NUOVA VIA DEDICATA AD UNA DONNA NELLA CITTÀ DI LODI Edvige Ravaioli ( Lodi, 1898), insegnante Nacque da una famiglia modesta e umile che però le consentì di proseguire gli studi elementari presso la scuola Normale Femminile, dove ottenne la patente per l' insegnamento elementare all'età di 18 anni, vale a dire nel 1916. Iniziò subito a lavorare fino a diventare maestra di ruolo presso la scuola elementare femminile di Lodi. Coniugata con Riccardo Eletti, militante socialista, ebbe due figli maschi che furono entrambi richiamati alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1946 collaborò nel Polesine insieme a Giacomo Matteotti. Nel 1944 aderì ai gruppi partigiani mentre il marito aderì alla componente socialista. Edvige si candidò per le prime elezioni amministrative e democratiche e diventò Consigliere Comunale nella prima amministrazione lodigiana seguita alla Liberazione. Leggendo la cronaca del periodo se ne rileva la tenacia e il coraggio, era l'unica rappresentante politica femminile che parlò dei bisogni e delle esigenze dei bambini e dei disoccupati. Nel 1949 si prodigò per risolvere la grave situazione delle lavoratrici lodigiane a causa dei licenziamenti indiscriminati che avevano colpito il Lanificio cittadino. Si occupò anche dell'edilizia scolastica e chiese di costruire nuove scuole. Fu eletta nuovamente alle elezioni amministrative del 1951 e del 1956. Anche nel secondo mandato sostenne la classe lavoratrice sostenendo la necessità di un piano di edificazione di case popolari, ma si battè anche per il miglioramento dei servizi dell'istruzione. Si preoccupò per l'istituzione di corsi serali per studenti lavoratori e di trovare uno stabile per ospitare i corsi di riqualificazione per i disoccupati. La nuova conferma elettorale nel 1956 la impegnò su altri fronti: la gestione comunale delle colonie estive e l'istituzione di ambulatori medici e farmacie nelle zone periferiche. Nel 1962 si ritirò a vita privata. Le caratteristiche del fiore: la mimosa La Mimosa è una pianta originaria dell'isola di Tasmania in Australia. Appartenente alla famiglia delle Mimosaceae è molto utilizzata come pianta da ornamento. Grazie alla sua magnifica e profumatissima fioritura la possiamo ammirare nei parchi e giardini di tutta Italia ma anche allo stato spontaneo. I fiori sono di color giallo, raggruppati in grappoli. A temperature miti sviluppa molto velocemente e fiorisce generalmente nei primi di giorni di marzo. La Mimosa divenne famosa da quando fu scelta a simbolo della Giornata Internazionale della Donna la cui ricorrenza cade l'8 marzo di ogni anno. Infatti, uno dei significati della Mimosa, originario degli Indiani d'America, è quello di forza e femminilità Secondo alcuni, è stata scelta perchè nei pressi della fabbrica bruciata nel 1908, dove sono morte tantissime donne cresceva proprio un albero di mimosa. Tuttavia l’ipotesi più accreditata è di carattere più storico che simbolico. Sono state le italiane a eleggere la mimosa “pianta delle donne”. Nel 1946, l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) cercava un fiore che potesse celebrare la prima Festa della donna del dopoguerra. La scelta fu quasi obbligata: la mimosa è una delle poche piante a essere fiorita all’inizio di marzo. Inoltre aveva il vantaggio di essere poco costosa. La Mimosa esprime innocenza, libertà, autonomia, pudore e sensibilità. In Inghilterra, nello scorso secolo, le ragazze meno avvenenti erano solite infilare un fiore di Mimosa nell’occhiello della giacca, della camicetta o fra i capelli per esibire la loro ideologia. Presso gli Indiani d'America, come già accennato, assumeva un significato diverso. In base a un'antica usanza, un rametto d’Acacia (Mimosa) veniva donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva fatto palpitare il cuore. Questo perchè, l'aspetto delicato di questo fiore nasconde forza e vitalità, motivo per il quale la Mimosa è diventata, presso questi popoli, simbolo di forza e femminilità.