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Un tuffo nello splendore dell'opera marchigiana e.. non solo
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Un tuffo nello splendore dell'opera marchigiana e.. non solo
di Beatrice Bondi
[3 Oct 2013 | 0 Comments | 2149 views]
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Alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University due giorni dedicati all'opera
in compagnia di Francesco Micheli, Fred Plotkin, buona musica e ottimo cibo
Nell’ambito dell’iniziativa Marche is Good, nata per portare la cultura, l’arte e i sapori marchigiani a
New York, la Casa Italiana Zerilli-Marimò dedica due serate all’opera italiana. La prima è stata la lecture dal
titolo Marche and the Splendor of Italian Opera tenuta mercoledì dal direttore del Macerata Opera
Festival, Francesco Micheli. La seconda, in programma giovedì sera, vedrà protagonisti la musica e
il cibo delle Marche.
Mercoledì Francesco Micheli ha presentato in modo coinvolgente l’opera italiana, concentrandosi
sullo spazio e sul suono della lirica. Micheli è partito illustrando la storia degli spazi che ospitano gli
spettacoli, ovvero i teatri operistici italiani, dei quali le Marche vantano la più alta concentrazione
nel mondo. Il giovane direttore ha spiegato al pubblico come all’origine dei teatri italiani ci sia il
teatro greco, dalla democratica forma semicircolare, che consentiva a tutti di vedere e sentire
equamente. Il teatro greco è stato poi ripreso dai romani, che lo resero più imponente, dando vita
all’anfiteatro romano. Poi in Italia arrivò la basilica cristiana e l’oscuro Medioevo, che bandì gli
spettacoli teatrali, consentendo di portare in scena solamente il Vangelo durante le funzioni
religiose. Ma la voglia di teatro sopravviveva e a soddisfarla arrivarono i trovatori, che animarono le
interpretazioni volgari. Poi il Medioevo finì e diverse ricche famiglie, stanche dell’autorità
ecclesiastica, iniziarono a costruire teatri e, mettendo insieme il circolare con la piazza, diedero vita
al teatro all’italiana come lo conosciamo oggi.
“Il teatro italiano è nato mettendo insieme in modo intelligente
elementi semplici, come spesso succede nelle geniali creazioni
italiane” ha detto Micheli, facendo un paragone con la semplicità
degli ingredienti della pizza, altra creazione italiana famosa nel
mondo. Il direttore del Macerata Opera Festival sottolinea
inoltre la forma ellitica dei teatri italiani, che con un fuoco sul
palco e l’altro fuoco in platea, sul pubblico, evidenzia
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Un tuffo nello splendore dell'opera marchigiana e.. non solo
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Francesco Micheli, direttore del Macerata
Opera Festival
chiaramente l’importanza del coinvolgimento degli spettatori. A
dimostrazione di come l’opera lirica sia anche il pubblico,
Micheli ha scelto di proiettare la scena iniziale del film di Luchino Visconti, Senso, che inizia proprio
in un teatro, dove si stanno svolgendo due tragedie: sul palco l’eroe Marrico, protagonista del
Trovatore di Verdi, vuole salvare la madre, mentre tra il pubblico altri eroi vogliono salvare l’Italia.
“C’è molto più Risorgimento in questo film che nei libri di storia” ha concluso Micheli.
Dopo aver parlato degli spazi dell’opera, il direttore ha portato in scena alcune celebri arie italiane,
serie e buffe, interpretate da professionisti. Abbiamo ascoltato Se tu m’ami e Lo conosco a quegli
occhietti, da La serva padrona di Pergolesi, Cruda sorte da L’Italiana in Algeri di Rossini, Bolero
dai Vespri Siciliani di Verdi e Bella figlia dell’amore dal Rigoletto di Verdi.
Giovedì sera l’opera torna nuovamente protagonista alla Casa Italiana Zerilli Marimò della NYU,
dove, a partire dalle 6, l’uomo del Rinascimento Fred Plotkin, grande professionista del mondo
dell’opera ed esperto di cibo e vino italiano, condurrà il pubblico in un viaggio alla scoperta del
romanticismo della musica di Rossini e di altri celebri artisti italiani. L'evento Marche, Food and
Opera: a Love Story with Fred Plotkin, si concluderà con una degustazione di piatti e vini
marchigiani. Tutte le info su www.casaitaliananyu.org.
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