Cartesio scienziato

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Epicuro
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Epicuro
 Epicuro nasce a Samo nel 341 a.C., figlio
di genitori ateniesi
 Si accosta alla filosofia all’età di 14 anni
 Fonda la sua scuola dapprima Mitilene e
Lampsaco
 Nel 307 a.C. si stabilisce definitivamente
ad Atene dove acquista una casa con
giardino
 La sua scuola prende appunto il nome
di Giardino; ad essa sono ammessi tutti,
anche le donne e gli schiavi
 Muore nel 270 a.C.
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Opere di Epicuro
 Epicuro scrisse moltissimo. Quello che
rimane, proviene quasi tutto, dall’opera
‘Vita di Epicuro’ di Diogene Laerzio, dove
sono riportate le 3 lettere
 a Erodoto, sulla fisica
 a Meneceo, sulla felicità
 a Pitocle, sulle meteorologia
 Diogene, ci fornisce anche le Massime (aforismi
filosofici) e il Testamento
 Nei papiri ritrovati a Ercolano, si sono ritrovati
frammenti dell’opera ‘Sulla natura’
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La filosofia come medicina dell’anima
 Epicuro definisce la filosofia come ‘tetraphàrmakon’, ossia
quadruplice medicina; lo scopo della filosofia di Epicuro è
terapeutico
 Epicuro si ripromette di liberare l’umanità dalle sue paure e vivere
felice
 In particolare, Epicuro vuole liberare l’uomo da:
1) la paura degli dei
2) la paura della morte
3) la paura dell’infelicità
4) la paura del dolore
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La paura degli dei
 La paura degli dei si combatte con lo studio della fisica (vedi
lettere a Erodoto e Pitocle)
 La fisica di Epicuro è materialista e meccanicista; materialista
vuol dire che tutto è materia (tranne il vuoto che, per Epicuro,
esiste); meccanicista vuol dire che tutti i fenomeni hanno una
causa naturale
 Epicuro nega qualsiasi finalismo in natura: niente primi motori
immobili, niente cause finali. L’universo è così come lo vediamo, è
sempre stato così e sempre lo sarà
 Si direbbe che non c’è posto per gli dei in questo universo;
Epicuro invece, dice che esistono, stanno negli ‘intermondi’ tra un
pianeta e l’altro, eternamente beati e disinteressati alle attività
umane
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Atomismo di Epicuro
 L’universo è costituito da atomi e vuoto; gli atomi
cadono verso il basso a causa del loro peso
 I rimbalzi e le deviazioni casuali (il ‘clinamen’ di
Lucrezio) provocano l’aggregazione degli atomi
per formare tutto ciò che esiste
 Anche gli uomini sono fatti di atomi e anche
l’anima è materiale (anche se è fatta di atomi
più sottili e rotondi degli altri)
 Il nostro corpo è sottoposto ad un continuo
bombardamento da parte degli atomi, che, a
lungo andare, provoca l’invecchiamento del
corpo e, alla fine, la morte
‘clinamen’
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La paura della morte
 Gli atomi più fini dell’anima, pervadono tutto il corpo e sono i
responsabili di ogni nostra sensazione
 Alla morte gli atomi dl corpo si separano e cessa ogni sensazione
 Per questo Epicuro conclude: ‘Il più terribile dei mali, la morte, non è
nulla per noi perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando
c’è la morte noi non ci siamo’, (lettera a Meneceo)
 Questa argomentazione si oppone anche alla paura dell’aldilà, su
cui gli uomini del tempo di Epicuro non avevano le idee chiare (in
Omero l’aldilà è un luogo triste e oscuro)
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La paura di non essere felici
 Secondo Epicuro la felicità consiste nel piacere; egli deriva questa
affermazione dall’esame del comportamento di tutti gli esseri
viventi che, istintivamente, cercano il piacere e fuggono il dolore
 Nella ricerca del piacere è molto importante valutare i nostri
desideri e calcolare accuratamente piaceri e dolori che il loro
soddisfacimento ci potrebbe provocare
 Bisogna rinunciare a quei desideri che comportano un dolore
maggiore del piacere che sono in grado di soddisfare
 Dunque la scelta del che fare scaturisce da un bilancio accurato
tra piacere e dolore
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Esempio di calcolo dei piaceri
 Vedo una grossa torta al cioccolato
nella vetrina di una pasticceria; la
compro e me la mangio tutta
 Questo mi dà un piacere che poi
pago con una notte insonne e dolori
gastrici
 Il dolore è stato più grande del
piacere; ho sbagliato il mio calcolo
 La prossima volta mi accontenterò di
una più piccola fetta di torta
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Classificazione dei desideri
 Epicuro distingue:
 desideri naturali e necessari: sono quelli che soddisfano le nostre
esigenze vitali, come mangiare, bere, dormire, avere un riparo
 desideri naturali, ma non necessari: sono un’esagerazione di quelli
necessari, come mangiare troppo, bere troppo ecc.
 desideri non naturali e non necessari: sono desideri del tutto inutili come
il lusso, la carriera, gli onori ecc.
 Per Epicuro solo i desideri naturali e necessari vanno appagati, gli
altri vanno abbandonati e rimossi
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La paura del dolore
 Qui il ragionamento di Epicuro è corretto, ma, forse,
poco convincente per l’uomo di oggi
 Epicuro dice che il dolore è solo transitorio perché:
 se il dolore è intenso, allora è necessariamente di breve durata, perché
ci conduce rapidamente alla morte
 se il dolore è lieve, allora è sopportabile
 Bisogna tener conto che, all’epoca di Epicuro, c’erano i medici,
ma la medicina, come la intendiamo oggi, non esisteva
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Conseguenze della filosofia di Epicuro
 Per Epicuro, la felicità è a portata di mano; basta soddisfare solo i
desideri più semplici ed elementari; tutti gli altri ci allontanano dalla
felicità
 La felicità è definita in senso negativo, come assenza di ogni dolore e
consiste di: aponia (assenza di dolore corporeo) e atarassia (assenza
di turbamento nell’anima)
 Epicuro riconosce l’utilità della politica per i vantaggi che può
procurare agli uomini (leggi che impediscano loro di nuocersi), ma
consiglia al saggio di rimanere estraneo alla politica
 Il suo consiglio per la vita è vivi nascosto
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Amicizia e saggezza
 Epicuro riconosce che l’amicizia nasce tra gli uomini per ragioni di
utilità, ma afferma che la felicità è un bene in sé
 Epicuro esalta l’amicizia perché è una grande fonte di
consolazione per tutta la vita
 Allo stesso modo Epicuro esalta la saggezza come bene in se stesso
che rimane valido sempre e comunque anche quando non è
ricompensata dalla fortuna di una vita felice
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