Conflitti identitari e nascita di nuovi stati Lezioni del 29 aprile e del 3 maggio Sociologia dei fenomeni politici/Sociologia politica dell‟Europa Tatjana Sekulić Università di Milano Bicocca Conflitti identitari e nascita di nuovi stati nell‟Europa contemporanea, con un‟attenzione particolare nei confronti dell‟ultimo ventennio, in seguito al crollo dei regimi comunisti → Fine dei regimi real-socialisti e la dissoluzione dei Stati federali multietnici/multinazionali: Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Federazione jugoslava • Chiave di lettura: transizione democratica contraddistinta dalla rinegoziazione dei livelli di sovranità tra le nazioni costituenti; tra i gruppi nazionali dominanti dei nuovi stati e i gruppi minoritari, vecchi e nuovi. • “Caos terminologico” dei concetti chiave: ambivalenza delle definizioni etnia, popolo, nazione, cultura fungono sia come definiens sia come defidendum; il concetto stesso dell‟identità (Brubaker, Cooper, 2000). Definizioni concettuali: nazione, etnia, stato, cultura Ernst Gellner La forza creatrice delle nazioni è l‟ideologia nazionalista; il nazionalismo è definito come una categoria storica, l‟espressione di una razionalizzazione della realtà sociale in una determinata epoca storica. Tipi di nazionalismo: soddisfatto, classico liberale, etnico, della diaspora Antony Smith - non esiste una distinzione sostanziale tra l‟etnico e il nazionale. - le etnie sono “comunità storiche costruite sulla memoria condivisa” e “una sorta di grappoli di popolazione che hanno percezioni e sentimenti simili generati da specifiche credenze, valori e pratiche e in esse codificate” (Smith, 1986, pp. 72, 210), - le nazioni sono “una certa popolazione umana che condivide miti e memoria, una consistente cultura pubblica, una patria determinata, unità economica e diritti e doveri uguali per tutti i membri” (Smith, 1998, p. 90). - “territorialismo occidentale” contrapposto all‟ “l‟etnicismo orientale”. • Istvan Bibò: i nazionalismi mitteleuropei dei statarelli • Urs Altermatt: nazione, etnia, territorio, stato • Benedikt Anderson: „comunità immaginate‟ • Alberto Melucci “Messe a confronto con relazioni sociali altamente impersonali governate dalla logica delle organizzazioni, la solidarietà tradizionale, l‟identificazione etnica e il particolarismo del linguaggio possono costituire una risposta al bisogno di individui e di gruppi di affermare la propria differenza; allo stesso tempo, essi assicurano un‟identità unificata che non è percepita come standardizzazione” (Melucci, 1996, p. 158). Melucci: In questo senso, i movimenti etnonazionalisti delle società sviluppate dell‟Occidente si avvicinano agli etnonazionalismi dell‟Europa centrale ed orientale: “L‟identità etnica, con le sue reti di solidarietà e la sua eredità storica, si mostra capace di fornire il linguaggio, i simboli e le risorse organizzative con cui possono esprimersi nuovi conflitti” (Melucci, 1996, p. 149). Così “i conflitti etnici, territoriali e culturali sembrano diffondersi ben oltre il contesto in cui sono osservati, nelle società occidentali, e diventare una caratteristica della situazione mondiale in quanto tale.” (ivi, p. 146) Una possibile tipologia del nazionalismo Greenfield, Eastwood 1. Tipo di azione collettiva in base alla quale viene definito il nazionalismo 2. Tipo di appartenenza - Individualistico e civico - Collettivistico e civico - Collettivistico ed etnico Greenfield, Eastwood, Nationalism in comparative perspective, in Janoski, Alford, Hicks, Schwartz (eds), The Handbbok of Political Sociology: States, civil societies, and globalization,, Cambridge University Press, 2005 (pp. 247-265) Conflitti identitari • Conflitti identitari spiegati nella chiave interpretativa della frammentazione (etnica, settaria, tribale) di un contesto più ampio → riduzione della loro complessità • “L‟etnico” → come contenitore vuoto a cui attribuire un contenuto contestuale • Creazione/costruzione delle collettività: elementi di continuità e elementi della discontinuità / della rottura • Processi di negoziazione per creare nuove costellazioni di relazioni e di potere all‟interno di un assetto geo-politico più ampio, nella cornice del cambiato equilibrio dell‟ordine mondiale precedente. Definizioni “Il conflitto etnico significa un conflitto violento tra i gruppi che si distinguono tra di loro in termini di cultura, religione, tratti fisici, la lingua” Levinson D., Ethnic Relations. A Cross-Cultural Encyclopedia, ABC Clio, Santa Barbara, California 1994, p.62 Le teorie del „nuovo realismo‟ Conflitti etnici vengono analizzati in cinque dimensioni basilari: • complessità; • carattere individuale di ciascun caso; • natura fondamentalista di questo tipo di conflitti; la loro durabilità e persistenza; • gli interessi e le idee alla base dei processi di mediazione. Wimmer A. & others, Facing Ethnic Conflict. Toward a New Realism, Rowman and Littlefield Publishers, New York, Toronto, Oxford 2004. Il processo di trasformazione radicale in tutte le sfere sociali in una situazione del vuoto di potere: in riferimento particolare alla disgregazione del monopolio dello stato dell‟uso della violenza • Nascita dei nuovi stati in chiave (etno)nazionale • La liberalizzazione della sfera economica – introduzione del sistema capitalistico e dell‟economia del mercato – precede la democratizzazione della società politica • L‟introduzione del pluralismo politico passa attraverso l‟istituzionalizzazione delle procedure elettive democratiche in una situazione di grave deficit di una cultura politica democratica: • Rinascita di una società civile debole → transizione senza emancipazione Quale tipo di stato e della società emerge da questa trasformazione? Tendenza alla cristallizzazione identitaria dei gruppi maggioritari: l‟ideale del nazionalismo ottocentesco che auspica la congruenza delle componenti identitarie: un popolo in uno stato costituisce una nazione che si autodefinisce in termini culturali, linguistici, religiosi, storici e controlla in quanto un soggetto sovrano un „suo‟ territorio che le appartiene. Nuovi stati nazionali: rimangono le frontiere esterne; mutano i rapporti di forza tra i gruppi presenti sul territorio; vengono reinterpretati i requisiti di appartenenze e quindi ridisegnati i confini tra i gruppi definiti in termini etnici e culturali; quindi si ridefiniscono i diritti di cittadinanza politica, sociale e culturale del nuovo stato con la conseguente trasformazione dello status dei gruppi in posizione minoritaria che condividono lo spazio vitale in un dato territorio. → fisicità dei nuovi confini in termini di porzioni di territorio, in termini dei corpi che lo popolano Chi sono gli attori sociali che mettono in atto un conflitto identitario? • Collettività / aggregati sociali / gruppi che si autodefiniscono in termini etnici – etnonazionali culturali - religiosi e si mobilitano all‟interno di una cornice geopolitica / stato nazionale con l‟obiettivo di ri-negoziare il livello di autonomia e/o di sovranità del gruppo in un dato contesto storico e sociale • esprimono le pretese politiche di riconoscimento di un certo grado di sovranità e quindi la legittimazione di una nuova forma di redistribuzione del potere materiale e simbolico nella gestione dei beni comuni Livello di tensione conflittuale tra i gruppi contrapposti in una posizione assimetrica ridefinita può dipendere: • Dalle dimensioni dei gruppi subordinati rispetto al gruppo (etnonazionale) maggioritario – “tirannia” della maggioranza – pulizia etnica dei gruppi minoritari • Dalla presenza delle istituzioni politiche e sociali in grado di gestire il conflitto con strumenti non-violenti – i modelli di rappresentanza politica, livello della democratizzazione della società – sviluppo di una cultura democratica politica • Dal supporto che i gruppi minoritari trovano all‟esterno dai nuovi confini nazionali – il ruolo delle madri-patrie (Brubaker) • Complessità dei conflitti definiti come identitari, in particolare di quelli “etnici”: • Elementi premoderni nei processi di individuazione delle collettività (tratti biologici, stirpe, mito di origine) • Elementi moderni: movimenti etnonazionalisti – le elite politiche ed intellettuali in grado di mobilitare gli individui/le persone ridefinendo i criteri e i confini di appartenenza: comunanza di certi tratti con i nazionalismi dell‟Ottocento che hanno portato alla nascita della società moderna e alla formazione degli stati nazionali Cosa cambia: da una cittadinanza non democratica caratterizzata da un grave deficit dei diritti politici, ma anche da un decente riconoscimento dei diritti sociali e in parte culturali e un sistema dello stato sociale di tipo socialista (Hobsbawm, Thernborn) si arriva ad un processo iniziale di democratizzazione a livello politico ma anche ad un crollo dei sistemi di welfare e ad un‟introduzione del sistema capitalistico che resiste alla regolarizzazione e al controllo dalle istituzioni politiche. Parti coinvolte in un conflitto identitario, sia il gruppo/i gruppi che mettono in atto le strategie più o meno violente per il riconoscimento delle proprie richieste, sia i gruppi maggioritari, si rivolgono alla cosiddetta „comunità internazionale‟ chiedendo l‟arbitrio: quindi è in atto un nuovo senso di cittadinanza che riguarda l‟universalismo giuridico. La violenza nei conflitti „identitari‟: l‟uso strategico dei stratagemmi violenti come strumenti della costruzione dello stato-nazione là dove vengono a mancare gli strumenti istituzionali nazionali e internazionali della gestione del conflitto. Pulizia etnica e genocidio • “pulizia etnica” come strumento della realizazione di uno Stato-Nazione → correlazione tra l‟identità etnonazionale e l‟appartenenza territoriale → necessità di designare i nuovi confini fisici e “reali” a scopo di riaffermare la “noi” identità contrapposta e differenziata da l‟identitò degli “altri” • Il genocidio risulta una delle soluzioni possibili: la radicale conclusione di un progetto di pulizia etnica; • Le stategie della pulizia etnica trapassano corpi e identità individuali e collettive; incidono tracce indellebili sulla memoria delle persone e dei gruppi. • Il primo tipo d‟azione strategica, la più immediata: annientamento fisico/assasinio di massa/sterminio. • Il secondo tipo: la violenza sessuale sistemica e continuativa. • Il terzo tipo di azione: espulsione coercitiva di interi gruppi della popolazione. Questione della definizione • La definizione della natura dei conflitti cosiddetti “etnici”/”identitari” e delle caratteristiche che li contraddistinguono, sia in generale sia nei casi particolari, definisce in partenza le azioni di risposta (mediazione /intervento). • definizione dall‟esterno: “conflitto etnico” → semplificazione che facilita l‟utilizzo dei dispositivi attualmente disponibili a livello internazionale; • definizione del conflitto da parte degli attori interni: guerra civile / aggressione / guerra di secessione / irredentismo → contestualizzata e relativizzata dalle motivazioni non-scientifiche; • Strumenti di azione internazionale attualmente a disposizione basati sui seguenti principi: - sovranità → monopolio sull‟uso legittimo della violenza - autodeterminazione → minaccia a monopolio soprannominato - diritti umani → legittimità di un intervento esterno • Organismi internazionali: ONU → Consiglio di sicurezza → NATO → Forze di pace • Consiglio di sicurezza → mantenimento di pace e sicurezza internazionali • Azione → circoscrizione del conflitto – localizzazione che limita i danni a livello più ampio regionale e globale; il primo compito → impedire l‟allargamento del conflitto Intervento della “comunità internazionale” PREVENIRE RE-AGIRE RICOSTRUIRE - L‟unica azione attualmente applicabile in tempi brevi riguarda i meccanismi e gli strumenti dell‟intervento umanitario e in parte quelli della mediazione/ricostruzione post-bellica. - Le azioni di prevenzione: arbitraggio / pressione politica / sanzioni / embargo / dispiegamento delle peace keeping forces e/o peace reinforcement forces → azioni intraprese solitamente DOPO l‟inizio delle operazioni belliche - CONFLICT RESOLUTION prima di CONFLICT PREVENTION Quesiti aperti: • L‟integrazione europea nella costellazione postnazionale – una nuova cornice per la risoluzione di questo tipo di conflitti – politiche dell‟allargamento dell‟Unione • Fine dell‟egemonia occidentale, spostamento del centro verso le periferie asiatiche dell‟India e della Cina • Dalla Società delle Nazione alla Organizzazione delle Nazioni Unite verso un nuovo tipo post-nazionale di coordinamento globale di nuovi attori sociali? • La costituzionalizzazione delle norme giuridiche internazionali/planetarie