GdiVi_31.05.12_Letizia svela la filosofia

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Letizia svela la filosofia che abita gli spartiti
SETTIMANE MUSICALI. Una lezione- concerto
La pianista Michielon interpreta due volte Beethoven e Schiller
31/05/2012
A
Eva Purelli VICENZA Nel fitto ed originale cartellone
delle Settimane Musicali un appuntamento non poteva
passare inosservato, se non altro per destare una buona
dose di curiosità: concertobarraconversazione: Beethoven
e Schiller. Letizia Michielon pianista e filosofa.
Enunciarlo così, “semplicemente” sembra pretenzioso.
Quando si ascolta invece la pianista veneziana anche una
pagina nota, come la Sonata “Appassionata”, si
razionalizza amplificando la comprensione. Letizia
Letizia Michielon, veneziana, pianista e filosofa
Michielon, veneziana che non ha l'accento dolce di chi sta in Laguna e che a soli 16 anni si è
diplomata con un didatta e un musicista di respiro internazionale, Eugenio Bagnoli, è docente di
pianoforte principale e di Filosofia della musica al Conservatorio di Trieste (uno dei pochi che ha
questo insegnamento). Al nutrito curriculum strumentale Michielon aggiunge una laurea con lode
alla Ca' Foscari e dottorato di ricerca all'Università di Padova. Ed è la dimostrazione palese che un
musicista più amplia il proprio bagaglio culturale e formativo meglio si caratterizza e si impone
magari su una pletora di bravissimi “tecnici-virtuosi”. Abbiamo chiesto alla pianista dal sorriso
dolce ma dalle mani di acciaio se si senta più filosofa, quando suona, che pianista: «È una
domanda da Schiller.. .! In realtà sono due aspetti compenetrati: nessuno prevale sull'altro ed
entrambi sono necessari». Ma alla fine di un suo concerto - abbiamo ancora chiesto - preferisce
che una persona vada a casa a sentirsi qualche altra pagina di Beethoven o si legga qualche libro di
un filosofo? Anche in questo caso, risposta diplomatica e razionale: «Bene sarebbe facesse le due
cose!». Ma se è possibile ascoltare oggi con qualsiasi mezzo la musica di Beethoven non è così
facile avere un filosofo in tasca e quindi la serata nell'Odeo Olimpico era abbastanza eccezionale.
Letizia Michielon ha saputo essere convincente sia sulla tastiera che come didatta, incanalando il
suo intervento maggiormente negli approfondimenti storico-filosofici che in quelli musicologici,
lasciando allo spazio squisitamente musicale il peso interpretativo. La sua conversazione ci
ricorda essere Beethoven grande appassionato di Letteratura e Storia, genio razionale e che
appartiene a quella schiera (secondo lo Schiller-pensiero) di “artisti sentimentali”, capaci di
conquistare alti traguardi con impegno e fatica e con un preciso dovere: «accompagnare l'umanità
verso l'avvenire». Beethoven compone la Sonata n°3 op.2 in do maggiore quando Schiller scrive le
Lettere sull'educazione estetica. Ecco che la pianista svela a voce anche la struttura armonica, le
cellule motiviche e l'unità tonale e fa rivivere la Sonata caricandola di pienezza sonora, ma anche
leggerezza giocosa e brio. Nella celebre “Appassionata” in fa minore si comprende come Ludwig
scardini la forma-Sonata e riesca ad imporsi razionalmente sugli aspetti più oscuri dell'umano
intrinsechi nella pagina. L'interpretazione di Michielon è magistrale, di superbo smalto, di gran
carattere, tecnicamente carica. Coronata da convinti applausi e due bis chopeniani.
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13/06/2012 15:50
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