Educare - Diocesi di Trieste

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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA CORALE “SANTA CECILIA”
In Gesù Cristo il nuovo umanesimo
centralità di Cristo per il nostro essere Chiesa, Corpo mistico di Cristo e popolo di Dio:
è doveroso offrire, attraverso le vie della CULTURA, una riflessione sulla necessità di un nuovo umanesimo
che porti alla considerazione dell’identità della persona umana
Educare
Gesù, maestro di umanità e di alta sapienza, ci educa, accompagnando l’uomo nel suo andare. Sulla strada
verso Emmaus, ai discepoli ardeva il cuore quando Egli parlava e spiegava la scrittura. Non Lo riconobbero
ma il desiderio di continuare a condividere con Lui la tristezza, la delusione, la notte della fede in cui
stavano per immergersi li spinse a pronunciare una preghiera commovente nella sua semplicità, con parole
che ricordano quelle dei bambini spaventati dal buio che viene: “Resta con noi, perché si fa sera ed il sole
ormai tramonta”.
Trasfigurare
Il Convegno intende riscoprire la peculiarità e la specificità della presenza attiva e viva della Chiesa italiana
nel mondo. È utile rileggere l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco al n° 262: «Evangelizzatori con Spirito
significa evangelizzatori che pregano e lavorano.”
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Che senso ha questa prospettiva per una Cappella corale?
Ci si chiede spesso, più o meno chiaramente: che cosa porta la musica alla vita cristiana?
Sembra un aspetto superfluo, ma, essendo presente fin dagli inizi ed anzi ancora prima, nei riti ebraici, nei
venti secoli di vita della Chiesa si è sempre dato voce alla preghiera comunitaria con l’espressione musicale.
A una tradizione antica e secolare, dalle caratteristiche uniformi si è passati nel secolo scorso, soprattutto
sulla scia dell’assunto del Concilio Vaticano II tendente a dare pari dignità di espressione alle culture di altri
continenti, ad assistere a una modalità variegata di celebrazioni liturgiche sotto il profilo musicale,
espressione di popoli lontani tra loro, tesi comunque all’unico fine dell’evangelizzazione.
Curare la qualità musicale oggi quindi è importante per ridefinire l’identità culturale di un popolo cristiano,
dando la possibilità sia all’espressione popolare che all’espressione colta, che nella nostra Diocesi non
difetta.
Si nota spesso, però, che la musica viene considerata “di qualità” soltanto se offerta ai fedeli e ad un
pubblico indifferenziato al di fuori della sacra liturgia, come “prodotto culturale” anziché come strumento
di invito alla preghiera del popolo di Dio.
Si studia musica obbligatoriamente in tutte le scuole, ma in chiesa si continua a proporre ai fedeli un
libretto con le sole parole dei canti: eppure non mancano gli strumenti, dallo storico “Piccolo Liber Cantus”
a edizioni contemporanee puntualmente usate nelle località italiane di tradizione tedesca.
La musica colta, eseguita per forza di cose soltanto da un gruppo, la Schola Cantorum, anzichè dalla totalità
dell’assemblea, ha una funzione spesso poco compresa nel suo intrinseco valore. La musica di tradizione
antica andrebbe coltivata come espressione della continuità millenaria del popolo di Dio che ha trasmesso
e trasmette la fede di generazione in generazione; la musica di compositori – che nella cultura occidentale
abbraccia un periodo di circa seicento anni – esprime le particolare sensibilità delle singole generazioni, che
hanno vissuto con accenti diversi l’unico mistero salvifico; da sottolineare infine che mentre il popolo tace
ascoltando la “musica colta” è invitato a meditare più a lungo su quelle parole che pronunciate parlando
volano via veloci. Spesso i compositori suffragano con linguaggio simbolico le verità teologiche espresse in
trattati filosofici che nessuno legge, ma che attraverso il mezzo musicale vengono veicolate facilmente. Si
pensi in particolare ai compositori sacerdoti, che hanno offerto questo linguaggio alto di “teologia
facilitata" per così dire.
L’abbassamento del livello culturale è ampiamente avallato dal comportamento di gran parte del clero, che
rinuncia alla sua missione edificatrice della dignità della preghiera, che deve andare di pari passo con la
dignità della persona umana e della persona umana elevata alla dignità cristiana.
In conclusione,
la Chiesa deve porre molta attenzione a tutta le persona umana, utilizzando tutti i canali di conoscenza e di
attivazione della coscienza per progredire in modo omogeneo con l’umanità che si evolve e progredisce.
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