premessa - Riza.it

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PREMESSA
La ragione è uno sforzo per conoscere lo sconosciuto,
l’intuizione è l’accadere dell’inconoscibile.
È possibile penetrare nell’inconoscibile,
ma è impossibile spiegarlo.
È possibile sentire l’inconoscibile,
ma è impossibile spiegarlo.
È impossibile spiegare scientificamente l’intuizione, poiché
è un fenomeno che va al di là della scienza ed è irrazionale.
Nella comunicazione verbale può sembrare giusto chiedersi: «È possibile spiegare l’intuizione?». In realtà, il vero
significato di questa domanda è: «È possibile sottomettere
l’intuizione all’intelletto?». Laddove l’intuizione è qualcosa
che trascende l’intelletto, è qualcosa che non appartiene
all’intelletto: proviene da un luogo del tutto ignoto all’intelletto; ecco perché l’intelletto può sentire l’intuizione, ma
non può spiegarla.
Puoi sentire il lampo dell’intuizione, poiché si tratta di un
bagliore improvviso, è un punto di rottura: il tuo intelletto
può cogliere l’intuizione, ma non riesce a spiegarla. Può solo
prendere nota che è accaduto qualcosa di inspiegabile; e
questo perché ogni spiegazione richiede una causalità. Spiegare un evento significa rispondere alle domande: «Dove ha
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L’ISTINTO
avuto origine? Perché è accaduto? Cosa l’ha causato?». E
Se senti che non esiste nulla
l’intuizione scaturisce da una
all’infuori di ciò che puoi
dimensione sconosciuta all’inspiegare con l’intelletto,
telletto; quindi, non essendosei un “miscredente”.
ne un frutto, la mente non
In questo caso continuerai
può scoprirne la causa: non
a vivere nella sfera inferiore
trova nell’intelletto alcuna
dell’intelletto, vi rimarrai
motivazione, né un legame, né
impastoiato e non
una continuità.
permetterai, né al mistero
L’intuizione appartiene a un
né all’intuizione, di parlare
regno del tutto diverso, è
al tuo essere.
totalmente slegata dall’intelletto, sebbene possa penetrare nell’intelletto stesso.
Ed è bene comprendere che
una realtà superiore può penetrare in una dimensione inferiore, mentre alla realtà inferiore è proprio impossibile penetrare nella dimensione superiore; pertanto l’intuizione – una
realtà superiore – può penetrare nell’intelletto, mentre all’intelletto – una realtà inferiore – è assolutamente impossibile
penetrare nell’intuizione.
La stessa cosa vale per altre realtà: la tua mente può penetrare nel tuo corpo, mentre al corpo è impossibile penetrare
nella mente; il tuo essere può penetrare nella tua mente,
mentre alla mente è impossibile penetrare nel tuo essere.
Ecco perché, quando ti addentri nel tuo essere devi separarti
sia dal corpo sia dalla mente: essi non potranno mai penetrare nel tuo spirito, un fenomeno più elevato.
Quando ti addentri in una realtà più elevata, il mondo inferiore degli accadimenti dev’essere abbandonato: nella dimen-
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sione inferiore non esiste alcuna possibilità di spiegazione
della realtà più elevata; infatti in quella dimensione non esistono neppure i termini stessi, utili a spiegarla… sarebbero
del tutto insignificanti.
D’altra parte, l’intelletto può percepire quel lampo, può riconoscere quello squarcio improvviso. Può arrivare a sentire che
“sta accadendo qualcosa che va al di là di me”. E, se si riesce
almeno a lasciare spazio a questo accadimento, è il massimo
che l’intelletto può fare.
Purtroppo l’intelletto può anche rifiutare ciò che è accaduto.
Questo è ciò che si intende quando si distingue tra “avere
fede” e “non avere fede”: se senti che non esiste nulla all’infuori di ciò che puoi spiegare con l’intelletto, sei un “miscredente”. In questo caso continuerai a vivere nella sfera inferiore dell’intelletto, vi rimarrai impastoiato e non permetterai, né al mistero né all’intuizione, di parlare al tuo essere.
È così che opera una persona razionale: non riuscirà neppure a vedere che le è arrivato qualcosa dal trascendente.
Se sei una persona addestrata alla razionalità, non permetterai alla dimensione più elevata di accaderti, la rinnegherai,
dicendo: «Non esiste… dev’essere la mia immaginazione,
devo averlo sognato! A meno che non lo possa provare con la
ragione, non lo accetterò!». Una mente razionale si chiude, si
confina dentro i limiti della ragione; di conseguenza l’intuizione non può penetrarla.
D’altra parte, puoi usare l’intelletto senza rinchiuderti in
esso; in questo caso, adoperi la ragione come strumento e
rimani aperto. Rimani ricettivo alla dimensione superiore e,
se ti accade qualcosa, puoi accoglierlo.
Puoi usare l’intelletto come uno strumento utile: quando
percepisce che “è accaduto qualcosa di inspiegabile, che va al
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di là di me”, ti sta aiutando a comprendere quel bagliore
improvviso, simile a uno squarcio nel buio.
Inoltre, puoi usare l’intelletto per esprimere quel lampo:
non per spiegare, ma per esprimere. Un Buddha non spiega niente: esprime, non spiega; le sue sono espressioni, non
spiegazioni. Tutte le Upanishad esprimono intuizioni, senza
spiegarle. Dicono: «Questo è quanto, le cose stanno così;
questo è ciò che accade. Se vuoi, entra in te stesso, non
vivere all’esterno poiché, dall’esterno, ti sarà impossibile
trovare spiegazioni al tuo mondo interiore. Dunque, entra
in te: vivi nella tua interiorità!».
E anche se entrerai dentro di te, non troverai alcuna spiegazione a ciò che accade: lo vedrai accadere, lo sentirai.
Il tuo intelletto cercherà di comprenderlo, ma è destinato al
fallimento: la realtà superiore non può essere contenuta
dalla realtà inferiore.
L’intuizione viaggia senza alcun tramite: ecco perché è un
balzo, ecco perché è un salto nel buio. L’intuizione balza da
un punto all’altro, senza alcuna connessione tra i due punti:
se vengo da te, facendo un passo dopo l’altro, non ho fatto
alcun balzo; solo se ti raggiungo, senza fare nessun passo,
ho fatto un balzo. E un vero balzo è ancora più profondo:
significa che nel punto A esiste qualcosa, qualcosa che in
seguito esiste nel punto B, ma tra i due punti non esiste
niente… questo è un balzo reale!
L’intuizione è un balzo; non è qualcosa che ti arriva, facendo un passo dopo l’altro. È qualcosa che ti accade, non è
che ti arriva: è qualcosa che ti accade, senza alcuna causa,
qualcosa che non sgorga da nessuna sorgente. Questo accadimento improvviso è un’intuizione! Se non fosse improv10
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visa, se non fosse totalmente
discontinua da ciò che ti stava
L’intelletto è coinvolto
accadendo prima, la ragione
dal conosciuto
ne scoprirebbe il percorso;
e dallo sconosciuto,
impiegherebbe un po’ di
ma
non dall’inconoscibile;
tempo, ma riuscirebbe a scoe l’intuizione opera
prirlo.
con l’inconoscibile,
In questo caso la ragione riuscicon ciò che non potremo
rebbe a venirne a capo, a capire
mai conoscere.
e a controllare l’intuizione.
Se così fosse, prima o poi,
l’uomo potrebbe creare uno
strumento, simile a una radio
o al televisore, per captare e trasmettere le intuizioni.
Se le intuizioni viaggiassero su raggi o come onde, potremmo
costruire un apparecchio per riceverle; invece non esiste un
apparecchio in grado di ricevere le intuizioni, poiché non è
un fenomeno che viaggia attraverso onde. Anzi, non è affatto un fenomeno: è solo un balzo dal nulla al tuo essere.
L’intuizione è proprio questo, ecco perché è rinnegata dalla
ragione: la ragione la nega, perché è incapace di entrare in
contatto con l’intuizione; può entrare in contatto solo con
fenomeni che siano determinati da una causa e che producano un effetto.
Secondo la ragione, nell’esistenza ci sono due dimensioni: il
conosciuto e lo sconosciuto.
E lo sconosciuto è solo qualcosa che non si conosce oggi, ma
un giorno lo potremo conoscere.
Viceversa i mistici dichiarano che nell’esistenza ci sono tre
dimensioni: il conosciuto, lo sconosciuto e l’inconoscibile.
Il mistico definisce “inconoscibile” ciò che non potremo mai
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conoscere. L’intelletto è coinvolto dal conosciuto e dallo sconosciuto, ma non dall’inconoscibile; e l’intuizione opera con
l’inconoscibile, con ciò che non potremo mai conoscere.
Il problema non è il tempo necessario per riuscire a conoscerlo: l’inconoscibilità è una qualità intrinseca di quella
dimensione. Il problema non è che i vostri strumenti non
sono ancora abbastanza sofisticati, o che la vostra logica
non è all’altezza, o che la vostra matematica è rimasta ai primordi: tutto questo non costituisce affatto un problema.
L’inconoscibilità è la qualità intrinseca dell’inconoscibile:
quella dimensione continuerà sempre a esistere in quanto
non conoscibile.
Questo è il regno dell’intuizione.
Quando qualcosa si manifesta dall’inconoscibile, lo fa con un
balzo: senza legami, senza connessioni, senza passaggi da un
punto all’altro. È così immediato da sembrare inconcepibile; perciò, quando ti dico
L’inconoscibile rappresenta
che puoi sentirlo, ma non
la bellezza, il significato,
puoi comprenderlo, sono conl’aspirazione, la direzione:
sapevole di dire qualcosa di
poiché esiste l’inconoscibile,
assurdo, che non ha senso:
la vita ha un significato;
“senza senso” significa solo che
se conoscessimo tutto,
“qualcosa” non può essere
ogni cosa si appiattirebbe
compreso mediante i nostri
e vi sentireste
sensi; e la mente è, tra i nostri
stanchi e annoiati!
sensi, il più sofisticato.
L’inconoscibile è il segreto,
L’intuizione è possibile proè la vita stessa.
prio perché l’inconoscibile
esiste! La scienza nega l’esistenza del divino, argomen-
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tando: «C’è un’unica divisione: il conosciuto e lo sconosciuto. Se esistesse un Dio, lo scopriremmo mediante le
prove di laboratorio: se esiste, la scienza lo scoprirà!».
Di contro, i mistici dichiarano: «Qualsiasi cosa facciate,
nelle fondamenta stesse dell’esistenza rimarrà sempre qualcosa di inconoscibile: un mistero!». E se i mistici non fossero nel giusto, mi sentirei autorizzato a pensare che la scienza distruggerà l’intero significato della vita: se non ci fosse
alcun mistero, andrebbero distrutti l’intero significato della
vita e tutta la bellezza dell’esistenza.
L’inconoscibile rappresenta la bellezza, il significato, l’aspirazione, la direzione: poiché esiste l’inconoscibile, la vita ha
un significato; se conoscessimo tutto, ogni cosa si appiattirebbe e vi sentireste stanchi e annoiati!
L’inconoscibile è il segreto, è la vita stessa.
Dunque, ecco ciò che affermerò: «La ragione è uno sforzo
per conoscere lo sconosciuto, laddove l’intuizione è l’accadere dell’inconoscibile».
Ed è possibile penetrare nell’inconoscibile, ma è impossibile spiegarlo; è possibile sentire l’inconoscibile, ma è impossibile spiegarlo.
Più tenterai di spiegarlo, più ti chiuderai in te stesso; perciò
non cercare di farlo! Lascia che la ragione operi nel suo
campo, ma ricorda sempre che esistono dimensioni più
profonde.
Esistono realtà più profonde che la ragione non riesce a
comprendere. Esistono realtà più elevate che la ragione non
riesce a concepire.
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semplicemente intuitivo!»,
non potresti. Ma una cosa
puoi farla, ora come ora: sarà
Quando inizi a pensare:
sufficiente scivolare dai pen«Io sono la mente», ti trovi
sieri nei sentimenti.
in uno spazio falso.
Il passaggio dai sentimenti
Se sai di non essere
all’intuizione è facile; laddola mente, e di poterla
ve è difficilissimo scendere
padroneggiare, allora
dai pensieri fino all’intuiziola mente è un’ottima
ne. Pensieri e intuizione non
macchina; è molto utile,
s’incontrano mai, sono polae può produrre una
rità opposte: proprio nel
tecnologia validissima.
mezzo si trovano i sentimenti. I pensieri e le intuizioni
sono equidistanti dai sentimenti: partendo dai sentimenti, se vai in una direzione raggiungi i pensieri; se vai nella direzione opposta raggiungi
l’intuizione.
I pensieri e l’intuizione s’incontrano e si fondono nei sentimenti. Nei sentimenti rimane qualche pensiero e anche un
po’ di intuizione.
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Rilassati
Tutte le grandi scoperte scientifiche non sono state prodotte dall’intelletto, ma dall’intuizione. Tutte le grandi scoperte, le grandi intuizioni sono giunte dal trascendente. A partire da Archimede fino ad arrivare ad Albert Einstein.
Conosci la storia di Archimede? Fece la sua scoperta mentre era immerso in una vasca e si godeva un bagno caldo,
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all’improvviso in quello stato di rilassamento… per giorni
si era arrovellato: il re gli aveva posto un quesito ben preciso. Aveva una corona d’oro e voleva sapere se era fatta d’oro
puro, oppure se c’erano sostanze impure mischiate. E voleva saperlo senza che la corona venisse distrutta.
Il rebus era: «Come fare a scoprirlo? Inoltre, quanto oro
conteneva e quante sostanze estranee?». Archimede si era
impegnato a fondo per risolvere quel quesito, per notti non
era riuscito a dormire, ma non aveva trovato il modo di
arrivare a una conclusione. Eppure accadde.
La vasca era piena d’acqua: quando ci entrò, un po’ d’acqua
uscì dalla vasca. Fu un lampo, un lampo di luce, e gli venne
un’idea: «L’acqua che è uscita deve avere qualcosa a che fare
con il mio peso». Qualcosa scattò nel suo cervello: «Se mettiamo dell’oro in una vasca piena d’acqua, ne uscirà un po’,
e questa sarà in relazione con la quantità d’oro».
La cosa lo entusiasmò: era nudo, ma se ne dimenticò, era
troppo euforico; corse per le strade gridando: «Eureka!
Eureka! Ho trovato! Ho trovato!».
Si trattava di un’intuizione, era un lampo d’intuizione, non
una conclusione intellettuale.
Sapevi che Einstein aveva l’abitudine di restare seduto per
ore nella vasca da bagno? Forse si ricordava di Archimede.
Uno dei più grandi intellettuali indiani, il dottor Ram
Manohar Lohia, andò a trovarlo.
Fu lui a raccontarmi questa storia. Era uno degli uomini
politici più onesti che l’India abbia mai conosciuto, un
acuto osservatore di eventi, un grande visionario, un genio.
Aveva studiato a fondo la Germania, per cui aveva molti
amici che conoscevano Albert Einstein: il loro incontro era
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stato combinato da amici comuni. Il dottor Lohia arrivò
perfettamente puntuale, ma la moglie di Einstein disse:
«Dovrà attendere, perché è nella vasca da bagno e non si
può prevedere quando uscirà».
Passò mezz’ora, poi un’ora, e il dottor Lohia chiese alla
moglie: «Quanto ci vuole ancora?».
La donna rispose: «È imprevedibile».
Il dottor Lohia chiese: «Ma cosa fa, seduto nella vasca?».
La donna si mise a ridere. Rispose: «Gioca con le bolle di
sapone».
«A che scopo?» chiese il dottor Lohia.
E lei rispose: «Giocando con le bolle di sapone è arrivato
alle sue intuizioni su problemi che lo avevano impegnato
tantissimo e che non era riuscito a risolvere. Queste intuizioni gli arrivano sempre quando è nella vasca».
Perché nella vasca da bagno? Perché si è rilassati, e il rilassamento è la base della meditazione. Ti rilassi e, quando sei
rilassato, lasci cadere tutte le tensioni: l’acqua calda, il silenzio del bagno, la solitudine… oggi in Occidente i bagni
sono fatti così bene che assomigliano a templi.
Qualcuno ha perfino pensato di costruire un bagno anche in
soggiorno. È piacevolissimo:
ci si può rilassare, si può
meditare e, in quello stato
La tua ragione ti ha
meditativo, le cose accadono.
portato fuori strada
La vasca da bagno è sempre
e la distorsione maggiore
stata una grande fonte di
è questa: non riesci a
ispirazione: tutti i più grandi
credere alla guida interiore.
scienziati del mondo sono
d’accordo. A volte si lavora
per anni per scoprire qualco-
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sa senza riuscirci e, un giorno, all’improvviso ci si trova
davanti la soluzione… è apparsa dal nulla, è venuta dal trascendente. Non la si può chiamare conclusione, di fatto
non lo è.
Le scoperte scientifiche nascono sempre dalla meditazione,
non dalla mente. E, quando qualcosa nasce dalla mente,
non è mai scienza ma semplice tecnologia; è qualcosa di
secondario: non è un’intuizione, ma l’applicazione di un’intuizione. La tecnologia è un prodotto della mente, perché
anche la mente è uno strumento tecnologico, è tecnologia
biologica.
Tutte le macchine sono frutto della mente, perché la
mente stessa è una macchina. Ma nessuna intuizione ha
mai avuto origine nella mente, perché nessun computer
ha mai avuto alcuna intuizione: le intuizioni provengono
dal trascendente. La mente è soltanto la superficie del tuo
essere, le intuizioni provengono dal centro del tuo essere.
La meditazione ti porta al centro.
Pertanto, quando dico che la mente è uno spazio falso,
voglio dirti di non identificarti con la mente, non ce
n’è bisogno.
L’intelletto richiede tempo
Non ridurti a essere la tua
e, mentre stai ponderando,
mente: tu sei molto di più,
contemplando, pensando,
sei di gran lunga molto di
ti sei lasciato sfuggire
più della mente; la mente è
quell’attimo; la vita non
solo un piccolo meccanismo
ti sta aspettando: occorre
dentro di te… usalo, ma non
vivere nell’immediato.
identificartici.
È come guidare la macchina,
è un meccanismo: lo usi, ma
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non diventi mai la tua automobile. La mente è simile a una
macchina posta dentro di te; non devi identificarti, non è
affatto necessario. L’identificazione crea la falsità.
Quando inizi a pensare: «Io sono la mente», ti trovi in uno
spazio falso.
Se sai di non essere la mente, e di poterla padroneggiare,
allora la mente è un’ottima macchina; è molto utile e può
produrre una tecnologia validissima.
La scienza è un prodotto della nonmente e anche la religione lo è: le fonti della religione e della scienza non sono separate; è la stessa fonte, perché entrambe dipendono da percezioni, intuizioni, lampi di intuizione.
La tecnologia è un prodotto della mente, e lo è anche la tecnologia religiosa: lo Yoga, i mantra, gli yantra. Per Yoga si
intendono le posture del corpo che ti possono aiutare a
scendere più in profondità
dentro di te: sono create
dalla mente. Questa è tecnoQuando qualcosa viene
logia religiosa; ecco perché
dalla dimensione interiore,
lo Yoga non è legato a nessusale dall’ombelico: puoi
na religione in particolare.
sentire la corrente, il calore,
Può esistere uno Yoga crisalire dall’ombelico. Ogni
stiano, uno Yoga hindu, di
volta che la mente pensa,
certo esiste uno Yoga
è solo alla superficie, nella
buddhista e uno giainista:
testa, e poi scende: se la
esistono tanti tipi di Yoga
tua mente prende una
quante sono le religioni.
decisione, la devi
Lo Yoga è solo una tecnolocostringere a scendere.
gia. Nessuna macchina è
hindu, nessuna macchina è
musulmana; non vai al mer-
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PARTE TERZA
cato a comprare una macchina musulmana o hindu: le
macchine sono solo macchiQuando la tua mente
ne. Lo Yoga è tecnologia. Il
è spossata e non può
mantra è tecnologia, è qualpiù andare avanti,
cosa creato dalla mente; di
semplicemente si ritira;
fatto la parola mantra deriva
in quel momento, la guida
dalla stessa radice della parointeriore può fornire
la mente: entrambe derivano
indicazioni, indizi,
dal termine sanscrito mano.
suggerimenti,
Da un lato dà origine alla
spunti, chiavi.
parola “mente”, dall’altro alla
parola “mantra”: entrambe
sono parti della mente.
La tecnologia scientifica e
quella religiosa sono frutti della mente. Tutti i rituali di
tutte le religioni – i templi, le moschee, le chiese, le preghiere, i testi sacri – sono tutte cose create dalla mente.
Viceversa l’intuizione, le scoperte intuitive, il Buddha seduto sotto l’albero della Bodhi… il diventare per la prima
volta consapevole, totalmente consapevole, quello non è un
prodotto della mente: non era parte della mente, era qualcosa al di là della mente in quanto tale. È qualcosa che non
ha nulla a che vedere con te, con il tuo ego, con la tua
mente, con il tuo corpo; è qualcosa di puro, di incontaminato: appartiene all’Eterno. Nel momento in cui la mente
del Buddha si trovò in completo riposo, qualcosa del trascendente penetrò in lui… e lui divenne un dio.
Naturalmente, per sette giorni rimase in silenzio: l’impatto
era stato così forte che non riuscì a pronunciare una sola
parola. E la leggenda narra che in cielo gli dei erano molto
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inquieti, perché è difficilissimo che un uomo diventi un
Buddha e, se Gautama fosse
Se sono davvero una guida
rimasto in silenzio, chi
per te, tutto ciò che farò
avrebbe guidato i milioni di
sarà portarti alla tua guida
persone che sono cieche e
interiore. Una volta che
brancolano nel buio?
sei in contatto con la tua
È solo un mito, una bellissiguida interiore, io non
ma leggenda, ma con un
sono più necessario:
profondo significato.
puoi procedere da solo.
Gli dei scesero, si inchinarono
davanti al Buddha e lo pregarono: «Parla! Di’ alla gente ciò
che tu hai conseguito».
E, quando il Buddha riprese a parlare, le parole provenivano dalla mente, ne facevano parte: il fenomeno in sé era
accaduto nel silenzio, ma egli fu costretto a usare le parole.
Quelle parole appartenevano alla mente.
Ciò che io conosco è al di là della mente, quello che dico
passa attraverso la mente. Le mie parole sono parte della
mente, ma ciò che io conosco non ne fa parte.
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Scopri la tua guida interiore
Tu possiedi una guida dentro di te, ma non la usi. E, poiché non la usi da un tempo infinito, forse non sei neppure
consapevole che dentro di te esiste una guida.
Stavo leggendo un libro di Castaneda. Il suo Maestro, Don
Juan, gli fece fare un bellissimo esperimento. È uno degli
esperimenti più antichi.
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