IL SACRO ROMANO IMPERO E L `EUROPA FEUDALE

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IL SACRO ROMANO IMPERO E L’EUROPA FEUDALE
Carlo riorganizza l’impero in modo da esercitare il proprio controllo su tutto il territorio:
per far ciò si basa su uno strettissimo legame di fedeltà personale tra sé e i propri VASSALLI,
un’aristocrazia terriera e guerriera legata da un GIURAMENTO indissolubile all’imperatore,
un vincolo di fedeltà e dipendenza, formalizzato nella solenne cerimonia chiamata “omaggio”.
In cambio di questa totale lealtà il sovrano concede al vassallo un “beneficio” o FEUDO,
cioè un territorio più o meno vasto da amministrare e dal quale trarre vantaggi e ricchezze;
garantisce inoltre la propria protezione politica e militare in caso di controversie o di guerra,
ma soprattutto la possibilità di rinnovare la concessione del feudo agli eredi.
Sul rapporto di vassallaggio si fonda il sistema tipicamente medievale del FEUDALESIMO,
il cui funzionamento si estende ad ogni aspetto della vita politica e sociale dell’epoca:
si hanno così, a scalare, grandi feudatari (vassalli), medi (valvassori) e piccoli (valvassini).
Il territorio imperiale è suddiviso in MARCHE, rette da un marchese, aree anche assai vaste,
situate in zone di confine e strategiche per la difesa dell’Impero, perciò munite di esercito;
oppure in CONTEE, governate da un conte, più piccole e situate in zone più interne.
Da notare che anche ai vescovi può essere concessa l’amministrazione delle città,
mentre gli abati possono governare territori molto ampi nelle vicinanze dei loro monasteri.
Anche il rapporto tra i contadini e il padrone della CURTIS è regolato dal sistema feudale:
vi erano i servi della gleba, vincolati al lavoro nella pars dominica e “proprietà” del signore,
massari e liberi contadini che lavorano la pars massaricia e debbono delle corvées al padrone.
A controllare che ovunque vengano rispettate le leggi dell’imperatore (i cosiddetti capitolari)
e che i rapporti feudali si svolgano secondo i giuramenti e gli accordi stabiliti,
Carlo Magno invia in ogni regione dell’Impero dei funzionari speciali, detti MISSI DOMINICI.
Per verificare che tutto funzioni a dovere, Carlo Magno si sposta da una regione all’altra,
anche se stabilisce la propria reggia privilegiata nella città di AQUISGRANA,
dove fa costruire il proprio palazzo imperiale, una sontuosa cappella palatina,
e riunisce a corte alcuni tra i più grandi intellettuali dell’epoca (ad es. Alcuino da York, Paolo Diacono)
in modo da far rinascere la cultura, l’arte, l’istruzione (si parla infatti di rinascenza carolingia).
Quando Carlo Magno muore nell’814, diviene imperatore il figlio, Ludovico il Pio (814-840).
Alla sua morte l’impero dovrebbe essere spartito tra i suoi tre figli, Lotario, Carlo e Ludovico,
che però trovano un accordo solo con il TRATTATO DI VERDUN (843), dopo anni di litigi e guerre:
a Lotario rimane il titolo di imperatore e vanno Italia settentrionale, Borgogna, Lorena;
a Carlo il Calvo Francia e Marca di Spagna; a Ludovico il Germanico l’attuale Germania.
Nell’877 i grandi feudatari imperiali ottengono da Carlo il Calvo L’EREDITARIETÀ DEI FEUDI:
il potere imperiale è sempre più debole e quello dei feudatari sempre più forte, tanto che
nell’887 Carlo il Grosso, che aveva tentato di riunificare l’Impero, è costretto ad abdicare:
svanisce così l’impero carolingio e nascono i regni indipendenti di FRANCIA e GERMANIA.
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