Veneto, da donne Cna sciopero mimosa Fabris, stufe di

Veneto, da donne Cna sciopero mimosa
Fabris, stufe di discriminazioni in politica e sul lavoro
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Redazione ANSAVENEZIA
04 marzo 201613:34News
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Impresa Donna
Cinzia Fabris
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Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa
(ANSA) - VENEZIA, 4 MAR - "Siamo stufe di essere sempre prese in giro. L'8 marzo mazzi e
mazzetti di mimosa, il resto dell'anno schiaffoni e discriminazioni. Per l'8 marzo 2016 lanciamo
lo 'sciopero della mimosa'. Un atto di lotta per dire al mondo che le donne ci sono sempre,
lavorano, fanno impresa, crescono i figli e danno amore, ma in cambio ricevono ben poco.
Bisogna cambiare il paradigma una volta per tutte". A lanciare questo singolare 'sciopero' è
Cinzia Fabris, imprenditrice vicentina del settore moda, presidentessa di Cna Impresa Donna
del Veneto e componente della presidenza nazionale. Su oltre 6 milioni di imprese operanti in
Italia a metà 2015, 1.294.880 erano condotte da donne, vale a dire il 21,5% del totale. In quasi
l'87% dei casi la conduzione femminile è di grado esclusivo, ovvero il vertice aziendale è
totalmente al femminile. Le aziende 'rosa' - secondo una nota di Cna Impresa Donna Veneto si concentrano nel commercio (circa il 29% del totale), cui fanno seguito i servizi (27%) e
l'agricoltura (16%). Nel comparto ricettivo il 32% delle imprese è a conduzione femminile,
nell'agricoltura il 29,%, nel commercio il 26,5% e nei servizi il 26,8%. "Noi donne imprenditrici
non siamo certo un fattore residuale dell'economia italiana - rileva Cinzia Fabris - ma,
nonostante questo, fatichiamo di più a trovare sostegno e sviluppo, tanto che tra metà 2013 e
metà 2015, c'è stato un calo di 135 mila unità di aziende a guida femminile. Non possiamo
tacere, nel giorno in cui tutti abusano a parlare della donna, che la società italiana frena nei
fatti la possibilità delle donne di competere allo stesso livello degli uomini, soprattutto per peso
politico, apertura imprenditoriale, mercato del lavoro".
"Fra l'altro, incentivare la partecipazione femminile al mondo del lavoro, riducendo il gender
gap sarebbe anche conveniente dal punto di vista della crescita economica, e parecchio",
conclude Cinzia Fabris, citando un recente report McKinsey dedicato a 'The power of parity',
secondo il quale, se ci fosse nel mondo del lavoro la parità fra donne e uomini, il pil mondiale
crescerebbe di 28 miliardi di dollari (il 26%), entro il 2025. (ANSA).