convegno "conflitti e crisi"

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Convegno A.I.S.E.A.
CALL FOR PAPER
L’ A.I.S.E.A. (Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche) – Onlus ha organizzato il
Convegno annuale dal titolo:
“Conflitti e Crisi.
Pratiche di resistenza e strategie di mediazione”
Il Convegno si svolgerà a Roma, presso l’aula Odeion dell’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”, nelle date del 25-26 settembre 2014
KEY WORDS: conflitto, crisi, economia, potere, diritti, mediazione
Il conflitto, come è ben noto, costituisce una componente costante e distintiva della realtà sociale,
che nel mondo contemporaneo, segnato da processi di globalizzazione, di produzione di relazioni di
potere e sfruttamento su scala globale, di scenari di radicalizzazione della crisi nella sfera privata e
pubblica, politica ed economica, assume forme e dimensioni che invitano ad una analisi ad ampio
raggio, alla luce della molteplicità di dinamiche conflittuali esistenti, della loro rappresentazione,
narrazione e ricomposizione.
Oggi ci si confronta con fenomeni conflittuali che non possono più essere letti adeguatamente
tramite i paradigmi che li avevano in precedenza «etichettati» ed interpretati. Intanto perché è
cambiato lo statuto stesso del conflitto, sempre più elemento “istituzionalizzato” e quasi endemico
dei processi di organizzazione, razionalizzazione, negoziazione, ridefinizione delle interazioni
individuali, degli assetti sociali, economici e politici. Parallelamente, la crisi economica attuale, i
processi d’indebolimento delle sovranità nazionali, di espansione della “global politique”, le
radicali ridefinizioni delle posizioni di classe e dei ruoli professionali e sociali, i nuovi movimenti
di migranti e di lavoratori, le nuove forme di identità e di etnicità, la convivenza più o meno
istituzionalizzata di pratiche giuridiche diverse, spingono in avanti il conflitto, generalizzandolo,
estendendolo alla dimensione dell’identità, ai rapporti fra generi e generazioni, al modo di
relazionarsi alla diversità, al rapporto tra istanze di autodeterminazione di determinati gruppi sociali
e Stato nazionale, all’operato delle agenzie internazionali impegnate nel campo della cosiddetta
“cooperazione allo sviluppo” etc, con esiti problematici e spesso drammatici.
Nello stesso tempo il conflitto entra nella definizione stessa di categorie antropologiche dell’agire e
delle rappresentazioni degli individui, dei gruppi, degli stati, anche nei suoi potenziali di dinamica
culturale e di trasformazione.
Il conflitto in sostanza si pone come dimensione dell’agire sociale ineludibile, come processo in
grado di generare mutamento, di promettere o di consentire, o viceversa di negare, nuovi assetti e
nuovi equilibri, nuove interazioni sociali e mediazioni culturali, con protagonisti sempre più
diversificati, spesso al di fuori delle tradizionali categorie quali movimenti sociali, partiti,
organizzazioni sindacali, classi sociali, minoranze etniche e gruppi indigeni. Tutto ciò chiama
direttamente in causa la prospettiva antropologica e la metodologia etnografica al fine di
comprenderne le molteplici, contradditorie e divergenti valenze, nella stretta interdipendenza con i
vorticosi processi di trasformazione sociale e culturale più recenti.
In quest’ottica il convegno si propone di esplorare alcuni macro temi:
 Le declinazioni economiche e sociali dei conflitti contemporanei sempre più incastrati in
processi di globalizzazione che ridefiniscono nuovi rapporti di disuguaglianza, che superano
centri e periferie, ampliando la forbice tra ricchezza e povertà e creando nuove tipologie di
disuguaglianze. Questo a partire dalle relazioni tra gruppi economici e di status, gruppi di
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potere ed autorità in contesti lavorativi, ambienti produttivi o istituzioni, contesti di
esclusione e privazione di risorse fondamentali, come il lavoro, i servizi, il welfare etc;
Un’analisi dei vecchi e nuovi contesti in cui emergono i conflitti, con particolare riferimento
alla categoria dello spazio sia reale che virtuale, all’uso della rete informatica, ai blogs,
all’uso di questi strumenti quale mezzo e forma di nuove rivendicazioni politiche,
economiche, identitarie (si pensi all’uso della rete nella primavera araba, o al caso Wikileaks
oppure Snowden);
I sistemi di rappresentazione, di traduzione in immagini, di mediatizzazione dei conflitti,
essi stessi prodotto, esito e strumento fondante delle dinamiche di contrapposizione, ed
espressione concreta di bisogni e tensioni egemoniche, a livello locale e globale.
Le declinazioni del conflitto nel processo di pluralizzazione dei generi che va oltre la
dinamica tradizionale del maschile/femminile, inglobando pratiche e identità LGBT, fino
alla messa in discussione della stessa categoria di genere e del nesso sesso/genere;
Le declinazione del conflitto nelle pratiche e nelle politiche di controllo della mobilità degli
individui – governance e politiche migratorie- che ridefiniscono le stesse categorie di
confini, territorio e sovranità;
Da ultimo, e trasversalmente agli ambiti sopra indicati, le pratiche di mediazione e di
risoluzione dei conflitti, con particolare riferimento al tema dei diritti e ai sistemi normativi
e giuridici che li sanciscono, con particolare attenzione al pluralismo giuridico e alle visioni
differenti/contrapposte alla base di tali sistemi.
Le proposte di partecipazione al Convegno devono pervenire entro la deadline del 31 maggio 2014
e saranno selezionate in base alla pertinenza ed alla rilevanza rispetto alle tematiche proposte, alla
originalità dell’approccio scientifico, al rapporto con concreti casi di studio etnografici.
Gli abstract non dovranno superare i 2000 caratteri (spazi inclusi) e dovranno essere inviati
all’indirizzo [email protected] entro il 31 maggio 2014.
L’iscrizione al Convegno comporta il pagamento di una quota di iscrizione di 25 euro per i soci e di
35 euro per i non soci.
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