Ferrari e Beethoven: due realtà distanti ma vicine | MusicaLiceo Redazione MusicaLiceo Ferrari e Beethoven: due realtà distanti ma vicine. Con il concerto fortepianistico tenutosi mercoledì 13 gennaio alla Filarmonica di Rovereto Stefania Neonato ha proposto un accostamento inedito e audace, quello tra Ludwig van Beethoven e Giacomo Ferrari: due compositori coevi, entrambi grandi pianisti, ma con concezioni diversissime sulla musica e sullo stile classico. Il primo non ha certo bisogno di presentazioni, mentre il secondo è ancora oscuro al grande pubblico e il suo corpus compositivo è in piena fase di riscoperta. Nato a Rovereto nel 1763, fu allievo di Paisiello a Napoli e si stabilì prima a Parigi e poi a Londra, dedicandosi principalmente alla composizione e all’insegnamento del canto, fino alla morte avvenuta nel 1842. Ammiratore sfegatato di Mozart, considerava Beethoven un eccentrico “stravagante” e rimase sempre legato a una concezione musicale settecentesca: i pezzi eseguiti nel concerto di mercoledì (il Capriccio op. 8 in do minore e la Sonata op. 10/1 in do maggiore) sono un grande esempio di musica di intrattenimento dell’epoca. Per la parte beethoveniana del concerto è stata invece proposta la sonataChiaro di luna, pezzo celeberrimo ma che eseguito al fortepiano si mostra in una luce nuova, meno “romanticheggiante” ma più fedele ai mezzi dell’epoca in cui fu composto. La serata si è conclusa con la sonata giovanile op. 2/3 in do maggiore, che nel suo stile ancora pienamente classico è accostabile alle composizioni ferrariane. Alla fine, nonostante le evidenti differenze, questi due compositori rivelano comunque un retroterra comune, che ha reso vincente il loro accostamento nel programma. La pianista è stata applaudita calorosamente dal pubblico, fra cui erano presenti anche giovani e adolescenti.