FESTIVAL DELLA FILOSOFIA IN MAGNA GRECIA 25 Ottobre 2008 “La parola ai ragazzi” Liceo Scientifico di Centola Sez. staccata dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Carlo Pisacane” di Sapri <<Un’esperienza incredibile che nessuno di noi immaginava possibile…E’ stato fantastico camminare sulle orme di Parmenide>> Fabrizio Cavaliere, IIIA <<Questa giornata trascorsa ad Elea insieme ai miei compagni di scuola ed ai miei insegnanti è stata molto interessante. E’ andata oltre le mie aspettative perché mi ha fatto capire tante cose, tra cui l’importanza del confronto e dell’apertura all’altro. Spero che in futuro ci sia data ancora la possibilità di ripetere esperienze del genere>> Fucciolo Debora, IIIA <<Alla fine di questa giornata ognuno di noi, anche chi era inizialmente più scettico, ha guadagnato qualcosa lasciando tra quelle rovine un pezzo di se stesso>> Petrillo Gerardo, IIIA <<Quando siamo partiti al mattino per raggiungere Ascea non immaginavo di vivere un’esperienza così positiva…E’ stata un’occasione di maturazione interiore>> Di Bello Pietro, IVA <<E’ stata un’esperienza utile e allo stesso tempo divertente. Mi ha fatto capire quanto la filosofia sia importante per la vita>> Bortone Giovanni, IVA <<Una bella esperienza nel segno della conoscenza e del divertimento>> Luise Carmen, IVA <<E’ stata un’esperienza molto bella ed istruttiva che ha lasciato un segno profondo in ognuno di noi. Mi ha aiutata a capire che la filosofia non è fatta solo di concetti astratti e definizioni ma può anche essere vissuta come qualcosa di reale e di concreto…come trasformare semplici parole in passi di danza>> Esposito Valentina, IVA <<Una giornata ricca di stimoli. Un modo originale per imparare a “vedere meglio” ciò che c’è dentro e fuori di noi...Un’esperienza “illuminante” e divertente>> Valva Vincenzo, VA <<Una giornata molto educativa e stimolante. Un susseguirsi di emozioni contrastanti e allo stesso tempo perfettamente in armonia tra di loro. Ho provato un senso di liberazione indescrivibile>> Merola Giuseppe, IIIA <<E’ stata un’avventura memorabile perché ci ha permesso di imparare tante cose divertendoci>> Milo Francesco, IIIA <<Inizialmente pensavo che questa giornata sarebbe stata un po’ noiosa per noi ragazzi. Alla fine mi sono dovuto ricredere. Quella che abbiamo ricevuto è stata una lezione di vita vera e propria>> Cusati Antonio, IIIA <<Ero già stata altre volte a Velia, ma questa volta mi è capitata una cosa strana. E’ un po’ difficile da spiegare ma sono convinta che ha sortito lo stesso effetto su tutti, perché camminando lungo gli scavi che un tempo furono la città di Elea era come se anche noi fossimo parte di quella magnifica civiltà che un tempo ha dato origine a una delle scuole filosofiche più importanti, quella Eleatica. Ma la cosa strana è che prima del festival della filosofia in Magna Grecia, io, ma credo anche molti altri non eravamo a conoscenza dell’importanza di questa area molto vicina a noi, e sinceramente me ne vergogno un po’…Per fortuna qualcuno ha pensato bene di organizzare questo festival, che pur essendo stato un’anteprima si è rivelato più interessante di quanto avremmo mai potuto immaginare. Sinceramente ero partita da scuola con l’idea che mi sarei annoiata un po’,pensando che si trattava della solita giornata a tema che molto spesso annoia in quanto ci sono sempre troppe parole, invece ho dovuto ricredermi perchè tutto si è svolto con un dinamismo sorprendente e non c’è stato neanche il tempo di annoiarsi. La giornata è iniziata con una visita guidata agli scavi dell’antica città di Elea. Come ho già detto prima li avevo visitati già molte volte, però non mi era mai capitato di “passeggiare con Parmenide”, e detto sinceramente è stata la parte più bella dell’intera visita. Certamente è stato utile conoscere i dati storici della città, ma quando ci siamo incamminati verso la porta Rosa, l’intervento degli attori ha dato un tocco di novità a ciò che bene o male tutti avevamo già visto. Pensare che, dove l’attore ha recitato i versi del proemio dell’opera di Parmenide, “un po’ di tempo fa” ci passeggiava anche lui è stato emozionante. Nel proemio Parmenide dice che le figlie del sole lo andarono a prendere per portarlo al cospetto di una Dea passando per la “ porta che separa i sentieri della Notte e del Giorno…”. Si pensa che quella porta sia Porta Rosa, che purtroppo non abbiamo potuto raggiungere a causa di un pericolo di caduta massi. Mi ha fatto particolarmente piacere sentire l’attore che interpretava Parmenide cantare un pezzo del proemio in greco, quindi con le stesse parole con cui lo ha pensato e scritto il filosofo. La recita del proemio ha introdotto la spiegazione fatta da un altro attore del pensiero di Parmenide, che è poi quello che la dea gli aveva suggerito, indicandogli due vie, una che dice che l’essere in quanto essere è e la seconda che dice che il non essere in quanto non essere non è. La dea dice a Parmenide che la prima è l’unica strada percorribile, la seconda è la via dell’errore, in quanto una cosa che non è non può neanche essere pensata e quindi non esiste. Poi a queste due vie se ne può aggiungere una terza, che è la via dei mortali, che vengono definiti dalla doppia testa, in quanto mischiano l’essere e il non essere inconsapevolmente. Questa via però non è del tutto sbagliata come la seconda, il problema è che i comuni mortali credono nel divenire, e questo non è possibile. Il secondo momento del festival è consistito in uno spettacolo teatrale, messo in scena da ragazzi napoletani della nostra età, dal titolo “Frammenti di specchi”. Uno spettacolo che dire straordinario è troppo riduttivo, ma non riesco ad esprimermi diversamente. Le tematiche affrontate toccavano tutti i vari aspetti della nostra società, con riferimenti alla filosofia e frammenti classici. Un insieme di teatro, poesia, filosofia, che ha portato ad un risultato fantastico. Il frammento che mi è piaciuto di più è stato quello in cui sulle note di “I want to break free” dei Queen, si vedeva un ragazzo nei panni di Freddy Mercury che mentre cantava questa canzone, veniva circondato da altri ragazzi che lo picchiavano “punendolo” per la sua omosessualità. Io credo che sia stato geniale l’accoppiamento di una tematica come la discriminazione nei confronti degli omosessuali e la musica. Sono convinta che il messaggio sia arrivato a noi molto più così che in altri modi. Questo era solo un piccolo frammento di un’ora circa di spettacolo, che ha lasciato tutti senza parole. Tanto che uscendo dal teatro ho sentito molti dei miei compagni dire “ e chi se lo aspettava”. Finito lo spettacolo ormai pensavamo che il bello della giornata fosse finito, ma non è stato così. Dal teatro siamo passati all’anfiteatro, questa volta non per una rappresentazione ma per un dialogo filosofico dal titolo “sento, dunque sono”, guidato da un professore dell’Università di Napoli. Il titolo era un esplicito richiamo ad una celebre frase di Cartesio “penso, dunque sono”. Come ha detto il professore il nostro corpo non è composto solo dalla testa e quindi noi non dobbiamo sottovalutare il resto o sottometterlo alla ragione. Dovremmo lasciare più spazio alle nostre emozioni, ai nostri istinti, dar retta anche alla “pancia”, ma spesso questo risulta molto difficile e complicato. Mi rendo conto che è molto difficile dare spazio alle emozioni e ancora di più comunicarle. Il professore ci ha suggerito che ogni tanto fa bene anche solo un abbraccio, o un qualsiasi gesto che può servire per comunicare con le persone che ci circondano. Sicuramente di questo dialogo ho preferito la parte in cui si mettevano in pratica le sue parole, a dimostrazione che non c’è niente di così impossibile o surreale in quello che diceva. Abbracciarci, guardarci negli occhi, ma soprattutto parlare insieme per un po’ di tempo. Io, ad esempio, ho avuto una conversazione con una persona che non avevo mai visto prima d’ora, e proprio per questo è stato bello. Sono uscita da questa esperienza provando un forte senso di liberazione, perché ho potuto dire quello che desideravo, senza indugi. E quale modo migliore per chiudere questo dialogo se non con un abbraccio collettivo. E’ stato con questo stato d’animo che ci siamo avviati all’ultima esperienza della giornata: lo yoga. Prima d’ora io non avevo mai praticato questa disciplina, l’arte del meditare, che ha molto a che fare con la filosofia, in quanto insegna a concentrarsi e a pensare. Il corso di Yoga ha chiuso una delle manifestazioni più interessanti a cui io abbia mai partecipato. Nel ritornare a casa il professore ci ha chiesto cosa potavamo con noi di questa esperienza, io porto con me un’esperienza meravigliosa, al termine di questa giornata mi sono sentita “piena”di cultura”. E’ una sensazione strana, è come se dopo questa esperienza mi sentissi un po’ più cresciuta.>> Forte Serena, IIIA