LA_FAMIGLIA_MARCHIGIANA

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La famiglia marchigiana risorsa per la società
Convegno a Tolentino promosso dall’Associazione Agorà: «È necessaria
una legge per la tutela della famiglia»
«Trasformazioni socio-economiche e culturali della famiglia nelle Marche», questo il tema del Convegno
che l’Associazione Agorà Macerata, ha organizzato il 17 maggio a Tolentino, nell’auditorium della
Biblioteca comunale. Hanno collaborato CISL, Famiglie nuove, Forum associazioni familiari, Cittadinanza
attiva, Pastorali familiare e sociale della diocesi di Macerata, Consultorio “Il Prisma”, ACLI, ANNFAS,
SERMIT, Comuni di Tolentino e Montecosaro, Centro Servizi Volontariato. La relazione del sociologo
Massimiliano Colombi, della CISL Marche, molto circostanziata e documentata, e la testimonianza di Paolo
Perticaroli, del movimento Famiglie nuove, hanno approfondito le implicazioni e le trasformazioni in atto
della famiglia marchigiana e non solo. Vari gli aspetti esaminati, anche in considerazione del fatto che le
Associazioni e il Forum delle famiglie hanno presentato alla Regione Marche una petizione, sostenuta da ben
15.000 firme, al fine di ottenere l’emanazione di una legge ad hocper la tutela della famiglia.
Il Convegno, molto partecipato anche da sindaci, amministratori regionali e locali, dirigenti
sindacali e impegnati nel volontariato, ha messo a fuoco una chiarezza di scelte e una forte capacità
di del presente e futuro della famiglia, così come legittimata dalla Costituzione. Èstato rilevato
come la famiglia marchigiana può divenire soggetto e preziosa risorsa per la società. Il
riconoscimento della sua cittadinanza sociale ed economica può essere attivato con la promozione
di una cultura nuova e di politiche finalizzate al formarsi e al mantenersi della famiglia stessa.
Servono ulteriori interventi di supporto, di politiche del lavoro, di impulso alle reti di solidarietà
familiare, di creazione di tavoli di confronto tra l’associazionismo in rete e le istituzioni pubbliche.
Èevidente ritardo in materia di legislazione specificamente stata ribadita la necessità di uscire da un
familiare, di finalizzare le attuali forme di stato sociale per attuare interventi adeguati, avendo come
soggetto non tanto i singoli membri del nucleo familiare, ma la famiglia in quanto tale. È necessario
che la Regione, i Comuni e lo Stato, nel rispetto delle competenze di ognuno, applichino una
sussidiarietà concreta così da individuare interventi che promuovano le relazioni e le funzioni
sociali della famiglia. Ciò significa – come precisato nella petizione presentata alla Regione – che
occorrono politiche mirate a potenziare la risorsa famiglia e recare benessere all’intera comunità
sociale. È necessario passare dai vuoti slogan di una certa retorica familistica a fatti concreti, al fine
di riconoscere la famiglia come elemento fondativo della comunità civile.
FRANCO BIANCOFIORE
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