelli impiegati in questo studio. Per quanto riguarda le variabili nelle quali sono risultate differenze statisticamente significative, è necessario sottolineare che l’infiltrazione peri-operatoria del farmaco ha contenuto la tumefazione in un range che noi abbiamo definito discreta nel 76% dei siti trattati. Nei siti placebo la tumefazione si è mantenuta discreta solo nel 38% dei casi ed è arrivata ad essere severa nel 62% dei casi (Grafico 1). La limitazione funzionale in apertura si è mantenuta entro i limiti del 50% nel 72% Risultati I risultati dello studio sono riassunti in tabella 2. La differenza fra il gruppo sperimentale e il DATI CONCLUSIVI Pain A/M 8 Pain S 13 Totali 21 Swell D 16 Swell S 5 Totali 21 Placebo 9 12 21 8 13 21 7 Totali 17 25 42 24 18 42 22 Desametasone Trismus M Trismus S 15 6 Totali 21 Clinic S 5 Clinic M 16 Totali 21 14 21 4 17 21 20 42 9 33 42 Tabella 2 TEST DI SIGNIFICATIVITÀ PER LA VARIABILE TUMEFAZIONE Desametasone Placebo Totali Test Chi-quadrato Corretto Yates Swell D 16 8 24 valore 6,22 4,76 Tabella 3 28 Anno I - n°3 -settembre 2007 Swell S 5 13 18 p 0,0126 0,0291 Totali 21 21 42 SIGNIF. P<0.05 AFFERMATIVO AFFERMATIVO TEST DI SIGNIFICATIVITÀ PER LA VARIABILE LIMITAZIONE FUNZIONALE Desametasone Placebo Totali Test Chi-quadrato Corretto Yates Tabella 4 Trismus M 15 7 22 valore 6,11 4,68 Trismus S 6 14 20 p 0,0134 0,0306 Totali 21 21 42 SIGNIF. P<0.05 AFFERMATIVO AFFERMATIVO TERAPIA DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA RELATIVA ALLA VARIABILE TUMEFAZIONE Desametasone Placebo Swell S (severo) Swell D (discreto) Grafico 1 DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA RELATIVA ALLA VARIABILE LIMITAZIONE FUNZIONALE Desametasone Placebo Trismus S (severo) Trismus M (medio) Grafico 2 dei siti trattati con il farmaco, mentre ha superato la soglia del 50% nel 67% dei siti trattati con placebo (Grafico 2). Conclusioni L’uso dei corticosteroidi in chirurgia orale può rappresentare un valido ausilio per il controllo delle manifestazioni infiammatorie acute conseguenza dell’atto chirurgico o per diminuire la reattività delle guaine nervose a seguito di manovre chirurgiche in zone limitrofe. Nella letteratura internazionale i trial clinici randomizzati a supporto dell’utilizzo degli stessi nella chirurgia degli ottavi prevedono diversi principi attivi e metodi di sommini- strazione. Molti autori hanno pubblicato studi sperimentali con impiego di metilprednisolone per via sistemica (7-13). Altri autori hanno compiuto studi sull’infiltrazione intraorale di desametasone (16-19). La nostra esperienza, seppure con un campione di modeste dimensioni, ha avvalorato l’efficacia di desametasone che, infiltrato nel sito post-estrattivo, è in grado di ridurre alcune manifestazioni dell’infiammazione riparativa post-chirurgica. Pressoché in linea con gli studi dagli autori sopra menzionati, i risultati da noi rilevati ne hanno messo in evidenza la scarsa capacità analgesica e bioattiva sul trofismo tissutale, ma un’elevata capacità di limitare l’edema e il trisma post-operatorio. Risultati da mettere in relazione alle conosciute caratteristiche farmaco- PUNTO CHIAVE L’infiltrazione di desametasone nel sito postestrattivo dopo germectomia degli ottavi inferiori, può essere d’ausilio per limitare l’edema e il trisma postoperatorio. Anno I - n°3 -settembre 2007 29 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE logiche di deplezione della permeabilità vasale e del rilascio istaminico da parte dei granulociti basofili. Bibliografia 1 Gersema L, Baker K. Use of corticosteroids in Oral Surgery. J Oral Maxillofac Surg 1992;50:270-7. 2 Sands T, Pynn BR, Nenniger S. Third molar surgery: current concepts and controversies. Part 2. Oral Health 1993;83:19,21-2,27-30. 3 Ferreira SH. Peripheral analgesic sites of action of anti-inflammatory drugs. Int J Clin Pract Suppl 2002;128:2-10. 4 NØrholt SE. Treatment of acute pain following removal of mandibular third molars. Use of the dental pain model in pharmacological research and development of a comparable animal model. 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