Lucrezio
il poeta dell’Epicureismo
Età di Cesare (98 a.C.-55 a.C.)
L’Epicureismo a Roma
era osteggiato:
perché, ricercando il piacere (hedonè, voluptas),
distoglieva i cittadini dall’impegno politico;
perché, negando l’intervento degli dèi nella vita
degli uomini, corrodeva la religio ufficiale,
strumento di potere.
Le classi dirigenti prediligevano lo STOICISMO,
filosofia attenta al senso del dovere verso lo Stato.
Il De rerum natura
È un poema epico-didascalico in
esametri, suddiviso in sei libri, che divulga la
filosofia epicurea a Roma.
Lucrezio vuole educare il proprio lettorediscepolo, liberandolo dalle paure della religio.
Il De rerum natura
• E’ dedicato all’aristocratico Memmio.
• E’ diviso in 6 libri scritti in esametri e uniti
diadi:
- I diade: FISICA (atomi, il clinàmen)
- II diade: ANTROPOLOGIA (l’anima,
morte, i simulacra, la passione amorosa)
- III diade: COSMOLOGIA (il mondo,
storia dell’umanità, i fenomeni naturali,
peste di Atene)
in
la
la
la
Epicuro è un eroe salvatore perché ha
liberato gli uomini:
- dalla paura della religio, dalla superstizione che
deriva dall’ignoranza delle leggi scientifiche (es.
fulmini e tuoni);
- dalla paura degli dèi: vivono negli intermundia e
non si curano degli uomini
-
dalla paura della morte: con essa cessa ogni
sensibilità e l’anima, essendo materiale, non
sopravvive.
La storia dell’uomo
• Il mondo, in quanto casuale aggregazione di
atomi, è mortale ed è destinato alla distruzione.
• Nessun dio interviene nella creazione né degli
animali, né degli uomini, né nella loro evoluzione.
• Il progresso dell’uomo ha portato anche effetti
negativi, come il desiderio di bisogni non naturali
e non necessari (ad es. la cupidigia, la guerra), che
devono essere evitati.
Originalità di Lucrezio rispetto ad
Epicuro
• Uso della POESIA: criticato da Epicuro (è
fonte di emozioni, allontana dalla conoscenza
razionale, è legata al patrimonio mitico),
utilizzato da Lucrezio: è una forma “dolce” per
veicolare contenuti “amari” (cfr. miele intorno
al bicchiere per prendere la medicina).
Lo stile
• Mira a convincere, a persuadere il lettore:
appelli all’attenzione, ripetizioni, uso di
connettivi (quare, igitur, ergo).
• Mancanza nella lingua latina di un lessico
filosofico e scientifico: perifrasi (es. atomi:
primordia rerum..), coniazioni o calchi
semantici.
• Ripresa della tradizione arcaica, in particolare
enniana: uso abbondantissimo di figure di
suono (allitterazioni, onomatopee), aggettivi
composti, desinenze arcaiche, ecc.