Presentazione standard di PowerPoint

DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA
Lunedì 4 Marzo 2013
ore 14.30 - Aula Magna, Complesso Vallisneri
In occasione della prima lezione del nuovo corso di Filosofia delle Scienze Biologiche
Prolusione di Telmo Pievani
Piccola storia dell'inutilità: da Darwin a ENCODE
Perché Darwin nell'Origine delle specie scrive che la selezione naturale è la principale, ma non l'unica causa del cambiamento
evolutivo? Il naturalista inglese mise in discussione la teleologia aristotelica e la teologia naturale di William Paley anche in
virtù della sua tesi circa l'esistenza diffusa in natura di strutture inutili, prive di qualsiasi funzione. Organi vestigiali, correlazioni
di crescita ed effetti collaterali sono alcuni dei fenomeni che Darwin ascrive all'ambito che definisce come "il puro marchio
dell'inutilità". Sostenne inoltre che questi tratti non soggetti a selezione sono quelli che variano di più e che permettono di
classificare gli organismi secondo la loro discendenza comune. Ma l'inutilità biologica è il frutto della nostra provvisoria
ignoranza circa le funzioni di un tratto (come il caso lo è rispetto alle cause, secondo Darwin) oppure fotografa una realtà
effettiva? La crisi del concetto di "junk DNA" e la scoperta della trascrizione generalizzata del genoma sembrano farci
propendere per la prima ipotesi. L'apparenza di inutilità potrebbe dipendere dal fatto che osserviamo gli elementi di un
sistema biologico di cui ancora non conosciamo a sufficienza le relazioni.
Questa regola di "systems biology" è universale o l'inutilità, sotto traccia, resiste?
Perché Darwin nell'Origine delle specie scrive che la selezione naturale è la principale, ma non l'unica causa del cambiamento evolutivo? Il naturalista inglese
mise in discussione la teleologia aristotelica e la teologia naturale di William Paley anche in virtù della sua tesi circa l'esistenza diffusa in natura di strutture
inutili, prive di qualsiasi funzione. Organi vestigiali, correlazioni di crescita ed effetti collaterali sono alcuni dei fenomeni che Darwin ascrive all'ambito che
definisce come "il puro marchio dell'inutilità". Sostenne inoltre che questi tratti non soggetti a selezione sono quelli che variano di più e che permettono di
classificare gli organismi secondo la loro discendenza comune. Ma l'inutilità biologica è il frutto della nostra provvisoria ignoranza circa le funzioni di un tratto
(come il caso lo è rispetto alle cause, secondo Darwin) oppure fotografa una realtà effettiva? La crisi del concetto di "junk DNA" e la scoperta della trascrizione
generalizzata del genoma sembrano farci propendere per la prima ipotesi. L'apparenza di inutilità potrebbe dipendere dal fatto che osserviamo gli elementi di
un sistema biologico di cui ancora non conosciamo a sufficienza le relazioni.
Questa regola di "systems biology" è universale o l'inutilità, sotto traccia, resiste?