LEZIONE DEL 04/04/2017 DISTRIBUZIONE DELLE MUTAZIONI NELLE EMOGLOBINE UMANE - suckle-cell motion; - sotituzione patologica (amminoacidi di classi diverse); - sostituzioni non patologiche (aminoacidi molto simili: Leucina -> Isoleucina). Le mutazioni possono implicare la sostituzione di uno o più amminoacidi. Un cambiamento forte porta ad una malattia genetica. Emoglobina: patologia che compromette il trasporto di ossigeno, può essere fatale. Anemia falciforme Alcuni globuli rossi, che si rompono facilmente -> emolisi, dispersione nel liquido cellulare (perdita della funzionalità => carenza di ossigeno). Fuoriescono dei bastoncini cilindrici (come se l'emoglobina fosse impilata). Ha infatti una struttura a fibra cilindrica (colonna a tortiglioni, con fibre di emoglobina attorcigliate). L'emoglobina ha una protuberanza e una cavità idrofobiche che le permettono di esporsi al'esterno (così due subunità si sovrappongono e precipitano). L'interazione idrofobica, prima per formare un dimero, poi permette di allungare una catena fatta di subunità (fibra che cresce e rompe la membrana eritrocitaria). Mutamento specifico: l'acido glutammico (carico negativamente) si è cambiato con la valina. Viene esposto un residuo idrofobico -> polimerizza -> forma fibrilla -> rompe il globulo rosso e dà la patologia. Perché la patologia, la malattia genetica non si estingue nel tempo? Vi è un vantaggio collaterale alla malattia genetica (prima la vita era di breve durata: una malattia che desse dei problemi in età avanzata non era considerata grave). Le malattie intervengono col protrarsi della vita grazie ad artifici come l'igiene, i medicinali… come risposta il corpo si ammala di demenza senile e altro (non siamo programmati geneticamente a proteggerci da 1 queste patologie). Protegge da altro? Nelle zone con la malaria, l'anemia falciforme ci protegge dalla persistenza del ciclo dei parassiti. Altro problema: nel feto. Nei mammiferi i feti vivono all'interno della placenta per molti mesi non avendo il contatto diretto con l'aria, con l'ossigeno. Prendono ox dalla madre. Il cuore del feto comincia la sua circolazione interna (il sangue del feto è mescolato con quello della madre). Ha bisogno di ossigeno anche per l'anabolismo della crescita, ma non essendo i suoi muscoli attivi, non ci sono tutte le attività regolari nel corpo umano (effetto Bohr ad esempio). L'evoluzione ha sintetizzato l'emoglobina F per questo (per i primi mesi), ha una piccola modifica nella sequenza amminoacidica. Le catene alfa e beta non ci sono ci sono invece catene gamma (per una singola mutazione). La configurazione dell’apoemoglobina media la costante di affinità dell’emoglobina fetale (a parità di pressione d’ossigeno). La modifica F attiva il gene dell'emoglobina A1, cambiando l'emoglobina F. Ipercapnia: troppa CO2 nel sangue => ispiriamo più aria => aumenta la frequenza cardiaca e si trasmette più sangue. Ubiquitina. [Niente dura per sempre. Anche molte proteine non durano più di qualche minuto. Le cellule sintetizzano continuamente nuove proteine, le usano per un solo compito e poi le eliminano. Per esempio, le proteine che vengono usate per segnalazione e controllo, come i regolatori della trascrizione e le cicline che controllano la divisione cellulare, hanno una 2 vita molto breve, portano i loro messaggi e poi vengono eliminate. Anche gli enzimi specializzati nella sintesi di particolari molecole vengono costruiti solo quando sono necessari, e così permettono alla cellula di controllare quello che vuole sintetizzare momento per momento. Questa strategia di invecchiamento programmato può sembrare uno spreco, ma permette alla cellula di rispondere rapidamente ad ogni nuova necessità. Eliminare il vecchio Naturalmente le cellule hanno bisogno di controllare la distruzione delle proprie proteine, per eliminare solo quelle che non sono più necessarie. La piccola proteina ubiquitina ha un ruolo centrale in questo meccanismo. L'ubiquitina si lega alle proteine inutili, segnalando alla cellula che sono pronte per essere degradate. Come si vede nella figura qui a lato, una sequenza di molecole di ubiquitina (rosa e marrone chiaro, file PDB 1ubq) viene legata ad una proteina vecchia, come la proteina src mostrata qui a destra (blu, file PDB 2src). L'ubiquitina viene poi riconosciuta dall'apparato di distruzione della cellula. Ubiquitina ubiquitaria Come dice il suo nome, l'ubiquitina si trova in tutte le cellule eucariote e quindi anche in ogni cellula del nostro corpo. Il Premio Nobel per la Chimica di quest'anno è stato assegnato ai tre ricercatori che 3 hanno scoperto la sua funzione essenziale nel 1980. Negli anni seguenti, è divenuto chiaro che l'ubiquitina oltre che nel suo ruolo di marcatore di proteine è usata anche per altri scopi, come dirigere il trasporto di proteine dentro e fuori dalla cellula. Connettendo insieme più ubiquitine in catene corte o lunghe, o usando connessioni diverse tra le molecole, possono essere codificati segnali molto diversi. A causa dei compiti importanti che svolge, l'ubiquitina è cambiata molto poco nel corso dell'evoluzione, così si possono trovare ubiquitine quasi identiche nelle cellule di lievito, nelle cellule vegetali e anche nelle nostre cellule. Ubiquitinazione Il segreto di questo processo sta nell'assicurarsi che l'ubiquitina si leghi solo alle giuste proteine. Molti enzimi specializzati passano in rassegna le proteine nella cellula e scelgono solo quelle che devono essere eliminate. Ci sono tre tipi di questi enzimi, chiamati E1, E2, ed E3. L'enzima E1, mostrato qui a fianco in alto (file PDB 1r4n) è l'enzima che attiva l'ubiquitina e avvia il processo. Utilizzando l'energia di un ATP (rosso), si lega sulla coda dell'ubiquitina (marrone chiaro) con uno dei propri amminoacidi, una cisteina (verde; notate però che, in questa struttura, la cisteina è stata sostituita con una alanina). Poi E1 passa l'ubiquitina attivata ad uno dei molti enzimi E2, un enzima che unisce l'ubiquitina alle proteine (file PDB 1fxt). Gli enzimi E2 lavorano con un gran numero di enzimi E3 diversi per riconoscere la proteine inutili e per 4 legarle all'ubiquitina. L'enzima E3 mostrato qui (file PDB 1ldk e 1fqv) ha la forma di una tenaglia. La proteina bersaglio viene legata nell'apertura (indicata da un asterisco). Il lato sinistro dell'enzima riconosce la proteina ed il lato destro posiziona E2 per permettere il trasferimento della sua ubiquitina. Distruzione totale Le proteine che sono diventate inutili vengono dapprima marcate con almeno quattro molecole di ubiquitina e poi vengono distrutte dai proteasomi. I proteasomi, anche chiamati AAA+ Proteasi (mdm 8-2006), sono insaziabili frantumatori di proteine, ma il loro apparato distruttivo è molto ben protetto in modo che non possa attaccare le normali proteine nella cellula. Il proteasoma mostrato qui a destra ha la forma di un cilindro, coi suoi siti attivi che tagliano le proteine nascosti all'interno del tubo. I due tappi agli estremi controllano l'entrata nella camera di distruzione, dove le proteine vengono tagliate in pezzi lunghi da 3 a 23 amminoacidi. Esplorando la Struttura La figura qui a lato mostra come le molecole di ubiquitina sono legate insieme per formare delle catene. Il cristallo di ubiquitina che ha generato questa struttura è stato prodotto con tetraubiquitina (quattro proteine concatenate), ma si è osservato che esiste un legame solo tra due delle quattro molecole di ubiquitina. Nell'immagine ravvicinata, si può vedere che il legame formato è insolito, infatti il carbossile (C 5 grigio e O rosso) dell'ultimo amminoacido di glicina (Gly) nella catena A è legato al gruppo amminico (N blu) della catena laterale della lisina 148 (Lys), al centro della catena B. Si tratta quindi di un legame ammidico anomalo, infatti le proteine sono formate da amminoacidi legati tra loro con il carbossile e il gruppo amminico posti entrambi in posizione alfa e mai con quelli in catena laterale]. Ricordiamo che le proteine, i protidi in generale, hanno una funzione di immagazzinamento e una trasformazione strutturale genetica). CARBOIDRATI Fungono da riserva energetica e hanno una funzione strutturale. Mi servono, per costruire gli zuccheri, carboni non completamente ossidati, parzialmente o totalmente idrogenati dunque. Se il carbonio è l'ultimo della catena, esso può fare un legame con l'ossigeno. Idrocarburo – gruppo alcolico – gruppo aldeidico – acido. Gli zuccheri contengono tutto quello che si trova dal gruppo alcolico in poi. Gliceraldeide : ha un carbonio asimmetrico (è uno stereoisomero che ammette forme D e L). Diidrossiacetone: non è asimmetrica. 6 Il primo fa parte degli aldosi, il secondo dei chetosi. Dalla gliceraldeide proseguo col costruire un adotrioso, un aldotetroso… analogamente per i chetosi (quelli da sapere sono quelli evidenziati in blu sul libro). Il fruttosio è una tappa successiva della sintetizzazione del glucosio (salta una tappa evolutiva, e ciò implica il rilascio più rapido di energia). Se si fermenta lo zucchero, si ottiene l'alcol (processo anaerobico). Tutto questo finisce nel metabolismo del fegato, che dovrà trasformare l'alcol in zucchero. Si ha una civilizzazione del glucosio: l'aldeide e l'alcol, reagendo, provocano il ripiegamento della molecola (struttura né uguale al cicloesano, né al benzene, ma simile al pirano). Aspetti tautomerici: due isomeri alfa e beta (ossidrile sotto/sopra) per ognuna delle forme D e L. Forme anomeriche. Formule si Haworth e Fisher. Il carbonio 6 non partecipa al ciclo. I pentosi vengono detti furanosi e hanno una ciclizzazione che deriva dai chetosi. Forme a sedia e a barca: la prima, per tenere lontani i gruppi OH. [Non studiare i gruppi alcolici. Studiare gli esteri degli zuccheri e gli amminozuccheri. Deossizucchero (fa la differenza tra DNA e RNA). Esteri fosforici. Il ribosio 5-fosfato è la base di tutto il DNA. La 7 glucosammina e la galattosammina sì. Emiacetali ed emichetali sì. Formule anomeriche]. La maggior parte degli zuccheri ha come minimo una forma disaccaridica. Prendo le estremità riducenti di di ossigeni semplici, ad esempio per formare il lattosio, di due galattosio. Ho diminuito così la pressione osmotica che dipende dalla concentrazione individuale. [Al compito: disaccaride con nome completo, da disegnare… cellobiosio, maltosio e isomaltosio]. Si possono formare legami di ossigeno sia sul carbonio 1 che sul C4 (posso fare una catena infinita di saccaridi). Amilosio – polisaccaride con legami lineari del glucosio (in acqua forma un'elica stabilizzata da legami idrogeno). Amilopectina. 8 Amidi (depositi di energia). Tuberi: la parte di carboidrati complessi. Per l'evoluzione si sfruttano gli amidi. Possiamo spezzare i legami e avere glucosio, già con la saliva (betamilasi) – non avviene con le proteine. Cellulosa. Se continuiamo ad incrociare i polisaccaridi, otteniamo strati che si legano anche in verticale (non si scioglie con l'amilasi, neanche se lo ingeriamo, il pH dello stomaco lo decompone leggermente). 9 Tutto quello che viene da forti legami crociati nei polisaccaridi forma una massa fibrosa. I carboidrati sono sintetizzati dalla CO2 nell'aria, le piante purificano gli zuccheri dalla CO2. Batteri: Microbioma , che permette agli erbivori di digerire la cellulosa. Chitina, che usa la glucosammina per formare i legami crociati (crostacei). Polisaccaridi della parete batterica. Eparina: anticoagulante. Condoitina: nei cartilagini. Acido ialuronico. Glicoproteine: solo il primo paragrafo. CAPITOLO 8 Lipidi (acidi grassi). Rappresentano il modo più economico per immagazzinare energia. Sono gli oli e i grassi che mangiamo. Vi è un recettore degli acidi grassi specifici. Sono idrofobi (tranne che nella testa, in cui vi è un gruppo acido). Acido palmititico, arachidico, stearico hanno tutti legami saturi. Se introduciamo un legame doppio, la molecola diventa insatura. I due carboni che stanno a valle o a monte 10 possono essere trans o cis. Linoleico. Linolenico. Palmitoleico. Oleico. I saturi hanno più energia: scaldati fanno residui idrocarburici. Gli insaturi si idrogenano, formano una protezione dai radicali liberi. Struttura insatura con composti solforati: la quantità di radicali liberi è 0 (aglio…). 11