la ndschaftsp la nungp ia n if ic az io nepaesagg is t ic a

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LANDSCHAFTSPLANUNG
PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA
Gemeinde Sarntal
Comune di Sarentino
Landschaftsplan
Piano paesaggistico
Beschluss der Landesregierung Nr. …. vom ….
Delibera della Giunta Provinciale n. …. del ….
Autonome Provinz Bozen - Südtirol
Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
1
Relazione illustrativa
1. Punto di partenza ed obiettivi
2
2. Descrizione del territorio
3
3. Misure di tutela
5
Zone di rispetto paesaggistiche.....................................................................................5
Zone di tutela paesaggistica..........................................................................................6
Zona di tutela paesaggistica “Monzoccolo“
7
Zona di tutela paesaggistica ”Punta Cervina“
8
Zona di tutela paesaggistica “Alpi della Val Sarentino”
8
Zone di interesse paesaggistico ..................................................................................10
Biotopi .........................................................................................................................11
Monumenti naturali......................................................................................................13
Elementi strutturali paesaggistici .................................................................................15
Tutela degli alberi........................................................................................................16
Zone di tutela archeologica .........................................................................................16
4. Sviluppo e cura del paesaggio
17
I vincoli paesaggistici non bastano ..............................................................................17
Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige .............................................................17
Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune .......................................................19
Partecipazione dei cittadini ed informazione................................................................19
Misure di promozione ..................................................................................................20
AMT FÜR LANDSCHAFTSÖKOLOGIE
Abteilung 28 - Natur und Landschaft
UFFICIO ECOLOGIA DEL PAESAGGIO
Ripartizione 28 - Natura e Paesaggio
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1. Punto di partenza ed obiettivi
Con D.P.G.P. del 16 febbraio 1982, n.
107/V/79 è stato individuato il biotopo
“Gisser Auen” a Riobianco in base alla
legge provinciale del 13 agosto 1973, n. 27,
accanto a questo il piano paesistico
“Merano 2000”, entrato in vigore con il decreto del presidente della giunta provinciale
del 18 dicembre 1974, n. 92 forma uno
strumento urbanistico che definisce direttive
per l’utilizzo e la manutenzione del paesaggio nella zona tra i “Stoanernen Mandln” e
la Punta Cervina. Ora con l’elaborazione del
piano paesaggistico l’intero territorio comunale (in quanto uno degli ultimi dell’Alto
Adige) riceverà uno strumento per la
direzione dello sviluppo paesaggistico.
Il piano paesaggistico si basa da un lato
sulle disposizioni e sui criteri di pianificazione di natura urbanistica, nonché sul piano
urbanistico comunale, mentre dall’altro lato
applicherà le esigenze della tutela ambientale e del paesaggio, seguendo le direttive
del piano di settore LEROP “linee giuda
natura e paesaggio in Alto Adige” entrato in
vigore nel 2003 che definisce le attività da
interprendere nei settori della tutela
ambientale e paesaggistica.
Individuazioni
Oltre alla riconferma del biotopo “Gisser
Auen” il piano paesaggistico prevede
l’individuazione di altri biotopi e monumenti
naturali. Maggiormente si tratta di zone
paludose oppure di laghi che per la loro
importanza ecologica rappresentano un
arricchimento per le zone limitrofe; oltre a
questi vengono individuati come monumenti
naturali anche il paesaggio fluviatile nella
Valle di Sottomonte e le pareti in tuffo a
Vormeswald nonché alcuni alberi, tra questi
i cembri più vecchi dell’Alto Adige nella Val
di Tramin ed a Pechöl. A parte questi oggetti singoli di rilevanza ecologico-paesaggistica sono previsti dei vincoli anche per
zone più estese per conservare la caratteristica paesaggistica della Val Sarentino.
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In questo senso l’individuazione di zone di
rispetto serve a tenere libero certe superfici
dall’edificazione e di conseguenza ha un’influenza sul futuro sviluppo degli insediamenti, mentre l’istituzione di zone di tutela
paesaggistica aiuta a conservare determinati paesaggi di alto valore estetico a
formazione contadina nonché la regione di
montagna con il suo immagine paesaggistico formato dalla coltivazione tradizionale.
In base alla legge per la tutela del paesaggio sono escluse dai vincoli paesaggistici le
zone edilizie e quelle per infrastrutture e
insediamenti produttivi con vigente piano di
attuazione. Per il resto l’intero territorio
comunale è sottoposto alla tutela paesaggistica e la realizzazione di costruzioni ed
interventi richiede una relativa autorizzazione che generalmente viene rilasciata dal
sindaco.
Sviluppo e cura paesaggistica
L’ultimo capitolo della presente relazione
contiene varie considerazioni in materia di
sviluppo e cura del paesaggio. Oggi un
atteggiamento sostenibile verso la natura
ed il paesaggio non implica solo dei vincoli,
ma anche la cura di paesaggi culturali
preziosi e misure di rivitalizzazione di paesaggi impoveriti. È dunque di importanza
fondamentale tenere conto delle tendenze
di sviluppo paesaggistico a livello locale.
Con l’ausilio di linee guida e progetti di
sviluppo paesaggistico comunali si possono
segnalare sviluppi negativi e definire contromisure. Ma è importante anche individuare
e promuovere le tendenze positive. Le
“Linee guida natura e paesaggio in Alto
Adige”, con la loro attenta analisi della
situazione paesaggistica dell’Alto Adige e le
numerose proposte di misure atte a pilotare
lo sviluppo paesaggistico, rappresentano
una base importante per il lavoro di tutela
paesaggistica nel Comune.
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2. Descrizione del territorio
La Val Sarentino si trova geograficamente
al centro dell’Alto Adige ed è con oltre 300
km² il comune più esteso della provincia. Da
Bolzano la valle porta verso nord passando
inizialmente in una stretta gola che dopo ca.
7-8 km si apre in una valle larga ed estesa.
Sul successivo tratto di ca. 8 km la valle si
presenta con leggera pendenza in una
quota tra 900-100 m s.l.m. e per questo
motivo qui si è anche formato il centro
insediativo intorno al capoluogo Sarentino.
A Campolasta la valle si dirama per
proseguire in due solchi stretti e ripidi verso
Pennes e Valdurna penetrando con le loro
valli laterali profondamente nel paesaggio di
montagna. Alla fine della valle la strada
statale sale sul Passo di Pennes a quota
2.200 m, creando il collegamento alle zone
settentrionali della Provincia nei pressi di Vipiteno. I monti più conosciuti sono il Monte
Forcella Sarentina, il Corno di Tramin, il
Corno Bianco di Pennes e la Punto Cervina,
quest’ultima forma con 2.781 m l’elevazione
più alta del comune.
Per causa dell’enorme superficie varia fortemente anche il sottofondo geologico. A sud
si estendono le propaggini del complesso di
porfido quarzifero di Bolzano che è visibile
non solo nella gola stretta all’inizio della
valle, ma forma anche il Monte Forcella
Sarentina e caratterizza l’immagine pae-
Le rocce in porfido con i terreni generalmente
poco profondi offrono un habitat ai boschi
resistenti alla siccità ed amanti del caldo.
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saggistico nei dintorni di Posticino con
pareti che s’innalzano ripidamente e dirupi
bruschi. In diversi punti di questa zona si
trovano tufi vulcanici ed ignimbriti, mentre
verso il Salto lo zoccolo in porfido viene
coperto da arenarie permiane. La maggior
parte del comune da Sarentino fino a
Pennes e Valdurna viene formato dalle morbide filladi quarzifere di Bressanone, spesso
granatifere che con scarse intercalazioni di
paragneis e quarziti ha costruito ampie
zone dei monti sarentini con le loro forme
paesaggistiche arrotondate. Ai confini con i
comuni attigue si possono notare ad est le
diorite di Chiusa e paragneis, mentre a
ovest il sottofondo viene formato dal granito
di Ivigna nonché dal gneis e paragneis del
basamento australpino. A nord nei pressi
del Passo di Pennes si trovano sul lato della
Val d’Isarco del granito di Bressanone che
verso ovest viene sostituito con micascisti,
gneis granitici e granodioritici, che nei pressi del Corno di Pennes vengono accompagnati da anfiboliti e da fasce strette di
calcari e dolomie. Lungo la linia Val di
Tramin – Pennes – Riobianco percorre la
linea insubrica che sotto l’aspetto tettonico
raffigura il confine tra la piattaforma continentale africana con quella europea
ripartendo il Sudalpino dall’Australpino.
Se si prescinde dall’inizio della valle a sud
del territorio che viene caratterizzato dalle
forme brusche del porfido quarzifero di
Bolzano, sotto l’aspetto geo-morfologico la
copertura del sottofondo con falde di detrito
e materiale di morene glaciali nelle aree di
montagna crea delle forme spesso morbide
ed arrotondate con l’alternarsi ripetuto di
dorsi, alture e conche. Verso le valli
principali il terreno scende con pendenza
piuttosto accentuata ed anche una grande
parte delle valli secondarie viene caratterizzata da percorso brevi e ripidi. Depositi di
origine fluviatile si limitano sulle superficie in
adiacenza ai torrenti e si estendono soltanto
su piccoli areali.
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Sotto l’aspetto climatico il territorio presenta
un carattere montano – alpino in corrispondenza all’altitudine dai 600 m a oltre 2.500
m s.l.m.. Nei dintorni di Sarentino (960 m] la
temperatura media annua è di 6,5 °C con le
medie dei mesi invernali dal dicembre al
febbraio sotto 0 °C, mentre in estate si
hanno delle medie superiori a 15 °C con gli
estremi intorno i 30 °C. Le precipitazioni
arrivano a 900 m all’anno, dai quali ben un
terzo cade nel semestre invernale. In base
alla posizione sul pendio, soleggiata ed
esposta verso sud vengono misurate anche
a S. Martino (1450 m) incirca le stesse
medie di temperatura, nonostante la quota
superiore (con precipitazioni leggermente
aumentate a 975 mm), mentre a Pennes
(1450 m) la temperatura annua scende
sotto una media di 5 °C con le precipitazioni
paragonabili a S. Martino. Nelle montagne
con l’aumento della quota scendono naturalmente le temperature, mentre aumentano le precipitazioni.
La vegetazione nelle valli principali corrisponde alla zona montana-subalpina con
boschi promiscui nei quali gli abeti rossi ed i
larici formano le specie dominanti che sono
accompagnate in base alla posizione da
diversi alberi latifoglie: il frassino, l’acero
montano, il rovere, il ciliegio ed il tiglio selvatico crescono nei luoghi piuttosto protetti
e gradevoli, mentre i tremoli, i pioppi, le
betulle, i sorbi selvatici e diverse specie di
salici popolano i posti climaticamente meno
vantaggiate. Nei fossi freschi si trovano
l’ontano bianco, mentre ai limiti dei boschi e
nel sottobosco crescono il sambuco, rose, il
nocciolo e ginepri. A sud di Ponticinio le
vegetazione dei pendii protetti e soleggiati
ha caratteristiche submediterranee con la
roverella, il carpino nero e l’ornello ai quali
si associano anche castagni e pini silvestri.
I boschi di abete rosso e larice della Val
Sarentino vengono sostituite con l’aumento
della quota da boschi di conifere subalpini.
Anche in questi dominano l’abete rosso ed il
larice, verso il limite superiore del bosco il
cembro. Tra i latifoglie sono presenti betulle, salici, sorbi selvatici ed il sambuco di
montagna, meno frequenti gli ontani verdi.
Al di sopra del limite boschivo si estendono
praterie e pascoli alpini, ai quali seguono
massi detritici rocciosi, in parte si trovano
anche fitte fasce di pino mugo che per la
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loro crescita su materiale geologico acido
hanno un valore particolare per l’Alto Adige.
Nella fascia insediativa che si estende in
una quota da 900 m fino a 1500 m
l’immagine paesaggistico viene caratterizzato dall’alternarsi tra bosco e superfici ad
uso agricolo. In questo quadro la gran parte
dei pendii è coperto con boschi, mentre i
prati e pascoli che formano la base per
l’allevamento del bestiame si limitano sui
fondovalle pianeggianti e sui tratti meno
inclinati dei pendii. Per causa del clima
relativamente aspro si possono notare per
gli insediamenti e la gestione delle superficie un’evidente preferenza per le posizioni
esposte verso sud, i pendii che guardano a
nord uniformemente coperti di bosco. Al di
sopra del limite dei boschi confina la
regione delle malghe e montagne che
arrotondo il quadro paesaggistico nelle
zone superiori.
La struttura insediativa della Val Sarentino è
caratterizzata tradizionalmente dai masi
singoli, più radi si trovano gruppi di masi.
L’insediamento sparso si estende sulla gran
parte dei pendii ed ampi tratti dei fondovalli.
Nella zona tra Sarentino e Campolasta si
trova il centro degli insediamenti con un
forte sviluppo dei centri abitati. Ma anche i
due paesi di San Martino e Riobianco
hanno subito una notevole espansione negli
ultimi decenni, mentre Sonvigo, Pennes e
Valdurna continuano ad essere piccoli paesi
compatti.
Profondamente penetra la Val di Pennes nelle
montagne dell’Alta Val Sarentino. I pendii in gran
parte sono coperti da boschi e solo sporadicamente in posizioni vantaggiate dalle condizioni
climatiche si trovano i masi sparsi.
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3. Misure di tutela
Zone di rispetto paesaggistiche
L’individuazione di zone di rispetto per
superfici di un particolare pregio paesaggistico dovrebbe contribuire di proteggere
alcune zone prescelte dall’edificazione e
dalla disgregazione urbana; nel restante
territorio comunale gli insediamenti urbani si
possono comunque sviluppare. Le zone di
rispetto si trovano nei dintorni di edifici
preziosi da un punto di vista storico-culturale o di ampie contrade, che riguardano
paesaggi inedificati di ampio respiro, la cui
tipologia intatta ha un alto valore paesaggistico.
La coltivazione delle aree agricole (inclusi i
cambi di coltura, bonifiche) in queste zone
protette non è soggetta ad ulteriori limita
zioni. Le zone di rispetto rivestono una
notevole importanza per l’agricoltura, in
quanto viene vietata l’edificazione di preziosi fondi coltivati. Attraverso l’individuazione
dell’area viene definita la priorità dell’utilizzo
agricolo del territorio rispetto ad altre
destinazioni d’uso ed interessi.
Sono state individuate le seguenti zone:
•
Ad est del capoluogo Sarentino si erge
su una collina sopra il fondovalle il
Castel Regino. Le superfici sparsamente edificate intorno al castello sottolineano la singolarità paesaggistica e si
estendono verso sud nella zona di
Steet, proseguendo si seguito fino al
torrente Talvera. Per mantenere la vista
intatta sul castello e per dare un limite
all’espansione dell’insediamento verso
sud queste superfici vengono protette
con l’individuazione della zona di
rispetto.
•
A nordovest di Sarentino il terreno
s’inclina verso la zona di Auen. I prati
ad uso agricolo, situati sopra il paese
ed esposti a sud sono visibili da lontano
e formano la cornice intorno all’abitato,
delimitando l’insediamento. Per questo
motivo hanno un’alta importanza per
l’immagine del paese e quindi è
previsto di proteggere i prati sotto la
strada per Auen ed in vicinanza del
paese dalla futura edificazione, garantendo così la separazione del paese dai
masi sparsi al si sopra della zona.
•
I prati a sud di Villa separano
l’insediamento abitativo dalle zone
produttive a nord del capoluogo. Quindi
la zona di rispetto paesaggistica dovrà
evitare l’unione delle due zone insediative di Sarentino e di Campolasta.
•
Dietro il Lago di Valdurna il paesaggio
viene creato da prati inedificati che
formano la cornice adeguata per il lago
meraviglioso. Per questo motivo dovrà
essere tutelato questo settore inferiore
del pendio, mentre nelle zone superiori
l’edificazione tradizionale non provocherebbe un degrado compromettente
per l’immagine paesaggistico.
Le zone di rispetto a Sarentino si trovano ai
piedi della montagna e nel fondovalle e
servono per tenere libere queste superficie
da una possibile edificazione futura.
Con l’individuazione della zona di rispetto sulle
superficie sotto il Castel Reinegg verrà protetta
anche per il futuro la vista sull’edifico maestoso.
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Zone di tutela paesaggistica
Anche le zone di tutela paesaggistica sono
delle superfici di un particolare valore paesaggistico che potrebbero subire un degrado causato dall’edificazione incontrollata
e dalla dispersione urbana. Si tratta di
paesaggi culturali di origine contadina, caratterizzati dall’insediamento a masi sparsi
frequente nella valle, che nella loro formazione e struttura sono stati generati dalla
coltivazione tradizionale e quindi ne presentano ancora oggi gli elementi tipici.
L’immagine idillico del paese di Valdurna, vista
dal lago, rappresenta una delle impressioni più
meravigliose offerte dalla Val Sarentino.
•
Su uno stretto piano intermedio del
pendio è situato il paese di Valdurna.
Dietro l’abitato si trovano dei prati ripidi
che dalla chiesa si estendono fino al
bosco vicino ed alla riva del lago. L’edificazione di queste superfici comprometterebbe fortemente l’idillico quadro
paesaggistico, perciò è prevista una
zona di rispetto per evitare questo.
•
Al di sotto della località Sonvigo il
terreno scende ripidamente fino al
fondovalle. Le zone del pendio a valle
sono in gran parte ad uso agricolo e
ben visibile dalla strada. Con l’individuazione della zona di rispetto paesaggistica si vuole mantenere questo paesaggio tradizionalmente coltivato nella
sua caratteristica attuale.
•
Il paese di Riobianco negli ultimi
decenni si è sviluppato fortemente verso il fondovalle, tralasciando comunque
inedificata la superficie d’inondazione
potenziale a sud della località che
adesso verrà individuata anche zona di
rispetto paesaggistica. Questa individuazione è motivata anche dal fatto che
a sud della zona di rispetto si trova il
biotopo „Gisser Auen“, che è persino
sottoposto alla tutela Natura 2000 e nel
quale i disturbi causati dall’uomo dovranno essere minimalizzati.
•
Anche i prati a sfalcio prima di Laste
caratterizzano il quadro paesaggistico
alla fine della valle e vengono protette
dalla dispersione edificativi.
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Per conservare questi caratteristici paesaggi culturali le norme permettono lo spostamento ed la nuova costruzione di edifici
soltanto in quei casi, nei quali il richiedente
no appartiene altrove terreni idonei per
l’impianto dell’edificio. In questi casi è prevista l’autorizzazione paesaggistica da parte
dell’Amministrazione provinciale; quest’ultima potrà definire la posizione per garantire
l’inserimento migliore nel quadro paesaggistico. L’attività agricola non verrà compromessa. Tale zone di tutela paesaggistica
sono previste nella Val Sarentino per
quattro areali.
•
Dietro a Campolasta s’innalza la montagna di „Gentersberg“ separando le
due valli di Valdurna e di Pennes. Nel
settore inferiore il terreno con un’inclinazione media è caratterizzato oltre
dalla chiesetta S. Valentino dai masi
sparsi situati in mezzo alle superfici
agricole. Lungo i bordi dei prati oppure
lungo le strade ed i fossati si trovano
spesso impressionanti siepi che hanno
un valore paesaggistico ed ecologico.
Meravigliose strutture di siepi al „Gentersberg“
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•
A sud di Valdurna il terreno ad ovest
del torrente s’innalza in maniera ripida.
Per causa del sottofondo poco stabile il
pendio offre una morfologia discontinua
con un alto numero di gobbe e conche,
che ottiene un’ulteriore arricchimento
dalla presenza di cespugli sparsi che
sottolineano la sensibilità paesaggistica
della zona.
•
Dietro il Lago di Valdurna si estende
sul pendio esposto a sud collocato
all’inizio della Val Grande un paesaggio
tipico culturale con i masi tradizionali
che sono integrati nei prati a sfalcio e
rappresentano il passaggio tra la zona
idillica intorno al lago e gli spazi vitali,
naturali ed intatti delle monti sarentini.
•
Anche dietro Riobianco si trova un
paesaggio culturale esposto verso sud
che si estende dai dintorni della strada
statale fino alla chiesetta S. Giovanni.
In base alla buona visibilità dalla strada
di transito è opportuno di sottoporre
l’edificazione di questo paesaggio
sensibile ad un ulteriore controllo.
Oltre a queste zone di tutela paesaggistica
che si trovano tutte quante nella fascia degli
insediamenti e che richiedono un’elevata attenzione per quanto riguarda la costruzione
di edifici, sono state individuate ancora tre
zone estese di tutela paesaggistica nella
fascia montana che dovrebbero contribuire
di conservare il paesaggio tradizionale di
montagna con i suoi habitat particolarmente
sensibili e di mantenere la ricchezza naturale e la variabilità ecologica della zona in
armonia con una coltivazione adeguata
nell’ambito delle malghe. Per causa dei
pendii piuttosto ripidi ed in gran parte
coperti da boschi che si innalzano sopra il
fondovalle, per causa dei terreni scarsi nonché per l’accesso inadeguato della regione
montana, in queste zone possiamo ancora
osservare una naturalezza dei vari habitat
con adeguate condizioni ecologiche che
non hanno subito troppi interventi. In base
ad una meccanizzazione migliorata e crescenti tendenze di razionalizzazione oggi
l’accesso alle zone boschive è facilitato e
con ogni nuova strada forestale si avvicinano anche le zone che si estendono
sopra il limite superiore del bosco.
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Le tre zone di tutela si estendono in gran
parte sopra la fascia boschiva. Il regolamento prevede delle restrizioni per la costruzione e per l’ampliamento di edifici, per
inibire lo sviluppo nascosto di case da
villeggiatura; inoltre è vietata la realizzazione di impianti di risalita e piste da sci,
nonché l’apertura di cave di ogni genere.
Possono essere eseguiti dei miglioramenti
fondiari e delle bonifiche soltanto per
superfici limitati che rendono possibile la
lavorazione dei terreni con mezzi meccanici
evitando però degli spianamenti ampi su
superfici estese. Gli interventi ed i progetti
possibili devono essere sottoposti al parere
dell’Autorità per la tutela del paesaggio.
L’utilizzo forestale si baserà anche in futuro
su obiettivi naturali, favorendo delle tra gli
alberi delle specie adattate al posto. Per
mantenere i prati a larice il prelievo di alberi
e l’estirpazione di ceppaie è generalmente
consentito solo in presenza di sufficiente
rinnovazione del larice stesso. Altri regolamenti riguardano il campeggio con tende,
roulottes e campers, l’accendere di fuochi
ed il sorvolo della zona con aeromobili a
motore.
Zona di tutela paesaggistica
“Monzoccolo“
Le superfici di quota elevata dell’altopiano
del Monzoccolo rappresentano un interesse
sovracomunale, come meta frequentata da
un alto numero di escursionisti. Meravigliosi
prati e pascoli alberati con larice, boschi e
Pittoresche zone boschive con piccole radure e
settori paludosi si estendono sul dosso tra la
Malga Hauserberg e gli ometti dei “Stoanernen
Mandln” e contribuiscono alla variabilità ecologica della zona di tutela paesaggistica.
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prati da sfalcio formano un paesaggio di
alto pregio in tutte le stagioni che si offre
per gite e passeggiate piacevoli. Il paesaggio dolce e pianeggiante con poche
salite rappresenta la base per un’importante
zona ricreativa per le agglomerazioni
urbane della Val d’Adige e per il turismo
locale.
Come è già avvenuto nei comuni limitrofi
del Monzoccolo, anche sul lato sarentino
dell’altopiano verrà estesa la zona di tutela
paesaggistica tra le aree del “Hauserberg” e
quella della Valle del Rio Deserto.
L’obiettivo del vincolo di tutela è di garantire
il mantenimento di questo esteso paesaggio
culturale con i prati alpini sul dosso della
montagna ed i prati a larice di particolare
pregio paesaggistico. Per la sua caratteristica di albero leggero e luminoso con aghi
morbidi e facilmente decomponibili il larice
rappresenta l’albero tipico dei prati e pascoli
alberati, in più favorisce con le sue radici
profonde un’equilibrata circolazioni delle sostanze nutritive nonché del approvvigionamento idrico. In base alla loro ampia
diffusione e per la loro bellezza i prati a
larice rappresentano la tipica forma d’uso
dell’altopiano del Monzoccolo. Il centro della
loro estensione lo troviamo sul Salto e sul
Monte di Meltina, però li troviamo anche sul
lato sarentino nei pressi del “Hauserberg” e
dei Prati di Pozza.
Zona di tutela paesaggistica
”Punta Cervina“
La Punta Cervina rappresenta con 2.781 m
non solo l’elevazione più alta della Val Sarentino, ma fra le montagne dei dintorni di
Merano è anche una punta particolarmente
marcata ed attrattiva. Nei mesi estivi la
fascia alpina offre molte mete per escursioni e gite, mentre in inverno i divertimenti
si concentrano sulla vicina zona sciistica al
sopra di Merano. Per questo già negli anni
70 con il piano paesaggistico sovracomunale “Merano 2000” è stato intrapreso un
primo passo per la tutela di questo paesaggio paesaggistico.
Nella zona di tutela paesaggistica „Punta
Cervina“ troviamo sul lato sarentino la Valle
della Sega e la parte meridionale della Valle
“Grünanger” che già nel piano paesaggistico “Merano 2000” sono state individuate
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La Valle della Sega che si estende da Sonvigo
verso Merano 2000 offre oltre ad un impressionante scenario delle montagne anche meravigliosi laghi, zone umide nonché feroci scanalature erosive nei pressi della linea di dislocazione.
come zona vincolata 1 per le „aree non
antropizzate ancora integre nell’equilibrio
ecologico“. Oltre a queste nel piano presente sono state integrate nella zona di tutela
anche le superfici della Malga “Kesselberg”,
dove si estendono preziose zone umide.
Dietro le sommità dei monti si anche le aree
del Comune di Scena situate sopra Videgg
e Prenn sono integrate nella zona di tutela
paesaggistica.
A prescindere dallo scenario montano particolarmente attrattivo che in base al sottofondo geologico variabile ha creato delle
differenti forme paesaggistiche, la zona ci
offre sotto l’aspetto paesaggistico alcune
singolarità come il frequentato Lago di S.
Pancrazio o quello di Anteran che si trova
nelle macerie detritiche ai piedi delle Laste
di Videgg. Il largo greto del torrente nella
Valle della Sega e le scanalature nel materiale d’erosione multicolore che si alternano
con le aree di detriti granitici danno a
questo paesaggio una ferocità che si trova
raramente nelle montagne sarentine. In più
ne troviamo diverse zone umide, fra i quali
hanno un notevole valore quelli sui pascoli
di Anteran e della Malga “Kesselberg”.
Zona di tutela paesaggistica
“Alpi della Val Sarentino”
In tutti i programmi degli ultimi decenni, in
molte dichiarazioni della giunta, come fra
altro anche nel piano provinciale di sviluppo
e di coordinamento territoriale del gennaio
1995 gran parte delle montagne sarentine
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costituiscono un parco naturale che si
estende dal Monte Forcella Sarentina attraverso la Cima S. Cassiano ed il Corno di
Tramin al Passo Pennes, continuando
successivamente verso il Corno Bianco ed
la Punta Alpetta. In quest’ottica in gran
parte dei comuni limitrofi sono state individuate delle aree di riserva per completare il
parco naturale. In quanto il più grande spazio vitale collocato nel cuore della provincia,
rimasto finora risparmiato da infrastrutture
nonché dalla mania del accesso garantito
che viene praticato nelle zone di turismo di
massa, qui si è preservato un incomparabile
potenziale naturale per le future generazioni
di valore inestimabile. Visto che il Comune
di Sarentino finora si è espresso contrario
all’idea del parco naturale, una parte di
questo territorio potrà essere conservato
con l’individuazione di una zona di tutela
paesaggistica.
A differenza del parco naturale la zona di
tutela paesaggistica “Alpi della Val Sarentino” si limita soprattutto sulla regione alpina
al di sopra del limite del bosco. Campi di
macerie pietrose e detriti di falda formano
oltre ai prati e pascoli alpini questa originale
regione alpina che affascina con la sua
naturalezza intatta ed offre un’alta variabilità
di differenti forme vegetali ed habitat.
Partendo dai pascoli sotto il Corno di Renon
la zona di tutela paesaggistica “Alpi della
Val Sarentino” si estende verso nord, passando sotto il Monte Forcella Sarentina ed il
Monte Villandro e copre le parti superiori
delle Valli di Gedrum e di Tramin, nonché
della Val Grande e la Val Sebia con le
Panoramica lungo la Valle di Tramin sul Corno
Bianco; poco sopra il fondovalle a Laste si può
notare la strada in salita verso il Passo Pennes.
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Pino mugo ed arbusti nani dominano l’immagine
paesaggistico sopra il limite superiore del bosco.
regioni alpine intorno al Plankenhorn, la Cima S. Cassiano ed il Corno di Tramin. Una
propaggine si estende lungo la cresta di
Gentersberg fino al limite del bosco sotto la
Cima Rodella, mentre il ramo settenarionale
passa attraverso il Montaccio ed il Passo
Pennes fino al Corno Bianco integrando
ampie zone della Valle di Sottomonte.
Sui pascoli domina spesso il cervino fra il
quale troviamo rododendri ed altri arbusti
nani nonché campi di pino mugo. Non a caso troviamo in questa zona anche lo sfruttamento economico del pino mugo per la
produzione del olio di pino. I settori pianeggianti e le depressioni sono ricoperti da zone umide e laghetti e vengono attraversati
da ruscelli con vari corsi d’acqua oppure da
meandri. Successivamente questi torrenti
attraversano la zona boschiva i ripidi corsi
d’acqua, gole e cascate, regalando al
paesaggio un aspetto feroce come salta
nell’occhio nella Valle di Tramin. I campi di
detriti di roccia sono popolati da diversi
licheni che rappresentano il primo stadio
della formazione di terreno vegetativo.
Verso i boschi appaiono alberi ed arbusti
tipici: pino cembro, abete rosso e larice
rappresentano anche gli alberi principali dei
boschi adiacenti ai quali si mescolano salici,
il sorbo degli uccellatori ed il sambuco
montano. In questo ambito naturale si
trovano anche gli alberi più vecchi dell’alto
Adige: cembri di età oltre i 1000 anni si
sono mantenuti nelle zone isolate di Pechöl
e della Valle di Tramin. Nei pressi del Corno
Bianco troviamo invece sul sottofondo
calcareo nuovi elementi floristici che offrono
un’ulteriore arricchimento della grande
diversità di specie.
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In base a questa ricchezza ecologica ed
alla varietà di differenti forme vitali, questo
territorio è caratterizzato da un’alta importanza paesaggistico-ecologica che va oltre il
limite comunale. Con l’individuazione come
zona di tutela paesaggistica si cerca di
contribuire a mantenere questa zona nella
sua naturalezza in armonia con la sua
coltivazione tradizionale.
Zone di interesse paesaggistico
L’intero territorio comunale escluse le zone
abitative e produttive fornite di piano di
attuazione approvato ai sensi dell’articolo 6,
comma 3 della legge provinciale n. 16/1970
viene definito come zona di interesse
paesaggistico. Sono comprese quindi in tale
categoria anche tutte le zone di
insediamenti ed infrastrutture non fornite di
piano di attuazione. In generale, per
garantire a queste superfici uno sviluppo
sostenibile sono sufficienti gli strumenti
urbanistici nonché la legislazione vigente in
materia forestale. L’autorizzazione di tutela
paesaggistica, di regola, viene concessa dal
sindaco.
Di particolare importanza sono i terreni agricoli. Queste superfici con i masi caratteristici, edificati secondo tipiche tecniche di
costruzione locali, sono una componente
importante della tipologia paesaggistica
esistente. Rappresentano un paesaggio
modificato per mano dell’uomo nel corso del
tempo e sono espressione della tradizione
storico-culturale della zona. L’individuazione
come zona di interesse paesaggistico persegue l’obiettivo di garantire – senza limitare l’attività agricola – un inserimento armonico delle costruzioni ammesse ed un
loro adattamento alla struttura paesaggistica ed insediativa esistente.
I boschi, i prati e pascoli alberati, le zone
rocciose, il verde alpino con i pascoli
nonché i castagneti, le zone umide e le
acque dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale sono di particolare
importanza, sia come fattore determinante
per la protezione ed il microclima, sia
perché formano un habitat ideale per tutta
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I prati a larice formano il tipico immagine paesaggistico del Monzoccolo; li possiamo trovare
anche sul lato sarentino sopra Pozza e sopra il
bosco di Vormes.
una serie di specie animali tipiche e sono
parte integrante fondamentale della struttura della zona, del suo equilibrio ecologico
e della sua funzione ricreativa.
Ad una particolare tutela sono sottoposti i
prati e pascoli alberati. La rada presenza
di alberi, in gran parte di larice, non risulta
solo in un arricchimento del quadro paesaggistico, inserendo un’altra variazione, ma
protegge questi terreni anche dall’inaridimento, migliora il microclima riparandolo dai
venti, impedisce la dispersione della neve,
chiude con l’apparato radicale profondo
degli alberi il ciclo delle sostanze nutritive e
filtra un po’ i raggi del sole. Ne conseguono
migliori condizioni di crescita per l’erba e le
piante. Fondamentalmente l’utilizzazione
forestale deve essere limitata alla crescita
naturale e si deve provvedere alla rinnovazione degli alberi. Laddove si denota una
certa preponderanza dell’ abete rosso,
questo dovrebbe essere tagliato più degli
altri alberi, perché può soppiantare le altre
specie arboree e provocare oltre ad
un’uniformazione del quadro paesaggistico
anche danni considerevoli all’utilizzazione
agricola. Come albero a radici superficiali
influisce su un’area piuttosto estesa sulla
crescita dell’erba, perde aghi più difficilmente decomponibili e produce più ombra.
Si deve rinunciare ad asportare le ceppaie,
in quanto il rilievo mosso del terreno è una
caratteristica di queste superfici alberate e
proprio i punti con i ceppi sono interessanti
per la rinnovazione degli alberi.
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Appaiono come testimoni dell’influenza del clima
submediterraneo i castagneti che a sud del territorio comunale si schierano sui pendii della gola.
Sono stati individuati fra altro anche i
castagneti che nonostante un’estensione
su poche superfici danno un particolare
valore al paesaggio e ospitano inoltre
notevoli esemplari singolari. Una fauna
caratteristica, in gran parte ritirati (picchi,
uccelli che covano in caverne e altri) trova
un habitat adeguato nei vecchi alberi. A
Sarentino i castagni sono situati quasi
esclusivamente nella zona della terrazza
intermedia a quota 500-600 m.s.l.m., dove
crescono nella fascia tra le zone ad uso
agricolo ed i boschi del pendio.
Oggi i castagneti sono spesso in uno stato
di abbandono. Sono invasi da altre specie
arboree che restringono lo spazio necessario ai castagni e rappresentano per questi
ultimi una concorrenza inconsueta. Inoltre
c’è una malattia causata da un fungo, il
cosiddetto cancro del castagno, che mette
in pericolo i castagni, per cui molti di questi
bellissimi alberi deperiscono e muoiono. In
molti castagneti, quindi, sarebbero urgentemente necessarie opportune cure colturali, tra cui diradamenti, sostituzione delle
piante morte con piante giovani e nel caso
di esemplari particolarmente belli ed
imponenti si potrebbero eseguire anche
degli interventi dendrochirurgici. Per questi
lavori di cura l’amministrazione provinciale
concede contributi.
Anche le zone umide vengono generalmente individuate nel piano paesaggistico,
perché queste oggigiorno sono state in gran
parte eliminate oppure fortemente ridotte
nella loro estensione. Le zone umide
rivestono molteplici funzioni di ecologia
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paesaggistica. Esse arricchiscono il paesaggio, ma rappresentano soprattutto degli
habitat di alto valore per molte specie
vegetali ed animali minacciate. Va citata
anche la loro importanza per l’equilibrio
idrico grazie alla loro funzione di serbatoio.
Per questo motivo tutte le zone umide
anche se non sono appositamente vincolate
come monumento naturale o biotopo, sono
degne di essere conservate e non possono
essere prosciugate. Nella Val Sarentino la
maggior parte delle zone umide si trovano
nella regione alpina, al di sopra del limite
superiore del bosco, dove troviamo le aree
pianeggianti delle montagne e dove si
riduce anche l’evaporazione.
Biotopi
Il presente piano paesaggistico prevede
l’individuazione di 4 biotopi. A differenza dei
monumenti naturali queste superficie da
biotopo hanno un alto valore ecologico di
interesse sovracomunale, sia in quanto
riguarda l’aspetto botanico che anche quello
zoologico.
Come menzionato anche nella premessa, è
stata effettuata già nel 1976 l’individuazione
del biotopo dei Gisser Auen a Riobianco.
Nell’ambito dell’elaborazione del presente
piano paesaggistico questo biotopo viene
confermato con una delimitazione parzialmente modificata. Per causa della continua
La zona ad ovest viene attraversata da numerosi
ruscelli che creano una serie di differenti habitat
umidi e paludosi, offrendo così un ampio
mosaico di spazi vitali idonei per le esigenze di
diverse associazioni vegetali e animali .
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prati da pascolo, fra i quali troviamo zone
ghiaiose di modesta estensione. Nella zona
orientale si estende un bosco di abete rosso
tendenzialmente umido, il suolo del quale
viene coperto soprattutto da muschi e
mirtilli. A nord-ovest si trasforma in un
pascolo magro, mentre a sud viene
sostituito da zone più umide che in parte
vengono attraversate da fossi aperti
Le tamerici minori crescono sulle superficie
ghiaiose e pianeggianti nel greto del torrente che
regolarmente vengono inondate. Se queste aree
si prosciugano con il tempo la tamerice viene
sostituita da saliceti.
sistemazione dei torrenti la tamerice minore
nell’Alto Adige si è fatta molto rara, una dei
punti di ritrovo più importanti si trova nei
pressi del Talvera a Riobianco e per questo
è stato tutelato come zona Natura 2000
Il biotopo ha una superficie complessiva di
ca. 17,6 ettari e si ripartisce in differenti tipi
di habitat. Nella parte occidentale sboccano
in vicinanza al Talvera alcune sorgenti, che
alimentano diversi ruscelli e fossi che attraversano i prati paludosi prima di confluire
in un torrente che si immette dopo ca. 300
m a sud della zona d’origine nel Talvera.
Nei pressi dei fossi e dei ruscelli vi crescono
associazioni rigogliose del Billeri amaro.
Questa palude a grandi carici fra i quali si
trova anche la carice rigonfia si prosciuga
vero est trasformandosi in un pascolo
umido. Sui prati umidi e paludosi crescono
altre specie di carici, la Calta palustre,
l’Orchidea di Fuchs ed altre piante dei
terreni umidi. Le acque dei ruscelli sono
oligominerali, freddi, morbide e ricche di
ossigeno. Oltre alla Trota fario troviamo
anche in una notevole quantità il Salmerino
di fontana che si nutre principalmente da
larve di insetti. Dovrebbe trattarsi della
maggiore presenza naturale di questo
pesce in Alto Adige.
Lungo il torrente Talvera cresce come è già
stato menzionato il tamerice minore, accanto a diverse specie di salice. Sulle superficie
in passato inondate i cespugli di salici si
alternano con superfici ghiaiose, sui terreni
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All’ombra della montagna vicina si trova a
poca distanza da Pennes nei pressi del
torrente Talvera il biotopo „Kirchermoos“.
Per causa dell’altitudine notevole e dell’insolazione insufficiente si è mantenuta finora
questa zona paludosa su una superficie di
ca. 3,3 ettari che viene sfruttata come
pascolo estensivo. In diversi punti la superficie viene attraversata da ruscelli che si
alimentano da sorgenti ai piedi dei pendii
per immettersi di seguito nel Talvera. Di
conseguenza si ha un alternarsi di zone
umide con acque stagnanti e scorrenti, con
flusso lento oppure sguazzante che dimostrando differenti qualità ecologiche. In
primavera questi fossi brulicano di rospi e
girini. Nella vegetazione troviamo Veronica
beccabunga, Calta palustre e la Carice
rigonfia nei settori bagnati che verso le zone
meno umide vengono sostituite da diverse
carici e giunchi con garofanino, cardo di
palude ed equiseto, ai quali nelle parti
marginali ed asciutte si associano diverse
graminacee. In prossimità al torrente
Talvera si trovano sporadicamente diversi
ontani verdi.
In autunno si fa notare lo stato marrone e appassito della zona paludosa „Kirchermoos“ in vicinanza del Talvera che si differenzia dai prati
adiacenti e fertilizzati di colore verde-vivace.
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Con la sua forma snella ed eretta la Gramigna
liscia domina l’immagine con la quale si presenta
la torbiera bassa del “Stallner See”.
Al di sopra del Bosco di Vormes a sud del
territorio comunale si trova ad un’altitudine
di quasi 1720 m il biotopo „Stallner See“.
Si tratta di una lunga torbiera in sella della
montagna con un a superficie di poco più di
un ettaro, situata in mezzo ad un bosco
chiuso. Verso nord e verso sud questa zona
viene prosciugata da due vallette umide con
piani intermedi successivi, mentre sugli altri
due lati il terreno si sviluppa in salita. A nord
della torbiera bassa spesso si trovano
piccoli stagni, mentre il terreno si prosciuga
leggermente verso sud. Queste superfici
piuttosto asciutte sono ricoperte da erica,
mirtilli neri e falsi, con sparsa presenza
troviamo la gramigna lisca e la Spigarola
delle foreste. Con l’aumento dell’umidità si
fa larga la vegetazione specializzata, oltre
alla gramigna liscia vi crescono pennacchi e
carici, lo strato inferiore popolano muschi,
mirtilli rossi e la Cinquefoglia tormentilla.
Verso nord aumenta il numero dei fossi e
dei stagni con la relativa vegetazione
acquatica. Verso le alture a est ed ovest
della zona umida si è formato una cintura di
pino mugo largo ca. 10 m con mirtilli neri,
rossi e falsi e con la gramigna liscia, successivamente inizia il bosco di abete rosso,
che è tipico per questa posizione.
A poca distanza dal biotopo “Stallner See“
si trova Torbiera di pino mugo Hauserberg. Su una superficie quasi pianeggiante
di 3,4 ettari che si estende ca. 30 m sopra
le aree da pascolo della vicina malga
Hauserberg, si trovano ad un’altitudine di
1770 m s.l.m. diversi campi di pino mugo,
che sono attraversabili soltanto sui sentieri
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frequentati, offrendo nelle altre zone un
riparo sicuro per diversi animali selvatici ed
uccelli. Sopra il zoccolo in porfido che ha
costruito questo piano rialzato, emergono
dal groviglio dei pini dominanti radi abeti
rossi e larici. Nello strato inferiore si fa larga
una vegetazione che riesce a subire le
condizioni acide: sfagni, mirtilli rossi e la
Cinquefoglia tormentilla, fra i quali sono
sparsi mirtilli neri e falsi. Tra le graminacee
vi crescono la gramigna liscia ed i pennacchi, in posizioni asciutte anche il Cervino.
Nelle zona marginali si trovano erica, oltre a
questi anche ontani verdi e cembri.
Monumenti naturali
Nel territorio della Val Sarentino sono stati
individuati 16 monumenti naturali. Si tratta
di laghi e zone umide di modeste dimensioni, attrazioni geologiche e idrologiche,
nonché di monumenti arborei impressionanti che dimostrano un eminente bellezza
paesaggistica ed un alto grado di naturalezza, che sotto l’aspetto paesaggistico-ecologico giustificano l’impostazione del vincolo.
Nella scelta dei monumenti naturali si è
cercato di individuare soltanto gli oggetti più
importanti e pronunciati, oltre a questi la
superficie comunale offre ancora un alto
numero di elementi interessanti e attraenti
fra i quali alberi singoli, formazioni geologiche, cascate, laghi e zone paludose o altri
fenomeni naturali che danno il loro contributo alla ricchezza del territorio.
Sfagni accompagnati da felci, mirtilli rossi e la
Cinquefoglia tormentilla dominano la vegetazione che copre il terreno sotto i pini mugo nei
pressi della Malga Hauserberg.
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Tra i monumenti naturali si trovano i laghi di
montagna più belli e grandi della Val Sarentino. È da nominare in prima linea il Lago di
Valdurna che inserito nei boschi alla fine
della Valdurna rappresenta un idillio paesaggistico che ogni anno viene ammirato e
contemplato da un alto numero di visitatori.
La vecchia diga ha allargato la superficie
acquatica che copre praticamente l’intero
fondovalle, il potenziamento della diga per
la produzione di energia elettrica è stato
impedito fortunatamente dal sottofondo
geologico molto instabile, e per questo si è
potuto conservare il tradizionale immagine
paesaggistico con il pittoresco paese accanto alla chiesa, completato dai prati e
boschi adiacenti.
Ma anche i laghi dei monti situati nelle zone
superiori rappresentano dei gioielli paesaggistici: il Lago di San Pancrazio e quello di
Anteran ad ovest, il Lago di Gedrum ad
est, nonché il centrale Lago Rodella sono
dei laghi oligominerali con acque chiare e
fredde che si inseriscono in modo pittoresco
nelle aree povere e pietrose dei dintorni. Di
minore superficie è invece il Lago Seeberg,
ma nel monumento naturale sono state integrate anche le adiacenti zone umide, cosi
che oltre al valore estetico-paesaggistico
viene considerato anche l’arricchimento
ecologico della zona. Anche le zone umide
delle Malghe di Anteran e “Kesselberg”
offrono oltre a stagni di estensione moderata anche ampie zone paludose di torbiera
con pennacchi e carici nonché rappresentanti delle associazioni delle vallette nivali
Poco distante dal Passo Pennes si trovano tre
laghi: mentre in quello maggiore si trova soltanto
una vegetazione rada, gli altri due stagni sono
ricoperti quasi completamente da associazioni
delle torbiere basse alpine.
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Il Lago Rodella si trova in zona alpina sul dosso
del “Gentersberg“ sopra Campolasta ed è situato
in una conca poco sotto la cresta della montagna
che divide la Valdurna dalla Val di Pennes.
che sono intergrate nei pascoli dei dintorni
coperti dal Cervino. Purtroppo queste
superfici subiscono danni da pascolo e
vengono caricati con sostanze nutritive che
compromettono questi habitat preziosi.
I Laghetti al Passo Pennes ottengono per
la loro posizione in vicinanza al rifugio nei
pressi della strada del passo un’ulteriore
importanza, in quanto sono facilmente accessibile e quindi vengono visitati da tanti
passanti che si fermano sul giovo per fare
una breve passeggiata. In questo contesto i
stagni con le zone umide coperte da pennacchi, muschi e carici si offrono come
meta dell’escursione che in autunno mette
in scena uno spettacolo in colore verderosso che si distingue fortemente dai pietrosi pascolo al Cervino circostante. Anche il
Lago Moarwald nella zona boschiva sopra
Riobianco presenta oltre una superficie
acquatica aperta ampie zone paludose nei
quali oltre ai giunchi e carici è diffuso anche
il Migliarino maggiore con le gobbe rialzate.
Il monumento naturale Paesaggio fluviatile
della Valle Sottomonte non affascina per
vaste paludi ma con le sue ampie zone di
inondazione. Per causa della posizione fuori
mano il greto del torrente Riobianco non è
stato sistemato cosi che si potevano
conservare vaste superficie ghiaiose con
torrenti diramanti e continue modifiche dei
flussi di materiale detritico. Il fatto che in
questo originale paesaggio fluviatile il tritone alpino deposita le sue uova aumenta
ulteriormente il valore della zona sotto
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nell’isolamento di “Pechöl” e sulla Malga
Tramin. Sono da considerare gli alberi più
vecchi dell’Alto Adige e hanno in questo
ambito oltre alla loro importanza botanica
anche un valore storico. In più ne troviamo
nei pressi del Maso Trienbacher un abete
rosso che con la sua altezza supera
notevolmente gli alberi del bosco adiacente.
Elementi strutturali paesaggistici
La sorgente del „Förchwasser“ di dentro coloro i
dintorni con i suoi deposizioni di coloro rossomarrone. Anche ben cento metri sotto la
sorgente il greto colorato del ruscello fa notare il
contenuto del ferro nell’acqua.
l’aspetto paesaggistico-ecologico. Il prelievo
di ghiaia nella parte inferiore non viene
compromesso con l’individuazione del
monumento naturale.
Altri monumenti naturali li troviamo nelle
Pareti in tuffo porfirico a Vormeswald
che emergono in modo impressionante
sopra strada d’accesso ai masi, nonché le
sorgenti ferruginosi dei “Förchwasser” di
fuori e di dentro situate sul dosso del
“Gentersberg” alle acque dei quali vengono
attribuiti effetti curativi.
Un’importanza che supera il confine comunale lo troviamo sicuramente nei cembri
millenari che si sono potuti conservare
Nel regno degli alberi giganti millenari: sui pendii
ripidi e malamente accessibili a „Pechöl“ ne
troviamo i cembri più vecchi dell’Alto Adige.
Nonostante la crescita frenata poco sotto il limite
boschivo si presentano degli alberi monumentali
che ci rivelano questo spazio vitale intatto.
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Tutti i muri a secco ma anche gli argini in
pietrame, le vie lastricate (e i resti di
queste), le siepi ed i boschetti vengono
tutelati, perché abbelliscono il paesaggio
coltivato ed offrono un habitat ad un gran
numero di specie animali e vegetali. Anche
altri percorsi di interesse storico-culturale
possono essere valorizzati insieme alle loro
recinzioni tradizionali in legno e sono da
conservare.
I corsi dei torrenti ed i fossi di bonifica
nelle zone agricole, dal punto di vista della
tutela naturale, rivestono una particolare
importanza come habitat acquatici. Rappresentano importanti corridoi naturali. Soprattutto nelle zone più fortemente antropizzate
la loro funzione ecologica è comunque in
gran parte danneggiata in modo rilevante (a
causa dell’edificazione, del restringimento e
raddrizzamento, dell’inquinamento idrico e
le derivazioni d’acqua) e con ciò anche la
flora e la fauna che sono legate a queste
posizioni. Per gli anfibi, ma anche per altri
animali in pericolo di estinzione, questi fossi
rappresentano dei rifugi insostituibili. Da
non trascurare, infine, gli uccelli acquatici
che soprattutto durante il periodo della
nidificazione e della cova sono molto
sensibili ai disturbi. È importante anche la
presenza di una vegetazione ripariale intatta
e spontanea che è parte integrante di
qualsiasi corso d’acqua. Per questi motivi
tutti i fossi di bonifica non possono essere
interrati o incanalati.
Lo sfalcio delle scarpate dei fossi dovrebbe
essere eseguito piuttosto tardi e solo a tratti
per non togliere agli animali (soprattutto agli
uccelli giovani) ogni possibilità di rifugio. Lo
sfalcio ha una sua influenza anche sulla
composizione floristica delle scarpate.
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Fondamentalmente si dovrebbe falciare il
meno possibile, affinché si possa insediare
una vegetazione ripariale più naturale e
variegata.
Tutela degli alberi
Al patrimonio arboreo ed in generale al
verde delle zone abitate spettano funzioni
molto importanti. Lo spazio occupato dagli
insediamenti umani aumenta continuamente e di conseguenza si accresce la necessità di lasciare alla natura il suo spazio
anche in tali aree. Le aree verdi rappresentano un habitat naturale per numerose
specie vegetali e animali e contribuiscono
quindi alla conservazione della biodiversità.
Ogni macchia di verde urbano rappresenta
anche terreno in filtrabile che contribuisce
quindi a salvaguardare il livello della falda
freatica ed a diminuire il deflusso superficiale delle acque piovane. Anche l’immagine del paese viene caratterizzato decisamente dal verde esistente e particolarmente
gli alberi ad alto fusto saltano nell’occhio.
Altre funzioni importanti sono la protezione
dal vento e dai rumori, nonché il contenimento del livello di inquinamento (polvere e
sostanze nocive). Generalmente il verde
nelle zone abitate ha un effetto sostanziale
sulla qualità della vita delle persone
residenti, tra i cui bisogni c’è anche un buon
contatto con la natura. Per questi motivi il
verde è da trattare con la necessaria
precauzione.
Per il taglio degli alberi nelle zone abitate,
nonché degli alberi da frutto ad alto fusto e
quelli ornamentali nel verde agricolo non è
previsto il previo nulla osta da parte
dell’autorità forestale. In questi casi, d’ora in
poi, deve essere richiesta l’autorizzazione
paesaggistica da parte del sindaco se le
piante hanno raggiunto uno sviluppo in
diametro del fusto superiore a 30 cm (misurato all’altezza del petto d’uomo).
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Da secoli gli alberi da frutta vengono piantati in
vicinanza degli edifici. Oltre allo sfruttamento
della frutta emanano un alto fascino paesaggistico con effetto stimolante sull’inserimento
delle costruzioni nel quadro ambientale.
Si deve sottolineare in questa occasione il
valore degli alberi da frutto sparsi. I vecchi
peri e meli nell’ambito dei paesi o presso
masi singoli rappresentano elementi pregevoli del paesaggio coltivato e rivestono una
grande importanza paesaggistica. Sono
testimonianza di un antico modo di praticare
la frutticoltura e in molti casi vi sono fra loro
magnifici esemplari, che non risaltano tanto
per la loro grandezza, quanto per la loro
età, per i tronchi nodosi e la fitta ramificazione. Numerosi animali minuti del
paesaggio culturale che sono minacciate
nella loro esistenza trovano qui un ultimo
rifugio. I fiori e frutti sugli alberi sottolineano
la loro importanza per il paesaggio. Infine,
non può essere dimenticata la produzione
della frutta (trattandosi di una produzione
biologica), che si può avere con cure
colturali relativamente limitate.
Zone di tutela archeologica
Le zone di tutela archeologica vengono
inserite nella cartografia secondo le indicazione della Ripartizione Beni culturali, che è
competente anche delle autorizzazioni di
scavo.
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4. Sviluppo e cura del paesaggio
I vincoli paesaggistici non
bastano
Il presente piano rappresenta quasi esclusivamente uno strumento di tutela per singole zone e per determinate specie animali
e vegetali, per elementi naturali e culturali
ecc. Ma la tutela da sola non basta. Il paesaggio è sottoposto ad un continuo sviluppo, che va pilotato. Soprattutto i settori della
cura e della valorizzazione del paesaggio
(eliminazione di deficit di ecologia del
paesaggio, rinaturalizzazioni) hanno bisogno di ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia
il paesaggio coltivato che gli insediamenti.
Si tratta di misure di tutela attiva del
paesaggio per le quali è particolarmente
richiesta l’iniziativa delle autorità locali o
degli utilizzatori ed ha poco senso che esse
vengano imposte dall’alto (come formalmente accade nel caso delle misure di
tutela).
Linee guida natura e paesaggio
in Alto Adige
Le linee guida natura e paesaggio in Alto
Adige - il piano di settore LEROP per quanto attiene alle materie natura e paesaggio –
contengono direttive generali e strategie di
attuazione per la salvaguardia a lungo termine del paesaggio altoatesino quale
spazio naturale, di vita ed economico. La
sola autorità preposta alla tutela del paesaggio non riesce a raggiungere questo
obiettivo. È necessario coinvolgere in questo compito tutti i settori che fruiscono del
paesaggio (agricoltura, foreste, idrologia,
turismo, tempo libero e attività ricreative,
urbanistica). Il suddetto piano analizza
ampiamente i punti di contatto fra i vari
fruitori del paesaggio, i potenziali conflitti,
come pure gli interessi comuni. Inoltre, nelle
linee guida sono rappresentati gli strumenti
e le strategie di tutela della natura e del
paesaggio.
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Nel piano di settore LEROP vengono definite le
direttive per la pianificazione paesaggistica
Il piano di settore fornisce anche una
rappresentazione del paesaggio altoatesino
in varie fasce paesaggistiche; per ciascuna
di esse vengono descritti l’importanza della
tutela della natura, i rispettivi problemi e
conflitti, le finalità di utilizzo, le finalità di
tutela o di sistemazione e le misure necessarie per realizzare tali obiettivi. Perciò, per
il lavoro quotidiano di tutela della natura e
del paesaggio all’interno dei Comuni,
proprio questa parte del piano di settore
può rappresentare un ausilio interessante.
Secondo le linee guida natura e paesaggio
in Alto Adige il territorio comunale di
Sarentino è suddiviso in 6 fasce paesaggistiche. Qui di seguito sono elencate le
suddette sei fasce insieme alle misure di
gestione previste dal piano di settore per
un’attiva tutela del paesaggio:
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Ripartizione 28 - Natura e paesaggio
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Autonome Provinz Bozen - Südtirol
a) Fascia paesaggistica – Insediamenti
Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
c) Fascia paesaggistica – Versanti
delle valli a vegetazione submediterranea
Provvedimenti:
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evitare la dispersione degli insediamenti
realizzazione a regola d’arte di case (integrazione nel paesaggio e nelle costruzioni
esistenti, scelta del materiale, riutilizzo delle
acque piovane, evitare di sigillare il terreno,
infiltrazione delle acque piovane ecc.)
mantenimento e creazione di aree verdi (fra
cui anche rinverdimenti di tetti e facciate) e
cura del verde secondo criteri di naturalità
mantenimento degli elementi ecologici degli
insediamenti e loro collegamento con il
territorio circostante attraverso siepi, viali
ecc.
piani ecologici di attuazione e di recupero
predisposizione di piani di gestione del
verde
elaborazione di un regolamento del verde
urbano
sviluppo delle reti pedonali e ciclabili
creazione di zone ricreative attraenti
Provvedimenti:
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b) Fascia paesaggistica – Fondovalle
e zone limitrofe a prevalente
coltura foraggera e arativa
Provvedimenti:
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sospensione degli incentivi per l’eliminazione di elementi rilevanti per il paesaggio,
nonché il prosciugamento di zone umide e
l’irrigazione di zone aride, incentivi per la
rinuncia all’impiego di fertilizzanti
mantenimento di superfici residue seminaturali, nonché conservazione e promozione di un utilizzo sostenibile con intensità
di utilizzo graduate (mosaico di utilizzo)
messa a punto di programmi per la valorizzazione del paesaggio rurale e di programmi
incentivanti ai fini della salvaguardia di prati
ricchi di specie
densità di bestiame rapportata alle caratteristiche dei siti, regolamento sull’utilizzo del
liquame, ridurre la quantità di fertilizzanti
mantenimento dei contributi per la cura del
paesaggio ai fini della conservazione dei
sistemi d’irrigazione tradizionali
riattivazione di aree naturali di esondazione
(p. es. prati umidi), nonché predisposizione
di direttive per la rivitalizzazione di corsi
d’acqua, acque stagnanti e fossati
individuazione di zone off-limits per la
lavorazione della ghiaia, prescrizioni sulla
rinaturalizzazione
attività edilizia paesaggisticamente compatibile
definizione paesaggisticamente compatibile
della capacità ricettiva delle zone turistiche
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Abteilung 28 - Natur und Landschaft
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mantenimento dell’attuale struttura di utilizzo
attraverso la precisa applicazione della
legge forestale al fine di evitare un ampliamento strisciante di superfici coltivate nelle
foreste fitte
rielaborazione del sistema di incentivi
agricoli per favorire una gestione estensiva e
mantenimento della struttura a piccole
superfici del sfruttamento agricolo
cura mirata del bosco al fine di respingere la
robinia e di altri alberi estranei
consentire il pascolo boschivo come strumento per diradare i boschi (ad es. limitari di
boschi radi di roverella)
mantenimento dei prati ardii liberi attraverso
il pascolo
divieto di ampliamento dell’area edificabile
nelle aree insediative disperse
incentivi alla coltivazione di frutteti tradizionali ad alto fusto
nell’ambito dell’ordinamento forestale va
conservato l’utilizzo del bosco ceduo quale
forma di utilizzo ecologicamente favorevole
va portato avanti il sostegno ai castagneti
soprattutto la cura del sottobosco e della
rinnovazione
d) Fascia paesaggistica – Zone agricole di montagna
Provvedimenti:
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mantenimento delle forme tradizionali della
coltivazione e adattamento graduale della
concentrazione del bestiame
riduzione del grado di intensità tramite
incentivi con premi per il mantenimento e la
cura del paesaggio
sovvenzioni per il mantenimento e la cura di
elementi paesaggistici (siepi, muri a secco,
argini in pietrame, siepi, ecc.)
eliminazione degli incentivi per modifiche del
terreno, eliminazione di elementi strutturali
rilevanti per il paesaggio, prosciugamento di
siti umidi, irrigazione di siti aridi
verifica degli incentivi alla costruzione di
allacciamenti viari
disciplina del pascolo boschivo in base alle
caratteristiche dei siti
tutela delle acque (sistemazione ecologica
dei ruscelli, rivitalizzazione, regolamento
sull’utilizzo del liquame, zone di tutela idrica
ecc.)
definizione della capacità ricettiva compatibile al paesaggio in regioni turistiche
predisposizione di inventari paesaggistici e
di piani per la valorizzazione del paesaggio
rurale
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Autonome Provinz Bozen - Südtirol
e) Fascia paesaggistica – Bosco
Provvedimenti:
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mantenimento delle associazioni di bosco
come obiettivo generale e individuazione di
zone di tutela per boschi rappresentativi
estromissione di zone sensibili per la tutela
di specie minacciate (ad es. rapaci)
gestione boschiva seminaturalistica
determinazione dei provvedimenti per la
cura dei margini boschivi (incentivi)
mantenimento delle forme tradizionali di
utilizzo molteplice del bosco (ad es. pascolo
boschivo)
determinazione del corretto fabbisogno di
strade forestali con rispettiva salvaguardia
dell’ambiente
determinazione ed attuazione dei piani di
abbattimento degli ungulati e abbandono
della pratica di foraggiamento degli ungulati
limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e limitato impiego di cannoni da neve
f) Fascia paesaggistica – Ambiente
alpino ed alte quote
Provvedimenti:
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mantenimento dell’alpeggio tradizionale con
un adattamento graduale delle intensità
d’utilizzo (adeguamento della densità dei
capi di bestiame)
gestione dell’utilizzo tramite un sistema di
incentivi all’agricoltura orientato all’aspetto
ecologico
eliminazione degli incentivi alle modifiche
paesaggistiche ed alle opere di prosciugamento
predisposizione di inventari paesaggistici e
di piani per la valorizzazione del paesaggio
rurale
mantenimento e rigenerazione di ampie
torbiere, tutela di tutte le torbiere esistenti e
delle loro associazioni vegetali generatrici di
materiale torboso
limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e dell’impiego di cannoni da neve
utilizzo del bene idrico pubblico risp. regolazione idrica secondo criteri ecologici (ad es.
interventi di sicurezza di ingegneria
biologica)
regolazione mirata del flusso dei visitatori
(costruzione di sentieri su tronchi d’albero
attraverso le torbiere, recinzione di settori
critici, individuazione di idonei percorsi
equestri, individuazione di zone di rispetto
per la fauna selvatica)
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Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune
L’elaborazione delle linee guida natura e
paesaggio o del progetto di sviluppo paesaggistico rende possibile la partecipazione
attiva del Comune allo sviluppo paesaggistico. Anche l’inventario paesaggistico, il
regolamento del verde urbano, il piano di
gestione del verde per le aree insediative e
il programma per la gestione del paesaggio
culturale contribuiscono ad un miglioramento del tutela naturale e del paesaggio
all’interno del Comune. Infine, essendo
state ampliate le competenze decisore del
Comune, nelle amministrazioni locali è
richiesta una maggiore competenza tecnica.
Per la tutela della natura e del paesaggio il
Comune rappresenta un ambito di attività
molto interessante: da una parte vi si
formano importanti decisioni definitive e
preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo
stretto contatto con la popolazione facilita
l’accettazione dei progetti da parte della
popolazione stessa.
Partecipazione dei cittadini ed
informazione
Importanti punti di incontro fra gli utilizzi e la
tutela paesaggistica (fonte: linee guida natura e
paesaggio in Alto Adige)
Per la realizzazione di misure di tutela del
paesaggio è essenziale la partecipazione
dei cittadini. Uno sviluppo sostenibile del
paesaggio può riuscire solo se le misure
previste vengono sostenute dalla popolazione. Perciò è importante che, sia nella
predisposizione che nella realizzazione di
un piano paesaggistico, vengano coinvolti
tutti i fruitori del territorio, al fine di eliminare
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possibili conflitti di utilizzo. Nell’ambito della
tutela della natura è fondamentale anche
l’informazione generale e l’educazione dei
cittadini, dato che l’uomo rispetta e tutela
solo ciò che conosce!
Misure di promozione
Un ulteriore strumento per la cura del
paesaggio è rappresentato dalle misure di
promozione. La Provincia autonoma di
Bolzano, tramite il regolamento CE n.
1257/99, elargisce premi per la cura del
paesaggio a favore di una agricoltura
ecocompatibile. Esistono ad esempio
premi incentivanti per la coltivazione e la
cura di prati di montagna ricchi di specie, di
prati magri, che nel nostro paesaggio sono
stati spesso decimati e i cui resti
contribuiscono ad arricchire il nostro
ambiente. Viene incentivata anche la cura di
prati umidi, paludi e prati in biotopi di bosco
ripariale e vengono erogati premi per la
PG
Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
rinuncia al pascolo nelle torbiere. Altri premi
riguardano la conservazione e la cura di
prati e pascoli alberati con larici, nonché
l’impianto ed il mantenimento di siepi e
cespugli in zone coltivate. In collaborazione
con l’autorità forestale, il Comune può
intervenire per favorire il ricorso a tali
incentivi.
Inoltre sono previsti anche contributi per la
conservazione e la cura di elementi
paesaggistici quali i tetti in scandole e in
paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco,
nonché di altre testimonianze di architettura
rurale e di forme di coltivazione tradizionali.
Altre misure di tutela del paesaggio per cui
sono previsti incentivi sono, ad esempio,
l’eliminazione di recinzioni metalliche, la
posa sotterranea delle condutture a cielo
aperto, la creazione di stagni per anfibi, la
rinaturalizzazione dei corsi d’acqua precedentemente regimentati ecc., nonché vari
progetti di didattica ecologica.
G:\georg\_LSP\Sarntal\BerichtIT_Sarntal.doc
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