NUMERO TREDICI APRILE 2008 la rivista di ambiente dell’associazione Zygena Sfogliamento E’ ora di uscire!! LE SEZIONI ARTE Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura, in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali. Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione: guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo BIZZARRIE Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità, bizzarrie e notizie che sembrano incredibili. Perchè questa sezione? Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme viventi. NATURA Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile, tradizioni, biodiversità.. La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico ecosistema complesso e affascinante. LA REDAZIONE “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale “Zygena onlus”. registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07 Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Redattori: Nicoletta Bettini Simona Capogrosso Francesco Donati Gisella Paccoi Alessia Vespa redazione: via del Cassero 5 - Terni [email protected] sommario Numero Tredici - Aprile 2008 ARTE NOVELLE SUI ROSPI 20 PARLAMI D’AMORE... RANOCCHIO 22 BEATI COME RANE 25 IN QUESTO NUMERO BIZZARRIE Non potevamo non aprire il numero con la notizia che, pochi giorni fa, ci ha fatto - è proprio il caso di dirlo - rabbrividire: l’enorme blocco di iceberg che si è staccato dall’Antartide. Noi vi diciamo la nostra, ma vorremmo sapere come la pensate, perchè il dibattito sui cambiamenti climatici è tutt’altro che concluso e risolto. Nella seconda parte del numero troverete uno speciale dedicato agli anfibi: chi ci ha seguito finora sa, per averlo già letto nelle nostre pagine, che il 2008 è l’anno degli anfibi. Gli scienziati hanno lanciato il grido d’allarme: molti di questi animaletti sono a rischio estinzione, perchè la loro pelle, troppo sensibile, non li preserva dall’inquinamento. Insomma: non ci sono solo “principi da baciare”, tra i rospi, ma anche “individui da salvare”... così come sono! Vogliamo dare anche il benvenuto a due “ospiti” graditissimi, che speriamo siano i primi di una lunga serie. Non vi diciamo di chi si tratta... scopritelo sfogliando sfogliamento! SCHERZI DI STAGIONE La redazione IL MIO BOUQUET 6 10 LO CHALET DELLA PASSEGGIATA 12 QUANTO SEI VERDE? 26 NATURA ELBA ANTARTICA ALLA DERIVA 5 ALLUVIONE NEL GRAND CANYON 8 LA COSTELLAZIONE DEL CANCRO 13 BULLI E PUPE DAI PIEDI SANI 17 E’ TEMPO DI AMORI... BUFI 18 UN’ARCA PER LA SALVEZZA 23 SFOGLIAMENTO RUBRICHE se e m l e d t i t s o ip Quando si sente osservato, per depistare i potenziali ladri di cibo lo scoiattolo scava delle buche dove finge di nascondere le sue provviste Gli scimpanzè mangiano la terra: lo fanno perchè gli effetti della Trichilia rubescens, una pianta antimalarica, sono più intensi quando è combinata con la caolinite. I capodogli sarebbero gli unici cetacei capaci di dormire della grossa. Passerebbero circa il 7% di una giornata immersi in un sonno profondo. La cometa Wild-2 e' un fossile del Sistema Solare. Lo hanno accertato test condotti sui grani di polvere della cometa Il Gambusia holbrooki, pesciolino di 5 cm circa, saprebbe “contare”: tra due branchi, sceglie il più numeroso: è il più sicuro. 4 APRILE SFOGLIAMENTO SCIENZA Elba antartica alla deriva una notizia che fa molto discutere NICOLETTA BETTINI Il mese scorso, un gigantesco frammento di Antartide, vasto circa 405 chilometri quadrati, ha iniziato a staccarsi dalla piattaforma principale del Wilkins Ice Shelf. Le immagini da satellite diffuse dall'università del Colorado (e visibili, ad esempio, in questo sito: http://www.rainews24.it/video.asp?videoID=4667 ) sono impressionanti. Questo episodio, neanche a dirlo, ha riacceso il dibattito sul riscaldamento globale. Chi ancora rifiuta di riconoscere il fenomeno in atto afferma che “nel Polo Sud distacchi di questo genere sono frequenti e naturali”, e che la notizia è stata diffusa con un ingiustificato allarmismo. Gli studiosi, invece, spiegano ancora una volta che a provare l’esistenza del cambiamento climatico non è la variazione di temperatura, evento naturale legato ai moti millenari terrestri, ma la rapidità con la quale questa avviene. Anche in questo caso, gli scienziati sapevano che sarebbe avvenuto il distacco, ma lo attendevano tra quindici anni. “Il ghiaccio si è staccato due volte più velocemente di quanto previsto”, ha affermato David Vaughan, glaciologo del BAS, il “British Antarctic Survey”. La penisola antartica ha già visto il ridimensionamento e il distacco di diversi blocchi di ghiaccio, sei dei quali sono scomparsi del tutto: Prince GUstav Channel, Larsen A (1995), Larsen B (2002), Wordie, Muller e Jones. Il dato più preoccupante è che questi distacchi stanno avvenendo sempre più verso sud, ossia sempre più in prossimità del Polo. Anzichè continuare a perdere tempo discutendo “se” i cambiamenti climatici siano in atto o no, sarebbe necessario passare a chiedersi “cosa” iniziare a fare per porvi rimedio. Prima che sia tardi del tutto. 5 APRILE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Scherzi di stagione Com’è nata la tradizione del pesce d’aprile GISELLA PACCOI Non si sa con certezza chi abbia deciso che il primo di aprile sarebbe stata la giornata dedicata agli scherzi. Ci sono ipotesi “serie”, che confrontano il calendario del passato con le feste che esistevano in questo periodo, ma ci sono anche teorie che sfiorano il mito, come quella che fa risalire questa usanza addirittura all’antico Egitto. Sembra infatti che il primo pesce d'aprile risalga al 40 a. C. addirittura a Cleopatra, quando sfidò Marco Antonio a una gara di pesca. In quell'occasione, il generale romano avrebbe tentato di fare il furbo, incaricando un servo di attaccare all'amo una grossa preda che lo avrebbe fatto vincere, ma la Regina, scoperto il piano, diede ordine di far abboccare un grosso pesce, ovviamente finto, in pelle di coccodrillo. In memoria di quella burla sarebbe nata l’usanza di attaccare sulle schiene di ignari soggetti un pesce di carta. Una leggenda popolare afferma che la creazione terminò il primo aprile; in quel giorno il Signore, sistemata ogni cosa, se ne tornò in cielo, mentre i primi uomini erano come storditi, non sapendo da dove cominciare. Alcuni si misero a cercare cibo ed un riparo per la notte, ma il loro lavoro era intralciato dai più incapaci. Per liberarsene e poter lavorare più tranquillamente, i più scaltri li inciarono lontano a prendere cose inesistenti: da quella volta sarebbe nata l’usanza di mandare i creduloni in giro per le vie facendo loro cercare cose introvabili. Un’ipotesi più seria prende invece in considerazione la riforma gregoriana del calendario. Fino al 1582, infatti, il Capodanno veniva festeggiato tra il 25 marzo e il primo aprile. A seguito della riforma da parte di Gregorio XIII, il capodanno fu spostato al primo gennaio. Non tutti però si abituarono subito al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d'aprile”. Da qui sarebbe derivata la matrice burlesca del primo d'aprile. Di sicuro, comunque, si sa che in Europa, ad iniziare dalla Francia di re Carlo IX e dalla Germania asburgica, i festeggiamenti del primo d'aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500, per arrivare in Italia, ed in particolare a Genova, solo intorno al 1860. L’abitudine di fare scherzi, anche ai giorni nostri, non è solo italiana. È una tradizione che, con sfumature e nomi diversi, vive in gran parte del mondo. In Francia si parla di “poisson d'avril”; richiama l'immagine del sole che, alla fine di marzo, lascia il segno dei Pesci per entrare in Ariete. 6 APRILE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE In Inghilterra e negli USA invece, si usa l'espressione april's fool day (il giorno dello sciocco d'aprile), dove il termine fool si rifà al folletto delle corti medioevali per sottolineare la connotazione scherzosa della festa. In Scozia, invece, il pesce d'aprile dura due giorni: il secondo giorno, chiamato taily day (giorno delle natiche), gli scozzesi si divertono attaccando sul fondoschiena del gawk, lo sciocco, un cartello con la scritta kick me (prendimi a calci). La storia degli scherzi è ricchissima; un grande aiuto è stato dato, ovviamente, dalla diffusione dei mass-media. Lo scherzo più antico di cui si ha notizia in Italia è quello del maestro Buoncompagno da Firenze. Sul finire del XIII secolo Buoncompagno informò il popolo bolognese che il 1° aprile avrebbe sorvolato la città usando un congegno di sua invenzione. Nel giorno stabilito la popolazione si riunì sul monte di Santa Maria per assistere allo strepitoso spettacolo. Puntuale, Buoncompagno si presentò all'appuntamento con un paio di enormi ali con la scusa che un improvviso vento sfavorevole aveva impedito il volo. Nel marzo del 1878 la Gazzetta d'Italia annunciò che il 1° aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un mahrajà indiano. Mai prima di allora i fiorentini avevano assistito ad uno spettacolo simile, per cui si radunarono numerosi: all'improvviso da un cespuglio al posto del carro funebre con la salma dell'indiano da cremare, comparve un gruppo di ragazzi che urlarono: “Pesci d'Arno fritti!”. Nel 1957 la Bbc diffuse la notizia di un eccezionale raccolto di spaghetti nel sud della Svizzera, dovuto principalmente a un inverno mite. Il pubblico sentì Richard Dimbleby, speaker altamente rispettato, discutere i particolari del raccolto di spaghetti mentre venivano mostrate le immagini di una famiglia svizzera che estraeva la pasta dagli alberi degli spaghetti e la disponeva nei cestini. Non appena conclusa la trasmissione, la Bbc cominciò a ricevere centinaia di chiamate da spettatori che desideravano sapere come far nascere spaghetti sugli alberi. Nel 1955, a Monaco, i giornali diedero la notizia che un giacimento di petrolio era stato scoperto nel sottosuolo cittadino: gli abitanti erano pregati di munirsi di secchi per raccoglierne il più possibile. Il quotidiano “La Notte” di Milano, nel 1961, annunciò un’ordinanza del Comune che imponeva le luci segnaletiche e di posizione per i cavalli circolanti per le strade della città o dei paesi limitrofi. Si dice che molti cittadini portarono il loro animale dall’elettrauto per dotarlo di fari... Talvolta, e paradossalmente, alcuni pesci d'aprile si sono rivelati una “bufala” anticipatrice, come nel caso della televisione britannica che al la fine degli anni '80 presentò uno speciale tipo di walkman il "Chippy", in grado di contenere centinaia di canzoni grazie ad un microchip. Una decina d'anni dopo fu inventato il lettore mp3. 7 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA Alluvione nel Grand Canyon Il gran canyon allagato per salvare il microclima NICOLETTA BETTINI Il Grand Canyon, modellato dall'erosione millenaria del fiume Colorado, secondo una recente scoperta ha iniziato a formarsi 17 milioni di anni fa. La gola è lunga 446 km, scende 1,8 km nel punto più profondo ed il massimo della larghezza equivale a 29 km. Il fiume che la attraversa sgorga dalle Montagne Rocciose del Colorado e scorre a sud-est per circa 2.250 km fino al Golfo della California. Recentemente si è scoperto che questo monumento ha una doppia storia: la parte occidentale ha iniziato a formarsi 17 milioni di anni fa, quando l'acqua di un fiume antecedente al Colorado ha dato inizio al processo di erosione della roccia, mentre la parte orientale ha iniziato a formarsi intorno a 6 milioni di anni fa. Nel 1963 venne costruita la "Glen Canyon Dam", la diga presso la cittadina di Page, in Arizona, che diede origine al lago Powell e diventò fonte vitale di acqua ed energia idroelettrica per il West della nazione. Nel corso degli anni essa ha cominciato a trattenere i detriti (fino al 93%) riducendo la portata del fiume e rendendo le sue acque molto più limpide. Pesci, uccelli e lumache hanno visto, così, scomparire il 30% delle spiagge e il 50% dei banchi di sabbia, loro habitat naturale. Inoltre sono cambiati gli schemi migratori delle aquile calve, che in precedenza erano solite attraversare il canyon dirette verso siti di pesca favorevoli a valle del fiume, ma che ora usano il fiume come loro sito stagionale di alimentazione. Sono venuti meno gran parte dei depositi alluvionali del Colorado River, indispensabili all'ecosistema fluviale, determinando importanti conseguenze sugli habitat naturali, sia dal punto di vista ecologico provocando la scomparsa di quattro delle otto specie di pesce native, sia dal punto di vista geomorfologico per la scomparsa di tratti fluviali con maggiore energia erosiva. Quindi, per la terza volta (gli altri due sono stati eseguiti nel 1994 e nel 2004) negli ultimi 45 anni, si è deciso di riversare milioni di litri d'acqua nel fiume per salvare l'ecosistema (in particolare le gobbe e i cavedani tipici) del Colorado, e per ricreare gli habitat originari. Il livello d'acqua del Grand Canyon si è alzato di circa 4,5 metri. Ma forse non si dovrebbe cominciare a limitare l'accesso alle delicate rive del fiume per permettere all'ecosistema di riequilibrarsi? 8 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA APPROFONDIMENTO: APPROFONDIMENTO LO SKYWALK SUL G RAND C ANYON Una terrazza di vetro sospesa nel vuoto a 1200 metri d'altezza, tra le rocce rosse più famose del mondo. Si chiama "Skywalk" ed è una passerella trasparente appoggiata sullo strapiombo del Grand Canyon West, in Arizona. Ha compiuto un anno il 28 marzo scorso. Grazie al sostegno di 450 tonnellate di acciaio è possibile guardare il fiume Colorado, laggiù, mille metri più in basso. Impressionante la forza della struttura: è stato calcolato che sarebbe in grado di reggere il peso di 71 jumbo jet. Non solo. Può sopportare raffiche di vento fino a 165 chilometri orari, e terremoti di magnitudo 8 della scala Richter, con epicentro lontano almeno 50 miglia. I turisti la possono attraversare in gruppi da 120 persone alla volta, per assaporare il brivido di una camminata nel vuoto, sopra la celebre spaccatura creata nella roccia dal fiume Colorado. L’intera operazione è costata 40 milioni di dollari, e per portarla a termine ci sono voluti due anni. A finanziarla è stato il costruttore di Las Vegas David Jin, che ha "regalato" la struttura agli indiani Hualapai, in cambio di una condivisione dei profitti per i prossimi 25 anni. Questo “regalo” doveva servire a tacitare le proteste degli ambientalisti: gli Hualapai, è stato detto, “vedono nel turismo l’unica fonte di sostentamento cospicua per la loro tribù”, e privarli di quella struttura significava costringerli a rinunciare ad una via di guadagno. Ma... che fine ha fatto lo sviluppo sostenibile, quello che avviene senza pro- vocare danni così ingenti all’ambiente? Un ponte come quello, infatti, ha un impatto notevole innanzitutto sull’avifauna... per non considerare l’aumento di presenza turistica non sempre “rispettosa e tollerante”. 9 APRILE SFOGLIAMENTO CURIOSITA’ Il mio bouquet C’è chi ad aprile si sposa... SIMONA CAPOGROSSO “Una donna soletta….si va già cantando e scegliendo fior da fiore ond’era finita tutta la sua via “ (Dante) e “da be’ rami scendea una pioggia di fior sovra il suo grembo” (Petrarca). Un dottore nel diciottesimo secolo consigliava ad un famoso statista, nervoso per i suoi impegni di governo, di sdraiarsi su un prato fiorito per ritemprarsi. Partendo da un fiore osservato in Galilea Gesù disse “perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del prato: non lavorano e non filano eppure neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come loro”. I fiori ci accompagnano sempre nelle grandi occasioni; e anche le spose al matrimonio sono accompagnate dal loro piccolo mazzolino. Ma che fiori scegliere? Il primo fiore donato alla mamma dal suo bimbo è il più tenero di tutti: la margherita. È anche il primo fiore che disegna un bambino. La tenerezza e la semplicità di questo fiore sono la causa del suo successo. La margherita, annunciatrice di primavera, ha un pistillo che ricorda proprio il nuovo sole primaverile circondato dai petali bianchi che simboleggiano il biancore dell’alba. Fin dal medioevo, le sono state attribuite facoltà profetiche; si interroga il fiore sfogliando un petalo alla volta pronunciando “m’ama, non m’ama?” che certo è il quesito più romantico e comune ma a seconda dei casi le si può chiedere “ mangio, non mangio?”, “ci vado o non ci vado?”, “casa, baracca o castello?”. Nel linguaggio dei fiori la margherita indica purezza, innocenza, grazia, bontà ma anche un sentimento ricambiato. Come non metterla nel mio bouquet? Fiore regale è, invece, la rosa. È coltivata ovunque, nei vasi e nei giardini per avere il puro piacere di ammirarla e di sentire il suo intenso profumo. La sua struttura ha evocato l’idea di una ruota, simbolo del tempo che scorre e l’eterno ciclo della vita. Per i Greci questo fiore fu l’attributo di Afrodite, la dea della bellezza, per i Persiani è la regina dei fiori alla quale gli usignoli cantano instancabili il loro amore, per i cristiani è il fiore di Maria, per il Botticelli la Venere nasce accompagnata da una pioggia di rose, per l’innamorato la rosa rossa simboleggia la passione per la sua amata. La fiaba che l’ha resa famosa è quella de “la bella e la bestia” cha racconta di un mostro rinchiuso in un castello. Un mercante che aveva tre figlie prima di partire per un lungo viaggio domandò loro che cosa desiderassero in dono al suo ritorno. Le due maggiori chiesero gioielli e pietre preziose ma la minore chiese al padre “ una rosa, soltanto una 10 APRILE SFOGLIAMENTO CURIOSITA’ rosa”. Era inverno e il padre trovò difficoltà a raccogliere quel fiore ma all’interno del giardino di un castello misterioso vide tantissimi cespugli di rose in fiore. Nell’istante in cui il mercante colse il bocciolo apparve un mostro simile ad un orso che lo assalì. Il poveretto chiese pietà spiegando che il fiore era per la figlia che lo aveva chiesto in dono; così la bestia decise di risparmiarlo ma con il patto di avere in moglie la fanciulla. La figlia gioì di quella rosa che era sempre splendida e anche quando il padre le rivelò della promessa fatta al mostro la fanciulla andò tranquilla verso il tenebroso palazzo. Durante il periodo al castello il mostro si rivelò delicato, affettuoso e gentile con la bella fanciulla che ottenne il permesso di andare a salutare il padre che le mancava. Il mostro le concesse di tornare a casa una settimana precisando, però, che se non fosse tornata in tempo lui sarebbe morto. La bella fanciulla rientrò al castello con qualche giorno di ritardo e trovò la bestia morente in giardino. Amorevole gli stette vicino, lo accudì e gli dichiarò il suo amore. Il mostro si trasformò in un bellissimo Principe che le raccontò della condanna subita da una fata maligna. La bellezza del Principe è la gioia promessa a chi desidera solo l’essenziale: la gioia di un amore vero. Come non metterla nel mio bouquet? E infine i fiori d’arancio. Si racconta che il re di Spagna ricevette in dono da una principessa una bellissima pianta d’arancio. Il re negò un ramoscello della pianta ad un principe venuto dall’Oriente che lo richiedeva insistentemente. Quest’ultimo, desiderandolo a tutti i costi, chiese, allora, al povero giardiniere del re di aiutarlo. Questi di nascosto, tagliò un ramoscello della pianta donandolo al principe che riconoscente, gli diede 50 monete d’oro. Il giardiniere contento regalò le monete d’oro alla figlia come dote per il suo matrimonio. Così il giorno della nozze la figlia adornò i suoi capelli con i fiori d’arancio poiché grazie a quel ramoscello poté realizzare il suo sogno. I fiori d’arancio sono diventati il simbolo di gioia e felicità per la sposa nel giorno del suo matrimonio. Potevo non metterli nel mio bouquet? 11 APRILE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Lo Chalet della Passeggiata uno degli ultimi bar dove l’aria buona è compresa! REDAZIONE A Terni c’è un antico giardino, che tutti conoscono col nome di “Passeggiata”. E’ un parco pubblico, creato più di cento anni fa dalla risistemazione di quelli che, dopo essere stati gli orti del Duomo, curati e coltivati, si erano trasformati in campi incolti. Tra gli alberi che vi crescono, ci sono esemplari centenari, ad iniziare dall’impressionante fuga di tigli che accompagna la strada che taglia il parco in lunghezza. Al centro della Passeggiata c’è lo Chalet, un chiosco in stile liberty gestito, ormai da venti anni, dal simpaticissimo Michele, un riferimento conosciuto e amato da tutti quelli che frequentano il parco. In venti anni, dal suo "osservatorio privilegiato" ha visto cambiare il ritratto della società ternana. "Prima si lavorava solo da maggio a settembre, poi pian piano alcune persone hanno cominciato a vederlo come luogo di ritrovo, il bar è rimasto aperto tutto l'anno e si sono creati dei gruppi. Innanzitutto, ci sono i clienti fissi: nonni che portano i nipoti in un luogo sicuro e tranquillo; pensionati che fanno colazione, sfogliano il giornale e chiacchierano con gli amici; studenti che marinano la scuola, e ad alcuni dei quali a giugno mi verrebbe voglia di dare i diplomi, per tutto il tempo che hanno trascorso non al banco.. ma al bancone! Alcuni eventi particolari hanno portato nuovi avventori: innanzitutto l'arrivo di tanti dall'Est che, riunendosi qui, hanno "ricreato un pezzetto delle loro nazioni", hanno trovato un luogo nel quale sentirsi un po' più a casa. Infine... devo ammettere che anche la legge sul fumo nei locali pubblici mi ha dato una mano: questo è uno dei pochi luoghi rimasti in cui gli irriducibili dell'abbinamento "caffè e sigaretta" possono dar sfogo alla loro passione senza rischiare di incorrere in una multa!" 12 APRILE SCIENZA: FIRMAMENTO La costellazione del Cancro stelle della primavera FRANCESCO DONATI “La La fantasia è più importante della conoscenza” conoscenza ALBERT EINSTEIN Il Cancro (dal latino Cancer ossia "il granchio") è una costellazione ben visibile in primavera ed è una delle dodici costellazioni dello zodiaco, anche se la meno luminosa tra tutte queste. Esso rappresenta l'animale che attaccò Ercole mentre questi combatteva contro l'Idra. Nella fuga Ercole schiacciò il cancro sotto i suoi piedi. In cielo il cancro si trova "compresso" tra due costellazioni molto visibili e conosciute e per questo motivo risulta poco evidente e tende ad essere trascurato dagli osservatori amatoriali del cielo: i Gemelli ad ovest (vedi Firmamento n° 12 del marzo scorso) e il maestoso Leone ad est (vedi Firmamento n° 2 di maggio 2007). In realtà questa costellazione presenta degli astri e degli oggetti stellari molto interessanti che ora andremo a descrivere. La stella più luminosa non è la Alfa bensì Beta Cancri, Al Tarf (dall'arabo significa "La fine" - della zampa del granchio- ndr), distante dalla Terra 300 anni luce da noi. È una stella gigante di colore arancione, molto piacevole all'osservazione e di magnitudine 3,5. Attualmente è brillante 660 volte il nostro Sole, con un diametro 53 volte quello del Sole che tradotto in numeri più complessi significa che è grande quanto il 65% dell'orbita di Mercurio. Volendola paragonare ad un'altra stella gigante arancione molto conosciuta, per esempio Aldebaran (la Alfa del Toro), Al Tarf possiede il doppio della luminosità. Alfa Cancri, Acubens, (dall'arabo, la chela) si trova a 175 anni luce dalla Terra ed è un sistema stellare doppio. La stella primaria è una stella bianca della sequenza principale (in astronomia, la sequenza principale è la fascia centrale del diagramma di Hertzprung-Russel che identifica tutte le stelle che si trovano nella fase evolutiva in cui producono energia convertendo idrogeno in elio tramite reazioni di fusione nucleare.) di magnitudine 4,5. La secondaria ha magnitudine 11 ed è separata dalla principale di appena un secondo d'arco. Le stelle Gamma e Delta sono conosciute come Asellis ("gli asini"). 13 APRILE SCIENZA: FIRMAMENTO Gamma Cancri è Asellus Borealis, di magnitudine 4,7. Delta Cancri è Asellus Australis di magnitudine 3,9. Nella mitologia rappresentano gli animali che Dioniso (Bacco) e Sileno cavalcarono in battaglia. Vogliamo citare inoltre Zeta Cancri, un bel sistema triplo di stelle molto simili in luminosità e aventi magnitudine 5, 6 e 6,5, e 55 Cancri che a tutt'oggi è la stella che possiede il sistema planetario più grande che si sia scoperto. 55 Cancri è una stella doppia relativamente vicina alla Terra essendo distante circa 45 anni luce. Intorno ad essa sono stati scoperti ben 5 pianeti orbitanti, i quattro più esterni hanno masse del tutto simili a quelle dei "nostri" Giove e Saturno, mentre il più interno è un po' più piccolo ed ha una massa paragonabile a quella di Nettuno. Si parlò molto di questo pianeta interno in quanto le prime misurazioni sembravano dare adito alla possibile presenza di acqua sulla sua superficie. Addirittura nei primi giorni seguenti la sua scoperta si parlò di possibile pianeta gemello della Terra, un pianeta roccioso con presenza di acqua. Successivamente si è stabilito che i parametri vitali di questo pianeta sarebbero abbastanza diversi dal nostro. L'oggetto stellare più conosciuto della costellazione del Cancro è comunque l'Ammasso del Presepe. Il Presepe (conosciuto anche come "l'alveare") è un ammasso aperto che è conosciuto sin dai tempi più antichi perché è facilmente visibile anche ad occhio nudo. Non a caso Messier lo osservò più volte e non potè non inserirlo nel suo catalogo di oggetti nebulari con il numero di M44. Arato di Soli lo citò nel 260 AC e lo descrisse come un oggetto dalla forma di piccola nube menzionando anche una delle credenze meteorologiche dell'epoca e cioè se l'ammasso non risultava visibile era segno dell'arrivo della pioggia. Nel 1600 Galileo Galilei lo osservò con il suo cannocchiale astronomico e fu praticamente il primo astronomo a risolverlo in stelle. E di stelle nell'ammasso ce ne sono parecchie, almeno trecento secondo una delle stime più ufficiali. Queste stelle sono di vario tipo, ci sono giganti rosse ma anche stelle molto piccole (nane) di colore bianco. L'età dell'ammasso è stata stimata in circa 750 milioni di anni e la sua distanza è di circa 600 anni luce. Già con il binocolo potrete risolvere l'ammasso in decine di stelle approfittando magari di una notte molto buia. Ovviamente se disponete di un piccolo o medio telescopio avrete la possibilità di ammirare uno spettacolo celeste che vi rimarrà senz'altro impresso. Curiosamente, l'età dell'ammasso e il moto proprio nello spazio coincidono con quelle dell'ammasso delle Iadi (nella costellazione del Toro) ma quest'ultimo non è incluso nel catalogo di Messier. Secondo una teoria quindi, questi due ammassi, seppur adesso lontani tra di loro di centinaia di anni luce, avrebbero avuto una origine nella stessa nebulosa di gas. Ne potrebbe essere una prova indiretta il fatto che essi possiedono popolazioni stellari comuni. 14 MARZO SCIENZA: FIRMAMENTO UNA BELLA IMMAGINE DELL'AMMASSO DEL PRESEPE COME PUÒ ESSERE VISTO DA UN TELESCOPIO DI MEDIE DIMENSIONI 15 APRILE SCIENZA: FIRMAMENTO LA COSTELLAZIONE DEL CANCRO COME PUÒ ESSERE VISTA NEL CIELO OCCIDENTALE DI ROMA INTORNO ALLA METÀ DEL MESE DI APRILE. AL CENTRO DELLA COSTELLAZIONE, MOLTO VICINO A GAMMA CANCRI, SI TROVA L'AMMASSO DEL PRESEPE (EVI- DENZIATO DAL CERCHIETTO VERDE). GLI OSSERVATORI DEL CIELO NON POSSONO PERÒ TRASCURARE DI OSSERVARE MARTE NEI GEMELLI E SOPRATTUTTO SATURNO VICINISSIMO AD ALFA LEONIS CHE VERSO LA METÀ DI APRILE SARÀ AVVICINATO DALL'ARRIVO DELLA LUNA IN QUELLA STESSA REGIONE DI CIELO. 16 APRILE SFOGLIAMENTO SCIENZA Bulli e pupe dai piedi sani le scarpine vanno scelte con cura REDAZIONE Non serve dirlo: la crescita è uno dei momenti più importanti, nella vita; per restare sempre “con i piedi per terra” nel modo più corretto è necessario scegliere le scarpine giuste per i più piccoli, per dare al piede la forma che conserverà per tutta la vita. Margherita è pronta ad accogliere con un sorriso dolcissimo ed un’energia inesauribile tutti i genitori che, a Cerveteri, vogliano acquistare le scarpe per i loro piccoli “bulli” o per le loro vanitose “pupe”. “Scegliere le scarpine non è solo un problema di gusti”, ci suggerisce. “Il bambino deve poter camminare liberamente e naturalmente, indossando le scarpe. La suola si deve piegare con facilità ed i movimenti della caviglia non devono assolutamente essere ostacolati. La parte inferiore della scarpa deve essere piatta. Una superficie diversa causa instabilità ed un tacco rialzato può mettere sotto tensione tutto l’arco del piede in maniera innaturale. E poi, diciamocelo... le signorinelle sono belle così come sono, non hanno bisogno del tacco!” Margherita ci mostra alcuni modelli primaverili, in tutto simili a quelli dei più grandi. Quando le chiediamo con quale frequenza vadano cambiate le scarpine, con la grande pazienza che la contraddistingue ci spiega che “bisogna sostituire le scarpe quando le dita del piede premono contro la parte anteriore della scarpa. Sembra una banalità, ma è il modo migliore (ed il più facile!) per aiutare i piccoli nel loro grande impegno, di trovare l’equilibrio, il proprio stile nel camminare... e nell’esplorazione del mondo!” É importante sapere che le scarpe non correggono le deformità strutturali del piede. Il piede piatto, il ginocchio varo o valgo, l’extrarotazione del piede sono tutti aspetti differenti di uno sviluppo normale; solo l’ortopedico può suggerire il tipo migliore di scarpina per ogni singolo caso. “Bulli e pupe” si trova a Cerveteri, in viale Manzoni 52, e risponde al numero 06-9942352, tutti i giorni dalle 9,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 19,30 tranne il giovedì pomeriggio. 17 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA E’ tempo di amori... bufi Curiosità sul rospo comune ALESSIA VESPA Il rospo comune (Bufo bufo), come si può facilmente evincere dal nome stesso, è l'anfibio che più frequentemente si ha la fortuna d'incontrare nella nostra penisola ad eccezione della Sardegna dove è assente. E' usuale imbattersi in esso dopo una giornata di pioggia oppure di trovarlo rintanato sotto un masso o nei sottoboschi umidi. Conduce una vita crepuscolare e notturna molto più svincolata all'ambiente acquatico rispetto agli altri anuri. E' un anfibio di dimensioni piuttosto ragguardevoli, ha un corpo tozzo con l'epidermide verrucosa di colore variabile dal bruno grigio al rossiccio. La cute presenta ghiandole che secernono un liquido irritante come difesa nei confronti di eventuali predatori, uomo compreso. Forse è da qui che nasce la leggenda che baciando un rospo questo si trasforma nel principe azzurro dei nostri sogni! Per quanto riguarda l'alimentazione è un'animale vorace che si nutre soprattutto di artropodi e altri invertebrati. Raggiunge la maturità sessuale verso i due-tre anni. A questo punto alla fine del periodo invernale, passato all'insegna del riposo, lascia il rifugio e inizia la migrazione dai boschi verso luoghi umidi dove poter espletare l'attività riproduttiva. Queste migrazioni sono collettive, coinvolgono diverse centinaia di esemplari, i quali si troveranno a percorre insieme un tragitto che può andare da pochi metri a diversi chilometri prima di giungere a destinazione e incontrare il/la proprio/a compagno/a. Talvolta questo pellegrinaggio diventa particolarmente ricco di ostacoli a causa del forte intervento antropico sul paesaggio per cui i rospi sono costretti, ad esempio, ad attraversare strade ad alto scorrimento con una alta percentuale di decessi prima di arrivare. E' proprio per questa ragione che alcune organizzazioni, più sensibili riguardo le problematiche ambientali e alla salvaguardia delle specie, hanno messo a punto delle strategie atte a favorire questi spostamenti senza grandi perdite. Durante il periodo riproduttivo è usuale vedere gruppi di volontari, muniti di torce, stivali, secchi e giubbetti catarifrangenti, che dal crepuscolo in poi aiutano, manualmente, i rospi a superare attraversamenti pericolosi evitando numerose stragi. Chi è interessato può visitare il sito www.legambienteveneto.it e prendere visione del seguente annuncio: "Una sola notte: dieci o dodici ore del proprio tempo libero. E' questo è l'impegno richiesto a chi decide di aderire a La Notte dei Rospi, la campagna di Legambiente dedicata alla salvaguardia degli anfibi durante il delicato periodo della loro riproduzione". Una caratteristica dei rospi è che il maschio è generalmente più piccolo della femmina e presenta sulle tre dita interne delle zampe anteriori dei cuscinetti, detti nuziali proprio perché servono per tenersi ben saldo sul dorso della femmina durante la procreazione e cingerla in un abbraccio ascellare. Inoltre gli individui femminili sono muti a differenza di quelli maschili, e essendo privi di sacche vocali emettono dei flebili richiami d'amori. Il maschio è spesso preso da un forte impulso di dare origine a una sua progenie, infatti è molto comune vederlo effettuare tentativi di accoppiamento molto goffi con oggetti presenti in acqua oppure di vedere una femmina soccombere sotto il peso di diversi maschi presi da impeti "bestiali". Al termine dell'accoppiamento la femmina rilascia numerose uova che vengono fecondate dal maschio (fecondazione esterna). Le uova formano lunghi cordoni gelatinosi che vengono ancorati a piante o rocce presente nell'acqua. Dalle uova si schiuderanno i classici girini che impiegheranno circa 2-3 mesi per assumere un aspetto simile a un individuo adulto. Il tempo necessario per espletare la metamorfosi varia in base alle caratteristiche ambientali quali temperatura e salinità dell'acqua. E così inizia un nuovo ciclo vitale. 18 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA APPROFONDIMENTO: APPROFONDIMENTO G IRINI EROICAMENTE “ ADOTTATI ” In queste giornate primaverili può capitare, passeggiando, di trovare negli stagni, sulle rive dei laghi o in piccole pozze di acqua girini di rospi. A me è successo circa 2 settimane fa, stavo cercando di prelevare campioni di acqua che contenessero protisti (diatomee, ciliati, flagellati ecc.) ed ecco che mi sono imbattuta in bellissimi esemplari di girini neri che se ne stavano tranquilli in acque poco profonde. Sono a conoscenza della Convenzione di Berna, che prevede la salvaguardia di alcune specie animali ritenute a rischio. Nell'elenco delle specie da tutelare rientra anche Bufo bufo, infatti, ossia il rospo comune: è vero che questi anfibi sono molto frequenti tuttavia negli ultimi anni si è assistito a una netta diminuzione causata dalla difficoltà di raggiungere i luoghi per riprodursi e dalla scomparsa di stagni in seguito o a interventi massicci di urbanizzazione o per via dell'inquinamento chimico rendendo così difficile la riproduzione. Per questa ragione la convenzione di Berna prevede che per suddetti animali sia vietata la cattura, l'uccisione, la raccolta di uova, la detenzione e il commercio. Tuttavia l'allevamento di girini può essere concesso qualora sia finalizzato a scopi didattici. Per cui ho deciso di prelevarne due esemplari da portare in classe in modo da mostrare ai miei studenti lo sviluppo dei girini, argomento affrontato il mese prima. Mi è sembrato un ottimo spunto per consentire agli alunni di venire a contatto con una realtà che altrimenti vedono solo raffigurata sui libri di testo. Credo che effettuando esperienze pratiche le conoscenze possano essere capite meglio e quindi interiorizzate con più facilità. Ed eccomi quindi alle prese con l'allevamento di due girini! Per prima cosa ho acquistato una vaschetta trasparente che potesse accogliere i miei due nuovi arrivati. Ho adagiato sul fondo della ghiaia e al centro collocato un grosso sasso emergente che mi auguro possa servire loro quando effettueranno il passaggio dall'ambiente acquatico a quello aereo. Ho calcolato circa un litro e mezzo di acqua per girino in modo che possano avere sufficiente ossigeno disciolto e cambio l'acqua circa ogni 2-3 giorni. I girini di rospo sono vegetariani a differenza degli adulti, per questa ragione li sto nutrendo con foglie d'insalata, tuorlo dell'uovo e talvolta con scaglie vegetali di cibo per i pesci d'acquario, che fagocitano con una particolare voracità attraverso la loro piccola bocca. Inoltre frequentemente può capitare di vederli raspare detriti dalla ghiaia. All'inizio avevano un corpo tondeggiante e una coda lunga diversi millimetri, ora è iniziata la metamorfosi e sono apparsi gli arti posteriori, ciò è avvenuto da circa 3 giorni ora siamo in attesa degli abbozzi degli arti anteriori e la scomparsa della coda. Per avere più informazioni sulla loro metamorfosi occorre attendere ancora diversi giorni. Provvederò a documentare il tutto tramite foto e filmati che metteremo on line il mese prossimo. 19 APRILE SFOGLIAMENTO ARTE Novelle sui rospi non solo principi da baciare... LA REDAZIONE Degli anfibi abbiamo già presentato alcuni aspetti naturalistici, ed altri ne troverete nelle prossime pagine. Però, se evochiamo l’immagine di una rana, o di un rospo, immediatamente salgono alla mente le favole che ascoltavamo da bambini, ad iniziare da quella già citata del principe gracidante. Ci siamo chiesti, allora: quante altre novelle esistono su questi animali? Vale la pena raccontarle? Sono prodotti di fantasia oppure hanno una morale, un insegnamento più o meno nascosto, che pesca nel quotidiano? E ancora: molti modi di dire, o superstizioni popolari, tirano in ballo le rane e i rospi. Quali, e da cosa derivano? Le abbiamo cercate, ed abbiamo scoperto molte cose curiose... che vogliamo condividere con voi. ANTICA NOVELLA POPOLARE: ALL ’ INIZIO DEL NOVECENTO SI PARLAVA DI QUANDO... La rana ed il bue Un giorno una rana vide, per la prima volta nella sua vita, un grosso bue: le sembrò magnifico e sentì una profonda invidia per le sue dimensioni. "Voglio provare un po' se mi riesce di diventare grande come lui" disse fra sè e sè. E cominciò a gonfiarsi quanto più poteva. "Sorella cara", chiese dopo un po' ad un'altra ranocchia, "guardami: ti pare che adesso io possa rivaleggiare col bue in grossezza?" "Eh, no davvero! Ci manca, cara mia!" La rana riprese a gonfiarsi e dopo un altro po' chiese ancora: "Sorella mia, ti pare che basti, ora? Ci sono?" "Macchè! Ci manca, e come!" E la rana, cocciuta, riprese a gonfiarsi. E tanto si gonfiò che la sua pelle fragile e sottile non resistette e alla fine essa scoppiò. Il mondo è pieno di gente che non è più saggia della rana: si gonfiano, si gonfiano e vogliono imitare quelli che sono più grandi di loro. Ma presto o tardi rimangono vittime della propria smodata ambizione. 20 APRILE Le rane chiesero un re Un giorno le rane si riunirono a congresso, gracidando e schiamazzando, assai contrariate perchè non avevano alcun capo che le governasse. E stabilirono di inviare una deputazione a Giove perchè egli desse loro un Re. Giove, con supremo disprezzo per la richiesta delle rane, gettò un trave di legno nello stagno dicendo: "Ecco il vostro Re!" Le rane sulle prime furono atterrite dal tonfo e dagli spruzzi, e in un baleno si dispersero nel fondo dello stagno, sotto il limo viscido. Ma poi, quando videro che il travicello rimaneva immobile, si arrischiarono a ricomparire a fior d'acqua, fecero capolino alla superficie dello stagno e, a poco a poco, divenute audaci, si accostarono al pezzo di legno e vi saltarono sopra. Ma che razza di Re era mai quello? Un Re travicello! Giove s'era preso gioco di loro, aveva insultato la loro dignità! Scornate, le rane inviarono al padre degli dei un'altra delegazione, chiedendo un sovrano migliore, un vero Re. E Giove, seccato di essere disturbato a quel modo, mandò alle rane una cicogna, che regnasse su loro e le governasse. E la cicogna regnò e governò a modo suo: si mise alla caccia delle rane col suo lungo becco rosso e l'una dopo l'altra se le pappò! SFOGLIAMENTO IL 27 AGOSTO DEL 2005 ARTE UN QUOTIDIANO SERBO RIPORTAVA QUESTA NOTIZIA: in Serbia piovono rane dal cielo Gli abitanti di Odzaci, in Vojvodina (Serbia del nord) si sono trovati alle prese in questi giorni con una insolita pioggia di rane. Il quotidiano locale "Blic" racconta che molti degli animali sono sopravvissuti alla caduta. ''Dalle nostre parti rane come quelle non ce ne MA C’È UNA SPIEGAZIONE SCIENTIFICA AL FENOMENO DELLE... sono”, ha raccontato Stevan Stevanovic, abi“rane volanti” tante della cittadina. “Sono grigie anziché verdi, e molto, molto più veloci''. L'evento della caduta di rane dal cielo si verifica quando alla piogUn grande spavento per gli abitanti di Odzaci, gia si uniscono dei venti forti particolarmente forti e trombe d’aalcuni dei quali, come se assistessero a una ria che “aspirano” gli animaletti da stagni anche lontani, traspornuova piaga biblica, non hanno mancato di tandoli per chilometri. associarle a segni infausti che preannunciano Le segnalazioni di cadute di oggetti dal cielo in tempi antichi sono guerra e catastrofi. meno numerose che in tempi più recenti, ma sono altrettanto varie. Lo storico greco Ateneo, parla, nella sua antologia storica “I sofisti a banchetto”, scritta intorno al 200 a.C., di una pioggia di pesci durata tre giorni e di uno spettacolare diluvio di rane. Eraclide Lembo, nel XXI libro della sua Storia, dice che “In Peonia e in Dardania (regione della Macedonia la prima e Serbia attuale la seconda) , si dice che prima di ora siano piovute delle rane, e tale era il numero di quelle bestie che le case e le strade ne erano piene”. UNA BELLISSIMA PARABOLA ORIENTALE “la rana e lo scorpione” Uno scorpione chiese alla rana di poter salire sul suo dorso, per farsi trasportare oltre il torrente. La rana rispose: "Non lo farò, perché altrimenti, durante il guado, mi pungerai". E lo scorpione: "Non potrei mai farlo, altrimenti annegheremmo entrambi". La rana, dopo molte esitazioni, si fece convincere. Arrivati al centro del torrente, però, lo scorpione la punse a morte. Sentendosi mancare le forze, prima di annegare, la rana si voltò verso lo scorpione, e gli chiese, disperata: “Perchè l’hai fatto? Ora moriremo entrambi!” Lo scorpione, rassegnato, rispose: “E’ nella mia natura. Non ho potuto evitarlo.” 21 APRILE SFOGLIAMENTO ARTE.. DI ARRANGIARSI Parlami d’amore.. ranocchio Un tenore? No, una rana in amore GISELLA PACCOI "La principessa baciò il ranocchio, che si trasformò in un bellissimo principe, e i due vissero per sempre felici e contenti". Immaginiamo la scena: una graziosa donzella blasonata tiene sul palmo della mano una rana maschio, che la guarda gracidante. Anzi, balbuziente. Non perché sia emozionato, tutt'altro. Probabilmente, le sta facendo la corte. Emettendo suoni ripetuti e balbettamenti, il piccolo anfibio le sta dicendo di essere forte, in salute e in grado di difendere i propri confini territoriali da altri aspiranti principi. Una sorta di lettera d'amore in alfabeto morse. Un sonetto di Shakespeare declamato da un attore balbuziente, che riscuote successi e consensi femminili. Almeno, questo è quanto hanno affermato i ricercatori della Brown University di Providence, nel corso del convegno dell'Acustical Society of America: il canto delle rane non sarebbe composto solo da suoni e pause, ma anche da singolari "balbettii", ma, attenzione, nessuno pensi che siano dovuti a stanchezza nella performance o a "mancanza di ispirazione", tutt'altro! Se vogliamo continuare a seguire la storia, e ad immaginare una facile trasformazione da rana a uomo e viceversa, possiamo facilmente comprendere come, anche tra le rane, ci siano maschi logorroici e maschi taciturni, poeti e timidi. Alcune rane, infatti, possiederebbero vocabolari grandi e complessi, mentre altre sarebbero in grado di comunicare con un numero limitato di richiami, semplicemente giocando sulla ripetizione dei suoni e sulla lunghezza delle pause. Taciturni o chiacchieroni, comunque, tutti i ranocchietti hanno un ottimo orecchio musicale. E' clamoroso il caso della Metaphrynella sundana, una piccola rana del Borneo di soli due centimetri ma in grado di emettere richiami che possono essere uditi, all'interno di una fitta foresta tropicale, anche a 50 metri di distanza! L'ingegnoso anfibio preferisce cantare "dentro casa", nella sua tana all'interno di un albero, perché riesce, meglio di un mastro liutaio, a sfruttare l'acustica del legno per amplificare il suo richiamo amoroso. Non si tratta di un caso, o di una coincidenza, ma del frutto di un preciso controllo, ed un singolare esperimento lo ha dimostrato: ponendo la bestiola in un cilindro di plastica contenente acqua, questa ha continuato a cambiare tonalità per il suo canto fino a trovare la frequenza che meglio si adattava alle proprietà risonanti del contenitore, e che più riusciva ad amplificare il romantico (e neanche tanto) messaggio. Se poi, per avere la proverbiale "prova del nove", si aggiungeva o toglieva acqua dal cilindro, l'infaticabile corteggiatore continuava a provare differenti tonalità fino a trovare quella più appropriata, quella che rendeva più udibile ed efficace il suo sforzo canoro. In questo senso, vien proprio da pensare che il "principe" della favola avesse origini italiane, se è vero, come vuole il luogo comune, che nel Belpaese si canta così spesso e si ama altrettanto di frequente, specialmente in estate! 22 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA Un’arca per la salvezza L’estinzione degli anfibi rischia di essere la più grande da quella dei dinosauri COMUNICATO STAMPA ACAP http://www.amphibianark.org/ http://www.amphibianark.org/downloads.htm La Terra si trova ad affrontare la più grande estinzione di massa, dopo quella dei dinosauri. Tra un terzo e metà delle 6000 specie di anfibi - rane e rospi, salamandre, tritoni e cecilie, che sono comparsi 360 milioni di anni fa - sono in pericolo di estinzione. Per ridurre la crisi, i maggiori conservazionisti mondiali hanno concordato di denominare il 2008 "anno della rana", nella speranza di richiamare l'attenzione e, allo stesso tempo, di raccogliere i fondi necessari ad affrontare la crisi. Gli anfibi sono spesso chiamati "i canarini del mondo nelle miniere di carbone": quando centinaia di specie sono in diminuzione ciò vale come allarme globale per le altre specie. Un'azione piuttosto ampia, chiamata "il piano d'azione per la conservazione degli anfibi" (ACAP), sarà svolta per proteggere gli habitat ed affrontare altre minacce ambientali. L'azione più urgente dell'ACAP, chiamata "Arca degli Anfibi", svilupperà, creerà e guiderà una cattura, in poco tempo, delle specie di anfibi più minacciate, rendendo possibile la sopravvivenza a lungo termine delle specie per le quali non è, al momento, possibile un'adeguata protezione in natura. L'azione è condotta congiuntamente dal gruppo di specialisti di allevamento dell'IUCN/SSC, il gruppo di specialisti per gli anfibi dell'IUCN/SSC e la WAZA, associazione mondiale di zoo e acquari. "Un'estinzione di massa, diffusa su tutto il globo, degli anfibi sarebbe catastrofica", ha affermato il ricercatore Jeffrey P. Bonner, presidente del progetto "Arca degli Anfibi" e presidente dello Zoo di St. Louis. "Oltre al loro valore intrinseco, offrono molti benefici e sono una parte critica del mondo della salute. Giocano un ruolo importantissimo nella rete alimentare, sia come predatori che come prede, mangiando gli insetti - e portando così benefici all'agricoltura e minimizzando la diffusione delle malattie. La loro pelle, inoltre, contiene sostanze che li proteggono da alcuni microbi e virus, offrendo promettenti opportunità mediche per la cura di una serie di malattie umane". La gestione in cattività è una componente essenziale di questo sforzo integrato per la conservazione dell'ACAP, perchè permette di risparmiare tempo prezioso, riducendo le minacce che minacciano le specie che, altrimenti, si estinguerebbero. L'arca degli anfibi sceglierà prioritariamente le specie maggiormente a rischio, sottoponendole ad una "custodia protettiva" in aree dedicate, bio-sicure, negli zoo, negli acquari ed in altre istituzioni, in tutto il mondo, di protezione ed 23 APRILE SFOGLIAMENTO NATURA allevamento. Gli esemplari così allevati saranno reintrodotti in natura quando le minacce saranno rimosse. L'obiettivo della campagna dell'anno della rana è, come già detto, quella di richiamare sul problema l'attenzione dei mezzi di comunicazione e di educatori, associazioni, filantropi, governi e, più in generale, del pubblico, e di raccogliere i fondi necessari per sviluppare l'ACAP. Il progetto "arca degli anfibi", da solo, costerà tra i 50 ed i 60 milioni di dollari. Sir David Attenborough, rappresentante della campagna dell'anno della rana, ha affermato che "la comunità degli zoo e degli acquari ha raccolto la sfida con entusiasmo, e sta fornendo le necessarie strutture per l'allevamento. Per proseguire, però, è necessario un supporto politico e finanziario da tutte le parti del mondo: senza uno sforzo di conservazione immediato e sostenibile, per proseguire questa azione di cattura e allevamento, centinaia di specie di queste bellissime creature potrebbero estinguersi nel corso della nostra vita". Gli anfibi sono minacciati gravemente, per la perdita dell'habitat, dal cambiamento climatico, dall'inquinamento e dai pesticidi, dalle specie introdotte e dal prelievo spropositato per cibo ed animali da compagnia. Tuttavia, la minaccia più immediata per gli anfibi è un fungo parassita chiamato chitridio, una malattia che risulta essere mortale per centinaia di specie di anfibi. I cambiamenti climatici globali potrebbero aver esacerbato il problema. Attualmente incurabile e non fermabile, in natura, il fungo può uccidere l'80% delle specie endemiche di anfibi nell'arco di pochi mesi. L'ACAP è stato creato nel 2005 nel corso del Summit per la Conservazione degli Anfibi, indetto dall'IUCN e da Conservation International (CI). Sottolinea quattro tipi di interventi, necessari per affrontare la crisi relativa all'estinzione: ricerca, per ampliare la comprensione delle cause di declino ed estinzione; raccolta ed ampliamento della documentazione relativa alla diversità e allo stato del cambiamento degli anfibi; sviluppo ed attuazione di programmi di conservazione a lungo termine (compresi protezione di siti chiave per la sopravvivenza degli anfibi, reintroduzione e controllo dei raccolti); risposte "in emergenza" alla crisi immediata, compreso la creazione di gruppi "di risposta rapida", di programmi di cattura e controllo della sopravvivenza, salvezza di siti che stanno per essere persi e salvezza di specie raccolte che stanno per scomparire. "E' di estrema importanza richiamare l'attenzione di governi nazionali, mezzi di informazione mondiali, educatori nelle scuole, associazioni, filantropi e dell'opinione pubblica sulla fragilità degli anfibi e sull'enorme responsabilità che ognuno di noi ha nel tentativo di salvare gli anfibi in pericolo", ha dichiarato Jörg Junhold, direttore dello Zoo Leipzig. "Il risultato del progetto Arca degli Anfibi sarà quello di salvare centinaia, se non migliaia, di specie dall'estinzione. Avremo anche sviluppato la capacità, sia all'interno delle istituzioni che globalmente, di continuare ad occuparci delle specie degli anfibi con l'attenzione e la protezione, quando serva, avendo formato un vero partenariato tra componenti ex-situ ed in-situ della conservazione, e avremo dimostrato al mondo che gli zoo e gli acquari sono organizzazioni essenziali per la conservazione". 24 APRILE SFOGLIAMENTO ARTE Beati come rane un libro... ... particolare ALESSIA VESPA Tom Robbins è un autore che non si può definire solo “particolare”. E’ forse l’ultimo esponente - tra l’altro tardivo, perchè nato nel 1967 - di una generazione di “sconvolti”, affezionati a certi acidi e a stili di vita sopra le righe e decisamente politically NON correct. I suoi libri hanno titoli che non possono non incuriosire una naturalista: “Natura viva con picchio”, ad esempio, oppure “Le anatre selvatiche volano al contrario” e “Beati come rane su una foglia di ninfea”. Questa è la sua qualità, oltre al fatto di avere uno stile scorrevole che ti prende e ti avvolge, facendoti immergere nel libro e portandoti, senza quasi che tu te ne accorga, ad estraniarti dalla realtà. Ci cadi, non c’è verso. Come si cade, per un po’, davanti al programma televisivo più stupido o allo spettacolo più idiota... fino a quando non si riprende coscienza del tempo che è trascorso, sentendosi in colpa per aver sottratto attenzione alle altre cose che c’erano da fare. In questo caso, ci si trova alla fine del libro e ci si chiede per quale motivo si sia rimasti tutto quel tempo a leggere, dato che - si è certi - non resterà nulla delle vicende paradossali, delle frasi pseudo colloquiali con un vago intento di stupire e diversificarsi dalla massa, dei personaggi improbabili. In effetti, mi chiedo per quale motivo ora sia qui a parlarvi di questo autore, di questo libro. Forse solo perchè in un mondo di Moccia... mi fa piacere trovare una personalità diversa, per quanto discutibile. Trovare una penna che dipinge il mondo a tinte un po’ meno rosa, almeno tentando di trovare una strada un tantino meno banale e personale mi diverte. Almeno per un po’. E in piccole dosi. 25 APRILE SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Quanto sei verde? il 22 aprile si celebra il Giorno della Terra SIMONA CAPOGROSSO Il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la giornata mondiale della Terra, per ricordare la nascita del movimento ambientalista mondiale. Il 22 aprile 1970, venti milioni di americani si mobilitarono per una dimostrazione a favore della salvaguardia dell’ambiente: da allora il 22 aprile è diventato l’Earth Day, un evento internazionale, oggi celebrato in 174 Paesi del mondo, che ha per scopo la sensibilizzazione del pubblico sui temi della conservazione dell’ambiente. Lo scorso anno, il National Geographic Channel aveva lanciato il sito http://www.howgreenareyou.it , nel quale sono presentati numerosi consigli pratici, per utilizzare efficacemente, senza inutili sprechi, gli oggetti a nostra disposizione, dalla carta alla plastica ai trasporti, senza dimenticare le schede di risparmio firmate da Legambiente su acqua, elettricità, rifiuti. Una serie di suggerimenti, facili da seguire, che permettono a ciascuno di noi di vivere giorno per giorno in maniera responsabile e veramente eco-sostenibile. Eccone solo alcuni: Cambiamo modo di bere. bere Siamo sicuri che sia proprio necessario sprecare tutti quei bicchieri di plastica, al distributore automatico del tuo ufficio? Abbasso i meeting. meeting Gli inquinanti da traffico aereo apportano solo il 3–4% dei gas serra, eppure costituiscono una fonte in rapidissima crescita di potenziali problemi per l’atmosfera. Se possibile, meglio sostituire i viaggi di lavoro con le videoconferenze. Cucire o ricucire? Se ogni giorno ciascuno dei 10 milioni di impiegati del Regno Unito utilizzasse un punto metallico in meno, in un anno si risparmierebbero quasi 100 tonnellate di acciaio. Togliamoci dalle liste. Ogni anno piu' di 50 milioni di alberi e 75 miliardi di litri d’acqua vengono impiegati per produrre oltre 7 milioni di tonnellate di posta pubblicitaria, piu' del 40% della quale viene cestinata ancora chiusa. Mandiamo a dormire il nostro pc. Un computer lasciato acceso tutta la notte consuma l’energia sufficiente a stampare fino a 10 mila fogli. Stacchiamo la spina! Se il 10% dei caricabatterie di tutto il mondo venisse staccato dalla presa quando il cellulare e' carico, l’energia risparmiata sarebbe equivalente a quella consumata da 60 mila case europee. 26 APRILE SFOGLIAMENTO RUBRICHE La notizia delle quattro settimane Un frigo per l’inverno artificiale Le sue 75 tartarughe, trovatelle o vittima di traffico illegale, non volevano saperne di andare in letargo, a causa della straordinaria mitezza del clima di dicembre. Allora Shirley Neely, casalinga di Jersey, sulla Manica, ha trovato una soluzione fai-da-te: ha creato per loro un inverno artificiale nel frigorifero di casa, dove la temperatura non sale mai al di sopra dei sei gradi. Le più grandi hanno avuto minicuccette di panno, mentre le più piccole si sono sistemate in scatole da biscotti foderate di feltro. Parassita in Cina Un piccolo moscerino, la mosca bianca del tabacco o 'Bemisia tabaci', si sta guadagnando la palma di peggior parassita agricolo, in Cina, poichè è in grado di attaccare oltre 650 specie vegetali e di trasmettere anche patologie virali, grazie a una particolare strategia di accoppiamento che ne favorisce l'ibridazione con le varietà locali. In particolare, i ricercatori hanno osservato che grazie a tale strategia il tasso di riproduzione del biotipo autoctono crolla rapidamente e in modo drastico. La Bemisia è arrivata in Cina probabilmente a causa del commercio di piante ornamentali esotiche. Il senso dell’orientamento del pesce coltello Quasi tutti gli animali, uomini compresi, indirizzano i loro sensi, e si muovono, verso gli oggetti che hanno di fronte. L'Apteronotus albifrons, o pesce coltello, può nuotare indifferentemente in avanti o all'indietro per cacciare le proprie prede. Questo pesce d'acqua dolce che vive nelle acque del Rio delle Amazzoni ha inoltre la particolarità di possedere un sistema sensoriale attivo basato sulla sua capacità di produrre deboli correnti elettriche. Questo sistema sensoriale consente un controllo di volumi spaziali superiori rispetto a quelli rapidamente raggiungibili. Il coccodrillo d’acqua salata L'Australia è patria di un coccodrillo particolarmente grosso e temibile (può raggiungere e superare i 7 metri di lunghezza) che frequenta volentieri sia l'acqua dolce che quella di mare e per questo viene chiamato coccodrillo d'acqua salata. Il gigantesco animale è il più grande rettile vivente; mangia un po' di tutto, pesci, mammiferi, tartarughe, scimmie e se capita anche esseri umani. Tuttavia, è anche vero che, almeno nel caso degli esseri umani il gradimento è reciproco. Il rettile, infatti, viene allevato perchè la sua carne è molto richiesta nei ristoranti australiani e la sua pelle è ricercata dalle concerie. Ed è proprio per migliorare la produzione di pelli e carni di coccodrillo che alcuni scienziati australiani stanno cercando di compilare la mappa genetica di questo animale. Lo studio, commissionato da un allevamento australiano, mira al "miglioramento" della specie tramite interventi genetici, al fine di produrre pelle di maggiore qualità ed una prole più numerosa. 27 APRILE Periodico on-line della Associazione Zygena Onlus Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Coordinatore di redazione: Gisella Paccoi Impaginato il 31/3/2008 [email protected]