“Net Generation” e disuguaglianze digitali di Alessandra Cattani1 “Il sogno di una società dell’informazione uguale per tutti si sta infrangendo contro l’evidenza: Internet riproduce meccanismi di esclusione propri del passato e li ripropone nel presente con forza del tutto nuova. Il modello della rete pervade la società, dà forma alle relazioni umane, è alla base di ogni tipo di attività economica, politica, associativa o religiosa. Chi non ha i mezzi per accedervi è fuori da tutto, intrappolato al fondo della piramide sociale” (Sara Bentivegna)2 Il digital divide generazionale rappresenta ancora oggi uno dei gap più profondi e più difficili da colmare, come dimostra l’assenza di risultati significativi in termini di riduzione sia a livello internazionale, che nel nostro Paese. La scarsa familiarità con la tecnologia, ed in particolare con il mondo di Internet, continua infatti ad interessare gran parte della popolazione adulta/anziana, mentre i giovani appaiono una fascia privilegiata, presentando tassi d’accesso ad Internet nettamente superiori rispetto alla media della popolazione e mostrandosi come gli utenti più competenti, ossia come coloro che riescono a sfruttare maggiormente i vantaggi offerti dalla rete, facendone un uso vario ed articolato. Ma è appropriato parlare di “Net Generation” considerandola come una categoria omogenea, oppure al suo interno sono presenti delle fratture? Se vi sono dei fattori disuguaglianza, chi sono i giovani svantaggiati o esclusi dalla rete? Il primo obiettivo dello studio che ho condotto è stato proprio quello di analizzare la fascia costituita dai giovani compresi tra i 15 e i 29 anni d'età, valutando quali fossero i fattori che discriminano l'accesso ad Internet, il livello di competenze digitali e le modalità di utilizzo dello stesso, considerando sia il contesto nazionale che quello locale del Trentino Alto-Adige. Il secondo obiettivo che mi sono proposta è stato di indagare in profondità il reale rapporto che i ragazzi hanno con Internet, cercando di comprendere, non solo ciò che essi fanno con questo strumento, ma anche le loro opinioni (toccando ad esempio questioni di estrema attualità quali privacy e sicurezza online, legalità, ecc.) e le loro rappresentazioni (importanza, grado di attaccamento, cosa rappresenta per loro, ecc.). La scelta di prendere in esame i giovani è derivata dalla considerazione che essi, oltre ad 1 2 Alessandra Cattani si è laureata in Sociologia e Ricerca Sociale presso l'Università degli Studi di Trento con una tesi intitolata “Net Generation e disuguaglianze digitali. Accesso, competenze digitali ed utilizzo di Internet”. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'Università degli Studi di Verona. Contatti: [email protected] Bentivegna, S. (2009), Disuguaglianze digitali: le nuove forme di esclusione nella società dell'informazione, RomaBari, Laterza, quarta di copertina. essere i maggiori utilizzatori di Internet, sono i cittadini di oggi e di domani, sono coloro che entrano o entreranno nel mercato del lavoro e dovranno dimostrare di possedere le competenze adeguate per utilizzare le nuove tecnologie e che potranno sfruttare appieno le opportunità da queste offerte. I risultati più significativi a cui sono giunta possono essere sintetizzati in cinque punti: 1. In linea generale i giovani possono essere considerati effettivamente degli utenti privilegiati rispetto ad Internet, in quanto presentano valori superiori alla media della popolazione totale sia per percentuale di utilizzatori “effettivi”di Internet, sia per un buon livello di competenze digitali, che per un utilizzo vario ed articolato della rete. Tuttavia non è corretto concepire i giovani come una fascia omogenea in quanto anche tra essi si sono riscontrati dei fattori di disuguaglianza. 2. Le disuguaglianze più marcate emergono in riferimento alla dimensione dell’accesso, sia in termini di possesso di risorse fisiche (pc, connessione Internet) che in riferimento al reale utilizzo di Internet, mostrando come una parte dei giovani continui ancora oggi ad essere esclusa dalla rete. In primo luogo, il contesto nazionale appare caratterizzato da un profondo divario territoriale: i ragazzi residenti nelle regioni del Centro ed in particolare del Sud, appaiono nettamente svantaggiati, sia dal punto di vista della disponibilità di risorse fisiche, che dell’accesso effettivo ad Internet. In conformità con quanto appena affermato, i ragazzi residenti in Trentino Alto-Adige, hanno invece una disponibilità significativamente maggiore di mezzi e servizi per l’accesso ad Internet rispetto alla media dei coetanei italiani e tra essi vi è una percentuale superiore di utilizzatori effettivi di Internet. In secondo luogo, l'accesso ad Internet risulta fortemente influenzato dal background familiare: la disponibilità di risorse fisiche risulta variare fortemente sia in relazione alla classe occupazionale che al titolo di studio dei genitori, con un vantaggio per i figli di appartenenti a classi più elevate e con genitori con titolo di studio superiori, mentre la propensione all’utilizzo varia esclusivamente in base al secondo fattore. 3. I fattori maggiormente discriminanti, influenti su tutte e tre le dimensioni considerate, dimostrandosi come dei buoni predittori sia dell’accesso, che delle competenze che delle modalità di utilizzo sono: - il titolo di studio: vi è un andamento crescente sia in termini di propensione all’utilizzo, sia di livello di competenze che di varietà nell’uso di Internet, all’aumentare del titolo di studio dei soggetti, raggiungendo il massimo in riferimento ai laureati. Anche tra i giovani, dunque, risulta esservi una forte relazione tra livello educativo ed alfabetizzazione digitale. A conferma di quanto messo in evidenza dai principali studiosi, un buon livello di istruzione indirizza più facilmente verso Internet, stimolando un più elevato desiderio di conoscenza ed interesse verso l’innovazione, e una maggiore familiarità con la tecnologia, favorita certamente anche dall’istituzione scolastica; - risorse fisiche: la disponibilità di una buona dotazione tecnologica, oltre ad essere una forte discriminante dell’accesso alla rete, risulta influire anche sul livello di competenze e sulle modalità di utilizzo. Come messo in evidenza da diversi studi, infatti, il luogo di utilizzo di Internet è indice dell’autonomia di navigazione ed è stato dimostrato come la possibilità di connettersi da casa favorisca l’acquisizione di un buon livello di competenze digitali e abbia un’influenza anche sulle modalità di utilizzo sia in termini di tipologia che di quantità di attività che possono essere praticate on-line; - risorse culturali: i soggetti dotati di un buon bagaglio culturale sono maggiormente attivi, ricevono più stimoli e sviluppano un bisogno maggiore di conoscenza in diversi ambiti, fattori che favoriscono non solo l’avvicinamento ad Internet, ma anche un utilizzo poliedrico della rete; 4. La principale modalità di apprendimento delle competenze digitali è lo studio individuale attraverso la pratica (learning by doing) , ossia procedere per prove ed errori imparando dalle esperienze passate. L’utilizzo di Internet emerge infatti come una pratica che si perfeziona nel tempo, con l'esperienza. Quando si acquisisce familiarità con lo strumento alcune attività vengono abbandonate, si instaurano delle abitudini di utilizzo, che arrivano anche a scandire anche i ritmi della giornata, ma soprattutto si sviluppa un utilizzo consapevole e critico di Internet. L’utente competente e consapevole è colui che sa dove cercare le informazioni, sa discernerle, valutarne l’affidabilità, conosce i rischi che la rete presenta. Con l'esperienza dunque si acquisisce fiducia nello strumento, capendo i meccanismi per navigare in “sicurezza”. 5. La più diffusa familiarità con Internet all’interno della popolazione giovanile del Trentino Alto-Adige è attribuibile a: - una maggiore disponibilità di mezzi tecnologici in famiglia: ciò consente ai ragazzi di avvicinarsi precocemente a computer ed Internet ed acquisire quindi maggiore esperienza e fiducia; − - un maggiore ruolo svolto dall’istituzione scolastica: essa funge sia da attore che favorisce l’alfabetizzazione digitale, sia da fornitore di accesso ad Internet, mettendo a disposizione dei ragazzi dotazione tecnologica; - una rete di supporto formata da amici/parenti competenti: essa è utile sia come strumento di alfabetizzazione, sia come aiuto in caso di bisogno o anche solo per consigli. Sebbene Internet sia uno strumento di utilizzo quasi esclusivamente individuale, tuttavia esso si configura come uno strumento fortemente “sociale”. In sintesi, per rispondere ai quesiti che avevo posto inizialmente, anche tra i giovani emergono dunque dei fattori di disuguaglianza: i ragazzi a più alto rischio di esclusione digitale sono residenti nelle regioni del Sud Italia e provenienti da famiglie di bassa estrazione sociale, mentre tra i soggetti “svantaggiati”, ossia coloro che pur avendo accesso ad Internet, hanno scarse competenze e ne fanno un uso limitato, vi sono con maggior probabilità ragazzi con basso titolo di studio, basso capitale culturale e scarsa disponibilità di dotazione tecnologica. Questi risultati offrono dei buoni spunti per iniziare a riflettere su possibili interventi da attuare in vista di una maggiore inclusione digitale e di una riduzione o prevenzione di disuguaglianze. Alla luce di quanto emerso dal mio studio ritengo che tali interventi debbano andare in due specifiche direzioni: 1. Ampliare l’accesso alle fasce di soggetti che per il momento rimangono esclusi dalla ree, promuovendo interventi sia di tipo infrastrutturale, soprattutto in vista della riduzione del divario territoriale tra il Nord e il Sud del paese, che di tipo economico, in termini di sovvenzioni alle famiglie svantaggiate per l’acquisto di dotazione tecnologica; 2. Favorire processi di alfabetizzazione digitale, in quanto solo un buon livello di competenze digitali permette all’utente di sfruttare al meglio le risorse offerte da Internet e soprattutto di farne un uso critico e consapevole. In questo senso è auspicabile un maggiore ruolo da parte dell’istituzione scolastica, l’unico attore in grado di ridurre i gap presenti in riferimento alla dimensione dell’accesso, favorendo una sorta di parificazione, dando la possibilità anche a chi non dispone di una dotazione tecnologica adeguata di acquisire familiarità con le nuove tecnologie, evitando così la riproduzione di disuguaglianze. La scuola potrebbe inoltre essere affiancata da attori sociali come associazioni, ludoteche, centri di aggregazione giovanile, che favoriscano l'avvicinamento dei ragazzi ad Internet, puntando in questo caso sull'importanza del gruppo dei pari e dei network di supporto. Tutto questo nella convinzione che la promozione dell’inclusione sociale tramite le ICT non è esclusivamente una questione di risorse fisiche, ossia di disponibilità di mezzi e servizi quali computer e connessione ad Internet, ma anche di risorse umane (alfabetizzazione ed educazione) e risorse sociali (comunità e strutture istituzionali e sociali di supporto).