Tonnies File

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Sociologia della Famiglia
Ferdinand Tönnies – Comunità e Società
Valentina Cipriani
Lorenzo D’ Angelo
Sonia Fontemaggi
Matteo Gaglione
Amalia Massaro
Saverio Pepe
Pier Paolo Sancamillo
Noemi Spila
Prof.ssa Censi Antonietta
Ferdinand Tönnies
Ferdinand Tonnies nacque Oldenswort, in Germania, nel 1855. Insegnò diversi anni all’università di Kiel e,
nel 1909, fondò assieme ad altri colleghi la Società tedesca di sociologia, finalizzata alla ricerca ed alla
divulgazione scientifica e sociologica. Morì a Kiel nel 1936.
Nel 1887, pubblica l’opera “Comunità e società”, dove vengono contrapposte due parti dell’umanità: la
comunità (Gemeinschaft) e la società (Gesellschaft).
COMUNITA' = rapporto reciproco, sentito dai
partecipanti
SOCIETA'
antica
recente
Rapporto fondato su una convivenza durevole
convivenza passeggera
convivenza genuina
(confidenziale, intima, esclusiva)
convivenza apparente
(pubblica)
3 forme primitive di comunità: rapporto madrebambino, rapporto uomo-donna (più istintivi) e il
rapporto tra fratelli (più umano)
Rapporto di scambio, nello scambio non si è disposti mai
a dare di più rispetto a quel che si riceve (questo
rapporto mette in relazione gli individui non nella loro
totalità, ma in base alle loro prestazioni)
Associazione organica, voluta dai partecipanti
Associazione meccanica e artificiale
Comunità di lingua, di costume, di fede
Società di profitto, di viaggi, di scienze
La società implica delimitazione dei campi di attività e
prestazioni reciproche di pari entità (concetti di scambio
e valore).
La comunità è caratterizzata dal diritto familiare
La società dal diritto delle obbligazioni
Il potere nella comunità è finalizzato all'educazione
ed all'insegnamento.
Il potere nella società è a vantaggio di chi lo detiene
Forme embrionali
La teoria della comunità afferma che le volontà umane sono strette tra loro dalla discendenza e dal sesso.
Questo legame si presenta in modo più energico in tre specie di rapporti:
1) il rapporto materno : fondato sul puro istinto o diletto.
2) il rapporto tra coniugi: sorretto principalmente dall’assuefazione reciproca.
3) il rapporto tra coloro che si riconoscono come fratelli e sorelle: la più umana relazione tra esseri umani.
“Ciò è reso anche evidente dal fatto che qui dove l’istinto è più debole, la memoria sembra cooperare nella
misura più forte alla genesi. Un’altra relazione più lontana ma che si riallaccia a queste forme più primitive è
il rapporto tra padre e figli. La paternità fonda nella forma più pura l’idea del potere nel senso comunitario,
cioè educazione e insegnamento come completamento della procreazione.”
Triplice dignità
“La dignità è una forza superiore che viene esercitata per il bene dell’inferiore o secondo la sua volontà”. Si
possono distinguere tre tipi: la dignità dell’età, la dignità della forza e la dignità della saggezza. Tutte e tre si
trovano unite nella dignità del padre che, in base a come esercita questa forza superiore, può creare nei più
deboli il timore o viceversa, può portare dei benefici .
1. La dignità dell’età trova il suo compimento nella giustizia;
2. La dignità della forza deve identificarsi nella lotta, perciò essa trova la sua perfezione nella dignità ducale,
alla quale spetta il compito di raccogliere e di ordinare le forze da combattimento;
3.La dignità della saggezza trova la sua perfezione nella dignità sacerdotale.
“ Ogni dignità può essere considerata come un servizio e ogni servizio come dignità, purché si tenga conto
della loro particolarità. La sfera di volontà è una massa di forze, potenze e diritti , cioè un insieme di volere e
potere. “
Volontà comunitaria - la comprensione, il diritto naturale, la lingua
“La comprensione è un modo di sentire comune, reciproco e associativo , che costituisce la volontà propria
di una comunità.” Essa rappresenta la forza che tiene insieme gli uomini come membri di un tutto. Ad
esempio, tra genitore e figlio la comprensione è presente soltanto nel momento in cui il figlio è dotato di una
propria volontà e della lingua. In questo caso però bisogna ricordare che anche se vi è comprensione è
sempre il primo a dare e il secondo a ricevere, e questo costituisce il diritto naturale. La lingua è il vero
organo della comprensione , essa è il mezzo o strumento per farsi capire, per esprimere piacere, timore, paure
ecc…
“La comprensione è l’espressione più semplice dell’essenza di ogni convivenza, coabitazione e
cooperazione, cioè di ogni vita domestica.” I gruppi come clan, popolo, si modificano in base al suolo e si
possono distinguere in :
1. il paese.
2.la provincia.
3. Il villaggio.
4. la città …. Fino ad arrivare alla casa.
La vita domestica in 3 strati
Secondo la teoria della comunità la casa è formata da tre strati o sfere:
- La sfera più interna costituita da padrone e donna (in alcuni casi coesistono con pari dignità)
- Al centro sono presenti i discendenti
- La sfera più esterna formata da addetti al servizio cioè servi e serve che possono partecipare alla vita
comunitaria solo se manifestano la volontà di restare.
L’integrazione di città e campagna:
Considerando la casa reale si possono distinguere diverse forme :
1.la casa isolata, non appartiene ad un sistema di case ma è per lo più considerata come la tenda mobile del
nomade. La casa isolata persiste anche nell’epoca dell’agricoltura come insediamento autonomo.
2. la casa contadina del villaggio è la sede che si adatta alla normale cultura del suolo, dotata di un’economia
domestica che basta a se stessa per tutto il fabbisogno essenziale o si integra con l’assistenza dei vicini e di
aiutanti comunitari (come il fabbro del villaggio e gli altri artigiani).
3. la casa urbana invece , viene pensata come la casa dell’artigiano che dipende dallo scambio per soddisfare
i suoi bisogni necessari. Ciò che essa produce (ad esempio scarpe) per la maggior parte non serve ad essa e
per questo i cittadini per procurarsi dei viveri devono entrare in contatto con le fattorie circostanti.
TEORIA DELLA SOCIETA’
La teoria della società parte da una costruzione artificiale: un aggregato di esseri umani che tuttavia non
rappresenta la comunità, vive pacificamente a contatto gli uni con gli altri. Ma nella comunità essi restano
essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società separati nonostante i fattori che li
uniscono. In quest'ambito, gli individui vivono per conto loro, separati, in un rapporto di tensione con il
prossimo e ogni tentativo di entrare nella loro sfera privata è percepito come un atto ostile e d’intrusione.
Nessuno è disposto a fare qualcosa per l'altro se non in cambio di qualcosa che sia di pari valore da entrambe
le parti. Lo scambio è il contenuto della volontà sociale e al suo interno i beni o i valori scambiati sono
eguali.
“Per le società umane le cose sono tutte eguali e ognuna o ogni quantità significa soltanto una certa quantità
di lavoro per essa necessario. La società è pensata come un insieme d'individui separati che agiscono nel
complesso per la società generale mentre sembrano agire per sé, e che agiscono per sé mentre sembrano
agire per la società. Con lo scambio ognuno si libera in seguito del valore per lui non utilizzabile, per
appropriarsi di un valore eguale utilizzabile.”
Quando il valore di una merce viene riconosciuto da tutta la società, esso ha un potere su qualsiasi altra
merce, ciò può essere rappresentato dal concetto di «denaro».
Un'altra espressione di volontà sociale presente in ogni scambio è il contratto. Esso dura per tutto il tempo
dello scambio e si riferisce sempre ad azioni possibili, invece, quando diventa privo di contenuti o riguarda
azioni impossibili si ha la rottura del contratto. Quando riguarda momenti di tempo futuri lo scambio viene
concepito come una promessa: il debitore possiede sull'oggetto una libertà assoluta che gli permette di
disporre della cosa propria fino a tempo indeterminato. Il creditore, di conseguenza, può costringere il
debitore alla consegna dell'oggetto nel momento in cui il termine è scaduto. In questo intervallo di tempo la
proprietà dell'oggetto è comune.
“La società è concepita come un'entità in divenire perché viene intesa come soggetto della volontà generale e
nello stesso tempo un' entità fittizia in quanto gli individui non riescono ad avere un interesse realmente
comune. Essa è intesa come totalità al disopra della quale deve estendersi un sistema convenzionale di
regole. Nel suo ambito ogni persona tende al proprio vantaggio e afferma gli altri soggetti solamente per una
riuscita personale, perciò, essendo questi rapporti interpretati come ostili, devono essere regolati attraverso il
contratto.”
Nella volontà arbitraria il soggetto è colui che da e riceve, in modo da raggiungere uno scopo senza fatica o
dispiacere. Se il soggetto prova dispiacere , il soggetto non si trova più a reagire per volontà, ma sotto
costrizione , per cui la sua azione non è realizzata della sua volontà arbitraria.
La società viene rappresentata con una netta contrapposizione: i commercianti o capitalisti, possessori di
denaro, vengono paragonati ai Padroni della Società, perché attraverso i loro investimenti riescono a fornire
ad altri lavoratori le condizioni salariali necessarie in cambio della forza lavoro. I soggetti restanti sono visti
come sottomessi, in un rapporto di schiavitù e sono incapaci di esprimere il loro arbitrio. Se così fosse, il
concetto di società verrebbe a decadere. Infatti, la schiavitù viene definita assurda poiché tutti gli uomini
sono eguali e hanno uguali diritti.
LE FORME DELLA VOLONTA’ UMANA
Il concetto di volontà umana deve essere inteso in due casi:
1. La volontà essenziale riguarda il corpo umano.
2. La volontà arbitraria è una formazione del pensiero stesso.
Questi due concetti servono per capire se il comportamento di un soggetto è probabile o necessario. La
volontà essenziale è fondata sul passato, invece la volontà arbitraria può essere spiegata solo in base al
futuro.
VOLONTA’ ESSENZIALE
Essa è innata ed ereditata, infatti dipende da ogni fase dello sviluppo umano.
VOLONTA’ MENTALE
Le attività della volontà mentale sono condizionate da pensieri o sensazioni verbali.
LA VOLONTA’ ARIBITRARIA
Il concetto di volontà arbitraria deve essere anzitutto distinto in tre forme:
1) deliberazione: si riferisce ad un atteggiamento o ad un oggetto
2) discrezione: regola le azioni singole
3) la discrezione e la decisione sono in rapporto con le azioni. Il concetto in rapporto al pensiero, consente al
soggetto di dirigere il discorso.
FORME COMPLESSE
Le forme complesse della volontà arbitraria sono concepiti come sistemi di pensieri, intenzioni, scopi e
mezzi che ogni uomo utilizza per affrontare la realtà. Un sistema del genere può venir chiamato in generale
aspirazione. Essa domina la volontà arbitraria.
IL PIACERE – SVILUPPO E CRESCITA – ORGANI DEI SENSI
Il desiderio è per l’essere umano il suo piacere. Tutte le idee e le sensazioni singole derivano dalla stessa
volontà:
1) la volontà di vivere, cioè di affermare le attività o le sensazioni che favoriscono la vita e di negare quelle
che la ostacolano;
2) la volontà del nutrimento;
3) la volontà della procreazione. Questi bisogni e questi desideri formano i sentimenti umani.
Il raggiungimento di tali desideri caratterizza gli individui. Ma gli intermediari tra l’esterno e l’interno sono i
sensi.
L’ABITUDINE. – ESPERIENZA E SVILUPPO:
L’abitudine costituisce un’altra forma della volontà essenziale, che deriva dall’esperienza. L’uomo quindi è
schiavo delle sue abitudini . Nella natura umana si possono distinguere abitudini di vita, di lavoro e di
rappresentazione.
LA MEMORIA:
Si può chiamare memoria la terza forma della volontà essenziale umana. La memoria viene concepita come
principio della vita mentale e quindi come caratteristica specifica della volontà essenziale umana.
Un altro fattore importantissimo è il concetto di apprendimento. L’apprendimento è in parte esperienza
propria ed in parte imitazione.
LA FORZA LAVORO
La forza lavoro è considerata a tutti gli effetti una merce, in quanto il suo consumo viene associato ai mezzi
di produzione e si trasforma in oggetto d'uso. A differenza delle altre merci, essa deve essere
necessariamente consumata per produrre altro.
La struttura essenziale della società è divisa in tre fasi riguardanti la classe dei capitalisti:
– l'acquisto di forze lavoro, nella quale prende parte anche la classe dei lavoratori;
– l'applicazione di forza lavoro, in cui il lavoratore partecipa come oggetto;
– la vendita di forze, nella quale agisce solo la classe capitalistica e la classe dei lavoratori è presente solo
sotto forma del valore che ne viene estratto.
Il lavoro della classe lavoratrice si basa sul contratto. Quindi la classe lavoratrice è semi-libera, mentre la
classe capitalistica è completamente libera e capace di atti arbitrari. La partecipazione e l'interesse riguardo
determinati atti, permettono all'uomo di occupare una posizione sociale. Questa concezione dualistica della
società deriva dal commercio che garantisce il suo scopo: il profitto.
IL SIGNIFICATO EMPIRICO
L’ANTITESI DEI SESSI
“Si può affermare che esiste un’antitesi psicologica tra uomo e donna: le donne, infatti, si lasciano guidare
dal loro sentimento, mentre gli uomini dal loro intelletto. Uomini sono più intelligenti: hanno la capacità di
calcolo, della logica e si mostrano più riflessivi. Alle donne manca la capacità della volontà arbitraria. Un
maschio, quindi, rispetto alla donna, acquista capacità percettive e un’attenzione vigilante utile alla
sopravvivenza dello stesso. Per mezzo di questa attenzione vigilante, si sviluppa la memoria e l’intelletto, un
organo che tende ad essere presente anche tra le donne. Per mezzo di questa attenzione vigilante, si sviluppa
la memoria e l’intelletto, un organo che tende ad essere presente anche tra le donne. Un intelletto sviluppato,
permette all’individuo di captare stimoli, dati e simboli verbali esterni, i quali verranno rielaborati fino a
costruire un pensiero vero e proprio, che chiameremo astratto, e da questo pensiero, poi, si costruirà la
volontà arbitraria. Ci sarà volontarietà arbitraria, quando l’individuo, compirà azioni volute ed il pensiero
verrà elaborato in maniera coerente.”
Se volessimo schematizzare l’antitesi dei sessi possiamo dire:
TEMPERAMENTO: nella donna è dato dal modo di sentire; nell’uomo dall’ambizione;
CARATTERE: nella donna si sviluppa attraverso l’animo, nell’uomo attraverso il calcolo;
MENTALITA’: nella donna si implementa attraverso la coscienza, nell’uomo attraverso la consapevolezza.
RAPPORTI CON LA COMUNITA’ E CON LA SOCIETA’
La sfera della vita e del lavoro comunitario è appropriata alle donne. Per esse, la sede naturale delle attività è
la casa. Nel villaggio, la vita domestica è forte, indipendente, robusta; ma nelle grandi città diventa sterile,
ristretta ed impotente. Tutte le attività della donna vengono create all’interno piuttosto che all’esterno. Per
quanto riguarda l’arte, risulta che l’arte della parola sia più femminile di quella figurativa.
CULTURA E COMMERCIO
Tra le persone colte che si sono staccate dal popolo e organizzano autonomamente la propria vita, la
famiglia diventa soltanto una forma per soddisfare le esigenza naturali. La vita popolare si svolge nella casa,
nel villaggio, nella città; la persona colta appartiene alla grande città. Persona colta è, quindi, il
commerciante. Quando il popolo, attraverso il suo lavoro implementa il proprio commercio, esso stesso
diviene suddito del capitalismo e quindi viene reso colto e si trasforma in proletariato.
Il tutto e le parti
“L’io, o soggetto della volontà essenziale umana, è unità. Tutti gli individui organici sono conglomerati di
organismi elementari di cellule, che rappresentano essi stessi la forma e l’unità del tutto al quale
appartengono. Ogni tutto è per se stesso uno scopo: questo non è che un’altra espressione per designare la
sua unità, e quindi la sua esistenza come esistenza durevole.“
La persona
La persona, o soggetto della volontà arbitraria, è, in quanto formazione di volontà arbitraria, è unità
meccanica. Molti individui possono, al pari di uno solo, pensare insieme e formulare insieme la loro volontà
arbitraria. Essi possono deliberare e decidere. Un raggruppamento di individui capace di decidere come unità
si chiama assemblea. Essa può anche avere, come l’individuo, un’esistenza durevole, in quanto rimane
idealmente sempre riunita. Ogni singolo uomo è il rappresentante naturale della propria persona.
Un’assemblea, in quanto rappresenta se stessa, è una persona artificiale. Essa può agire come soggetto
unitario di una volontà arbitraria.
La famiglia e l’obbligazione
Si può dire che la comunità è il soggetto di varie volontà essenziali riunite, mentre la società è il soggetto di
varie volontà arbitrarie riunite. Ma per poter essere pensata come unità a sé stante, la comunità deve aver
superato una fase di sviluppo nella quale essa non può essere distinta dalla pluralità delle volontà che la
costituiscono. Per sfera di volontà essenziale umana si deve intendere il complesso delle forze appartenenti a
un uomo o a un insieme di uomini. Per sfera di volontà arbitraria umana si deve intendere tutto ciò che uno è
ed ha.
IL SALARIO E LO SCAMBIO:
il salario è un beneficio concesso spontaneamente, cioè in base ai servizi prestati. Esso viene dato a
discrezione e spetta di diritto al merito. Quindi va inteso come una conseguenza che viene dopo il godimento
di un bene. Ogni rapporto di servizio può diventare un puro rapporto contrattuale.
La vita ed il diritto
Ora le due forme più importanti di esistenza sociale sono indicate con l’ASSOCIAZIONE e con
L’ALLEANZA
Associazione (unità chiusa)
Alleanza (rapporto sciolto)
Per la comunità è precedente alla
pluralità
Per la comunità è posteriore alla pluralità (acerba)
Per la società è posteriore (come
alleanza molteplice)
Per la società è precedente (come caso semplice)
La comunità va dall’associazione
all’alleanza →
All’associazione ←
La società va dall’alleanza
Per la moltitudine di volontà è
l’associazione la forma più adeguata
Per i singoli è adeguata maggiormente l’alleanza
LE FORME DELLA VOLONTA’ ASSOCIATA - LA COLLETTIVITA’ E LO STATO
LA COLLETTIVITA’
In una collettività è possibile ritrovare diritti e doveri uguali o diseguali. I concetti di uffici e ceti sono
rappresentati da una connessione tra subordinati e dominanti. Qualsiasi siano queste connessioni o ceti,
appartengono alla volontà generale; ciò si può definire collettività. Le collettività sono forme organizzate e si
distinguono in tre categorie:
1 collettività patriarcali, dove esiste il possesso comune, anche se non è ancora essenziale.
2collettività regionali, dove esiste il possesso comune ed è essenziale
3 collettività cittadine, dove esiste il possesso comune, ma non più essenziale.
IL CORPO SOCIALE
Il corpo sociale è rappresentato nella sua forma più pura nella comunità e nel modo più completo dalla
collettività. Esso è designato da una dignità regale. La comunità è formata da una gerarchia e dalla
diversificazione delle competenze dove ognuno ricopre il proprio ruolo, sostituendo l’unità primitiva. I
gruppi si raccolgono intorno al proprio capo-guida, principe o re.
La consociazione e l’unione
L’esistenza della collettività è la somma di volontà individuali. E’ una consociazione, la collettività come
associazione comunitaria, che è un prodotto naturale. Mentre, si dice unione, un’associazione sociale,
costruzione di pensieri e di volontà arbitrarie comuni. Lo Stato è l’unione sociale generale. La somma delle
volontà essenziali è tipica della consociazione. La collettività è la somma delle precedenti collettività. Per
esercitare una coercizione bisogna a vari mezzi diversi da quelli coercitivi; ed esempio il denaro e la
partecipazione, anche se negativa, di tutti.
Il carattere dello Stato
Lo Stato ha un duplice carattere:
1)è un’associazione generale, rappresentante di tutti e che si erge a difesa dei diritti della collettività. Vi è un
diritto naturale che suscita che suscita la reciproca fiducia tra Stato e cittadino. Può esistere un’autorità
giudiziaria che prescinde da questo diritto e deve essere riconosciuta come tale nel suo giudizio. Lo Stato
esercita e difende. Solo la società è al di sopra dello Stato e può opporsi al diritto che esso impone e al potere
legislativo.
2)lo Stato è la società stessa o la ragione sociale. Esiste quindi una volontà positiva dei soggetti,
un’amministrazione generale e una forma di socialismo apparente.
L’essere religioso
L’ultima forma di volontà comune e vincolante è quella mentale. Ciò viene legato al lato spirituale
dell’individuo, in ambiente ecclesiastico. Nel livello comunitario si parla di fede che nell’insieme diventa
religione. Al livello sociale è la dottrina che può trasformarsi in opinione pubblica. La religione si pone sopra
ogni altra istituzione. La religione diventa un rapporto di offerte agli dei e richiesta di aiuto a quest’ultimi.
Ogni individuo sin dalla nascita viene educato ai costumi che emana la religione. Si definisce collettività
cittadina, il luogo dove la religione è forte nei suoi valori. Attorno al giuramento ruota la fede.
Rapporto Istat sulla Coesione sociale
Anno 2013
ASPETTI MACROECONOMICI E SOCIALI IN ITALIA
PREMESSA
La crisi economica esplosa alla fine del 2007 ha prodotto in Italia una serie di problematiche.
L’Italia è tra i paesi più colpiti registrando nel 2012 un peggioramento dei principali indicatori
macroeconomici e sociali.
La ripresa del ciclo economico è stata sostenuta dall’efficace risposta del governo, che grazie ad azioni
mirate nel terzo trimestre 2013, è riuscito a:
1) bloccare la caduta del PIL;
2) ripresa delle ore lavorative nel settore industriale;
INPS e ISTAT riescono a dare una risposta efficace mettendo in risalto esigenze locali, politiche lavorative,
abitative ,sanitarie, educative, finalizzate al benessere individuale e collettivo. Grazie al rapporto sulla
coesione sociale , realizzato dal Ministero del Lavoro , dall’ISTAT e dall’ INPS, è stato proposto un sistema
organico di indicatori statistici volti a rappresentare le caratteristiche e le problematiche economiche e sociali
del nostro paese.
QUADRO SOCIO-DEMOGRAFICO
Al 31 dicembre 2012 la popolazione residente in Italia è pari a 59.685.227 persone, di cui 28.889.597
maschi e 30.795.630 femmine. La distribuzione territoriale è pressoché invariata : il Nord è caratterizzato dal
maggior numero di residenti , 27.382.585 ( il 45% della popolazione) , i residenti del mezzogiorno sono
20.611.144(34,5%) , quelli del centro 11.681.49 il 19%. Gli stranieri residenti in Italia al 31 dicembre 2012
sono 4.383.599 pari al 7,4 % della popolazione residente in Italia.
QUADRO SOCIO-DEMOGRAFICO
QUADRO ECONOMICO
Nel 2012 la variazione dei consumi finali in volume è risultata in ulteriore peggioramento. Decrescita anche
degli investimenti, crescono le esportazioni in volume continuando a fornire il principale stimolo alla crescita
del prodotto.
I dati del Pil pro-capite rispetto alla media dei paesi Ue, evidenziano uno squilibrio territoriale della
distribuzione di esso . L’andamento della crescita del Pil in ambito dell’Unione Europea è molto
differenziato tra i paesi che lo compongono e vede l’Italia con un 12,7% di quello dell’Ue-15 e l’11,8% di
quello dell’Ue-28.
MERCATO DEL LAVORO
In Italia il 42,4 % della popolazione rappresenta la forza lavoro. Essa si divide in:
- 22.899 mila occupati
-2774 mila disoccupati
-34,9 milioni individui inattivi
In Italia i lavoratori si dividono in :
- occupati nel settore privato/pubblico
- autonomi e parasubordinati
CAPITALE UMANO
Competenze e transizioni al lavoro:
Sono state condotte una serie di ricerche le quali prendevano in considerazione vari livelli di aspetti e di età
che osservavano un basso livello di valorizzazione del capitale umano: 1) soggetti tra i 15 e i 34 anni non
più in istruzione entrano a contatto con il mondo lavorativo attraverso canali di ingresso di tipo familiare; 2)
distribuzione territoriale delle persone laureate tra i 30 e i 34 anni: le quote più alte la troviamo al nord
(26,7%) ,mentre quelle più basse al sud (14,7%); 3) NEET ( Not in Education, Employment or Training), ci
dice
che ci sono circa 2 milioni di soggetti che non lavorano e non studiano.
l’analisi osserva come un livello basso di valorizzazione del capitale umano sia causato da una bassa
propensione educativa, soprattutto delle giovani generazioni.
SPESA ED INTERVENTI PER LA COESIONE SOCIALE
SPESA SOCIALE AGGREGATA:
-spesa delle amministrazioni pubbliche: nel periodo 2000-2011 l'incidenza della spesa a prezzi correnti sul
Pil è aumentata per il complesso delle Amministrazioni pubbliche, passando dal 45,8per cento al 50,7 per
cento. la spesa più alta è quella rivolta alla Protezione sociale (323 miliardi di euro circa), il 40,4 per cento
del totale della spesa , seguita da quella per i Servizi generali (140 miliardi) con il 17,5 per cento.
-politiche attive per il lavoro: Le politiche attive del lavoro sono misure finalizzate al miglioramento dei
livelli occupazionali in quanto mirano a promuovere l’accesso al mondo del lavoro e/o il mantenimento del
posto di lavoro e sono rivolte in particolare ai soggetti svantaggiati o a rischio di esclusione sociale.
Numero medio annuo(*) di beneficiari di politiche attive per tipologia
e genere. 1° semestre 2013
POLITICHE PREVIDENZIALI DI SOSTEGNO AL REDDITO
Disoccupazione: è un indennità erogato al lavoratore che perde il posto di lavoro e deve cercare una
ricollocazione nel mercato.
Mobilità: è un indennità erogata dallo stato come sostegno economico a particolari categorie di lavoratori
licenziati. Inoltre attiva i meccanismi necessari per favorire la rioccupazione.
Cassa integrazione guadagni: è un ammortizzatore sociale che garantisce un reddito ai lavoratori a fronte di
eventi aziendali che possono ridurre la retribuzione. Allo stesso tempo rappresenta un sostegno alle imprese
in difficoltà.
Assegni al nucleo familiare: è una prestazione istituita per aiutare le famiglie dei lavoratori dipendenti e dei
pensionati da lavoro con redditi al di sotto di standard prestabiliti dalla legge.
SERVIZI SOCIALI
Spese per servizi socio-assistenziali: offerta dai comuni, è finalizzata al sostegno delle famiglie in condizioni
di bisogno per la crescita dei figli, per l’ assistenza ai poveri, ai disabili e agli immigrati.
Importi mediani dei redditi pensionistici per tipologia e genere e
relativo rapporto. Anno 2012
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