Compito di gennaio 2001 Un’asta omogenea OA di massa m e lunghezza 2l è libera di ruotare attorno al proprio estremo O mantenendosi in un piano verticale. All’estremità A dell’asta è saldato il baricentro di un’asta omogenea BC di lunghezza l e massa m, in modo che questa si mantenga ortogonale ad OA. Un anello P di massa M scorre senza attrito lungo l’asta OA ed è collegato tramite una molla di costante elastica k all’origine delle coordinate O. Inoltre agisce su di esso una forza costante di modulo F parallela all’asse delle ordinate. Scegliendo le coordinate libere s e θ come in figura, si chiede di: 1) determinare la matrice d’inerzia rispetto al polo O del sistema formato dalle due aste; 2) scrivere le equazioni del moto; 3) determinare le configurazioni di equilibrio del sistema e discuterne la stabilità; 4) date le condizioni iniziali s(0) = l, θ(0) = 0, ṡ(0) = 0, θ̇(0) = ω, determinare il valore degli integrali primi del moto; 5) scrivere le equazioni che determinano la reazione vincolare esercitata nell’estremo O dell’asta. y x ~k1 O O ~k2 F~ θ s G G P C A B B 1 A C 1) Matrice d’inerzia del sistema rispetto al polo O. La matrice d’inerzia dell’asta OA rispetto al suo baricentro G e alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 } è: 1 1 (OA) 2 IG = m(2l) diag , 0, 12 12 1 2 = ml diag (1, 0, 1) . 3 (OA) Si osservi che la componente nulla della diagonale principale di IG è quella corrispondente al versore della base solidale diretto lungo l’asta, cioè il versore ~k2 . (OA) La matrice d’inerzia IO rispetto al polo O può essere ottenuta dalla matrice d’inerzia dell’asta OA rispetto al baricentro G mediante la seguente legge di trasformazione: (OA) (OA) IO, jh = IG, jh + m(d2 δjh − dj dh ) (j, h = 1, 2, 3) , dove d~ = G − O = l~k2 è il vettore posizione di G rispetto a O. Posto d1 = d3 = 0 e d2 = l, si ottiene facilmente: (OA) IO (OA) = IG + m diag(l2 , 0, l2 ) 1 2 ml diag(1, 0, 1) + ml2 diag(1, 0, 1) = 3 4 4 4 2 2 . ml diag(1, 0, 1) = ml diag , 0, = 3 3 3 La matrice d’inerzia dell’asta BC rispetto al suo baricentro A e alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 } è: ml2 ml2 1 1 (BC) 2 IA = diag 0, = ml diag 0, . , , 12 12 12 12 Mediante la legge di trasformazione della matrice d’inerzia possiamo ricavare (BC) la matrice d’inerzia IO dell’asta BC rispetto al polo O: (BC) (BC) IO, jh = IA, jh + m(d2 δjh − dj dh ) (j, h = 1, 2, 3) , dove d~ = A − O = 2l~k2 è il vettore posizione di A rispetto a O. 2 Posto d1 = d3 = 0 e d2 = 2l, si ottiene facilmente: (BC) IO (BC) + m diag(4l2 , 0, 4l2 ) 1 1 2 = ml diag 0, + ml2 diag(4, 0, 4) , 12 12 1 49 2 . , = ml diag 4, 12 12 = IA La matrice d’inerzia, rispetto al polo O, del sistema formato dalle due aste è quindi: 16 1 65 (OA) (BC) 2 IO = IO + IO = ml diag . , , 3 12 12 2) Equazioni del moto. L’energia cinetica totale T è la somma dell’energia cinetica TP del punto materiale P e dell’energia cinetica Taste del sistema formato dalle due aste OA e BC: 3 1 X 1 ωj IO, jh ωh , T = TP + Taste = MvP2 + 2 2 j,h=1 dove ~vP è la velocità di P , ~ω = θ̇~k3 è la velocità angolare e IO è la matrice d’inerzia del sistema delle due aste rispetto al polo O e alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 }. Per calcolare ~vP scriviamo innanzitutto il vettore posizione di P rispetto all’origine del sistema di riferimento cartesiano considerato: ~xP = P − O = s sin θ~e1 − s cos θ~e2 . Derivando rispetto al tempo si ha: ~vP = ~x˙ P = (ṡ sin θ + s θ̇ cos θ)~e1 − (ṡ cos θ − s θ̇ sin θ)~e2 . Il quadrato della velocità di P è la somma dei quadrati delle componenti di ~vP : vP2 = (ṡ sin θ + s θ̇ cos θ)2 + (ṡ cos θ − s θ̇ sin θ)2 = ṡ2 sin2 θ + 2sṡθ̇ sin θ cos θ + s2 θ̇2 cos2 θ + ṡ2 cos2 θ − 2sṡθ̇ sin θ cos θ + s2 θ̇2 sin2 θ . 3 Semplificando i termini opposti e ricordando che sin2 θ+cos2 θ = 1, si ottiene: vP2 = ṡ2 + s2 θ̇2 . Sostituendo tale risultato nell’espressione dell’energia cinetica e sapendo che IO, 33 = 65 2 ml , 12 si ha infine 1 65 T = M(ṡ2 + s2 θ̇2 ) + ml2 θ̇2 . 2 24 L’energia potenziale del sistema è data dalla somma di tre termini: il primo corrispondente alla forza elastica f~el = −k(P − O), il secondo associato alla forza peso f~peso = (M + 2m)~g e il terzo dovuto alla forza costante F~ : V = k (P − O)2 + MgyP + mgyG + mgyA − F~ · ~xP . 2 Posto (P − O)2 = s2 , yP = −s cos θ , yG = −l cos θ , yA = −2l cos θ , F~ · ~xP = F~e2 · (s sin θ~e1 − s cos θ~e2 ) = −F s cos θ , si ottiene V = k 2 s − Mgs cos θ − mgl cos θ − 2mgl cos θ + F s cos θ , 2 da cui segue k 2 s + (F − Mg)s cos θ − 3mgl cos θ . 2 La lagrangiana del sistema è V = 1 65 k L = T − V = M(ṡ2 + s2 θ̇2 ) + ml2 θ̇2 − s2 − (F − Mg)s cos θ + 3mgl cos θ . 2 24 2 Calcoliamo ora le derivate parziali di L rispetto a θ, θ̇, s e ṡ: ∂L 65 2 ∂L 2 = Ms + ml θ̇ , = (F − Mg)s sin θ − 3mgl sin θ , 12 ∂θ ∂ θ̇ ∂L ∂L = M ṡ , = Msθ̇2 − ks − (F − Mg) cos θ . ∂ ṡ ∂s 4 Le derivate totali rispetto al tempo contenute nelle equazioni di Lagrange sono: d ∂L 65 2 2 = Ms + ml θ̈ + 2Msṡθ̇ , dt ∂ θ̇ 12 d ∂L = M s̈ . dt ∂ ṡ Sostituiamo i risultati ottenuti nelle equazioni del moto ∂L d ∂L − =0 dt ∂ θ̇ ∂θ d ∂L ∂L − = 0, dt ∂ ṡ ∂s trovando infine 65 2 2 Ms + ml θ̈ + 2Msṡθ̇ − (F − Mg)s sin θ + 3mgl sin θ = 0 12 M s̈ − Msθ̇2 + ks + (F − Mg) cos θ = 0 . 3) Configurazioni di equilibrio e stabilità. Le posizioni d’equilibrio sono le soluzioni del sistema di equazioni ottenuto uguagliando a zero le derivate parziali dell’energia potenziale V = k 2 s − 3mgl cos θ + (F − Mg)s cos θ , 2 rispetto alle coordinate libere θ e s: ∂V = sin θ[3mgl − (F − Mg)s] = 0 ∂θ ∂V = ks + (F − Mg) cos θ = 0 . ∂s La prima equazione è verificata se è nullo uno dei due fattori che vi compaiono: 3mgl sin θ = 0 oppure s = . F − Mg 5 La condizione sin θ = 0 implica θ = 0 o θ = π. Sostituendo tali valori nella seconda equazione, si hanno i seguenti punti stazionari (θ, s): I) θ = 0 F − Mg ks + (F − Mg) cos 0 = 0 =⇒ s = − . k II) θ = π ks + (F − Mg) cos π = 0 =⇒ s = F − Mg . k Consideriamo ora la soluzione s = F3mgl ottenuta dalla prima equazione del −M g sistema che individua i punti stazionari. Sostituendo tale valore nella seconda equazione si ha: 3mgl + (F − Mg) cos θ = 0 , k F − Mg da cui segue 3mglk 3mglk cos θ = − =⇒ θ = ± arccos − = ±θ0 . (F − Mg)2 (F − Mg)2 Si hanno pertanto i seguenti punti stazionari (θ, s): h i 3mglk III) s = F3mgl , θ = θ = arccos − . 0 −M g (F −M g)2 h i 3mglk IV) s = F3mgl , θ = −θ = − arccos − . 0 −M g (F −M g)2 Per studiare la stabilità delle posizioni d’equilibrio trovate, scriviamo la matrice hessiana H dell’energia potenziale V , cioè la matrice formata dalle derivate seconde parziali di V : ∂2V ∂2V ∂2V ∂2V = [3mgl−(F −Mg)s] cos θ , = k, = = (Mg−F ) sin θ . ∂θ2 ∂s2 ∂s∂θ ∂θ∂s La matrice hessiana è quindi [3mgl − (F − Mg)s] cos θ (Mg − F ) sin θ H= , (Mg − F ) sin θ k Il determinante di H è det H = k[3mgl − (F − Mg)s] cos θ − (Mg − F )2 sin2 θ . Si possono presentare i seguenti casi: 6 • Se det H > 0 e Vθ,θ > 0, l’equilibrio è stabile. • Se det H > 0 e Vθ,θ < 0, l’equilibrio è instabile. • Se det H < 0, l’equilibrio è sempre instabile, indipendentemente dal segno di Vθ,θ . Per ciascuno dei quattro punti stazionari trovati calcoliamo il segno del determinante di H e della derivata Vθθ , in modo da studiare la stabilità dei punti d’equilibrio. g I) θ = 0, s = − F −M . k (F − Mg)2 > 0 , Vθθ > 0 . det H = k 3mgl + k L’equilibrio è stabile. g . II) θ = π, s = F −M k (F − Mg)2 det H = k − 3mgl > 0 per k (F − Mg)2 > 3mgl . k 2 g) Nell’ipotesi (F −M > 3mgl, si ha anche Vθθ > 0, pertanto l’equilibrio, sotto k tale condizione, è stabile. h i 3mglk 3mgl III) s = F −M g , θ = θ0 = arccos − (F −M g)2 . det H = −(Mg − F )2 sin2 θ0 < 0 . L’equilibrio è instabile. IV) s = 3mgl , F −M g h i 3mglk θ = −θ0 = − arccos − (F −M g)2 . det H = −(Mg − F )2 sin2 θ0 < 0 , L’equilibrio è instabile. 4) Integrali primi del moto. La lagrangiana del sistema dato non dipende esplicitamente dal tempo t, pertanto l’hamiltoniana H = T + V è un integrale primo del moto. La sua espressione in un generico istante t è: 1 65 k H = T + V = M(ṡ2 + s2 θ̇2 ) + ml2 θ̇2 + s2 + (F −Mg)s cos θ −3mgl cos θ . 2 24 2 7 Per ipotesi, all’istante iniziale t = 0 risulta s(0) = l , θ(0) = 0 , ṡ(0) = 0 , θ̇(0) = ω . Sostituendo tali valori nell’espressione di H e semplificando si ha: 1 65 k H(0) = M + m l2 ω 2 + l2 + (F − Mg)l − 3mgl . 2 12 2 In qualunque istante di tempo t il valore dell’hamiltoniana H(t) coincide con quello all’istante iniziale H(0). Si osservi che la lagrangiana del sistema dipende esplicitamente sia da θ sia da s, pertanto non ammette coordinate libere cicliche, che darebbero luogo ad ulteriori integrali primi del moto (i momenti generalizzati ∂L/∂ θ̇ e ∂L/∂ ṡ). 5) Equazioni che determinano la reazione vincolare in O. ~ O nell’estremo O dell’asta, scriviamo Per determinare la reazione vincolare Φ l’equazione di bilancio della quantità di moto: ˙ ~ (a) + Φ ~O. P~ = R Ricordando che la quantità di moto totale di un sistema di N punti materiali P P ˙ ai . Separando il termine relativo al vi , risulta P~ = N è P~ = N i=1 mi~ i=1 mi~ punto P da quelli corrispondenti ai punti delle aste OA e BC, si ha: X X ˙ P~ = M~aP + mi~ai + mi~ai asta OA asta BC = M~aP + m~aG + m~aA , dove ~aG e ~aA sono le accelerazioni dei baricentri G e A delle aste OA e BC, rispettivamente. ~ (a) è la somma della forza elastica f~el = Il risultante delle forze attive R −k(P −O), della forza peso f~peso = (M +2m)~g e della forza costante f~cost = F~ . L’equazione di bilancio della quantità di moto è quindi ~O, M~aP + m~aG + m~aA = −k(P − O) + (M + 2m)~g + F~ + Φ ~ O. da cui è possibile ricavare la reazione vincolare Φ 8 Compito di febbraio 2004 Una lamina omogenea di massa m, avente la forma di un disco di raggio R da cui è stato asportato il triangolo equilatero inscritto ABC, rotola senza strisciare lungo l’asse delle ascisse di un piano verticale. Il baricentro G della lamina è collegato all’origine degli assi da una molla di costante k, mentre sul punto A agisce una forza orizzontale F~ = F~e1 . Nell’ipotesi che all’istante iniziale il punto A coincida con l’origine degli assi O e prendendo come coordinata libera l’ascissa s del baricentro G, si chiede di determinare: 1) La matrice d’inerzia della lamina rispetto al baricentro G. 2) Le equazioni del moto del sistema. 3) Data la condizione iniziale ṡ(0) = c, il valore di ṡ quando s = πR. 4) La reazione vincolare nel punto di contatto H della lamina con l’asse delle ascisse. y A A F~ ~k2 B G θ G B H C K ~k1 C x s 1) Matrice d’inerzia della lamina rispetto al baricentro. Il lato √ l del triangolo equilatero inscritto in una circonferenza di√raggio R è l = 3R, pertanto il lato del triangolo ABC in figura√è: BC = 3R. L’altezza h di un triangolo equilatero di lato l è h = 23 l, pertanto l’altezza del triangolo ABC è: √ 3 3 AK = BC = R . 2 2 1 La superficie del disco di raggio R è S D = πR2 . La superficie del triangolo equilatero ABC è √ 1 3 3 2 T S = BC · AK = R . 2 4 La superficie della lamina è data dalla differenza tra l’area del disco e quella del triangolo: √ 4π − 3 3 2 L D T R . S =S −S = 4 La densità di massa ρ della lamina per definizione è: ρ= m 4m √ = , SL (4π − 3 3)R2 dove m è la massa della lamina. Utilizzando l’espressione di ρ, possiamo ricavare la massa del disco: mD = ρ S D = 4π √ m. 4π − 3 3 Analogamente, la massa del triangolo equilatero asportato, supposto omogeneo e della stessa densità della lamina, è √ 3 3 T T √ m. m = ρS = 4π − 3 3 La matrice d’inerzia del disco, rispetto al baricentro G e alla terna solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 } in figura, è: D 2 m R mD R2 mD R2 D . , , IG = diag 4 4 2 Sostituendo l’espressione di mD si ha: IGD = π √ mR2 diag(1, 1, 2) . 4π − 3 3 La matrice d’inerzia del triangolo ABC, rispetto al baricentro G e alla terna solidale in figura, è: T 2 m l mT l2 mT l2 T IG = diag . , , 24 24 12 2 Ricordando che l = √ 3R e sostituendo l’espressione di mT si ha: √ 3 3 √ mR2 diag(1, 1, 2) . IGT = 8(4π − 3 3) Per le proprietà delle figure “forate”, la matrice d’inerzia della lamina è data dalla differenza tra la matrice d’inerzia del disco e quella del triangolo asportato: √ 8π − 3 3 mR2 L D T √ diag(1, 1, 2) . IG = IG − IG = 4π − 3 3 8 2) Equazioni del moto del sistema. La condizione di puro rotolamento è espressa dalla relazione ṡ − Rθ̇ = 0 =⇒ θ̇ = ṡ . R Integrando l’equazione differenziale precedente rispetto al tempo t si ha: θ= s +c, R dove c è una costante d’integrazione. Sapendo che all’istante iniziale t = 0 il punto A coincide con O, possiamo porre θ(0) = s(0) = 0 , da cui segue che la costante d’integrazione c è uguale a zero. La relazione tra θ e s è quindi data da: s θ= . R La lagrangiana del sistema è L = T − V , dove T e V rappresentano l’energia cinetica e l’energia potenziale, rispettivamente. L’energia cinetica T del sistema è data da 3 1 X 1 2 ωj IG, jh ωh . T = mvG + 2 2 j, h=1 Per determinare T occorre trovare la velocità angolare ~ω e la velocità del baricentro ~vG . 3 Rispetto alla terna solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 }, si ha ṡ ~ω = θ̇~k3 = ~k3 , R in quanto la lamina ruota attorno ad un asse perpendicolare al piano (x, y), cioè parallelo al versore ~k3 . Le componenti di ~ω rispetto alla base solidale sono dunque: ṡ ω1 = ω2 = 0 , ω3 = θ̇ = . R Il vettore posizione del baricentro G è ~xG = s~e1 + R~e2 , dove {~e1 , ~e2 , ~e3 } è la base associata al riferimento cartesiano (x, y, z). La velocità del baricentro, ~vG , è la derivata temporale di ~xG : ~vG = ~x˙ G = ṡ~e1 , 2 da cui segue vG = ṡ2 . 2 Sostituendo l’espressione di vG e le componenti di ~ω nell’equazione che definisce l’energia cinetica della lamina, si ha: 1 2 1 2 L mṡ + ω3 IG, 33 2 2 1 2 1 ṡ2 L mṡ + IG, 33 = 2 2 R2 ! L IG, 1 1 33 = m+ ṡ2 = (m + µ)ṡ2 , 2 2 R 2 T = dove si è posto √ L IG, 8π − 3 3 m 33 √ µ= = . R2 4π − 3 3 4 L’energia potenziale del sistema è data dalla somma di tre termini: il primo associato alla forza elastica f~el = −k(G − O), il secondo dovuto alla forza peso f~peso = m~g e il terzo corrispondente alla forza costante F~ = F~e1 : V = k (G − O)2 + mgyG − F~ · ~xA . 2 4 Ricordando che G − O = ~xG = s~e1 + R~e2 , si ha: (G − O)2 = s2 + R2 e yG = R . Il vettore posizione del punto A in cui è applicata la forza costante F~ è: ~xA = [s + R sin(π − θ)] ~e1 + [R + R cos(π − θ)] ~e2 . Per le proprietà degli archi associati si ha: sin(π − θ) = sin θ , cos(π − θ) = − cos θ , da cui segue ~xA = (s + R sin θ)~e1 + (R − R cos θ)~e2 . Il prodotto scalare F~ · ~xA è dato dalla somma dei prodotti delle componenti omonime di F~ e ~xA : F~ · ~xA = F (s + R sin θ) . L’energia potenziale V risulta quindi: s k 2 2 , V = (s + R ) + mgR − F s + R sin 2 R dove si è posto θ = s/R. I termini costanti dell’energia potenziale, k2 R2 e mgR, possono essere trascurati, in quanto hanno derivata nulla e quindi non danno alcun contributo alle equazioni del moto. L’espressione dell’energia potenziale che utilizzeremo per ricavare le equazioni di Lagrange è: V = s k 2 . s − F s + R sin 2 R Sostituendo nella lagrangiana del sistema le espressioni trovate, si ha: k 2 s 1 2 . L = T − V = (m + µ)ṡ − s + F s + R sin 2 2 R Il sistema ha solo un grado di libertà, in quanto l’unica coordinata libera indipendente è s. Si ha quindi una sola equazione di Lagrange: d ∂L ∂L − = 0. dt ∂ ṡ ∂s 5 Calcoliamo ora le derivate parziali che compaiono nell’equazione di Lagrange. ∂L ∂L s . = (m + µ)ṡ , = −ks + F 1 + cos ∂ ṡ ∂s R Sostituendo nell’equazione del moto si trova infine: s = 0. (m + µ)s̈ + ks − F 1 + cos R 3) Valore di ṡ per s = πR. La lagrangiana del sistema dato non dipende esplicitamente dal tempo t, pertanto l’hamiltoniana H = T + V è un integrale primo del moto (detto integrale primo di Jacobi). La sua espressione in un generico istante t è: 1 k s . H = T + V = (m + µ)ṡ2 + s2 − F s + R sin 2 2 R Per ipotesi, all’istante iniziale t = 0 risulta s(0) = 0 e ṡ(0) = c . Sostituendo tali valori nell’espressione di H si ha: 1 H(0) = (m + µ)c2 . 2 Sia t l’istante corrispondente a s = πR. Calcolando H per t = t si trova: πR 1 k 2 2 H(t) = (m + µ)ṡ (t) + (πR) − F πR + R sin 2 2 R kπR 1 (m + µ)ṡ2 (t) + πR −F . = 2 2 Uguagliando le espressioni di H per t = 0 e per t = t si ha l’equazione 1 kπR 1 2 2 H(0) = H(t) =⇒ (m + µ)c = (m + µ)ṡ (t) + πR −F . 2 2 2 Risolvendo rispetto a ṡ2 (t) si ha kπR 2πR ṡ (t) = c + F− . m+µ 2 2 2 6 Estraendo la radice quadrata dei due membri dell’equazione precedente, si trova infine: s kπR 2πR 2 ṡ(t) = c + F− . m+µ 2 4) Reazione vincolare in H. L’equazione di bilancio della quantità di moto è: ~ (a) + R ~ (r) . m~aG = R L’accelerazione del baricentro, ~aG , è la derivata temporale della velocità ~vG = ṡ~e1 , calcolata al punto 2): ~aG = ~v˙ G = s̈~e1 . ~ (a) , è: Il risultante delle forze attive, R ~ (a) = f~peso + f~el + F~ R = m~g − k(G − O) + F~ = −mg~e2 − k(s~e1 + R~e2 ) + F~e1 , dove si è posto G − O = ~xG = s~e1 + R~e2 e l’accelerazione di gravità ~g è stata espressa in componenti (~g = −g~e2 ). ~ in H, pertanto si ha: L’unica forza reattiva è la reazione vincolare Φ ~ (r) = Φ ~. R ~ (a) e R ~ (r) nell’equazione di bilancio della quanSostituendo le espressioni di R tità di moto, si trova: ~. ms̈~e1 = −mg~e2 − k(s~e1 + R~e2 ) + F~e1 + Φ ~ si ha: Risolvendo rispetto a Φ ~ = (ms̈ + ks − F )~e1 + (mg + kR)~e2 . Φ Dall’equazione del moto ottenuta al punto 2) possiamo ricavare l’espressione di s̈: i 1 h s s̈ = F 1 + cos − ks . m+µ R ~ e semplificando, si ha infine: Sostituendo nell’espressione di Φ µ m s ~ Φ= ~e1 + (mg + kR)~e2 . (ks − F ) + F cos m+µ m+µ R 7 Compito del 14 giugno 2004 Un disco omogeneo di raggio R e massa m rotola senza strisciare lungo l’asse delle ascisse di un piano verticale. Il centro C del disco è collegato da una molla di costante elastica k al punto materiale P di massa M, che è vincolato a muoversi lungo l’asse delle ordinate. Sul centro del disco agisce inoltre una forza orizzontale costante F~ = F~e1 . Prendendo come coordinate libere l’ascissa x del centro C del disco e l’ordinata y del punto P , si chiede di determinare: 1) Le equazioni del moto del sistema. 2) Le configurazioni di equilibrio e la loro stabilità. 3) Le frequenze delle piccole oscillazioni attorno alle posizioni di equilibrio. 4) La reazione vincolare che agisce sul punto P . 5) (Facoltativa) Date le condizioni iniziali ẋ(0) = ẏ(0) = 0 , x(0) = F , k y(0) = R , la quota minima raggiunta dal punto P . y P ~k2 F~ y C C R x x H 1 ~k1 1) Equazioni del moto del sistema. Per ricavare le equazioni del moto scriviamo innanzitutto la lagrangiana del sistema in esame: L=T −V , dove T è l’energia cinetica e V l’energia potenziale. Il sistema ha due gradi di libertà, corrispondenti alle due coordinate libere x e y, pertanto si hanno due equazioni del moto: d ∂L ∂L − =0 dt ∂ ẋ ∂x d ∂L ∂L − = 0. dt ∂ ẏ ∂y L’energia cinetica totale è la somma dell’energia cinetica TP del punto materiale P di massa M e dell’energia cinetica Tdisco del disco di massa m: 3 1 1 X 1 ωj IC, jh ωh , T = TP + Tdisco = MvP2 + mvC2 + 2 2 2 j,h=1 dove IC è la matrice d’inerzia del disco rispetto al suo baricentro C e ~ω è la velocità angolare. Calcoliamo ora i termini che compaiono nell’espressione di T . • Il vettore posizione del punto P è ~xP = P − O = y~e2 , pertanto la velocità di P è ~vP = ~x˙ P = ẏ~e2 , da cui segue vP2 = ẏ 2. • Il vettore posizione del punto C, baricentro del disco, è ~xC = C − O = x~e1 + R~e2 , pertanto la velocità di C è ~vC = ~x˙ C = ẋ~e1 , da cui segue vC2 = ẋ2 . • La matrice d’inerzia del disco, rispetto al suo baricentro C e alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 } considerata, è: 1 1 1 2 . , , IC = mR diag 4 4 2 L’elemento di matrice IC, 33 è quindi IC, 33 = 2 mR2 . 2 • La velocità angolare ω ~ , rispetto alla terna solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 }, è ~ω = θ̇~k3 =⇒ ω1 = ω2 = 0 e ω3 = θ̇ . Ricordando la condizione di puro rotolamento θ̇ = ẋ , R ω3 = ẋ . R si ha quindi Riunendo i risultati trovati si ha che l’energia cinetica T è: 1 1 M ẏ 2 + mẋ2 + 2 2 1 1 = M ẏ 2 + mẋ2 + 2 2 1 3 mẋ2 + M ẏ 2 . = 4 2 T = 1 2 ω IC, 33 2 3 1 ẋ2 mR2 2 R2 2 L’energia potenziale del sistema è data dalla somma di tre termini: il primo corrispondente alla forza elastica f~el = −k(C − P ), il secondo associato alla forza peso f~peso = (M + m)~g e il terzo dovuto alla forza costante F~ : V = k (C − P )2 + MgyP + mgyC − F~ · ~xC . 2 Calcoliamo ora i termini che compaiono nell’espressione di V . • Per il teorema di Pitagora si ha: (C − P )2 = x2 + (y − R)2 = x2 + y 2 − 2Ry + R2 . • Dalle espressioni di ~xP = y~e2 e ~xC = x~e1 + R~e2 segue yP = y e yC = R . • Ricordando che il prodotto scalare di due vettori è dato dalla somma dei prodotti delle componenti omonime, si ha: F~ · ~xC = F~e1 · (x~e1 + R~e2 ) = F x . 3 Riunendo i risultati trovati si ha: k V = (x2 + y 2 − 2Ry + R2 ) + Mgy + mgR − F x . 2 I termini costanti contenuti nell’espressione dell’energia potenziale possono essere trascurati, in quanto il loro contributo alle equazioni del moto è nullo (si tenga presente che la lagrangiana L = T − V compare nelle equazioni del moto solo tramite le sue derivate rispetto alle coordinate libere). L’espressione di V si riduce quindi alla forma seguente: k 2 (x + y 2 ) + (Mg − kR)y − F x . 2 La lagrangiana del sistema è V = 1 k 3 L = T − V = mẋ2 + M ẏ 2 − (x2 + y 2 ) − (Mg − kR)y + F x . 4 2 2 Per scrivere le equazioni del moto occorre innanzitutto calcolare le seguenti derivate parziali di L: ∂L = −kx + F , ∂x ∂L = −ky − (Mg − kR) , ∂y ∂L 3 = mẋ , ∂ ẋ 2 ∂L = M ẏ . ∂ ẏ Le derivate totali rispetto al tempo che compaiono nelle equazioni di Lagrange sono: d ∂L 3 d ∂L = mẍ e = M ÿ . dt ∂ ẋ 2 dt ∂ ẏ Sostituendo le espressioni precedenti nelle equazioni del moto si ha infine: ∂L 3 d ∂L − = 0 =⇒ mẍ + kx − F = 0 dt ∂ ẋ ∂x 2 d ∂L ∂L − = 0 =⇒ M ÿ + ky + Mg − kR = 0 . dt ∂ ẏ ∂y 2) Configurazioni di equilibrio e stabilità. Le posizioni d’equilibrio sono le soluzioni del sistema di equazioni ottenuto uguagliando a zero le derivate parziali dell’energia potenziale V rispetto alle coordinate libere x, y: ∂V = kx − F = 0 ∂x ∂V = ky + Mg − kR = 0 , ∂y 4 da cui segue x= F k y =R− Mg . k Per studiare la stabilità della posizione d’equilibrio trovata, scriviamo la matrice hessiana H dell’energia potenziale V , cioè la matrice formata dalle derivate seconde parziali di V : ∂2V = k, ∂x2 ∂2V = k, ∂y 2 ∂2V ∂2V = = 0. ∂x∂y ∂y∂x La matrice hessiana è quindi H= k 0 0 k , e risulta indipendente dai valori delle coordinate libere x, y. Il determinante di H è sempre positivo, in quanto si ha detH = k 2 > 0. Essendo inoltre Vxx = k > 0, la posizione d’equilibrio trovata (x = Fk , y = R − Mkg ) è stabile. 3) Frequenza delle piccole oscillazioni attorno alla posizione d’equilibrio. Per determinare la frequenza ω delle piccole oscillazioni attorno alla posizione d’equilibrio, risolviamo l’equazione secolare det(C − λA) = 0 , dove C è la matrice hessiana di V , calcolata nella configurazione d’equilibrio considerata, λ = ω 2 e A è la matrice formata dai coefficienti (calcolati nella posizione d’equilibrio) della forma quadratica che esprime l’energia cinetica T , a meno di un fattore 1/2. Dalla definizione delle matrici A e C risulta quindi: k 0 C= e 0 k 3 m 0 2 A= , essendo T = 12 23 mẋ2 + M ẏ 2 + 0ẋẏ . 0 M 5 La matrice C − λA è dunque C − λA = = k 0 0 k − 3 mλ 2 0 0 k − 23 mλ 0 k − Mλ 0 Mλ . L’equazione secolare det(C − λA) = 0 risulta pertanto k − 3 mλ 3 0 2 = k − mλ (k − Mλ) = 0 , 0 k − Mλ 2 da cui segue 2k k e λ2 = . 3m M Le frequenze delle piccole oscillazioni attorno alla posizione d’equilibrio stabile sono quindi r r 2k k ω1 = e ω2 = . 3m M λ1 = 4) Reazione vincolare su P . ~ P che agisce su P , scriviamo la seconda Per calcolare la reazione vincolare Φ legge del moto di Newton per il punto materiale P , vincolato a muoversi lungo l’asse delle ordinate: ~ P = M~aP . F~ + Φ Il risultante F~ delle forze attive che agiscono su P è F~ = M~g − k(P − C) . Posto si ha ~g = −g~e2 e P − C = −x~e1 + (y − R)~e2 , F~ = −Mg~e2 − k [−x~e1 + (y − R)~e2 ] . L’accelerazione di P è la derivata seconda rispetto al tempo del vettore posizione ~xP = P − O = y~e2: ~aP = ~x¨P = ÿ~e2 . 6 Riunendo i risultati precedenti si ha: ~ P = M ÿ~e2 . −Mg~e2 + kx~e1 − k(y − R)~e2 + Φ ~ P l’equazione ottenuta e riunendo a fattore comune i Risolvendo rispetto a Φ versori ~e1 , ~e2 della base associata al riferimento cartesiano, si ha: ~ P = −kx~e1 + [M ÿ + Mg + k(y − R)] ~e2 . Φ Dalla seconda equazione del moto trovata al punto 1), M ÿ+ky+Mg−kR = 0, ~ P rispetto a ~e2 è nulla, pertanto la reazione segue che la componente di Φ vincolare si riduce a: ~ P = −kx~e1 . Φ 5) Quota minima raggiunta da P . La lagrangiana del sistema non dipende esplicitamente dal tempo t, pertanto l’hamiltoniana H = T + V è un integrale primo del moto. L’espressione di H in un generico istante t è 1 k 3 H = T + V = mẋ2 + M ẏ 2 + (x2 + y 2 ) + (Mg − kR)y − F x . 4 2 2 All’istante iniziale t = 0 si ha per ipotesi ẋ(0) = ẏ(0) = 0 , x(0) = F , k y(0) = R . Il valore corrispondente di H è F 2 kR2 F2 + + MgR − kR2 − 2k 2 k F 2 kR2 − . = MgR − 2k 2 H(0) = Le due equazioni del moto trovate al punto 1) sono “disaccoppiate”, nel senso che ciascuna di esse contiene solo una coordinata lagrangiana: o la variabile x, che individua la posizione del disco, o la variabile y, che individua la posizione del punto P . Da tale osservazione segue che il disco, inizialmente fermo nella posizione x(0) = F/k (coincidente con il valore della coordinata x all’equilibrio), persiste in tale posizione anche negli istanti di tempo successivi, cioè vale la condizione x(t) = F k e ẋ(t) = 0 ∀t > 0 . 7 Ciò è possibile anche se il valore iniziale della variabile y non coincide con quello all’equilibrio e quindi il punto P non rimane fermo nella posizione iniziale ma oscilla lungo l’asse y. L’espressione di H in un generico istante t diventa quindi 1 F2 k F2 2 2 H = + (Mg − kR)y − M ẏ + + y 2 2 k2 k 2 k F 1 M ẏ 2 + y 2 + (Mg − kR)y − . = 2 2 2k P oscilla tra i “punti d’arresto” ymin e ymax , in cui la velocità del punto materiale è nulla, cioè ẏ = 0. Le posizioni limite tra cui oscilla P possono essere determinate imponendo la condizione ẏ = 0 e uguagliando l’espressione di H in un generico istante t a quella per t = 0: H(t) = H(0) =⇒ k 2 F2 F 2 kR2 y + (Mg − kR)y − = MgR − − , 2 2k 2k 2 da cui segue kR2 k 2 = 0, y + (Mg − kR)y − MgR − 2 2 che può essere scritta nella forma ky 2 + 2(Mg − kR)y − (2MgR − kR2 ) = 0 . Le soluzioni dell’equazione precedente sono: o p 1n 2 2 y1, 2 = −(Mg − kR) ± (Mg − kR) + k(2MgR − kR ) . k Semplificando l’espressione trovata, le soluzioni risultano ymin = R − 2Mg k e ymax = R , e rappresentano la quota minima e massima raggiunta da P . 8 Compito del 21 giugno 2004 Una lamina omogenea di massa m è costituita da un quadrato ABCD di lato a da cui è stato asportato il quadrato HKLM avente i vertici nei punti medi dei lati di ABCD. La lamina è posta in un piano verticale e può ruotare attorno al baricentro G, il quale a sua volta è vincolato a traslare lungo l’asse delle ascisse. Una molla di costante elastica k congiunge il vertice A della lamina con il punto Q dell’asse delle ordinate a distanza a dall’origine, mentre una forza costante F~ = ka ~e è applicata al vertice opposto C. 2 2 Scegliendo le coordinate libere s e θ come in figura e prescindendo da ogni attrito, si chiede di determinare 1) La matrice d’inerzia della lamina rispetto al baricentro. 2) Le equazioni del moto. 3) Le posizioni di equilibrio e la loro stabilità. 4) La frequenza delle piccole oscillazioni attorno alle posizioni di equilibrio stabile. 5) Il momento angolare della lamina rispetto all’origine O delle coordinate. y Q A A M M D D H 0 O A θ π−θ ~k2 x G C0 π−θ H G ~k1 L L F~ B K B s C 1 K C 1) Matrice d’inerzia della lamina rispetto al baricentro. La massa M HKLM del quadrato asportato è uguale, per motivi di simmetria, alla massa m della lamina data: M HKLM = m . La massa M ABCD della lamina “completa” è la somma della massa m della lamina data e della massa m del quadrato asportato: M ABCD = 2m . La matrice d’inerzia della lamina “completa” ABCD, G e alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 }, è: 1 1 ABCD ABCD 2 IG = M a diag , , 12 12 1 2 1 1 = ma diag , ,1 . 3 2 2 rispetto al baricentro 1 6 Per il teorema di Pitagora applicato al triangolo rettangolo HBK, il lato del quadrato HKLM è: r √ a a 2 a 2 + =√ . HK = HB 2 + BK 2 = 2 2 2 La matrice d’inerzia della lamina quadrata asportata HKLM, rispetto al baricentro G e alla base solidale data, è: 2 a 1 1 1 HKLM HKLM √ IG = M , , diag 12 12 6 2 1 1 1 2 ma diag , ,1 . = 12 2 2 La matrice d’inerzia IG della lamina data, rispetto al baricentro G e alla base solidale considerata, è la differenza tra la matrice d’inerzia della lamina “completa” e quella della lamina asportata: IG = IGABCD − IGHKLM 1 1 1 2 ma diag , , = 3 2 2 1 2 1 1 = ma diag , , 4 2 2 1 1 − ma2 diag 12 1 . 2 1 1 , ,1 2 2 Si osservi che la lamina quadrata HKLM (e, più in generale, ogni lamina rettangolare) ha struttura giroscopica rispetto al baricentro, cioè la sua matrice d’inerzia rispetto agli assi principali baricentrali ha due termini diagonali uguali. Da tale proprietà segue che la matrice d’inerzia non varia ruotando la base solidale {~k1 , ~k2 } nel piano della lamina e mantenendo come polo il baricentro. 2) Equazioni del moto. L’energia cinetica della lamina data è: 3 1 2 1 X T = mvG + ωj IG, jh ωh . 2 2 j,h=1 Il vettore posizione del baricentro G rispetto all’origine del sistema di riferimento cartesiano considerato è: ~xG = G − O = s~e1 . La velocità di G è la derivata temporale di ~xG : ~vG = ṡ~e1 . La velocità angolare ~ω è diretta perpendicolarmente al piano della lamina, pertanto si ha: ~ω = θ̇~k3 =⇒ ω1 = ω2 = 0 , ω3 = θ̇ . Sostituendo i risultati precedenti nell’espressione di T , si ottiene: 1 1 1 1 T = mṡ2 + θ̇2 IG, 33 = mṡ2 + ma2 θ̇2 , 2 2 2 8 dove si è posto IG, 33 = 14 ma2 . L’energia potenziale del sistema è data dalla somma di tre termini: il primo corrispondente alla forza elastica f~el = −k(A − Q), il secondo associato alla forza peso f~peso = m~g e il terzo dovuto alla forza costante F~ : V = k (A − Q)2 + mgyG − F~ · ~xC . 2 Calcoliamo ora ciascun termine che compare nell’energia potenziale V . 3 √ Considerando il triangolo rettangolo AA0 G e osservando che AG = a/ 2, si trova: ~xA = A − O = (GO − A0 G)~e1 + AA0~e2 a a = s − √ cos(π − θ) ~e1 + √ sin(π − θ)~e2 2 2 a a = s + √ cos θ ~e1 + √ sin θ~e2 , 2 2 dove si sono utilizzate le seguenti proprietà degli archi associati cos(π − θ) = − cos θ , sin(π − θ) = sin θ . Il vettore posizione del punto Q è ~xQ = Q − O = a~e2 , pertanto il vettore A − Q risulta: a a A − Q = (A − O) − (Q − O) = s + √ cos θ ~e1 + √ sin θ − a ~e2 . 2 2 Il modulo al quadrato di A − Q è la somma dei quadrati delle componenti: 2 2 a a 2 (A − Q) = s + √ cos θ + √ sin θ − a 2 2 2 √ √ a2 a = s2 + 2as cos θ + cos2 θ + sin2 θ − 2a2 sin θ + a2 . 2 2 Sapendo che sin2 θ + cos2 θ = 1 e semplificando i termini simili, si trova: √ 3 (A − Q)2 = s2 + a2 + 2a(s cos θ − a sin θ) . 2 √ Considerando il triangolo rettangolo CC 0 G e osservando che GC = a/ 2, si trova: ~xC = C − O = (GO + C 0 G)~e1 − CC 0~e2 a a = s + √ cos(π − θ) ~e1 − √ sin(π − θ)~e2 2 2 a a = s − √ cos θ ~e1 − √ sin θ~e2 . 2 2 4 Il prodotto scalare F~ ·~xC è la somma dei prodotti delle componenti omonime: Fa ka2 F~ · ~xC = − √ sin θ = − √ sin θ , 2 2 2 ~e . dove si è posto F~ = F~e2 = ka 2 2 Il vettore posizione del baricentro è ~xG = s~e1 , pertanto risulta yG = 0. L’energia potenziale V è quindi √ 2 k 2 3 2 √ ka2 V = s + a + 2as cos θ − 2a sin θ + √ sin θ . 2 2 2 2 I termini costanti contenuti nell’espressione dell’energia potenziale possono essere trascurati, in quanto il loro contributo alle equazioni del moto è nullo (si tenga presente che la lagrangiana L = T − V compare nelle equazioni del moto solo tramite le sue derivate rispetto alle coordinate libere). Sommando inoltre i termini simili, l’espressione di V si riduce alla forma: a2 k 2 √ s + 2as cos θ − √ sin θ . V = 2 2 La lagrangiana del sistema è 1 k 1 L = T − V = mṡ2 + ma2 θ̇2 − 2 8 2 √ a2 2 s + 2as cos θ − √ sin θ . 2 Per scrivere le equazioni del moto occorre innanzitutto calcolare le seguenti derivate parziali di L: ∂L ka ∂L = mṡ , = −ks − √ cos θ , ∂ ṡ ∂s 2 ka2 ∂L 1 2 ∂L ka = ma θ̇ , = √ s sin θ + √ cos θ . 4 ∂θ 2 2 2 ∂ θ̇ Le derivate totali rispetto al tempo che compaiono nelle equazioni di Lagrange sono: d ∂L d ∂L 1 = ms̈ e = ma2 θ̈ . dt ∂ ṡ dt ∂ θ̇ 4 5 Sostituendo le espressioni precedenti nelle equazioni del moto si ha infine: ∂L ka d ∂L − = 0 =⇒ ms̈ + ks + √ cos θ = 0 dt ∂ ṡ ∂s 2 ∂L 1 ka ka2 d ∂L − = 0 =⇒ ma2 θ̈ − √ s sin θ − √ cos θ = 0 . dt ∂ θ̇ ∂θ 4 2 2 2 3) Posizioni di equilibrio e stabilità. Le posizioni d’equilibrio sono le soluzioni del sistema di equazioni ottenuto uguagliando a zero le derivate parziali dell’energia potenziale V rispetto alle coordinate libere s, θ: ka ∂V = ks + √ cos θ = 0 ∂s 2 ∂V ka ka2 = − √ s sin θ − √ cos θ = 0 , ∂θ 2 2 2 da cui segue a ∂V = k s + √ cos θ = 0 ∂s 2 a ka ∂V = − √ s sin θ + cos θ = 0 . ∂θ 2 2 Sostituendo nella seconda equazione l’espressione di s ottenuta dalla prima equazione si ha: a s = − √ cos θ 2 ka ka2 1 a a − √ − √ cos θ sin θ + cos θ = 0 =⇒ cos θ sin θ − √ = 0. 2 2 2 2 2 Dalla seconda equazione si ottiene: 3 π , θ= π 2 2 1 3 π sin θ = √ =⇒ θ = , θ = π . 4 4 2 cos θ = 0 =⇒ θ = 6 Sostituendo tali risultati nella prima equazione del sistema precedente, si hanno le seguenti posizioni d’equilibrio: π , s = 0 ; II) θ = 2 π a III) θ = , s = − ; IV) 4 2 I) θ = 3 π, s = 0; 2 3 a θ = π, s = . 4 2 Per studiare la stabilità delle posizioni d’equilibrio trovate, scriviamo la matrice hessiana H dell’energia potenziale V , cioè la matrice formata dalle derivate seconde parziali di V : ∂2V ∂2V ka ∂2V √ = k , = = − sin θ , ∂s2 ∂s∂θ ∂θ∂s 2 ka2 1 ka a ∂2V 2 cos θ + √ sin θ , = − √ s cos θ − sin θ = ∂θ2 2 2 2 2 avendo sostituito, nell’ultimo passaggio, la condizione s = − √a2 cos θ ricavata dalla prima equazione del sistema che fornisce le posizioni d’equilibrio. La matrice hessiana è quindi ! k − √ka2 sin θ H= . 2 − √ka2 sin θ ka2 cos2 θ + √12 sin θ Il determinante di H è k 2 a2 cos2 θ + det H = 2 k 2 a2 = cos2 θ + 2 1 k 2 a2 √ sin θ − sin2 θ 2 2 1 2 √ sin θ − sin θ . 2 (1) Essendo Vss = k > 0 indipendentemente dai valori di (s, θ), i casi che possono presentarsi sono solo due: • se det H > 0, l’equilibrio è stabile; • se det H < 0, l’equilibrio è instabile. Per ciascuno dei quattro punti stazionari trovati calcoliamo il segno del determinante di H, in modo da studiare la stabilità dei punti d’equilibrio. 7 I) θ = π2 , s = 0. k 2 a2 det H = 2 1 √ −1 2 < 0 =⇒ l’equilibrio è instabile . II) θ = 32 π, s = 0. k 2 a2 det H = 2 1 −√ − 1 2 < 0 =⇒ l’equilibrio è instabile . III) θ = π4 , s = − a2 . k 2 a2 > 0 =⇒ 4 l’equilibrio è stabile . k 2 a2 > 0 =⇒ det H = 4 l’equilibrio è stabile . det H = IV) θ = 34 π, s = a2 . 4) Frequenza delle piccole oscillazioni attorno alle posizioni d’equilibrio stabile. Per determinare la frequenza ω delle piccole oscillazioni attorno alle posizioni d’equilibrio stabile, risolviamo l’equazione secolare det(C − λA) = 0 , dove C è la matrice hessiana di V , calcolata nella configurazione d’equilibrio considerata, λ = ω 2 e A è la matrice formata dai coefficienti (calcolati nella posizione d’equilibrio) della forma quadratica che esprime l’energia cinetica T , a meno di un fattore 1/2. In entrambe le posizioni d’equilibrio stabile trovate, 3 π a a e θ = π, s = , θ= ,s=− 4 2 4 2 le matrici A e C risultano: 8 C= A= m 0 0 ma2 4 , k − ka 2 ka2 − ka 2 2 essendo T = 1 2 e 2 mṡ + 1 ma2 θ̇2 4 + 0ṡθ̇ . La matrice C − λA è dunque λm 0 k − ka 2 − C − λA = 2 ka2 0 λ ma4 − ka 2 2 k − λm − ka 2 . = 2 ka2 − λ ma4 − ka 2 2 L’equazione secolare det(C − λA) = 0 risulta pertanto k − λm a2 − ka 2 (k − λm)(2k − λm) − k 2 = 0 , 2 2 ka ma = − ka −λ 4 4 2 2 da cui segue m2 λ2 − 3kmλ + k 2 = 0 =⇒ λ1, 2 = 3km ± √ √ 9k 2 m2 − 4k 2 m2 3± 5 k = . 2m2 2 m Le frequenze delle piccole oscillazioni attorno alla posizione d’equilibrio stabile sono quindi s s √ √ 3− 5 k 3+ 5 k ω1 = · e ω2 = · . 2 m 2 m 5) Momento angolare della lamina rispetto a O. Il momento angolare di un corpo rigido rispetto al polo non solidale O è: ~ O = IG (~ω ) + (G − O) ∧ m~vG , L dove ~ω è la velocità angolare del corpo, G il baricentro, m la massa, ~vG la velocità di G e IG l’operatore d’inerzia rispetto al baricentro e alla base solidale scelta. 9 Nel nostro caso i vettori ~xG = G−O = x~e1 e ~vG = ẋ~e1 sono paralleli, pertanto il loro prodotto vettoriale è nullo: (G − O) ∧ m~vG = x~e1 ∧ mẋ~e1 = ~0 . Il momento angolare rispetto al polo non solidale O si riduce quindi alla forma: 3 X ~ O = IG (~ω ) = ωj IG, jh~kh , L j, h=1 dove {~k1 , ~k2 , ~k3 } è la base solidale considerata e IG, jh è la matrice d’inerzia rispetto a G. La velocità angolare è ~ω = θ̇~k3 , pertanto le sue componenti sono ω1 = ω2 = 0 e ω3 = θ̇ . Il momento angolare risulta dunque ~ O = θ̇IG, 33~k3 . L Dai risultati ottenuti al punto 1) sappiamo che l’elemento IG, 33 della matrice d’inerzia della lamina rispetto al baricentro G è: IG, 33 = ma2 . 4 Il momento angolare richiesto è quindi 2 ~ O = ma θ̇~k3 L 4 10 Compito di gennaio 2005 In un piano verticale, si consideri il vincolo mobile costituito da una semicirconferenza di raggio R e centro C, i cui estremi A e B possono strisciare lungo l’asse delle ascisse: le coordinate del centro C sono date da ~xC = (gt2 /2) ~e1 . Il baricentro G di un’asta omogenea DE di lunghezza 2l e massa m può scorrere lungo la guida semicircolare, mentre l’estremo D dell’asta è collegato al punto mobile C da una molla di costante elastica k. Scegliendo le coordinate libere θ e ϕ come in figura e prescindendo da ogni attrito, si chiede di determinare: 1) le equazioni del moto; 2) le configurazioni di equilibrio del sistema, discutendone la stabilità; 3) gli integrali primi del moto; 4) date le condizioni iniziali θ(0) = ϕ(0) = 0, θ̇(0) = ϕ̇(0) = 0, calcolare il valore iniziale della reazione esercitata dalla semicirconferenza sull’asta. y O A B C x θ ~k2 E E G G0 ϕ D0 D 1) Equazioni del moto. L’energia cinetica T dell’asta è: 3 1 X 1 2 ωj IG, jh ωh , T = mvG + 2 2 j,h=1 1 G ~k1 D dove ~vG è la velocità del baricentro G, ~ω è la velocità angolare e IG è la matrice d’inerzia dell’asta rispetto al baricentro e alla base solidale considerata. Calcoliamo ora i singoli termini che compaiono nell’espressione di T . Considerato il triangolo rettangolo CGG0 e osservato che CG = R, il vettore posizione del baricentro G risulta: ~xG = G − O = (OC + G0 G)~e1 − CG0~e2 1 2 = gt + R sin θ ~e1 − R cos θ~e2 . 2 La velocità di G è la derivata temporale del vettore posizione ~xG : ~vG = ~x˙ G = (gt + Rθ̇ cos θ)~e1 + Rθ̇ sin θ~e2 . Il modulo al quadrato di ~vG è dato dalla somma dei quadrati delle componenti: 2 vG = (gt + Rθ̇ cos θ)2 + (Rθ̇ sin θ)2 = g 2t2 + 2gRtθ̇ cos θ + R2 θ̇2 cos2 θ + R2 θ̇2 sin2 θ = g 2t2 + R2 θ̇2 + 2gRtθ̇ cos θ . La velocità angolare ~ω , rispetto alla base solidale {~k1 , ~k2 , ~k3 }, è: ~ω = ϕ̇~k3 =⇒ ω1 = ω2 = 0 , ω3 = ϕ̇ . La matrice d’inerzia dell’asta, rispetto al baricentro e alla base solidale scelta, è: 1 1 1 2 =⇒ ml2 diag(0, 1, 1) , , IG = m(2l) diag 0, 12 12 3 da cui segue, in particolare: 1 IG, 33 = ml2 . 3 L’energia cinetica T risulta dunque: 1 1 22 2 2 T = m g t + R θ̇ + 2gRtθ̇ cos θ + ml2 ϕ̇2 . 2 6 2 L’energia potenziale del sistema è data dalla somma di due termini: il primo corrispondente alla forza elastica f~el = −k(D − C), il secondo associato alla forza peso f~peso = m~g : V = k (D − C)2 + mgyG . 2 Considerati i triangoli rettangoli CGG0 , GDD 0 e osservato che CG = R e GD = l, il vettore D − C risulta: D − C = (G0 G + D 0 D)~e1 − (CG0 + GD 0 )~e2 = (R sin θ + l sin ϕ)~e1 − (R cos θ + l cos ϕ)~e2 . Il modulo al quadrato di D − C è la somma dei quadrati delle componenti: (D − C)2 = (R sin θ + l sin ϕ)2 + (R cos θ + l cos ϕ)2 = R2 sin2 θ + 2Rl sin θ sin ϕ + l2 sin2 ϕ + R2 cos2 θ + 2Rl cos θ cos ϕ + l2 cos2 ϕ = R2 + l2 + 2Rl(cos θ cos ϕ + sin θ sin ϕ) = R2 + l2 + 2Rl cos(θ − ϕ) . La componente del vettore posizione G − O lungo l’asse y è: yG = −CG0 = −R cos θ . L’energia potenziale risulta quindi: V = k 2 R + l2 + 2Rl cos(θ − ϕ) − mgR cos θ . 2 I termini costanti dell’energia potenziale possono essere trascurati, pertanto si ha: V = klR cos(θ − ϕ) − mgR cos θ . La lagrangiana L = T − V del sistema dato è: 1 1 22 2 2 L = m g t + R θ̇ + 2gRtθ̇ cos θ + ml2 ϕ̇2 + mgR cos θ −klR cos(θ −ϕ) . 2 6 3 I termini di L che dipendono esplicitamente dal tempo t sono: 1 Ltempo = m g 2 t2 + 2gRtθ̇ cos θ , 2 e possono essere espressi come derivata totale rispetto a t di una funzione F = F (ϕ, θ, t): Ltempo d 1 1 23 = m g t + 2gRt sin θ − mgR sin θ dt 2 3 d [F (ϕ, θ, t)] − mgR sin θ , = dt dove il termine sottratto, −mRg sin θ, semplifica il termine “in più” ottenuto dalla derivata totale rispetto a t e non contenuto nella lagrangiana originaria. La lagrangiana L può essere riscritta nel seguente modo: dF 1 2 2 1 2 2 . L = m R θ̇ + l ϕ̇ + mgR(cos θ − sin θ) − klR cos(θ − ϕ) + 2 3 dt Indichiamo con Lef la lagrangiana “efficace” ottenuta da L trascurando la derivata totale rispetto al tempo dF/dt: 1 2 2 1 2 2 Lef = m R θ̇ + l ϕ̇ + mgR(cos θ − sin θ) − klR cos(θ − ϕ) . 2 3 La relazione tra L e Lef è quindi L = Lef + dF . dt Due lagrangiane L(q, q̇, t), Lef (q, q̇, t) che differiscono per la derivata totale rispetto al tempo di una funzione F (q, t) generano le stesse equazioni del moto e si dicono equivalenti. Calcoliamo ora le equazioni di Lagrange del sistema dato: d ∂Lef − dt ∂ ϕ̇ d ∂Lef − dt ∂ θ̇ 4 ∂Lef =0 ∂ϕ ∂Lef = 0. ∂θ Le derivate parziali che compaiono nelle equazioni precedenti sono: ∂Lef 1 ∂Lef = ml2 ϕ̇ , = −klR sin(θ − ϕ) , ∂ ϕ̇ 3 ∂ϕ ∂Lef ∂Lef = −mgR(sin θ + cos θ) + klR sin(θ − ϕ) . = mR2 θ̇ , ∂θ ∂ θ̇ Sostituendo nelle equazioni di Lagrange le espressioni ottenute per le derivate parziali, si ha: 1 2 ml ϕ̈ + klR sin(θ − ϕ) = 0 3 mR2 θ̈ + mgR(sin θ + cos θ) − klR sin(θ − ϕ) = 0 . 2) Configurazioni di equilibrio e stabilità. L’energia cinetica “efficace” Tef può essere ottenuta da T trascurando i termini che dipendono esplicitamente dal tempo: 1 2 2 1 2 2 Tef = m R θ̇ + l ϕ̇ . 2 3 L’energia potenziale “efficace” Vef può essere ottenuta dall’espressione della lagrangiana Lef e dell’energia cinetica Tef : Lef = Tef − Vef =⇒ Vef = Tef − Lef , da cui segue Vef = mgR(sin θ − cos θ) + klR cos(θ − ϕ) . Le posizioni d’equilibrio sono le soluzioni del sistema di equazioni ottenuto uguagliando a zero le derivate parziali dell’energia potenziale Vef rispetto alle coordinate libere ϕ e θ: ∂Vef = klR sin(θ − ϕ) = 0 ∂ϕ ∂Vef = mgR(cos θ + sin θ) − klR sin(θ − ϕ) = 0 . ∂θ Dalla prima equazione si ottiene: ϕ=θ oppure ϕ = θ + π . 5 Sostituendo nella seconda equazione le espressioni di ϕ ottenute dalla prima equazione, si ha: ∂Vef = mgR(cos θ + sin θ) = 0 . ∂θ Dividendo per cos θ i due membri dell’equazione precedente e semplificando il fattore costante mgR, si ottiene π 3 tan θ = −1 =⇒ θ = π, − . 4 4 Sostituendo i valori precedenti di θ nella soluzione ϕ = θ e ϕ = θ +π ottenuta dalla prima equazione, si trovano le seguenti configurazioni di equilibrio: 3 7 3 I) θ = ϕ = π ; II) θ = π , ϕ = π ; 4 4 4 π 3 π III) θ = ϕ = − ; IV) θ = − , ϕ = π . 4 4 4 Per studiare la stabilità delle posizioni d’equilibrio trovate, scriviamo la matrice hessiana H dell’energia potenziale Vef , cioè la matrice formata dalle derivate seconde parziali di Vef : ∂ 2 Vef ∂ 2 Vef ∂ 2 Vef = −klR cos(θ − ϕ) , = = klR cos(θ − ϕ) , ∂ϕ2 ∂θ∂ϕ ∂ϕ∂θ ∂ 2 Vef = −mgR(sin θ − cos θ) − klR cos(θ − ϕ) . ∂θ2 La matrice hessiana, in una configurazione (ϕ, θ) qualunque del sistema, è: −klR cos(θ − ϕ) klR cos(θ − ϕ) . H= klR cos(θ − ϕ) −mgR(sin θ − cos θ) − klR cos(θ − ϕ) Dopo aver semplificato i termini opposti, il determinante di H si riduce alla seguente forma: det H = klmgR2 (sin θ − cos θ) cos(θ − ϕ) . Si osservi che nelle posizioni d’equilibrio I) e III), in cui ϕ = θ, risulta ∂ 2 Vef = −klR < 0 , ∂ϕ2 6 pertanto l’equilibrio è instabile, indipendentemente dal segno del determinante della matrice hessiana. Nelle due posizioni d’equilibrio II) e IV), in cui ϕ = θ + π, si ha invece ∂ 2 Vef = klR > 0 , ∂ϕ2 pertanto occorre studiare il segno del determinante della matrice hessiana per determinare la stabilità delle configurazioni d’equilibrio considerate. Sostituendo nell’espressione di det H i valori assunti dalle coordinate libere (ϕ, θ) nelle due posizioni d’equilibrio II) e IV), si ha II) θ = 43 π, ϕ = 47 π. √ det H = − 2klmgR2 < 0 =⇒ l’equilibrio è instabile . IV) θ = − π4 , ϕ = 34 π. det H = √ 2klmgR2 > 0 =⇒ l’equilibrio è stabile . 3) Integrali primi del moto. La lagrangiana Lef non dipende esplicitamente dal tempo t, pertanto l’hamiltoniana Hef = Tef + Vef è un integrale primo del moto. L’espressione di Hef in un generico istante t è: 1 2 2 1 2 2 Hef = m R θ̇ + l ϕ̇ + klR cos(θ − ϕ) + mgR(sin θ − cos θ) . 2 3 Si osservi che la lagrangiana Lef dipende esplicitamente sia da ϕ sia da θ, pertanto non ammette coordinate libere cicliche, che darebbero luogo ad ulteriori integrali primi del moto (i momenti generalizzati ∂Lef /∂ ϕ̇ e ∂Lef /∂ θ̇). 4) Valore iniziale della reazione vincolare sull’asta. L’equazione di bilancio della quantità di moto per il sistema dato è: ~ (a) + Φ ~, m~aG = R ~ (a) è il dove ~aG è l’accelerazione del baricentro dell’asta, m è la massa, R ~ è la reazione vincolare esercitata dalla semirisultante delle forze attive e Φ circonferenza sull’asta. 7 Le forze attive agenti sull’asta sono la forza peso, applicata nel baricentro dell’asta, e la forza elastica, applicata nell’estremo D dell’asta dalla molla fissata in C: ~ (a) = m~g − k(D − C) . R Sapendo che ~g = −g~e2 e che il vettore D − C, calcolato al punto 1), è D − C = (R sin θ + l sin ϕ)~e1 − (R cos θ + l cos ϕ)~e2 , il risultante delle forze attive assume la forma ~ (a) = −mg~e2 − k[(R sin θ + l sin ϕ)~e1 − (R cos θ + l cos ϕ)~e2 ] . R All’istante iniziale si ha, per ipotesi, ϕ(0) = θ(0) = 0 e ϕ̇(0) = θ̇(0) = 0, ~ (a) risulta pertanto R ~ (a) = −mg~e2 + k(R + l)~e2 . R Utilizzando le condizioni iniziali, le equazioni del moto trovate al punto 1) diventano 1 2 2 ml ϕ̈ = 0 =⇒ ϕ̈ = 0 3 g mR2 θ̈ + mgR = 0 =⇒ θ̈ = − . R L’accelerazione del baricentro ~aG è la derivata prima, rispetto al tempo, del vettore velocità ~vG = (gt + Rθ̇ cos θ)~e1 + Rθ̇ sin θ~e2 , calcolato al punto 1): ~aG = ~v˙ G = (g + Rθ̈ cos θ − Rθ̇2 sin θ)~e1 + R(θ̈ sin θ + θ̇2 cos θ)~e2 . Sostituendo nell’espressione di ~aG le condizioni iniziali e i valori ϕ̈(0) = 0 e θ̈(0) = −g/M trovati dalle equazioni del moto, si ha: ~aG (0) = ~0 . L’equazione di bilancio della quantità di moto diventa quindi: ~, ~0 = −mg~e2 + k(R + l)~e2 + Φ da cui segue infine ~ = [mg − k(R + l)]~e2 . Φ 8