1. _DOVECOMEQUANDO
www.dovecomequando.net
È nostra convinzione che il bello stia nell'imparare e non nel ripetere innumerevoli volte e senza
sforzo quanto già appreso; e che per fare del buon teatro non è necessario disporre di mezzi
imponenti - anzi.
I nostri spettacoli si contraddistinguono per la volontà di ricreare, qualunque sia il testo,
un'atmosfera "altra" dalla realtà quotidiana, in un costante rimando al sogno, all'incubo o a mondi
lontani dall'esperienza comune.
DoveComeQuando, fondata nel 2004, organizza tre iniziative volte alla promozione delle forze
emergenti in campo teatrale:
1) il Premio di drammaturgia DCQ - "Giuliano Gennaio", che si caratterizza per l'assoluta
gratuità della partecipazione e per il premio, che nel panorama teatrale è tra i più ambiti: la messa in
scena dell'opera - la quale avviene interamente a cura e a spese di DoveComeQuando;
2) il Festival INVENTARIA (ex Rassegna DCQ), ospitato nello storico Teatro dell'Orologio di
Roma e rivolto alle giovani formazioni e alla drammaturgia contemporanea. Per precisa scelta degli
organizzatori, finora il Festival non si è mai avvalso di sovvenzioni pubbliche ed è a partecipazione
gratuita;
3) il concorso di fotografia di scena "Scene da una fotografia", che si avvale, tra le altre, delle
partnership con l'Istituto Quasar Design University e con la rivista di fotografia Kairos Magazine,
legata all'Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
La compagnia è diretta da Pietro Dattola, drammaturgo, sceneggiatore e regista, vincitore di
numerosi premi drammaturgici (tra cui il Premio Internazionale Flaiano con il testo "Il signor
Cugino" e il Premio Oddone Cappellino per "L'attesa") e formatosi, tra gli altri, al Corso di
perfezionamento in sceneggiatura (RAI- Script). Suoi testi sono stati rappresentati a Roma, Milano
e Reggio Emilia da registi quali Giuseppe Marini, Hossein Taheri e Andrea Baracco e dal Maestro
Giorgio Albertazzi.
Insieme a Flavia Germana de Lipsis - la quale, dopo il diploma di attrice presso l’International
Acting School (Giorgina Cantalini), ha studiato, collaborato e lavorato con registi e coach anche
internazionali, tra cui Margarethe Assmuth, Massimo Avogadro, Alessio Bergamo, Massimiliano
Civica, Daria Deflorian, Giles Foreman, Ron Gilbert, Lena Lessing, Francesco Randazzo,
Evdokimos Tsolakidis, Alessia Siniscalchi, Giles Smith e Antonio Tagliarini - costituisce, da otto
anni, il fecondo sodalizio artistico al centro della produzione di DoveComeQuando.
2. _SOGNI (IN UNA BELLA NOTTE DI MEZZA ESTATE)
di PIETRO DATTOLA
regia PIETRO DATTOLA
con FLAVIA GERMANA DE LIPSIS
SIMONE TESSA
elementi di scena ALESSANDRO MARRONE
foto NOVELLA OLIANA
Bellezza: croce e delizia. Una necessità dell'anima, che nutre e tormenta. Un godimento per alcuni,
una dannazione per altri, un'urgenza per tutti, una schiavitù per molti; tanto impalpabile e soggettiva
quanto determinante e cogente. Bellezza: vive solo nella nostra testa ma domina, dolce e crudele, il
mondo. Un paradiso - che può diventare inferno.
In Sogni di una notte di mezza estate di Shakespeare la bellezza è originaria, indotta, mutata,
sottratta, servita, inseguita, negata, bramata – sempre amata, mai innocua. Presi in prestito con
estrema libertà dal testo shakespeariano, Ermia, Puck, Elena, Demetrio, Bottone e Titania si
agitano in atmosfere di sogno, avvolti nel buio, attratti dalla luce, alla perenne ricerca di una
bellezza che possa salvarli.
Elena, che nonostante ogni rassicurazione e carezza dell’amato continua a credersi brutta; il guercio
Puck, invaghito di una bellezza purtroppo destinata ad altri ma che, forse, gli farà riscoprire la
propria; Bottone, che si illude di diventare attraente agli occhi di una crudele Titania; Demetrio che,
rapito da un'algida bellezza seduttrice, rischia di perdere il calore del sentimento.
Quattro storie, alternate ad altrettante oniriche visioni, a comporre un affresco in cui la
bellezza domina, imponendo la sua legge.
_RECENSIONE DEL SEGMENTO "ELENA"
"(...) probabilmente l’opera dalla maggiore resa scenica: mentre una ragazza parla alla sua
immagine allo specchio, rifiutando la sua bellezza, l’invisibile [Demetrio] le dichiara il suo amore.
Sulla scena un gioco di luci e ombre abbaglia e incanta, una lampada a olio sulla ragazza che
recita intensamente, due occhi luminosi, sempre più luminosi, squarciano l’oscurità in un impatto
visivo che ha qualcosa di cinematografico, dal momento che la messa in scena medita sui concetti
di specchio, riflesso, luce, buio, punto cieco."
FONTE: Paperblog.com, http://it.paperblog.com/sul-palco-del-palladium-si-susseguono-cinquecorti-teatrali-roma3filmteatrofestival-429987/
3. _DORIS EVERY DAY
di LAURA BUCCIARELLI
regia PIETRO DATTOLA
con FLAVIA GERMANA DE LIPSIS
ass. regia ALESSANDRO MARRONE
Doris Every Day, di Laura Bucciarelli, è il testo vincitore della IV edizione (2012) del Premio di
drammaturgia DCQ-Giuliano Gennaio per "la scrittura curiosa, crudele, ironica, a tratti comica,
sul mondo e sull'immaginario femminile, aperta all'invenzione fisica e vocale degli interpreti e
capace di trasmettere - nonostante la deliberata assenza di storia e azione - una sana inquietudine;
un concentrato di cattiveria che ha il sapore fresco e stimolante della verità, tradotto in una
performance caustica e al tempo stesso briosa e originale", così come deciso dalla giuria di qualità,
composta per l'occasione da Ninni Bruschetta (attore, regista), Emanuele Cotumaccio (editor RAI),
Pietro Dattola (autore, regista), Flavia Germana de Lipsis (attrice), Fabio Morìci (attore, autore),
Laura Novelli (critico teatrale) e Francesco Randazzo (autore, regista).
L'obiettivo di Doris, inculcatole dalla madre, è raggiungere il modello di perfetta bellezza
rappresentato da Barbie Superstar.
A tal fine, Doris - il suo vero nome rimarrà ignoto - adotta tutte le tecniche, i rimedi e gli
accorgimenti del caso, sottoponendosi di fatto a una vera e propria tortura. I Pilastri di un buon
rapporto con se stesse sono tre: bei capelli, pelle luminosa, corpo tonico. Tra i comandamenti:
sorridi più che puoi. Non lasciare nulla di intentato. A ogni tacco, il suo orario.
Effettivamente, dopo un'intera giornata dedicata alla "cura" di sé, Doris riesce a risplendere, ma
"come un cerino acceso, dura pochi secondi ma ne vale la pena", come sostiene orgogliosa la
madre.
Così, quello che prima era un brutto anatroccolo adesso può vantare schiere di ammiratori, tra cui il
suo adorante Ken. Ma quei trattamenti-tortura stanno in realtà distruggendo il corpo di Doris,
devastato dal botox, dalla fame e dai peeling chimici sfrenati. Così, se dall'esterno Doris non può
che (deve!) apparire serena e sorridente, qualcosa si agita in lei, una voce messa a tacere ormai
molto tempo fa e che riesce a manifestarsi solo nei sogni che, puntualmente, si trasformano in un
incubo di inadeguatezza, sensi di colpa e disfacimento fisico.
Ogni giorno, al termine del suo percorso di purificazione, rifulge la fiamma della perfezione. Ma
ogni giorno, pochi secondi dopo, intorno a lei non rimangono che ceneri. Da spazzare via, per
ricominciare l'indomani.