DATE FONDAMENTALI
324-330 d.C.
410 d.C.
451 d.C.
476 d.C.
Costantino sposta la capitale dell’impero a
Bisanzio (da ora Costantinopoli)
Sacco di Roma perpetrato dai Visigoti
Concilio di Calcedonia conferimento di pari
dignità ai vescovi di Roma e Costantinopoli
Deposizione di Romolo Augustolo
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Ultimi due secoli dell’impero romano d’Occidente rivoluzione tardo-romana, divisibile in
quattro fasi:
prima metà del III secolo età di pace e relativo splendore
seconda metà del III secolo cedono le strutture militari che contengono la pressione alle
frontiere; ripetute sconfitte dei Romani
IV secolo emergenza militare trasformazioni amministrative e politiche. Avvengono
importanti modifiche: cristianizzazione dell’impero; insediamento di barbari entro i confini;
ampliarsi del divario tra ricchi e poveri e tra Oriente e Occidente
V secolo crollo dell’impero
L’aristocrazia che governava l’impero stava perdendo la sua originaria identità connessa alla
routine militare.
Il più grande cambiamento era avvenuto alla fine della repubblica, durante le guerre civili
del I secolo  i senatori (grandi proprietari terrieri) erano minacciati dall’ascesa dei
cavalieri (plebei arricchiti tramite il commercio, il prestigio e gli appalti pubblici)
I primi imperatori avevano appoggiato il ceto più conservatore e affidabile dei senatori
marginalizzazione dei ceti produttivi ristagno dell’economia
Terminate le guerre di conquista e in assenza di crescita economica le grandi spese di
costruzione e mantenimento dell’impero furono sostenute dal prelievo fiscale nelle province.
Metà del III secolo pressione dei barbari e calo degli scambi monetari
III-IV secolo riforme fondamentali riescono a ristabilire la pace e ad intervenire su
economia, politica e società
Nuova organizzazione dell’esercito  raddoppio dei costi intensificazione della pressione
fiscale ed espansione della burocrazia
“strategia economica” blocco artificiale dei prezzi e redistribuzione della ricchezza
Si viene a creare una macchina statale senza precedenti organizzazione politica accentrata
e burocratica che sarà la base per le future monarchie nazionali
Nuove necessità belliche esclusione dell’aristocrazia senatoria dai comandi e promozione
militari anche ai ceti meno elevati e più periferici ricambio del vertice sociale
Gli uomini nuovi del IV secolo diedero vita ad una rinascenza artistica e culturale finanziata
col denaro accumulato come esattori delle imposte.
L’onere di sostenere lo stato tardo-romano ricadeva sulle imposte, che diventavano sempre
più gravose aumento del divario tra ricchi e poveri
Diminuzione e concentrazione delle ricchezze decadenza dei centri urbani minori e
crescita di quelli maggioro ”localizzazione” delle aristocrazie
Cause: separazione delle carriere degli ufficiali civili e militari decisa da Costantino (ciò
portò all’ingresso di elementi germanici nelle gerarchie militari; progressiva scomparsa della
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divisione tra ordine senatorio ed ordine equestre (aumentò le dimensioni del vertice della
società, ma non ridusse la distanza con la base); ruolo di raccordo politico dei vescovi, che
avevano già ottenuto una funzione di guida della società urbana; ruolo importante assunto
dalle imposte in natura
Effetto: società ancorata nella dimensione locale; relazioni di patronaggio (i notabili del
posto svolgevano un ruolo di protezione per la popolazione circostante)
Questi processi si manifestarono in forma diversa in Oriente. Il commercio e la produzione
avevano qui un ruolo più importante nell’economia complessiva mancanza del divario tra
città maggiori e città minori e tra ricchi e poveri; i contadini riuscivano a pagare le tasse
senza rinunciare ai profitti (mentre nell’Occidente essi si rifugiavano nelle campagne dove
venivano costretti a lavorare con la forza dai grandi proprietari terrieri)
In poche parole: in Oriente le esigenze dell’impero in trasformazione furono soddisfatte
dalla crescita economica, in Occidente la mancanza di questa crescita ampliò le differenze
sociali
L’ultima fase si aprì tra 407 e 430, in occasione di una nuova serie di movimenti di
popolazioni (410 sacco di Roma ad opera dei Visigoti)
Le èlites dell’Oriente e dell’Occidente si divisero sulla soluzione da dare al problema della
presenza dei barbari nell’esercito
Impero romano d’Oriente forte antibarbarismo nelle classi più elevate epurazione degli
elementi germanici nelle truppe
Impero romano d’Occidente ascesa degli elementi barbarici alle alte cariche militari;
chiusura delle èlites in un patriottismo conservatore scollamento tra èlites culturali e veri
detentori del potere; concessioni alle popolazioni barbariche della possibilità di stanziarsi
entro i confini dell’impero
476 lo sciro Odoacre depone Romolo Augustolo. Egli non pretende il titolo imperiale. Ciò
segnala la capacità dei Barbari di agire ad un livello più alto della politica e allo stesso
tempo la mancanza di una volontà di assimilazione i Barbari si trovarono ad agire in un
mondo mediterraneo che vedeva estinguersi l’impero come struttura di raccordo politico e
militare e che cercava, in una nuova sintesi patriottica e cristiana, il ricordo di una antica
unità
Sia coloro che hanno visto nella fine dell’impero romano l’archetipo di ogni decadenza, sia
chi (a partire del Novecento) vi ha scorto le tracce di una evoluzione necessaria e positiva,
ha visto in quel periodo l’epoca terminale della classicità
Edward Gibbon (seconda metà del Settecento) affinità tra la sua epoca e il II secolo d.C.,
momenti di massimo splendore della civiltà moderna e di quella classica. Simili sono anche
i processi che hanno portato alla decadenza di queste civiltà. Sulla scorta di una tradizione
illuministica che aveva avuto precedenti in Montesquieu e Voltaire egli individuò nel
cristianesimo le cause della fine dell’impero
Ottocento nuova consapevolezza storica si puntualizza la diversità tra le due epoche,
ma rimane la convinzione che la trasformazione fosse stata radicale e negativa
Ottocento due modi di vedere nazionalismo (esaltazione della contrapposizione tra
etnie e identificazione nelle invasioni della caduta di Roma); valutazioni economico-sociali
(grande influenza di Marx trasformazione della struttura sociale e produttiva (da sistema
schiavistico a feudale) portò al cambiamento politico)
Primo trentennio del Novecento nuove ricerche e prospettive storici dell’arte vedono
nell’epoca successiva a Costantino non una decadenza, ma un progresso; storici
dell’economia iniziano a discutere il peso della componente monetaria e di quella naturale
nell’economia antica e a stabilire cesure derivate da questa distinzione.
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Michail Rostovtzev la barbarizzazione che aveva condotto alla caduta dell’impero era
imbarbarimento delle classi dirigenti romane e germaniche, incapaci di reagire alle pressioni
contadine
Anni Sessanta-Settanta ulteriore cesura gli storici indagano il mondo tardo-antico come
un periodo autonomo. La prospettiva è stata allargata all’Oriente dapprima mostrando la
parzialità di un’ottica esclusivamente occidentale basata sulla data del 476 d.C., in seguito
rivedendo anche l’idea di una immobilità orientale. Lo sviluppo dell’archeologia ha fornito
appigli ai sostenitori di una maggiore continuità delle strutture romane. Inoltre sono state
esaminate fonti in lingue diverse dal latino e dal greco e storie di luoghi precedentemente
poco studiati, ciò ha consentito di soffermarsi sulle specificità locali della lenta
trasformazione
DATE FONDAMENTALI
313 d.C
325 d.C.
380 d.C.
Editto di Costantino, libertà di culto
concilio di Nicea, condanna dell’arianesimo
editto di Tessalonica, Teodosio impone ai
cittadini dell’impero la professione della fede
cristiana
451 d.C.
concilio
di
Calcedonia,
tentativo
di
compromesso tra nestorianesimo e monofisismo
Zenone emana un editto che rivede le posizioni
del concilio di Calcedonia ed emargina il
monofisismo
del monastero di Montecassino ad opera di
Benedetto da Norcia
redazione della Regola benedettina
482 d.C.
529 d.C.
540 d.C.
544 d.C.
612 d.C.
Giustiniano emana l’editto dei Tre Capitoli in
cui condanna le posizioni teologiche di tre
seguaci di Nestorio
fondazione del monastero di Bobbio
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Il cristianesimo fu inizialmente una delle numerose religioni salvifiche che si diffuse fra le
classi aristocratiche dell’impero. Il grande successo presso i ceti eminenti urbani e
l’organizzazione gerarchica che si diede fecero sì che essa acquisisse, dal IV secolo in poi,
un ruolo centrale nella conservazione delle strutture amministrative, sociali e culturali
dell’impero.
Cristianizzazione processo che condusse ad una fede comune le cittadinanze e le
popolazioni rurali dell’impero e le popolazioni barbariche
Il processo non fu lineare e seguì due vie
Via istituzionale incentrata sulle chiese urbane dominate dall’aristocrazia e da una gerarchia
sacerdotale rigidamente strutturata evangelizzazione delle campagne incentrata attorno a
chiese battesimali (pievi) direttamente dipendenti dal vescovo; riorganizzazione attraverso
valori religiosi l’antica cultura delle aristocrazie ellenistico-romane
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Via individuale, la scelta monastica (organizzazione di una vita comune nei cenobi o
monasteri) monaci protagonisti dell’evangelizzazione delle popolazioni rurali e dei
Barbari e promotori di un’organizzazione sociale, culturale ed economica alternativa a
quella della città.
Attività missionaria e di catechesi processo di acculturazione integrazione profonda e
reciproca fra le nuove etnie che stanziarono in Europa e le popolazioni autoctone
Esito: creazione di un universo di valori comuni mediati dal linguaggio religioso e
formazione dell’Europa come ambito peculiare di civiltà
Mondo romano affermazione dell’impero perdita dell’autonomia politica in ambito
urbano crisi delle aristocrazie cittadine cui si accompagnò il declino dei culti tradizionali
esigenza di attribuire al singolo un valore indipendentemente dalla sua appartenenza al
gruppo dirigente successo delle religioni salvifiche (offrivano una possibilità di salvezza
in prospettiva di trascendenza universale)
I-III secolo d.C organizzazione delle prime comunità cristiane. Fin dalla fine del I secolo i
laici apparivano separati dai sacerdoti; il gruppo sacerdotale era strutturato gerarchicamente
in diaconi e preti e aveva a capo un vescovo
IV secolo cristianesimo religione di Stato 313 d.C. editto di Costantino; 380 d.C.
Teodosio emana l’editto di Tessalonica. Entrambi gli imperatori svolsero anche un’opera di
riforma delle strutture imperiali in campo amministrativo, tributario e giurisdizionale. La
religione cristiana appariva già alle origini uno strumento grazie al quale chi governava
poteva assicurarsi il disciplinamento delle masse urbane e una razionale organizzazione dei
culti
L’adesione al cristianesimo fu nei primi tempi una scelta aristocratica tale sostrato sociale
conferì grande autorevolezza alle gerarchie ecclesiastiche che si erano definite sin dai
primordi dell’affermazione del culto e che finirono per costituire una sorta di supplenza dei
poteri pubblici nelle città
V secolo opera di evangelizzazione delle campagne. Ambito di tale espansione fu la
diocesi, corrispondente al territorio generalmente soggetto alla città nell’organizzazione
amministrativa imperiale. Autorità episcopale come tramite per la conservazione
dell’organizzazione del territorio di eredità tardo-antica
Opera di evangelizzazione come processo di acculturazione in senso antropologico, ossia
come scambio reciproco tra culture diverse
Dal punto di vista territoriale la stessa organizzazione civile romana condizionò il successo
delle diverse sedi episcopali. Nella parte centro-meridionale della penisola italiana la
presenza di una fitta rete di città provocò il moltiplicarsi di sedi episcopali; nell’Italia centrosettentrionale la minore presenza di centri urbani favorì lo sviluppo di circoscrizioni
ecclesiastiche ampie
L’organizzazione territoriale e amministrativa romana incise su quella ecclesiastica anche
per ciò che attiene alle funzioni di coordinamento che talune sedi episcopali assunsero su
altre: i vescovi che facevano capo alle grandi metropoli del mondo romano ottennero in
breve tempo una supremazia sui vescovi delle città vicine (diocesi metropolite)
Sede episcopale romana prestigio particolare connesso alla preminenza del vescovo di
Roma (successore di Pietro) primato ideale che solo attraverso un lungo processo politico
e dottrinale condusse ad una supremazia reale del papato sulle chiese occidentali
III secolo prime manifestazioni di monachesimo nelle aree orientali dell’impero
Monachesimo scelta strettamente individuale che prevede un radicale rifiuto del mondo e
la ricerca della redenzione attraverso il sacrificio e l’ascesi. La ricerca della solitudine si
espresse in forme estreme e clamorose: i dendriti vivevano in cima agli alberi, gli stiliti in
cima alle colonne. Il deserto ai margini delle città, soprattutto in Siria ed Egitto, il luogo
preferenziale per tali esperienze.
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IV secolo diffusione del monachesimo in occidente critica all’individualismo
introduzione di regole di vita comunitaria già in oriente con Pacomio si diffuse la
pratica del cenobitismo, ossia della vita in comune dei monaci sulla base di regole condivise
che riguardavano ogni aspetto della vita quotidiana, la preghiera, il lavoro, l’abbigliamento,
l’alimentazione…
In occidente i primi gruppi monastici si formarono nella Gallia occidentale ad opera di
Martino, vescovo di Tours. Nel corso del V secolo i monasteri proliferarono in Gallia: nel
monastero di Lerins si applicarono per la prima volta le teorie di Giovanni Cassiano
(Institutiones cenobiticae; Conlationes spirituales) che esaltavano la superiorità della scelta
cenobitica rispetto alla ricerca della perfezione eremitica
Italia prime esperienze monastiche coinvolgono l’aristocrazia romana del IV secolo.
Decisiva fu l’azione di Girolamo: egli divenne referente spirituale di molti aristocratici che
praticavano l’ascesi nelle loro abitazioni. Dopo il suo magistero l’esperienza monastica si
diffuse nelle città occidentali
529 fondazione del monastero di Montecassino ad opera di Benedetto da Norcia; 540
redazione della Regola benedettina: coesistenza nella vita dei monaci di ore dedicate alla
preghiera e al lavoro; la regola benedettina non condannava la scelta eremitica
Irlanda l’isola non fu mai assoggettata all’impero romano e non aveva conosciuto
fenomeni di urbanizzazione società tribale al vertice delle quali si trovavano i druidi
grazie a questa conformazione il modello monastico si affermò con maggior facilità e
favorì lo sviluppo di una forma di culto molto più rigida e ascetica
I monaci irlandesi si riversarono in Europa e presero a fondare monasteri sottoposti a regole
più rigide di quelle benedettine che nel corso dei secoli VI e VII conobbe grande successo
presso le aristocrazie franche e longobarde. Le fondazioni più famose furono opera
dell’abate Colombano: Luxeuil in Borgogna, San Gallo in Svizzera e, nel 612, Bobbio
Attività missionaria dei monaci conversione dei barbari si iniziava dalle aristocrazie
politico-militari; nel caso in cui esistesse un potere regio si partiva da lì, in quanto la regalità
aveva, fra le tribù seminomadi un carattere sacrale
Le aristocrazie barbariche, che inizialmente si erano affermate sul piano militare,
compresero quanto potesse essere proficuo, per rafforzare la loro posizione sociale ed
economica, intraprendere carriere ecclesiastiche
Intraprendere una carriera ecclesiastica significava assimilare la cultura latina e la tradizione
classica. Nei fenomeni di acculturazione i processi si svolgono sempre in duplice direzione:
la penetrazione delle aristocrazie militari nelle gerarchie ecclesiastiche comportò
l’introduzione nel cristianesimo di valori tradizionali germanici come la violenza e la forza.
Venne esaltato il ruolo eroico e combattivo della religione
Seconda metà del IV secolo buona parte delle popolazioni germaniche sono convertite
secondo la formula ariana formulata da Ario (sacerdote di Alessandria) sostiene che Gesù
Cristo non ha lo stesso grado di divinità di Dio, ma è ad egli sottoposto la dottrina viene
condannata nel 325 dal concilio di Nicea. Nonostante ciò l’arianesimo ha avuto grande
diffusione poiché professato dai monaci che per primo convertirono le popolazioni
germaniche
Molteplicità delle sedi episcopali e originaria indipendenza delle diverse sedi patriarcali
grande varietà delle forme di culto e delle interpretazioni dottrinali forti divergenze
dogmatiche dietro le quali si manifestavano anche la volontà delle singole comunità
cittadine di distinguersi, di salvaguardare la propria identità
Il problema centrale fu sempre posto dalla Trinità la molteplicità delle persone divine era
in contrasto con la tradizione filosofica classica che concepiva l’Essere come Uno
necessità di definire la natura storica di Cristo
Primi contrasti risolti a Nicea nel 325 definizione del Credo e condanna dell’arianesimo
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Concilio di Nicea estremamente importante poiché fu la prima assemblea di vescovi
riuniti per discutere di questioni dottrinali convocato dall’imperatore Costantino
preannunciando la compenetrazione tra cristianesimo e potere pubblico che è stata definita
ortodossia politica l’episcopato investiva l’imperatore di difendere la fede nella sua vera
forma, quella stabilita dalle delibere conciliari. D’ora in poi discostarsene sarebbe stato un
reato equiparato alla disobbedienza civica
Parte orientale dell’impero Antiochia e Alessandria sedi ecclesiastiche di più antica
tradizione le due scuole teologiche, durante la prima metà del V secolo, elaborarono delle
teorie sulla natura di Cristo
Antiochia nestorianesimo valorizzazione dell’umanità della persona di Cristo
Alessandria monofisismo esaltazione dell’elemento divino presente in Cristo a
discapito della natura umana
451 d.C.  concilio di Calcedonia compromesso tra le due dottrine: viene ribadita
l’inscindibilità delle due nature
482 d.C. l’imperatore Zenone emana un editto che rivedeva le posizioni di Calcedonia ed
emarginava il monofisismo scopo: recuperare le comunità delle regioni centrali
dell’impero e di Costantinopoli. Le nuove disposizioni vennero mal tollerate dalle
popolazioni di Egitto e Siria
Giustiniano volontà di riportare tutti i paesi mediterranei sotto l’autorità imperiale
necessità di assicurarsi la fedeltà di Siria ed Egitto; inoltre la diffusione del
nestorianesimo in Persia e India rischiava di creare comunità religiose che travalicavano i
limiti territoriali e perciò di indebolire l’autorità bizantina sul confine persiano
conseguenza: emanazione, nel 544, dell’editto dei Tre Capitoli in cui venivano
condannate le posizioni teologiche di tre seguaci di Nestorio.
Esito: profonda spaccatura della comunità cristiana i vescovi occidentali guidati da
Vigilio vescovo di Roma, si rifiutarono di accogliere il nuovo editto, anche per ribadire la
loro distanza dalle mire espansionistiche di Giustiniano Vigilio fu arrestato e condotto a
Costantinopoli e costretto a ratificare l’editto, ma gli altri vescovi italiani si rifiutarono di
aderire scisma dei Tre Capitoli, destinato a durare fino al VII secolo e incorporò
l’opposizione delle sedi metropolite italiane a ogni volontà centralistiche (anche quella
papale)
Il tentativo di Giustiniano fu quello di dare autorevolezza alle sedi episcopali di
Costantinopoli e Roma per ritrovare attraverso dogmi di fede unitari una coesione sociale e
politica. Il tentativo ebbe successo in Occidente, dove il prestigio di Roma si affermò su
Milano, Ravenna e Aquileia; in Oriente la chiesa di Costantinopoli, compromessa col potere
imperiale, non riuscì ad ottenere un potere simile sulle sedi patriarcali concorrenti
DATE FONDAMENTALI
378 d.C.
406-407 d.C.
410 d.C.
450 d.C.
476 d.C.
496 d.C.
510 d.C.
sconfitta di Adrianopoli
crollo della frontiera del Reno
sacco di Roma da parte dei Visigoti
incursioni degli Unni in Europa centrale
deposizione di Romolo Augustolo
Clodoveo si fa battezzare da Remigio, vescovo
di Reims
Clodoveo fa redigere la Lex Salica
711 d.C.
crollo del regno dei Visigoti
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IV e V secolo popoli che avevano vissuto ai confini dell’impero, su pressione di nuove
popolazioni arrivate dalla steppa e di vari motivi economico-sociali, varcarono in massa le
frontiere decretando la caduta dell’impero romano d’Occidente e la formazione di nuovi
regni
Il termine “barbari” può venire usato oggi se lo priva della sua connotazione originaria e lo
si usa in senso storicizzato, indicando una galassia di popolazioni dall’identità etnica fluida
solo molto lentamente queste tribù si costituirono come popoli etnogenesi
Se si accetta l’immagine delle popolazioni barbariche offerta dagli studiosi dell’etnogenesi
non si possono accogliere le interpretazioni che descrivevano le irruzioni nei territori
imperiali come scontro tra romanità e mondo barbarico i rapporti tra romani e barbari
furono intensi già dal II secolo d.C.
Dal III secolo molti barbari furono assoldati nell’esercito romano, ricoprendo anche
importanti cariche militari
IV secolo crisi dei rapporti tra romani e barbari a causa dell’indebolimento politico ed
economico dell’impero popolazioni barbariche oltrepassano il limes non per compiere
razzie, ma per dar vita a stanziamenti stabili
I barbari erano spinti alle spalle da popolazioni che da Oriente si spostavano verso
Occidente, ad esempio gli Unni gli spostamenti degli Unni coinvolsero in modo
particolare i Goti (tribù nomadi che nel III secolo si stanziarono nei territori dal Danubio al
Mar Nero) queste tribù diedero vita a due raggruppamento: i Tervingi-Vesi stanziati verso
occidente (Visigoti) e i Greutungi-Ostrogothi stanziati verso oriente (Ostrogoti)
Furono i Visigoti a segnare l’inizio di una nuova epoca nei rapporti tra romani e barbari
Ottenuto il permesso dall’imperatore Valente di oltrepassare il limes vari gruppi di Visigoti
iniziarono a devastare le ragioni dei Balcani meridionali l’imperatore decide di affrontarli
militarmente ad Adrianopoli nel 378 sconfitta ed uccisione dell’imperatore nuova
strategia di contenimento dei barbari non potendoli battere militarmente gli imperatori
adottarono una soluzione più pragmatica basata sui concetti di hospitalitas e foederatio
Hospitalitas concessione di un terzo delle terre di una data regione alle popolazioni
barbariche che si dichiaravano fedeli all’impero e fornivano aiuto militare pur restando
indipendenti
Foederatio alleanza in senso stretto in cambio di un compenso
Questi tentativi non ebbero successo i Visigoti (federati dell’impero romano d’Oriente)
per far valere le proprie posizioni ricominciarono a compiere incursioni la più drammatica
delle quali avvenne nel 410 quando, guidati dal re Alarico, i Visigoti saccheggiarono Roma.
Morto Alarico i Visigoti lasciarono Roma per trasferirsi in Gallia meridionale, presso
Tolosa, dove dovettero affrontare i Vandali e i Franchi
406-407 d.C. la frontiera del Reno viene oltrepassata da diverse tribù e da intere
popolazioni (Vandali, Alani, Svevi, Burgundi) penetrati in Galli si scontrarono con
Franchi e Alamanni, federati dell’impero i burgundi si stabilirono nella Gallia centromeridionale; Vandali, Alani e Svevi furono costretti a riparare nella penisola iberica qui si
scontrarono con i Visigoti gli Svevi riparano in Galizia, gli Alani nel Portogallo
settentrionale e i Vandali nella fascia settentrionale dell’Africa, dove conquistarono i
territori attorno a Cartagine
Negli stessi anni i territori settentrionali dell’impero furono interessati da fenomeni simili
La Britannia, abbandonata dalle guarnigioni romane, rimase in balia dei Pitti per
contrastarli i Britanni favorirono lo sbarco nei loro territori di popolazioni germaniche con
cui avevano già avuto contatti e che speravano di inquadrare nel sistema della foederatio
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che, però, si rivelò fatale fu così che giunsero in Britannia gli Juti, gli Angli e alcune tribù
facenti capo ai Sassoni che cercarono di creare insediamenti stabili a scapito dei Britanni
450 led regioni dell’Europa centrale subirono nuove incursioni da parte degli Unni che,
guidati da Attila, giunsero fino in Italia, fermandosi poco prima di Roma. Si è attribuito il
merito del ritiro di Attila al papa Leone I. Molto più probabilmente il sovrano unno negoziò
il proprio ritiro dietro concessione di ingenti beni
Nel 476, quando Odoacre depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo, i territori
occidentali dell’impero era già in buona parte sotto il controllo di popolazioni barbariche
Odoacre era sostenuto da una compagine multietnica ed assunse il titolo di re gli
imperatori d’Oriente pensarono di recuperare l’Italia attraverso la foederatio e così Zenone
favorì l’irruzione in Italia degli Ostrogoti guidati da Teodorico
Alla fine del V secolo nella pars occidentalis dell’impero si erano formati dei regni stabili
denominati regni romano-barbarici
In tutti i territori conquistati i barbari erano in netta minoranza rispetto alla popolazione
residente problema della convivenza soluzione: mantenimento delle tradizioni
giuridiche e amministrative precedenti che venivano integrate a quelle della tradizione
barbarica
Espressione di questo avvicinamento tra concezione dello Stato e della regalità diverse tra
loro furono le raccolte di leggi scritte a lungo si è discusso se queste leggi avessero valore
territoriale o personali, ossia se valessero per tutti coloro che vivevano nel regno o solo per
quanti appartenessero all’etnia barbarica
Il fatto che i sovrani barbarici sentissero la necessità di usare uno strumento tipico della
tradizione giuridica romana utilizzando anche la lingua latina è una importante attestazione
dell’incontro culturale tra barbari e romani
In quasi tutti i regni romano-barbarici la gestione diretta dell’amministrazione rimase in
mano alla popolazione romana, mentre l’esercito e la difesa militare divennero monopolio
dei barbari
Tutti dovevano riconoscere il potere regio, che era visto come potere sacrale il re era
depositario del banno, ossia il potere di costringere, giudicare e punire. Egli era una guida
militare ed era attorniato da un seguito di fedeli
L’esistenza di gruppi basati sull’uso delle armi e sulle lealtà personali distingue i nuovi regni
dalla tradizione tardo-antica cambiava il concetto stesso di cittadinanza periodo
romano: pieno godimento dei diritti civili e politici; regni romano-barbarici: legata
indissolubilmente all’esercizio delle armi solo i guerrieri potevano definirsi liberi e solo
loro potevano eleggere il re
Principali regni romano-barbarici: Franchi, Anglosassoni, Ostrogoti, Visigoti, Vandali
Franchi: al momento delle invasioni del V secolo stanziavano nei territori tra il Meno e il
Reno eterogeneo insieme di tribù federati dei romani dal 430 trovarono una certa unità
sotto re Clodoveo, discendente di Meroveo egli eliminò la concorrenza degli altri capi
franchi; conquistò il regno di Siagro (enclave di resistenza gallo-romana); espanse i confini
verso ovest, in territori chiamati Neustria per differenziarli da quelli di Austrasia
comprese l’importanza di stabilire rapporti con l’episcopato e si fece battezzare nel 496 in
modo da legittimarlo presso la popolazione gallo-romana e di presentare i Franchi come
popolo di Dio, difensore della chiesa 510, redazione della Lex Salica, raccolta delle
norme consuetudinarie dei Franchi morte di Clodoveo: il regno viene spartito tra i figli
secondo una concezione patrimoniale del potere il regno dei Franchi fu un insieme di tre
regni instabili e conflittuali che solo sotto alcuni re trovò unità il potere dei merovingi
iniziò a logorarsi a favore dei maestri di palazzo, o maggiordomi, funzionari pubblici a cui,
fin dal VII secolo, fu affidata l’amministrazione dei regni
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Oltre la Manica si stanziarono popolazioni di origine germanica aggregate sotto la comune
denominazione di Anglosassoni diedero vita, nella Britannia orientale, a dei regni
regionali designati con riferimenti geografici e costrinsero le popolazioni britanniche a
ritirarsi nei territori occidentali gli Anglosassoni trovarono una momentanea unità
all’inizio del IX secolo sotto il re del Wessex dal punto di vista religioso l’invasione
anglosassone determinò una nuova paganizzazione della Britannia, solo sotto la guida del
monaco Agostino, verso la fine del VI secolo, fu avviata una opera di rievangelizzazione
culminata con il battesimo di Etelberto re del Kent e con la fondazione della sede vescovile
di Canterbury
Un discorso diverso deve essere fatto per gli Ostrogoti giunti in Italia per volontà
bizantina essi cercarono di dar vita ad un regno autonomo sotto la guida di Teodorico il cui
titolo regio era ricco di ambiguità egli fondava la sua legittimità di re barbarico con la
vittoria conseguita su Odoacre, ma manteneva anche il titolo ricevuto dai bizantini questa
ambiguità si rifletteva anche sull’organizzazione politica del regno l’ambito
amministrativo era delegato a funzionari romani, quello militare e giuridico a funzionari goti
il delicato equilibrio tra Romani e Ostrogoti entrò in crisi negli ultimi anni del regno di
Teodorico e si ruppe con la sua morte a causa della lotta per la successione che diede il
pretesto all’imperatore Giustiniano di inviare truppe in Italia
Visigoti si insediarono su un vasto territorio che andava dalla Gallia meridionale a quasi
tutta la penisola iberica riuscirono a integrarsi in modo particolarmente efficace con la
tradizione gallo-romana e ispanica 466-480 re Eurico emana un codice legislativo che
porta il suo nome, pochi anni dopo Alarico II promulga la Lex Romana Visigothorum che
raccoglieva importanti norme legislative ispirate alla tradizione giuridica romana solo da
un punto di vista religioso i Visigoti rimasero a lungo separati dalle popolazioni di origine
romana, mantenendo fino al VI secolo il credo ariano il regno dei Visigoti durò fino al
711, quando fu abbattuto in seguito alle invasioni islamiche
Vandali si stanziarono in Africa settentrionale difficile convivenza con la popolazione
locale persecuzioni contro i cristiani non ariani mantenendo una conflittualità endemica
all’interno del loro regno ciò ebbe conseguenze negative quando, nel 533, i bizantini
attaccarono il regno non incontrando resistenza da parte della popolazione sfavorevole al
dominio vandalo. In un solo colpo Belisario, generale di Giustiniano, riuscì ad abbattere
l’unico regno romano-barbarico dell’Africa settentrionale
DATE FONDAMENTALI
552 d.C.
540 d.C.
553 d.C.
554 d.C.
568 d.C.
602 d.C.
751 d.C.
battaglia di Gualdo Tadino, Narsete batte i Goti
I bizantini conquistano Ravenna, capitale del
Regno degli Ostrogoti
l’intera penisola italiana passa sotto il controllo
bizantino
Giustiniano promulga la Pragmatica Sanctio pro
petitione Vigilii
la penisola italiana viene occupata dai
Longobardi
militare di Foca e uccisione dell’imperatore
Maurizio
Ravenna, sede dell’Esarcato, cade in mano ai
longobardi
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Giustiniano regnò dal 527 al 565. Perno della sua azione politica fu il progetto di riunificare
l’impero spedizioni militari contro Vandali, Visigoti e Ostrogoti
Guerra greco-gotica (535-553) crollo della civiltà tardo-antica nella penisola italiana
Teodorico aveva conservato all’aristocrazia senatoria romana i privilegi tradizionali e un
ruolo importante nella gestione politica della penisola e aveva mantenuto un riconoscimento
formale dell’autorità imperiale di Costantinopoli morte di Teodorico i rapporti tra
ostrogoti e romani si incrinano e si frantumano completamente con la guerra contro i
bizantini
In un primo tempo Goti e classe senatoria fanno fronte comune la conquista della penisola
parte da sud e Belisario assedia Napoli 540, i bizantini conquistano Ravenna, capitale
degli Ostrogoti, gli Ostrogoti sono costretti a ritirarsi al di là del Po e l’aristocrazia senatoria
si piega ai bizantini, che continuano a garantirne i privilegi economico-sociali il fronte si
spezza e i Goti rimangono soli contro i bizantini Totila, re dei Goti, non cerca più la
collaborazione dei senatori, ma li attacca concede la libertà personale ai coloni dipendenti
(obbligo di servire il re combattendo) e vieta loro di versare canoni e tributi ai padroni, d’ora
in poi le tasse andranno versate direttamente al re i coloni dipendenti aderirono in minima
parte all’iniziativa e combatterono in favore dei padroni tradizionali Totila riesce a
riconquistare buona parte della penisola, ma viene sconfitto da Narsete nella battaglia di
Gualdo Tadino nella battaglia Totila perde la vita, Teia nuovo re anch’egli viene
sconfitto da Narsete 553, l’intera penisola italiana viene assoggettata a Bisanzio
La politica militare di Giustiniano segnava un successo completo: tutti i territori che si
affacciavano sul Mediterraneo erano di nuovo in mano imperiale 568 (anno dopo la morte
di Giustiniano), i Longobardi occupano la penisola italiana; in breve poi gli arabi
interrompono l’egemonia bizantina sul Mediterraneo
Nel mondo romano le norme che regolavano la convivenza civile non erano mai state
raccolte in codici assieme alle leggi emanate dall’autorità pubblica avevano valore
normativo anche le elaborazioni teoriche dei giuristi venuta meno l’unità culturale
dell’impero l’esercizio quotidiano della giustizia impose nella prassi una semplificazione del
sistema: iniziarono a circolare e a essere utilizzate numerose compilazioni che raccoglievano
e riassumevano la tradizione giurisprudenziale romana
Prima metà del V secolo Teodosio riordina la legislazione dell’impero e fa raccogliere in
un codice, ordinato per materie, tutte le leggi emanate da lui e dai suoi predecessori. La
compilazione non comprende la normativa giurisprudenziale, quella, cioè, elaborata dai
giuristi
Parte orientale dell’impero grande attività e vivacità delle scuole di diritto alcuni
giuristi perseguivano indirizzi innovativi rispetto al diritto romano classico, allontanandosi
dalla tradizione e cercando elementi nuovi, più rispondenti alla società che andava
formandosi intervento autoritario di Giustiniano che tolse il riconoscimento imperiale a
queste scuole e privilegiò i giuristi impegnati in un’opera di recupero “archeologico” del
diritto romano classico e post-classico, il più importante tra i quali era Tribonio
A tale gruppo di giuristi venne affidato il compito di raccogliere e codificare il patrimonio
giuridico dell’età repubblicana e del primo principato risultato: Corpus iuris civilis,
composto da quattro parti Codex (raccoglie in dodici libri le leges dei predecessori di
Giustiniano); Digesta o Pandectae (raccoglie in 50 libri gli iura, frammenti della
giurisprudenza romana riordinati come fossero disposizioni normative); Institutiones
(trattazione scolastica del diritto romano); Novellae constitutiones (raccolta delle
disposizioni emanate da Giustiniano)
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Tale iniziativa consegnò ai posteri una raccolta che consentiva di conservare la memoria di
ciò che era stato il diritto romano, un diritto che però perdeva la sua caratteristica più
importante: l’adattabilità alle diverse situazioni della società grazie all’attività
giurisprudenziale
Al termine della guerra contro i Goti nella penisola italiana fu introdotta la legislazione
giustinianea 554 Giustiniano promulga la Pragmatica sanctio pro petitione Vigilii che
estende la legislazione bizantina a tutti i territori riconquistati nell’antica parte occidentale
dell’impero la richiesta di Vigilio di introdurre nella penisola italiana la normativa
giustinianea era una finzione volta a legittimare il dominio bizantino sfruttando
l’autorevolezza della sede episcopale romana. Vigilio, infatti, era ancora prigioniero a
Costantinopoli
Il documento ripropone il modello amministrativo del tardo impero le prefetture del
pretorio erano le maggiori circoscrizioni territoriali dello Stato erano divise in diocesi che
avevano funzioni fiscali erano divise in provinciae, unità territoriali primarie
dell’amministrazione fiscale e giudiziaria
Giustiniano ridimensiona la prefettura del pretorio italica riducendola al solo territorio
peninsulare Corsica e Sardegna affidate alla prefettura del pretorio dell’Africa
Settentrionale; Sicilia e Dalmazia affidate ad un magistrato nominato direttamente da
Costantinopoli
La Pragmatica Sanctio pretendeva di restaurare un ordine amministrativo i cui quadri sociali
di riferimento erano da temo scomparsi continuava a distinguere l’amministrazione civile
da quella militare in un tempo di continua conflittualità interna; voleva restituire alla classe
senatoria il patrimonio fondiario sottrattole dal re Goto Totila, ma gran parte di quella classe
sociale era in gran parte scomparso durante la guerra, mentre elementi di origine gota erano
profondamente inseriti nella società e gli alti vertici ecclesiastici detenevano un potere
effettivo nelle città e nei territori ad essi soggetti; anche la restaurazione di un insegnamento
scolastico pubblico fallì: ormai la tradizione del sapere si era addensata attorno alle scuole
episcopali e ai monasteri; anche l’amministrazione della giustizia sfuggì al controllo
imperiale: la giustizia processuale, troppo costosa e complessa nelle procedure e nei tempi,
venne sostituita dall’istituto dell’arbitrato, molte volte affidate ai vescovi
Il programma di restaurazione, alla morte dell’imperatore, pareva aver avuto successo, ma
consegnava una pesante eredità ai successori di Giustiniano grande fragilità
dell’equilibrio raggiunto condizione finanziaria precaria (mancavano i soldi per pagare i
mercenari); grandi distanze geografiche ed etniche che rendevano difficili gli interventi del
potere centrale nei diversi territori; a partire dal VI secolo pressione di popoli ostili sui
confini
Solo gli immediati successori di Giustiniano riuscirono a conservare l’integrità territoriale
dell’impero, salvo che nella penisola italiana, in buona parte occupata dai longobardi dal
568 in avanti 602, rivolta militare di Foca e uccisione dell’imperatore Maurizio
conseguenze: allentamento del controllo alle frontiere, Avari e Slavi si insediano
stabilmente nelle regioni balcaniche; i Persiani penetrano in Armenia e in Asia Minore e
conquistano la città di Gerusalemme
L’imperatore Eraclio mobilita un grande esercito nazionale e sferra un attacco diretto
all’impero persiano perdita della Spagna e della penisola balcanica, dove Avari e Slavi
arrivano addirittura ad assediare Costantinopoli la guerra contro i persiani si conclude con
un trionfo e l’imperatore ritorna a Costantinopoli dopo aver riconquistato tutti i territori
persi ed aver ampliato i domini in Armenia
Tentativo di ricomporre i dissidi cristologici proponendo una nuova teoria monotelismo
tentativo di superare i contrasti sorti attorno alla doppia natura di Cristo centrando
l’attenzione sull’unica volontà del figlio di Dio nuova teoria avversata dai monofisisti e
dagli ortodossi e condannata come eresia dalla chiesa occidentale ogni possibile soluzione
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della controversia monofisista sarebbe giunta in ritardo: nel 638 Siria e Palestina erano già
state conquistate dagli Arabi
568 i longobardi giungono in Italia non occupano totalmente la penisola, diversi
territori rimango in mano ai bizantini
L’imperatore Maurizio riorganizza la struttura amministrativa dei territori italici rimasti
sotto il suo controllo: l’esarca riunisce in sé funzioni pubbliche, amministrative, civili e
militari. Risiede a Ravenna ed esercita la sua autorità su tutti i territori bizantini della
penisola, mentre la Sicilia viene governata direttamente da Bisanzio
L’organizzazione del territorio rimane imperniata sulle città; il sistema di conduzione
fondiaria resta fedele al sistema catastale romano basato sul fondo e si conservano grandi
proprietà fondiarie concentrate soprattutto nei patrimoni ecclesiastici ; rimane in vigore il
sistema normativo romano; la militarizzazione del territorio comporta la delega ai funzionari
anche di poteri militari; regionalizzazione delle aristocrazie e concentrazione territoriale
delle proprietà
Il dominio dell’esarca rimane teorico: la sua autorità si può esercitare sulla Romagna e sulle
Marche settentrionali, la Pentapoli delle fonti coeve nelle altre zone i ducati si rendono
indipendenti e il potere imperiale diviene formale
Ducato romano autorità del pontefice entra in contrasto col dominio bizantino destinato a
trasformarsi in un protettorato esterno che viene meno dopo la formale alleanza che a metà
del VIII secolo i pontefici stringono con la dinastia franca dei Pipinidi
751, Ravenna cade in mano ai longobardi. Di lì a poco viene conquistata dai carolingi
IX secolo, gli arabi conquistano la Sicilia ed attaccano i territori peninsulari conquistando
anche la città di Bari reazione dei bizantini che riconquistano Bari, tentano di imporre la
sovranità imperiale sul principato longobardo di Benevento e riorganizzano Calabria,
Lucania e Puglia
La conflittualità endemica con i longobardi e l’arrivo delle truppe mercenarie normanne nel
secolo XI segnano la definitiva scomparsa del dominio bizantino in Italia
DATE FONDAMENTALI
568 d.C.
572 d.C.
643 d.C.
751 d.C.
i longobardi irrompono in Italia
i longobardi conquistano Pavia
Viene promulgato l’editto di Rotari
i longobardi conquistano Ravenna
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568 i longobardi, con l’aiuto di guerrieri di varie etnie, sotto la guida di re Alboino
irruppero nell’Italia nord-orientale
Come tutte le popolazioni barbariche i longobardi non erano caratterizzati da una identità
etnico-biologica, bensì culturale per rafforzare questa autocoscienza avevano elaborato un
proprio mito d’origine, la cosiddetta Origo gentis Langobardorum secondo tale mito i
longobardi sarebbero originari della Scandinavia, ma tale provenienza è oggi discussa
dalla fine del I secolo essi erano stanziati presso le foci dell’Elba, da dove, intorno al V
secolo, migrarono verso la Pannonia qui furono più volte coinvolti in guerre con
popolazioni quali i Gepidi e gli Avari e si inserirono nel conflitto tra Ostrogoti e bizantini
alleandosi con questi ultimi probabilmente in questo contesto alcuni battaglioni
longobardi giunsero per la prima volta in Italia
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I longobardi erano un “popolo in armi” con un codice culturale assai lontano da quello della
civiltà latina erano guidati da un’aristocrazia di cavalieri e da un re che trovavano
fondamento e legittimità nell’esercizio delle armi
Il re longobardo era un capo militare e simbolo della sua regalità era la lancia; era privo di
quel carattere sacrale e carismatico che caratterizzava i sovrani delle altre popolazioni
germaniche
Il titolo regio non si trasmetteva all’interno dello stesso lignaggio, ma era elettivo il re era
scelto dal gairethinx, l’assemblea degli uomini liberi (arimanni, termine che sottolineava lo
stretto legame tra l’essere uomo libero e il prestare servizio militare)
Gli arimanni si distinguevano nettamente dai servi, a cui erano demandati i lavori nei campi
o la pastorizia erano veri e propri schiavi senza diritti
Tra arimanni e servi vi era uno strato intermedio, gli aldi erano limitati nell’agire da
vincoli di ordine giuridico, ma mantenevano una certa autonomia in ambito economico
Intermediari tra re e liberi erano i duchi, i capi supremi delle singole fare
La fara era la cellula organizzativa fondamentale della società longobarda
raggruppamento familiare con funzione militare erano importanti durante le migrazioni
in quanto generavano coesione ed efficienza al popolo in marcia
Dal punto di vista religiosi i longobardi quando giunsero in Pannonia erano cristiani di fede
ariana la cristianizzazione era superficiale e limitata per lo più ai ceti dirigenti
Giunti in Italia, a partire da Forum Iulii (Cividale del Friuli) i longobardi conquistarono
diverse città dell’Italia settentrionale e posero guarnigioni lungo le principali vie di
comunicazione poca resistenza da parte dei bizantini l’arrivo dei longobardi fu favorito
da alcune fazioni bizantine? l’ipotesi più probabile dice che non fu così impegnati su
altri fronti con nemici più temibili i bizantini sottovalutarono l’irruzione longobarda,
interpretandola come una scorreria destinata a non dar vita a stanziamenti stabili la prima
fase dell’offensiva si concluse nel 572 con la conquista di Pavia
I primi anni del regno longobardo furono caratterizzati da una forte conflittualità tra dichi e
sovrani e da un impatto assai duro del nuovo dominio sulle popolazioni italiche i contrasti
scoppiarono dopo la morte di re Alboino avvenuta, secondo Paolo Diacono, per mano della
moglie Rosmunda Alboino obbligò la moglie a bere dal cranio del padre, Cunimondo re
dei Gepidi bere dal cranio di avevano spodestato era l’atto con cui i sovrani longobardi si
legittimavano Alboino perse ogni legittimità agli occhi della moglie
Dopo il breve regno di Clefi, successore di Alboino, vi fu una sorta di interregno durante il
quale non fu eletto nessun re in questo periodo, in una sorta di guerra per bande, i duchi
longobardi giunsero fino a Torino e Asti e in Italia meridionale, dove diedero vita ai
principati di Spoleto e Benevento essi non conquistarono tutta l’Italia, ma territori a
macchia di leopardo
Rompendo la tradizione precedente i longobardi esclusero dal potere i membri della classe
senatoria ed entrarono in rotta con l’alto clero, in particolare con i vescovi, che assunsero il
titolo di difensori della popolazione romana ben presto, tuttavia, i longobardi si fusero con
le popolazioni indigene
Estrema frammentazione politica longobardi facili bersagli di contrattacchi bizantini i
duchi decidono di eleggere Autari, figlio di Clefi, nuovo re per rafforzare
matrimonialmente il nuovo re i duchi gli donarono metà del loro patrimonio (ciò rappresentò
la base del fisco regio) Autari iniziò un processo di rafforzamento del potere in due
direzioni assunse il concetto territoriale di stato e la simbologia regia di derivazione tardoantica (aggiunse al suo nome il predicato “Flavio”, richiamandosi a Teodorico); si legittimò
anche da punto di vista delle tradizioni longobarde sposando Teodolinda, figlia del duca di
Baviera e discendente dei Letingi (la stirpe che guidò i longobardi dall’Europa settentrionale
e quella centrale)
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Il progetto di Autari fu portato a termine dal successore Agilulfo, un duca di origine turingia
che, secondo Paolo Diacono, fu scelto come re da Teodolinda
Agilulfo emarginò i duchi più riottosi e tentò di condurre una politica ecclesiastica
autonoma da questo punto di vista assunse un ruolo importante Teodolinda, cattolica,
anche se seguace della corrente dei Tre Capitoli: essa appoggiò il clero tricapitolino in modo
da superare la contrapposizione tra longobardi, ariani e romani, senza cadere sotto
l’influenza diretta della chiesa di Roma
In tal contesto va inquadrata anche la fondazione del monastero di Bobbio fu la prima di
una lunga serie di fondazioni monastiche che caratterizzarono la politica dei sovrani
longobardi, in particolare dalla seconda metà del VII secolo, quando una disposizione del re
Ariperto I abolì ufficialmente l’arianesimo
Il rafforzamento dei poteri regi andò di pari passo con l’affermazione di una concezione
territoriale del regno e con la trasformazione dei duchi in funzionari regi, depositari dei
poteri pubblici
Nei territori conquistati i longobardi crearono una rete di distretti pubblici, i ducati,
incentrati attorno a città strategicamente importanti. Un ruolo particolare fu giocato dai
ducati di Spoleto e Benevento, che spesso svolsero una politica autonoma nei rapporti con
Bisanzio e Roma
I duchi potevano essere affiancati da funzionari minori come i centenarii o sculdasci e i
decani
Con la territorializzazione dei poteri i centenarii assunsero il ruolo di capo-villaggio
affiancandosi, in ambito rurale, ai gastaldi, coloro che gestivano le curtes regie, aziende
agricole che assicuravano sostentamento e redditi. Sempre in ambito rurale avevano
importanza i villaggi fortificati
Le città non erano l’unico fulcro dell’organizzazione politica, militare e amministrativa
longobarda essi entrarono in contatto con la popolazione di origine romana tra cui erano
aumentati i piccoli proprietari i quali si mescolarono economicamente e socialmente al
popolo invasore
Il consolidamento del regno longobardo è testimoniato anche dal ruolo crescente che
assunse la capitale Pavia, sede della corte e degli uffici amministrativi e dalla promulgazione
di un codice di leggi
643, promulgazione dell’editto di Rotari raccolta di norme relative alla vita civile, ai
rapporti patrimoniali, alla disciplina militare esso si rivolgeva alla popolazione
longobarda, mentre quella romana rimaneva sottoposta al diritto romano (ormai ridotto a
consuetudine locale) la promulgazione di un codice scritto testimonia l’incontro tra le due
popolazioni
Uno dei principali obiettivi dell’editto era l’eliminazione della faida, la giustizia privata
essa fu sostituita da forme di mediazione pubblica garantita dal re e consistenti
generalmente in una somma di denaro il principio della vendetta individuale o familiare
lasciò il posto a quello del guidrigildo che prevedeva un prezzo, in caso di uccisone o
lesione, da risarcire per le singole persone o le singole parti del corpo, diverso a seconda
dello status sociale e giuridico dell’individuo
La nuova società mista che si era affermata nel VII secolo trovò un ulteriore consolidamento
durante l’età di re Liutprando che cercò di dare coesione al regno attraverso una intensa
attività legislativa e amministrativa
Egli avviò anche una fase di espansione finalizzata alla conquista dell’Esarcato e di altri
territori bizantini, facendo leva su una crisi interna all’impero. I longobardi si spinsero finoa
l ducato di Roma, dove fu conquistato il castello di Sutri su pressanti richieste papali che
facevano leva sulla fede cattolica di Liutprando Sutri fu ben presto liberata
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Questo episodio è stato letto successivamente come l’atto costitutivo del potere temporale
dei papi, poiché Liutprando non restituì Sutri al funzionario bizantino, bensì alla chiesa di
Roma oggi si ritiene che fu data troppa importanza all’episodio, poiché esso fu solo uno
dei molti episodi dell’altalenante rapporto tra vertici longobardi e chiesa di Roma
l’episodio, tuttavia, segnala come nell’ VIII secolo, la chiesa romana stesse avviando una
fase di esautorazione del potere bizantino nella città di Roma e nei territori laziali non a
caso alcuni anni più tardi fu redatto, in ambienti papali, le cosiddetta “donazione di
Costantino”
Dalla seconda metà del secolo VIII gli eventi ebbero una improvvisa accelerazione a causa
di vari fattori:la nuova alleanza tra papi e franchi; l’avvento alla guida del regno longobardo
di re provenienti da una nuova aristocrazia particolarmente aggressiva; il definitivo tracollo
dell’organizzazione bizantina in Italia
751, re Astolfo conquista Ravenna questa operazione favorì il rinsaldamento dell’alleanza
tra chiesa di Roma e Pipinidi, che proprio in quell’anno avevano deposto l’ultimo re
merovingio e avevano bisogno di una legittimazione del loro nuovo status di re dei franchi
Papa Stefano II chiese l’intervento in Italia dei franchi i quali, con due spedizioni guidate da
re Pipino il Breve, riconquistarono a vantaggio della chiesa di Roma i territori
precedentemente occupati dai longobardi
L’ultimo re longobardo, Desiderio, continuò la politica dei predecessori, anche se tentò di
rompere l’alleanza tra chiesa e Pipinidi unione parentale: matrimonio tra Carlo, figlio di
Pipino, e una figlia di Desiderio (Ermengarda?)
Il doppio binario della politica di Desiderio mostrò la sua contraddittorietà, in particolare
quando Carlo salì alla guida dei franchi
Temendo una imminente invasione di Roma papa Adriano I chiamò in aiuto il re franco il
quale, ripudiata la moglie, discese in Italia tra il 773 e il 774 sconfiggendo l’esercito
longobardo e conquistando Pavia. Desiderio fu fatto prigioniero e rinchiuso in monastero,
mentre Adelchi trovò rifugio presso i bizantini.
A causa dell’antica conflittualità che caratterizzava l’aristocrazia longobarda ogni tentativo
di resistenza al domino franco fu vano
Il Regnum Langobardorum non fu soppresso, ma mantenne uno status particolare all’interno
dei domini franchi, dando un contributo notevole, dal punto di vista culturale, al nuovo
impero carolingio
Solo i longobardi di Benevento mantennero la loro indipendenza respingendo i franchi con
le armi e con trattati di non belligeranza. Fu l’invasione dei normanni nell’XI secolo a porre
termine in Italia meridionale al dominio longobardo
DATE FONDAMENTALI
610 d.C.
622 d.C.
628 d.C.
630 d.C.
632 d.C.
660 d.C.
711-715 d.C.
732 d.C.
750 d.C.
827-907 d.C.
iniziano le rivelazioni
Maometto si trasferisce a Medina
Maometto legittima il pellegrinaggio alla Mecca
la Mecca cede e la maggior parte delle tribù
abbraccia l’Islam
muore Maometto
viene assassinato Alì, vittoria di Mu’awuya e
della dinastia omayyade (sunnita)
gli arabi conquistano la Spagna
battaglia di Poitiers
rivolta porta al potere gli Abbasidi
gli arabi conquistano la Sicilia
15
945 d.C.
i Buwayhidi prendono il controllo di Baghdad
…
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Nell’epoca in cui visse Maometto la penisola arabica era meno urbanizzata delle sue
propaggini mediterranee e delle regioni confinanti la popolazione era organizzata in clan
tribali che vivevano di pastorizia e commercio
Bizantini e persiani avevano inizialmente cercato di tenere a bada la penisola arabica
attraverso stati-cuscinetto costituiti da confederazioni di tribù alleate degli uni o degli altri
queste entità si disgregarono a partire dal VI secolo, abbandonate dagli imperi che le
foraggiavano e che ora erano intenzionati ad assorbire direttamente l’Arabia il tentativo
fallisce a causa del conflitto scoppiato tra bizantini e persiani
Scomparvero anche altri poli di aggregazione delle tribù arabe: regni, oasi-mercato,
confederazioni tribali solo la Mecca riuscì a mantenere un ruolo di attrazione grazie alla
fiera che vi si teneva annualmente durante la fiera ogni conflitto era sospeso; i pellegrini
visitavano la Ka’ba, il santuario religiosi che accoglieva i culti più disparati; si
concludevano affari, saldavano debiti, componevano conflitti
La politica “non allineata” del clan qurayshita (che dominava la Mecca) fu messa in
discussione reazione contro il crescente interesse per il monoteismo
Maometto le tappe della sua vita sono note grazie al Corano, ai Detti del Profeta e alcune
biografie postume le rivelazioni iniziarono nel 610 ed avevano come oggetto la necessità
di abbandonare i culti precedenti e di superare tanto il paganesimo quanto le divergenze
interne ai monoteismi esistenti, in particolare il cristianesimo, recuperandone le radici
originarie e arrendendosi all’unico Dio (Allah) che, pur essendo stato rivelato, fu tradito da
cristiani ed ebrei attraverso associazioni di altre realtà alla pura sostanza divina
Il rifiuto del politeismo si espresse nell’atto di conversione dell’Islam esso divenne uno
dei pilastri della fede (preghiere quotidiane; santificazione attraverso il digiuno del
Ramadan; pellegrinaggio alla Mecca; elemosina ai poveri)
Maometto fu denunciato come indovino dai Qurayshiti, preoccupati di un attacco al proprio
potere
622, egira Maometto e i suoi fedeli si trasferirono a Medina dove fondarono una nuova
comunità(Umma), mediarono i conflitti locali, eliminarono la comunità ebraica, si difesero
dagli attacchi militari meccani
Nel 628 Maometto legittimò il pellegrinaggio alla Mecca, reinterpretandolo in chiave
monoteistica (omaggio al luogo in cui Abramo aveva sacrificato all’unico Dio) nel 630 la
Mecca cedette e la maggior parte delle tribù infedeli si convertirono all’Islam
Maometto non aveva indicato alcuna modalità per la sua successione due alternative
sostenitori dell’ortodossia: il comportamento del profeta doveva fungere da riferimento
per i problemi affrontati e da modello per quelli da affrontare. Il califfo doveva essere un
semplice sostituto incaricato di perpetuare e applicare il pensiero di Maometto; altri:
l’ispirazione divina e lo spirito del profeta sopravvissero nei suoi familiari, in particolare nei
discendenti del cugino e genero Alì. L’autorità, il diritto, la giustizia e gli altri elementi del
potere non erano separabili dalla fonte viva da cui promanavano il contrasto fra queste
due opzioni si accese al termine del periodo dei primi quattro califfi (i califfi “ben guidati”)
Primo califfo, Abu Bakr combattè le tribù che per ultime si erano convertite all’Islam ed
erano più recalcitranti delle altre al momento della successione le spedizioni generarono
movimenti di popolazioni che varcarono i confini dell’Arabia, dilagando in Siria e Iraq le
reazioni bizantine favorirono un’unione militare più salda conquista di numerosi centri
strategici della Persia, dell’Asia Minore, dell’Africa settentrionale
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Per spiegare la rapidità e l’efficacia di questa espansione sono state invocate ragioni diverse.
Molte delle cause menzionate dalla storiografia tradizionale sono state sottoposte a critica
esse non sono basate su dati documentati, ma su schemi mentali legati al colonialismo
ottocentesco e all’Orientalismo gli storici sottolineano oggi l’alto grado di organizzazione
dell’esercito arabo, la debolezza degli imperi confinanti, le divisioni interne che rendevano
preferibile alle popolazioni mediterranee il dominio di un potere esterno e neutrale come
quello arabo
Le prime conquiste ebbero come effetto la costruzione di città-fortezze per concentrare e
smistare le truppe (come, per esempio, Fustat in Egitto, da cui sarebbe nata Il Cairo)
Secondo califfo, Omar conquista improntata al principio della separazione gli arabi
dovevano costituire un’èlite militare cui era impedito possedere terre le altre popolazioni,
di cui erano mantenute tradizione, cultura religiosa, sistema amministrativo e fiscale,
producevano e pagavano le imposte, maggiorate di un contributo di salvaguardia, alla
comunità di conquistatori
Grande afflusso di ricchezze sconvolgimento della società araba, aumento del conflitto
secondo le linee che si erano generate alla morte di Maometto
Sull’interpretazione della rivelazione si scatenò una lotta di vaste proporzioni che riguardò
la natura del califfato un gruppo radicale (kharigiti) vedeva l’esperienza di Maometto
come atto divino in sé concluso e attribuiva ogni potere alla comunità, proponendo la libera
elezione dei califfi in base alla loro dignità personale; gli sciiti sostennero la restrizione della
possibilità di accedere al califfato ai soli discendenti di Alì, il quarto califfo (califfato come
carica carismatica fondata sulla sua natura religiosa)
Tra queste due tendenze la spuntarono i sunniti (sostenitori dell’ortodossia islamica) che
ritenevano possibile conciliare gli insegnamenti del Profeta con il consenso della comunità
attribuendo al califfo un compito squisitamente politico
Questa prima guerra civile ebbe il suo culmine nel 660 con l’assassinio di Alì, riferimento
degli sciiti vittoria di Mu’awuya, aristocratico meccano della dinastia omayyade,
sostenuto dai sunniti si fece strada il partito che sosteneva la necessità di organizzare
l’impero intorno ad un potere centrale
Nel primo periodo di affermazione della dinastia omayyade, che stabilì la corte a Damasco,
all’opposizione crescente degli altri partiti si aggiunsero le ribellioni delle province e
processi di trasformazione dell’originario impianto delle conquiste
Sedentarizzazione e abbandono della vita militare delle guarnigioni locali integrazione tra
conquistatori e conquistati
Afflusso verso le città di immigrati provenienti dalle comunità conquistate, ma non
islamizzate stratificazione sociale si fa più complessa
Moltiplicazione delle conversioni all’Islam per convenienza garantiva di entrare nell’èlite
dominante e di godere dell’esenzione fiscale
Venne progressivamente meno il principio di separazione dei primi califfi; la lingua araba
sostituì le altre
Si rilanciarono le conquiste , che comportarono per la prima volta attacchi pianificati in
regioni lontane col supporto di popolazioni locali
711-715, gli arabi conquistarono la Spagna base per nuove spedizioni verso la Francia
meridionale l’avanzata viene fermata a Poitiers da Carlo Martello nel 732
In Europa gli arabi non furono visti solo come pericolosi invasori una parte
dell’aristocrazia visigota nella penisola iberica e alcuni duchi provenzali stabilirono alleanze
e legami matrimoniali con i musulmani
Nuova strategia di acquisizione del consenso es.:costruzione di monumenti come la
Cupola della Roccia a Gerusalemme
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Califfato di Omar II riforme rivoluzionarie abolizione dello status separato egli arabi;
costruzione di un sistema di appartenenza politica fondato sull’uguaglianza di tutti i
musulmani; la tassazione fu slegata dallo status etnico; i mawali, che appartenevano ad una
casta giuridicamente inferiore, vennero iscritti nei ruoli militari
Morte di Omar II le novità amministrative/militari scatenarono opposizioni gli sciiti
speravano ancora nella riacquisizione del califfato ai discendenti di Alì; i kharigiti
sostenevano ancora la necessità di rendere il califfato elettivo; le tribù arabe lamentavano la
cattiva gestione delle risorse; i governatori locali apparivano insoddisfatti; i convertiti
ritenevano le riforme non sufficientemente applicate
L’opposizione agli omayyadi fu assunta dagli abbasidi (una dinastia discendente da Abbas,
zio del Profeta)
750, una rivolta sostenuta dai persiani portò al potere gli abbasidi costruzione di un
organismo politico del tutto nuovo l’impero non fu più impegnato in conquiste, ma nel
consolidamento dell’amministrazione centrale secondo il modello persiano-sasanide
diversificazione dell’intervento nelle province secondo uno schema flessibile
Evento di maggior riguardo fondazione di una nuova capitale: Baghdad
I califfi condussero una ristrutturazione improntata alle scelte strategiche compiute, ma non
applicate, da Omar II costruzione di un apparato burocratico diviso in tre rami:
cancelleria, esattoria fiscale, amministrazione delle spese militari; avocarono a sé la nomina
dei giudici, precedentemente scelti dalla comunità
Necessità di tenere sotto controllo questo vasto apparato trasformazione della figura del
wazir da semplice collaboratore del califfo a capo dell’amministrazione dotato del
compito di controllare la burocrazia, nominare i funzionari provinciali, sedere in alcuni
tribunali
Altro evento fine delle conquiste secondo alcuni storici questo fatto però più delle
conquiste stesse, poiché solo ora l’Europa occidentale riuscì a dotarsi di una propria identità
L’impero islamico rinunciò ad un ruolo attivo nel Mediterraneo i regni ormai decentrati
cominciarono a promuovere politiche autonome
Emirato di Cordova (comandato da un ramo della dinastia omayyade superstite)
consolidamento della presenza nelle città dell’Andalusia; spostamento della flotta verso
Oriente
Emirato di Kairuan (Aghlabiti) promossero scorrerie dal Nordafrica all’Italia meridionale
827-907, conquista della Sicilia, ripercussioni su Puglia e Calabria
Oriente fine dell’espansione militare rende possibile ritirare maggior parte degli uomini
dal servizio militare presenza limitata ad alcune truppe di confine contro i bizantini;
funzioni di polizia
Le province più vicine alla capitale furono governate attraverso governatori che rimanevano
in carica per breve tempo; le altre zone divennero regioni affiliate dove elementi locali
assurgevano al ruolo di governatori del califfo
Dopo il califfato di Harun-al-Rashid il processo di consolidamento mutò di segno
Provincia del Khurasan vicina alla capitale, ma dotata di autorità locali che non
accettavano il controllo califfale svolta nel reclutamento dell’esercito intruppamento di
schiavi turchi malcontento e ribellioni nelle città
Moltiplicazione degli uffici forte aumento del potere dei wazir capaci, nel IX secolo, di
formare clientele potentissime e dividere in fazioni il centro dell’impero
Alle pressioni interne si accompagnarono quelle provenienti dalla province, sempre più
sciolte dal controllo centrale per l’opposizione degli strati sociali più bassi o delle
aristocrazie locali
Queste istanze furono raccolte dagli sciiti creazione di movimenti locali di natura
autonomistica
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Tra IX e X secolo una serie di dinastie locali cominciarono a sottrarsi al controllo centrale e
a fregiarsi del titolo di califfo
945, la dinastia dei Buwayhidi assume il controllo di Baghdad e lascia ai califfi abbasidi
solo una autorità nominale
DATE FONDAMENTALI
751 d.C.
778 d.C.
800 d.C.
806 d.C.
814 d.C.
817 d.C.
824 d.C.
841 d.C.
843 d.C.
875 d.C.
881 d.C
887 d.C.
Pipino il Breve depone Childerico III
battaglia di Roncisvalle
Carlo Magno viene incoronato imperatore
Carlo Magno promulga la Divisio imperii
muore Carlo Magno
Ludovico il Pio promulga la Ordinatio imperii
Ludovico il Pio promulga la Constitutio romana
battaglia di Fontenoy
accordo di Verdun
muore Ludovico II
Carlo il Grosso imperatore
deposizione di Carlo il Grosso
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Primi decenni del VI secolo regno dei franchi forte conflittualità interna iniziata dopo la
morte di Clodoveo e la suddivisione del regno tra i suoi quattro figli la decisione seguiva
una tradizione consuetudinaria che non ammetteva il diritto di primogenitura, sia i principi
di una concezione patrimoniale del potere
La spartizione voluta da Clodoveo non portò mai alla frantumazione effettiva del regno
franco nel giro di pochi decenni i franchi riuscirono a conquistare nuovi territori
(Borgogna, Turingia, Provenza) estendendo il dominio a quasi tutta la Gallia
La presenza di forti poteri locali favorì il consolidamento attorno ai sovrani e ai potenti di
reti di fedeli pronti a prestare servizio militare
Inurbamento dell’aristocrazia franca progressiva integrazione con l’aristocrazia galloromana, rappresentata dai vescovi, che assunsero un ruolo determinante nella trasmissione
di pratiche di potere e strutture amministrative di tradizione romana
Questo assetto entrò in crisi nella seconda metà del VI secolo, alla morte di Clotario I
suddivisione del regno tra i figli Chilperico I e Sigiberto I, re di Neustria e Austrasia
lungo periodo di conflittualità
Morte di Sigiberto la vedova Brunilde assume la guida del regno simbolo della
continuità tra il vecchio regno di Austrasia e la nuova Francia
Sconfitta e affermazione del ramo merovingio legato alla Neustria svolta definitiva nella
politica estera franca, sempre più orientata verso i territori di recente conquista e, in
particolare, verso l’ambito mediterraneo
Clotario II, figlio di Chilperico I, riuscì a concludere a suo favore la crisi dinastica come
atto simbolico del potere fece uccidere Brunilde in modo estremamente violento
Clotario II rafforzò l’organizzazione politico-amministrativa del regno consolidando la sua
articolazione ne tre regni regionali di Austrasia, Neustria e Burgundia
Egli diede nuovo vigore alla figura di maggiordomo o maestro di palazzo da funzionario
incaricato di seguire tutte le questioni organizzative della corte regia a funzionario regio
posto a capo dei tre regna
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Emergono due importanti figure dell’aristocrazia austrasiana che, con il loro appoggio,
avevano determinato la vittoria di Clotario II: Arnolfo e Pipino il Vecchio
Arnolfo: vescovo di Metz e precettore di Dagoberto I, figlio di Clotario II
Pipino il Vecchio: maior domus d’Austrasia
Unione matrimoniale tra Begga (figlia di Pipino) e Ansegiselo (figlio di Arnolfo)
unificazione degli interessi delle due famiglie inizio della loro ascesa irresistibile
nascita del lignaggio noto come “Arnolfingi”, “Pipinidi” o “Carolingi”
Gli esponenti di questa famiglia riuscirono a rendere ereditaria la carica di maggiordomo,
ciò consentì loro di disporre del patrimonio fondiario dei re e di usarlo per crearsi clientele
militari in tal modo i carolingi riuscirono a svuotare progressivamente le prerogative dei
sovrani merovingi
Decisivo in questo processo fu il ruolo assunto all’inizio dell’VIII secolo da Carlo Martello
(732, battaglia di Poitiers) ciò segnò un punto di non ritorno nei rapporti tra la famiglia
dei maestri di palazzo e i merovingi
751, deposizione di Childerico III ad opera di Pipino il Breve (figlio di Carlo Martello)
Per legittimare il proprio atto e diritto a guidare i franchi Pipino si fece consacrare dal
monaco sassone Bonifacio. L’atto fu poi ripetuto da papa Stefano II, che aveva favorito
l’ascesa dei carolingi per garantirsi un alleato contro i longobardi
Per rafforzare la propria posizione i carolingi avviarono un’operazione denigratoria nei
confronti dei merovingi, una vera e propria damnatio memoriae che trovò il suo culmine in
opere storiografiche composte alla corte carolingia nel IX secolo
Ascesa dei carolingi ripresa dell’espansione militare dei franchi
Alleanza con la chiesa di Roma 754-756, spedizioni militari in Italia contro i longobardi
sconfitta di Astolfo, re dei longobardi i franchi riconsegnano al papa l’Esarcato e la
Pentapoli
Tentativo di consolidare la presenza franca nella Gallia meridionale e prime campagne
militari a est del Reno, contro i Sassoni
Morte di Pipino divisione del regno tra i figli Carlo e Carlomanno morte precoce di
Carlomanno, Carlo riunisce il regno
Ripresa dell’espansione militare al di fuori del tradizionale regnum Francorum
Guerra trentennale contro i sassoni al fine di conquistare e controllare i territori ad est del
Reno; conquista dei territori della Germania meridionale; espansione verso occidente nella
penisola iberica (778, sconfitta di Roncisvalle)
Conquista dell’Italia longobarda mantenne la propria denominazione e le proprie strutture
politico-amministrative in Italia i franchi non diedero vita ad una migrazione di popolo,
ma cercarono di occupare i luoghi del potere civile, militare e religioso attraverso una
politica di alleanza con i ceti dominanti già presenti o, in caso di infedeltà, la loro
sostituzione con personaggi dell’aristocrazia franca o di popolazioni integrate ai franchi
(alamanni o burgundi)
La conquista del regno longobardo permise a Carlo Magno di completare il processo di
legittimazione avviato da Pipino
Principale alleato in questa politica fu la chiesa di Roma, che in quegli anni cercava di
costruire una definitiva supremazia sulle altre sedi episcopali (Milano, Costantinopoli,
Ravenna) difendendo il papa e sconfiggendo i longobardi Carlo Magno si presentava
come il nuovo re cristiano, massimo difensore della chiesa di Roma
Tale ruolo fu definitivamente formalizzato nell’anno 800 quando papa Leone III, aggredito
dai suoi oppositori, si rivolse a Carlo per un aiuto recatosi a Paderborn egli fu ricondotto a
Roma dietro scorta militare e qui lo raggiunse Carlo Magno che, il giorno di Natale, fu
incoronato imperatore dallo stesso papa
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L’anno 800 non segna la nascita di un impero nel senso che il termine poteva avere in età
antica; l’incoronazione papale riconosceva il nuovo ruolo di Carlo Magno all’interno
dell’Europa cristiana, che egli aveva unificata divenendo il re di più regni
Dopo l’800 l’azione di Carlo Magno fu volta a rafforzare i domini acquistati
L’assegnazione del titolo di imperator a Carlo Magno rafforzava il ruolo del papa come
autorità suprema della cristianità e indeboliva quella dell’impero bizantino, dilaniato dalle
lotte contro l’iconoclastia e guidato da una donna (Irene) pochi anni dopo l’incoronazione
lo stesso imperatore bizantino (Michele I) dovette riconoscere la dignità imperiale del
sovrano franco
Nel regno franco non c’era una vera e propria capitale i sovrani erano itineranti e, quando
si spostavano di località in località, risiedeva in palazzi costruiti all’interno della proprietà
della corona (fisco regio) fine dell’VIII secolo, Carlo Magno stabilisce la sua residenza
principale nella città di Aquisgrana qui vennero costruite la reggia e la cappella palatina
(che conservava il mantello di San Martino)
Nel palatium operavano diversi funzionari: eliminata la carica di maggiordomo la gestione
dell’amministrazione era affidata ad un laico e ad un ecclesiastico, il conte palatino e
l’arcicappellano
Conte palatino esercitava l’alta giustizia per conto del sovrano e coordinava altri
funzionari tra cui l’addetto al tesoro regio, il controllore del fisco regio, l’addetto
all’organizzazione logistica dell’esercito
Arcicappellano responsabile dei numerosi ecclesiastici che vivevano a corte e gestiva la
cancelleria regia, ossia il luogo in cui venivano scritti i capitolari e altri atti pubblici come i
diplomi (documenti con cui i sovrani concedevano poteri o proprietà a laici ed enti
ecclesiastici)
Per rendere leggibili in tutto il regno tali atti si uniformarono i modi di scrittura nasce la
carolina, i cui caratteri sono alla base dell’odierno minuscolo dei caratteri a stampa
Per conferire alla dominazione carolingia un senso unitario anche sul piano culturale Carlo
Magno chiamò alla sua corte alcuni dei maggiori intellettuali dell’epoca, che formarono la
scuola palatina e diedero vita a quella che viene definita rinascita carolingia (Alcuino di
York; Paolo Diacono; Benedetto di Aniane)
A questi intellettuali spettò anche il compito di organizzare l’istruzione del clero, a cui era
demandata la propagazione della nuova cultura
Nonostante la graduale affermazione di poteri pubblici di tipo locale Carlo Magno rimase
fedele alla concezione patrimoniale del regno 806, promulgazione della Divisio imperii
alla morte di Carlo Magno l’impero sarebbe stato smembrato tra i suoi tre figli
Scomparsa precoce di due figli alla morte di Carlo Magno la guida dell’impero viene
assunta dall’unico figlio rimasto: Ludovico il Pio
Nonostante una apparente continuità questi, in realtà, modificò radicalmente l’ideologia e
l’organizzazione dell’impero, accentuandone i caratteri cristiani e sacrali
Prima fase del regno Ludovico il Pio favorì un ricambio degli uomini di corte
emarginazione di personaggi che avevano svolto un ruolo importante sotto Carlo Magno
817, promulgazione della Ordinatio imperii alla morte di Ludovico il territorio imperiale
sarebbe stato smembrato tra i suoi tre figli, Ludovico, Pipino e Lotario la disposizione
sottraeva il regno d’Italia al nipote Bernardo, troppo vicino agli ambienti tradizionalisti
Questa politica di rinnovamento ebbe tra gli altri momenti qualificanti la cosiddetta
Constitutio romana (824) vincolava la consacrazione papale a un precedente giuramento
di fedeltà all’imperatore rafforzamento della compenetrazione tra poteri pubblici e ambito
ecclesiastico
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Seconda fase del regno di Ludovico il Pio forte conflittualità interna dovuta alla decisione
dell’imperatore di modificare la Ordinatio imperii a seguito della nascita di un quarto figlio,
Carlo
841, battaglia di Fontenoy si scontrano gli eserciti di Carlo il Calvo (controllava la
Francia occidentale), di Ludovico il Germanico (controllava la Francia orientale, i territori
ad est del Reno) e di Lotario, re d’Italia nessun vincitore
842, a Strasburgo Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico si giurano reciproca fedeltà
davanti ai propri eserciti
843, accordo di Verdun a Ludovico fu riconosciuta la supremazia sui territori ad est del
Reno; a Carlo il Calvo su quelli a ovest di una linea immaginaria costituita dai fiumi Mosa,
Saone e Rodano; a Lotario l’ampia fascia intermedia che dal Mare del nord separava la
Francia orientale da quella occidentale e il regno d’Italia, al quale d’ora in poi fu abbinato
anche il titolo imperiale
I nuovi equilibri mantennero un trentennio una certa stabilità anche se era ormai evidente
come per imperium si intendesse un insieme di regni autonomi legati da un coordinamento
centrale
Tutte le contraddizioni presenti all’interno dell’impero riemersero nell’875 quando
Ludovico II (ultimo figlio di Lotario), che era riuscito a ridare vigore ai poteri pubblici nel
regno d’Italia, morì senza eredi
Insidiato all’interno da poteri locali sempre più forti e all’esterno da nuove scorrerie che da
nord e da sud ponevano in pericolo la sicurezza dell’impero, il potere imperiale era
fortemente indebolito
881, la guida dell’impero è nelle mani di Carlo il Grosso, malato e incapace di gestire la sua
carica
887, Carlo il Grosso viene deposto l’impero carolingio così come lo si era conosciuto non
esisteva più già da tempo
DATE FONDAMENTALI
846 d.C.
924 d.C.
933 d.C.
955 d.C.
1050-1080 d.C.
1054 d.C.
1066 d.C.
i saraceni saccheggiano Roma
Gli ungari assediano e incendiano Pavia
il re di Germania Enrico I sconfigge gli Ungari
Ottone I sconfigge gli Ungari a Lechfeld
I normanni conquistano l’Italia meridionale
Scisma: la chiesa di Costantinopoli si staccò da
quella di Roma
Battaglia di Hastings
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Slavi emergono per la prima volta nel VI secolo tra le popolazioni protagoniste delle
invasioni barbariche, per poi scomparire dalla documentazione e riapparire nel secolo VIII,
quando ormai avevano portato sotto il loro controllo gran parte dei territori che dagli Urali si
estendono sino all’Europa centrale
Erano una popolazione sedentaria dedita all’agricoltura e all’allevamento furono coinvolti
nelle migrazioni a causa dell’irruzione nei loro territori d’origine (posti tra i fiumi Vistola,
Dnestr e Dnepr) di bellicose popolazioni (es.Unni)
Non erano inquadrati in regni né erano posti sotto la guida di condottieri organizzazione
in tribù/comunità di villaggio (sklaviniae) prive di coordinamento centrale ciò favorì
un’espansione a irraggiamento lungo il corso di alcuni importanti fiumi
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VIII-IX secolo si delineano tre principali gruppi di popolazioni Slavi orientali (russi e
ucraini); Slavi occidentali (polacchi, sorabi, cechi, slovacchi); Slavi meridionali (croati,
sloveni, serbi) che, approfittando della debolezza bizantina, si insediarono nei territori
balcanici sovrapponendosi a popolazioni qui già presenti (es.avari) o che nei medesimi anni
si erano spostati dalle pianure eurasiatiche (es.bulgari)
Il fatto che le regioni dell’Europa orientale sono rimaste estranee alla tradizione storicopolitica occidentale fa sì che l’espansione slava, ancora oggi, sia misconosciuta o percepita
come secondaria rispetto alle migrazioni di popoli germanici
La particolare storia degli slavi ha alimentato nel corso dell’Ottocento il mito di una “alterità
slava” che,nei casi estremi, ha dato vita a teorie razziste che presentavano lo slavo come
ospite sgradito in Europa
Il pregiudizio ottocentesco fu alimentato anche dalla lentezza con cui si organizzarono in
forme politiche stabili solo nel IX secolo dapprima gli slavi occidentali e meridionali, poi
quelli orientali diedero vita a organismi territoriali instaurando contatti e spesso scontrandosi
con i due imperi del tempo
Per cercare di ricondurre gli slavi all’interno di alleanze che impedissero tentativi di
espansione nei due imperi, sia franchi sia bizantini favorirono l’invio in Europa orientale di
missionari cristiani Cirillo e Metodio tradussero la Bibbia in paleoslavo creando un nuovo
alfabeto, il glagolitico (cirillico)
Serbi e bulgari furono attratti nella sfera di influenza bizantina, mentre croati, sloveni, cechi
e slovacchi furono cristianizzati da missionari legati ai franchi. Gli slavi orientali entrarono
nell’orbita bizantina
Queste distinzioni iniziarono a pesare maggiormente a partire dall’XI secolo quando la
chiesa di Costantinopoli si staccò da quella di Roma (1054)
Negli stessi anni alcune etnie slave diedero vita a regni destinati a giocare un ruolo
importante nella storia successiva
Gli ungari apparvero improvvisamente in Occidente nella seconda metà del IX secolo e, per
circa cento anni, furono protagonisti di spedizioni militari veloci quanto devastanti
Originari delle pianure attorno agli Urali settentrionali, a partire dal VI secolo gli ungari si
spostarono a meridione, in un’area posta attorno alle ultime propaggini uraliche (Magna
Hungaria), dove diedero vita a un’organizzazione sociale ed economica semino nomade
Metà dell’VIII secolo migrazione a occidente lungo il corso del Don contatti con i
cazari e altre popolazioni dell’etnia bulgaro-turca
IX secolo rafforzamento dei cazari ulteriore migrazione a occidente stanziamento nei
territori della Pannonia scontri con gli eserciti occidentali che rimangono colpiti dal loro
metodo di combattimento (basato si cavalleria e veloci spostamenti)
Uno degli ultimi eredi carolingi, il re dei franchi orientali Arnolfo di Carinzia chiese il loro
aiuto contro chi gli contendeva il titolo regio e imperiale lotta contro il re d’Italia
Berengario I spedizioni degli ungari nella penisola assedio e incendio di Pavia (924)
Spesso, in particolare in Italia, le incursioni ungare sono state messe in rapporto con il
fenomeno dell’incastellamento dopo le ricerche condotte da Toubert e da Settia si tende a
ridimensionare il facile rapporto di causa/effetto tra incursioni e incastellamento, un
fenomeno che solo in parte può essere ricondotto a esigenze di difesa, essendo
prevalentemente collegato all’affermazione di forti poteri locali
Anche l’immagine feroce e primitiva degli ungari è stata quasi unanimemente rifutata
quando giunsero in Europa erano tutt’altro che una popolazione arretrata, come
dimostrano le loro tecniche di combattimento
Le spedizioni ungare vennero contrastate quando anche in occidente iniziò a venire
utilizzata la cavalleria leggera
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Il re di Germania Enrico I, nel 933, ottenne una vittoria sugli ungari, preludio a quella
ottenuta nel 955 da Ottone I nella piana di Lechfeld, presso Augusta
Questa sconfitta tolse sicurezza agli ungari, che mitigarono la loro aggressività e cercarono
di instaurare pacifici rapporti con i sovrani occidentali, in particolare con i re di Germania
Mille, battesimo di re Stefano I ingresso nell’orbita della chiesa romana e
dell’occidente
Profondo cambiamento del modo di vita degli ungari da nomadi allevatori ad agricoltori
sedentari Marc Bloch tale evoluzione interna ebbe un ruolo decisivo nel determinare la
fine delle incursioni e il radicamento degli ungari nella regione che da loro prese il nome
Saraceni identificavano gli arabi e le popolazioni islamizzate del Nordafrica
Periodo abbaside non si ha un’espansione sistematica come nei primi decenni della storia
dell’Islam, ma si hanno incursioni e atti di pirateria dovuti all’iniziativa di singoli gruppi
827, inizia la conquista della Sicilia uno dei principali avamposti dai quali partirono
incursioni mirate all’acquisizione di bottino e, in alcuni casi, di nuovi territori
Le incursioni giunsero a toccare località dell’arco alpino dove possibile i saraceni
conquistarono città e avamposti all’interno del territorio nemico, da dove avviavano ulteriori
incursioni Bari, Taranto Frassineto in Provenza
Tra gli obiettivi delle incursioni saracene vi erano le grandi abbazie dove si custodivano
ricchezze di grande valore
846, i saraceni saccheggiano Roma l’imperatore Lotario I intraprende una lunga e
inconcludente spedizione contro i saraceni nell’Italia meridionale
Una delle principali forze dei saraceni era la mancanza di un centro coordinatore solo a
partire dall’XI secolo con la graduale affermazione di nuovi poteri locali in grado di
controllare le coste, anche le incursioni saracene vennero meno
IX secolo, iniziano le incursioni dei normanni popolazioni della penisola scandinava che
si resero protagonisti dapprima di brevi incursioni costiere o piratesche e, in seguito, a
conquiste territoriali
L’espansione normanna si propagò a raggiera dalla Norvegia partirono coloro che si
diressero verso occidente (Scozia, isole Shetland, Irlanda, Francia settentrionale, Islanda,
Groenlandia); dalla Danimarca coloro che effettuarono incursioni lungo le coste meridionali
del Mare del Nord, quelle orientali dell’Inghilterra; dalla Svezia coloro che, lungo il corso
del Volga, del Dnepr e della Dvina giunsero fino quasi a Bisanzio
Molte furono le eccezioni a questa suddivisione, che riflette una linea di massima le fonti
di cui disponiamo sono riconducibili a saghe elaborate molto tempo dopo le conquiste,
spesso ricche di elementi fantasiosi che solo la ricerca archeologica ha potuto smentire o
confermare resta aperto il problema legato al Vinland, la terra lontana raggiunta dai
vichinghi durante le loro spedizioni che taluni studiosi individuano nel Labrador
Stanziamento dei normanni nella Gallia settentrionale (Normandia) 911, re Carlo il
Semplice assegna a Rollone il titolo ducale
XI secolo, dal ducato di Normandia partono nuove spedizione volte alla conquista di nuovi
territori
Italia meridionale alcuni soldati normanni vengono assoldati dai signori bizantini e
longobardi in lotta tra loro essi riescono a condurre una politica autonoma Roberto il
Guiscardo d’Altavilla stabilisce la propria supremazia sugli altri capi normanni
1050-1080, inizia la conquista dell’Italia meridionale e della Sicilia fine del dominio
arabo e del principato longobardo
1066, battaglia di Hastings il duca di Normandia Guglielmo sconfigge Aroldo, re degli
anglo-sassoni e conquista il regno di Inghilterra
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DATE FONDAMENTALI
887 d.C.
887 d.C.
919 d.C.
936 d.C.
961 d.C.
962 d.C.
973 d.C.
976 d.C.
983 d.C.
987 d.C.
996 d.C.
999 d.C.
1001 d.C.
1002 d.C.
1024 d.C.
costituiscono in Francia il regno di Provenza e il
regno di Borgogna
Arnolfo di Carinzia viene eletto re dei franchi
orientali
Enrico I di Sassonia viene eletto re di Germania
Ottone I diventa re di Germania
Ottone I sottomette il regno d’Italia
Ottone I ottiene il titolo imperiale
muore Ottone I; Ottone II suo successore
Basilio II imperatore di Bisanzio
muore Ottone II
Ugo Capeto si impadronisce del titolo regio in
Francia
Ottone III sale al trono
Silvestro II viene eletto papa
muore Ottone III
Enrico II diventa re di Germania
muore Enrico II; Corrado II suo successore
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Territori dei franchi occidentali deposizione di Carlo il Grosso crisi dinastica potere
effettivo dei re di Francia si riduce ad un’area limitata attorno a Parigi
Il titolo regio viene conteso tra gli ultimi eredi di Carlo Magno e i conti di Parigi,
riconducibili alla dinastia dei Robertingi 987, Ugo Capeto si impadronisce del titolo regio
i capetingi si mantengono saldamente alla guida del regno di Francia fino ai primi decenni
del XIV secolo
La Francia di Ugo Capeto era diversa da quella che avrebbero governato i suoi successori
i contemporanei non videro nel suo regno un momento di netta cesura rispetto al passato
Indeterminazione territoriale e politico-amministrativa il re governava solo sui territori
che riusciva a controllare direttamente e su quelli del suo patrimonio personale lo
contraddistingueva dagli altri signori territoriali la sua autorità d’ordine morale e religioso
il re appariva come una autorità lontana cui rivolgersi in caso di conflitto garante di
poteri che erano nella realtà totalmente autonomi
Gli stessi principi dei grandi ducati o contee non riuscivano a imporsi totalmente all’interno
del loro territorio veri poteri costituiti da una rete capillare delle signorie bannali,
rappresentate visivamente dal castello del signore
All’interno di quella che un tempo era la Gallia si costituirono, nell’887, due regni regionali
(oltre a quello di Francia): Provenza e Borgogna il primo ebbe vita breve e venne
assorbito dal secondo, che svolse per tutto il secolo un ruolo rilevante nella regione dell’alto
Rodano (all’interno della quale passavano importanti vie di comunicazione tra i territori
alpini)
Le vicende di alcuni sovrani di questi regni furono strettamente legate a quelle del regno
italico; il regno di Francia aveva invece intrapreso uno sviluppo indipendente
In Italia la fine dell’impero carolingio non portò mutamenti radicali immediati
Il regno italico mantenne la stessa estensione del regnum Langobardorum d’età franca
Dietro questa apparente immobilità si presentarono realtà ben diverse da quelle di età
carolingia
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Mancanza di una discendenza diretta dai carolingi e di una codificazione del principio di
successione guida del regno contesa tra i rappresentanti delle principali famiglie
aristocratiche re italici o nazionali (definizione della storiografia patriottica ottocentesca)
Non fu una coscienza nazionale a distinguere il regno italico dal suo antecedente d’età
carolingia nuova dialettica tra poteri vecchi e nuovi, un precario equilibrio tra il regno e i
poteri locali (poteri signorili ed immunità degli enti religiosi)
Giovanni Tabacco (anni Settanta) anarchia politica ossimoro per sottolineare come i
diversi interessi privati dei poteri locali fossero inseriti in una cornice, seppur tenue, di
legittimità data dalla sopravvivenza dell’idea di Stato
Oggi non tutti accettano l’utilizzo del termine anarchia per descrivere la situazione politica
italiana del X secolo connotato negativo a una realtà che vide affiorare distinzioni e
definizioni nelle varie componenti della società
Al di là di queste distinzioni è unanimemente riconosciuta l’originalità delle soluzioni
politiche adottate, non più viste solamente come decadenza di un supposto ordine carolingio
Conflittualità per la guida del regno quattro grandi famiglie si contendono il regno: duchi
e marchesi di Spoleto, Toscana, Ivrea e del Friuli erano riusciti a rendere dinastiche le
cariche che avevano coperto in età carolingia, costituendosi una solida base patrimoniale e
clientelare nei territori su cui esercitavano il loro potere
Schierati in due fronti contrapposti essi coinvolsero nei loro conflitti anche i sovrani
limitrofi (duchi di Carinzia e re di Borgogna e di Provenza)
Per alcuni decenni si contesero il regno Berengario I, marchese del Friuli, e diversi
personaggi della casata polentina nessuna delle due famiglie riuscì a prevalere in maniera
definitiva ricerca di appoggi esterni intervento di Rodolfo, re di Borgogna (re d’Italia
dal 924 al 926); successivamente intervento di Ugo, re di Provenza
Ugo di Provenza si mantiene alla guida del regno per vent’anni politica spregiudicata e
violenta nei confronti dell’alta aristocrazia italica di origine carolingia e favorevole, invece,
all’emergere di una nuova aristocrazia gli uomini che emersero sotto il regno di Ugo
appartenevano a famiglie di origine longobarda, radicate livello locale, ma prive di rapporti
internazionali e della cultura che aveva contraddistinto la nobiltà carolingia, ma capaci di
garantire al re un maggiore controllo del territorio
Ormai anziano Ugo si ritirò in Provenza, lasciando il regno al debole figlio Lotario, che
morì poco dopo titolo regio a Berengario II, marchese di Ivrea rafforzamento del potere
tramite conferimento di importanti cariche ai fedeli ed umiliazione degli avversari
Adelaide, vedova di Lotario, viene rinchiusa in una inespugnabile fortezza
Solidarietà feudale Adalberto Atto, feudatario di Lotario e fondatore della dinastia dei
Canossa, libera Adelaide e sollecita l’intervento in Italia del re di Germania Ottone I
Ottone I giunto a Pavia sposa Adelaide conferma dell’importanza della politica
matrimoniale come fonte di legittimazione del potere
Precarietà degli equilibri politici italiani Ottone I non detronizza Berengario II, ma lo
obbliga al giuramento di fedeltà vicende italiane nuovamente collegate a quelle della
Germania e alla restaurazione dell’impero da parte degli ottoni
Regno dei franchi orientali/regno teutonico 887 viene eletto re Arnolfo di Carinzia
Morte del re e minore età dl successore Ludovico il Fanciullo contrasti fra gli esponenti
delle principali famiglie aristocratiche che potevano ambire alla guida del regno e che
avevano solide basi di potere in vasti ambienti territoriali
Particolare caratterizzazione del regno teutonico presenza di ampi ducati regionali, eredi
di entità politiche precarolinge (ducati di Baviera, Svevia o Sassonia) o di ambiti politici e
amministrativi carolingi (ducati di Lotaringia e Franconia), controllati da famiglie che erano
riuscite a rendere dinastica la carica ducale con le connesse funzioni pubbliche questi
ducati erano in realtà una sorta di regni autonomi il re di Germania, eletto dai grandi del
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regno e appartenente alle stirpi ducali, aveva un ruolo simbolico di giudice supremo e di
guida militare
Accantonate ipotesi nazionaliste esse vedevano nel regno teutonico del X secolo un’entità
politicamente ed etnicamente compatta e coesa i sostenitori di questa tesi videro
nell’elezione di Corrado I di Franconia (911) la data di nascita della Germania (tutte le
stirpi tedesche si sarebbero unite sotto un unico re)
Più corretto è vedere nei contraddittori eventi precedenti il Mille l’intrecciarsi di progetti
politici che da un lato tentavano di dare unitarietà ai diversi ducati e, dall’altro, cercavano di
conferire vigore all’idea di impero
Morte di Corrado I Enrico I di Sassonia eletto re di Germania (919)
Interpretazione nazionalista Enrico I, come il predecessore, padre della Germania;
simbolo di una vendetta postuma dei Sassoni che, dopo nemmeno un secolo dal loro
assoggettamento da parte dei franchi, avrebbero assunto, tramite lui, la guida di tutta la
Germania; vittoria sugli ungari vista come missione dei tedeschi di germanizzare l’Europa
orientale interpretazioni fuorvianti che utilizzano categorie politiche estranee al X secolo
Mito di Enrico I alimentato già nel tardo X secolo per legittimare il potere dei suoi
successori lo trasformarono in esempio di regalità
Morte di Enrico I Ottone, suo figlio, re di Germania
Ottone I rafforzamento dell’autorità regia e del titolo imperiale da un punto di vista
simbolico si presentò come vero erede di Carlo Magno, sul piano della prassi politica agì in
modo innovativo stabilì legami con i grandi del regno (laici ed ecclesiastici) secondo
alcuni storici fu il sistema creato da Ottone e non quello carolingio a determinare gli
equilibri politici dei secolo successivi
Realtà istituzionale priva di una rete amministrativa che potesse collegare il centro del regno
alla periferia signori territoriali esercitavano autonomamente la propria sovranità; signori
ecclesiastici (integrati nella gestione del potere da Ottone I) non erano esecutori della
volontà del re, ma personaggi capaci di trarre il massimo profitto dalla loro condizione
distinzione tra signori laici ed ecclesiastici artificiale erano entrambi esponenti del
medesimo ceto dirigente
Il potere di Ottone e dei suoi successori viveva della rinuncia alle forme di potere statuale
presenti in età carolingia (amministrazione, legiferazione scritta, esercizio della giustizia) a
vantaggio di una capacità di mediazione tra i vari gruppi di potere (atteggiamento
constatativo, capacità di scegliere di volta in volta i principali alleati e le strategie di
affermazione) politica legittimata dal ruolo sacrale del re, ripreso e rilanciato dagli ottoni,
sempre attenti alla comunicazione simbolica formule e riti ripresi dalla tradizione
carolingia, bizantina, imperiale romana
Abile integrazione tra pragmatismo politico e immagine sacrale del potere regio Ottone I
riesce a ridare vigore all’idea di impero
Dopo la sua sottomissione, nel 961 annette il regno italico e consegue il titolo imperiale
(962)
Ottone si mosse anche su altri fronti 955, sconfitta degli ungari a Lechfeld
Rinascita dell’impero richiamo all’età carolingia e alla tradizione imperiale romana e
bizantina riguardò soprattutto gli aspetti simbolici del potere (abito, scettro, corona,
cerimoniali di corte), tutti elementi che ribadivano il nesso tra le idee di regno e sacerdozio,
unite nella figura dell’imperatore
Rito della sacra unzione l’imperatore diventava più di un semplice re: egli era difensore
della cristianità e della chiesa di Roma
Ottone I promulga il Privilegium Othonis riconosce le proprietà e di diritti della Chiesa di
Roma
Al tempo stesso impone al papa il giuramento di fedeltà all’imperatore
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Si ponevano le basi di una conflittualità tra impero e chiesa che in età ottoniana non arrivò a
manifestarsi a causa della debolezza papale (crisi a Roma, le famiglie aristocratiche si
contendono la carica papale)
Ottone I cerca di rafforzare la propria posizione in Italia a danno dei domini bizantini nel
Meridione fallimento dell’espansione militare, avvio di un’azione diplomatica che
avrebbe dovuto portare al riconoscimento della nuova autorità di Ottone da parte degli
imperatori di Bisanzio, con i quali egli voleva anche stabilire legami matrimoniali
Giovanni Zimisce, imperatore bizantino, era politicamente debole (era salito al trono con
l’assassinio del suo predecessore) cede alle pressioni di Ottone e acconsente al matrimonio
tra sua nipote Teofàno e il figlio di Ottone I, a sua volta chiamato Ottone
Il progetto di Ottone I di acquisire l’Italia meridionale tramite Teofàno si rivelò velleitaria,
in considerazione anche del fatto che la sposa di Ottone II era una principessa di seconda
fila, nipote di un usurpatore
Nel 976, dopo la morte di Giovanni Zimisce, sale al trono Basilio II, esponente della dinastia
spodestata, che rinnega le scelte del predecessore
Ottone II spedizione fallimentare contro i saraceni
983, precoce e improvvisa morte di Ottone II grave crisi il figlio ed erede (Ottone) era
un bambino e i grandi del regno tentarono di acquisire i vari titoli regi madre e nonna di
Ottone III riescono a garantirgli la successione ai titoli paterni 996, Ottone III imperatore
Ottone III cercò di trasformare in realtà il modello di regalità elaborato dagli intellettuali
della sua corte, come Gerberto di Aurillac, suo precettore, che fece eleggere papa nel 999
(Silvestro II)
Ottone III non curò i rapporti con i grandi dell’impero, ritenendo che la sua autorità e
sovranità fossero garantiti dalla sacralità del suo titolo scontro con i detentori dei poteri
concreti sul territorio, sia in Germania sia in Italia
La renovatio imperii vagheggiata da Ottone III si scontrò con i poteri locali forti e violenti
Cacciato da Roma in seguito a ripetute sollevazioni di aristocratici italici e romani, dovette
rifugiarsi in un monastero dove nel 1001 morì senza lasciare eredi lotta per la successione
e per ridefinire ruolo e poteri dell’imperatore
Viene eletto re di Germania Enrico II, duca di Baviera, della famiglia dei Liudolfingi
rinuncia definitiva al sogno imperiale romano di Ottone III e tentativo di rafforzare la
propria autorità nei confronti dei poteri locali sconfitta di Arduino, marchese di Ivrea, e
della compagine di signori che lo aveva eletto imperatore
Morte di Enrico II (1024), elezione di Corrado II, duca di Franconia, della famiglia dei Salii,
un lignaggio di antiche origini franche i salii mantengono la corona imperiale per quattro
generazioni (sino al 1125), nonostante i contrasti con i poteri locali e il conflitto con il
papato, che trovò il suo momento più drammatico nella contrapposizione tra Enrico IV e
papa Gregorio VII
DATE FONDAMENTALI
824 d.C.
910 d.C.
962 d.C.
1054 d.C.
1056 d.C.
1059 d.C.
viene promulgata la Constitutio romana
Guglielmo d’Aquitania fonda il monastero di
Cluny
viene promulgato il Privilegium Othonis
separazione tra la chiesa di Roma e quella di
Costantinopoli
morte di Enrico III, elezione di Enrico IV
Niccolò II promulga il Decretum in electione
papae
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1073 d.C.
1075 d.C.
1076 d.C.
1076-1077 d.C.
1080 d.C.
1122 d.C.
Gregorio VII viene eletto papa
Gregorio VII condanna le investiture imperiali;
promulgazione del Dictatus papae
concilio di Worms
umiliazione di Canossa
sinodo di Bressanone
concordato di Worms
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Secolo XI affermazione di un’organizzazione centralizzata della chiesa, basata su un
modello monarchico processo non lineare e organico, influenzato da alcuni drammatici
eventi che non possono essere ridotti ad una semplice contrapposizione tra riformatori e
conservatori
Mondo monastico importante contributo al rinnovamento della chiesa per ridarle prestigio
e credibilità morale e permetterle di difendere efficacemente la sua posizione di guida della
cristianità nessuna contestazione alle ricchezze e ai beni ecclesiastici, visti come legittimi;
ciò che la riforma monastica si proponeva era l’estensione a tutta la chiesa del modello
monastico, basato sulla preghiera e la purezza del corpo
Principali portavoce di questa posizione furono i monaci di Cluny, una abbazia fondata nel
910 in Borgogna da Guglielmo d’Aquitania monastero privato politica di mediazione
tra poteri locali e papato l’abbazia acquista una forte autonomia, grazie anche alla
concessione dell’immunità concessa da Guglielmo e all’esenzione papale che liberava i
monaci cluniacensi da una dipendenza diretta dal vescovo
L’abbazia di Cluny raggiunse grande popolarità anche per il modello di vita monastica che
riuscì ad elaborare, basato sulla specializzazione liturgica presentazione della comunità
monastica come insieme di uomini quasi angelici, che con le loro preghiere stabilivano un
rapporto privilegiato con l’aldilà elaborano la festa dei morti (2 novembre) e ribadiscono
l’importanza della verginità come requisito necessario per chi volesse fare da mediatore tra
mondo terreno e mondo celeste
Il modello monastico proposto incontra ampio favore in quanto non mette in discussione
l’ordine sociale Cluny divenne una delle abbazie più ricche d’Europa grazie alle
donazioni dei potenti che confidavano nelle preghiere dei monaci per salvare l’anima
Sottraendosi al controllo vescovile gli abati di Cluny si sottoposero direttamente al controllo
papale nascita di una rete di priorati che costituirono una congregazione destinata a
influire profondamente sulle storia della chiesa fino al XII secolo
In Italia iniziarono a sorgere piccole comunità monastiche che rifiutavano la trasformazione
di molte abbazie benedettine in centri di potere ripresa degli ideali del primo
monachesimo e coniugazione con l’eremitismo di tradizione orientale Romualdo di
Ravenna fonda in Italia centrale alcuni eremi (il più importante fu quello di Camaldoli
nell’appennino tosco-romagnolo) dall’esperienza di Romualdo trassero ispirazione anche
altre comunità monastiche, come quella di Vallombrosa in Toscana
XI secolo diffusione del monachesimo eremitico in Francia polemica con lo sfarzo di
Cluny sorge la Grande Chartreuse, da cui prese vita l’ordine dei certosini monaci che
vivevano in grandi abbazie, ma passavano buona parte della giornata in preghiera, isolati
nella loro cella altra esperienza importante: abbazia di Citeaux modello monastico
ispirato alla prima esperienza benedettina (cistercensi)
A partire dai movimenti riformatori monastici si diffusero istanze critiche nei confronti del
clero, che contestavano usanze diffuse quali la simonia e il nicolaismo
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Simonia acquisto di cariche ecclesiastiche a partire dal X secolo era divenuta pratica
comune, contribuendo ad abbassare il valore morale del clero
Nicolaismo favorevole al concubinato o al matrimonio degli ecclesiastici
I movimenti antisimoniaci e antinicolaiti si posero l’obiettivo di moralizzare la chiesa e ben
presto fecero breccia tra le frange riformatrici della stessa gerarchia ecclesiastica
fornirono strumenti dottrinali per rafforzare il ruolo del papa unica autorità che può
legittimamente confermare o conferire le cariche ecclesiastiche accusa di simonia lanciata
principalmente contro i vescovi di nomina imperiale nuova conflittualità con l’impero che
a partire dalla seconda metà del X secolo aveva rilanciato il coinvolgimento dell’alto clero
nella gestione del potere politico
Tra X e XI secolo si diffusero anche movimenti pauperistici che predicavano un ideale
evangelico di povertà, la rinuncia ai beni secolari ed un ritorno alla chiesa delle origini
Questi movimenti prospettavano una riforma radicale della chiesa, che avrebbe dovuto
abbandonare ogni coinvolgimento nelle questioni temporali
Erano soprattutto presenti in ambito cittadino, in cui contestavano l’alto clero locale
trovarono inaspettate alleanze in quei papi che cercavano di imporsi sulle chiese locali
Patarìa movimento pauperistico nato a Milano a seguito della predicazione di Arialdo,
coinvolto nello scontro che contrapponeva il clero riformatore al vescovo il nome rimanda
ad un appellativo dispregiativo affibbiato dai rivali i patarini si trasformarono in uno
strumento attraverso il quale la chiesa romana riuscì a riportare sotto il proprio controllo la
chiesa milanese, gelosa della sua indipendenza la loro polemica contro la corruzione del
clero milanese fu fatta propria da alcuni elementi riformatori che miravano al rafforzamento
del papa mediante la subordinazione gerarchica delle chiese locali
L’accelerazione verso un profondo rinnovamento della chiesa avvenne quando l’elezione
papale venne riportata sotto il diretto controllo imperiale dopo che, per diversi anni, era stata
monopolizzata da influenti famiglie dell’aristocrazia romana, quali i Tuscolo o i Crescenzi
Il contrasto tra gruppi di potere romani assunse toni particolarmente violenti attorno al 1045
e portò alla contemporanea presenza di tre papi che si accusavano l’un l’altro di simonia
intervento dell’imperatore Enrico III deposizione dei tre papi e nomina di un vescovo
tedesco, Clemente II
Tentativo di applicare a Roma il modello di controllo della chiesa avviato in Germania ciò
non portò ad una ulteriore decadenza il sistema della chiesa imperiale si basava su una
attenta selezione delle persone che andavano a coprire la carica vescovile in quanto il potere
regio si basava direttamente sulla loro affidabilità in Germania prima che altrove si
trovarono vescovi antisimoniaci
Tra i papi voluti da Enrico III quello che lasciò la traccia più duratura fu Leone IX, che
chiamò a Roma alcuni dei principali esponenti riformatori e ingaggiò una dura battaglia
contro simonia e nicolaismo
Scontro con il patriarca di Costantinopoli per il controllo delle chiese locali nell’Italia
meridionale 1054, scisma
1056, morte di Enrico III ed elezione imperiale del figlio Enrico IV, ancora minorenne
vuoto di potere soppravvento delle famiglie dell’aristocrazia romana, che dovettero
confrontarsi con altri potenti dell’Italia centrale, come i membri della famiglia CanossaLorena
Situazione di incertezza rapido susseguirsi di papi sostenuti dai vari schieramenti
Elezione di Niccolò II al soglio pontificio, sostenuto dai riformatori e dai Canossa-Lorena
ripresa della politica antisimoniaca nuove regole per l’elezione pontificia 1059,
promulgazione del Decretum in electione papae il compito di scegliere il papa spettava
esclusivamente ai cardinali il papa veniva individuato dai cardinali vescovi;
successivamente si dovevano interpellare i cardinali preti e infine il clero e la popolazione
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romana davano la loro approvazione e acclamavano il nuovo papa per l’assenso
dell’imperatore furono elaborate norme ambigue nuove conflittualità, scoppiate
soprattutto con la morte di Niccolò II e la procedura di elezione del successore
Il nuovo eletto Alessandro II non fu riconosciuto dalla corte imperiale che contrappose
Onorio II era chiaro che attorno all’elezione papale si giocavano equilibri più ampi
La chiesa romana era riuscita a darsi a darsi una nuova struttura gerarchica; gli intellettuali
d’area riformatrice avevano elaborato nuovi strumenti ideologici che, enfatizzando il ruolo
del papa e ripristinando una nuova moralità, toglievano alla carica imperiale quegli elementi
di sacralità che l’avevano contraddistinta sin dall’età di Carlo Magno
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