Diagnostic
gennaio 2015
Diagnostic
Update
Update
Anaplasmosi:
Aspetti clinico patologici e diagnostica di laboratorio
Vanessa Turinelli, DVM, PhD, diplomata ECVCP, patologo clinico per IDEXX Laboratories Italia.
Anaplasma phagocytophilum (APh) ed Anaplasma platys (AP) sono gli agenti responsabili
dell’anaplasmosi canina, comunemente e rispettivamente conosciute anche come ehrlichiosianaplasmosi granulocitica e piastrinopenia infettiva ciclica canina. Si tratta di un batterio coccoide,
Gram – intracellulare obbligato, appartenente all’ordine Rickettsiales, famiglia Anaplasmataceae,
trasmesso dalla zecca Ixodes spp. e Rhipicephalus sanguineus e diffusa in tutto il mondo. La
diffusione del batterio è strettamente correlata a quella del suo vettore che, ormai, si può definire
mondiale. Un potenziale rischio di trasmissione è rappresentato, tuttavia, anche dalle trasfusioni
di sangue, pertanto, è di fondamentale importanza sottoporre i potenziali donatori ad un test di
screening
Anaplasma phagocytophilum
Per approfondire l’argomento
• Barth C, et al. “Comparison of different diagnostic tools for the detection of Anaplasma
phagocytophilum in dogs” Vet Clin Pathol, 2014; 43: 180-184
• Gaunt, S., Beall, M., Stillman, B., Lorentzen, L., Diniz, P., Chandrashekar, R., Breitschwerdt, E.,
2010. Experimental infection and co-infection of dogs with Anaplasma platys and Ehrlichia canis:
hematologic, serologic and molecular findings. Parasit. Vectors. 3, 33.
• Harrus, S., Aroch, I., Lavy, E., Bark, H., 1997. Clinical manifestations of infectious canine cyclic
thrombocytopenia. Vet Rec. 141, 247-250.
• Harvey, J.W., Simpson, C.F., Gaskin, J.M., 1978. Cyclic thrombocytopenia induced by a
Rickettsia-like agent in dogs. J. Infect. Dis. 137, 182-188.
• Kontos, V.I., Papadopoulos, O., French, T.W., 1991. Natural
• Kohn B. “Understanding ehrlichiosis and anaplasmosis”. Proceedings of the 15th ESVCP-ECVCP
congress, Berlin 2013: 75-77.
• Kohn B, Galke D et al. “Clinical features of canine granulocytic anaplasmosis in 18 naturally
infected dog”. J Vet Intern Med, 2008; 22: 1289-1295
• Kohn B. “Anaplasmosis”. In: BSAVA Manual of canine and feline hemathology and transfusion
medicine. Eds MJ Day, B Kohn, BSAVA; 166-173
• Salal Al Izzi, et al. Babesia canis vogeli, Ehrlichia canis, and Anaplasma platys infectionin a dog.
Vet Clin Pathol, 2013; 42: 471-475
IDEXX Laboratorio di riferimento
Via Guglielmo Silva, 36
20149 Milano
Tutti i marchi ®/TM sono di proprietà di IDEXX Laboratories, Inc. o di suoi associati negli Stati Uniti e/o in altri paesi.
La politica di tutela della privacy di IDEXX è disponibile sul sito idexx.it
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Numero verde 800 917 940 opz. 1
Numero verde fax 800 906 945
[email protected]
www.idexx.it
Aph infetta i granulociti neutrofili, raramente gli eosinofili ed
è stata identificata per la prima volta intorno agli anni 30 – 50
nel nord Europa dove era ritenuta responsabile della “febbre
da zecca” del bestiame da allevamento (soprattutto pecore).
Solo negli anni 80 è stata descritta per la prima volta nel cane
in Svizzera e Svezia. Si tratta di una zoonosi in quanto può
essere colpito anche l’uomo, oltre al cavallo, gatto ed uccelli
migratori. Aph, infatti, ha incorporato le precedenti specie
conosciute come Ehrlichia phagocytophila, Ehrlichia equi, e
l’agente dell’ehrlichiosi umana granulocitica (EHG).
Con il morso della zecca Aph è trasmessa dal vettore
all’ospite in circa 24 – 48h. Essa penetra nel derma e diffonde
attraverso il sistema vascolare sanguigno e linfatico. Durante
la sua diffusione incontra i granulociti neutrofili ai quali si
lega utilizzando un recettore superficiale per la selectina e
penetra all’interno della membrana tramite endocitosi. Una
volta penetrato nella cellula attraverso il fagosoma, inibisce
la fusione della cellula con i lisosomi, blocca l’ossidazione
cellulare e inibisce l’apoptosi. I granulociti neutrofili, non solo
non sono capaci di distruggere il batterio, ma fungono anche
da veicolo facilitandone la diffusione in numerosi organi come
la milza, fegato e polmoni. All’interno dei neutrofili, inoltre, Aph
si moltiplica per divisione binaria e forma degli aggregati di
batteri, circondati da membrana e chiamati “morula”.
Il periodo di incubazione varia da una a due settimane ed
il decorso è sempre acuto.
I segni clinici dell’anaplasmosi granulocitica sono variabili
ed aspecifici. Sono descritti: febbre, letargia, anoressia, debolezza, zoppia, splenomegalia e segni neurologici (centrali).
Raramente si segnalano diarrea, vomito, tosse e difficoltà
respiratoria. Frequente è anche l’andamento sub-clinico in
cui si evidenziano pochi e deboli segni clinici oppure alcun
sintomo e l’infezione passa inosservata (come dimostra
l’elevato numero di animali sieropositivi rispetto a quelli
clinicamente ammalati).
Le principali alterazioni clinico-patologiche riguardano la
trombocitopenia, che può essere severa, l’anemia minima o
moderata normocitica-normocromica in circa 2/3 dei pazienti,
linfopenia, monocitosi; i neutrofili sono generalmente nei
range ma sono state descritte neutrofilie con deviazione a sx.
Le alterazioni biochimiche più frequentemente riportate sono
l’ipoalbuminemia associata a iperproteinemia/iperglobulinemia, aumento degli enzimi epatici (ALP), bilirubinemia e
raramente azotemia. Nelle forme sub-cliniche dell’infezione
possono non essere identificate anomalie negli esami di
laboratorio.
La diagnosi di anaplasmosi granulocitica si basa sull’anamnesi del paziente (infestazione/contatto con zecche), sui
segni clinici, sulle alterazione degli esami di laboratori e su indagini diagnostiche specifiche. I metodi diagnostici possono
essere diretti, volti ad evidenziare la presenza del parassita
nell’ospite ed indiretti tramite il riconoscimento di anticorpi.
La ricerca delle morule nei granulociti neutrofili (raramente
eosinofili) tramite esame citologico di sangue, midollo e milza
rappresenta un test di facile esecuzione ma poco sensibile.
Un risultato negativo, infatti, non può escludere l’infezione.
L’utilizzo, invece, della biologia molecolare, attraverso la
PCR rappresenta un metodo diagnostico molto sensibile e
Anaplasma platys
Anaplasma platys è stata identificata per la prima volta nel
1978 in Florida: essa, infettando le piastrine è responsabile
della trombocitopenia/piastrinopenia ciclica infettiva del cane.
Dopo 8 – 15 giorni dall’inoculazione sperimentale o naturale
compaiono le morule del parassita nelle piastrine ed entro 7 g
si sviluppa la trombocitopenia che può essere severa. La
parassitemia è ciclica (ogni 10 – 14g) e dopo ogni picco si
assiste ad una drastica diminuzione del numero delle
piastrine.
I segni clinici possono essere del tutto assenti oppure possono essere significativi e caratterizzati da: febbre, abbattimento,
anoressia, dimagrimento, linfoadenomegalia, petecchie,
ecchimosi e raramente sintomi digestivi. La possibile coinfezione con altri parassiti può aggravare il quadro clinico.
Anaplasma phagocytophilum in un cane
raccomandabile (studi sperimentali hanno dimostrato una
positività 3 giorni prima e 6 – 8 giorni dopo la comparsa
delle morule nello striscio di sangue periferico). La PCR può
essere eseguita sul sangue in EDTA, midollo, milza, liquido
cefalo-rachidiano e liquido sinoviale. I test sierologici più
utilizzati sono IFA ed ELISA e possono essere eseguiti dopo
8 giorni dall’esposizione oppure 2 – 5 giorni dalla comparsa
delle morule. È necessario sottolineare la presenza di cross
reattività tra Anaplasma phagocytophilum, Anaplasma platys
ed Ehrlichia canis ma anche con specie non correlate come
coxiella burnettii. Falsi negativi e falsi positivi possono essere
riscontrati durante gli esami sierologici anticorpali. I falsi
negativi si possono avere nelle fasi precoci dell’infezione
(sono, infatti, necessari almeno 8 giorni affinché compaiano
in circolo gli anticorpi). I falsi positivi possono essere il risultato di una cross infezione con altri organismi correlati oppure
possono semplicemente indicare un precedente contatto.
È necessario, infatti, verificare un test positivo con la ripetizione dell’esame dopo 4 settimane in modo da evidenziare
l’avvenuta siero conversione (in cui il primo titolo anticorpale
aumenta di 2 – 4 volte).
La terapia si basa sull’utilizzo di doxiciclina per os per 2 – 3
settimane. Molti cani mostrano un miglioramento dei segni
clinici già dopo 24 – 48 ore dall’inizio della terapia. Altri antibiotici potenzialmente efficaci sono la rifampicina ed il cloramfenicolo. Nei pazienti in cui si sospettano forme cliniche
immuno-mediate (poliartrite, trombocitopenia immunologica)
si può aggiungere alla doxiciclina il prednisolone.
La principale alterazione clinico-patologica è sicuramente la
trombocitopenia, che può essere severa (<20 x 109/L) e può
associarsi ad anemia da infiammazione. Le trombocitopenie
possono durare 3 – 4 giorni, risolversi e poi ricomparire dopo
1 – 2 settimane.
Altre anomalie descritte sono: moderata iperglobulinemia,
ipoalbuminemia ed occasionalmente ipocalcemia.
La diagnosi di infezione da AP si basa sull’anamnesi del
paziente (infestazione/contatto con zecche), sui segni clinici,
sulle alterazione degli esami di laboratori e su indagini diagnostiche specifiche quali la messa in evidenza delle morule
nelle piastrine attraverso l’esame citologico dello striscio ematico oppure la PCR. L’esame dello striscio, seppur di facile
esecuzione è, comunque, un esame poco sensibile a causa
della presenza di bassi livelli di parassitemia durante gli
episodi di trombocitopenia e nelle forme croniche di infezione.
La PCR è un esame molto più sensibile e specifico e può
rilevare i parassiti nel sangue già dopo 3 – 5 g dall’infezione.
Esiste anche la possibilità di eseguire test sierologici con
metodiche ELISA ed IFAT utili come test di screening ma che
possono dare falsi positivi a causa delle possibili crossreazioni con altri parassiti correlati. (vedi diagnostica di APh).
La terapia si basa sull’utilizzo di doxiciclina per os per
10 giorni oppure di enrofloxacina per 2 – 3 settimane.
I segni clinici dell’anaplasmosi granulocitica sono variabili
ed aspecifici. Sono descritti: febbre, letargia, anoressia, debolezza, zoppia, splenomegalia e segni neurologici (centrali).
Raramente si segnalano diarrea, vomito, tosse e difficoltà
respiratoria. Frequente è anche l’andamento sub-clinico in
cui si evidenziano pochi e deboli segni clinici oppure alcun
sintomo e l’infezione passa inosservata (come dimostra
l’elevato numero di animali sieropositivi rispetto a quelli
clinicamente ammalati).
Le principali alterazioni clinico-patologiche riguardano la
trombocitopenia, che può essere severa, l’anemia minima o
moderata normocitica-normocromica in circa 2/3 dei pazienti,
linfopenia, monocitosi; i neutrofili sono generalmente nei
range ma sono state descritte neutrofilie con deviazione a sx.
Le alterazioni biochimiche più frequentemente riportate sono
l’ipoalbuminemia associata a iperproteinemia/iperglobulinemia, aumento degli enzimi epatici (ALP), bilirubinemia e
raramente azotemia. Nelle forme sub-cliniche dell’infezione
possono non essere identificate anomalie negli esami di
laboratorio.
La diagnosi di anaplasmosi granulocitica si basa sull’anamnesi del paziente (infestazione/contatto con zecche), sui
segni clinici, sulle alterazione degli esami di laboratori e su indagini diagnostiche specifiche. I metodi diagnostici possono
essere diretti, volti ad evidenziare la presenza del parassita
nell’ospite ed indiretti tramite il riconoscimento di anticorpi.
La ricerca delle morule nei granulociti neutrofili (raramente
eosinofili) tramite esame citologico di sangue, midollo e milza
rappresenta un test di facile esecuzione ma poco sensibile.
Un risultato negativo, infatti, non può escludere l’infezione.
L’utilizzo, invece, della biologia molecolare, attraverso la
PCR rappresenta un metodo diagnostico molto sensibile e
Anaplasma platys
Anaplasma platys è stata identificata per la prima volta nel
1978 in Florida: essa, infettando le piastrine è responsabile
della trombocitopenia/piastrinopenia ciclica infettiva del cane.
Dopo 8 – 15 giorni dall’inoculazione sperimentale o naturale
compaiono le morule del parassita nelle piastrine ed entro 7 g
si sviluppa la trombocitopenia che può essere severa. La
parassitemia è ciclica (ogni 10 – 14g) e dopo ogni picco si
assiste ad una drastica diminuzione del numero delle
piastrine.
I segni clinici possono essere del tutto assenti oppure possono essere significativi e caratterizzati da: febbre, abbattimento,
anoressia, dimagrimento, linfoadenomegalia, petecchie,
ecchimosi e raramente sintomi digestivi. La possibile coinfezione con altri parassiti può aggravare il quadro clinico.
Anaplasma phagocytophilum in un cane
raccomandabile (studi sperimentali hanno dimostrato una
positività 3 giorni prima e 6 – 8 giorni dopo la comparsa
delle morule nello striscio di sangue periferico). La PCR può
essere eseguita sul sangue in EDTA, midollo, milza, liquido
cefalo-rachidiano e liquido sinoviale. I test sierologici più
utilizzati sono IFA ed ELISA e possono essere eseguiti dopo
8 giorni dall’esposizione oppure 2 – 5 giorni dalla comparsa
delle morule. È necessario sottolineare la presenza di cross
reattività tra Anaplasma phagocytophilum, Anaplasma platys
ed Ehrlichia canis ma anche con specie non correlate come
coxiella burnettii. Falsi negativi e falsi positivi possono essere
riscontrati durante gli esami sierologici anticorpali. I falsi
negativi si possono avere nelle fasi precoci dell’infezione
(sono, infatti, necessari almeno 8 giorni affinché compaiano
in circolo gli anticorpi). I falsi positivi possono essere il risultato di una cross infezione con altri organismi correlati oppure
possono semplicemente indicare un precedente contatto.
È necessario, infatti, verificare un test positivo con la ripetizione dell’esame dopo 4 settimane in modo da evidenziare
l’avvenuta siero conversione (in cui il primo titolo anticorpale
aumenta di 2 – 4 volte).
La terapia si basa sull’utilizzo di doxiciclina per os per 2 – 3
settimane. Molti cani mostrano un miglioramento dei segni
clinici già dopo 24 – 48 ore dall’inizio della terapia. Altri antibiotici potenzialmente efficaci sono la rifampicina ed il cloramfenicolo. Nei pazienti in cui si sospettano forme cliniche
immuno-mediate (poliartrite, trombocitopenia immunologica)
si può aggiungere alla doxiciclina il prednisolone.
La principale alterazione clinico-patologica è sicuramente la
trombocitopenia, che può essere severa (<20 x 109/L) e può
associarsi ad anemia da infiammazione. Le trombocitopenie
possono durare 3 – 4 giorni, risolversi e poi ricomparire dopo
1 – 2 settimane.
Altre anomalie descritte sono: moderata iperglobulinemia,
ipoalbuminemia ed occasionalmente ipocalcemia.
La diagnosi di infezione da AP si basa sull’anamnesi del
paziente (infestazione/contatto con zecche), sui segni clinici,
sulle alterazione degli esami di laboratori e su indagini diagnostiche specifiche quali la messa in evidenza delle morule
nelle piastrine attraverso l’esame citologico dello striscio ematico oppure la PCR. L’esame dello striscio, seppur di facile
esecuzione è, comunque, un esame poco sensibile a causa
della presenza di bassi livelli di parassitemia durante gli
episodi di trombocitopenia e nelle forme croniche di infezione.
La PCR è un esame molto più sensibile e specifico e può
rilevare i parassiti nel sangue già dopo 3 – 5 g dall’infezione.
Esiste anche la possibilità di eseguire test sierologici con
metodiche ELISA ed IFAT utili come test di screening ma che
possono dare falsi positivi a causa delle possibili crossreazioni con altri parassiti correlati. (vedi diagnostica di APh).
La terapia si basa sull’utilizzo di doxiciclina per os per
10 giorni oppure di enrofloxacina per 2 – 3 settimane.
Diagnostic
gennaio 2015
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Update
Update
Anaplasmosi:
Aspetti clinico patologici e diagnostica di laboratorio
Vanessa Turinelli, DVM, PhD, diplomata ECVCP, patologo clinico per IDEXX Laboratories Italia.
Anaplasma phagocytophilum (APh) ed Anaplasma platys (AP) sono gli agenti responsabili
dell’anaplasmosi canina, comunemente e rispettivamente conosciute anche come ehrlichiosianaplasmosi granulocitica e piastrinopenia infettiva ciclica canina. Si tratta di un batterio coccoide,
Gram – intracellulare obbligato, appartenente all’ordine Rickettsiales, famiglia Anaplasmataceae,
trasmesso dalla zecca Ixodes spp. e Rhipicephalus sanguineus e diffusa in tutto il mondo. La
diffusione del batterio è strettamente correlata a quella del suo vettore che, ormai, si può definire
mondiale. Un potenziale rischio di trasmissione è rappresentato, tuttavia, anche dalle trasfusioni
di sangue, pertanto, è di fondamentale importanza sottoporre i potenziali donatori ad un test di
screening
Anaplasma phagocytophilum
Per approfondire l’argomento
• Barth C, et al. “Comparison of different diagnostic tools for the detection of Anaplasma
phagocytophilum in dogs” Vet Clin Pathol, 2014; 43: 180-184
• Gaunt, S., Beall, M., Stillman, B., Lorentzen, L., Diniz, P., Chandrashekar, R., Breitschwerdt, E.,
2010. Experimental infection and co-infection of dogs with Anaplasma platys and Ehrlichia canis:
hematologic, serologic and molecular findings. Parasit. Vectors. 3, 33.
• Harrus, S., Aroch, I., Lavy, E., Bark, H., 1997. Clinical manifestations of infectious canine cyclic
thrombocytopenia. Vet Rec. 141, 247-250.
• Harvey, J.W., Simpson, C.F., Gaskin, J.M., 1978. Cyclic thrombocytopenia induced by a
Rickettsia-like agent in dogs. J. Infect. Dis. 137, 182-188.
• Kontos, V.I., Papadopoulos, O., French, T.W., 1991. Natural
• Kohn B. “Understanding ehrlichiosis and anaplasmosis”. Proceedings of the 15th ESVCP-ECVCP
congress, Berlin 2013: 75-77.
• Kohn B, Galke D et al. “Clinical features of canine granulocytic anaplasmosis in 18 naturally
infected dog”. J Vet Intern Med, 2008; 22: 1289-1295
• Kohn B. “Anaplasmosis”. In: BSAVA Manual of canine and feline hemathology and transfusion
medicine. Eds MJ Day, B Kohn, BSAVA; 166-173
• Salal Al Izzi, et al. Babesia canis vogeli, Ehrlichia canis, and Anaplasma platys infectionin a dog.
Vet Clin Pathol, 2013; 42: 471-475
IDEXX Laboratorio di riferimento
Via Guglielmo Silva, 36
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Aph infetta i granulociti neutrofili, raramente gli eosinofili ed
è stata identificata per la prima volta intorno agli anni 30 – 50
nel nord Europa dove era ritenuta responsabile della “febbre
da zecca” del bestiame da allevamento (soprattutto pecore).
Solo negli anni 80 è stata descritta per la prima volta nel cane
in Svizzera e Svezia. Si tratta di una zoonosi in quanto può
essere colpito anche l’uomo, oltre al cavallo, gatto ed uccelli
migratori. Aph, infatti, ha incorporato le precedenti specie
conosciute come Ehrlichia phagocytophila, Ehrlichia equi, e
l’agente dell’ehrlichiosi umana granulocitica (EHG).
Con il morso della zecca Aph è trasmessa dal vettore
all’ospite in circa 24 – 48h. Essa penetra nel derma e diffonde
attraverso il sistema vascolare sanguigno e linfatico. Durante
la sua diffusione incontra i granulociti neutrofili ai quali si
lega utilizzando un recettore superficiale per la selectina e
penetra all’interno della membrana tramite endocitosi. Una
volta penetrato nella cellula attraverso il fagosoma, inibisce
la fusione della cellula con i lisosomi, blocca l’ossidazione
cellulare e inibisce l’apoptosi. I granulociti neutrofili, non solo
non sono capaci di distruggere il batterio, ma fungono anche
da veicolo facilitandone la diffusione in numerosi organi come
la milza, fegato e polmoni. All’interno dei neutrofili, inoltre, Aph
si moltiplica per divisione binaria e forma degli aggregati di
batteri, circondati da membrana e chiamati “morula”.
Il periodo di incubazione varia da una a due settimane ed
il decorso è sempre acuto.