Peter Berger - Grace Davie - Effie Fokas America religiosa, Europa laica? P. BERGER - G. DAVIE - E. FOKAS, America religiosa, Europa laica? Perché il secolarismo europeo è uneccezione, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 215, 18,50 Il volume, opera di tre noti studiosi del fenomeno religioso, discute e approfondisce un tema frequentato nella letteratura sociologica anglosassone a cui nostri Autori attingono. Il testo è il risultato di un progetto di ricerca sul secolarismo dellEuropa, svolto sotto gli auspici dellInstitute on Culture, Religion and World Affairs della Boston University, che aveva lo scopo di comprendere meglio la natura eccezionale della vita religiosa europea rispetto alle tendenze riscontrate in altre parti del mondo. Il lavoro è un ampliamento e un approfondimento delle idee presentate da una delle autrici, G. Davie, in Europe: The Exceptionale Case. Parameters of Faith in the Modern World (2002), sviluppate nel volume in una prospettiva tematica piuttosto che geografica. Più precisamente si delinea un confronto tra Europa e Stati Uniti per rispondere alla domanda perché due gruppi di società, economicamente avanzate, possano essere così differenti, o meglio relativamente differenti, per ciò che riguarda la dimensione religiosa. Il lavoro è un resoconto della relativa religiosità dellAmerica e della relativa laicità dellEuropa, costituito da un tema e da alcune variazioni, ciascuna delle quali sviluppa una particolare linea argomenRECENSIONI tativa. Si analizzano le storie contrastanti delle traiettorie religiose di Europa e America, le tradizioni intellettuali differenti in riferimento alle diverse visioni dellIlluminismo che ne sarebbero la causa, i veicoli istituzionali che oltre le chiese influenzano e perpetuano i modelli di religiosità in Europa e negli Stati Uniti, i modi in cui la religione entra in relazione con gli indici fondamentali della differenza sociale: classe, etnia, genere ed età. In un approccio comune ai tre Autori non mancano motivi di disaccordo che riguardano in particolare il ruolo dellistruzione nella secolarizzazione delle società occidentali e il futuro della religione in questarea. Le argomentazioni sviluppate dagli autori (sulla base di somiglianze e differenze che non ignorano la complessità dei due casi) riguardano la nozione di euro laicità che inverte la prospettiva classica e lidea di un legame organico tra modernizzazione e secolarizzazione che ha dominato il pensiero sociologico negli ultimi centocinquantanni. Questa convinzione dagli anni settanta è stata sempre più messa in discussione nel mondo accademico anglosassone ed europeo, per una serie di fattori: la peculiarità degli Stati Uniti, la crescita del Cristianesimo nellemisfero meridionale, la diffusione del pentecostalismo nel mondo in via di sviluppo, laffermazione dellIslam su scala globale, ecc. Tali fattori hanno indotto gli studiosi di molte discipline a ripensare il paradigma della secolarizzazione ispirato al caso europeo. Secondo P. Berger «la teoria fallisce in maniera spettacolare quando si tratta di spiegare la differenza tra gli Stati Uniti e lEuropa. È, infatti, difficile sostenere che il Belgio, per fare un esempio, è più moderno degli Stati Uniti. Si può senza dubbio affermare che la teoria della secolarizzazione rappresenta unestensione della situazione europea al resto del mondo. Una generalizzazione comprensibile, ma in fin dei conti infondata. Essa è stata favorita dal fatto che le teorie sono prodotte dagli intellettuali che, come tutti gli altri, tendono ad interpretare il mondo dal loro punto di vista» (19). Si solleva così un problema più generale, quello del rapporto tra elaborazione teorica e contesto socio-culturale 164 RdT 53 (2012) 157-175 che non può non interrogare anche i nostri Autori. Alla luce del materiale presentato nel libro, gli Autori propendono per lopzione secondo cui lEuropa è laica in quanto europea, e che la secolarizzazione non è intrinseca alla modernizzazione. Il secolarismo europeo, pertanto, è uneccezione rispetto a tendenze in altre parti del mondo. Una chiave interpretativa di tutta largomentazione, che non esaspera mai somiglianze e differenze tra lEuropa e lAmerica, si trova nel capitolo finale. Qui si ricorre allidea sviluppata da S. Eisenstadt con la nozione di modernità multiple, già assunta nei suoi ultimi lavori da G. Davie. Tale concetto «implica che quella occidentale non sia lunica concepibile e che la modernità si possa presentare con determinate differenze locali. Queste differenze possono riguardare anche la religione, poiché è proprio la religione che definisce laspirazione ad una modernità alternativa in molte parti del mondo: una modernità russa ispirata dal genio religioso dellOrtodossia, una modernità islamica, una modernità hindu, e anche una modernità integralmente cattolica (realizzata con successo dallOpus Dei). Mentre la vecchia teoria della secolarizzazione considerava tutte queste aspirazioni illusorie, gli scienziati sociali sono diventati più cauti» (193-194). In una visione globale del fenomeno religioso, gli scienziati sociali anglosassoni a nostro avviso dovrebbero essere più sensibili ai processi di laicizzazione delle società di appartenenza e di secolarizzazione della stessa vita religiosa (non solo in Occidente), quelli europei, invece, dovrebbero porre maggiore attenzione: alla diffusione dei movimenti religiosi (non solo in Europa), alla posizione sempre più prominente assunta dalla religione nel mondo moderno, allimportanza che essa riveste nella vita di centinaia di milioni di abitanti di questo pianeta. Il confronto comparativo dei due contesti (europeo e americano) con i pregi e i limiti dellanalisi di questi due grandi aggregati aiuterà gli studiosi nelle diverse sponde dellAtlantico a rivedere le rispettive impalcature teoriche in unepoca di globalizzazione anche delle religioni? Domenico Pizzuti S.I. RdT 53 (2012) 157-175 165 RECENSIONI