L’ARTE DELLA FUGA Note di regia I Notturni di Chopin o le fughe di Bach? I quadri sinfonici di Mendelssohn o i quartetti dell’ultimo Beethoven? In altre parole: musica come espressione o musica come forma? È lungo questo dilemma che si muove L’Arte della Fuga di Roberto García, testo drammaturgico pluripremiato in Spagna nel 2009 e 2010. Il protagonista – un pianista di fama – incarna quel dilemma: prima dando voce alle seducenti ragioni del contenutismo, poi rovesciando violentemente la partita in cerca della pura emozione musicale. È qui che si svela il protagonista ombra dello spettacolo: Glenn Gould, celebre pianista, morto nel 1982, grande interprete bachiano e insieme pensatore estremo, radicale, assoluto. Che continua a incantare. E a dividere. Nel rumore di fondo della sottomusica che pervade ormai ogni nostro spazio e tempo, il testo di García parla (finalmente!) di musica colta, e lo fa in teatro, nel silenzio del teatro, senza rinunciare al gioco, alla provocazione, alla leggerezza.