urologia Cambia la cura del mal di testa «ortostatico» Una «diga» per arginare la cefalea di George Clooney I principali alleati del cuore della schiena. Quando si sta in nel suo lavoro di pompa sono i piedi, la gravità attira in basso muscoli delle gambe: contraen- la colonna liquida, che tende codosi, gli avviano la più grossa sì a deformare a fiasco la base massa di sangue venoso, e il del cilindro. Mentre questa cuore, dopo averlo fatto ossige- spinta interna sottopone le panare dai polmoni, provvede a ri- reti a uno sforzo di resistenza, spedirlo in circolo. Chi è co- all'esterno un'altra forza le metstretto a letto ha spesso proble- te ancor più sotto pressione, mi circolatori, proprio perché quella idraulica di risucchio perde la spinta idraulica dei mu- prodotta dalle vene che recupescoli delle gambe e il cuore fatica a far girare il sangue tutto da solo. In questa «collaborazione circolatoria» si troverebbe la spiegazione della cosiddetta cefalea ortostatica, uno strano mal di testa che compare solo quando si sta piedi e di cui ha sofferto anche l'attore George Clooney. Lo dimostra uno studio pubblicato sul Journal ofNeurosurgery da Angelo Franzini, direttore Tf^f.i'j" ! !.'"! l;"i \'i ; '"'•PsJ . ' C i ' - : ;"ì f','"sl del dipartimento di neurochirurgia funzionale dell'Istituto Besta di Milano. E la scoperta ha suggerito una nuova tecnica ] : - : •; « .-{"* =1 p ì s O - ^ ì ì ' ^ - " ' i " - - 1 di cura. La causa di questa cefalea è il gocciolamento di liquido cerebro-spinale da microlacerazioni della membrana durale che riveste le strutture nervose (v. box). I casi più gravi erano tratU ."• *• W s : . ' , \"--. • .\':'J i ' M ' i - 0. tati con il cosiddetto blood pa- i^ COI' 001 \'0 Si " J i r ' f . ' S S ì O n C . tch, un «tappo» di sangue del Ss S'" ;ll-'"-nri );-• .f.p{":il(•;:-, r-Q-.^ì paziente e colla di fibrina, iniet:";;":;•"Cf'.ì \'C .t • " i l *~ '• V ^ l o r ' * tato nello spazio epidurale che •"ìl -•~*"^11'~. O m l :"•*•-:: " ! ^ i ; : circonda il midollo, per bloccare il gocciolamento del liquido. «Le microlacerazioni non sono la causa — spiega il neurochirurgo — ma l'effetto di una decompressione eccessiva del :'Ì nV*"";! T^i "*••""'""-il O £~i"liquido cerebro-spinale». Il liquido è contenuto in una sorta .'•''^."i^.'f* Vìi :"•":"•:: i'T-A~*\f-i'if'>-i ^ di cilindro, con pareti elastiche, che avvolge le strutture nervose midollari, dal collo al fondo 1 - 1 • i'..*•..' i Li -i }•'" • •.•"•••iV. : ». A • { : " I ! "."'"'". • | :*."ì: " i's""1 • *"S ~i ! 1 8 % rt r rano il sangue che ha irrorato le pareti del cilindro. La forza negativa di queste vene aumenta in posizione eretta perché, con la contrazione dei muscoli delle gambe, il sangue venoso in esse contenuto viene avviato alla vena cava inferiore che lo porta al cuore. Quando questo sangue arriva nella vena cava risucchia anche quello delle vene midollari, la cui forza aspirante viene potenziata. Così, tra il liquido cefalorachidiano che spinge in fuori e quello venoso che risucchia dall'esterno, i punti deboli del rivestimento cedono e il liquido cerebro-spinale esce. «Se invece di andare a tappare ogni lacerazione — spiega Franzini — si mette una diga un agglomerato di fibrina e sangue - dove i due fronti pressori si incontrano con più forza, nello spazio epidurale fra la prima e la seconda vertebra lombare (una posizione più sicura e di più facile accesso perché non ci sono strutture nervose importanti), le lesioni si chiudono. Quasi la metà dei pazienti trattati al Besta, una trentina, è migliorata entro 72 ore; gli altri in poco tempo di più». Prima l'intervento durava mezz'ora col paziente a testa in giù, inclinato a 30°; poi rimaneva così per alcune ore, finché il tappo non colava a chiudere ogni lacerazione individuata radiologicamente. Ora il paziente deve stare supino per un quarto d'ora e, verificata tramite una Tac la corretta esecuzione dell'intervento, si può subito alzare e torna a casa dopo pochi giorni. Cesare Peccatisi © RIPRODUZIONE RISERVATA