In viaggio con Gellindo Ghiandedoro I T I N E R A R I O D I S I L V I A V E R N A C C I N I - N. 78 Alla scoperta dell’Orso bruno ALTOPIANO DELLA PAGANELLA: SPORMAGGIORE Sul finire del Medioevo il Palazzo della Corte Franca a Spormaggiore offriva protezione a furfanti e assassini, ma solo finché questi stavano al suo interno: molte le porte attorno, proprio per consentire ai colpevoli più possibi- lità di salvezza. E proprio qui, all’entrata sud orientale del Parco naturale Adamello Brenta, le sue mura accolgono oggi un moderno Centro visitatori dedicato all’Orso bruno. Scorrendo più sezioni venite a conoscenza di tutto ciò che riguarda questo plantigrado: tramite la ricostruzione degli ambienti e l’utilizzo di mezzi multimediali potete riconoscere le sue tracce, osservare le abitudini, entrare perfino nella sua tana e, ancora, dare uno sguardo a A sinistra: l’Orso bruno alpino. A destra: il palazzo della Corte Franca a Spormaggiore. www.risparmiolandia.it come è stato trattato da cinema e letteratura. L’ex “carnaio” che andate a incontrare durante la passeggiata, attrezzato con pannelli informativi e ricostruzioni didattiche, è il luogo ove, fino al 1979 venivano attirati con del cibo i pochi orsi In viaggio con Gellindo Ghiandedoro allora rimasti, muniti comunque di radiocollare per tenerne controllato lo stato di salute. Grande mammifero carnivoro, protagonista di diverse leggende, l’Orso bruno è stato oggetto in passato di crudeli cacce, ma non solo per proteggere così il bestiame. Sotto il dominio asburgico l’abbattimento veniva premiato con generose ricompense: la femmina valeva più del maschio e questo più dei cuccioli. Documenti stabiliscono che nei secoli XVIII-XIX vennero uccisi nel solo Trentino occidentale ben 343 orsi, cifra che si riduce nei primi decenni del Novecento a 99 capi. L’ultima uccisione legale in Trentino di un orso avvenne proprio nella Valle dello Sporeggio, vicino a Spormaggiore, nel 1922; nel 1939, finalmente, l’orso viene dichiarato specie protetta. Da alcuni anni, tramite il Progetto europeo Life-Ursus Spormaggiore: Palazzo della Corte Franca, Centro visitatori Parco Adamello Brenta, tel. 0461 653622; apertura estiva e su richiesta per le scuole (visite guidate). Dal Centro visitatori si scende all’ex “carnaio” superando le ultime case del paese; si seguono le indicazioni Sulle tracce dell’orso, quindi si sale verso Castel Belfort, da dove si attraversa la S.S. n. 421 seguendo le indicazioni Nei boschi dell’orso verso l’Area faunistica dell’Orso bruno; da qui si rientra al Centro visitatori (2.30 ore). Castel Belfort e l’Area faunistica sono entrambi raggiungibili in automobile. che prevede il ripopolamento dell’orso bruno nelle Alpi Centrali, sono una ventina gli orsi che vivono sulle montagne del Parco Adamello Brenta e, più in generale, nel Trentino occidentale. Una parentesi castellana a questo itinerario interamente dedicato all’orso la offre Castel Belfort: una suggestiva atmosfera circonda ancor oggi le sue rovine, sovrastate dalla possente torre, alta 25 metri, con angoli bugnati e coronamento merlato. Eretto nel 1311 quale sede di giurisdizione e di controllo stradale, il castello presentava la zona residenziale preceduta dagli apprestamenti di difesa. Un fossato con ponte levatoio, poi sostituito da un terrapieno in salita, lo rinforzava sul lato del prato antistante. Lo stemma che notate sull’arco del portale bugnato appartiene alla famiglia Saracini, che nel Settecento gli conferì il nuovo aspetto residenziale, ma poi il prestigio del castello andò perdendosi definitivamente con l’occupazione napoleonica del Trentino. Il percorso di tiro di campagna con l’arco, che con i suoi grandi e colorati bersagli di paglia circonda le mura, riporta la suggestione agli antichi scontri all’arma bianca. E dopo aver dato un’occhiata all’ampio panorama sulla Val di Non, sul Gruppo del Brenta e sulla Paganella, raggiungete l’area faunistica, poco prima di rientrare a Spormaggiore, che riprende l’ambiente naturale caro al plantigrado: in un ampio recinto (7.000 mq) vivono alcuni orsi provenienti da desuete gabbie di zoo e quindi non più abituati alla vita selvatica; tra questi v’è l’orsa più vecchia vivente in cattività d’Europa, ben 41 anni. Un sentiero costeggia l’intero recinto e in estate è aperto un punto informativo. I ruderi di Castel Belfort. www.risparmiolandia.it