Immunità innata o aziona aspecifica (seconda linea di difesa) 1. 2. 3. Per difese interne ci si riferisce in particolar modo a Fagociti come i neutrofili ed i Macrofagi che circolano nei liquidi interstiziali e nel sangue ed anche alle NK (natural Killer), cellule che attaccano sia le cellule infette che quelle tumorali; secernendo sostanze che inducono l’APOPTOSI cellulare (il suicidio). Gli Interferoni: sono molecole proteiche che attaccano i patogeni. Sono prodotte dalle stesse cellule infette, allo scopo di stimolare le cellule circostante a resistere al nemico. Risposta infiammatoria: capace di provocare: rossore, gonfiore, calore, dolore, ma capace anche di stimolare la proliferazione dei macrofagi e la inibizione proliferativa del patogeno. Talvolta una eccessiva risposta infiammatoria può provocare “shock settico” che può causare anche la morte. Immunità acquisita: azione dei linfociti B L’immunità acquisita è opera dei Linfociti. Sappiamo che tale cellule si dividono in Linfociti B (sono quelli che maturano e si specializzano nel midollo osseo) determinando la immunità umorale (dal latino umor: fluido) e Linfociti T (sono quelli che maturano nel Timo) e determinano una immunità detta anche cellulare. Entrambi i tipi di linfociti si dirigono agli organi linfatici: vasi, milza, timo, linfonodi e tonsille. Come agiscono i linfociti B? Essi sono rappresentati da milioni di popolazioni!! Quando una sostanza estranea (non self, o antigene) entra nel nostro corpo viene in contatto con le diverse famiglie di linfociti B che espongono un determinato Anticorpo; tra queste vi sarà una famiglia che avrà un anticorpo che collimerà con l’antigene del patogeno; si formerà un legame Ac-Ag, la cui attivazione, produrrà migliaia di proteine anticorpali da parte del linfocita B, che non resteranno ancorate alla membrana del linfocita, ma si riverseranno negli umori. I linfociti che producono questi anticorpi (anche migliaia al secondo) sono detti plasmacellule. Al contempo un secondo gruppo di linfociti, per effetto di questo legame Ac-Ag, formerà un tipo di linfociti detti della memoria. Tali cellule sono pronte ad essere attivate in seguito ad una nuova esposizione all’Ag che darà il via ad una risposta anticorpale più rapida ed energica. La seconda esposizione determinerà nuovi cloni di plasmacellule e cellule della memoria. Com’è fatto l’anticorpo? È formato da 2 catene leggere e 2 pesanti. Le 2 pesanti sono ancorate alla membrana del linfocita B. le altre 2 leggere, formano insieme alle 2 pesanti, l’attacco per l’Ag. I mammiferi hanno 4 tipi di Ag ed a seconda della morfologia e struttura sono chiamati immunoglobuline del tipo: IgG, IgE, IgD, IgH, IgA. Come agiscono gli anticorpi? 1. 2. 3. Neutralizzazione: si attaccano all’Ag, impedendo al patogeno di agire!!! Attivazione del complemento: l’attivazione del legame Ac-Ag stimola l’attivazione del complemento (una molecola proteica che perfora le cellule infette, causandone la lisi). Favorisce l’agglutinazione: l’anticorpo ha sempre più di un attacco all’Antigene, pertanto legandone più di uno, può favorire l’aggregazione cellulare, facilmente riconoscibile dai fagociti (esempio di collaborazione tra difese specifiche ed aspecifiche) Immunità acquisita: azione dei linfociti T cellulo-mediata I linfociti T, si distinguono in 2 tipi: linfociti T helper e Linfociti citotossici. Questi linfociti agiscono su altre cellule, in particolare sugli antigeni posti sulla membrana delle cellule infette, dai patogeni. • Ruolo dei T helper: cooperano con i macrofagi e con i linfociti B. Quando un macrofago fagocita un agente patogeno (non self), i frammenti che costituiscono l’antigene vengono esposti all’esterno (un modo per dire che è in atto l’attacco!!), grazie a particolari proteine del macrofago (MHC di classe II; tipiche delle cellule APC) pertanto, l’antigene insieme al MHC si viene a trovare esposto sulla superficie. Questo complesso proteico: Ag-MHC viene riconosciuto da un linfocita helper che unendosi a tale frammento, va ad attivare un linfocita B, attraverso la secrezione di certe sostanze dette citochine (interleuchina) che stimolano la riproduzione dei linfociti B. Questi saranno ulteriormente stimolati a produrre plasmacellule, cellule della memoria ed anticorpi, allo scopo di neutralizzare il patogeno. Il T helper attiva anche un’altra popolazione di linfociti detti citotossici. Quando i citotossici incontrano una cellula infetta che ha l’Ag di cui il linfocita è recettore, vi si lega e produce una serie di proteine, tra cui la PERFORINA che ha lo scopo di “perforare” la membrana della cellula infetta, facendo penetrare in questi fori sostanze tossiche prodotte dal linfocita, che causano la morte della cellula per APOPTOSI.